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venerdì 30 marzo 2012

INTERVENTO CONGIUNTO DELLA POLIZIA PROVINCIALE, CARABINIERI E CORPO FORESTALE CONTRO LA PESCA CON ATTREZZI ABUSIVI


Fonte: Provincia di Ferrara

La Polizia Provinciale, i Carabinieri di Comacchio ed il Corpo Forestale dello Stato hanno provveduto al controllo di alcuni canali adduttori alle valli di Comacchio per impedire che reti abusive, aventi misure e conformazioni non consentite e poste in modo da chiudere tutta la luce degli stessi corsi d’acqua, catturino quel pesce, soprattutto novellame, che in base ad un provvedimento adottato dalla Provincia d’intesa con il Parco del Delta del Po, risale i corsi d’acqua stessi per arrivare nelle valli dove staziona fino al raggiungimento della maturità. I controlli sono stati effettuati con la barca della Polizia Provinciale di Ferrara, poiché grazie al ridotto pescaggio poteva navigare nei canali anche se con poca acqua mentre i Carabinieri ed il Corpo Forestale rimanevano nella zona, sugli argini e presso gli accessi, a protezione del lavoro degli uomini sul natante da vandalismi verso i mezzi e per il controllo di eventuali persone contrarie a questo intervento. Dai controlli è emerso che i pescatori sportivi rispettano il divieto di pesca mentre invece, purtroppo, l’utilizzo di reti e cogolli da parte di ignoti rimane un attività ancora presente poiché sono stati ritrovati 24 (ventiquattro) di questi attrezzi di grande cattura, di varie dimensioni, immersi nelle acque di questi canali. All’interno degli attrezzi abusivi venivano rinvenute diverse specie ittiche che sono state tempestivamente reimesse in acqua. Un’attività faticosa che tuttavia esprime una preziosa collaborazione interforze, finalizzata alla tutela del patrimonio ittico che vive nei canali adduttori del Parco del Delta del Po.

INDAGINE CENSIS: “CONTRO LA CRISI LE AZIENDE LEADER DI CONFAGRICOLTURA LAVORANO IN RETE SU PRODUTTIVITA’, CONTRATTI, RAPPRESENTANZA”

Fonte: Confagricoltura

C’è un nucleo vitale di imprenditori che sta proiettando avanti l’agricoltura italiana e che costituisce una “minoranza trainante” portatrice di una moderna cultura del fare azienda. Era emerso nel 2007 in una ricerca del Censis commissionata da Confagricoltura.

Cinque anni dopo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha chiesto al Censis di aggiornare la mappa e di comprendere come stanno lavorando le aziende-modello e, soprattutto, come stanno affrontando la crisi in atto. I risultati dell’indagine sono stati presentati al Forum a Taormina di Confagricoltura Academy.

E’ emerso che le imprese che, pur in un contesto di mercato molto difficile, continuano a crescere o che reggono meglio alla fase congiunturale di crisi, sono quelle che hanno attivato una strategia proattiva ed una capacità di innovazione che non si ferma ad un solo aspetto aziendale (quello della produzione), ma che si allarga ad aspetti differenti.

L’agricoltura di punta, insomma, è meno individualista e scopre i vantaggi di lavorare in network. In generale il 76,3% delle imprese analizzate ha operato in reti di collaborazioni con clienti e fornitori per il miglioramento del prodotto e del processo produttivo; il 52,3% ha operato in collegamento con altre aziende per promuovere e tutelare specifici prodotti agricoli; il 48% entra in una rete di cooperazione con Università e centri di ricerca e sperimentazioni.

“Le reti d’impresa, e ancor più i contratti di rete previsti dalla normativa recente, non possono essere certamente considerati come la soluzione totale ai molti problemi di competitività del sistema produttivo e, ancor meno, del sistema agricolo. Sono però una delle più valide opzioni oggi praticabili su cui varrebbe investire in termini di policy” , avvertono il Censis e Confagricoltura .

I mali del sistema agricolo attuale sono noti: è parcellizzato, ha un limitato potere contrattuale e di mercato, una limitata proiezione sui mercati esteri, avverte la necessità di rafforzare e di controllare maggiormente le fasi a monte (potere contrattuale verso i fornitori) e a valle (maggiore potere verso i canali distributivi e le industrie di trasformazione) del processo produttivo. Proprio per questo deve necessariamente tentare, più che nel passato, la carta delle reti di collaborazione.

E’ interessante rilevare come le reti rappresentino, per un numero ampio di imprenditori agricoli un valore e non un semplice costo. Ai network molti imprenditori agricoli attribuiscono una funzione pratica, poiché si possono configurare come uno strumento per affrontare alcune criticità, spesso gravi, che caratterizzano il settore agricolo. Non è un caso, infatti, che il 53% degli imprenditori intervistati ritenga che le reti di collaborazione possono servire per accrescere il potere contrattuale delle stesse aziende partecipanti; il 52% che potrebbero consentire un migliore accesso al credito; il 42% che esse possano essere uno strumento per il migliore accesso a forme di incentivo pubblico.

E’ emerso poi che un numero molto ampio tra le aziende analizzate nell’indagine di Censis-Confagricoltura abbia partecipato negli ultimi anni a qualche forma di collaborazione. Le aziende del vino e dell’olio partecipano a consorzi per lo smaltimento dei rifiuti, l’utilizzo delle acque di depurazione ed altri servizi in comune (47%); un campione ancor più ampio è attivo in reti per la promozione (67%). Le aziende a seminativi partecipano a reti di scambio di informazioni con fornitori e clienti (79%) ed aderiscono a gruppi di acquisto forniture (44%); le aziende zootecniche soprattutto collaborano con Università e centri di ricerca (56%) e gruppi di acquisto di forniture (45%); le aziende ortofrutticole e florovivaistiche vedono utili le reti di collaborazione con il mondo scientifico e della ricerca (52%) e per lo sviluppo di marchi comuni per identificare e valorizzare la produzione (34%).

Si chiede, infine, di fare rete con le Organizzazioni di rappresentanza. Infatti, tra le prime leve per il rilancio del sistema agricolo, gran parte degli imprenditori intervistati ha segnalato il rafforzamento della capacità di rappresentanza delle associazioni di categoria. “Ciò – commenta il Censis - non va inteso certamente come la denuncia di un deficit di rappresentanza, ma piuttosto come il riaffermare che la rappresentanza ha ancora un ruolo strategico determinante per le imprese, un ruolo che va ridefinito a partire dai nuovi processi di crescita che innervano il sistema agricolo nazionale”.

IMU, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “IMPORTANTE SEGNALE DI ATTENZIONE, MA NON BASTA”

Fonte: Confagricoltura

“Un importante segnale di attenzione da parte del governo, ma non basta”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura Mario Guidi sulle novità emerse a proposito dell’Imu nell’emendamento al decreto semplificazioni fiscali presentato oggi.

Parlando a margine del Forum economico di Confagricoltura a Taormina Guidi ha sottolineato come le misure proposte costituiscano indubbiamente un atto esplicito della buona volontà del governo di garantire maggiore equità al provvedimento.

“C’è però ancora molto da fare – ha concluso Mario Guidi – anche perché nella previsione attuale manca tuttora la garanzia di un gettito agricolo certo e definito”.

CONFAGRICOLTURA ACADEMY, IL PRESIDENTE GUIDI: “TUTTO E’ PRONTO PER LA NUOVA RIVOLUZIONE VERDE, DECISIVA PER IL FUTURO DEL PIANETA”

Fonte: Confagricoltura

L’obiettivo 2050, anno in cui saremo 9 miliardi di abitanti sul pianeta e dovremo aumentare la produzione agricola del 70 per cento rispetto ad oggi, è una sfida per l’agricoltura italiana europea e mondiale. La sessione inaugurale del Forum di Confagricoltura Academy vuole fare accrescere la consapevolezza di quanto questa sfida sia importante, stimolante e probabilmente senza precedenti.

“E’ il momento di una nuova rivoluzione verde, importante quanto quella degli anni 60-70 – ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi aprendo i lavori - ed altrettanto decisiva per il futuro del Pianeta. Ma mezzo secolo fa gli abitanti della Terra erano 3 miliardi, ora sono più che raddoppiati”. Però per concretizzare la rivoluzione verde occorre prima di tutto risolvere alcune questioni fondamentali”.

Nel corso dei lavori si sono ricordate quindi le problematiche più attuali: i tassi di incremento delle produzioni agricole sono sempre più bassi; è aumentata la consapevolezza della necessità di un uso sostenibile delle risorse proprio mentre si acuisce la competitività sulle risorse naturali sempre più scarse (l’acqua e la terra, con il fenomeno del land grabbing). In questo contesto la fiducia dei produttori di materie prime agricole diminuisce anche a causa della maggiore instabilità dei mercati – influenzata pure dalla accresciuta finanziarizzazione dell’economia e da nuove produzioni non food che incidono sul rapporto domanda/offerta – e degli effetti dei cambiamenti climatici che complicano ancora di più la possibilità di programmare le produzioni. Inoltre, influiscono sulla capacità produttiva anche la difficoltà a contenere le infestazioni e a difendere le coltivazioni per una limitata disponibilità di prodotti chimici e per i pochi investimenti in ricerca e formazione.

I primi segnali di queste difficoltà sono evidenti. Dal 2007 al 2010, peraltro in un contesto economico finanziario pesantissimo per le imprese, vari fenomeni hanno influenzato in maniera sostanziale i mercati, i redditi dei produttori e la disponibilità di materie prime alimentari. La “guerra del pane” e la “corsa alla terra” sono solo due questioni che negli ultimi mesi ci hanno fatto riflettere su quanto strategica sia la produzione agricola e quanto invece si faccia poco in termini di indirizzi e di strategie globali, affidando tutto alla naturale evoluzione delle produzioni e dei mercati con le loro quotazioni e gli scambi.

Confagricoltura sottolinea l’esigenza di una nuova politica agricola globale per governare questa che è stata già definita l’”era della scarsità”.

Visto che lo scenario dei prossimi decenni si presenta largamente incerto, è opportuna una riflessione su cosa potrà di qui a breve accadere in termini di evoluzione dei mercati, delle produzioni e del ruolo stesso degli agricoltori chiamati a questa nuova sfida nel nome dello sviluppo del pianeta e dando il loro contributo essenziale: il cibo per vivere ogni giorno e quel contributo alla crescita ed all’occupazione che il settore primario sa e vuole ancora garantire”.

A TAORMINA SI APRE CONFAGRICOLTURA ACADEMY. TRE GIORNI PER APPROFONDIRE SCENARI INTERNAZIONALI E PROSPETTIVE DELL’AGRICOLTURA.

Fonte: Confagricoltura

Si è aperta ieri a Taormina, fino al 31 marzo, la tre giorni di Confagricoltura Academy, il Forum economico dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, presieduta da Mario Guidi. La Convention dei dirigenti dell’Associazione è dedicata all’analisi ed allo studio delle strategie imprenditoriali per far crescere e ristrutturare aziende e settore (da qui la denominazione di Academy).

I lavori si sono aperti nel pomeriggio di ieri con l’obiettivo di tracciare gli scenari delle tematiche agricole e dei mercati con aspetti quali la food security e la volatilità delle quotazioni delle materie prime alimentari, che hanno avuto vasta eco anche a livello di istituzioni internazionali.

La giornata di oggi è dedicata invece agli “strumenti”: fattori di sviluppo, reti di impresa, rete di servizi, credito, grande distribuzione e futuro della Politica agricola comune. A latere dei lavori si svolgerà un workshop sulla salvaguardia ed il rilancio della strategica filiera del tabacco, la presentazione di due importanti accordi siglati da Confagricoltura con Enel e Bnl.

La mattinata conclusiva di sabato vedrà la presenza dei segretari di PDL, PD, UDC: Alfano, Bersani e Casini; a loro sarà chiesto di approfondire le prospettive economiche del Paese, le riforme possibili, tra cui quella degli enti intermedi, il ruolo ed il rapporto con la rappresentanza di interessi negli equilibri futuri del nostro sistema.

