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venerdì 29 novembre 2013

INFLAZIONE, CONFAGRICOLTURA: AUMENTANO I PREZZI AL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA, MA PER FATTORI DI NATURA STAGIONALE. LA SITUAZIONE DELLE IMPRESE DEL PRIMARIO PERÒ È MOLTO CRITICA

Fonte: Confagricoltura

Aumentano mediamente dello 0,6% i prezzi al consumo dei prodotti alimentari non lavorati, a novembre rispetto a ottobre, ma pesano i fattori di natura stagionale. Lo rileva Confagricoltura analizzando i dati provvisori dell’Istat sull’inflazione a novembre. In particolare, proprio per il cambio dei prodotti sui banchi e per l’arrivo delle primizie sul mercato, sono aumentati i prezzi della verdura (+2% rispetto al mese precedente), però su base annua i prezzi sono diminuiti del 4,4%; analoga situazione per la frutta, che aumenta dell’1,6%, ma segna una flessione a livello tendenziale dell’1,3%. In evidenza anche il calo delle quotazioni del pesce di allevamento (-0,2% a livello congiunturale, -0,4% a livello tendenziale). A monte c’è la flessione delle quotazioni all’origine che stanno sopportando i prodotti delle campagne. Ad ottobre, rispetto a un anno fa, secondo i dati Ismea, si è avuta – osserva Confagricoltura – una diminuzione del 4%. Le imprese agricole continuano a fronteggiare – conclude Confagricoltura - una situazione estremamente difficile, con cali di redditività critici per la tenuta del sistema e con ripercussioni anche sull’occupazione.

ACCORDO STRATEGICO TRA APOFRUIT E TERREMERSE

Fonte: Uffici Stampa Terremerse e Apofruit  

Intesa sulle filiere dell’ortofrutta e delle agroforniture. Le due cooperative rimarranno autonome, ma svilupperanno sinergie e integrazioni sull’area gestionale e commerciale

Che le sfide del mercato globale impongano strategie sinergiche d’attacco è ormai chiaro da molto tempo. Ma è altrettanto evidente che la somma tout court di produzioni e fatturati non ha forza sufficiente per cogliere l’obiettivo inderogabile di creare valore per l’impresa e per i produttori. Di contro l’esperienza evidenzia sempre più i risultati positivi che emergono dal far leva su un’organizzazione di filiera. Solo con una filiera efficiente e specializzata si mettono in gioco le sinergie in grado di competere sullo scenario internazionale. L’accordo strategico tra Apofruit e Terremerse affonda le sue radici proprio nel “fare insieme”. Nell’ottica di una intesa che salvaguarda l’identità attuale dei due gruppi, il patto tra Apofruit e Terremerse, mette “ a valore” in modo specifico i settori dell’ortofrutta e delle agroforniture. Non una fusione di imprese, dunque, ma una integrazione a rete che permetterà di sviluppare le rispettive competenze, di ridurre i costi, di meglio posizionarsi nel mercato per poter creare valore a favore dei rispettivi soci Gli obiettivi dell’accordo mettono in fila almeno cinque punti rilevanti: la politica di marca, quale elemento di distintività dei prodotti verso i consumatori e i clienti; la segmentazione dell’offerta per posizionare al meglio il prodotto nel canale commerciale di riferimento; l’innovazione varietale, elemento chiave per offrire al consumatore un prodotto di qualità più elevata; il biologico come scelta strategica; lo sviluppo dell’export, in particolare verso i nuovi mercati asiatici e i paesi del golfo persico. «Apofruit, negli ultimi anni – dichiara il Direttore Generale di Apofruit Renzo Piraccini – è cresciuta incorporando altre imprese cooperative, razionalizzando i processi produttivi e commerciali. Ora quella fase è finita. Attualmente ci proponiamo di crescere promuovendo la creazione di una rete di imprese specializzate ed efficienti, ognuna autonoma nella propria gestione, che si riconoscano in un progetto commerciale e gestionale condiviso. L’accordo con Terremerse va in questa direzione». Gli fa eco l’Amministratore Delegato di Terremerse Gilberto Minguzzi: «“Territori e mercati in rete” è scritto nel logo della nostra cooperativa: lì dichiariamo la missione che affidiamo alla nostra identità! Solo mettendoci in rete possiamo superare i limiti di ogni singola impresa, per forte che sia, per dare vita ad un nuovo soggetto capace di aprirsi alle dimensioni globali del mercato per coglierne le opportunità. Abbiamo fatto questo in tutti i settori in cui operiamo. L’accordo con Apofruit porterà slancio e innovazione nel comparto dell’ortofrutta». Per quanto riguarda il settore dell’ortofrutta l’accordo tra le due aziende prevede, nello specifico: • adesione di Terremerse a Mediterraneo Group, la società consortile che vede come capofila Apofruit, per la realizzazione di sinergie commerciali sull’export e sui prodotti a marchio; • acquisti centralizzati dei materiali di confezionamento e dei servizi connessi (trasporti, ecc..); • adozione di un modello comune di gestione dei magazzini, uniformando i sistemi informatici e il controllo dei costi; • per i produttori soci, per quanto riguarda il kiwi e i prodotti biologici, le modalità di conferimento e campionatura, i tempi di acconto e le liquidazioni saranno le stesse. • per tutte le altre produzioni, compresi i prodotti ad uso industriale, le procedure gestionali verranno gradualmente armonizzate; • ogni cooperativa manterrà il rapporto nei confronti dei propri soci, anche se le procedure di conferimento, acconto e pagamento verranno gradualmente armonizzate; • accesso per i soci di Terremerse alle novità vegetali, a diffusione regolamentata, che vedono Apofruit come partner distributore. • apertura di un centro di ritiro per i soci Apofruit dell’area, nello stabilimento Terremerse di Faenza; • armonizzazione dei programmi operativi delle rispettive Organizzazioni di Produttori di riferimento : Apofruit e Pempacorer. Dal 2015 si ipotizza di costituire una AOP tra le due OP di riferimento, aperta all’adesione anche di altre OP del settore che vogliano integrarsi commercialmente. Per quanto concerne le agroforniture il partner strategico per Apofruit e i propri soci sarà Terremerse. Tra le due cooperative verranno sviluppate una serie di azioni finalizzate a migliorare l’efficienza e la competitività delle aziende agricole dei produttori associati e in particolare : • armonizzazione delle linee tecniche di difesa • condivisione dell’impiantistica per frutticoltura e orticoltura al servizio delle aziende agricole associate • sinergie nell’area vivaistica • condivisione del know-how e dell’attività di ricerca e sviluppo • pagamento delle agroforniture in conto conferimento.

LA VENDITA DELLE CLEMENTINE ANTIVIOLENZA DOMANI A BOLOGNA AL MERCATO DELLA TERRA

Fonte: Confagricoltura Donna Emilia - Romagna  

DI MUZIO (PRESIDENTE CONFAGRICOLTURA DONNA EMILIA ROMAGAN): “UN FORTE SEGNALE ALLE ISTITUZIONI CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE, FENOMENO ABERRANTE IN DRAMMATICA CRESCITA”

Bologna, 29 novembre 2013 - “A pochi giorni dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si è celebrata il 25 novembre, Confagricoltura Donna propone la clementina come simbolo dell’antiviolenza di genere. Le nostre imprenditrici calabresi offrono l’agrume in ricordo di Fabiana Luzzi, giovane studentessa di Corigliano Calabro massacrata dall'ex fidanzato in un agrumeto della cittadina ionica”. Lo ha detto Marina Di Muzio, presidente nazionale e regionale di Confagricoltura Donna, presentando l’iniziativa della vendita delle clementine che si terrà domani 30 novembre al Mercato della Terra (Via Azzo Gardino 65, Bologna) dalle ore 9 alle 13. Tutto il ricavato andrà alla Casa delle Donne per non subire violenza Onlus (www.casadonne.it). Le clementine di Calabria (IGP) come emblema anti-violenza sono protagoniste a Bologna, come in molte altre piazze d'Italia, per dire no al femminicidio e alla violenza di genere. E' un frutto coltivato nelle Piane di Sibari, di Lamezia e di Gioia Tauro; prelibato e senza semi, dal colore intenso e dalla tipica polpa dolce e succosa, che ha trovato in Calabria il suo habitat ideale. “Questa giornata - conclude la presidente Di Muzio - non deve trasformarsi in un rituale fine a se stesso. Vorremmo lanciare oggi un forte segnale alle Istituzioni, affinché si impegnino in maniera seria e concreta per prevenire e contrastare la violenza di genere, fenomeno aberrante in drammatica crescita”.

