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lunedì 28 dicembre 2015

LAVORO, CONFAGRICOLTURA:IL DISEGNO DI LEGGE CONTRO IL LAVORO NERO ED IL CAPORALATO VA NELLA DIREZIONE GIUSTA, MA BISOGNA SUPERARE ALCUNE CRITICITA’

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura giudica nel complesso positiva l’iniziativa dei ministri delle Politiche agricole, del Lavoro e della Giustizia volta a contrastare il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura attraverso un apposito disegno di legge, necessario anche a tutela delle tante imprese che operano nel rispetto della legalità. Con riguardo all’inasprimento del sistema sanzionatorio per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il presidente Guidi – pur comprendendo le ragioni ispiratrici – ha espresso l’auspicio che le norme penali ipotizzate siano equilibrate e vadano a colpire i veri criminali, ossia coloro che organizzano l’attività di intermediazione illecita e se ne avvantaggiano economicamente. “E’ inoltre essenziale – ha proseguito il presidente Mario Guidi – introdurre misure finalizzate a favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, assolutamente necessarie se si vuole combattere efficacemente il caporalato e lo sfruttamento, a partire dagli sgravi per l’assunzione dei lavoratori a tempo indeterminato, previsti sia nella legge di Stabilità dello scorso anno, sia in quella recentemente approvata, ma con limiti che li rendono praticamente inapplicabili.” Il rafforzamento del ruolo e delle funzioni della Rete del lavoro agricolo di qualità, previsto nel disegno di legge, è sicuramente utile a favorire il pieno utilizzo di questo importante strumento, anche se è necessaria una riflessione sulle ragioni che hanno fatto registrare, in questi primi mesi, un numero di richieste di adesione inferiore alle aspettative. “La rete non ha dato i risultati aspettati, anche se le aziende finora iscritte sono per la maggior parte associate a Confagricoltura, a partire dalla mia – ha evidenziato Guidi -. Il motivo è che i requisiti previsti per l’iscrizione, soprattutto di carattere amministrativo, sono eccessivamente rigidi e precludono la possibilità di aderire alla Rete anche ad aziende destinatarie di sanzioni amministrative per violazioni lievi e di carattere meramente formale, rispetto alle quali hanno già provveduto alla regolarizzazione della violazione ed al pagamento della sanzione”. Inoltre le aziende temono che l’iscrizione alla Rete possa rappresentare una ulteriore inasprimento dei controlli nei loro confronti. L’obiettivo della legge, invece, è proprio l’opposto: concentrare i controlli sulle aziende agricole non iscritte. “Le imprese su questo punto vanno rassicurate e, possibilmente, anche incentivate economicamente”. L’aspetto su cui invece Confagricoltura è proprio contraria è l’introduzione di un criterio induttivo di valutazione della congruità della manodopera occupata, al quale potrebbe essere legata non solo l’iscrizione alla rete, ma anche l’eventuale concessione di agevolazioni e erogazioni. “Si tratta – ha commentato il presidente di Confagricoltura – di una misura di dubbia legittimità costituzionale che rischia di penalizzare, paradossalmente, proprio le aziende innovative, che ottimizzano i fattori di produzione e che razionalizzano l’utilizzo di risorse umane.”

mercoledì 23 dicembre 2015

OI POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA IN ASSEMBLEA. ANNATA 2015 CONDOTTA NEL SEGNO DELLA TRASPARENZA APPLICATE REGOLE CONDIVISE ED EFFETTUATE VERIFICHE IN TUTTA LA FILIERA

Fonte: OI Pomodoro da Industria Nord Italia
 
È una filiera in salute quella dell’Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia. Una filiera che, all’interno dell’OI, dialoga, si confronta, determina regole condivise nel segno della trasparenza per il consumatore, agisce compatta per migliorare il quadro normativo in cui opera e fornisce indicazioni agli enti di ricerca per indirizzare al meglio gli studi sullo sviluppo del settore. È emerso tutto questo durante l’assemblea dell’OI nella sede del socio Apoconerpo a Villanova di Castenaso (Bologna). “Nel 2015 l’OI ha svolto un lavoro molto consistente nel segno della trasparenza e dell’etica che porta l’intera filiera a proporre sul mercato un prodotto di assoluta qualità – il bilancio del presidente Pier Luigi Ferrari -. Dobbiamo continuare a scommettere sulle nostre capacità”. Durante l’assemblea si è sottolineata l’importanza di regole condivise dall’intera filiera. “Nel 2015 – ha spiegato il segretario dell’OI Maria Chiara Cavallo - sono state introdotte importanti novità in merito alla raccolta ed elaborazione dei dati produttivi come la congruità delle rese contrattate e delle superfici contrattate rispetto alle effettive e alla verifica dei pagamenti della materia prima dall’industria alle organizzazioni dei produttori. L’attività dell’OI acquisisce un ruolo sempre più fondamentale per l’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi per la programmazione delle produzioni”. “Quello delle regole condivise – ha aggiunto la vicepresidente Rossella Martelli – è stato uno degli strumenti più importanti per tenere controllata la filiera”. Durante la campagna 2015 per conto dell’OI ha operato un organismo di controllo – composto da due tecnici super partes - che ha monitorato l’operato di tutte le imprese del Nord Italia, verificando in particolare la corretta applicazione di quanto stabilito tra industria e OP (Organizzazioni di produttori) nel contratto quadro stipulato con specifico riferimento alla valutazione della qualità della materia prima in ingresso agli stabilimenti riscontrando una sostanziale conformità dei processi di valutazione rispetto a quanto stipulato dal contratto quadro. “Dal 27 luglio al 18 settembre – ha illustrato ancora Cavallo - sono stati predisposti 42 controlli in stabilimento, senza preavviso, per verificare le modalità di valutazione qualitativa e pesatura del pomodoro, il rilascio del certificato di consegna e la rilevazione del brix”. Sul piano normativo-legislativo l’OI ha lavorato per favorire l’armonizzazione dei disciplinari tra le regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte in particolare per riuscire ad ottenere un disciplinare di produzione integrata armonizzato nei suoi contenuti per tutto il Nord Italia mentre sul piano delle politiche ambientali il grande risultato ottenuto nel 2015 è rappresentato dal fatto che la filiera dell’OI è la prima filiera agroalimentare ad avere effettuato – nell’ambito del progetto Life Prefer condotto da Lombardia ed Emilia-Romagna - uno studio di Pef (Product Environmental Footprint), ossia ad aver calcolato l’impronta ambientale prodotta come intera filiera – tramite la valutazione di 14 parametri ambientali - per la produzione di 1 kg di concentrato, di polpa e di passata. Ma l’OI guarda anche al futuro. “È operativo un gruppo progettualità – ha concluso la vicepresidente Bruna Saviotti – che ha promosso incontri tra i soggetti economici della filiera, organizzazioni di produttori e industrie di trasformazione, per determinare le necessità di sperimentazione in base alle quali confrontarsi con i centri specializzati nella ricerca”.














Da sinistra, il presidente Ferrari, le vicepresidenti Martelli e Saviotti e il segretario Cavallo.

COLLEGATO AMBIENTALE, CONFAGRICOLTURA: RICONOSCIUTO IL VALORE ECONOMICO/ECOLOGICO DELL’AGRICOLTURA

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura plaude all’approvazione definitiva del collegato ambientale votato ieri dalla Camera, che contiene misure per il settore agricolo in materia di tutela della natura, sviluppo sostenibile, energia, acquisti verdi, gestione dei rifiuti, difesa del suolo e risorse idriche. Un pacchetto di misure che incidono in diversi settori dell'economia con l'obiettivo di concepire un nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale e sull’economia circolare, attraverso una serie di semplificazioni e di incentivi diretti a premiare i comportamenti virtuosi. “Finalmente si è messo in evidenza il ruolo dell’agricoltura per la mitigazione dei cambiamenti climatici – commenta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - riconoscendone il valore economico, come nel caso dell’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali”. Con il nuovo provvedimento saranno remunerati tutti i servizi agricoli, con particolare attenzione alla fissazione del carbonio delle foreste e dell’arboricoltura da legno, alla regimazione delle acque nei bacini montani, alla salvaguardia della biodiversità e del paesaggio. Inoltre, con l’introduzione del marchio volontario “Made Green in Italy” che utilizza la metodologia per la determinazione dell’impronta ambientale dei prodotti (PEF), sarà più facile acquistare i prodotti delle aziende agricole sostenibili italiane. Gli appalti di fornitura pubblici, infine, saranno più “verdi”, dando priorità di acquisto a quei prodotti e a quelle aziende che possono dimostrare la loro sostenibilità secondo schemi di qualità internazionali. “La legge - spiega Confagricoltura - va nella direzione da noi intrapresa con il progetto Ecocloud, diretto proprio a promuovere le imprese agricole che hanno adottato tecnologie e disciplinari di produzione innovativi, in grado di garantire il miglioramento delle prestazioni dei prodotti e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali.

COLDIRETTI: PROROGA AL 30 GIUGNO 2016 PER I RINNOVI DELLE CONCESSIONI DI UTILIZZO DI ACQUE PUBBLICHE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Con provvedimento della Regione Emilia-Romagna il termine originario del 31 dicembre 2015 è stato posticipato a fine giugno 2016. Da gennaio i nostri uffici a disposizione dei soci per gli adempimenti necessari.

Con provvedimento dell’Assemblea legislativa regionale, è stato dettato il nuovo termine per il rinnovo delle concessione di utilizzo delle acque pubbliche, sia superficiali (da fiume) che profonde (da pozzo) in scadenza originariamente al 31 dicembre 2015. La nuova scadenza è stata fissata al 30 giugno 2016, data ultima utile per la piena applicazione delle norme sul demanio idrico, con la maggiore opportunità per tutti gli utenti,compresi quelli del Bacino Po di Volano, che interessano anche il territorio ferrarese. Da gennaio gli Uffici Coldiretti saranno a disposizione dei soci interessati per la predisposizione della necessaria documentazione.

martedì 22 dicembre 2015

COLDIRETTI: CON LEGGE STABILITA’ : 1 MILIARDO A SOSTEGNO AGRICOLTURA ITALIANA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Il presidente Moncalvo sottolinea il risultato importante della manovra per chi vive di agricoltura, che torna centrale nella politica del Governo e che consentirà il recupero di risorse per il ruolo di chi ogni giorno produce il vero Made in Italy.

“Una manovra che garantisce quasi un miliardo di risorse aggiuntive all’agricoltura con il rispetto degli impegni assunti per il taglio delle tasse a chi vive di agricoltura che viene esentato dal pagamento dell’Imu e dell’Irap, come avevano annunciato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina all’incontro con i trentamila della Coldiretti il 15 settembre nella giornata dell'agricoltura italiana all’Expo”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento agli effetti dell’approvazione della legge di stabilità 2016 nel sottolineare che “con il provvedimento l’agricoltura torna ad essere centrale nella manovra del Governo”. Dall’azzeramento dell’Irap alla cancellazione dell’Imu per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli professionali sia nei terreni in pianura che nelle aree montane, dove è stata tolta a tutti, ma anche l’aumento della compensazione Iva sulle carni bovine e suine (passando rispettivamente a 7,7 per cento e all'8 per cento) che vale 20 milioni di euro e l’incremento delle percentuali di compensazione Iva per i prodotti lattiero caseari all’8,80 al 10 per cento nonché i fondi stanziati per il piano olivicolo e quelli per il finanziamento delle assicurazioni contro le calamitá con un budget di 140 milioni in due anni. La riduzione degli oneri fiscali consente alle imprese agricole professionali - ha continuato Moncalvo - di recuperare risorse per gli investimenti finalizzati all’innovazione e alla crescita dell’occupazione in un settore particolarmente dinamico come l'agroalimentare Made in Italy. Per la prima volta dopo anni di sacrifici per l’agricoltura (dalle modifiche alle disposizioni Imu alla forte diminuzione delle assegnazioni di gasolio agevolato) vengono assegnate risorse finanziarie e soprattutto ridotto il carico impositivo sul settore con un riconoscimento concreto - conclude Moncalvo - del ruolo dell’agricoltura e del cibo made in Italy per il futuro del Paese.