A Confagricoltura Academy di Taormina interverranno i ministri delle Politiche agricole Catania e dello Sviluppo Economico Passera.

giovedì 29 marzo 2012

IL PROGETTO "EDUCAZIONE VS MALEDUCAZIONE"



Fonte: Comunicato a cura di Claudio Castagnoli, Comandante Polizia Provinciale di Ferrara

Prima uscita collettiva, nell’ambito del progetto “Educazione vs Maleducazione” in corso di realizzazione nei quattro Comuni di Codigoro, Goro, Lagosanto e Mesola, con la partecipazione di AREA, ANPANA, Federcaccia, Guardie Ecologiche Volontarie, Legambiente ed coordinamento della Polizia Provinciale e Municipale per sabato 31 marzo. Ma anche primi gadget consegnati a tre cittadini che hanno deciso di “metterci la faccia” per dimostrare come con l’educazione si sconfigga la maleducazione”. Tre persone che sono state viste suddividere e depositare correttamente i rifiuti e deporli nei rispettivi contenitori. Le guardie volontarie hanno così donato loro borse riutilizzabili ed una chiavetta Usb. Sabato si terrà la prima giornata organizzata per ripulire dai rifiuti abbandonati quel sito ambientale e naturalistico meraviglioso che è l’Oasi di Canneviè-Porticino, cogliendo una delle sollecitazioni venute durante gli incontri per presentare l’iniziativa alla popolazione. Il ritrovo per tutti i volontari interessati a partecipare alla pulizia, ma anche a trascorrere una mattinata in amicizia e con la consapevolezza di restituire in tal modo alla natura un po’ di quei benefici che essa ci dona quotidianamente e silenziosamente, è alle 8,30 presso il bar del ristorante Canneviè dove sarà possibile rifocillarsi con un caffè offerto gratuitamente dal gestore a tutti i partecipanti. Poi si formeranno le squadre, verranno distribuiti contenitori e sacchetti e assegnati i percorsi per la pulizia del sito naturalistico, sempre nel massimo rispetto dell’habitat ed in particolare, tenuto conto del delicato momento riproduttivo, dell’avifauna presente. La mattinata dovrebbe concludersi presumibilmente attorno alle 11,30-12,00 con il passaggio di mezzi di AREA per la consegna e smaltimento del materiale raccolto, anche se non mancherà l’occasione per celebrare la fine dei lavori con la condivisione di qualche saporito prodotto tipico locale. A questo primo appuntamento, seguiranno quasi certamente, altri due sabati primaverili presumibilmente per la pulizia della pista ciclopedonale Codigoro-Pomposa ed attorno alla pineta del Parco 2 Giugno presso Bosco Mesola. L’Oasi ed i suoi numerosi piccoli abitanti ringraziano anticipatamente tutti gli intervenuti e promettono di regalare a ciascuna persona che avrà la pazienza, la sensibilità e la passione necessari, attimi con indimenticabili colori, suoni naturali e silenzi incontaminati.
Il Comandante della Polizia Provinciale Claudio Castagnoli, nel ricordare che le nostre zone vallive ed i tanti biotopi costituenti il Parco del Delta del Po sono diventati patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO, sottolinea come è anche attraverso esempi di cittadinanza attiva come quelli costituiti da queste giornate ecologiche che si possono diffondere efficacemente messaggi di responsabilità nella difesa dell’ambiente e di conservazione e valorizzazione del territorio.

martedì 27 marzo 2012

COLDIRETTI: MERCOLEDI’ 28 MARZO A COMACCHIO INCONTRO SUL PROGETTO DELL’IDROVIA FERRARESE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Coldiretti Ferrara ricorda a tutti gli agricoltori interessati che alle 17 del giorno 28 marzo, a Palazzo Bellini a Comacchio, la Provincia di Ferrara ha organizzato un incontro pubblico per presentare i lavori connessi al lotto dell’idrovia che interessa la zona di Valle Lepri e la viabilità collegata.

Si terrà a Palazzo Bellini a Comacchio il prossimo mercoledì 28 marzo, alle 17, un incontro pubblico organizzato dalla Provincia di Ferrara per illustrare ai cittadini e soprattutto agli agricoltori, l’avvio del Lotto 3, stralcio 2, dei lavori dell’idrovia che prevede tra l’altro la costruzione di un nuovo ponte in zona Valle Lepri.
Vista la delicatezza della viabilità della zona e le problematiche che potrebbero insorgere alle aziende agricole che necessitano di transitare verso i campi serviti oggi dal ponte esistente e dalle strade collegate, pare opportuno consigliare una numerosa ed attenta presenza per comprendere lo stato del progetto, i prossimi sviluppi, l’avvio dei lavori nel comprensorio indicato e le possibili conseguenze alle attività della zona.

lunedì 26 marzo 2012

CLIMA. CONFAGRICOLTURA: AL CENTRO NORD E’ EMERGENZA PER LA SICCITA’ E IN SICILIA ALLARME PER LE CENERI DELL’ETNA

Fonte: Confagricoltura

“E’ allarme siccità in molte aree del Centro Nord per i cambiamenti climatici. Non si registrano rilevanti precipitazioni e non ci sono state adeguate nevicate e quindi è mancato o è molto diminuito il manto nevoso che, sciogliendosi in estate, garantisce l'afflusso di acqua; laghi, corsi fluviali e bacini sono a secco e se non pioverà andremo incontro a problemi serissimi per l’agricoltura”. Lo sottolinea Confagricoltura che è vivamente preoccupata per le carenze idriche che si registrano in molte regioni e che mettono a rischio le semine primaverili, ma anche le colture risicole e le attività colturali in genere. Con danni che vanno ad aggravare ulteriormente i costi di produzione ed i mancati redditi delle imprese agricole.

In tutto il Veneto – informa Confagricoltura - sono mancate all'appello oltre 140 millimetri di pioggia. Nel bellunese, ad esempio, si pensa che si possa ricavare dal manto nevoso solo un terzo della riserva d’acqua (104 milioni di metri cubi, contro una media di 300 milioni negli ultimi nove anni). Nel bresciano tra l’altro è mancato l’ adeguato afflusso di acqua al lago d'Idro dal momento che i monti che lo circondano hanno pochissima neve; a Malga Bissina in questo periodo ci dovrebbero essere 2,5 metri di neve, ce ne sono solo 60 centimetri. In Romagna l’invaso di Ridracoli conta solo 18 milioni di metri cubi d’acqua accumulata; il 25% in meno di quanto conteneva nel 2007, che fu l’anno di maggiori difficoltà (allora c’erano 24 milioni di litri). In Toscana la riduzione delle precipitazioni sta portando ad un inaridimento del terreno ed al contemporaneo abbassamento di livello delle falde acquifere, ragione per cui si teme che a fine luglio si riduca considerevolmente la disponibilità d’acqua. A gennaio, in provincia di Arezzo, sono caduti 24,3 mm, a fronte dei 37,7 del 2011 e dei 186,3 del 2010; a Siena 21,1 mm nel 2012 a fronte di 40,5 nel 2011 e 172,8 nel 2010.

Nel Mezzogiorno, area storicamente deficitaria d’acqua – pone in evidenza ancora Confagricoltura - la situazione va un po’ meglio, anche se i problemi non mancano. Nel foggiano, ad esempio, c’erano state gravi carenze idriche fino agli inizi di febbraio per la mancanza di precipitazioni e riserve d’acqua molto inferiori alla media. I raccolti di grano non saranno del tutto compromessi ma si prevede una riduzione del 25-30% delle rese.

“In Sicilia si è passati da un eccesso all’altro – ricorda Confagricoltura -. Fino a gennaio si è avuta la siccità (che non ha fatto crescere la pezzatura dei frutti ed ha compromesso i raccolti cerealicoli), poi le bombe d’acqua con danni alle strutture, piante abbattute e raccolti persi. Oltre tutto il fenomeno del “flash-flood”, devasta senza portare benefici e lascia solo aridità. E si teme ora per la nuova fase eruttiva dell’Etna, la quarta dell'anno. Le ceneri disperse nell’aria, ricadendo e depositandosi anche a lunga distanza dal vulcano, rovinano frutta e pomodori”.

PROSPETTIVE IN CRESCITA PER L’ASPARAGO ITALIANO


Fonte: Cso - Centro Servizi Ortofrutticoli

Si è concluso a Granata, in Spagna, il 9° Simposium Europeo dell’Asparago

Il Presidente di Euroasper Luciano Trentini esprime grande soddisfazione per l’ottima riuscita dell’edizione 2012 del Simposio biennale sull’asparago, realizzato da Asociafruit e con Areflh tra gli sponsor “ Il Simposio – sottolinea Trentini – con oltre 160 partecipanti, provenienti da 10 Paesi del mondo dimostra come ci sia un’ampio interesse globale per questa coltura, considerata fino a poco tempo fa una coltura di nicchia.. La produzione è in crescita e le potenzialità in termini di consumi sono senz’altro positive.”
Tra i molti i temi dibattuti nelle due giornate di lavoro ha prevalso la discussione sul futuro di questa coltivazione che, esce dalla considerazione di prodotto stagionale di nicchia per posizionarsi come prodotto da consumare durante tutto l’arco dell’anno.
Siamo di fronte ad una produzione, fra i due emisferi, che diventa complementare nel corso dell’anno visto che, in Europa, grazie anche all’utilizzo delle tecniche di forzatura, si produce la quasi totalità di asparago nei primi 6 mesi dell’anno.
La tradizione della coltivazione degli asparagi in Europa è consolidata ed avvallata dai numerosi riconoscimenti di Indicazione Geografica Protetta ottenuti in Italia, Francia e Spagna (Reg.Ce 510/2008).
La provenienza e la territorialità sono fattori determinanti per i consumatori europei di asparago che tendono a privilegiare la provenienza locale.
La produzione italiana di asparago, secondo i dati CSO presentati al Simposium, copre una superficie di 6.300 ettari concentrati in Veneto, Campania, Puglia ed Emilia Romagna.
La superficie coltivata negli ultimi anni tende ad una lieve decrescita mentre la produzione, che si attesta sulle 44.000 tonnellate è stabile da cinque anni.
I punti chiave per lo sviluppo della produzione e del mercato di questa importante coltura sono stati fissati in occasione del Simposio e prevedono:
• la riduzione dei costi di produzione e la salvaguardia dell’ambiente considerando che la coltura potrebbe rischiare di ridimensionarsi a causa della difficoltà di reperire manodopera.
• Il miglioramento genetico volto ad individuare cultivar più produttive ed idonee alla raccolta automatizzata.
“ L’asparago – rimarca Luciano Trentini – è senz’altro una coltivazione ancora in grado di soddisfare economicamente i produttori e le potenzialità sono enormi, basti considerare che il consumo domestico in Italia di asparago è pari a 2,5 Kg annui per famiglia, con un indice di penetrazione del 40% sulla popolazione italiana.
Un dato che lascia intravedere come, con opportune strategie commerciali e promozionali, si possa auspicare una crescita del settore”.

venerdì 23 marzo 2012

IMU: AGRICOLTORI CONTESTANO CIFRE DEL MINISTERO FINANZE

Fonte: COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTI, CIA, COPAGRI

Le cifre dello studio del ministero delle Finanze sull’impatto dell’Imu nel settore agricolo sono fuorvianti e lo abbiamo dimostrato con calcoli dettagliati. E’ quanto affermano Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri che intervengono per contestare la stima dell’ extragettito di 224 milioni di euro (di cui 135 milioni per gli immobili strumentali), che la Pubblica Amministrazione calcola per l’Imu agricola.

Il ministero delle Finanze - affermano Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri - basa le proprie stime di gettito su dati parziali relativi al numero di case e fabbricati adibiti a funzioni produttive connesse all’attività agricola. Non risultano incluse nelle entrate - precisano - quelle derivanti da 965 mila abitazioni rurali e da più di 1 milione di fabbricati, sia ad uso strumentale sia abitativo, che sono iscritti al catasto terreni (senza attribuzione di autonoma rendita e per i quali il decreto ‘Salva Italia’ ha previsto l’obbligo di accatastamento entro il 30 novembre).

Per quanto riguarda i terreni il calcolo fornito dal Ministero – precisano Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri - è stato fatto sulla stessa base imponibile della Ici terreni che conteneva franchigie che non sono state ancora riportate nella nuova norma.

I numeri corretti - continuano Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri - sono stati portati al tavolo sull’Imu agricola presieduto dal sottosegretario all’Economia e ci auguriamo che il Governo e le commissioni Bilancio e Finanze dei due rami del Parlamento che stanno esaminando il Dl fiscale ne tengano conto.

Se lo Stato conta di incassare 224 milioni di euro come extragettito dalle aziende agricole faccia in modo - concludono Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri - che questa cifra – già un vero salasso per il settore – non venga superata rivedendo adeguatamente la norma.