NUOVE NORME UE SU ETICHETTATURA E COMMERCIALIZZAZIONE OLIO DI OLIVA: UN PASSO AVANTI NON SUFFICIENTE A TUTELARE IL NOSTRO PRODOTTO

Fonte: Agrinsieme

“E’ un timido passo avanti, inadeguato a tutelare il nostro prodotto. Da Bruxelles ci attendevamo e ci attendiamo decisamente di più”. E’ questo il commento di Agrinsieme (il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative) sulla modifica al regolamento di attuazione del 2012 in materia di etichettatura e commercializzazione degli oli di oliva sul mercato comunitario. “Le modifiche apportate alla normativa comunitaria – prosegue Agrinsieme – non includono tutte le richieste del mondo olivicolo italiano, che interessavano molti più aspetti, tra i quali in particolare l’obbligo di utilizzo nella ristorazione di ‘tappi antirabbocco’ e il divieto di uso di oliere e simili recipienti riutilizzabili più volte.” “Le modifiche alle modalità di etichettatura vanno nella giusta direzione per quanto riguarda l’inclusione delle informazioni sulle caratteristiche e l’origine degli oli nel medesimo campo visivo. Tuttavia non è stata imposta una grandezza minima dei caratteri tale da agevolare una ‘corretta lettura’ da parte dei consumatori. Andrebbero introdotte, peraltro, dimensioni dei caratteri collegate alle dimensioni dei recipienti.” “Soprattutto – ha concluso il coordinamento Agrinsieme – aver ‘derubricato’ la questione sull’eventuale obbligo di utilizzo di tappi anti rabbocco affidandola alla discrezionalità degli Stati membri, indebolisce i produttori di olio. E indebolisce l’idea stessa di politica agricola e di mercato comune. Abbiamo bisogno in Europa di regole condivise applicate in maniera omogenea su tutto il territorio comunitario; non di approcci diversificati che influenzano la libera concorrenza degli operatori dei vari Paesi membri e la trasparenza delle informazioni nei confronti dei consumatori.”

giovedì 28 novembre 2013

MISE E CONFAGRICOLTURA: “L’AGRICOLTURA UNISCE I PAESI DEL MEDITERRANEO” A ROMA DUE GIORNI DI DIBATTITI ED INCONTRI

Fonte: Confagricoltura

L’agricoltura italiana ha incontrato i Paesi del Mediterraneo in una due giorni fitta di dibattiti, seminari tematici, incontri e visite alle realtà imprenditoriali. L’iniziativa d’internazionalizzazione, promossa dal ministero dello Sviluppo economico e realizzata da Confagricoltura, ha coinvolto imprese, associazioni ed istituzioni di Giordania e Territori Palestinesi, Libano, Libia, Israele, Marocco e Tunisia, convenuti a Roma, a Palazzo della Valle. Il Progetto si è sviluppato su vari livelli, da quello delle attività di produzione (con la ricerca di nuovi mercati finalizzata ad ampliare l’export delle imprese), al settore del biologico ed ai relativi processi di certificazione, alle fonti di energia rinnovabile (con particolare riferimento al biogas), all’agriturismo, alla formazione ed all’imprenditoria femminile e giovanile. Per realizzare l’evento sono stati coinvolti gli Uffici dell’ICE Agenzia per la promozione e le Camere di Commercio Italiane all’Estero. Hanno partecipato anche il Consorzio Italiano Biogas, FederBio, IAMB (Istituto Agronomico Mediterraneo) e UNRWA (l’organizzazione dell’ONU che opera a favore dei rifugiati palestinesi). Il tutto è culminato in un convegno dal titolo “Appuntamento in Centro: l’agricoltura italiana incontra i Paesi del Mediterraneo”, al quale è intervenuto anche il viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. “Il cerchio del Mediterraneo è il nostro territorio, immediatamente riconoscibile - ha detto il direttore generale di Confagricoltura Luigi Mastrobuono nelle conclusioni del convegno -. Mettersi insieme per fare business, perché alla base dei progetti di internazionalizzazione ci sono le imprese e, dunque, le persone. Confagricoltura sta portando avanti un processo di razionalizzazione dei progetti di internazionalizzazione in cui il bacino del Mediterraneo avrà una sua specifica priorità”. “Ci auguriamo che l’iniziativa realizzata, avviando un dialogo proficuo, ricercando punti di contatto, dando vita ad iniziative di cooperazione, non resti un fatto isolato – ha commentato Giandomenico Consalvo, componente della Giunta di Confagricoltura con delega all’internazionalizzazione -. Vorremmo realizzare un progetto più ampio che preveda successivi appuntamenti, a turno, in ciascun Paese della sponda sud del Mediterraneo”.

IMU AGRICOLA, DE GIROLAMO: ABOLITA ANCHE LA SECONDA RATA PER FABBRICATI E TERRENI. RISPARMIO FISCALE DI 537 MILIONI PER IL COMPARTO NEL 2013

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 

 “Lo avevamo promesso e abbiamo mantenuto la parola data: la seconda rata Imu non verrà pagata per i fabbricati rurali e per i terreni agricoli degli imprenditori agricoli professionali. Allo stesso tempo abbiamo dimezzato l’onere dell’IMU per i terreni agricoli posseduti da ‘non agricoltori’. Lo dovevamo a tutti gli agricoltori italiani, che lo scorso anno avevano subito questa tassa, ingiusta due volte, perché colpisce un bene produttivo come la terra. Le aziende agricole che hanno pagato nel 2012 possono stare così tranquille e utilizzare per gli investimenti i 537 milioni di euro di risparmio fiscale che siamo riusciti ad ottenere per il settore con i provvedimenti di eliminazione dell’Imu. Ho chiesto poi di prevedere una riforma strutturale sulla tassazione per gli immobili agricoli che verrà trattata in sede di conversione della legge di stabilità alla Camera. Abbiamo previsto anche di ripristinare, per le società agricole, il diritto di optare per la tassazione in base al reddito catastale dei terreni, perché l’abrogazione di questa misura da parte del Governo Monti è illogica e contraddice l’ordinamento comunitario. Su queste misure il mio Ministero ha già reperito, attraverso tagli e risparmi, 108 milioni di euro, che sono certa potranno essere incrementati attraverso la collaborazione di tutte le forze politiche che hanno a cuore il destino di questo comparto, nel lavoro alla Camera”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha commentato la decisione da parte del Consiglio dei Ministri di abolire la seconda rata dell’Imu sui terreni e fabbricati rurali. Le abrogazioni e le riduzioni ottenute per il 2013 dal Ministro de Girolamo hanno consentito di non far pagare al settore 64 milioni sui fabbricati rurali, 315 milioni sui terreni di proprietà degli imprenditori agricoli professionali e 158 milioni sui terreni di proprietà dei non agricoltori, per un risparmio fiscale complessivo per il settore pari a 537 milioni. “Ho lottato perché fosse riconosciuta la necessità di tutela ad un comparto fondamentale della nostra economia, che rappresenta il motore del Made in Italy agroalimentare che vale in tutto il suo complesso il 17% del Pil. Mi scuso con il Presidente Letta ed il Ministro Saccomanni se ho usato a volte toni in po' duri, ma l'ho fatto perché credevo in questa battaglia e perché il settore lo merita. Abbiamo dato un segnale importante all'agroalimentare. Ha vinto l’agricoltura italiana".

AGRINSIEME: “BENE ABOLIZIONE DELL’IMU AGRICOLA, SAREBBE STATA INCOMPRENSIBILE UNA SCELTA DIVERSA”

Fonte: Agrinsieme

“Abbiamo recepito dai ministri dell’Economia Saccomanni e dell'Agricoltura De Girolamo indicazioni relative ad una abolizione della seconda rata IMU per i fabbricati rurali e solo per alcune categorie di terreni. Salvo vedere i particolari è comunque una indicazione positiva perché sarebbe stata incomprensibile una scelta diversa”. Lo sottolinea Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative, in relazione al decreto sulla seconda rata dell’Imu. Ad avviso di Agrinsieme appare importante l'indicazione dell'inserimento nella Legge di stabilita, che è ora passata all'esame della Camera dei Deputati, di una revisione della fiscalità agricola. “Non ne conosciamo ancora i dettagli ma vogliamo pensare – commenta Agrinsieme - che sia orientata a rendere più coerente la pressione fiscale sulle imprese agricole con la loro capacita di produzione di valore, abbandonando progressivamente una tassazione patrimoniale che crea distorsioni e confonde patrimonio e beni strumentali necessari all'attività di impresa”. “La fiscalità non può colpire beni strumentali indispensabili all’attività d’impresa”. Lo ribadisce Agrinsieme che tiene a rimarcare “la peculiarità dell’agricoltura, con l’utilizzazione di terreni e fabbricati che è oggettivamente diversa da qualsiasi altra attività produttiva.”

COLDIRETTI: GIOVANI IMPRESA FERRARA ORGANIZZA UN INCONTRO SUL CREDITO

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Lunedì 2 dicembre in collaborazione con CreditAgri Italia, alle 17 nella sala conferenze della sede Coldiretti di Via Bologna, incontro formativo ed informativo sull’accesso al credito d’impresa e forme di garanzia.

Riprende l’attività di formazione rivolta al gruppo Giovani Impresa di Ferrara, che in collaborazione con Coldiretti e Credit Agri Italia, lunedì 2 dicembre, a partire dalle 17.00, presso la Sala Conferenze della sede provinciale Coldiretti di Ferrara in via Bologna, 637, affronterà il tema del credito per le imprese agricole. In particolare con gli interventi di Matteo Sembianti (responsabile divisione Credit Agri Italia per la regione Emilia-Romagna), Alessandro Ballarini (responsabile provinciale Credit Agri Italia per Ferrara) e Michele Bortolotti (specialista per il settore agricoltura di Cariparma, direzione territoriale Emilia), si valuteranno gli strumenti e le caratteristiche tecniche ed operative dell’accesso al credito e delle forme di garanzia maggiormente utilizzate e necessarie per la gestione delle necessità finanziarie d’impresa delle aziende del settore agricolo. Nel rilevare l’importanza dello strumento finanziario e del corretto posizionamento della provvista bancaria per la gestione aziendale anche in agricoltura, i Giovani di Coldiretti, invitano alla presenza come occasione di conoscenza e crescita sia personale che imprenditoriale.