PASTA BARILLA, AL VIA L'ACCORDO 2015-2016 PER LA FORNITURA DI GRANO DURO ALTA QUALITÀ DELL'EMILIA-ROMAGNA.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Interessata una superficie agricola di 20 mila ettari per 120 mila tonnellate di frumento. Caselli: la nostra regione polo produttivo d'eccellenza. Un esempio virtuoso di organizzazione

Al via l’accordo per la fornitura di grano duro alta qualità dell’Emilia-Romagna per la pasta Barilla. Valido per la campagna cerealicola 2015-2016, l’accordo prevede un quantitativo di 120 mila tonnellate, per una superficie agricola interessata di circa 20 mila ettari. Compie così dieci anni l’iniziativa, promossa dalla Regione, che ha permesso di rilanciare la coltivazione del grano duro in Emilia-Romagna, garantendo qualità e redditività, in un mercato globale caratterizzato da un' estrema volatilità dei prezzi. “Grazie a intese come questa - ha sottolineato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli – Barilla può contare su una filiera interamente emiliano-romagnola e su un prodotto di elevata qualità anche da un punto di vista ambientale, mentre gli agricoltori possono programmare la produzione e avere certezza di uno sbocco commerciale, sottraendosi alla logica delle commodity. Siamo di fronte a un esempio virtuoso di organizzazione che permette al territorio emiliano-romagnolo di qualificarsi come polo d’eccellenza per la produzione del grano duro” . “Il grano duro dell’Emilia-Romagna contribuisce alla realizzazione della nuova linea di pasta ad elevato contenuto proteico lanciata da Barilla – ha spiegato Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti della Barilla – questo accordo è in linea con la vocazione del Gruppo alla qualità, innanzi tutto per i consumatori, ma anche per l'ambiente e il territorio, grazie al raccordo ferroviario realizzato al servizio del nuovo centro di stoccaggio e che, sostituendo il trasporto su gomma, permette un risparmio di 1.100 tonnellate di Co2 all’anno”. L’accordo interessa tutta la filiera: dal seme alla pasta. A firmarlo, oltre al Gruppo Barilla, Maria Grazia De Feo della Società Produttori Sementi di Bologna, Raimondo Ricci Bitti per OP Cereali, Alberto Stefanati per OP Grandi Colture Italiane, Matteo Negretto per OP Capa Ferrara e Ivan Cremonini per CerealCap. Il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi (OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, Capa Ferrara OP e CerealCap) stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro. Società Produttori Sementi S.p.A. selezionatrice e costitutrice delle principali varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un’attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce il seme necessario alla maggior parte delle coltivazioni.  
I contenuti dell’accordo 2015-2016
Barilla può dunque contare su varietà appositamente selezionate, particolarmente adatte all’industria pastaria e su un’alternativa competitiva ai grani di alta qualità d’importazione; gli agricoltori possono programmare la produzione contando su uno sbocco di mercato e avvalendosi di un prezzo di vendita concordato (su medie di listino in base alla Borsa merci di Bologna o a prezzo garantito fino a una quota del 30%) che include anche specifiche premialità legate alla qualità (qualità prodotto, adesione al disciplinare di produzione, assistenza tecnica prestata, durata e modalità di stoccaggio). L’accordo 2015-2016 prevede la modifica delle norme di coltivazione che terranno conto dell’aggiornamento in corso dei Disciplinari di Produzione Integrata della Regione Emilia-Romagna. Gli adeguamenti a nuove conoscenze e all’evoluzione delle norme sull’uso dei fitofarmaci, oltre a garantire tecniche di coltivazione più sostenibili da un punto di vista ambientale, con effetti anche sulla qualità finale del prodotto, agevolano l’adesione degli agricoltori alle misure agro-clima-ambientali del Psr 2014-2020, dove sono previsti, tra gli altri, aiuti specifici per favorire la corretta rotazione per prevenire il rischio micotossine. Viene confermata la possibilità di avvalersi di un apposito sistema informatico (granoduro.net), che supporta i produttori nell’individuazione delle scelte tecniche per ottenere un prodotto di alta qualità, ma anche pienamente sostenibile da un punto di vista ambientale.  
La coltivazione del grano duro in Emilia-Romagna
Il grano duro è il cereale utilizzato per la pasta, prodotto simbolo del made in Italy. In Italia, che è il principale produttore mondiale di grano duro insieme al Canada, si registra attualmente un grado di approvvigionamento interno del 60-65%. A fronte di un consumo di circa 5,5 milioni di tonnellate da parte dell’industria molitoria, la produzione interna si aggira sulle 3,5 milioni di tonnellate. L’Emilia-Romagna è da sempre una delle regioni più vocate per quanto riguarda la produzione di grano duro di qualità. Gli accordi con il gruppo Barilla hanno certamente contribuito alla ripresa delle superfici coltivate, oltre ad un innalzamento delle capacità professionali necessarie al miglioramento della qualità del prodotto, sia in campo che nella fase di gestione e stoccaggio. Il primo accordo quadro risale al 2006 e prevedeva un quantitativo di 30 mila tonnellate. Da allora a oggi le superfici a grano duro coltivate in Emilia-Romagna sono triplicate, passando da circa 20 mila a 60 mila ettari. L’accordo vale circa un terzo della produzione di grano duro regionale.














Da sinistra Alberto Stefanati, Luigi Ganazzoli, Maria Grazia De Feo, Simona Caselli, Raimondo Ricci Bitti, Matteo Negretto, Ivan Cremonini.

PIANO ASSICURATIVO AGRICOLO NAZIONALE 2016, CONFAGRICOLTURA: “DISATTESE LE NOSTRE RICHIESTE PER UN RAFFORZAMENTO DELLA GESTIONE DEL RISCHIO”

Fonte: Confagricoltura

La proposta di Piano assicurativo agricolo per il 2016, che regolamenterà, nella prossima campagna, l’assicurazione agevolata, recentemente approvata in Conferenza Stato Regioni, ricalca in massima parte le condizioni e le modalità del Piano 2015, senza tenere conto delle richieste avanzate dagli agricoltori e supportate da Confagricoltura al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. “Avevamo chiesto – afferma il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - alcune modifiche alle disposizioni procedurali ed operative del Piano 2015, ma avevamo sollecitato anche l’Amministrazione ad affrontare specifici temi per ridare alle imprese fiducia sull’utilità dello strumento assicurativo in un momento di inversione di tendenza, seppur lieve, dei volumi assicurati. In particolare riteniamo importante il superamento del principio dell’obbligatorietà di assicurare gruppi di avversità definiti, per lasciare alle aziende una maggiore flessibilità nella scelta dei rischi da coprire; portare a due avversità il numero minimo per l’ammissibilità alle agevolazioni e attivare in via uniforme la clausola di salvaguardia per tutti i certificati/polizze”. “Purtroppo queste sollecitazioni sono rimaste disattese - conclude Guidi – anche se ci auguriamo che l’impianto normativo approvato dalla Conferenza Stato Regioni possa ancora recepire, almeno parzialmente, le nostre richieste, che vanno nella direzione di un rafforzamento dello strumento assicurativo”.

AGRICOLTURA, MARTINA: TASSE TAGLIATE DEL 25% PER LE AZIENDE AGRICOLE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che con le principali misure di interesse agricolo contenute nella Legge di Stabilità 2016 la pressione tributaria sulle aziende agricole viene tagliata di oltre il 25%, passando dai 2.360 milioni di euro di quest'anno ai 1.760 milioni dell'anno prossimo. "Si tratta di una svolta fiscale senza precedenti per il settore agricolo nell'anno di Expo. - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - Grazie alle scelte fatte con la Legge di Stabilità, raggiungiamo un obiettivo importante di riduzione tributaria per la tutela reale del reddito dei nostri agricoltori, in un passaggio delicato per il settore e a sostegno del rilancio di investimenti e occupazione. Proprio così l'agroalimentare italiano è oggi al centro delle politiche economiche e di sviluppo del Paese come non accadeva da anni."

Nel dettaglio il riepilogo delle principali misure:  
VIA IMU E IRAP DAI TERRENI AGRICOLI
600 milioni di euro di risparmio per le aziende agricole con l'eliminazione totale delle due imposte.  
AUMENTO COMPENSAZIONI IVA PER PRODUZIONE DI LATTE E CARNI
Oltre 50 milioni di euro per alzare subito la compensazione Iva sulla produzione di latte al 10% e sulle carni bovine e suine (rispettivamente al 7,7% e all'8%).  
CREDITO D'IMPOSTA
Esteso il credito d'imposta per gli investimenti produttivi anche all'agricoltura e alla pesca nelle aree del Mezzogiorno.  
CONTRIBUTI PER LE ASSUNZIONI IN AGRICOLTURA 
  Prevista l’estensione degli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato anche per il settore agricolo.  
CASSA INTEGRAZIONE PESCA
Per la tutela del reddito dei pescatori e degli operatori ittici viene rifinanziata la cassa integrazione della pesca per 18 milioni per il 2016.  
ASSICURAZIONI CONTRO LE CALAMITÁ
Confermato il budget di 140 milioni in due anni a sostegno delle assicurazioni contro le calamità.  
PROROGA PROGRAMMA NAZIONALE TRIENNALE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA
Il programma 2013-2015 viene prorogato fino al 31 dicembre 2016 e rifinanziato per 3 milioni per il 2016.  
RAZIONALIZZAZIONE ENTI: ACCORPAMENTO ISA E SGFA IN ISMEA
Per aumentare l'efficienza dell'amministrazione e favorire l'accesso al credito delle imprese agricole, l'Istituto Sviluppo Agroalimentare (ISA) e la Società Gestione Fondi per l'Agroalimentare (SGFA) vengono incorporati nell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA).  
FONDO MACCHINE AGRICOLE
Stanziati 45 milioni per il rinnovo delle macchine agricole. Il fondo, creato presso l'Inail, è destinato a finanziare gli investimenti per l'acquisto o il noleggio con patto di acquisto di macchine o trattori agricoli e forestali. La misura ha l'obiettivo di favorire l'innalzamento degli standard di sicurezza a favore dei lavoratori, l'abbattimento delle emissioni inquinanti e l'aumento dell'efficienza delle prestazioni.

