venerdì 10 febbraio 2012
COLDIRETTI: LA NUOVA PAC CONFERMI LA CENTRALITA’ DELL’AGRICOLTURA IN EUROPA
Fonte: Coldiretti Ferrara
Prosegue l’intenso lavoro dell’organizzazione per una PAC che non tradisca l’agricoltura, vero baricentro delle politiche europee. Dopo il leader della francese NFSA, incontrato lo scorso 27 gennaio, oggi Marini ha incontrato il presidente degli agricoltori inglesi, sottoscrivendo un accordo sui fondamentali della nuova PAC. Continua insomma la “road map” cercando alleanze con altri importanti Paesi.
Centralità economica dell’agricoltura e ruolo strategico degli agricoltori nella produzione di cibo, per rispondere alle attese espresse dal G20 agricolo in materia di sicurezza alimentare e anche alle esigenze dei consumatori in merito alla tracciabilità sono i pilastri su cui si dovrà fondare la riforma della politica agricola comune. E’ quanto prevede l’accordo siglato a Roma tra il Presidente della Coldiretti Sergio Marini e il Presidente della National Farmers' Union of England and Wales (NFU), Peter Kendall che si sono incontrati per un colloquio bilaterale sulla riforma della Pac a Roma nel Palazzo Rospigliosi, sede dell’organizzazione agricola italiana. Le due maggiori organizzazioni agricole nei rispettivi Paesi, in merito alle proposte della Commissione relative al mantenimento del bilancio della PAC durante il periodo 2014-2020 e degli orientamenti legislativi della stessa Pac, hanno richiamato l'attenzione sui seguenti punti:
• La convergenza degli aiuti tra gli Stati membri deve essere realizzata con l’utilizzo di criteri oggettivi e non discriminatori;
• Il processo di convergenza interno a ogni Stato membro necessita di un periodo di tempo adeguato e della massima flessibilità per permettere un adattamento progressivo dei settori produttivi;
• La definizione di ”agricoltore in attività”, dovrà consentire di tenere conto delle specificità nazionali e non causare ulteriore complessità amministrativa;
• Ogni misura relativa all’inverdimento della PAC non dovrà essere in contraddizione con quanto richiesto all’agricoltura europea in materia di competitività e di livello di produzione. Le attuali proposte devono dunque essere riviste in un quadro comunitario sia per quanto attiene gli aspetti finanziari che per quanto concerne le misure ammissibili;
• In alcuni casi debitamente giustificati, la nuova PAC dovrà apportare la flessibilità indispensabile, attraverso pagamenti mirati a settori specifici;
• Gli strumenti di gestione del mercato proposti dalla Commissione dovranno essere potenziati per creare una effettiva rete di sicurezza che permetta di affrontare in maniera tempestiva ed efficace le situazioni di crisi, in risposta alla forte volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli;
• Le proposte della Commissione europea relative all’estensione del riconoscimento delle organizzazioni di produttori e delle filiere, rappresentano un passo in avanti che dovrebbe tradursi in una vera e propria evoluzione del diritto europeo della concorrenza allo scopo di assicurare la potenziale efficacia di tali disposizioni;
• La politica di sviluppo rurale proposta offre nuove opportunità per rafforzare la competitività del settore agricolo. Sarà necessario assicurare che gli agricoltori ne siano i principali beneficiari. Parallelamente alla riforma della PAC, l’Unione Europea dovrebbe fare concreti passi in avanti verso una filiera alimentare che operi in modo più equo per i produttori e impedisca gli abusi di potere. Il funzionamento della filiera alimentare dovrà essere migliorato anche attraverso una riduzioni delle intermediazioni e prevedendo condizioni di sviluppo per filiere corte gestite dagli agricoltori;
• Una particolare attenzione dovrebbe essere dedicata ad aiutare i giovani agricoltori, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alla terra, l’innovazione, la modernizzazione e lo sviluppo d’investimenti.
Le due organizzazioni hanno auspicato che il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e il Parlamento europeo sappiano apportare, alle proposte della Commissione europea, gli adeguamenti necessari atti a mantenere e sviluppare un’agricoltura competitiva che occupi il posto che gli spetta in Europa.
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