AMBIENTE, ALLA LIBRERIA AMBASCIATORI PATRIZIO ROVERSI "METTE IN SCENA" CLIMATE CHANGER, IL PROGETTO PER UN'AGRICOLTURA SOSTENIBILE PROMOSSO DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA IN COLLABORAZIONE CON BARILLA, GRANAROLO, COOP

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Tecniche di lavorazione della terra più leggere, nuovi tipi di alimentazione degli animali, minor consumo di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci. Venerdì 29 novembre alle ore 18 alla Libreria Ambasciatori Eataly (Bologna, via Orefici 19) il giornalista e conduttore televisivo Patrizio Roversi “mette in scena” la nuova agricoltura, più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. L’occasione è data da Climate ChangER un progetto della Regione Emilia-Romagna che coinvolge i principali gruppi agroalimentari italiani (Barilla, Granarolo, Coop, Unipeg, Granterre, Apoconerpo e Cso), per ridurre le emissioni di gas-serra di origine agricola. Ne parleranno, insieme a Roversi, l’assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni, il direttore scientifico del Wwf Italia Gianfranco Bologna, il responsabile sostenibilità di Coop Italia Claudio Mazzini. Con Climate Changer, che è finanziato dall’Unione europea, verranno messi a punto nuovi disciplinari di produzione e allevamento che permetteranno di tagliare le emissioni dei principali gas responsabili del cambiamento climatico di 200 mila tonnellate di CO2 equivalenti in tre anni, senza per questo ridurre rese e qualità dei prodotti.

COLDIRETTI: CON APPROVAZIONE ESENZIONE IMU RICONOSCIUTO RUOLO AGRICOLTURA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Per il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli: “scelta coerente che mantiene gli impegni presi. Chiarezza necessaria che vale come riconoscimento del ruolo non solo produttivo del settore”.

L’annuncio dell’esenzione della seconda rata dell’Imu sui fabbricati rurali e sui terreni gestiti da coltivatori diretti o Imprenditori agricoli professionali (Iap), è un scelta coerente con gli impegni assunti che riconosce giustamente il ruolo ambientale, sociale e culturale della nostra agricoltura. Lo afferma Coldiretti nel commentare il provvedimento approvato nel consiglio dei Ministri che pone fine all’unico caso di doppia imposizione fiscale sui fabbricati rurali. E’ stato mantenuto - ha sottolineato il presidente nazionale Roberto Moncalvo - l’ impegno assunto dal Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo nel patto per l’agricoltura sottoscritto davanti ai 15mila agricoltori presenti all’Assemblea della Coldiretti lo scorso luglio”. “ E’ una decisione che – commenta Sergio Gulinelli, presidente di Coldiretti Ferrara - ci auguriamo significhi finalmente il riconoscimento da parte delle Istituzioni dell’importanza che ha l’agricoltura per una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese con la produzione di quei beni comuni che il mercato non remunera, dalla tutela del paesaggio alla difesa del territorio dal dissesto idrogeologico, dalla sicurezza alimentare alla promozione dell’immagine del Made in Italy nel mondo. E’ un segnale di attenzione necessario per quella reciproca fiducia che può consentire una stagione di impegni diversi in ambito economico e di attività delle nostre imprese, nelle quali la componente fondiaria, ovvero terreni efabbricati, è ovviamente necessaria ed indispensabile e che rischiava di essere oggetto di una tassazione al di fuori di una relazione con l’effettiva produzione di reddito”.

VERTICE ITALO-RUSSO: SODDISFATTA CONFAGRICOLTURA. SUPERARE IL BLOCCO DELL’IMPORT PER LE PIANTE DA FRUTTO E ORNAMENTALI

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura ha accolto con soddisfazione l’esito dell’incontro del ministro per Politiche agricole Nunzia De Girolamo con il ministro dell’Agricoltura e della Federazione russa Nikolai Fyodorov. I temi affrontati nel corso del colloquio stanno particolarmente a cuore all’ Organizzazione degli imprenditori agricoli, nell’ottica di un rilancio del settore agroalimentare come elemento prioritario dell’interscambio per entrambi i Paesi. Le questioni ancora irrisolte, in particolare le difficoltà ad esportare materiale vivaistico in Russia, erano state più volte segnalate da Confagricoltura agli uffici del ministero. “Il ministro De Girolamo – commenta la Confederazione agricola – ha recepito le nostre indicazioni dimostrando attenzione per le difficoltà di un settore vitale per l’economia agricola del nostro Paese che, pur dotato di un efficace sistema di certificazione volontario, subisce il blocco delle importazioni da parte della Russia.” Confagricoltura si rende disponibile per fornire agli uffici del ministero tutti gli elementi tecnici per seguire la vicenda, con l’auspicio di pervenire quanto prima ad una soluzione per aprire questo importante mercato, già accessibile per altri Paesi competitor.

mercoledì 27 novembre 2013

LOTTA BIOLOGICA CONTRO L'INSETTO KILLER DEI CASTAGNI. A "VISTA DA VICINO" LE SOLUZIONI ADOTTATE PER SOSTENERE UN SETTORE IMPORTANTE PER L'ECONOMIA DELL'APPENNINO.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

La lotta biologica contro l'insetto che minaccia la produzione di castagne, settore fondamentale per l'economia dell'Appennino emiliano-romagnolo. Di questo si occupa questa settimana "Vista da vicino", il magazine tv di approfondimento delle politiche regionali. Nella trasmissione si racconta dell'insetto che attacca i castagni, la cosiddetta vespa cinese, e le soluzioni messe in atto dalla Regione che, sulla scia della sperimentazione del Piemonte, sta sviluppando dal 2010 la strategia di far crescere e diffondere un insetto antagonista, in grado di limitare la riproduzione della vespa e ricreare un equilibrio nel quale le piante possano ritornare a prosperare e a dare frutto. Nella puntata le interviste a castanicoltori, esperti fitosanitari e all'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni. Vista da vicino è on line sul sito della Regione nella versione per il web e per la tv, su Facebook e su Youtube.

Qui il calendario della messa in onda nel circuito delle emittenti locali:
www.agrestetv.it/documenti/Vista_da_vicino.pdf

OLIO DI OLIVA, DE GIROLAMO: OK UE PER ETICHETTA PIÙ TRASPARENTE SU CARATTERISTICHE E PROVENIENZA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“La Commissione europea ha finalmente dato il via libera definitivo alla regolamentazione sulla trasparenza delle informazioni in etichetta per gli oli di oliva, con il quale sarà possibile verificare con maggiore facilità nella parte frontale della bottiglia le caratteristiche dell’olio e la sua origine. Insomma i consumatori potranno capire se l’olio è italiano. Si tratta di un risultato importante che ha visto l’Italia tra i più attivi promotori di questa norma. È necessario infatti che la trasparenza dell’etichetta diventi un principio fondamentale per tutti gli alimenti, in modo da tutelare il consumatore e garantire la lealtà della concorrenza. Per quanto riguarda, poi, le bottiglie destinate alla ristorazione, la Commissione ha assicurato che gli Stati membri possono stabilire norme a livello nazionale che dispongano l’uso obbligatorio di sistemi di chiusura che ne impediscono il riempimento dopo l’esaurimento del contenuto e che pertanto, una volta aperte, le confezioni non saranno più riutilizzabili”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha commentato l’approvazione da parte del Comitato di gestione OCM unica riunitosi ieri a Bruxelles, con 283 voti a favore e 69 astensioni, delle modifiche al regolamento europeo n. 29/2012, relativo alle norme di commercializzazione e all’etichettatura dell’olio di oliva l'olio d’oliva. Il nuovo regolamento si applicherà a partire dal 13 dicembre 2014, contemporaneamente al regolamento 1169/2011. Con la modifica approvata le informazioni in etichetta dovranno essere riportate obbligatoriamente nello stesso campo visivo principale e in un corpo di testo omogeneo, utilizzando caratteri di dimensioni già fissati dal regolamento (CE) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. “La decisione assunta ieri – ha proseguito il Ministro – costituisce un fondamentale passo in avanti, anche se è ancora molto lungo il percorso da compiere per migliorare la tracciabilità a carico di un settore di fondamentale importanza per l’economia e la cultura alimentare italiana. Per questo, ho già manifestato alla Commissione europea la necessità di proseguire in questa direzione e di procedere, anche in ambito COI (Comitato olivicolo internazionale), per apportare alla normativa le modifiche che il mondo produttivo attende”.