VINITALY, L'EMILIA-ROMAGNA A VERONA DAL 25 AL 28 MARZO. IN FORTE AUMENTO L'EXPORT CON UN +20% NEL 2011. CRESCE LA QUALITÀ.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: "Siamo la regione emergente del vino". 126 le aziende presenti.


Bologna - Volano le esportazioni, cresce la qualità dei vini emiliano-romagnoli. Anche nel 2011 l’Emilia-Romagna si è confermata una delle regioni italiane più capaci di rispondere ai mutamenti del mercato, realizzando un incremento delle vendite all’estero del 20% in valore rispetto al 2010 e consolidando il già ottimo +19% messo a segno nell’anno precedente. Il successo commerciale si accompagna sempre più a una crescita anche qualitativa, come testimonia l’inclusione, per la prima volta, di due vini romagnoli in una degustazione della prestigiosa rivista americana Wine Spectator.
E’ un’Emilia-Romagna del vino decisamente in buona salute quella che sarà alla 46esima edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 25 al 28 marzo. ”Ci presentiamo a questo Vinitaly con la convinzione di essere la regione emergente del vino – ha detto oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – ce lo dice non solo l’andamento dell’export che nel 2011 ha fatto registrare l’incremento più alto in Italia, ma anche la crescente domanda di vini emiliano-romagnoli di qualità Doc, Docg e Igt e i sempre maggiori riconoscimenti delle principali guide nazionali ed estere.” Rabboni ha rivendicato il ruolo svolto dalla Regione che ha convogliato significative risorse pubbliche - regionali, nazionali ed europee - per qualificare e innovare il settore, fornendo “opportunità che i produttori hanno saputo utilizzare al meglio”. Negli ultimi tre anni in Emilia-Romagna sono stati estirpati 3.130 ettari di vecchi vigneti grazie a un contributo pubblico di 36 milioni di euro; 37 milioni sono andati a sostenere la ristrutturazione e la riconversione di altri 4.550 ettari, mentre ammontano a 32,6 milioni di euro le risorse del Piano regionale di sviluppo rurale che negli ultimi quattro anni sono andate a vigneti e cantine, mobilitando investimenti complessivi per 83 milioni di euro. A tutto questo vanno aggiunte le risorse per la promozione che dal 2009 al 2012 sono triplicate passando da 2,8 milioni a 6 milioni di euro, mentre per il 2013 sono già previsti 7 milioni di euro.
Saranno 126 le aziende vitivinicole presenti al padiglione 1, in rappresentanza di tutto il territorio emiliano-romagnolo. A loro disposizione uno stand completamente rinnovato e il ricco programma di incontri e degustazioni messo a punto dall’ Enoteca Regionale Emilia Romagna . “ In questi anni – ha spiegato il presidente Gian Alfonso Roda – l’Enoteca è diventata un importante punto di riferimento per i produttori emiliano-romagnoli ai quali è in grado di offrire una gamma completa di servizi e promozione.” What an experience è lo slogan scelto quest’anno per lo stand dell’Emilia-Romagna, un invito – ha spiegato Roda – rivolto a tutti gli operatori a conoscere e ad apprezzare il mondo dei vini emiliano-romagnoli.
Tra gli appuntamenti in programma il workshop business to business organizzato per il quinto anno consecutivo da Regione Emilia Romagna e Unioncamere nell’ambito del progetto Deliziando. Saranno 54 i produttori delle 9 province che incontreranno 38 buyer internazionali provenienti da 16 paesi, oltre 340 gli incontri previsti. “Deliziando – ha spiegato il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Carlo Alberto Roncarati - è un esempio di concretezza con il quale forniamo un punto di appoggio alle imprese che possono dialogare con gli operatori esteri selezionati. E’ un progetto che in questi anni è cresciuto grazie alla sinergia tra sistema camerale, Regione ed Enoteca regionale e che si dimostra un collettore importante per aprire opportunità anche verso i mercati emergenti”.

La degustazione si prenota on line. Un app per conoscere tutte le cantine emiliano-romagnole.

Lo stand dell’Emilia-Romagna offrirà agli operatori, ai ristoratori e ai giornalisti un wine bar con oltre 200 etichette a cui si potrà accedere prenotando direttamente sul sito www.enotecaemiliaromagna.it la propria degustazione. Nel modulo di prenotazione online sarà possibile indicare se si desidera assaggiare vini fermi o vini frizzanti, rossi o bianchi, oppure indicare un vino specifico oppure la fascia di prezzo di interesse. Tra le novità di questa edizione anche un’app che consentirà a tutti i visitatori provvisti di iPhone o di iPad di localizzare con un click tutte le cantine dell’Emilia Romagna presenti in fiera, trovando inoltre informazioni e schede su ciascuna di esse.
Non mancheranno poi l’area ristorante, riservato a importatori e giornalisti ospiti delle aziende del Padiglione, curata dall’Istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Riolo Terme e le degustazioni guidate, tra cui quella condotta dallo Chef Andy Luotto alla scoperta dell’insolito abbinamento tra cui il Fortana Bosco Eliceo DOC con il cous cous (martedì 27 ore 12.00 area eventi pad.1). Altri appuntamenti dedicati alla stampa saranno poi la presentazione di Giovinbacco 2012 (martedì 27 ore 16.30 area eventi pad.1), l’incontro sul futuro del Lambrusco condotto da Giorgio Melandri (martedì 27 ore 11 stand C1) e la conferenza stampa dell’edizione 2012 di Enovitis in Campo dell’Unione Italiana Vini, dedicata alla vitivinicoltura sostenibile (mercoledì 28 ore 11.30 area eventi pad.1).
Accanto al vino, l’olio. A Veronafiere sarà presente anche una rappresentanza del piccolo ma pregiatissimo mondo olivicolo emiliano-romagnolo. Sei aziende provenienti da un’area particolarmente vocata, compresa tra le colline bolognesi e romagnole, porteranno il meglio della loro produzione a SOL, il Salone internazionale dell’olio d’oliva extravergine di qualità, al padiglione C (stand 18 e 19).

Al via il disciplinare per il vino biologico. Nello stand dell’Emilia-Romagna 16 cantine bio.
Tra i temi al centro del Vinitaly 2012 vi è sicuramente il vino biologico. A portare alla ribalta questo prodotto vi è, oltre a un crescente interesse da parte dei consumatori, anche l’arrivo dell’atteso disciplinare europeo sulla vinificazione delle uve biologiche. Una conquista importante per i viticoltori biologici italiani ed europei, che dalla vendemmia 2012 potranno utilizzare il termine 'vino biologico' sulle etichette (al posto dell’attuale “vino da uve biologiche”), accompagnato dal logo biologico dell'Ue e dal numero di codice dell'organismo di certificazione competente. Secondo i dati Sinab (sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica del Ministero delle politiche agricole) nel 2010 la superficie coltivata a vite secondo il metodo biologico era in Emilia-Romagna pari a 2 mila 192 ettari. Un dato che colloca l’Emilia-Romagna al sesto posto in Italia dopo Sicilia, Puglia, Toscana, Abruzzo e Marche. Le cantine bio associate a Enoteca Regionale Emilia Romagna presenti al Vinitaly al padiglione 1 sono 16.

POMODORO, L’ACCORDO DIMINUISCE IL PREZZO MA GARANTISCE L’AVVIO DELLA CAMPAGNA

Fonte: Alleanza delle Cooperative Italiane

Un passo importante per “salvare” una filiera che negli ultimi 20 anni ha favorito lo sviluppo di un intero comparto con vantaggi economici e sociali per le aziende agricole, le imprese di trasformazione e tutto l’indotto

(Bologna, 23 Marzo 2012). Prevede una contrazione del prezzo del pomodoro da industria di circa il 10% rispetto all’anno scorso, ma dopo due mesi di serrate trattative consente di dare il via alla campagna di trasformazione 2012, garantendo continuità alla programmazione dei trapianti e permettendo inoltre alle imprese agricole di optare per altre colture ritenute eventualmente più redditizie.
Le federazioni di settore dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (A.C.I.) commentano così l’accordo siglato tra le Organizzazioni dei Produttori (Op) del Nord Italia e l’Associazione degli industriali della trasformazione (AIIPA).
L’intesa raggiunta presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna sancisce con evidenza la gravità in cui versa il settore del pomodoro da industria, ma anche la consapevolezza che, in momenti così difficili come quello che sta attraversando il Paese, occorre fare ogni tentativo per “salvare” la filiera del pomodoro. Una filiera che negli ultimi 20 anni ha favorito lo sviluppo di un intero comparto, con ricadute economiche e sociali positive per le aziende agricole, le imprese di trasformazione e per tutto l’indotto.
L’Alleanza delle Cooperative Italiane attribuisce all’Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, il merito di un importante impegno teso a ricompattare le parti dopo la rottura delle trattative registratasi sabato 17 marzo.
Questa azione ha consentito il raggiungimento di una intesa con un prezzo che, seppur inferiore rispetto al 2011, risulta comunque significativamente superiore ai valori definiti quest’anno in altre importanti aree produttive europee quali Spagna, Portogallo e Francia. Sarebbe decisamente stato peggio procedere a trattative dirette tra le industrie di trasformazione e le singole imprese agricole o giungere alla definizione del prezzo a trapianti già avvenuti.

GUIDI (CONFAGRICOLTURA): "L’AGRICOLTURA NON CREA RICCHEZZA SOLO PER SE STESSA MA LO FA PER TUTTO IL PAESE”

Fonte: Confagricoltura

"Una politica è tanto più efficace quanto è coerente con i tempi che intende governare ma questo concetto non pare in linea con la proposta di riforma della Pac, che sembra orientata a voler costruire il futuro guardando al passato. La politica agricola comunitaria va riposizionata secondo quelli che sono i driver mondiali: volatilità dei prezzi, necessità di cibo, sostenibilità. In assoluto bisogna riportare la produzione al centro della Pac, su questo obiettivo vanno indirizzate le risorse disponibili, perché un imprenditore per fare investimenti deve avere una prospettiva finanziaria il più possibile stabile". Lo ha detto il presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi, chiudendo i lavori del convegno della propria Organizzazione di Alessandria sulla riforma della politica agricola comune.

"Bruxelles – ha proseguito - in passato ha fatto errori che dovrebbe riconoscere, come la revisione dell'Ocm Zucchero che ha portato alla falcidia degli zuccherifici italiani. E' quindi nella speranza di evitarne altri che ritengo che la Pac vada rimodulata, anche sfruttando il meccanismo di codecisione che rende strategica la funzione del Parlamento europeo, la cui Commissione Agricoltura è presieduta da Paolo De Castro".

Guidi si è poi soffermato su quello che ha definito il ‘Tornado Imu’ che si sta abbattendo sulle campagne, con una tassazione che rischia di pesare sul settore, secondo le stime di Confagricoltura, per 1,3/1,5 miliardi di euro. “Siamo disposti a fare la nostra parte e sacrifici, ma non possiamo chiudere le aziende per una manovra che va oltre il sopportabile e l’accettabile”.

"Dobbiamo poter recuperare – ha messo in evidenza Mario Guidi - l'entusiasmo di produrre che in parte abbiamo perso anche per una situazione oggettivamente difficile delle aziende che non hanno, a livello europeo e nazionale, strumenti e volani per crescere e diventare competitivi. Questo settore ha bisogno di meno romanticismo e più economia".

“L’agricoltura – ha concluso il presidente di Confagricoltura – è tutto intorno a noi ed i suoi problemi sono problemi di tutti. Troppo spesso si dimentica che non genera ricchezza solo per se stessa ma per tutto il Paese”.

Coldiretti Ferrara: domenica latte a metà prezzo



FONTE: COLDIRETTI

COLDIRETTI: TORNA IL PREZZO – PREMIO PER IL BUON LATTE CRUDO. DOMENICA 25 MARZO A SOLI 50 CENTESIMI AL LITRO NEI DISTRIBUTORI DI FERRARA DELL’AZIENDA ZOOTECNICA FRIGATI MORENO, ACCREDITA A CAMPAGNA AMICA

Per tutta la giornata di domenica 25 marzo ritorna il “prezzo – premio” per i consumatori di latte crudo fresco erogato nei tre distributori della città di Ferrara. Un pieno di salute e gusto a km zero che fa bene anche al portafoglio ed all’ambiente.