lunedì 21 dicembre 2015

ANNATA AGRARIA: EMILIA ROMAGNA, DOPO 2 ANNI, TORNA A CRESCERE PLV + 1%

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

SECONDO STIME COLDIRETTI, DIMINUISCONO AZIENDE, MA CRESCE OCCUPAZIONE

Inversione di tendenza per l’agricoltura dell’Emilia Romagna: dopo due anni di retrocessione, nel 2015 è tornata a crescere, seppur di poco, la produzione lorda vendibile (Plv). Secondo le stime provvisorie di Coldiretti regionale, rispetto al 2014, c’è stato un aumento attorno all’1% per cento che porta la Plv sui 4.150 milioni di euro. Risultati positivi anche sul fronte occupazionale, dove, nonostante il calo delle aziende (–1.500), si è registrato secondo i dati Coldiretti un aumento di circa 1.000 addetti. L’anno dell’Expo dedicato al grande tema dell’agroalimentare – commenta Coldiretti Emilia Romagna – ha portato risultati positivi anche nelle campagne, generando un trend virtuoso per l’agricoltura italiana in generale e quella emiliano romagnola in particolare, che è culminato con l’annuncio del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, all’assemblea nazionale di Coldiretti alla rassegna internazionale di Milano, dell’abolizione dell’Irap e dell’Imu in agricoltura, fatto senza precedenti di detassazione nel settore agricolo.
Con Expo – rileva Coldiretti Emilia Romagna – c’è stata una accelerazione dei contatti tra agricoltura e mondo agroindustriale che lascia intravvedere prospettive interessanti per il futuro. Infatti è alla rassegna milanese – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – che sono nate intese con i grandi industriali, da Barilla, con cui da anni si realizzano accordi di produzione e consegna di prodotti cerealicoli, fino a gruppi come Divella e Riso Gallo con cui sono stati siglati veri e propri accordi di filiera che denotano la volontà di grandi gruppi industriali italiani di puntare sulla qualità e di essere orientati alla giusta remunerazione del prodotto. Una tendenza questa che è confermata dall’interesse emerso a Expo sulla filiera dei mangimi non-Ogm e sulle ricerche per battere le aflatossine del mais senza utilizzo di tecnologie biotech, ma semplicemente con tecnologie naturali messe a punto dai Consorzi Agrari d’Italia.
Dopo il piovoso 2014, la siccità del 2015 ha determinato una riduzione delle produzioni, con problemi per il reddito delle imprese, per cui gli incrementi di prezzo non sempre hanno compensato il calo di produzione, anche per la penalizzazione degli alti costi dei mezzi di produzione, dai mangimi ai concimi, ai costi energetici. A livello produttivo, nel settore dei cereali, per il frumento il 2015 è stata un’annata di buona qualità e quantità, con risultati positivi per il duro e discreti per il tenero, con un mercato che dopo un avvio positivo è crollato sul finire dell’anno. Negativa la situazione del mais dove ad un calo della produzione attorno al 13% dovuto alla siccità, hanno corrisposto anche prezzi bassi sul mercato.
Tra le colture industriali flessione produttiva per il pomodoro vicino al 10 per cento perché a causa della è diminuita la resa per ettaro che ha tagliato il reddito delle imprese. L’eccessivo caldo estivo ha determinato la diminuzione del 10% della produzione di saccarosio per ettaro nel settore delle barbabietole da zucchero. Qualche problema per il mercato dello zucchero con prezzi bassi, anche se in questa fine d’anno sembra in ripresa. Produzione in leggero calo per le patate con prezzi buoni che però non hanno coperto il mancato reddito per la minor produzione.
Sul fronte ortofrutticolo, calo produttivo per pesche e nettarine con prezzi di qualche centesimo al di sopra dell’anno scorso. Diminuita anche la produzione di albicocche, che ha portato prezzi di 5-7 centesimi sopra a quelli dello scorso anno.
Le ciliegie erano partite bene, con buona produzione e buoni prezzi rovinati dalla pioggia di metà campagna. Complessivamente non è andata però male.
Tra il caldo estivo e il pesante maltempo (grandine) dell’inizio di settembre, la produzione di pere ha registrato una diminuzione attorno al 10-15. Buono il prezzo alla produzione.
Negli anni i frutteti di mele in Emilia Romagna sono calati e oggi si sono attestati su una produzione costante con prezzi tutto sommato stabili. Per i cocomeri e i meloni, dopo la pessima annata del 2014 causato da un meteo avverso (troppa pioggia) le semine sono calate del 10%. La minor produzione ha dato respiro ai prezzi che sono risultati soddisfacenti.
Buona annata per il vino sia in quantità (+5 per cento) sia in qualità.
È ancora presto per una valutazione adeguata sul fronte zootecnico, ma i problemi legati al basso prezzo del Parmigiano Reggiano, appesantito dalle tante, troppe imitazioni, e il prezzo del latte nella seconda parte, abbondantemente denunciati da Coldiretti nella “guerra del latte” per lo strapotere di multinazionali estere, determineranno a fine 2015 un calo della Plv per il settore lattiero caseario bovino.
Qualche problema per il mercato suino soprattutto nella seconda metà dell’anno, in difficoltà anche per le importazioni anonime dall’estero.
Stabili il settore ovi-caprino e avicolo.
Il problema per le aziende agricole – rileva Coldiretti Emilia Romagna – è ancora una volta l’inadeguata redistribuzione del valore del prodotto lungo la filiera, che penalizza il settore produttivo, unitamente ai costi di produzione perché a ogni centesimo di aumento dei prezzi all’origine, corrisponde spesso un aumento doppio dei costi per produrre. Per di più, i passaggi multipli, che allungano la filiera con tre, quattro intermediari dalla produzione alla distribuzione – sottolinea Coldiretti regionale – appesantiscono il prezzo finale del prodotto alimentare a scapito anche del consumatore. In pratica a pagare i costi di filiera sono proprio produttore e consumatore. Da qui nasce l’impegno di Coldiretti per ridurre la filiera, in particolare con il progetto Fai, firmato agricoltori italiani che ad Expo ha costituito un momento importante anche per instaurare rapporti lungo la filiera e tagliare i troppi passaggi del cibo dal campo alla tavola che alimentano le speculazioni ma anche gli sprechi. Fai commercializza solo prodotti nazionali con un passaggio diretto dalle aziende agricole ai canali distributivi e si affianca alla rete di Campagna Amica che sul territorio regionale può vantare oltre mille punti di vendita diretta tra fattorie, botteghe e mercati.

SECCA PO: COLDIRETTI, INIZIA INVERNO MA SUL GRANDE FIUME E’ COME D’ESTATE

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

Inizia l’inverno ma il fiume Po ha lo stesso livello idrometrico di questa estate, inferiore di oltre 3 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per effetto di un autunno del tutto anomalo dal punto di vista climatico. E’ quanto emerge da un monitoraggio di Coldiretti sul più grande fiume italiano a Pontelagoscuro, dove si è registrata la maggiore riduzione, che è però sintomatica della situazione generale di difficoltà generata dall’assenza di precipitazioni e dal caldo in un autunno che a livello globale dal punto di vista climatologico si classifica come il più caldo di sempre con una temperatura combinata della terra e della superficie degli oceani superiori di 0,96 gradi la media del ventesimo secolo, secondo una analisi della Coldiretti su dati del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa). A causare la siccità nelle campagne e lo smog nelle città in Italia è stato – sottolinea Coldiretti – un mese di dicembre senza vento in cui è caduto il 91% di acqua in meno rispetto alla media del periodo dopo un mese di novembre con piogge praticamente dimezzate (-49%) ma con punte di meno 80% al Nord. L’anomalia è evidente anche nelle temperature che sono salite a dicembre di 2,3 gradi sopra la media del periodo dopo un novembre con temperature massime di 2,5 gradi in più della media, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati Ucea nella prima decade. L’assenza di precipitazioni ha fatto aumentare la presenza di smog sopra i livelli di guardia poiché in alcune città, da Milano a Torino, da Como a Novara, non piove da 54 giorni. Una situazione che - sottolinea la Coldiretti - sta provocando una preoccupazione diffusa anche in campagna per la siccità a causa dello stato dei principali bacini idrici e dei terreni anche perché sta mancando la neve che rappresenta una importante scorta per le riserve idriche. L’ acqua è necessaria - precisa la Coldiretti - per ristabilire le risorse idriche indispensabili nella fase di crescita delle coltivazioni e diffusa in tutta la Penisola. Dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia al Veneto la situazione è preoccupante per il bacino idrico del fiume Po dove - sottolinea la Coldiretti - si produce il 35 per cento della produzione agricola nazionale e che è fortemente dipendente dalla disponibilità di acqua. Se - continua Coldiretti - la siccità ha addirittura innalzato il rischio di incendi nelle zone boschive dell'Alto Adige con erba e arbusti rinsecchiti nella zona nord-orientale della Sardegna - precisa la Coldiretti - lo stato di criticità e stato rilevato dal sistema di monitoraggio delle riserve idriche nei serbatoi artificiali con il passaggio dalla fase di preallerta a quello di allerta. Il problema riguarda in realtà tutta l’Europa dove - conclude Coldiretti - si sono registrate punte fino a 25 gradi di temperatura nel nord della Spagna ma valori elevati sono stati toccati in molte località della Francia e dell'Inghilterra ed anche in Germania e Scandinavia.

sabato 19 dicembre 2015

AGIA FERRARA: UN COORDINAMENTO DI TRE IMPRENDITORI ALLA GUIDA

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

Per rafforzare il ruolo dei giovani agricoltori Cia, tre imprenditori agricoli under 40 prendono le redini dell’Associazione Giovani Imprenditori Agricoli

Saranno Sergio Vassalli, Ugo Bonazza e Andrea Taddia, tre giovani agricoltori motivati e pieni di progetti, a coordinare l’Agia (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli) di Cia Ferrara nei prossimi anni. Una scelta innovativa quella dell’associazione che, dopo le dimissioni del presidente Dino Galotta, ha deciso di cambiare direzione, puntando su una vera e propria “task force” delle idee e dell’azione, per valorizzare il lavoro dei giovani agricoltori, i veri protagonisti del settore. Ma chi sono i tre nuovi coordinatori di Agia Sergio Vassalli, 36 anni, di Mesola conduce un’azienda biologica e ha un allevamento; Ugo Bonazza, 30 anni è un frutticoltore di Volania di Comacchio dove la sua famiglia si occupa di agricoltura da tre generazioni e Andrea Taddia, 38 anni, ha un’azienda frutticola dove si produce esclusivamente attraverso la lotta integrata avanzata. Innovazione, reddito per le imprese e accesso alla terra sono alcuni degli obiettivi che porterà avanti Agia Ferrara nei prossimi mesi. «Una delle prime azioni come coordinatori di Agia - spiegano Vassalli, Bonazza e Taddia – sarà formare un gruppo coeso di agricoltori giovani che portano avanti progetti concreti, facendo sentire forte la loro voce nel settore, per incidere sulle decisioni politiche ed economiche. Vorremmo che a Ferrara di creasse una vera e propria rete di agricoltori per l’innovazione, iniziando da chi fa già l’agricoltore ma allargando il cerchio verso i giovani che vogliono entrare nel settore ed hanno bisogno di supporto. Perché non è facile diventare agricoltori, soprattutto se non si possiede la terra e un background di esperienza familiare alle spalle. Difficile avere credito per acquistare i terreni, difficile imparare un lavoro che richiede ormai una conoscenza multidisciplinare. Ecco perché uno dei nostri principali obiettivi è quello di far incontrare gli agricoltori più anziani ed esperti del territorio e i giovani, per uno scambio di competenze e lavoro: un ragazzo lavora in azienda qualche anno per imparare e capire se fare l’agricoltore è la sua passione. Perché ormai di passione si tratta, visto che uno dei principali problemi, che contribuisce anche a complicare il ricambio generazionale, è il reddito. Noi giovani investiamo, conduciamo le aziende appoggiandoci alle nuove tecnologie, ci aggiorniamo continuamente e siamo davvero Agricoltori 3.0. Ma se il reddito che ricaviamo dal nostro lavoro è appena sufficiente, allora la spinta propulsiva verso il futuro è bloccata. Noi vogliamo sbloccarla, portando la nostra agricoltura e i nostri prodotti in Europa e nel mondo, lottando perché la loro qualità venga riconosciuta e remunerata. Vorremmo inoltre – concludono i coordinatori – che ci fosse un vero e proprio superamento della burocrazia, anche per l’accesso ai bandi regionali, perché un’azienda giovane e moderna non può letteralmente fermarsi davanti a un mucchio di carte da riempire nell’era delle App e degli smartphone come oggetti d’uso quotidiano».