DE GIROLAMO INCONTRA MINISTRO AGRICOLTURA RUSSO FYODOROV: INTENSIFICARE RAPPORTI COMMERCIALI TRA I PAESI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Il colloquio con il Ministro Fyodorov è stato molto approfondito, abbiamo toccato diversi temi con l’obiettivo comune di sviluppare sempre maggiori relazioni commerciali tra Italia e Russia. Tra i nostri Paesi c’è una forte amicizia e i rapporti economici sono già consolidati, ma vanno ulteriormente intensificati. L’export agroalimentare italiano verso Mosca, nei primi otto mesi del 2013, ha registrato un aumento del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segno che l’attenzione del mercato russo nei confronti delle produzioni italiane è molto alta. C’è però ancora potenziale per sviluppare l’interscambio agroalimentare tra i nostri Paesi, come dimostrano anche gli importanti investimenti realizzati lì da grandi gruppi italiani”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, dopo aver incontrato il Ministro dell’Agricoltura della Federazione Russa, Nikolai Fyodorov, nell’ambito del Vertice intergovernativo Italo-Russo, che si tiene a Trieste. Nel corso del colloquio si è discusso del rilancio del settore agro-alimentare come elemento prioritario per entrambi i Paesi e della necessità di intensificare i rapporti di cooperazione tra Italia e Russia. Sono state inoltre affrontate diverse questioni, tra cui: le difficoltà di accesso per le aziende italiane al mercato russo; il problema della contraffazione di vini italiani e le difficoltà di accesso al mercato a causa di alcune procedure amministrative particolarmente onerose; in particolare è stata affrontata la questione del blocco delle importazioni dall’UE di piante da frutto e piante ornamentali. A tale riguardo il Ministro russo ha annunciato il prossimo invio in Italia di una missione per conoscere il sistema di certificazione volontaria applicato dai vivai italiani. Ha inoltre espresso grande interesse per un’accresciuta presenza italiana nel settore delle serre. Il Ministro De Girolamo ha confermato al suo omologo l’intenzione di effettuare una visita in Russia in primavera, che sarà preceduta da una riunione del Gruppo di lavoro bilaterale.

martedì 26 novembre 2013

CIBO MADE IN ITALY BUONO E SICURO: AGRINSIEME AL FORUM RISK MANAGEMENT IN SANITA’ DI AREZZO

Fonte: Agrinsieme

“Il cibo fa bene e le scelte alimentari influiscono sulla salute”. E’ con questa convinzione che Agrinsieme, il coordinamento tra Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative (Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital) ha scelto di essere presente con uno stand al “Forum Risk Management in sanità 2013”, la manifestazione dedicata alla sicurezza dei pazienti, che apre i battenti oggi ad Arezzo. Lo stand Agrinsieme (n.75) nell’ambito dell’iniziativa promossa dal ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni, dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Fondazione Sicurezza in Sanità presenterà il cibo ‘made in Italy’ per la buona salute, veri e propri ‘farmaci naturali’. Il miele, nelle sue differenti varietà, dalle indiscusse proprietà organolettiche, antibatteriche e antibiotiche naturali; l’olio extravergine d’oliva ricco di importanti sostanze antiossidanti e curative, che i più recenti studi medici consigliano per la prevenzione dell’Alzheimer; la frutta con il suo apporto di vitamine e antiossidanti, rinfrescante e purificante; la verdura con le innumerevoli proprietà curative ricche di antociani, vitamine e fibre. Il binomio alimentazione-salute non può prescindere dall’impegno che le imprese agricole e dell’agroalimentare hanno assunto in pieno. “Il settore – ricorda Agrinsieme – è ai primi posti per la sicurezza alimentare, per la riduzione e il corretto uso dei fitofarmaci. I nostri imprenditori sono sempre più responsabili verso l’ambiente e la sostenibilità, come emerge dai dati del ministero della Salute pubblicati nella Relazione annuale al Piano Nazionale Integrato 2011, sulla sicurezza alimentare. Ai controlli, quasi la totalità dei campioni di ortofrutticoli (il 99,7%) e dei prodotti di origine animale (il 99,8%) sono risultati in regola. “Andrebbero sicuramente aumentati – conclude Agrinsieme - i controlli per i prodotti importati, così come andrebbe intensificata la lotta alla contraffazione”.

DE GIROLAMO: BLOCCATA VENDITA DI FALSO PROSCIUTTO SAN DANIELE IN INGHILTERRA CON CLAUSOLA EX OFFICIO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“È davvero una buona notizia il sequestro di prodotti che riportavano falsamente la denominazione di Prosciutto San Daniele da parte delle autorità britanniche, che qui voglio ringraziare. Ancora più positiva, perché ha visto la collaborazione tra il nostro Ispettorato e il Consorzio di tutela, nell’attivare la procedura di blocco della vendita illegale. Si tratta di un caso di applicazione della clausola ex officio contenuta nel pacchetto qualità dell'Ue, che ci conferma la necessità e la validità di questa norma. È fondamentale, infatti, che sul territorio comunitario esistano strumenti adeguati alla protezione delle DOP e IGP patrimonio dell’Unione, alla salvaguardia dei consumatori e dei produttori onesti. La tutela del Made in Italy e delle nostre denominazioni è una priorità assoluta del governo e continueremo questa azione di contrasto alle frodi e agli illeciti a tutto campo”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, commentando l’iter seguito dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele per segnalare una vendita online, su un sito che fa capo ad un’azienda inglese, di un prodotto che abusava della denominazione Prosciutto di San Daniele. Il Consorzio si è immediatamente attivato di concerto con l'Ispettorato per il controllo della qualità e la repressione delle frodi (ICQRF) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed ha sollecitato le Autorità inglesi competenti e cioè il Department for Environment Food & Rural Affairs (DEFRA) che, dopo aver verificato l’infrazione, ha proceduto a far cessare tale attività illecita.

AZIENDA AGRICOLA DI ARGENTA SI AGGIUDICA IL PRESTIGIOSO “POMODORINO D'ORO” ASSEGNATO DA MUTTI

Fonte: Ufficio Stampa Terremerse  

Alessandro Tedaldi premiato con l'Oscar del settore. Al terzo posto un'altra azienda argentana, Tenuta Sciuptina di Leonelli

Nei giorni scorsi al Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme si è svolta la cerimonia di consegna del prestigioso “Pomodorino d’Oro”, il premio conferito ogni anno da Mutti ai migliori produttori di pomodoro, arrivato quest’anno alla sua 14ma edizione. Sono stati ben 8 i produttori di Terremerse e Pempacorer che hanno ricevuto i premi e fra questi anche l’ambito primo posto, aggiudicato all'Azienda Agricola Alessandro Tedaldi di Argenta. E’ la prima volta, dall’inizio di questa manifestazione, che viene assegnato a un'azienda del ferrarese tale riconoscimento, a coronamento di un impegnativo percorso di qualità nel quale hanno sempre creduto sia la Cooperativa sia l’Organizzazione di Produttori. Non è facile produrre qualità in quantità e proprio per questo Mutti investe 150.000 Euro per promuovere le migliori pratiche agricole e premiare quelle aziende che hanno meglio saputo evolversi e distinguersi nel miglioramento della filiera produttiva. Oltre al primo posto di Tedaldi, si segnala anche il meritato terzo gradino del podio per un'altra azienda di Argenta, la Società Agricola Tenuta Sciuptina di Leonelli. Grande pregio anche alle altre aziende socie di Terremerse premiate: Soc. agr. TM di Tedaldi e Montanari (Argenta), Rizzati Mauro (Comacchio), Ravaioli Gabriele - Ridolfi Saura e Figli (Ravenna), Brui Roberto (Argenta), Calderoni Silvano (Alfonsine), Tartarini Riccardo (Ostellato). Il “Pomodorino D'Oro” riconosce la qualità come primo obiettivo di tutte le fasi di vita del pomodoro, dalla coltivazione alla raccolta, fino alla consegna del prodotto finale. L'assegnazione del premio avviene sulla base di rigorosi parametri, fissati dalla Mutti per avere sempre una materia prima al top della qualità, che consenta di avere un prodotto trasformato eccellente. Le valutazioni complessive tengono conto sia delle caratteristiche tecnologiche del pomodoro, sia della qualità di raccolta, compresa la valutazione della raccolta alla giusta epoca di maturazione, per conservare al meglio tutte le caratteristiche organolettiche del pomodoro. Dal 2010, grazie alla partnership con il WWF, Mutti ha introdotto la Menzione Speciale "Idee per l’Acqua", da assegnare agli agricoltori che si sono distinti nell’applicazione di pratiche di coltivazione sostenibili. La commissione - composta da WWF, Mutti e Università della Tuscia - ha valutato i progetti e ha assegnato la Menzione 2013 sempre all’azienda agricola Tedaldi Alessandro, che si è impegnata nell'applicazione di tecnologie per il monitoraggio del fabbisogno idrico delle colture, investendo volontariamente in misure per il risparmio idrico e confermando come i sistemi sperimentati abbiano portato anche un aumento della produzione, oltre a un concreto vantaggio ambientale. La coincidenza dei due premi è un risultato interessante perché sottolinea come la qualità e l’attenzione all’ambiente, a volte visti come aspetti separati, possono e devono coesistere.

venerdì 22 novembre 2013

SARDEGNA, DE GIROLAMO: CHIESTO DI ACCELERARE PAGAMENTI ANTICIPI E SALDO AIUTI DIRETTI PAC AD AGRICOLTORI COLPITI DALL’ALLUVIONE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Come prima risposta concreta per gli agricoltori colpiti dalla drammatica alluvione in Sardegna, ho dato mandato ai miei uffici di procedere con ogni urgenza alla completa erogazione degli anticipi dei pagamenti diretti, nonché di velocizzare le procedure per il versamento dei relativi saldi di pagamento fin dal 1° dicembre prossimo. A queste misure seguiranno altre azioni, come l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale per le aziende agricole, dopo che sarà stata effettuata la stima dei danni. È fondamentale sostenere il comparto primario e la zootecnia sarda, che rappresentano una parte importante dell’economia di quelle terre”. Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, annuncia le prime azioni in favore degli agricoltori sardi colpiti dalla recente alluvione.