Dopo il primo esperimento di qualche settimana fa, l’azienda zootecnica Frigati Moreno, che gestisce i tre distributori automatici attivi a Ferrara dal 2008 (Via Bologna, 637, Via Modena, 11, Via Comacchio, 114), anche domenica 25 marzo replica l’iniziativa del “prezzo – premio” a soli 50 centesimi al litro come riconoscimento per i consumatori più affezionati e come piccolo incentivo per avvicinare nuovi clienti.
Il latte fresco erogato dai distributori automatici, in funzione tutti i giorni, per tutta la giornata, è crudo, ovvero non subisce nessun trattamento prima di essere portato al consumo, se non la refrigerazione. Ciò è possibile per l’altissima qualità del prodotto già a partire dalla produzione, alla stalla, con continui controlli da parte dei servizi veterinari in ogni fase: dall’alimentazione, all’allevamento, al trasporto, all’erogazione ai distributori. Una garanzia di salubrità e qualità per un prodotto unico, diverso dagli altri tipi di latte in vendita nel circuito commerciale, in quanto “vivo”, ricco di sostanze nutritive, vitamine, enzimi… e sapore!!
Il consumo di latte crudo, che conserva tutte le sue proprietà naturali, è più cremoso e gustoso e che costa meno di quello del supermercato, aiuta a ridurre l’impatto ambientale, non deve essere trasportato per tanti km, produce meno rifiuti, soprattutto se si utilizzano bottiglie di vetro, semplicemente ben lavate e riutilizzabili, ci fa ritrovare un sapore autentico ed è comodo: i distributori sono sempre aperti, ventiquattrore al giorno, ogni giorno, festivi compresi. Il latte viene rifornito garantendo la catena del freddo, ogni giorno, ritirando il latte non erogato che viene destinato all’alimentazione dei vitelli. Può essere consumato entro i tre giorni dall’erogazione. E’ consigliabile l’uso di una borsa termica per il trasporto sino a casa.

CLIMA. CONFAGRICOLTURA: E’ ALLARME SICCITA’. SONO A RISCHIO LE SEMINE PRIMAVERILI

Fonte: Confagricoltura

“E’ allarme siccità e sono a rischio le semine primaverili”. Lo sottolinea Confagricoltura che è vivamente preoccupata per le carenze idriche che si registrano in molte regioni, in particolare del Nord-Est. Preoccupazioni per i seminativi, ma anche per il riso con molte difficoltà, nelle aree agricole del veronese, per la sommersione dei campi.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli sta monitorando con le proprie strutture territoriali la situazione nelle varie regioni. Dopo il maltempo e la neve (che pur aveva portato qualche temporaneo beneficio) ora è la volta della siccità, anche e soprattutto nel Settentrione, oltre che in molte aree del Mezzogiorno e delle Isole, che è diventata la nuova emergenza.

giovedì 22 marzo 2012

Su "Agricoltura" di marzo le proposte dell'assessore Rabboni per il rilancio dell'ortofrutta

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Un codice condiviso di regole per l’immissione del prodotto sul mercato, volontario ma impegnativo per tutti i contraenti, per contenere i surplus, evitare le sovrapposizioni commerciali e l’introduzione di calibri inadeguati; un fondo autofinanziato dalle strutture organizzate dei produttori e dagli altri attori della filiera per il ritiro dai mercati più consolidati di una quota di prodotto da destinare a nuovi sbocchi commerciali all’export; l’avvio di una sperimentazione su larga scala di un sistema di fondi mutualistici intercooperativi o territoriali per la salvaguardia del reddito delle imprese agricole in caso di crisi di mercato o di altre avversità.
Sono queste, in sintesi, le proposte per ottimizzare il rapporto tra domanda ed offerta nel settore ortofrutticolo, reduce da un periodo di grave crisi, anticipate dall’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, nell’editoriale che apre il numero di marzo di “Agricoltura”, il mensile della Regione in distribuzione in questi giorni. Le proposte, che saranno discusse in un incontro nazionale che la Regione ha organizzato per il 16 aprile prossimo a Bologna, d’intesa con il ministero delle Politiche agricole e il coordinamento delle Regioni, hanno l’obiettivo, scrive Rabboni, di «promuovere la convergenza del mondo ortofrutticolo organizzato e delle rappresentanze professionali e cooperative verso la realizzazione di nuovi strumenti di governo dell’offerta, di minimizzazione dei rischi di mercato e di stabilizzazione del reddito».
Nel sommario del numero di aprile di “Agricoltura” ampio spazio è dedicato a servizi di approfondimento sulle ingenti perdite causate al comparto agro-zootecnico dall’ondata di maltempo che ha colpito il territorio regionale nel febbraio scorso, alle proposte delle centrali cooperative per superare la grave crisi che sta vivendo il settore della pesca e alle nuove norme regionali per la concessione dei contributi per i danni provocati dalla fauna selvatica. La sezione “Economia” accende i riflettori sul nuovo patto per la moratoria dei debiti delle aziende, sulle previsioni di mercato per le commodity per i prossimi anni e sui timori suscitati nel mondo ortofrutticolo italiano dal recente accordo Ue-Marocco per la liberalizzazione degli scambi di prodotti agricoli. Tra gli altri servizi in scaletta le novità in materia di certificazione della vite, le nuove tecniche per migliorare la qualità delle uve e la presentazione delle varietà più performanti di mais biologico.

“Agricoltura” di marzo 2012, oltre che in versione cartacea, è consultabile anche on line all’indirizzo http://www.ermesagricoltura.it/Informazioni/Agricoltura, sia in formato tradizionale, sia in quello sfogliabile (in questo secondo caso è necessario installare “Adobe Flash Player 10” o superiore).

mercoledì 21 marzo 2012

POMODORO: IL PEGGIOR ACCORDO DEL TERZO MILLENNIO PER I PRODUTTORI PERDITA SECCA DI 22,5 MILIONI DI EURO RISPETTO AL 2011

Fonte: Coldiretti Ferrara

Un accordo al ribasso, che lascia il sapore amaro di una speculazione sulla pelle degli agricoltori. E’ questo il commento di Coldiretti all’accordo del pomodoro firmato ieri tra associazioni dei produttori e associazioni industriali. “Per firmare un accordo che coinvolgesse tutti – ha detto il presidente di Coldiretti Ferrara Mauro Tonello – si è finito con il premiare i peggiori e penalizzare chi voleva fare le cose un po’ meglio. La firma a 84 euro a tonnellata, annulla infatti l’accordo raggiunto poche settimane tra produttori, le industrie di Confapi e l’autotrasformazione con il prezzo a 85 euro”.

Su 2.500.000 tonnellate di pomodoro prodotto in Emilia Romagna, compresa la nostra provincia, dove la coltura investe diverse migliaia di ettari - spiega Coldiretti – Confapi e autotrasformazione avevano contrattato circa il 70 per cento della produzione, con la conseguenza che il nuovo accordo taglia di netto circa 1.750.000 euro destinati ai produttori.

“Ad aggravare la situazione – commenta Tonello – è il cambiamento della griglia qualitativa, purtroppo avvallata dalla Regione e dalle organizzazioni di prodotto, che consente all’industria di abbassare ulteriormente i prezzi pagati ai produttori fino a portarli a 79 euro a tonnellata contro gli 88 euro del 2011 con una perdita nel giro di un anno di 22,5 milioni di euro. Ad un anno di distanza da quando quello che veniva denominato distretto è stato trasformato, con grande protagonismo degli enti locali, in primis la Provincia di Parma, in un organismo interprofessionale, ci troviamo a vedere annullate anche quelle che erano le tre regole auree del distretto”.

Coldiretti ricorda infatti che con l’attuale accordo non vengono più previsti i pagamenti a 60 giorni, la garanzia dei pagamenti e il deposito dei contratti entro il 15 marzo. “A questo punto – conclude Tonello – ci sentiamo di consigliare ai produttori di recarsi nei nostri uffici e di valutare i contratti di altre colture più convenienti, come soia e cereali”.

A.N.B.I. (ASSOCIAZIONE NAZIONALE BONIFICHE E IRRIGAZIONI): “ SE UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA, QUALCHE GOCCIA NON ALLONTANA LA SICCITA’”

Fonte: Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni)

“Se le sporadiche piogge dei giorni scorsi hanno leggermente ristorato le campagne dell’ Italia settentrionale, restano irrisolte le grandi incognite sulle disponibilità idriche per l’ormai prossimo avvio delle irrigazioni, anticipate anche dalle temperature superiori alle medie.” Lo conferma l’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), segnalando che le situazioni più preoccupanti si registrano a Nordest dove, da settimane, le Unioni Regionali Bonifiche hanno lanciato preoccupate segnalazioni.
In Friuli Venezia Giulia, il fiume Tagliamento è sotto la media stagionale e non si segnalano riserve di neve sulle montagne; la falda si è notevolmente abbassata rispetto allo scorso anno: - 16 metri nella zona di Remanzacco e – 14 metri nel territorio di Cividale. Permanendo le attuali condizioni, sono state già preventivate riduzioni nel servizio irriguo con inevitabili ricadute sulle produzioni agricole.
Analoga la situazione nel Veneto, dove “mancano all’appello” oltre 140 millimetri di pioggia, cioè circa 140 litri d’acqua per metro quadrato. La falda nell’area centrale delle risorgive si abbassa di oltre un centimetro al giorno, vale a dire di circa mezzo metro al mese. Sulle Prealpi non c’è neve e in quota si registra un deficit del 67% nello spessore medio del manto nevoso, dato peggiore rispetto a quello di altri inverni con poca neve (1990, 2000, 2007). Le portate di tutti i principali corsi d’acqua della pianura veneta risultano nettamente inferiori ai valori medi mensili di lungo periodo. Le condizioni di magra più evidenti si osservano lungo i fiumi Brenta e Bacchiglione con una riduzione dei deflussi di oltre il 60%.
Giunta Regionale ed Autorità di Bacino Alto Adriatico hanno già attivato una struttura tecnica per individuare le linee guida atte a contemperare i molti interessi gravitanti sulla risorsa acqua.
“Ma va ricordato – precisa Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I.– che la legge stabilisce che, dopo l’uso umano, la priorità compete all’uso agricolo. Oggi è la festa di San Benedetto, patrono dei bonificatori: se, come tradizione, arriveranno le rondini è anche perché i consorzi di bonifica contribuiscono all’equilibrio ambientale del territorio.”
Preoccupante è pure la situazione del fiume Adige, la cui portata si è dimostrata insufficiente ad impedire la risalita del cuneo salino, la cui azione mina la fertilità dei terreni; in ansia sono anche i risicoltori veronesi, giunti ormai alla vigilia dell’indispensabile pratica agronomica della sommersione dei campi.
Preoccupazione si registra anche in Piemonte e in Lombardia, soprattutto nelle zone vocate a riso e bisognose di grandi quantità d’acqua: il lago Maggiore, il cui livello è risalito di una ventina di centimetri a seguito di piogge, rimane infatti 60 centimetri sotto la media stagionale; ciò significa una carenza di 120 milioni di metri cubi d’acqua, cioè un terzo della capacità d’invaso. Tutti i grandi laghi del Nord Italia, pur in leggera ripresa, restano abbondantemente sotto le medie stagionali: lago di Garda: -30 centimetri; lago di Como: - 15 centimetri; lago d’Iseo: -30 centimetri. Meno allarmante, allo stato attuale, è la condizione del fiume Po, le cui portate, ancorchè fluttuanti, stanno godendo dello scioglimento delle “nevi basse”; il loro effetto, non essendo copiose quest’anno le riserve nivose montane, si esaurirà però nell’arco di un paio di mesi e poi ci si dovrà affidare solo a “Giove Pluvio”.
Situazione a rischio anche in Emilia Romagna dove, nell’area centrale, la falda ipodermica è scesa a tre metri dal piano campagna; la situazione idrica complessiva è inferiore alle medie stagionali.
Seppur in maniera non omogenea, ma le riserve idriche preoccupano anche in Toscana: le situazioni più gravi si registrano nelle zone centro meridionali dove, ad esempio, l’invaso del Bilancino, nell’area di Firenze, è ai minimi storici.
La situazione, invece, migliora man mano che si scende verso Sud per la presenza di invasi, che registrano un crescente accumulo idrico.
“Nella perdurante assenza di un Piano Nazionale degli Invasi e a fronte delle nuove difficoltà registrate per il Piano Irriguo Nazionale, si dimostra quanto mai lungimirante la scelta dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni di dar vita al sistema Irriframe che, in fase di attuazione sull’intero territorio italiano, garantisce l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica a fini irrigui – conclude Gargano - Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua dobbiamo essere orgogliosi dell’interesse che, a livello internazionale, sta riscuotendo, l’azione dei consorzi di bonifica italiani, come testimoniato anche recentemente dal World Water Forum svoltosi Marsiglia, attento alla nostra costante opera di trasformazione degli impianti irrigui verso tecnologie a minore consumo d’acqua.”