giovedì 17 dicembre 2015

MIPAAF, APPROVATE IN CONFERENZA STATO REGIONI MISURE IMPORTANTI PER IL SETTORE MARTINA, CON PIANO ASSICURATIVO 2016 PIU’ STRUMENTI PER LE IMPRESE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Conferenza Stato Regioni di oggi ha approvato all'unanimità alcuni importanti provvedimenti relativi al settore agricolo, come il Piano assicurativo 2016, l’istituzione del Sistema di consulenza aziendale in agricoltura, la rideterminazione dei consumi medi dei prodotti petroliferi impiegati nei lavori agricoli e l’aggiornamento delle norme sulla condizionalità.
Per quanto riguarda il Piano assicurativo, sono state consolidate le innovazioni introdotte negli ultimi anni, mirate a orientare le scelte degli agricoltori secondo gli obiettivi fissati dal Programma nazionale di sviluppo rurale, approvato dalla Commissione europea lo scorso novembre. In particolare, è stato ampliato l’elenco delle colture assicurabili con l’inserimento di colture di recente introduzione come il goji, la quinoa, i funghi coltivati, la soia edamame ed il mango in Sicilia. Sono state ulteriormente specificate, inoltre, alcune colture già presenti nell’elenco, per consentire la stipula di polizze più aderenti alle esigenze delle imprese. Le colture da biomassa sono state separate in graminacee autunno vernine, mais e sorgo, mentre le insalate suddivise in lattuga, cicorie ed indivia.
Per il settore zootecnico, le novità riguardano l’introduzione della garanzia per la mancata produzione di miele a causa di eventi meteorologici avversi, l’ampliamento dell’elenco delle epizoozie assicurabili a carico degli allevamenti avicoli e le serre per fungicoltura tra le strutture assicurabili.
È stata inoltre prevista un’agevolazione contributiva per i nuovi assicurati per i primi tre anni di adesione al sistema assicurativo, il termine di sottoscrizione delle polizze a ciclo autunno-primaverile e delle colture permanenti è stato spostato dal 31 marzo al 30 aprile. Sono stati innalzati i tetti massimi ai parametri contributivi per nesti di vite, piante di vite Portinnesto, vivai di Vite, e confermati quelli per il resto delle colture.
“Ringrazio le Regioni per il lavoro perché quello di oggi è un passaggio importante per il settore, soprattutto per quanto riguarda l’approvazione del piano assicurativo 2016 che – ha dichiarato il Ministro Martina - rappresenta un concreto strumento di tutela del reddito delle imprese, in vista dell’avvio della nuova campagna. Procederemo ora con l’attivazione delle altre misure di gestione dei rischi del programma nazionale, come i fondi di mutualizzazione e la stabilizzazione dei redditi. In questo modo le imprese potranno disporre di un set di strumenti integrati garantendo una migliore sostenibilità dei processi di crescita e di adattamento ai cambiamenti climatici”.

MIPAF, PESCA: SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE PER IL RILANCIO DEL SETTORE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è svolta questa mattina, presso la sede della Direzione Generale della pesca marittima e dell’acquacoltura, la conferenza stampa sul tema ‘La nuova pesca in Italia: le scelte della sostenibilità e dell’innovazione’ alla presenza del Sottosegretario con delega alla pesca Giuseppe Castiglione, del Capo Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca Luca Bianchi, del Direttore Generale della pesca marittima e acquacoltura Riccardo Rigillo e del Capo Reparto Pesca Marittima del Corpo delle Capitanerie di Porto C.A. (CP) Vincenzo Morante. “Considerando l’attuale periodo congiunturale e le indicazioni della Politica comune della pesca – ha affermato il Sottosegretario Castiglione - il bilancio è positivo, anche a livello europeo, alla luce della chiusura di tutte le procedure di infrazione. La Commissione ha riconosciuto infatti l’impegno profuso dall’Italia negli ultimi tempi, ai fini del pieno e puntuale rispetto delle regole comuni in materia e per il contrasto della pesca illegale. Le scelte che devono ispirare oggi la pesca italiana sono la sostenibilità, l’innovazione e la redditività. È necessario quindi un cambiamento di mentalità per tutto il settore e gli strumenti da adoperare devono interessare non solo l’attività di pesca, ma anche la regolazione e la gestione dell’attività stessa, nonché gli effetti su scala più ampia. In particolare, la gestione amministrativa della pesca richiederà una spinta alla modernizzazione attraverso la digitalizzazione. La sfida digitale è ormai un tema di interesse non solo italiano e un dato acquisito per l’economia europea, oltre che una chiave per lo sviluppo globale”.
Nel dettaglio:  
La revisione del sistema di gestione
La chiave operativa sarà la revisione del sistema di gestione, a partire dal concetto di autorizzazione alla attività e dalla definizione di tipologia di pesca. In questo quadro sarà sempre più importante l’attenzione agli stock di specie obiettivo (o “target”) assieme a una razionalizzazione degli attrezzi e mestieri di pesca, preferendo un numero ristretto di attrezzi, efficienti e poco impattanti, per tutte le flotte.  
L’utilizzo di tecnologie legate all’economia blu
Accanto a questi strumenti sarà necessario utilizzare quelle tecnologie legate alla “economia blu”, non esclusive della pesca ma che riducano l’impatto indiretto delle attività di pesca sugli ecosistemi. L’eco-efficienza dei motori delle imbarcazioni potrà essere il fattore trainante di questa strumentazione. Motori non più alimentati con oli combustibili, ma con gas sono il contesto per fare un ulteriore lasso verso la eco-compatibilità e la eco-efficienza attraverso l’introduzione di biogas (prodotto quindi da riutilizzo di scarti organici) quale combustibile in una sorta di circuito virtuoso produzione-consumo.  
Le possibilità di finanziamento del FEAMP
Su tutti questi obiettivi e strumenti sarà un valido ausilio il FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca) che prevede possibilità di finanziarie tutte queste linee di azione, con investimenti mirati all’incremento di selettività (delle attrezzature); a una maggiore efficienza degli strumenti di controllo; a una migliore eco-efficienza energetica.  
Rapporti con l’Unione europea
Chiuse tutte le procedure di infrazione. L’Italia quindi non ha procedure di infrazione aperte in materia di politica comune della pesca. - La procedura di infrazione sulle reti da posta derivanti Nel luglio 2014, è stata formalmente chiusa la procedura d’infrazione riguardante le reti da posta derivanti. - La denuncia per le autorizzazioni alle volanti Nel settembre 2015, nell’ambito della procedura “EU Pilot”, è stata archiviata la denuncia presentata da privati in materia di autorizzazioni temporanee concesse dall’Amministrazione italiana alle “volanti”. In caso di accertata violazione delle regole della UE, la Commissione avrebbe avviato una procedura formale di infrazione. - La procedura di infrazione per la mancata presentazione del piano di gestione delle draghe idrauliche (sistema di pesca dei molluschi bivalvi) Nel dicembre 2015, è stata formalmente chiusa la procedura per la mancata presentazione del piano di gestione delle draghe idrauliche, ai sensi del regolamento n. 1967/2006 del Consiglio dell’Unione europea.

MIPAAF, LATTE E FRUTTA NELLE SCUOLE: 24,7 MILIONI L’ANNO ALL’ITALIA

Fonte: Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che oggi a Bruxelles, nel corso della sessione del Comitato Speciale Agricoltura, è stato dato parere favorevole alla proposta di regolamento del Consiglio e del Parlamento Europeo relativa al nuovo schema per la distribuzione di frutta e latte nelle scuole primarie. All'Italia viene assegnata una dotazione finanziaria indicativa di 16,7 milioni l’anno per lo schema della frutta nelle scuole e più di 8 milioni per il latte e i prodotti lattieri. "Questo ci consente di continuare l'esperienza positiva della distribuzione di frutta e verdura nelle scuole ma soprattutto – ha affermato il Ministro Maurizio Martina - di poter finalmente implementare uno schema innovativo per il latte. Sarà possibile intervenire con un programma più incisivo di quello attuale che, oltre alla distribuzione dei prodotti lattieri italiani ci dà l'occasione per informare le nuove generazioni sugli aspetti nutrizionali e qualitativi, facendo conoscere il nostro modello agricolo produttivo di eccellenza.” “Inoltre – conclude il Ministro - esprimo particolare soddisfazione in quanto sono state recepite le richieste dell'Italia sull'inserimento dei formaggi, sulla possibilità di indirizzare la scelta verso prodotti di qualità e sui criteri di assegnazione delle risorse per il latte che saranno effettuati anche tenendo in considerazione il numero degli alunni e non solo utilizzando il criterio storico. Adesso è importante lavorare tutti insieme durante questo periodo per attivare a livello nazionale le strategie più efficaci per entrambi gli schemi ".

COLDIRETTI: LA SPESA PER LA TAVOLA E’ LA PRIMA VOCE DI SPESA QUEST’ANNO A NATALE. 4,3 MILIARDI PER L’AGROALIMENTARE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Secondo la ricerca Coldiretti/IXE’, la spesa per cibi e bevande si attesta al 34%, precedendo regali ed abbigliamento. Gulinelli “importante fare acquisti nel territorio per sostenere l’economia locale e le piccole imprese”.

L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è quest’anno la voce piu’ pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,3 miliardi di euro, il 6% per cento in piu’ dello scorso anno. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè “Il Natale sulle tavole degli italiani”, presentata all’Assemblea nazionale, dalla quale si evidenzia che la quota della spesa per il cibo risulta pari ad oltre un terzo del budget totale delle feste. Se la spesa per cibi e bevande rappresenta il 34%, al secondo posto secondo Coldiretti/ixe’ si piazzano i regali con il 23%, seguiti dall’abbigliamento con il 17% mentre al divertimento è destinato il 15% e ai viaggi e vacanze appena l’11%. Anche per effetto dei recenti fatti di cronaca - precisa la Coldiretti - gli italiani quest’anno preferiscono scambiarsi i regali e avere una buona cena a casa piuttosto che lanciarsi in lunghi viaggi o andare al cinema, a teatro, ai concerti o nelle discoteche. Gustare insieme pranzi e cenoni o fare gustosi regali a parenti e amici è una scelta gratificante per gli italiani che qualificano pero’ le proprie scelte di acquisto con una netta preferenza verso i prodotti locali e Made in Italy. Si assiste - afferma la Coldiretti - a una fortissima attrazione verso la riscoperta del legame con i prodotti del territorio e secondo l’indagine Coldiretti/Ixè il 61 per cento degli italiani responsabili della preparazione dei pasti porterà in tavola prodotti Made in Italy, anche se c’è un buon 24 per cento che acquisterà guardando soprattutto al prezzo e alle offerte. “E’ comunque un bel segnale quello che ognuno di noi, nel fare gli acquisti per le festività natalizie – commenta il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – può dare nel preferire i prodotti del territorio, di filiera corta, da ricercare presso i punti vendita delle aziende agricole di Campagna Amica e nei mercati contadini, o presso piccoli artigiani alimentari locali. Una spesa che può aiutare molto concretamente l’economia del territorio, assicurando anche una elevata qualità dell’acquisto e la maggior sicurezza alimentare”. Nel tour de force enogastronomico di quasi due settimane gli italiani - stima la Coldiretti -faranno sparire quasi cento milioni di chili tra pandori e panettoni, cinquanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 6,5 milioni di chili tra cotechini e zamponi, 800 mila capponi, 500 mila tacchinelle e 500mila faraone lesse, farcite o cotte in forno, in gelatina o in rolle' ma anche frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci. L’andamento dei consumi di Natale - precisa la Coldiretti - condiziona il futuro di molte imprese agroalimentari e addirittura l’esistenza di interi comparti, dal pandoro al panettone, dai cotechini alle lenticchie. “Dalle scelte di Natale degli italiani dipendono anche i posti di lavoro di una parte consistente dell’economia Made in Italy”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’agricoltura e l’alimentazione sono gli elementi piu’ evidenti di distintività del Paese che possono offrire un grande contributo ad una ripresa sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”.