TERREMERSE: POSITIVO IL PRECONSUNTIVO 2013 LA PROIEZIONE OTTENUTA SUL CONSUNTIVO AL 30 SETTEMBRE PROSPETTA UN UTILE D’ESERCIZIO CON UN CONSOLIDAMENTO DEL FATTURATO A 157 MILIONI DI €

Fonte: Ufficio Stampa Terremerse

Il preconsuntivo 2013 della Cooperativa Terremerse presenta dati di notevole positività, sia in rapporto al quadro generale dell’economia e della finanza in Italia e in Europa, sia in rapporto alle potenzialità di sviluppo che evidenzia. La proiezione ottenuta sul consuntivo al 30 settembre prospetta un utile d’esercizio, con un consolidamento del fatturato complessivo a 157 milioni di € e un leggero, ma significativo, recupero sul piano della prevalenza mutualistica, ossia dell’attività svolta con soci rispetto al totale. L’esercizio 2013, in via di conclusione con un saldo attivo, sarà l’ultimo prima di una riorganizzazione aziendale di largo respiro che, a partire dal 2014, rilancerà ulteriormente la competitività e la capacità di fare accumulazione della Cooperativa, focalizzando il ruolo di Terremerse nella logistica avanzata e nel marketing per i mercati nazionali e per l’internazionalizzazione. Nella composizione del fatturato le agroforniture spiccano un ulteriore balzo in avanti, passando dai 53 ai 60 milioni di € (+13%), con il consolidamento del margine acquisito. L’incremento più significativo si deve ai settori dei fitofarmaci (+25%) e dell’impiantistica e irrigazione (+35%). Il settore cerealicolo realizza il record assoluto di volumi ritirati, in un’annata caratterizzata da rese modeste dei cereali a paglia e dalla fortissima concorrenza di 50 impianti per biogas tra Ravenna e Ferrara, che sottraggono ogni anno molto mais alla destinazione mangimistica e alimentare, con il sostegno di determinanti provvidenze pubbliche. Le consegne hanno raggiunto quota 133mila tonnellate contro le 115mila del 2012 (+15,65%). Anche quest’anno, oltre 300 nuove aziende hanno consegnato a Terremerse, gratificandoci con la loro fiducia. Un risultato che premia la qualità del nostro servizio e l’apertura dimostrata nella costruzione di alleanze con il Consorzio Italiana Stoccaggi e con SADA/ANB. L’ottimo risultato conseguito nella raccolta purtroppo non viene altrettanto premiato dall’attuale andamento del mercato, sempre volatile e complessivamente in flessione. Il settore carni realizza una buona performance, conseguendo un risultato di budget superiore alle aspettative, dopo la perdita di tutto il fatturato di carni macinate per Unicoop, che contribuiva a determinare l’utile di gestione fino al 2011. Il lavoro fatto nella gestione del salumificio, per acquisire maggiore convenienza di prezzo senza intaccare la qualità dell’offerta, ci premia assorbendo le persistenti difficoltà del prosciuttificio a remunerare i propri costi e prospettando importanti successi in nuovi mercati in Italia e all’estero. Il settore macchine subisce una pesante flessione di fatturato e di margini, pur spuntando la migliore performance di vendite rispetto alle concessionarie Same Deutz Fahr del mercato nazionale: un segno inequivocabile delle difficoltà del settore, in assenza di provvedimenti di sostegno, pur ripetutamente annunciati. Infine, il comparto dell’ortofrutta segna un calo di volumi conseguente alle avversità climatiche dell’anno, che deprime il valore degli sforzi effettuati in ordine all’ottimizzazione della produttività e del contenimento dei costi variabili. L’utilizzo solo parziale degli stabilimenti di lavorazione accresce l’incidenza dei costi fissi, rafforzando l’opportunità delle scelte di ristrutturazione messe a punto negli scorsi mesi: la concentrazione delle lavorazioni, la ricerca di partner con cui condividere sinergie per realizzare congiuntamente il completamento di gamma e l’accesso all’innovazione di prodotto, da cui dipende la possibilità di rilanciare la capacità del settore di produrre reddito per i soci e per le strutture cooperative.

SARDEGNA, CONFAGRICOLTURA: LA SITUAZIONE E’ GRAVISSIMA ANCHE NELLE CAMPAGNE. IL PRESIDENTE GUIDI CHIEDE L’EROGAZIONE ANTICIPATA DEI PAGAMENTI PAC E PSR ALLE AZIENDE DANNEGGIATE

Fonte: Confagricoltura

 “La straordinarietà degli eventi calamitosi che hanno colpito la Sardegna, che già vede impegnato il governo con interventi importanti, impone di emanare misure urgenti in favore degli agricoltori per far fronte all’emergenza che si è determinata nelle zone rurali.” In una lettera indirizzata al ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, al presidente della Regione autonoma della Sardegna, Ugo Cappellacci e al Commissario straordinario Agea, Giovanni Mainolfi, il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, chiede l’erogazione in via anticipata, con assoluta priorità, dei pagamenti degli aiuti diretti della Pac e dei Psr alle aziende ubicate nelle zone danneggiate. “Si tratta - scrive il presidente Guidi - di un intervento realizzabile con immediatezza; un primo, non certo risolutivo, segnale di attenzione nei confronti del mondo agricolo”. Confagricoltura evidenzia che il ciclone ha prodotto effetti devastanti anche nelle campagne, dove la situazione è gravissima. Dai primi sopralluoghi effettuati si rilevano ingenti danni nelle province di Cagliari, Oristano e Medio Campidano. Nella piana di Terralba ad Uras, tipicamente vocata alle colture ortive, sia in pieno campo sia in serra, sono circa 400 gli ettari di carote e finocchi completamente allegati che, a causa del ristagnare delle acque, potrebbero essere irrimediabilmente compromessi se, come già annunciato dalle previsioni meteo, dovessero proseguire le piogge. Cancellate le strade aziendali, fuori uso anche gli impianti elettrici e molti capannoni. Situazione analoga nelle zone di San Gavino e Pabillonis, dove si registrano allagamenti e danni ai seminativi e alle greggi, alcune isolate o smarrite. Completamente perdute le colture estive di mais e di riso e i prodotti conservati, come il fieno e le derrate messe a dimora nei capannoni. Confagricoltura Sardegna è impegnata a prestare soccorso alle aziende colpite e i tecnici sono al lavoro per studiare un piano-proposta per la liquidazione dei danni subiti dal mondo agricolo.

CONVEGNO SUL RUOLO DEL SINDACATO, GIOVANI AGRICOLTORI, INTERNAZIONALIZZAZIONE - DE CASTRO (PRESIDENTE COMAGRI): “DALLA NUOVA PAC 6 MILIARDI DI EURO A CHI HA MENO DI 40 ANNI (+ 25% RISPETTO ALLA PAC PRECEDENTE)”

Fonte: Ufficio Stampa Confagricoltura Bologna

“Dalla nuova Pac, 6 miliardi di euro a tutti i giovani agricoltori under 40 anni (+ 25% rispetto alla Pac precedente)” - lo ha detto Paolo De Castro, intervenuto giovedì 21 novembre, al convegno “Il ruolo del sindacato nell'agricoltura che cambia” che si è tenuto a Bologna, organizzato da Alleanza per l'Agricoltura (Confagricoltura, Cia e Copagri di Bologna). “Questa Pac – ha aggiunto De Castro - privilegerà gli agricoltori professionali ed è soddisfacente rispetto alla proposta iniziale che penalizzava la nostra agricoltura. Le nostre produzioni di eccellenza, inoltre, come la frutticoltura, la risicoltura e le superfici investite a medica sono escluse dal greening mentre per le superfici arabili sono stati definiti parametri che dovrebbero salvaguardare le tipologie aziendali italiane. Da gennaio, quando verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale UE, servirà un confronto stretto a livello istituzionale su come applicarla nel miglior modo su tutto il territorio”.

giovedì 21 novembre 2013

GIOVANI AGRICOLTORI, INTERNAZIONALIZZAZIONE, RETI D’IMPRESA: ALLEANZA PER L’AGRICOLTURA SI INTERROGA SUI TEMI DEL FUTURO AL CONVEGNO “IL RUOLO DEL SINDACATO NELL’AGRICOLTURA CHE CAMBIA”