POMODORO DA INDUSTRIA, RAGGIUNTA L'INTESA PER L'ACCORDO QUADRO 2012

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Bologna - “Questo accordo conferma e rilancia la coesione di tutta la filiera e ci dice che il sistema è ancora unito. Ora rafforziamo tutti il nostro impegno per far decollare effettivamente il Distretto del pomodoro da industria del nord Italia come Organismo interprofessionale, così da mettere in atto tutte le iniziative volte a dare più valore alle nostre produzioni”. E’ il commento dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni all’intesa, raggiunta ieri a Bologna presso la sede della Regione Emilia-Romagna, tra le Organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione aderenti ad AIIPA, per definire il contratto quadro per la campagna di trasformazione del pomodoro da industria 2012.
“Desidero esprimere tutta la mia soddisfazione per la disponibilità dimostrata dalle parti che hanno accolto l’invito della Regione a riaprire la trattativa dopo che questa si era interrotta. Questo dà ancora più valore a un’intesa che ci permetterà di evitare lo sgretolamento di una filiera che è stata sempre il nostro fiore all’occhiello e le pesanti inevitabili conseguenze sul piano economico e della qualità”.
L’accordo stabilisce una diminuzione del prezzo e una diversa modalità di valutazione del prodotto, più esigente rispetto alla campagna scorsa. Sono stati inoltre allungati i tempi per i pagamenti e aumentate le penali di rispetto degli obblighi contrattuali per la reciproca tutela delle parti.
Nel corso dell’incontro sono emerse con chiarezza le numerose difficoltà del settore, che si deve confrontare con prezzi dei derivati di pomodoro (soprattutto concentrato) a livello di mercato mondiale estremamente bassi, che mettono in seria difficoltà la remunerazione dei soggetti della filiera produttiva.

lunedì 19 marzo 2012

LIBERALIZZAZIONE VIGNETI, CONFAGRICOLTURA AL PARLAMENTO EUROPEO: “OCCORRE IMPEDIRE UNA RIFORMA DESTABILIZZANTE”

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura, intervenendo a Bruxelles all’incontro organizzato dal Parlamento Europeo sulla liberalizzazione degli impianti vitati, ha ribadito il suo “no” alla norma introdotta dalla riforma dell’Organizzazione comune di mercato del Vino del 2008, che prevede la fine dei diritti di impianto al 31 dicembre 2015 (attualmente i nuovi vigneti possono essere impiantati solo se supportati dai diritti posseduti dal viticoltore o, in casi particolari, attinti da una riserva regionale).

“Sono quattro anni che stiamo conducendo una battaglia contro la liberalizzazione dei vigneti che, se sarà concretizzata, porterà alla destabilizzazione del settore vitivinicolo - ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi -. In questo periodo si è rafforzato il fronte, costituito da 14 Paesi e guidato proprio dall’Italia, con gli altri Paesi a grande vocazione viticola, che punta ora a formare il blocco di maggioranza necessario a cancellare la legge”.

“Eliminare i diritti di impianto avrebbe – spiega Guidi - conseguenze gravissime: aumento incontrollato delle superfici a denominazione d’origine, eccedenze nell’offerta, concentrazione nelle aree con costi di produzione più bassi, flessione del valore del vigneto, affermazione di una viticoltura lontana dalla nostra storia”.

“Senza il sistema dei diritti - prosegue il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli - crollerebbe la base della piramide qualitativa del nostro sistema di denominazioni. Il senso di responsabilità verso i produttori italiani ci impone di difendere quanto da loro storicamente creato e valorizzato, in primis il patrimonio territoriale e ampelografico”.

“C’è anche il problema - secondo Confagricoltura – che la liberalizzazione darebbe più spazio ai vini varietali, ovvero ai vini comuni che riportano in etichetta anche l’annata ed il vitigno. Queste produzioni, se non adeguatamente limitate, nel tempo andranno a minare il mercato dei vini Igt/Igp che storicamente puntano soprattutto sul luogo geografico di provenienza e sul vitigno”.

COLDIRETTI: MERCOLEDI’ 21 MARZO INCONTRO SU ALIMENTAZIONE E BENESSERE NEL PERIODO SCOLARE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Nell’ambito del progetto di Educazione alla Campagna Amica per l’anno scolastico 2011/12, “La mia merenda. Sana, locale, stagionale”, Coldiretti promuove un incontro mercoledì 21 marzo, alle 15.30 presso la Sala Conferenze della sede di Via Bologna, 637, con il prof. Leonardo Sacrato del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna.

Si terrà mercoledì 21 marzo alle 15.30 presso la Sala Conferenze della sede provinciale di Coldiretti Ferrara l’incontro previsto dal progetto rivolto alle scuole ferraresi per il corrente anno scolastico.
Da tempo Coldiretti, attraverso l’educazione alla Campagna Amica, svolge attività nelle scuole ferraresi, in particolare del primo ciclo, ovvero le primarie, dove promuovere attraverso il coinvolgimento ludico ed interattivo con i ragazzi, i temi della corretta alimentazione, del nostro territorio, dei buoni comportamenti di acquisto e di consumo dei prodotti agroalimentari, in particolare di quelli ferraresi e delle nostre produzioni tipiche e tradizionali.
Nell’ambito del progetto 2011/2012, che vede coinvolti circa 1.000 studenti in tutto il territorio provinciale, e che ha per titolo “La mia merenda. Sana, locale, stagionale”, si è attivato anche un momento rivolto in modo mirato e specifico ad insegnati e genitori, dove confrontarsi sul tema della corretta educazione alimentare e del benessere in età infantile ed evolutiva, laddove sempre più di frequente si manifestano anche fenomeni patologici o comunque di disagio che possono portare a situazioni delicate, sia dal punto di vista fisico che psicologico per i nostri figli.
Anche in questo caso la corretta conoscenza di questi fenomeni è un ausilio indispensabile per genitori ed educatori nell’attività quotidiana e con l’aiuto del dott. Leonardo Sacrato, psicologo e psicoterapeuta presso il centro regionale per i disturbi del comportamento alimentare in età evolutiva del Policlinico S. Orsola – Malpighi di Bologna, che relazionerà sul tema “alimentazione e ben-essere: non solo cibo”, Coldiretti vuole dare un contributo concreto per comprendere, prevenire ed affrontare questo tema davvero delicato.
L’incontro è aperto a tutti quanti interessati, genitori ed educatori.
Per informazioni: segreteria Coldiretti 0532/979730.

venerdì 16 marzo 2012

COMMERCIO ESTERO, CONFAGRICOLTURA: “GENNAIO DELUDENTE PER L’EXPORT AGRICOLO, PENALIZZATO DA NEVE E SCELTE DI BRUXELLES ”

Fonte: Confagricoltura

“Scendono le esportazioni italiane a gennaio rispetto a dicembre (-2,5%), con risultati particolarmente deludenti per i prodotti agricoli, in marcata flessione
(-11,4%). Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati Istat diffusi oggi sul commercio estero.

“I problemi connessi prima allo sciopero dei Tir, poi all’eccezionale ondata di maltempo – pone in evidenza Confagricoltura - hanno penalizzato notevolmente le produzioni agricole italiane che, negli ultimi anni, invece avevano avuto quasi sempre performance migliori rispetto all’export complessivo nazionale”.

“L’agricoltura – prosegue Confagricoltura - è in grandissima difficoltà, non riesce a preservare le sue quote di mercato ed è sempre più debole sul fronte delle importazioni, anche per scelte miopi come quella del recente accordo bilaterale dell’Unione europea con il Marocco”.

“Occorre – ad avviso di Confagricoltura - rafforzare la capacità delle imprese di esportare e di investire all’estero, razionalizzando le risorse, con dotazioni finanziarie sufficienti, stabilendo priorità di azioni e creando strumenti normativi che le sostengano direttamente”.

BIOENERGY, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): "PUNTARE SULL'INNOVAZIONE PER TRASFORMARE L'AGRICOLTURA IN QUALCOSA CON MENO ROMANTICISMO E PIU' ECONOMIA"

Fonte: Confagricoltura

"In Italia, per dare un futuro possibile al settore primario, bisogna avere la capacità di puntare sull'innovazione come sistema-Paese per trasformare quest'agricoltura in qualcosa con meno romanticismo e più economia", lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, nel suo intervento al convegno nell'ambito di BioEnergy Italy, a CremonaFiere.
"Una politica è tanto più efficace quanto è coerente con i tempi che intende governare - ha sottolineato Guidi - ma questo concetto non pare in linea con la proposta di riforma della Pac, che sembra orientata a voler costruire il futuro guardando al passato. La politica agricola comunitaria va riposizionata secondo quelli che sono i driver mondiali: volatilità dei prezzi, necessità di cibo, sostenibilità. In assoluto bisogna riportare la produzione al centro della Pac, su questo obiettivo vanno indirizzate le risorse disponibili, perchè un imprenditore per fare investimenti deve avere una prospettiva finanziaria il più possibile stabile".
"Dobbiamo poter recuperare l'entusiasmo di produrre che in parte abbiamo perso", ha ribadito il presidente di Confagricoltura, per poi avvertire: "Bruxelles in passato ha fatto errori che dovrebbe riconoscere, come la revisione dell'Ocm zucchero che ha portato alla falcidia degli zuccherifici italiani. E' quindi nella speranza di evitarne altri che ripeto: la Pac va rimodulata, anche sfruttando il meccanismo di codecisione che rende strategica la funzione del Parlamento europeo, la cui Commissione Agricoltura è presieduta da Paolo De Castro".

MADE IN ITALY: COLDIRETTI, BENE STOP QUOTE STATO IN PECORINO RUMENO

Fonte: Coldiretti Ferrara

Marini: finalmente ha vinto il buonsenso con cessione quote Simest in Lactitalia

Finalmente ha vinto il buonsenso. E’ un grande risultato della nostra mobilitazione l’annuncio della cessione da parte della finanziaria del Ministero dello Sviluppo economico Simest delle quote di partecipazione in Lactitalia, la società che produce in Romania i formaggi pecorino e caciotta che fanno concorrenza alle produzioni del vero Made in Italy. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel ricordare che si è conclusa positivamente la battaglia della Coldiretti, delle associazioni dei consumatori e di 2215 i comuni, 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunità Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere, che hanno adottato delibere con le quali si denunciava che le operazioni di sostegno dell’Italian sounding, da parte della Simest, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della “saturazione”del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy”.



Una vicenda incredibile si è chiusa positivamente ma ci chiediamo - ha precisato Marini - in quali altre occasioni ci sia stata una cattiva utilizzazione delle risorse pubbliche come questa senza che nessuno se ne occupasse o intervenisse. Per questo ora l’impegno del Governo e del Parlamento – ha affermato Marini - deve essere rivolto a vietare per legge il finanziamento pubblico di prodotti realizzati all’estero che imitano il vero Made in Italy. Occorre - ha concluso Marini - avere la forza di distinguere la vera internazionalizzazione da quelle forme di delocalizzazione aggravate dall’uso improprio del “marchio Italia” che danneggiano il Paese facendo perdere occupazione e svilendo il valore del Made in Italy, costruito con sacrifici da generazioni di imprenditori.



Per quanto riguarda la questione della societa' Lactitalia attraverso un comunicato emesso al termine della manifestazione della Coldiretti in piazza Montecitorio è stato annunciato che, ''Simest ha portato a conclusione la procedura di partecipazione alla societa', dalla quale e' uscita con la cessione delle quote'' dando ''piena adesione al rafforzamento del contrasto all'italian sounding e alla diffusione del made in Italy, cosi come indicato da una recente direttiva del Ministero dello sviluppo economico''. ''Simest ha prontamente recepito la direttiva in materia agroalimentare emanata dal Ministero dello Sviluppo Economico, che prevede la revoca di partecipazioni deliberate, qualora le imprese pongano in essere pratiche commerciali in grado di indurre in errore i consumatori, anche nei mercati esteri, circa l'origine italiana dei prodotti commercializzati, sia attraverso elementi specifici dei prodotti stessi che del relativo packaging''.