LA SUDDIVISIONE DEL BUDGET DEL NATALE 2015 DELLE FAMIGLIE

Cibo e bevande 34
Abbigliamento per sé e la famiglia 17
Regali 23
Divertimento 15
Viaggi e vacanze 11
TOTALE 100 (%)

Fonte: Indagine Coldiretti/Ixè

COLDIRETTI: A NATALE 2015 E’ RECORD STORICO PER MADE IN ITALY SULLE TAVOLE ESTERE, L’EXPORT SUPERA I 3 MLD

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Spumante, panettone, vini, formaggi guidano l’avanzata natalizia del nostro agro alimentare sulle tavole di tutto il mondo. In Gran Bretagna e Stati Uniti la crescita maggiore.

E’ record storico per il Made in Italy alimentare sulle tavole delle festività di tutto il mondo conl’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi e pasta solo per il periodo di Natale che supera i 3 miliardi di euro, in aumento dell’8%.
E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti “Il Natale sulle tavole degli italiani”, presentata all’Assemblea nazionale sulla base delle proiezioni relative al mese di dicembre 2015. Ad aumentare - sottolinea la Coldiretti - è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (+19%) ai panettoni (+9%), ma crescono anche i vini (+8%), la pasta (+7%) e i formaggi (+4%), secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi nove mesi del 2015. Un record ottenuto - precisa la Coldiretti - nonostante l’embargo della Russia che ha sancito a partire dal 6 agosto 2014 il divieto totale all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi. A guidare la classifica di questo Natale all’estero è dunque lo spumante italiano. Mai così tanti brindisi come quest’anno nel mondo saranno Made in Italy con la domanda che - sottolinea la Coldiretti - è cresciuta in valore del 50 per cento in Gran Bretagna e del 32 per cento negli Stati Uniti che si classificano rispettivamente come il primo e il secondo mercato di sbocco delle bollicine italiane, le quali pero’ vanno forte anche in Germania che si posiziona al terzo posto. E le richieste - precisa la Coldiretti - sono aumentate del 19 per cento anche da parte dei cugini francesi, sempre molto nazionalisti nelle scelte della tavola. Nellaclassifica delle bollicine italiane piu' consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese. Quest’anno - sostiene la Coldiretti – all’estero si stapperanno piu’ bottiglie di spumante italiani che di champagne francese. Si tratta di risultati che - precisa la Coldiretti - trainano l’intero settore dei vini per i quali si registra complessivamente un aumento dell’8 per cento in valore dell’export. Ad essere molto richiesti - continua la Coldiretti - sono anche i dolci nazionali come panettoni, altri prodotti della pasticceria tipica delle feste, in aumento del 9 per cento in valore e la pasta con un +7%.
Cresce anche la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 4 per cento, ma addirittura del 31% per il pecorino e il fiore sardo. “Il record fatto segnare sulle tavole del Natale straniere è significativo delle grandi potenzialità che ha l’agroalimentare italiano che traina la ripresa dell’intero Made in Italy”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni ericette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All'estero - afferma Moncalvo - sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. In questo contesto è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo che prevede per la prima volta azioni di contrasto all'italian sounding all’estero. A questa realtà - conclude Moncalvo - se ne aggiunge pero’ una ancora piu` insidiosa: quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima dai paesi piu` svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia, attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero Made in Italy’, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l‘obbligo di indicare la provenienza in etichetta”.

IL BOOM DEL MADE IN ITALY SULLE TAVOLE DEL NATALE ALL’ESTERO

Spumante +19%
Panettoni e altri dolci +9%
Vino +8%
Pasta +7%
Formaggi +4%

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat in valore nei primi nove mesi del 2015

COLDIRETTI: CONFERENZA SUL CLIMA DI PARIGI, ACCORDO RAGGIUNTO CONTRO I MUTAMENTI CLIMATICI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

COP 21, chiude con importanti elementi di novità per contrastare i mutamenti climatici legati alle attività umane e l’impegno dei Paesi che hanno sottoscritto l’accordo. Restano ancora nodi irrisolti che dovranno essere presi in considerazione per la piena operatività del protocollo di Parigi.

Si è conclusa nei giorni scorsi a Parigi la COP 21, la conferenza mondiale sul clima, con un risultato che molto probabilmente è destinato a divenire la nuova pietra miliare della lotta contro gli effettinegativi dei cambiamenti climatici. Si tratta di un accordo storico, come l’ha definito anche il presidente francese Hollande, visto che è la prima volta che sul clima si raggiunge un'intesa così vasta. A Parigi, infatti, ben 187 governi, compresi tutti i grandi emettitori di gas serra, si sono trovati d’accordo sul considerare necessario un maggiore impulso alla riduzione delle emissioni climalteranti e la messa a punto di politiche di adattamento impegnative (anche sul piano finanziario). Lo hanno fatto stipulando un patto che si sostanzia in un processo di verifica periodica e globale degli impegni di riduzione delle emissioni che ogni singola Nazione ha dichiarato di voler perseguire, secondo il principio delle responsabilità comuni ma differenziate.

Gli elementi che hanno caratterizzato la conferenza e il testo dell’accordo che ne è scaturito essenzialmente possono essere così sintetizzati: il primo punto è costituito dalla presa d’atto che l'umanità sul tema climatico ha dato prova di essere capace di marciare compatta, pur tra differenziazioni che non si riferimento tanto alle responsabilità storiche nell'accumulo di gas serra in atmosfera, piuttosto, invece, a differenti velocità di adeguamento, tra Paesi che puntano ad arrivare il prima possibile al traguardo della decarbonizzazione e altri che, invece, si sentono meno sicuri e magari credono di poter conservare ancora dei vantaggi residui nello sfruttamento delle fonti fossili.

Il secondo punto riguarda il target fissato dall’accordo, più avanzato del previsto, e cioè quello di stare “ben sotto i due gradi di aumento della temperatura", facendo anche ogni sforzo possibile per scendere a 1,5 gradi. Questa costituisce una novità veramente forte e precorre importanti sviluppi nelle strategie climatiche in generale. Un altro punto importante riguarda la finanza che, finalmente, sembra essersi messa in moto, stanziando una base (a partire dal 2020) di ben cento miliardi di dollari annui di aiuti green per i paesi a scarsa industrializzazione, per salire progressivamente gli anni successivi.

L’ultimo punto caratterizzante della COP 21 è relativo al meccanismo della revisione degli obiettivi nazionali. Questo, forse, costituisce l’aspetto più debole dell’accordo, anche se è stata prevista la possibilità di un rafforzamento rispetto a quanto attualmente stabilito. Va detto, inoltre, che, sul piano formale, l’accordo entrerà in vigore, e sarà valido per tutti i Paesi che hanno aderito alla Convenzione quadro del 1992 (quasi tutti, Stati Uniti e Cina compresi), quando sarà sottoscritto da almeno 55 Paesi (che rappresentino almeno il 55% delle emissioni mondiali di gas serra). Il documento sarà aperto alla firma presso il quartier generale delle Nazioni Unite dal 22 aprile 2016 al 21 aprile 2017.

L’importanza della COP 21 nell’ambito del negoziato internazionale sul clima, quindi, risiede essenzialmente nel nuovo processo messo in moto, destinato ad avere rilevanti impatti sugli investimenti mondali nelle fonti fossili, per le quali è prevedibile un calo specie per petrolio e carbone, a fronte di un maggiore impulso che dovrebbe vedere protagoniste le fonti rinnovabili, il risparmioenergetico, la mobilità sostenibile e, in generale, un maggiore impegno nell'eco-innovazione. Tuttavia, a fronte delle importanti enunciazioni condivise sugli obiettivi, resta da sciogliere il nodo degli strumenti, considerando, tra l’altro, che gli attuali impegni nazionali dichiarati dai 187 Paesi per il 2025 e il 2030, pur costituendo un grande passo in avanti rispetto a Kyoto, non sarebbero sufficienti per stabilizzare l'aumento delle temperatura sotto i 2°C. Come si diceva anche prima della Conferenza, dunque, l’accordo raggiunto a Parigi è solo l’inizio di un percorso, perché ora dovrebbe iniziare il lavoro vero e proprio per non perdere la spinta positiva verso una low carbon economy, impegnandosi da subito per migliorare (decisamente al rialzo) gli impegni nazionali di riduzione e perattivare politiche e misure più efficaci, sia da parte dei Governi, che delle amministrazioni regionali, locali e delle imprese. Purtroppo le prime verifiche della “tenuta” dell’accordo e della reale volontà delle diverse Nazioni che lo firmeranno è prevista per il 2018, per poi arrivare alla COP di revisione vera e propria nel 2023. Questo significa, essenzialmente, che, lanciata la palla, ora il gioco è in mano ai singoli governi, che dovranno fare ciascuno la propria parte per evitare che, quando magari sarà troppo tardi, si possa scoprire di non aver raggiunto l'obiettivo del contenimento dell'aumento della temperatura media entro 1,5°C .

Anche l'Europa, rivedendo i target al 2030, e l'Italia, migliorando la strumentazione e le politiche dimitigazione climatica, quindi, saranno chiamate a migliorare ulteriormente i rispettivi impegni per il nuovo target, attraverso un potenziamento delle politiche di adattamento e di mitigazione che, tra l’altro, dovranno prevedere un maggiore coinvolgimento del settore agroforestale, dato il suo grande potenziale, ancora non pienamente conosciuto e riconosciuto, legato all’aumento degli assorbimenti della CO2 ad opera di suolo e piante (carbon sink) e alla diffusione di nuove forme di produzione e consumo dei prodotti agroalimentari, basate sulla riduzione degli sprechi e delle emissioni da trasporto delle materie prime.

mercoledì 16 dicembre 2015

OLIO, MINISTERI GIUSTIZIA E POLITICHE AGRICOLE: NESSUNA DEPENALIZZAZIONE E PIÙ SANZIONI AMMINISTRATIVE

Fonte: Mipaaf

Il testo dello schema di decreto legislativo recante disposizioni sanzionatorie relative all’olio d'oliva non prevede alcuna depenalizzazione in materia di etichettatura e indicazione dell’origine; al contrario, aumenta fortemente le sanzioni amministrative e prevede ulteriori sanzioni per fattispecie nuove, oggi non punite. La prevalenza della norma penale verrà assicurata, in ogni caso e senza dubbi, anche chiarendo ulteriormente che, nel caso di individuazione di illeciti penali, le sanzioni amministrative non verranno applicate, in attesa degli esiti delle indagini penali. Sarà impegno del Governo quello di lavorare con le competenti commissioni parlamentari già dalle prossime ore per specificare e rafforzare la prevalenza delle fattispecie penali e il quadro sanzionatorio del decreto affinché possa adempiere alla sua finalità di integrare e irrobustire la “legge Mongiello”, e le vigenti norme del codice penale, e per continuare ad assicurare la coerenza con i lavori della Commissione Caselli. Lo spiegano in una nota congiunta i Ministeri della Giustizia e delle Politiche agricole alimentari e forestali.

AGRICOLTURA, MARTINA: AUMENTO COMPENSAZIONE IVA CARNI ALTRO GRANDE PASSO UTILE

Fonte: Mipaaf

“Esprimo grande soddisfazione per l'approvazione degli emendamenti Oliverio e Guidesi alla legge di stabilità che ci consentiranno di aumentare la compensazione IVA sulle carni bovine e suine (passando rispettivamente a 7,7 per cento e all'8 per cento), destinando al comparto ulteriori 20 milioni di euro in un momento particolarmente delicato per la zootecnia italiana. Anche con questo passo, attuato grazie al grande lavoro sinergico dei parlamentari con il ministero e il governo tutto, si consolida una legge di stabilità fortemente a sostegno del comparto agricolo, come mai in questi anni è accaduto in misura così evidente”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina.