Fonte: Confagricoltura

Sono circa 5.550 i giovani agricoltori professionali presenti in Emilia-Romagna, l’8,5% delle imprese iscritte alla Camera di Commercio. Questi giovani under 35 mettono assieme ben il 33% del valore della produzione agricola regionale. Il risultato è in buona parte frutto di una maggior attenzione dei giovani al mercato e a quanto succede al di fuori della propria azienda; di una loro propensione al confronto e alla collaborazione con altre imprese. Tuttavia il dato non soddisfa pienamente. Infatti “il 62% dei giovani imprenditori intervistati non ha ancora un profilo manageriale e appare incentrato su scelte di breve periodo”. Ad affermarlo è Camillo Gardini, presidente Agri 2000, oggi al convegno “Il ruolo del sindacato nell'agricoltura che cambia” organizzato a Bentivoglio (Bo) da Alleanza per l'agricoltura che raggruppa le rappresentanze provinciali di Confagricoltura, Cia e Copagri. Quale dunque la miglior terapia per il futuro? “Favorire la crescita di agricoltori manageriali e per realizzare questi obiettivi” - è la pronta replica di Gardini - “grande può essere il ruolo delle organizzazioni professionali dei produttori agricoli”. Ma in che modo il sindacato può rispondere alle nuove esigenze delle imprese agricole? “Partendo proprio da una maggior aggregazione delle forze sindacali” – è l’auspicio di Andrea Gabusi, presidente vicario Copagri. La tavola rotonda moderata da Beppe Boni, vice direttore del QN Il Resto del Carlino, fa il punto. “La giornata di oggi è stata prima di tutto una bella occasione per ribadire che Alleanza per l'agricoltura si candida a essere un valido riferimento per le aziende agricole dinamiche e che vogliono innovare”, dichiara Marco Bergami, presidente Cia Bologna, “oltre che un nuovo strumento di rappresentanza sindacale che risponde al motto l'unione fa la forza”. “Alleanza per l’agricoltura deve puntare alla condivisione delle linee strategiche di sviluppo e al maggior efficientamento dei servizi, al fine di rafforzare il proprio peso politico e sindacale ai tavoli istituzionali e raggiungere alcuni traguardi, tra cui: economie di scala, aumento della professionalità, maggiore efficacia ed efficienza di risposta a livello territoriale, maggiori competenze specifiche” - rimarca Chiara Montroni, 34 anni, agronomo e presidente ANGA Bologna, che ha preso la parola in rappresentanza dei giovani imprenditori. Tra le priorità del sindacato nel futuro: favorire lo sviluppo della cultura d'impresa e il passaggio da produttore ad imprenditore; elaborare progetti unitari territoriali in tandem con gli altri settori economici (in particolar modo industria e artigianato) per dare organicità di strategia alle produzioni tipiche; promuovere l'aggregazione attraverso le reti d'impresa; infine, sostenere gli imprenditori nel difficile processo di internazionalizzazione verso l'acquisizione di nuovi mercati. “Una mano però deve arrivare dal Governo” conclude Gianni Tosi, presidente Confagricoltura Bologna, “non si può fare sindacato di impresa se non si valorizza il ruolo dell'agricoltura in tutti i suoi aspetti. A partire dal nodo della Trise, dell'Imu - che di nuovo incombe sugli agricoltori - e dall'enorme peso burocratico di un sistema a dir poco farraginoso. E' opportuno pensare a come rilanciare il nostro paese nel suo complesso. Il settore manifatturiero ha perso il 25% del valore della produzione fra il 2008 e il 2013, oltre il 15 % delle imprese sono scomparse o sono in crisi. Non possiamo perdere un comparto così importante ma è necessaria una visione integrata dove non vi sia la predominanza di un settore sugli altri. E noi, come sindacato agricolo, oggi più che mai, dobbiamo diventare artefici di un cambiamento e di un salto di qualità definitivo che consenta di fornire il supporto necessario agli associati per soddisfare i loro fabbisogni e le loro esigenze. E passare a una nuova fase storica, quella di imprenditori correlati in rete. Dobbiamo ribadire con forza il ruolo di sintesi e di rappresentanza degli interessi agricoli e fungere sempre più da cerniera tra le imprese, la politica e la pubblica amministrazione”. All'incontro hanno partecipato anche Massimo Ferrante, segretario C.N.A. Bologna; Umberto Cesari, titolare azienda agricola “Umberto Cesari”; Luigi Vannini, professore ordinario di Economia e Politica Agraria, corrispondente presso l’Accademia Nazionale d’Agricoltura; Beatrice Draghetti, presidente della Provincia di Bologna e Daniele Passini, Alleanza per le Cooperative di Bologna.

COLDIRETTI: NO A DIETROFRONT SU IMU. NECESSARIO SLITTAMENTO PER NON METTERE IN CRISI UN INTERO SISTEMA

Fonte: Coldiretti Ferrara

Uno slittamento necessario per evitare un inaccettabile dietrofront nei confronti degli impegni assunti per abolire l'Imu sui terreni e i fabbricati strumentali all'attività agricola. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la decisione di slittare il varo del decreto per l'abolizione della seconda rata dell'Imu su proposta del ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo. Le imprese - sottolinea la Coldiretti - hanno bisogno di certezze e stabilità e non certo di una tassa ingiusta che colpisce i fattori di produzione. Si tratta - conclude la Coldiretti - di non mettere in crisi un intero sistema produttivo e la credibilità delle Istituzioni nei confronti delle imprese costrette ad affrontare la già difficile situazione economica".

mercoledì 20 novembre 2013

PAC, DE GIROLAMO: BENE APPROVAZIONE PARLAMENTO EUROPEO RIFORMA, ORA PAROLA AL CONSIGLIO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“L’esito positivo della votazione del Parlamento Europeo sia dell’intero pacchetto afferente la Pac che delle norme transitorie per il 2014 è una buona notizia. Questa approvazione è frutto di un lavoro intenso che è stato condotto in modo proficuo congiuntamente con la Commissione e il Parlamento Europeo e che è scaturito nell’accordo che tutti insieme abbiamo raggiunto lo scorso giugno. Il passaggio successivo sarà, quindi, nel prossimo Consiglio dei Ministri dell’agricoltura dell’Unione che si terrà a dicembre a Bruxelles, nel corso del quale saremo chiamati ad approvare ‘in prima lettura’ in modo definitivo l’accordo . Ciò consentirà agli agricoltori di avere garanzia e certezze sul prosieguo della politica agricola comune dal primo gennaio 2014”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha commentato l’approvazione da parte della plenaria del Parlamento europeo della riforma della Politica agricola comune (PAC). Sono stati votati dall’Europarlamento i progetti di regolamento relativi ai Pagamenti diretti; allo Sviluppo rurale; all’OCM unica; al Finanziamento, gestione e monitoraggio della PAC; alle norme transitorie per il 2014. Per quanto riguarda lo Sviluppo rurale, la votazione odierna definisce il quadro giuridico necessario per far partire al più presto i nuovi programmi, attraverso i quali saranno destinati al settore circa 21 miliardi di euro, tra fondi comunitari e nazionali, a partire già dal prossimo 1 gennaio. La Pac nel suo complesso muoverà, nel prossimo settennato, circa 52 miliardi di euro.

OLIVICOLTURA, GIROLIO ARRIVA IN EMILIA-ROMAGNA. APPUNTAMENTO SABATO 23 A PARMA E DOMENICA 24 NOVEMBRE A BRISIGHELLA (RA)

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Rabboni: la nostra una produzione "piccola" ma di altissima qualità. Una coltura in ripresa che la Regione sostiene perché fa bene al territorio

Un fine settimana dedicato alla degustazione dell’olio nuovo, appena franto e alla scoperta di una coltura antichissima, un tempo molto diffusa anche in Emilia-Romagna, e che ora sta conoscendo una nuova rinascita. Farà tappa a Parma e Brisghella, rispettivamente sabato 23 e domenica 24 novembre, Girolio, il grande tour dell’extravergine promosso dall’Associazione Città dell’olio. Mostre mercato di prodotti tipici, stand gastronomici, laboratori: le due città emiliano-romagnole offriranno un ricco programma interamente dedicato all’olivo e a quello che esso rappresenta: storia, territorio, paesaggio. A Brisighella in particolare, in concomitanza con la 54esima edizione della Sagra dell’Ulivo, il cuore della manifestazione sarà Piazza Marconi dove sarà possibile assistere per tutta la giornata alla molitura in piazza delle olive e tornare a casa con la propria bottiglia dell’olio nuovo. A Parma invece è previsto il convegno “L’oro di Parma, il ritorno dell’extravergine” ( dalle ore 10,15 presso la Casa della Musica, piazzale San Francesco 1). “Piccoli, ma di altissima qualità - ha detto oggi a Bologna presentando l’iniziativa l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – l’Emilia-Romagna è tra le più piccole regioni olivicole in Italia, ma vanta il riconoscimento di ben due Dop e una produzione in forte ripresa non solo in Romagna, ma anche in Emilia: Bologna e Parma in testa. Anche per questo la Regione ha finanziato un progetto che prevede il recupero di antiche varietà di olivo tipiche dei nostri territori. Per noi è una scommessa importante: l’olivicoltura in collina fa bene al territorio perchè contribuisce a contrastare il dissesto idrogeologico e migliora la qualità del paesaggio agrario, oltre a dare una fonte di reddito aggiuntivo agli agricoltori”. “Partito il 20 settembre da Ragusa – ha spiegato Franco Spada responsabile per l’Emilia-Romagna dell’Associazione nazionale Città dell’Olio - Girolio tocca ben quindici regioni, per concludersi il 21 dicembre a Bitonto in Puglia. Tre mesi di eventi dedicati all’olio extravergine e ai prodotti tipici italiani da gustare in tante feste di piazza. L’edizione 2013 è dedicata alla Dieta mediterranea, patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2010."  