OGM: COLDIRETTI, PASSO INDIETRO CLINI GIUSTIFICATO DA NUMERI. ECCOLI

FONTE: COLDIRETTI

Il passo indietro del Ministro Corrado Clini è giustificato dai numeri e comunque nessuno ha mai fermato la ricerca tanto che in Italia non è stata mai vietata. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento alle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che dopo le sconcertanti dichiarazioni sugli Ogm ha precisato che ''resta fermo il divieto degli Ogm in Italia ma e' insensato frenare la ricerca''. In Europa sono coltivati con organismi geneticamente modificati (Ogm) appena 114.290 ettari di terreno, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie agricola totale europea che è di 160 milioni di ettari, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell'“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA) che evidenziano che le superfici sono rimaste praticamente stabili negli ultimi cinque anni nonostante le pesanti pressioni delle multinazionali sui poteri “salvifici” del biotech. Inoltre - continua la Coldiretti - su un totale di 27 paesi europEi sono solo 8 quelli dove si coltivano gli Ogm: in 6 è stato è coltivato mais biotech (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca) e in tre paesi (Germania, Svezia e Repubblica Ceca) patata “amflora” da seme. La contrarietà delle Istituzioni della stragrande maggioranza dei paesi Europei e degli agricoltori è dovuta - sottolinea la Coldiretti - all’atteggiamento contrario dei cittadini europei, come dimostra l’ultimo sondaggio Eurobaromestro dal quale emerge che una netta maggioranza del 61 per cento, in aumento rispetto al 57 per cento del 2005, è molto contraria ai cibi geneticamente modificati. Tale percentuale è piu’ alta in Italia dove il 71 per cento degli Italiani ritiene che i cibi biotech siano meno salutari di quelli tradizionali secondo monitoraggio effettato dalle indagini Coldiretti/Swg. Il fatto che la percentuale sia rimasta sostanzialmente stabile nel tempo dimostra che - continua la Coldiretti - si tratta di un convincimento fortemente radicato nella popolazione. “Una agricoltura che guarda al mercato deve rispondere ai bisogni dei cittadini che chiedono di consumare alimenti sani, senza modificazioni genetiche, in un ambiente non contaminato”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio marini nel sottolineare che “il successo del cibo italiano sta proprio nell’aver investito nella distintività e nel legame con il territorio che sono tutto il contrario della omologazione promossa dal biotech”.

giovedì 15 marzo 2012

LAVORO: COLDIRETTI, 300MILA POSTI DA TUTELA MARCHIO MADE IN ITALY

FONTE: COLDIRETTI

La mancata tutela del marchio Made in Italy costa all’Italia almeno 300mila nuovi posti di lavoro solo nell’agroalimentare e supera i cento miliardi all’anno di mancato fatturato. E’ quanto è emerso nel corso della mobilitazione a piazza Montecitorio dell’alleanza per il Made in Italy promossa dalla Coldiretti e dalle associazioni dei consumatori e degli ambientalisti, insieme ai cittadini e ai rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale, regionale e locale, a partire dai Sindaci con circa 300 gonfaloni provenienti dalle diverse Regioni.
Presenti anche il presidente provinciale di Ferrara Mauro Tonello, il direttore Luigi Zepponi, tutti i segretari di zona, 50 soci, rappresentanti degli enti locali comune di Copparo, Unione dei comuni terre e fiumi, comune di Voghiera ed il sindaco di S. Agostino, Fabrizio Toselli.
Il marchio Italia - sottolinea la Coldiretti - è il principale patrimonio del Paese e dovrebbe essere adeguatamente tutelato e rispettato ma, invece è spesso banalizzato, usurpato, contraffatto e sfruttato, come dimostra il caso emblematico del “pecorino” prodotto completamente in Romania con i soldi dello Stato italiano. Un esempio dei troppi casi di disattenzione e sottovalutazione nei confronti di una delle poche leve competitive di cui il Paese dispone per ricominciare a crescere. Lo dimostrano - sottolinea la Coldiretti - le ultime dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini a favore degli Ogm che non tiene conto della crescente opposizione della maggioranza dei cittadini agli organismi geneticamente modificati in agricoltura perchè non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy,

“A distanza di oltre un anno dell’ultima legge nazionale per rendere obbligatoria l’etichettatura di origine degli alimenti nessuno si è preso la responsabilità di applicarla per fare sapere agli italiani quello che mangiano” ha denunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare la gravità del danno poiché, secondo lo studio Coldiretti/Eurispes, il 33 per cento dei prodotti agroalimentari commercializzati in Italia o esportati per un valore di 51 miliardi deriva da materie prime importate e rivendute poi col marchio Made in Italy. Peraltro il solo mercato delle imitazioni dei prodotti italiani all’estero “Italian sounding”, reso possibile dalla insufficiente attenzione ai negoziati sul commercio internazionale, vale 60 miliardi di euro ma - sottolinea la Coldiretti - alimenta il grande business dei ristoranti italiani che non è sempre trasparente, come dimostra il fatto che le prime dieci catene della ristorazione degli Stati Uniti fondano il loro successo proprio su immagini, colori e nomi del Made in Italy che nulla hanno a che fare con la realtà produttiva nazionale. Secondo il magazine americano Restaurants and Institutions, su 400 ristoranti a catena più importanti, 22 sono brand che propongono piatti spesso snaturati della tradizione gastronomica italiana, da “Romano’s Macaroni Grill” a “The Old Spaghetti Factory” fino a “Brio Tuscan Grill” con oltre 2500 punti vendita. Non è un caso se - aggiunge la Coldiretti - un piatto come gli spaghetti alla bolognese che sono considerati il piatto ”italiano piu’ famoso all’estero è completamente sconosciuto nella città emiliana.

La sottovalutazione del patrimonio economico, sociale, ambientale, paesaggistico e culturale rappresentato dall’agricoltura e dal cibo italiano è evidente anche nell’introduzione dell’Imu, che

chi con la terra ci lavora e ci vive si è visto aumentare in maniera maggiore di chi la terra la usa per divertirsi o speculare. Una sperequazione che – ha sostenuto Marini - contrasta completamente con gli obiettivi di equità e crescita e mette a rischio la produzione agricola Made in Italy con un costo per le imprese stimato in oltre un miliardo di euro fra terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi.

“L’agricoltura non è stata peraltro neanche invitata al tavolo del lavoro tra Governo e forze sociali nonostante occupi 1,2 milioni di lavoratori dipendenti oltre agli autonomi” ha concluso Marini nel sottolineare peraltro che mentre si discute di articolo 18 e di licenziamenti sarebbe ora che venisse pubblicato al piu’ presto il decreto flussi per il lavoro stagionale degli extracomunitari, in ritardo di 4 mesi, che consentirebbe l’assunzione da parte delle nostre imprese di 35mila lavoratori necessari per non mandare alla malora le produzioni agricole che con la primavera si iniziano a raccogliere, dalle fragole del veronese agli ortaggi della provincia di Latina.

OGM: DICHIARAZIONE CLINI FA DANNI AL MADE IN ITALY COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA: IL RISO CARNAROLI NON E’ OGM

Fonte: Coldiretti Emilia Romagna

“Il Carnaroli è un’antica varietà di riso che nulla ha a che vedere con gli organismi geneticamente modificati”: Lo ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello in riferimento alle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera a favore degli Ogm, in cui il ministro indica il riso Carnaroli, prodotto anche in Emilia Romagna, soprattutto nel ferrarese, tra i prodotti Ogm. “Le dichiarazioni del ministro – ha detto Tonello sono l’ultimo caso di sottovalutazione e disattenzione nei confronti del valore del Made in Italy che hanno portato in piazza Coldiretti con l’alleanza di consumatori ed ambientalisti che condividono la battaglia per una Italia libera da Ogm, da Federconsumatori a Adusbef fino a Codacons, da Legambiente a Slowfood fino all’Aiab e molti altri insieme a centinaia di comuni e le Regioni che all’unanimità hanno più volte chiesto al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia per vietare precauzionalmente la coltivazione degli Ogm in Italia”.

A differenza di quello che dichiara il Ministro “tecnico”, l’ingegneria genetica e la transgenesi - sottolinea la Coldiretti - non centrano niente con il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano e la Cipolla Rossa di Tropea e la vite nero d’Avola, che subiranno gravi danni economici sul mercato dalle dichiarazioni superficiali ed inopportune. Bisogna conoscere la differenza tra gli incroci e gli ibridi rispetto all’ingegneria genetica. E a proposito di innovazioni che rischiano di depotenziare il Made in Italy come leva strategica di crescita del Paese, l’agricoltura italiana – sostiene Tonello - ha primati nel mondo per valore aggiunto per ettaro. biodiversità e denominazioni di origine e non abbiamo proprio bisogno copiare nessun altro modello molto meno sostenibile ed avanzato del nostro.

Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy come sanno il 71 per cento degli Italiani che esprimono una forte contrarietà, ormai costante da anni secondo monitoraggio effettato dalle indagini Coldiretti/Swg nel tempo. E per quanto riguarda le coltivazioni Ogm a scopi energetici, il Ministro dovrebbe sapere - continua la Coldiretti - che in un Paese come l’Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni ambientali e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da Ogm. La ricerca è importante ma deve avere obiettivi sostenibili, condivisibili e utile per il benessere della società e non quando serve a fare arricchire poche multinazionali.

Non ci sono ragioni - continua la Coldiretti - per riaprire una polemica di cui il Paese non sente certo il bisogno e su cui i cittadini hanno già detto tutto proprio nel momento in cui le grandi multinazionali del biotech hanno preso la decisione di rinunciare allo sviluppo e alla commercializzazione di nuovi prodotti transgenici (Ogm) destinati all'Unione europea, per la crescente opposizione della maggioranza dei cittadini. Gradiremmo infine - conclude Coldiretti - che il Ministro Clini si occupi a tempo pieno di energie rinnovabili finalmente adottando quel decreto sugli incentivi che attendiamo ormai da molti mesi così come gradiremmo la sua attenzione al tema del recupero energetico degli effluenti di allevamento per la produzione di biogas invece di creare l’illusione di colture no food che magari saremmo costretti a importare dai paesi del sud già oggetto di deforestazione.

PENSIONI: GLI OVER 60 DI CONFAGRICOLTURA INVENTANO I BOLLINI PREMIO PER FAR CRESCERE QUELLE DI FIGLI E NIPOTI

Fonte: Confagricoltura

“Fare la spesa al supermercato, mettere benzina, usare la carta di credito aiuterà i nostri figli e i nostri nipoti. Ho presentato una proposta di legge che permetterà di incrementare le pensioni che, per le misure adottate dal Governo con l’obiettivo di razionalizzare e contenere la spesa pubblica, sono più lontane e ridotte negli importi, penalizzando in particolare i più giovani”. Lo ha annunciato il vicepresidente del Sindacato pensionati di Confagricoltura, onorevole Angelo Santori, in occasione dell’inaugurazione del soggiorno organizzato dagli over 60 dell’Organizzazione a Torre Canne (Br).
Il meccanismo è molto semplice: basta fare la spesa e, invece di bollini premio, scegliere di accumulare, su base volontaria, “punti pensione” anche per figli o nipoti. ”E’ una concreta operazione di collaborazione tra le generazioni, che mi piacerebbe partisse nel 2012, l’anno europeo dedicato proprio all'invecchiamento attivo e alla solidarietà tra le generazioni – sostiene Santori -. Tutto è sancire, per legge, questa opportunità, in collaborazione con le aziende che fidelizzano la propria clientela attraverso le raccolte di bollini, innescando anche un circuito virtuoso tra moneta elettronica, azienda commerciale e cliente a tutto vantaggio delle giovani generazioni”.
In sostanza, invece di pentole e lenzuola, gli over 60 potranno dare un piccolo ma significativo contributo all’aumento della pensione dei propri cari: “La proposta che ho presentato varrà anche per chi è ancora in attività – conclude Santori - come lavoratori dipendenti e autonomi, compresi i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli a titolo principale”.

PAGAMENTI IN AGRICOLTURA - ENTRO GIUGNO IL SALDO DELLA "DOMANDA UNICA".

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: lo slittamento dovuto alla revisione triennale delle foto aree richiesta dall'Unione europea. Ma Agrea sta facendo il possibile per contenere i disagi.