NATALE 2015, CONFAGRICOLTURA EMILIA ROMAGNA: “IL REGALO SI COMPRA SEMPRE DI PIÙ DALL’AGRICOLTORE, ANCHE ON LINE: BALZO DEL 5-15% NELLA VENDITA DI PRODOTTI AGRICOLI E TRASFORMATI CON PUNTE NEL BIO CHE SFIORANO IL 20%”

Fonte: Confagricoltura Emilia - Romagna

Mancano dieci giorni al Natale, ma il trend sembra essere proprio questo: “Il regalo in Emilia Romagna adesso si compra sempre di più dall’agricoltore, anche on line”. Lo comunica Confagricoltura Emilia Romagna che in base a una ricerca svolta su un campione di produttori emiliano romagnoli, fornisce le percentuali indicative d’incremento registrate nella vendita diretta di prodotti agricoli e trasformati rispetto a un anno fa: “Conserve, polpe di frutta, gelatine e marmellate (+15%); salumi e insaccati artigianali anche precotti (+10%); parmigiano reggiano (+ 5%); salse, paté, condimenti tipici e cibi sott’olio (+ 5-8%); bio food (+20%); funghi freschi ed essiccati (+10); miele, pappa reale e propoli (+12-15%); vini e spumanti (+8-10%)”.
“Significa che la capacità di offerta e di marketing delle aziende agricole emiliano romagnole – osserva Confagricoltura regionale – ha saputo scorgere nell’innovazione, nel dinamismo e nella dimensione aziendale, quelle risorse necessarie per crescere. Infatti sono tante le realtà ben strutturate, con laboratori e attrezzature atte alla preparazione e trasformazione dei prodotti agricoli. Significa soprattutto che l’impegno dedicato alla multifunzionalità, alla creazione di varie tipologie di prodotti trasformati e alle attività connesse all’esercizio dell’agricoltura, sta dando buoni risultati. Come anche l’avvio di nuove forme di aggregazione d’impresa, quali i contratti di rete che consentono di rafforzare la capacità produttiva e commerciale dei singoli al fine di migliorarne la competitività e la visibilità aziendale”.
Va anche sottolineata “la tendenza del consumatore di oggi ad orientarsi verso un acquisto più consapevole e informato che lo porta, quando possibile, direttamente al produttore”.

LATTE E FRUTTA NELLE SCUOLE, DAL CONSIGLIO UE CONSENSO DI MASSIMA AL NUOVO SCHEMA PER LA DISTRIBUZIONE

Fonte: Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che durante il Consiglio dei Ministri dell'agricoltura e della pesca dell’Unione europea di lunedì 14 Dicembre a Bruxelles, la Presidenza lussemburghese ha presentato i risultati dei triloghi avuti con il Parlamento Ue sulla proposta di regolamento relativo al nuovo schema per la distribuzione di frutta e latte nelle scuole primarie, con una dotazione finanziaria complessiva a livello comunitario pari a 250 milioni di euro annui. La proposta, sulla quale si è registrato un consenso di massima tra i Ministri presenti in Consiglio, stabilisce che entrambi gli schemi, destinati agli alunni di età compresa tra i 6 e i 10 anni, oltre alla distribuzione di latte e di frutta prevedano anche misure di accompagnamento mirate a sensibilizzare le nuove generazioni sulla necessità di un’alimentazione sana ed equilibrata e alla conoscenza delle realtà agricole legate ai comparti dell'ortofrutta e del latte. Per quanto riguarda quest’ultimo, in particolare, sarà possibile implementare uno schema innovativo con possibilità di fornire agli istituti scolastici latte, formaggi e yogurt attivando misure di accompagnamento in grado di stimolare tra gli alunni il consumo dei prodotti lattiero caseari. Il testo della proposta sarà esaminato e approvato formalmente nell’ambito del CSA che si tiene mercoledì 16 dicembre. “Questa proposta è una grande opportunità per il nostro Paese - ha dichiarato il Sottosegretario Giuseppe Castiglione che oggi ha partecipato ai lavori in Consiglio AgriFish – perché ci consente, da una parte, di continuare l'esperienza della distribuzione di frutta e verdura nelle scuole e dall’altra avremo uno schema nuovo sul latte. In particolare, sono soddisfatto in quanto sono state recepite le richieste dell’Italia sull’inserimento dei formaggi, sulla possibilità di indirizzare la scelta verso prodotti di qualità e sui criteri di assegnazione delle risorse per il latte che sarà effettuato anche tenendo in considerazione il numero degli alunni e non solo il criterio storico. Adesso, è fondamentale attivare a livello nazionale le strategie per i due schemi che siano celeri, semplificate ed efficienti, tali da rispondere agli obiettivi condivisi il 14 Dicembre”

domenica 13 dicembre 2015

UNESCO: PARMA CITTÀ CREATIVA HA LE RADICI NELLA TRADIZIONE CONTADINA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

È il riconoscimento della grande tradizione che affonda le sue radici nella cultura e nella tradizione della gente dei campi. Così Coldiretti Emilia Romagna commenta la notizia del riconoscimento di Parma come “città creativa per la gastronomia” da parte dell’Unesco. Da sempre ritenuta la food valley d’Italia – ricorda Coldiretti – Parma è la prima città italiana ad ottenere questo prestigioso riconoscimento per la parte gastronomica, mentre sono già “città creative” Bologna per la musica, Fabriano per la folk art, Torino per il design. La creatività nel settore gastronomico a Parma deriva – commenta Coldiretti – dalla qualità di prodotti come il prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello, il Parmigiano Reggiano, che, nati nelle aziende agricole, grazie allo sviluppo di una qualificata filiera di trasformazione e commercializzazione si sono poi diffusi in tutto il mondo, diventando un fattore essenziale per lo sviluppo economico non solo per Parma, ma per tutta la regione Emilia Romagna.

PARMA CITTÀ UNESCO DELLA GASTRONOMIA - LA SODDISFAZIONE DELLA REGIONE

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Bonaccini: un riconoscimento che premia tutta l'Emilia-Romagna. Come Regione abbiamo creduto in questa candidatura e l'abbiamo sostenuta

Bologna - “E’ una bella notizia, un riconoscimento che premia insieme a Parma, tutta l’Emilia-Romagna, un territorio famoso nel mondo per l’eccellenza della sua enogastronomia. Come Regione abbiamo creduto fin dall’inizio in questa candidatura e l’abbiamo sostenuta, con convinzione. Ora Parma si affianca a Bologna, città creativa per la musica, in questo importante network europeo”. Così il presidente della Regione Stefano Bonaccini commenta la proclamazione di Parma “città creativa della gastronomia” Unesco. “Parma potrà essere ora ambasciatrice nel mondo dell’agricoltura e dell’agroalimentare di tutta l’Emilia-Romagna – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli – un’agricoltura che ha messo al centro la qualità dei prodotti e dei modi di produrre e un agroalimentare che compete con successo sui mercati internazionali. Proprio in questi giorni l’Emilia-Romagna ha rafforzato la sua leadership europea con l’attribuzione della 42° Dop. Ebbene, molti di questi prodotti straordinari, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Prosciutto di Parma, portano fin nel nome il legame stretto con questo territorio”. Per sostenere la candidatura di Parma, la Regione ha sottoscritto a luglio un protocollo d’intesa con il Comune, l’Anci Emilia-Romagna e l’associazione “Cheftochef Emilia-Romagna cuochi”. “Un esempio di virtuosa collaborazione istituzionale – sottolineano Bonaccini e Caselli – che dimostra ancora una volta come sia importante lavorare insieme per il bene di un’intera comunità”.

L. STABILITÀ. GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “NO ALL’ENNESIMO BLITZ PER RESUSCITARE LA FEDERCONSORZI”

Fonte: Confagricoltura

“La vecchia politica non muore mai. In queste ore, con un pressing sui componenti della Commissione Bilancio della Camera, ci si prepara a presentare un emendamento, che è l’ennesimo tentativo di resuscitare la Federconsorzi a vent’anni anni dal suo commissariamento e destinarle ben 400 milioni di euro frutto degli ammassi dei consorzi agrari. Ogni anno, quando è in discussione la Legge di Stabilità, ci tocca assistere al desolante tentativo di privatizzare risorse pubbliche importanti destinate all’agricoltura e al suo sviluppo”. Così commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi la notizia di un emendamento a DDL Stabilità all’esame del Parlamento. Ha proseguito Guidi: “Siamo assolutamente contrari a questa iniziativa e, in ripetute occasioni, abbiamo posto l’accento sul fatto che i crediti derivanti dalle gestioni di ammasso obbligatorio e di commercializzazione dei prodotti agricoli nazionali, svolte dai consorzi per conto ed interesse dello Stato, non possano essere finalizzati alla ricostruzione di Federconsorzi che, per legge, avrebbe già dovuto essere sciolta e liquidata definitivamente”. “E’ in ballo una somma che è pari, se non superiore, a quella stanziata dalla Legge di Stabilità per l’intero comparto – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Cifra che, se fosse veramente disponibile, andrebbe veicolata per un grande progetto di sviluppo delle imprese agricole (e non di un solo soggetto privato), a partire dall’eliminazione dell’Imu per tutte le imprese dei giovani agricoltori e favorendo l’affitto dei terreni”.

STABILITA’, AGRINSIEME: ”NO ALLA RIESUMAZIONE DELLA FEDERCONSORZI”

Fonte: Agrinsieme

La Camera dei Deputati in Commissione Bilancio cerca, in queste ore, una soluzione ai tanti problemi ancora aperti nella Legge di stabilità, come quello di dover improvvisamente far fronte anche ai danni subiti dai risparmiatori. “Circola, insistente, la voce - rimarca Agrinsieme, il coordinamento tra Cia,Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare - di un possibile emendamento che riesumi la Federconsorzi a 20 anni dal suo scioglimento, per destinarle 400 milioni di euro frutto delle eterne vicende concorsuali”. Se fosse vero, a parere di Agrinsieme, un gruppo ristretto e privato di soggetti verrebbe così a beneficiare di risorse pari o superiori a quanto fatto – e positivamente - per l’intero comparto agricolo nella stessa legge di stabilità. “Se veramente ci fosse tale disponibilità, ma ne dubitiamo – sottolinea il Coordinamento - questa somma, indirizzata al sistema agroalimentare tutto con un vero progetto di sviluppo, potrebbe raddoppiare l’impegno del Governo e del Parlamento a favore dell’agricoltura”.

STABILITA’, GIOVANI DI CONFAGRICOLTURA: BOCCIATA ESENZIONE IMU ANCHE PER CHI AFFITTA AI FIGLI

Fonte: Anga di Confagricoltura

“Avevamo chiesto di esonerare dal pagamento dell’Imu almeno chi affitta i terreni agricoli o li cede ai propri figli. Purtroppo anche quest’ultimo emendamento, sottoscritto dal M5S e FI, non è passato. Oltre che un’occasione persa, si tratta un ulteriore ostacolo per i giovani agricoltori”. Raffaele Maiorano, presidente dei giovani di Confagricoltura ha così commentato la notizia appresa di un’ulteriore bocciatura ad un provvedimento per i giovani impegnati nel settore. “Già le aziende agricole condotte dagli ‘under 35’ sono calate nell’ultimo anno del 7,54% rispetto al 2014 – sottolinea Maiorano - e questa ulteriore difficoltà avrà comunque ricadute negative per lo sviluppo e per l’immissione di forze nuove in un settore che ha necessità di ricambio generazionale”. “Con un Paese come il nostro, che ha pochi terreni disponibili ed a costi elevati – conclude il presidente dei giovani di Confagricoltura - l’Imu va tolta a tutti i giovani agricoltori. Altrimenti il proprietario scaricherà sull’affittuario il costo dell’imposta, facendo diventare antieconomica, soprattutto nei primi anni, l’attività. E reperire la terra diventerà ancora più difficile”.