L’olivo in Emilia-Romagna, in crescita la produzione 2013. In dieci anni quasi triplicate le superfici
E’ una coltura dai piccoli numeri e ancora di nicchia, ma in crescita, sia da un punto di vista quantitativo che, soprattutto, qualitativo. Forte anche del riconoscimento di due Denominazioni d’origine protetta: le Dop “Brisighella” e “Colline di Romagna”. I primi dati sulla raccolta 2013 parlano di un aumento del 15% della produzione rispetto a quella dello scorso anno (duramente penalizzata dalle condizioni climatiche), un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale, in flessione dell’8%. Buona anche la qualità delle olive. Nel 2012 gli ettari coltivati a olivo in Emilia-Romagna erano 3.841 (1.907 nella campagna 2000-2001) per una produzione di 46.281 quintali di olive e 6.606 di olio. Attualmente la produzione si concentra in particolare nelle province romagnole (Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna), ma risulta in crescita anche in Emilia. Particolarmente dinamica la provincia di Bologna (imolese e colline del capoluogo) ove nel 2003 si è costituito il Consorzio Olivicoltori Colli Bolognesi. In ripresa la coltivazione dell’olivo anche a Parma, ove la coltura è attestata fin dal tredicesimo secolo, e con essa in tutta l’area occidentale della regione. Nel 2006 a Parma è nata l’Associazione Parmense Olivicoltori e nel 2009 l’”Olio del Ducato”, il brand dell’associazione che raggruppa tutto il prodotto locale. In Romagna l’olivicoltura è una realtà ormai consolidata. Se Rimini è la prima provincia in regione per estensione delle superfici, Ravenna a sicuramente la regina sotto il profilo qualitativo. La Valle del Lamone, con la denominazione “Brisighella”, può vantare la prima Dop nel 1996. Nel 2003 è arrivata anche la seconda Dop regionale – “Colline di Romagna” - che comprende i territori collinari a ridosso dell’area costiera riminese e la media e bassa collina in provincia di Forlì-Cesena. In Emilia-Romagna è presente Unaprol, un’organizzazione di produttori che con circa 3 mila soci, raggruppa tutti i produttori di olive.  

Un progetto della Regione per recuperare le antiche varietà dell’area emiliana
Nostrana di Brisighella, Ghiacciolo, Orfana Colombina, Correggiolo, Rossina, Grappuda, Quarantoleto in Romagna e, nell’area emiliana: Bianello, Fiorano, Montelocco e Montericco. La presenza di documenti storici in gran parte medioevali dimostra l’esistenza di un’antica olivicoltura lungo la fascia pedemontana dell’Emilia Romagna. Il particolare microclima di alcuni areali meno esposti ai venti settentrionali, insieme all’innalzamento delle temperature medie stanno riportando in auge questa coltivazione che può affiancare la vite nelle zone agricole più marginali, rappresentare uno valido strumento di conservazione della biodiversità e del paesaggio, oltre che un importante strumento per contrastare il degrado idrogeologico. Proprio per questo la Regione ha finanziato un progetto per lo sviluppo dell’olivicoltura da olio nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, in fase di conclusione. Partendo da antiche ceppaie e piante sopravissute nei secoli, l’iniziativa ha previsto anche attività di moltiplicazione e distribuzione agli agricoltori interessati dei genotipi individuati sul territorio e in grado di fornire olii monovarietali di indubbio pregio sotto il profilo chimico, sensoriale ed aromatico. L’obiettivo è creare le condizioni per una olivicoltura da reddito fortemente legata al territorio anche in Emilia. Attualmente sono 24 le cultivar di olivo tipiche dell’Emilia-Romagna catalogate e certificate nell’ambito del progetto regionale. Oltre a essere coltivate in dieci campi sperimentali, due piante per ogni cultivar sono conservate presso il Centro di conservazione di Ibimet-Cnr a Bologna.

I dati sulla produzione di olio in regione: www.agrestetv.it/documenti/Olivicoltura_ dati_2012.doc

PSR, CONFAGRICOLTURA: “MEZZO MILIARDO DI FONDI EUROPEI A RISCHIO, PER INCAPACITÀ E RITARDI DI DIVERSE REGIONI”

Fonte: Confagricoltura

“Le imprese agricole italiane rischiano di perdere 500 milioni di fondi europei dello sviluppo rurale per l’incapacità di spesa o per i ritardi accumulati da diverse regioni italiane”. La denuncia è di Confagricoltura che rileva come, tra novembre e dicembre, si dovranno spendere 918 milioni di euro, se non si vuol rischiare il disimpegno di poco meno di mezzo miliardo di euro di risorse comunitarie del fondo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR) che, se non utilizzate, torneranno inesorabilmente a Bruxelles. “Non si può mettere a rischio un plafond cosi ingente di risorse preziosissime per la nostra agricoltura, che vale oltre 2,5 miliardi di euro anno ed oltre 17 miliardi nell’intero periodo di programmazione – commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - Lasciare residui non utilizzati è un delitto”. “Bisogna individuare al più presto le motivazioni dei ritardi e porvi rimedio al più presto – aggiunge Guidi - Cattiva programmazione con misure non sempre allineate ai reali fabbisogni delle imprese, procedure complesse ed onerose che determinano tempi inverosimili per l’espletamento delle pratiche e la liquidazione delle pratiche nonché meccanismi di attribuzione delle risorse che spesso disperdono e rendono inefficace lo strumento della politica di sviluppo rurale. “La situazione – conclude il presidente di Confagricoltura - si ripete da troppo tempo e va fatto di tutto affinché nel prossimo periodo di programmazione 2014-2020 le risorse, in tutte le regioni italiane, siano spese in maniera efficace ed efficiente”.

Altri dati:  www.agrestetv.it/documenti/PSR.doc

DE GIROLAMO INCONTRA RAPPRESENTANTI DELLA GDO: RASSICURARE CONSUMATORI SU TRACCIABILITA’ E CONTROLLI SUI PRODOTTI CAMPANI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha incontrato oggi (19/11/2013) le principali catene della Grande distribuzione organizzata italiana per affrontare la questione delle presunte disdette di contratti di forniture dalle imprese agroalimentari campane a seguito della vicenda della Terra dei Fuochi. Alla riunione erano presenti rappresentanti di Auchan, Federdistribuzione, Ancd-Conad, Conad, Coop Italia, Gs Spa Carrefour, Esselunga Spa. Durante l’incontro i rappresentanti della Gdo hanno confermato che non ci sono state disdette di forniture per tutti quei produttori che hanno dato ampie e approfondite garanzie di certificazione, tracciabilità e qualità. Inoltre, i rappresentanti hanno sottolineato che i prodotti campani in vendita sui loro scaffali sono sottoposti a controlli che vanno ben oltre la norma. Il Ministro ha ribadito il grande impegno del Ministero e degli organismi di controllo ad esso collegati per la tracciabilità e la verifica dei prodotti campani. È inoltre emersa da entrambe le parti la necessità di giungere al più presto a una perimetrazione dei terreni della Terra dei Fuochi interessati, operazione indispensabile per tutelare i produttori e i consumatori.

martedì 19 novembre 2013

IMU: AGRINSIEME, COSÌ SI PENALIZZA IL LAVORO DI MIGLIAIA DI IMPRESE AGRICOLE. IL GOVERNO NON RISPETTA GLI IMPEGNI ASSUNTI

Fonte: Agrinsieme

“E’ assolutamente inaccettabile che gli agricoltori siano tenuti a dover pagare la seconda rata dell’Imu sui terreni e sui fabbricati rurali.” Lo denuncia Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative, alla vigilia del Consiglio dei ministri che domani dovrebbe approvare il decreto legge con cui il Governo cancella definitivamente la seconda rata dell’Imu sull’abitazione principale. “Questa esclusione ha il sapore della beffa - dice il coordinatore di Agrinsieme Giuseppe Politi-. Tra promesse e smentite questa storia va avanti da mesi. Siamo passati dall’abolizione della prima rata, all’indeterminatezza sulla seconda, per arrivare oggi a sapere che gli agricoltori non saranno più esentati. Un clima di incertezza che ha reso difficile programmare, fare investimenti, prendere decisioni. E ora arriva il colpo finale!”. Un conto per l’agricoltura di oltre 346 milioni di euro, che potrebbero aumentare se i comuni, per recuperare parte del gettito delle prime case, decidessero di alzare l’aliquota del 7,6 per mille. Con tutti i disguidi possibili per effettuare i versamenti, determinati dalla facoltà dei Comuni di decidere le aliquote fino a sette giorni prima il termine di scadenza del pagamento. “Avevamo avuto assicurazioni che questa tassa, assolutamente iniqua per il settore, perché colpisce beni strumentali indispensabili all’attività d’impresa - continua Politi - non sarebbe stata ripristinata. Sembra, invece, che non sia così. E questo senza che ci sia mai stato un confronto diretto con il Governo. Ciò è inaccettabile perché viola qualsiasi patto fiscale”.