Bologna - Dopo l’anticipo dello scorso ottobre, il primo pagamento della “domanda unica” 2011 della Pac sarà effettuato dalla seconda metà di marzo, mentre il saldo avverrà entro il 30 giugno 2012. E’ quanto comunica Agrea, l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura.
La dilazione di due/tre mesi rispetto ai previsti pagamenti, che per prassi avvengono tra dicembre e gennaio, è dovuta al regolamento europeo che impone la revisione triennale delle foto aeree e il conseguente, inevitabile allungamento dei tempi.
Successivamente saranno saldate le domande agro-ambientali del Programma di sviluppo rurale 2007-2013. Le somme erogate non subiranno riduzioni per eventuali “recuperi“ di importi su domande pagate negli anni precedenti.
“Siamo consapevoli del profondo disagio che questa dilazione dei tempi di pagamento, che Agrea sta cercando di contenere il più possibile, comporta per gli agricoltori- sottolinea l‘assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - voglio tuttavia ricordare che proprio l’operazione di verifica delle superfici, ormai peraltro in fase di conclusione, consentirà, dal 2012 e per i prossimi tre anni, di erogare tempestivamente una maggiore massa di aiuti comunitari e di diminuire la percentuale dei controlli “in loco“dal 5% all’1%. In questo modo si ridurranno i disagi per le aziende agricole e i costi per la pubblica amministrazione”.
Per regolamento dell’Unione europea il nuovo uso del suolo, accertato con i controlli aerei, va utilizzato dagli organismi pagatori per verificare tutte le domande di premio riguardanti la superficie agricola, cioè le “domande uniche” e quelle riferite alle misure agro-ambientali del Programma di sviluppo rurale. I controlli tramite foto aeree delle superfici per cui si chiede il premio, vengono realizzati ogni tre anni da Agea, l’Agenzia nazionale per le erogazioni agricoltura e nel 2011 questa complessa procedura ha interessato tutta l’ Emilia-Romagna.

OGM, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “l’ITALIA NON PUO’ RIMANERE FUORI DAI CIRCUITI INTERNAZIONALI DELLA SPERIMENTAZIONE”

Fonte: Confagricoltura

“Sugli organismi geneticamente modificati è in corso uno scontro fondamentalista, di religione, mentre serve un approccio laico. E’ una materia che dovrebbe essere affidata ai ricercatori, che chiede rigore scientifico e non emotività”. Lo dice il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, commentando le dichiarazioni del ministro per l’Ambiente, Corrado Clini.
“Non vogliamo affermare che gli Ogm fanno bene o fanno male – tiene a precisare Guidi -. Vogliamo solo che gli sperimentatori possano fare il loro lavoro. La ricerca non deve fare paura. E l’Italia non deve essere esclusa dai circuiti internazionali della sperimentazione”.
“Gli Ogm sono diventati la Tav del settore agroindustriale, la guerra a tutti i costi – conclude il presidente di Confagricoltura -. Mi piacerebbe che in materia di ingegneria genetica si potesse effettuare un confronto pacato”.

WORLD WATER FORUM, SALVADOR (API) CONFAGRICOLTURA: “L’ACQUACOLTURA ITALIANA E’ UN ESEMPIO DI PRODUZIONE SOSTENIBILE”

Fonte: Confagricoltura

“L’acquacoltura ha un’importanza strategica nella gestione sostenibile della risorsa idrica nel nostro pianeta”. Lo ha detto il presidente dell'Associazione Piscicoltori Italiani (API) di Confagricoltura, Pier Antonio Salvador, intervenendo alla conferenza organizzata, in occasione del 6° World Water Forum di Marsiglia, la più grande manifestazione mondiale dedicata all’Acqua, promossa dal Water World Council dell'Unesco, con la partecipazione di delegazioni da 180 Paesi.
“L'acquacoltura, settore avanzato del primario, rappresenta oggi una delle fonti di proteine ad uso alimentare umano più ecocompatibili e sostenibili anche a livello sociale, economico e culturale – spiega Salvador, al congresso promosso dalla direzione generale della Pesca marittima e dell’Acquacoltura del ministero -. Il sistema italiano della “vallicoltura”, è un tipico esempio di come questo tipo di produzione sia fondamentale per l'esistenza delle zone umide, non solo nel nostro paese, ma in tutto il mondo”.
“Essenziale è il ruolo delle associazioni di categoria nell’indirizzare i produttori verso modelli di gestione della risorsa idrica rispettosi dell'habitat naturale – conclude il presidente API -. Ad esempio abbiamo adottato il codice di buona pratica di allevamento che indica agli associati il percorso per una produzione garantita e responsabile”.
Confagricoltura sottolinea l’importante ruolo economico-produttivo e di presidio ambientale dell’acquacoltura, perché costituisce un'interessante prospettiva imprenditoriale, fornisce prodotti pregiati, sicuri e controllati, nel pieno rispetto del territorio e dell’ecosistema.

mercoledì 14 marzo 2012

CACCIA, LA GIUNTA APPROVA LA DELIBERA DEL NUOVO CALENDARIO VENATORIO REGIONALE

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: recepiamo la recente sentenza della Corte costituzionale, riconfermando il contenuto del precedente progetto di legge


Bologna - Via libera della Giunta alla delibera che definisce il nuovo calendario venatorio regionale. Con tale atto la Regione si adegua alla recente sentenza della Corte costituzionale che, a proposito di una legge della Regione Abruzzo, aveva chiarito l’obbligo delle Regioni di adottare calendari venatori con atti amministrativi e non con leggi e il ruolo dell’Ispra, l’Istituto governativo per la prevenzione e la ricerca ambientale, quale unico organo tecnico-scientifico deputato ad esprimere pareri. “Con questo provvedimento – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura e all’attività venatoria Tiberio Rabboni – recepiamo la sentenza della Corte, peraltro riconfermando nei contenuti il precedente progetto di legge. La delibera odierna affida alle Province l'emanazione dei singoli calendari operativi provinciali.”
Il nuovo calendario venatorio entrerà in vigore la terza domenica di settembre per concludersi il 31 gennaio.
Tra le novità previste, la sospensione, su indicazione dell’Ispra, della caccia alla “moretta” per prevenire il rischio di confusione con la “moretta tabaccata”, specie tutelata in gravissima difficoltà. Sarà anche vietato l’ utilizzo di fucili caricati con pallini di piombo nelle zone umide naturali ed artificiali. Vengono anche rafforzate le azioni a tutela dell’attività agricola, mentre per quanto riguarda gli ungulati sono previste misure per l’effettivo raggiungimento della densità massima di animali nei territori rurali vocati. La data di riconsegna della scheda riepilogativa sulla “caccia in deroga” è stata unificata alla consegna del tesserino regionale di caccia, dunque entro il 31 marzo.

LA CAMERA DEI DEPUTATI ACCOGLIE LE RICHIESTE DI CONFAGRICOLTURA E CIA A RIVEDERE L’IMU AGRICOLA

Fonte: Confagricoltura Ferrara e Cia Ferrara

Cia e Confagricoltura Ferrara commentano positivamente l’approvazione dell’Ordine del Giorno avvenuta nella seduta di ieri da parte della Camera dei Deputati che impegna l’esecutivo a rivedere la nuova imposta sui fabbricati rurali: la nostra manifestazione unitaria davanti a Montecitorio ha sortito il primo effetto.
Dopo la manifestazione tenutasi ieri mattina davanti a Montecitorio, grande soddisfazione è stata espressa da Cia e Confagricoltura Ferrara per il sì bipartisan della Camera dei Deputati all’Ordine del Giorno sul decreto Liberalizzazioni, che prevede l’impegno del Governo a “promuovere una revisione dell’Imu” per le aziende agricole.
Si tratta di un primo risultato che fa seguito alla mobilitazione che ha portato a Roma tanti agricoltori uniti per dire “no” a un’imposta iniqua e insostenibile che, così com’è, determinerà un vero e proprio salasso da 1,5 miliardi di euro per l’intero settore, mettendo a rischio la sopravvivenza di oltre 200 mila imprese.
La decisione della Camera è una dimostrazione della sensibilità delle forze politiche presenti in Parlamento che, d’accordo con il mondo agricolo, auspicano che si riveda effettivamente il meccanismo dell’Imu, prima che il provvedimento diventi legge. Confagricoltura e Cia Ferrara continueranno a prestare all’evolversi della questione e dichiarano che non lasceranno nulla d’intentato pere portare a buon fine una problematica che se non risolta determinerà una situazione di un impatto devastante che metterà in crisi tutto il settore, che già vive un momento di estrema difficoltà, con costi produttivi (in particolare il “caro-gasolio”), contributivi e burocratici giunti ormai a livelli insostenibili.

martedì 13 marzo 2012

COLDIRETTI: SODDISFAZIONE PER INIZIO ANTICIPATO DELLA STAGIONE IRRIGUA 2012 A FERRARA.

Fonte: Coldiretti Ferrara

Dopo l’allarme dei giorni scorsi il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ha annunciato l’avvio della stagione irrigua a partire dal 20 marzo. Salve le coltivazioni a rischio per mancanza di piogge (meno 86% a nord-est) e temperature elevate (+ 4,2° C di media nell’area nord-est).

L’annuncio dell’avvio anticipato (quaranta giorni prima del periodo ordinario) della campagna irrigua da parte del consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, che ha comunicato l’inizio delle attività di invaso dei canali a partire dal prossimo 20 marzo risponde alle pressanti richieste del mondo agricolo ferrarese, dove il rischio siccità inizia a manifestare i primi effetti, con le difficoltà nel trapianto degli ortaggi nel basso ferrarese ed i timori per i cereali in tutta la provincia nella fase di ripresa vegetativa e di allungamento delle radici alla ricerca dell’acqua che purtroppo manca da troppo tempo.
Coldiretti Ferrara esprime quindi soddisfazione per l’avvio della stagione irrigua, pressantemente richiesta dalle aziende e sostenuta da tutti i nostri consiglieri nel Consorzio, auspicando che ora sia possibile effettuare tutti gli ordinari interventi che necessitano di acqua nelle aziende e nei terreni, pur consapevoli che il ricorso all’irrigazione comporta oneri aggiuntivi per le imprese (oltre che aumento dei costi del Consorzio stesso) e la necessità di disporre delle necessarie attrezzature.
Naturalmente pur avviando la derivazione dal 20 marzo, stante la complessa e lunga rete dei canali consorziali (oltre 4.000 km) occorreranno diversi giorni per raggiungere tutto il territorio ferrarese.

COLDIRETTI: PERCHE’ AGRICOLTURA ASSENTE DAL TAVOLO SUL LAVORO?

Fonte: Coldiretti Ferrara

Mentre si discute di come licenziare con l’articolo 18, manca il decreto per assumere 35mila stagionali e salvare il raccolto delle primizie primaverili, da ortaggi a fragole.

"Ci chiediamo perché al tavolo del lavoro tra Governo e forze sociali l’agricoltura che occupa 1,2 milioni di lavoratori dipendenti oltre agli autonomi è l’unico a non essere stato invitato” . E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che ci saranno senz’altro buoni motivi e restiamo in attesa che qualcuno li spieghi. Certo è che – il presidente della principale organizzazione agricola - abbiamo difficoltà a sentirci impegnati sulle scelte che saranno prese ad un tavolo della concertazione dal quale siamo stati esclusi. Comunque mentre al tavolo si discute su come licenziare con la riforma dell’articolo 18 sarebbe ora – sostiene Marini - che venisse pubblicato al piu’ presto il decreto flussi per il lavoro stagionale degli extracomunitari, in ritardo di 4 mesi, che consentirebbe l’assunzione da parte delle nostre imprese di 35mila lavoratori necessari per non mandare alla malora le produzioni agricole che con la primavera si iniziano a raccogliere, dalle fragole del veronese agli ortaggi della provincia di Latina. Siamo di fronte ad una ulteriore disattenzione nei confronti di un settore come quello agroalimentare che è una delle poche leve competitive di cui il Paese dispone per ricominciare a crescere.

MOTOLESE (ANGA- CONFAGRICOLTURA): “ IMU E CARO GASOLIO FARANNO CHIUDERE LE NOSTRE IMPRESE”

Fonte: Confagricoltura

“Costringerci a pagare l’Imu perfino sui fabbricati fatiscenti e inutilizzati, oltre che su stalle fienili, silos, magazzini e ricoveri per gli attrezzi è una vera follia”. Lo ha detto il presidente dei giovani agricoltori, Nicola Motolese, che ha guidato la delegazione dell’Anga alla manifestazione unitaria organizzata da Confagricoltura, Cia e Copagri per protestare contro l’impatto della manovra economica del governo sulle aziende agricole (oltre l’Imu, il “caro-gasolio” e gli aumenti dei contributi previdenziali).

