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martedì 27 aprile 2010

RIFORMA PAC. Il futuro dell’agricoltura europea

FONTE: www.agricoltura24.com

di Angelo Frascarelli

Cambieranno i sostegni: tutte le soluzioni sono aperte. A settembre i primi orientamenti.

Il dibattito sul futuro della Pac per il periodo 2014-2020 è entrato nel vivo. Le tappe iniziali e il calendario per la discussione sono già definiti e cominciano a delinearsi le prime posizioni. Siamo appena agli inizi, ma è importante per il mondo agricolo italiano seguire e contribuire al dibattito per conoscere i nuovi orientamenti del sostegno all’agricoltura e influenzarne le decisioni.

IL CALENDARIO
La prima tappa è la consultazione pubblica. Il 12 aprile 2010, il commissario europeo all'Agricoltura Dacian Ciolos ha annunciato l’apertura di un dibattito pubblico sul futuro della Pac che si concluderà a giugno 2010 (v. Terra e Vita n.15)

A seguire, il 19-20 luglio 2010, a Bruxelles, è prevista una conferenza aperta a tutte le parti interessate.

Entro la fine del 2010, la Commissione presenterà una comunicazione sul futuro della Pac post-2013; in questa fase si conosceranno i primi elementi del sostegno agricolo per il periodo 2014-2020.

A seguire, saranno pubblicate le proposte legislative (tra luglio e settembre 2011); infine ci sarà l’approvazione definitiva della nuova Pac post-2013 (presumibilmente tra luglio e settembre 2012).

Questo calendario ci fa capire che il dibattito procederà per gradi successivi di approfondimento, per cui gli agricoltori dovranno ancora attendere almeno due anni per conoscere precisamente le norme della Pac per il periodo 2014-2020. Infatti, per ora, “Il dibattito - ha precisato Ciolos - riguarderà esclusivamente il quadro generale di riferimento, gli obiettivi che dovrà porsi la nuova Pac e non gli strumenti per raggiungerli”.

STRATEGIA EUROPA 2020
Il dibattito sulla Pac non è isolato dal contesto europeo; infatti, esso si inserisce nella nuova prospettiva della strategia dell’Unione europea per il 2020, che è stata lanciata dalla Commissione il 3 marzo 2010, da titolo “Europa 2020: una strategia per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.

Obiettivo centrale è la promozione di una crescita intelligente, sostenibile e solidale:
- intelligente grazie a una maggiore conoscenza, innovazione e istruzione;
- sostenibile grazie a una più efficiente produzione e a una crescente competitività;
- solidale attraverso una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, l'acquisizione di competenze e la lotta alla povertà.

Questi sono gli obiettivi generali. Nel concreto sono state identificate alcune priorità che riguardano la propensione e il supporto per le industrie a basse emissioni di CO2, gli investimenti nello sviluppo di nuovi prodotti, l'orientamento verso l'economia digitale e la modernizzazione di istruzione e formazione.

Tali priorità si articolano in obiettivi esplicitamente definiti:
- innalzamento del tasso di occupazione ad almeno il 75% (oggi il 69%);
- aumento della spesa per ricerca e sviluppo al 3% del prodotto interno lordo, che oggi risulta pari soltanto al 2% del pil;
- conferma degli obiettivi in materia di cambiamenti climatici (20-20-20);
- riduzione del tasso di povertà del 25%;
- diminuzione della percentuale di abbandono scolastico dal 15% a meno del 10% e ampliamento dall'attuale 31% al 40% del volume dei trentenni con istruzione universitaria.

L’AGRICOLTURA POCO “CITATA”
Come si inserisce l’agricoltura all'interno del dibattito sulle strategie e le politiche da adottare per il futuro dell’Unione europea?

Leggendo il documento “Europa 2020”, si nota che l’agricoltura è poco citata. Le priorità dell’Ue sono l’innovazione, la sostenibilità e l’occupazione. In esse, comunque, l’agricoltura riveste un ruolo centrale, anche e soprattutto in chiave di sicurezza alimentare, in quanto può fornire un’effettiva risposta al tema della carenza di cibo, ma anche in termini di crescita produttiva, di mantenimento occupazionale nelle aree rurali e di lotta al cambiamento climatico.

La quasi totalità degli esperti e dei cittadini valuta positivamente la funzione nodale ricoperta dalla Pac in termini di fornitura di beni pubblici, sia per quanto riguarda il contributo sociale, arginando l'esodo dai territori, sia per quanto riguarda lo sviluppo economico delle regioni rurali, dall'agriturismo alla produzione di importanti denominazioni d'origine e indicazione geografiche protette quanto riguarda la tutela ambientale, dall'utilizzo all'irrigazione dei terreni per evitare il progressivo processo di desertificazione.

Il dibattito sarà molto impegnativo, anche perché i suddetti vantaggi dell’agricoltura e della Pac dovranno trovare spazio all’interno delle altre innumerevoli priorità ed esigenze dell’Unione europea: ricerca, innovazione, occupazione, competitività, formazione, difesa comune, politica dell’immigrazione, trasporti, ambiente, contrasto ai cambianti climatici, lotta alla povertà, politica estera.

Il primo step del dibattito sarà la grande Conferenza organizzata dalla Commissione, a Bruxelles, il 19-20 luglio 2010.

GLI ORIENTAMENTI
Per conoscere i nuovi strumenti della Pac è ancora troppo presto; in questo momento il dibattito si concentra sugli obiettivi.

Tuttavia, alcune dichiarazioni ci fanno capire alcuni orientamenti.

Dacian Ciolos, in una sua dichiarazione, ha confermato che ci sarà “una rivisitazione del modo in cui avverranno i pagamenti diretti” e ha sottolineato la sua intenzione di riproporre la questione di un “tetto ai pagamenti per azienda, già discusso e respinto dagli Stati membri in occasione dell'Health check della Pac”.

Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha sottolineato che "La Pac necessita di interventi immediati", ricordando che, oltre a discutere del futuro, è necessario dare risposte immediate alla crisi che stanno vivendo gli agricoltori europei.

De Castro ha ricordato che il Parlamento europeo chiederà a Ciolos se ha realmente intenzione di predisporre un pacchetto ad hoc di misure contro la crisi prima della riforma della Pac post-2013.

Un’altra importante posizione è quella presentata da George Lyon, relatore di un documento della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sul futuro della Pac dopo il 2013.

Lyon propone un modello di Pac dal titolo “Una politica agricola comune europea più equa, ecologica e sostenibile”, con obiettivi e nuove sfide, contraddistinto dai seguenti elementi: pagamento unico per azienda, reti di sicurezza, supplementi contrattuali flessibili per gli Stati membri, sostegno alle zone svantaggiate, sviluppo rurale. Uno schema interessante, che concilia le esigenze di conservazione e rinnovamento della Pac.

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