OSSERVATORIO DEL VINO, OLIVERO: STRUMENTO UTILE PER LE SCELTE STRATEGICHE DEL SETTORE

Fonte: Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il 10 Dicembre, presso il Palazzo dell’Agricoltura, il Vice Ministro Andrea Olivero ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio del vino, progetto promosso dall’Unione Italiana Vini, con la partnership strategica di ISMEA e SDA Bocconi-Wine Management Lab e la partecipazione tecnica di Wine Monitor-Nomisma. “Esprimo il mio plauso a questa collaborazione - ha dichiarato il Vice Ministro Andrea Olivero - che mette a sistema mondi diversi ma complementari, produttori, settore pubblico e mondo accademico, con l’obiettivo di ampliare la base dati per il monitoraggio del settore e fornire uno strumento utile alle scelte strategiche delle imprese, grazie a un’attenta analisi delle dinamiche del mercato. Il comparto vitivinicolo rappresenta un punto di forza del patrimonio agroalimentare italiano, come conferma l’andamento positivo della vendemmia 2015, con la produzione complessiva che ha superato i 49 milioni di ettolitri. Questo è un settore che merita tutta l’attenzione del Governo e che presto, con il Testo Unico del Vino, si doterà di un ulteriore strumento a tutela dei consumatori e dei produttori”.

CONFAGRICOLTURA E CIA FERRARA: INCONTRI SULL'AGRICOLTURA BIOLOGICA

Fonte: Confagricoltura e Cia Ferrara

 In un contesto di mercato sempre più competitivo e con sempre minori protezioni dalle oscillazioni dei prezzi, che presentano, ed è sotto gli occhi di tutti, livelli di remunerazione non soddisfacenti, è necessario ricercare strade produttive diverse e nuovi sistemi organizzativi aziendali. Le strategie possono essere diverse e articolate: l'aggregazione dell'offerta è un primo esempio (che proprio nel settore frutticolo sta cercando di esprimersi in maniera innovativa e coordinata); una seconda alternativa può essere individuata nell'introduzione di forme sempre più puntuali di agricoltura di precisione e di metodiche ad ausilio delle decisioni. In questo scenario, anche l'agricoltura biologica può rappresentare un modello produttivo e organizzativo da prendere a riferimento, sia per i livelli di remunerazione unitari delle produzioni, sia per assecondare la possibile evoluzione futura dell'economia, sia nazionale che mondiale, sempre più alle prese con esigenze di sostenibilità ambientale. Per offrire alle aziende agricole un approccio ai modelli produttivi biologici, sia con un adeguato bagaglio di informazioni relativamente agli aspetti tecnico-agronomici ed economici, che libero da condizionamenti e sospetti tra forme diverse di agricoltura, Confagricoltura Ferrara, insieme a CIA Ferrara, con la collaborazione di FederBio e di Prober, organizzano due appuntamenti di approfondimento e di divulgazione sui temi del biologico.

Il primo, incentrato sulle colture annuali ed erbacee, si terrà il 14 dicembre alle ore 15,30 presso la Sala Riunioni di Confagricoltura Ferrara, Via Bologna 637/b a Chiesuol del Fosso e vedrà l'intervento di Stefano Radaelli, Tecnico di Prober, e Paolo Parisini, Presidente della Sezione Economica Regionale Biologica di Confagricoltura Emilia Romagna e titolare di un’impresa agricola da tempo impegnata nella produzione biologica.

Il secondo, riferito alle produzioni frutticole, si terrà il giorno 18 dicembre alle ore 15,30 presso la sala Riunioni di CIA Ferrara, Via Bologna 592/a, Chiesuol del Fosso e vedrà gli interventi di Carlo Bazzocchi, tecnico di Prober, e di Lorenzo Boldrini, referente regionale per il settore biologico per Cia Ferrara, oltre che imprenditore biologico.

Le due giornate, aperte a tutti, sono state opportunamente collocate a breve distanza dall'apertura dei bandi per l'accesso alle misure del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia Romagna a sostegno dell'agricoltura biologica e potrebbero rappresentare il punto di partenza per la nascita di un forte polo produttivo biologico in provincia di Ferrara.

mercoledì 9 dicembre 2015

IL "PAMPAPATO" O "PAMPEPATO" DI FERRARA CONQUISTA IL MARCHIO IGP

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Assessore Caselli: così l'Emilia-Romagna, terra vocata, consolida il primato in Europa con 42 specialità

Bologna - L’Emilia-Romagna consolida il primato in Europa per numero di specialità alimentari d’eccellenza con l’ingresso del ”Pampapato di Ferrara” (o “Pampepato di Ferrara”) Igp nell’Olimpo dei prodotti a marchio Dop ed Igp tutelati da Bruxelles. L’iscrizione del tipico dolce natalizio del capoluogo estense nel Registro comunitario delle denominazioni di origine (Dop) e delle Indicazioni geografiche (Igp) è avvenuta proprio a ridosso delle festività di fine anno con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue del Regolamento (Ue) n. 2267/2015, approvato dalla Commissione di Bruxelles. La decisione sarà pienamente operativa dal 28 dicembre prossimo. “Salgono così a 42, tra Dop e Igp, le produzioni agroalimentari dell’Emilia-Romagna a marchio tutelato – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli - un risultato che ci colloca al primo posto in ambito comunitario e conferma la straordinaria vocazionalità del territorio regionale, tutt’uno con la grande professionalità degli imprenditori emiliano-romagnoli”. L’importante traguardo dell’Igp è stato centrato grazie all’impegno delle aziende produttrici, con il fondamentale sostegno e il coordinamento della Camera di Commercio di Ferrara. Il “Pampapato” (o “Pampepato”), le cui origini vengono fatte risalire all’epoca degli Estensi, veniva ritenuto un dolce ricco e degno di un papa, tanto da essere offerto in dono agli alti prelati dagli ecclesiastici e dalla nobiltà ferrarese, i quali non a caso vollero modellarlo a forma di copricapo cardinalizio. Da quest’usanza, e dall’uso di spezie come ingredienti, sembra aver origine anche l’etimologia del dolce e la coesistenza delle due denominazioni. È un prodotto da forno ottenuto dalla lavorazione di farina, canditi, frutta secca, zucchero, cacao, spezie e ricoperto con cioccolato fondente extra. Il suo profumo richiama al primo impatto il cioccolato, poi via via le spezie, in particolare di noce moscata e cannella, i canditi e la mandorla tostata. Anche il sapore è inizialmente di cioccolato fondente, per lasciare man mano spazio agli altri ingredienti. La zona di produzione è rappresentata dall’intero territorio della Provincia di Ferrara.


DANNI FAUNA SELVATICA, DALLA REGIONE 3 MILIONI DI EURO PER INSTALLARE RECINZIONI E STRUMENTI DI DIFESA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Già operativi i presidi anti lupo in 48 aziende zootecniche. Caselli: lavorare sulla prevenzione, con interventi puntuali grazie alla mappatura del territorio

Bologna - La Regione spinge l’acceleratore sulla prevenzione per ridurre i danni della fauna selvatica alle produzioni agricole e agli allevamenti e con il nuovo Programma regionale di sviluppo rurale mette a disposizione risorse ulteriori per 3 milioni di euro che serviranno per l’acquisto di recinzioni e altri strumenti di difesa. “Occorre intervenire prima che il danno si verifichi, puntando sulla prevenzione e su una corretta gestione della fauna selvatica in collaborazione con le aziende agricole, gli Enti Parco e gli Atc - ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli – vogliamo lavorare sempre più in questa direzione, in linea con le indicazioni che ci arrivano dalla Ue, ma anche con le esigenze della finanza pubblica. Oggi la Regione ha a disposizione una mappatura puntuale del territorio, che ci permette di sapere dove sono le maggiori concentrazioni di animali. Sono sicura che anche grazie a questi dati, indispensabili per un’azione mirata, riusciremo a confermare il trend di riduzione dei danni attualmente in atto”. La Regione dal 2008 ha investito per l’acquisto di recinzioni (e altri presidi di difesa), assegnati in comodato d’uso agli agricoltori, risorse complessive per circa 3.400.000 euro. E per il 2016 sono in arrivo nuove risorse per 3 milioni di euro che serviranno per finanziare al 100% nuovi interventi. Verranno erogate attraverso 2 o 3 bandi, di cui il primo è atteso nella prima metà del prossimo anno.  

Danni in calo, al via i presidi anti-lupo
La tendenza alla diminuzione dei danni appare confermata, sia pur con situazioni differenziate, in tutto il territorio regionale, anche nelle zone aperte alla caccia, dove la competenza è degli Atc. Proprio per rafforzare l’attività di prevenzione, nei confronti di una specie protetta come il lupo, i cui danni sono invece stabili (circa 150 mila euro all’anno ), va l’ultimo provvedimento in ordine di tempo adottato dall’Assessorato regionale all’agricoltura: sono state infatti assegnati in questi giorni 128.644 euro a 48 aziende agricole zootecniche di collina e montagna situate in tutte le province emiliano-romagnole, da Bologna, a Piacenza, a Rimini. Le risorse sono servite a installare recinzioni, dissuasori acustici e luminosi, cani pastore, con una copertura del 100% del costo ritenuto ammissibile. E altri finanziamenti sono in arrivo. Con l’ultimo assestamento di bilancio infatti la Regione ha previsto 200 mila euro per scorrere le graduatorie e finanziarie altre 86 aziende che avevano partecipato al bando della scorsa estate.  

Il cinghiale la specie più impattante
Il cinghiale resta anche nel 2015 una delle specie più impattanti per gli agricoltori, pur a fronte di una diminuzione dei danni. Risultati che possono essere ulteriormente migliorati, specie in alcune aree, individuate grazie alla localizzazione puntuale degli eventi dannosi. In particolare nelle aree protette è fondamentale l’impegno degli Enti gestori (Enti Parco , ecc.) sia sul fronte della prevenzione dei danni, che del controllo della popolazione animale. Per quanto riguarda invece i territori aperti alla caccia del cinghiale (nei quali la titolarità è in capo agli Atc sia per quanto riguarda la gestione della fauna selvatica, che il risarcimento dei danni), da qualche anno il calendario venatorio regionale consente di cacciare questo animale, nelle diverse modalità, dal 15 aprile al 31 gennaio. Inoltre è prevista una soglia di danno massima tollerabile, oltre la quale è possibile introdurre misure quali anche l’attivazione di piani di prelievo straordinari. Uno degli obiettivi è la completa rimozione del cinghiale da tutte le zone non vocate.

Sono invece costantemente in diminuzione da alcuni anni i danni provocati dagli altri ungulati come capriolo, daino e cervo. Un risultato dovuto alla soglia di densità di capi fissata dalla pianificazione regionale 2013-2014 e che andrà migliorando nel quinquennio di validità degli strumenti di pianificazione.

Tra le specie più impattanti anche lo storno, che provoca gravi danni alla viticoltura e frutticoltura. Tuttavia si tratta di una specie protetta, il cui prelievo è ammesso solo “in deroga” ed è regolato da una direttiva europea e dal parere vincolante dell’Ispra (l’Istituto per la prevenzione e la ricerca ambientale). Il mancato rispetto di tale parere comporta una procedura d’infrazione comunitaria. Le possibili sanzioni possono arrivare anche al mancato trasferimento di risorse del Psr, con conseguenze che possono dunque gravare direttamente sugli stessi agricoltori.

Un discorso a parte va fatto per la nutria. Dall'agosto dello scorso anno, infatti questo roditore a seguito di una modifica alla legge nazionale, non è più considerato parte della fauna selvatica quindi i danni causati non sono più risarcibili.