“Siamo d’accordo a fare la nostra parte per il Paese, ma non vogliamo essere costretti a chiudere le nostre attività. Ad essere in bilico è il nostro futuro e le nostre aziende – continua Motolese -. Molti giovani hanno appena iniziato a fare impresa e, proprio nella delicata fase dello start-up, quando le imprese sono più fragili e più esposte, ci viene chiesto di moltiplicare per cinque volte le nostre tasse … E’ come dire che e il nostro impegno e i nostri sacrifici sono valsi a nulla”.

INFLAZIONE, CONFAGRICOLTURA: A FAR RINCARARE FRUTTA E VERDURA SONO STATI MALTEMPO E CRISI DEI TRASPORTI, NON GLI AGRICOLTORI

Fonte: Confagricoltura

In base ai dati definitivi Istat, i prezzi al consumo di verdura e frutta a febbraio, rispetto a gennaio, sono aumentati rispettivamente dell’8,7% e dell’1,4%, a fronte di un aumento generale dell’inflazione dello 0,3%, nonostante il trend dei prezzi dell’ortofrutta fosse in calo.

“I rincari al consumo sono frutto di fattori esterni alle aziende agricole, non certo dell’aumento dei prezzi all’origine – rileva Confagricoltura -. A causa del blocco dei Tir prima e dell’ondata di maltempo poi che hanno paralizzato i trasporti (con una pesante battuta d’arresto costata almeno 500 milioni di euro), molta produzione ortofrutticola, nelle prime settimane di febbraio, non è arrivata sui banchi di vendita”.

“Gli agricoltori – conclude Confagricoltura - sono stati doppiamente penalizzati: dalle mancate consegne di prodotto e dai rincari dei costi dei carburanti di cui è aumentato il consumo per riscaldare serre e stalle nei giorni del grande freddo; senza contare gli aumenti di spesa per trasporti e consegne. Dai dati Istat sull’inflazione a febbraio si rileva che il gasolio per mezzi di trasporto, rispetto a un anno fa, costa ben il 25,5% in più e quello per il riscaldamento il 14,4%”.

LE ORGANIZZAZIONI LANCIANO UN GRIDO DI ALLARME E CHIEDONO ATTENZIONE DAL GOVERNO E DAL PARLAMENTO: L’IMU AVRÀ EFFETTI DEVASTANTI SULLE IMPRESE

Fonte: Confagricoltura, Cia, Copagri

Non si può accettare un aumento di cinque volte delle tasse. L’agricoltura ha un valore strategico per la ripresa del Paese.

Manifestazione di Cia, Confagricoltura e Copagri a Roma in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati. I presidenti Giuseppe Politi, Mario Guidi e Franco Verrascina lanciano l’allarme: così si mette a rischio il futuro di migliaia di aziende. Un “salasso” di 1,5 miliardi di euro dall’imposta sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli. Sugli imprenditori pesano troppi costi, dal caro-gasolio agli oneri contributivi. A questi si aggiungono i pesanti danni (oltre 500 milioni di euro) causati dal maltempo. Il settore è in crisi e serve una nuova politica agricola nazionale, soprattutto in vista della riforma Pac post 2013.


Quintuplicare la tassazione in agricoltura significa mettere fuori mercato più di 200 mila imprese. Per tale motivo chiediamo di rivedere l’impatto dell’Imu, dal momento che l’imposizione fiscale anche sui fabbricati rurali, strumentali all’attività di coltivazione o di allevamento, è una profonda iniquità, che non trova giustificazione alcuna. Per questo diciamo un fermo “no” all’Imu così com’è posta. Un’imposta assurda e penalizzante che determinerà un vero e proprio “salasso” da 1,5 miliardi di euro, rispetto agli attuali 300 milioni circa di gettito, ai quali potrebbero aggiungersi altri 2-3 miliardi di euro per l’accatastamento. Sarà un impatto devastante che metterà in crisi tutto il settore, che già vive un momento di estrema difficoltà, con costi produttivi (in particolare il “caro-gasolio”), contributivi e burocratici giunti ormai a livelli insostenibili. Questo il grido d’allarme lanciato oggi a Roma, durante una manifestazione in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati, dai presidenti di Cia-Confagricoltori Giuseppe Politi, di Confagricoltura Mario Guidi e di Copagri Franco Verrascina.
L’agricoltura è una risorsa vitale per il nostro Paese e non si può -hanno rimarcato i tre presidenti- frenarne la competitività e affossarla con insostenibili tasse. Questo non significa che il mondo agricolo voglia, vista la fase critica che attraversa il Paese, sottrarsi alle proprie responsabilità. Non è stato valutato l’effetto devastante che l’Imu potrà avere sulle imprese agricole. Siamo pronti ai sacrifici, ma non possiamo accettare misure distruttive dell’imprenditoria agricola. Il governo Monti ha fondato il suo programma sull’equità, ma questo provvedimento non è per nulla equo.
Non possiamo assistere passivamente alla fine delle imprese agricole italiane che oggi scontano redditi inferiori a quelli del 2005; al contrario, ci batteremo con determinazione per difenderle e garantire loro un futuro di reali certezze.
Se l’obiettivo del governo è quello di rilanciare l’economia, non si può dimenticare che l’agricoltura ha un ruolo centrale per la crescita del Paese. Ecco perché chiediamo -hanno rimarcato i presidenti di Cia, Confagricoltura e Copagri- una maggiore attenzione da parte del governo, delle istituzioni, delle forze politiche.
Le tre Confederazioni agricole sollecitano che sull’Imu ci sia un adeguato ripensamento. Occorre che la situazione sia analizzata in maniera oculata e vanno verificati quali impatti avrà l’applicazione dell’imposta.
Al Governo in queste ultime settimane abbiamo sollecitato -hanno detto Politi, Guidi e Verrascina- che oggi all’agricoltura, soprattutto in vista della riforma della Pac post 2013 e delle difficili sfide che porrà, serve una politica incisiva che affronti i problemi strutturali, recuperi competività al settore, valorizzando le sue forti risorse intrinseche. Una strategia di ampio respiro che apra nuove prospettive al settore primario che va considerato come un grande protagonista della ripresa e del rilancio del nostro Paese.
Allo stesso modo chiediamo che il Governo intervenga -hanno sottolineato i tre presidenti- anche sul problema del “caro gasolio”, che sta avendo effetti traumatici per le imprese. In pochi mesi, il prezzo del carburante agricolo è cresciuto del 25%, aggravando i costi, già pesanti, che l’agricoltore è costretto a sostenere.
Analogo discorso per i sacrifici richiesti al settore agricolo anche in termini di lavoro e previdenza che tuttora sono insostenibili. Su questo versante ribadiamo l’esigenza di mitigare l’aumento degli oneri contributivi dei lavoratori autonomi agricoli previsto dal governo Monti. E proprio gli autonomi dell’agricoltura -hanno sostenuto Politi, Guidi e Verrascina- sono tra le figure più penalizzate, dal momento che sono stati esclusi dai provvedimenti per la crescita previsti per altri settori.
Una situazione, dunque, estremamente complessa quella della nostra agricoltura che fa, peraltro, i conti con i gravissimi danni subiti, prima per il blocco dei Tir e poi per la disastrosa ondata di maltempo: oltre 500 milioni di euro. Per le aziende colpite è opportuno che vengano bloccati i pagamenti fiscali e contributivi e i mutui e attivati pronti interventi secondo le procedure di legge.
Tartassare ancora il settore significa decretarne la fine e questo -hanno rilevato i presidenti di Cia, Confagricoltura e Copagri- non è assolutamente accettabile. Siamo scesi in piazza perché rivendichiamo il ruolo, l’importanza, ma anche la specificità del settore agricolo.
Siamo disposti a credere in questo Paese -hanno concluso i tre presidenti- nella misura in cui questo Paese è disposto a credere nell’agricoltura.

COLDIRETTI: AL VIA MOBILITAZIONE PER UN NUOVO PROTAGONISMO DELL’AGRICOLTURA


Fonte: Coldiretti Ferrara

Giovedì 15 marzo 2012 a Piazza Montecitorio, al Ministero dello Sviluppo Economico ed alla sede di SIMEST la protesta degli agricoltori contro i falsi agroalimentari di Stato. Folta delegazione da Ferrara per difendere il ruolo dell’agricoltura italiane e le nostre imprese. Basta con i finanziamenti al falso made in Italy e no a questa IMU.


Migliaia di agricoltori, cittadini, ambientalisti, associazioni dei consumatori, insieme a Sindaci e rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale, regionale e locale provenienti dalle diverse Regioni italiane si mobilitano nella capitale contro il falso Made in Italy di Stato in questa occasione rappresentato dal “Pecorino” prodotto completamente in Romania con i soldi dello Stato italiano, che sarà portato per la prima volta in piazza “in bella vista” a disposizione delle Autorità e dei cittadini. Un caso emblematico in cui lo Stato favorisce la delocalizzazione e fa concorrenza agli italiani sfruttando il valore evocativo del Made in Italy. Quel made in Italy tanto abusato e “taroccato” all’estero, come il servizio di ieri di Striscia la Notizia da New York con il responsabile qualità di Coldiretti, Manfredini, ha ben rappresantato con quattro prodotti su cinque che sono autentici falsi, vere bufale che di italiano non hanno nulla, se non il richiamo alla nostra qualità ed al nostro territorio.
Per il presidente di Coldiretti Ferrara, Mauro Tonello, “sarà l’occasione per affermare la centralità del settore agroalimentare quale una delle poche leve competitive di cui il Paese dispone per ricominciare a crescere, ma anche un modo per denunciare gli ormai troppi casi di disattenzione e sottovalutazione nei confronti di un settore che è patrimonio del Paese. Ci chiediamo infatti:
• perché dopo tante denunce il Ministero dello Sviluppo Economico non vieta per legge il finanziamento di prodotti realizzati all’estero che imitando il vero Made in Italy uccidono il futuro delle nostre imprese ?
• perché chi con la terra ci lavora e ci vive si è visto aumentare l’IMU in maniera maggiore di chi la terra la usa per divertirsi o speculare ?
• perché al tavolo del lavoro tra Governo e forze sociali, il nostro settore che occupa 1,2 milioni di lavoratori dipendenti oltre agli autonomi è l’unico a non essere stato invitato ?
• perché dopo due leggi nazionali sull’etichettatura per fare sapere agli italiani quello che mangiano nessuno si è preso la responsabilità di applicarle ?
Sono domande semplici, alle quali sarebbe logico e giusto fosse data risposta, ma forse le risposte non sono altrettanto semplici da dare, anche da parte di questo Governo”
La nostra agricoltura è la prima a livello mondiale per valore aggiunto ad ettaro, il nostro cibo è il piu’ apprezzato e imitato nel mondo, il nostro export agroalimentare cresce a due cifre. Agricoltura e cibo sono un patrimonio economico, sociale, ambientale, paesaggistico e culturale che il mondo ci invidia. Sono un patrimonio di tutti gli italiani ! Tutto questo la gente lo sa ed è ora che anche la politica ne prenda atto. Le ragioni della mobilitazione saranno illustrate dal presidente della Coldiretti Sergio Marini a partire dalle ore 9,30 il 15 marzo 2012 in piazza Montecitorio a Roma con migliaia di manifestanti che presidieranno anche il Ministero dello Sviluppo Economico in via Veneto 33 e la sede della Simest in Largo Ottavio Tassoni.

CHI APPOGGIA LA DIFESA DEL VERO MADE IN ITALY

Sono 12 le Regioni italiane che hanno approvato documenti a favore dell’iniziativa Coldiretti contro il falso made in Italy di stato (compresa l’Emilia-Romagna), 27 le province (anche quella estense), 41 le Camere di Commercio (ad oggi non quella della nostra provincia), oltre 2.200 i Comuni. A Ferrara i Comuni che ad oggi hanno approvato delibere oppure ordini del giorno a difesa del made in Italy sono 21 su 26 (80% circa) e prossimamente, alla prima convocazione utile, altri tre dovrebbero prendere posizione (Migliarino, Poggio Renatico e Ostellato), portando così il totale a 24. Nessuna volontà è per il momento stata espressa da Argenta e Mirabello. A favore anche Federconsumatori ed il Consorzio Produttori Aglio di Voghiera DOP.