MIPAAF, VICE MINISTRO OLIVERO A COP21: “DA EXPO È PARTITA LA SFIDA SOSTENIBILE. ORA FOCUS SU RICERCA PER CAMBIO DI PASSO”

Fonte: Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Vice Ministro Andrea Olivero ha partecipato lunedì 7 Dicembre all’evento ‘From Milan to Paris, the challenges of agricultural and environmental sustainability’presso la sede della Conferenza di Parigi, in occasione di Cop21. Presenti anche il Sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani. Antonio Bettanini (Milan Center for Food Law and Policy), Alain Berger (Commissario Padiglione Francia a Expo Milano 2015), Maria Helena Semedo (vicedirettore generale Fao), Ibrahim Thiaw (vicedirettore esecutivo Unep) e l’architetto e urbanista Stefano Boeri. “Quella ambientale è una sfida geopolitica ed economica cruciale – ha affermato il Vice Ministro Olivero – che impone un cambio di passo sia a livello politico che di buone pratiche quotidiane. C’è un filo che lega Cop21 e Parigi al nostro Paese ed è rappresentato dalla Carta di Milano e da Expo 2015, la prima Esposizione universale ad essere stata ‘carbon neutral’ e una ‘Digital Smart City’ che ha permesso di evitare 21.000 tonnellate di CO2 nel semestre. Nei mesi scorsi abbiamo dato vita a una piattaforma di confronto globale sui temi della sicurezza e della sostenibilità alimentare. Un lavoro importante che si è concretizzato nella Carta di Milano, la grande eredità culturale di Expo, sottoscritta da più di un milione e mezzo di persone in tutto il mondo”. “Questo testimonia la stretta connessione tra ambiente e agricoltura. Secondo i ricercatori, se la temperatura media globale aumentasse più di 2,5°, ci sarebbe un calo netto della produzione agricola su scala globale, a fronte di una popolazione mondiale che nel 2050 raggiungerà quota 9 miliardi. In questo scenario così delicato – ha aggiunto Olivero – il modello agricolo italiano ha un ruolo di primo piano, perché fortemente improntato al principio di sostenibilità. La nostra agricoltura ha il 35% in meno di emissioni di gas serra rispetto alla media europea e abbiamo scelto di investire oltre 3,5 miliardi di euro per aumentare la sostenibilità delle nostre imprese agricole con i Programmi di Sviluppo Rurale fino al 2020”. “Penso poi al settore del bio – ha concluso Olivero - che ha registrato una crescita del 5,4% annuo. Un ettaro su 10, in Italia, è biologico. Per quanto riguarda il tema della tutela della biodiversità, inoltre, abbiamo introdotto una legge che prevede innovazioni fondamentali e riconosce il ruolo degli agricoltori come custodi del territorio. In particolare, il piano nazionale per la prevenzione del dissesto idrogeologico ha stanziato 1,3 miliardi di euro, a cui si potranno aggiungere altre risorse ordinarie. È chiaro che le politiche descritte e gli sforzi che stiamo portando avanti come Italia e come Europa devono essere affiancati da investimenti nella ricerca scientifica. Sono convinto che, in quest’ottica, la condivisione dei risultati della ricerca anche a livello internazionale, come dimostra il progetto Feeding Knowledge maturato in Expo, potrà favorire la diffusione di comportamenti e pratiche più rispettose dell’ambiente.”

domenica 6 dicembre 2015

AGIA FERRARA: VIA L’IMU PER CHI AFFITTA AI GIOVANI AGRICOLTORI

Fonte: Agia Ferrara

L’associazione dei Giovani Imprenditori Agricoli di Ferrara, in accordo con l’Agia nazionale, sottolinea l’esigenza di derogare il pagamento dell’Imu per i terreni in affitto condotti da giovani.

FERRARA – Nel 2016 i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali (IAP) saranno esenti dal pagamento dell’Imu agricola. Uno sgravio importante che vale però solo per gli agricoltori che conducono attivamente un’azienda di cui sono anche proprietari. Esclusi dall’esenzione sono, invece, i proprietari di terreni che affittano o danno in uso i terreni e questo incide negativamente sui giovani agricoltori. “Nella nostra provincia e in tutta Italia - spiegano i rappresentanti di Agia Ferrara (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli di Cia Ferrara) - l’inizio dell’attività agricola avviene prevalentemente attraverso l'affitto dei terreni. Spesso, infatti, i giovani che vogliono diventare agricoltori, e privi di una storia agricola familiare non hanno i fondi necessari per acquistare la terra o magari ampliare un’azienda già esistente. Ecco perché Agia ha lanciato, proprio in questi giorni, un appello alla Commissione Bilancio della Camera - che si appresta a varare la Legge di Stabilità – per chiedere che l’esenzione dall’Imu venga allargata a chi concede in affitto la terra agli imprenditori agricoli under 40. Se la Camera non inserirà l’esenzione – ribadiscono i membri di Agia Ferrara - ci troveremo con una schiera di ragazzi, magari animati da passione e buona volontà, che da un lato non riusciranno ad accedere alla terra acquistandola e dall’altro si troveranno a pagare canoni d’affitto gravati, appunto, dall’Imu che il proprietario del terreno continuerà a pagare. Noi giovani agricoltori auspichiamo, invece, che ci siano delle “pari opportunità” tra i giovani che posseggono già un patrimonio agricolo famigliare e quelli che non lo posseggono ma vogliono comunque lavorare in un settore primario che sta rinascendo proprio grazie alle idee e alle energie di una generazione di neo-agricoltori.”

VINO, MIPAAF: APPROVATO IN CDM DECRETO PER NUOVO SISTEMA AUTORIZZAZIONI DI IMPIANTI

Fonte: Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che in Consiglio dei Ministri è stato approvato, dando attuazione alla disciplina europea, il decreto relativo al nuovo sistema di autorizzazioni per impianti viticoli che prenderà il via a partire dal 1° gennaio 2016 e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2030. Questo strumento, che sostituisce il regime di limitazione agli impianti viticoli gestito attraverso il sistema dei ‘diritti di impianto e reimpianto’, permetterà il rilascio di autorizzazioni per l’impianto di nuovi vigneti, per i reimpianti e per convertire ed utilizzare i ‘vecchi’ diritti di reimpianto in possesso dei produttori. Le autorizzazioni verranno rilasciate nel limite massimo annuo dell’1% della superficie vitata nazionale. Il decreto prevede inoltre che al termine del primo anno di applicazione sarà effettuata una verifica approfondita al fine di valutare i risultati e apportare, se del caso, modifiche ed integrazioni al fine di migliorare l’efficienza del sistema.

COLDIRETTI: ALL’AGRIMERCATO GRISU’ DI FERRARA, BUONE OCCASIONI DI ACQUISTI DI STAGIONE ED IDEE REGALO PER NATALE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Idee originali e gustose per il prossimo Natale? Prodotti della filiera agricola dal campo alla tavola e spunti per regali a km zero si possono trovare ogni mercoledì all’agrimercato di Grisù, alla ex caserma dei vigili del fuoco di Ferrara, ora con orario prolungato, dalle 8.00 alle 17.30.

Tutti i mercoledì, dalle 8.00 alle 17.30, presso l’ex caserma dei pompieri di Ferrara, con ingresso da Via Ortigara, 11, le aziende agricole di Campagna Amica Coldiretti Ferrara sono presenti per vendere i loro prodotti nell’Agrimercato di Grisù. Un orario più lungo, con più tempo per acquisti dei prodotti della filiera corta, a km zero, e con tanto gusto: verdure appena colte, frutta fresca e conservata, succhi, confetture, miele, salumi, carne, formaggi, vino… tante cose buone proposte direttamente dai produttori, con la garanzia dell’origine di provenienza e la certezza della salubrità. In questo periodo inoltre è possibile prenotare tutto quanto necessario a comporre ceste natalizie “made in Fe”, con qualità garantita e qualche spunto originale.


COLDIRETTI: LUNEDI 7 DICEMBRE 2015 UFFICI CHIUSI

Fonte: Coldiretti Ferrara

Coldiretti Ferrara avvisa che i propri uffici della sede provinciale e degli uffici di zona, rimarranno chiusi lunedì 7 dicembre, oltre che il giorno successivo, martedì 8 dicembre, festività dell’Immacolata concezione.
Le attività di servizio ed assistenza aipropri associati riprenderanno regolarmente mercoledì 9 dicembre.

COLDIRETTI: SOTTOSCRITTO ACCORDO DI COLLABORAZIONE CON UNPLI PRO LOCO DELLA PROVINCIA DI FERRARA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Accordo programmatico per la valorizzazione del territorio e delle produzioni tipiche ferraresi attraverso iniziative condivise di promozione ed animazione.

Nell’ambito della giornata del “Ringraziamento” provinciale di Coldiretti Ferrara dello scorso 15 novembre nello spazio espositivo di Campagna Amica, in piazza Trento e Trieste a Ferrara, è statosottoscritto un “Accordo di collaborazione“ tra Coldiretti Ferrara e Unpli Ferrara Proloco. L’accordo, nella sua premessa, evidenzia le caratteristiche dei forti tratti rurali del territorio; le vie poderali traterre ed acqua dove le aziende agricole producono tipicità tra mais, riso, alberi da frutto e campi di verdure; si esprimono testimonianze antiche dalrinascimento alla riforma agraria, alla memoria storica della cultura dellaciviltà contadina. Nell’articolato, inoltre, si considerano alcune necessità, quali quella di individuare eventi rurali e vetrine espositive; avviare itinerari tematici con nuove risposte al turismo sostenibile; attivare eventi congiunti per promuovere, valorizzare e animare i territori all'insegna dello sviluppo sostenibile. Sul piano operativo la Coldiretti e le reti delle Pro Loco ferraresi, si impegneranno, a partire dal 2016, a costruire tavoli comuni per individuare eventi-progetto da realizzare in alcune località della provincia di Ferrara, unitamente a riservare, ad entrambe la parti, spazi di presenza nelle già programmate rispettive manifestazioni per il prossimoanno. “Sarà certamente - afferma Enzo Barboni presidente dell’Unione delle 34 Pro Loco ferraresi - una apertura di collaborazione con Coldiretti ampia ed intensa e che coinvolgerà anche altri soggetti dell’associazionismo culturale come: Ferrariae Decus, il Fai - Fondo Ambiente Italiano, l’Associazione nazionale amici dei Musei, Italia Nostra ed alcuni Plessi scolastici superiori. Soggetti che si sono visti e che hanno partecipato al dibattito sul tema: Fare cultura tra saperi ed eccellenze nell’ambito del Convegno delle Pro Loco Italiane del 14 novembre scorso a Bondeno, dove il Ministro France- schini ha riconosciuto un ruolo primario al sistema Pro loco d’Italia con un riconoscimento governativo e statale e l’avvio di colloqui nell’ambito turistico e dei beni materiali ed immateriali. Un accordo, rimarca il Presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli, che segue e sviluppa sul nostro territorio quanto concordato anche a livello nazionale per l'attivazione dinuove forme di sviluppo turistico territoriale ed ambientale che trova sintesi nella presenza e nell'attività di un tessuto produttivo agricolo forte, alla base dell'offerta enogastronomica autenticamente Made in Italy, in grado di attrarre, come principale motivazione del viaggio, già oggi, un terzo dei turisti stranieri nel nostro Paese. “L’auspicio – conclude Gulinelli – è che anche nel nostro territorio, così particolare e per certi versi unico, sia possibile innestare un flusso di interesse nei confronti dell’ambiente, del territorio e delle produzioni ferraresi, rilanciando quel nostro slogan di Ferrara Arte, Cultura e Agricoltura”.