QUOTE LATTE: AGRINSIEME, SERVE UN’IMMEDIATA VERIFICA PER METTERE LA PAROLA FINE AD UNA QUESTIONE PER LA QUALE SI È PAGATO GIÀ TROPPO

Fonte: Agrinsieme

“Le notizie apparse oggi (18/11/2013) sulla stampa riguardanti i presunti errori nei calcoli relativi alla passata gestione delle quote latte esigono, come in più occasioni abbiamo affermato, un’immediata verifica che porti, dopo anni, a mettere la parola fine a questa vicenda, per la quale abbiamo già pagato troppo”. Lo afferma Giuseppe Politi, coordinatore di Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane), che denuncia per l’ennesima volta una situazione intollerabile e mai chiarita. “Dobbiamo ricordare - aggiunge il coordinatore di Agrinsieme - che per la cattiva gestione delle quote latte stiamo ancora pagando in sede europea gli errori di chi ‘nel pubblico’ ha governato la questione e di chi non ha rispettato il sistema. A questo riguardo, se gli errori di calcolo dovessero essere confermati, andrà valutata la posizione degli allevatori, in particolare quelli in regola che in passato hanno investito per acquistare le quote di produzione”. “Senza contare che rinviare ancora - ha concluso Politi – accresce peraltro il rischio, una volta appurati i fatti, di non poter più riscuotere le somme dovute dagli allevatori che in passato hanno splafonato. Paradossalmente potremmo ritrovarci nel 2015, terminato il regime delle quote latte, ad interrogarci ancora su chi e come debba pagare il superprelievo.”

lunedì 18 novembre 2013

VERSO LE SMART FARM: UN’AZIENDA AGRICOLA “INTELLIGENTE”, INNOVATIVA, ECOSOSTENIBILE SENZA DIMENTICARE LA SUA VOCAZIONE PRODUTTIVA. PER CIA FERRARA UN’OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI AGRICOLTORI

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara

Sono aziende agricole tradizionali, con una vocazione produttiva legata al food e, al tempo stesso, multifunzionali, autosufficienti dal punto di vista energetico, dinamiche e innovative. Definite “Smart farm”, letteralmente “fattorie intelligenti”, vengono condotte perlopiù da giovani agricoltori decisi a fare un tipo di agricoltura a basso impatto ambientale, dalle scelte colturali – biologico e produzione integrata – fino all’uso di biocarburanti per le lavorazioni agricole. «Si tratta – spiega Lorenzo Boldrini, presidente provinciale di Cia Ferrara – di aziende agricole che mantengono la loro funzione primaria, quella cioè di produrre cibo, e al tempo stesso guardano oltre, verso modelli di autonomia energetica e produzioni ecosostenibili. La smart farm è l’evoluzione dell’azienda multifunzionale: produce con il minimo utilizzo di concimi e prodotti agronomici; è autosufficiente dal punto di vista energetico grazie agli impianti solari ed eolici; utilizza biocarburanti, valorizzando biomasse e residui vegetali da potatura; risparmia risorse idriche con impianti “a goccia”. Non impoverire il suolo, non inquinare, non sprecare acqua – continua Boldrini – non è solo necessario ma è anche conveniente. Questo perché, a fronte di investimenti iniziali spesso soggetti a contributi da parte dei Psr, consente di ridurre i costi di gestione, rendendo l’azienda autosufficiente da molti punti di vista. In Italia sono soprattutto i giovani – il 7,2% degli under 40 – a lavorare in questo sistema di “green economy” e credo che per i giovani agricoltori ferraresi questa possa essere davvero un’opportunità di trasformazione profonda che finirà per diventare la norma, piuttosto che l’eccezione. Senza dimenticare, e voglio ripeterlo, la vocazione produttiva tradizionale. D’altra parte sarà proprio la Nuova Pac a richiedere un tipo di agricoltura più verde, attenta a preservare i territori agricoli. Un’altra buona opportunità per cambiare, in senso neo-multifunzionale la propria azienda è sicuramente l’agricoltura sociale. Accogliere in azienda anziani, disabili, persone svantaggiate è un modo intelligente di essere imprenditore agricolo. Produrre servizi per la collettività utilizzando l’agricoltura sta diventando, infatti, una richiesta che del settore pubblico, spesso in difficoltà nel garantire servizi adeguati nelle zone rurali, che può rappresentare una forma di “investimento” positivo per gli agricoltori. D’altra parte il senso di accoglienza e la volontà di includere è sempre stato parte della cultura e della tradizione delle campagne che ora evolve e diventa un modo per fornire servizi moderni a chi rischia di essere escluso o rimanere ai margini della vita sociale ed economica. Non – conclude Boldrini – agricoltori filantropi, ovviamente, ma imprenditori agricoli capaci di mettere la loro esperienza e le loro aziende multifunzionali produttive a disposizione della società, ricevendo adeguati contributi per svolgere questo ruolo così importante.»

BRUCIATURA MATERIALI VEGETALI, DE GIROLAMO: NORMA DI BUONSENSO CHE TUTELA LE PRATICHE AGRICOLE TRADIZIONALI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Con la disposizione approvata oggi (15/11/2013), non solo si introduce una semplificazione necessaria, ma soprattutto si inserisce una norma che reintroduce una pratica agricola tradizionale per le nostre campagne. Tutto questo nel rispetto dell’ambiente, ma anche nell’ottica di contrastare l’abbandono delle terre e prevenire gli incendi boschivi, piaghe contro le quali bisogna intervenire con tutti i mezzi a nostra disposizione. Questa norma è stata pensata anche grazie al contributo del Corpo forestale dello Stato, che con il suo lavoro e la sua sensibilità ha ben chiaro l’impatto delle scelte legislative nelle zone rurali”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha commentato l’approvazione nell’odierno (15/11/2013) Consiglio dei Ministri del disegno di legge collegato alla legge di stabilità “disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, che all’articolo 30 contiene le disposizioni in materia di combustione controllata di materiali vegetali di origine agricola. Tale disposizione prevede che, fatte salve le norme sulla condizionalità previste nell’ambito della Pac, i Comuni, tenuto conto delle specifiche peculiarità del territorio, con propria ordinanza, individuano le aree, i periodi e gli orari in cui è consentita la combustione controllata, sul sito di produzione, del materiale vegetale di origine agricola, suddiviso in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri stero per ettaro, mediante processi o metodi che in ogni caso non danneggino l'ambiente né mettano in pericolo la salute umana. Nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle Regioni, la bruciatura di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata. I Comuni e le altre Amministrazioni competenti hanno la facoltà di sospendere, differire o vietare la bruciatura dei predetti residui all’aperto in tutti i casi in cui sussistono condizioni meteo climatiche o ambientali sfavorevoli, ovvero in tutti i casi in cui da tale attività possano derivare rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana.

venerdì 15 novembre 2013

COLDIRETTI: SULLA LEGGE DI STABILITA’ NON TRADIRE GLI IMPEGNI SU IMU

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Per il neo eletto presidente nazionale di Coldiretti, Moncalvo, è necessario che il Governo non tradisca gli impegni sull’abolizione definitiva dell’IMU per terreni e fabbricati strumentali agricoli. L’Italia ha la potenzialità e la forza per reagire alla crisi ma occorre tutelare i sistemi produttivi che stanno sostenendo il Paese.

Sull’Imu ci aspettiamo che il Governo non tradisca gli impegni assunti per l’abolizione definitiva dell’imposta sui terreni e i fabbricati strumentali all’attività agricola. E’ quanto ha affermato il neo Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, eletto all’unanimità a scrutinio segreto dall’Assemblea nazionale della Coldiretti in rappresentanza di 1,6 milioni di associati, in merito alla Legge di Stabilità in discussione alle Camere. Si tratta di non mettere a rischio un intero sistema produttivo con una tassa profondamente ingiusta che andrebbe a colpire direttamente i fattori di produzione delle imprese agricole. Nel suo intervento, il 33enne neoleader della Coldiretti ha definito un’agenda di priorità che partendo dall’Italia investe l’Europa: “In primo luogo non possiamo perdere terreno nella corsa del paese - ha sottolineato Moncalvo -: ne conosciamo i mali… ma ne conosciamo anche le potenzialità e la forza. Un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che per le sue caratteristiche (da questo punto di vista la filiera agricola italiana e’ forse la miglior testimonianza) rende l’Italia competitiva anche all’interno dei processi di mondializzazione dell’economia e delle idee; uno scudo valoriale apparentemente sommerso, ma saldamente ancorato a principi di solidarietà e di mutualità. Tutto ciò tenendo ben presente che nell’attuale scenario l’agricoltura è fra i pochi settori in grado di generare lavoro, sia in termini di produzioni che in termini di servizio”. “Dobbiamo – ha continuato il neopresidente della Coldiretti - portare Coldiretti, l’agricoltura italiana e il suo modello di sostenibilità totale in Europa, compiutamente. Abbiamo gia’ cominciato a farlo. Dobbiamo proseguire e fare in Europa quello che abbiamosaputo fare in Italia. E’ necessaria la nostra presenza nelle fasi di genesi dei processi, quando si definisce l’impostazione di fondo di una trattativa, quando prendono corpo misure la cui ricaduta nel medio termine investirà lenostre aziende, andando a plasmare il destino stesso dell’agricoltura italiana e quindi – dato il peso che essa sta assumendo – in parte le fortune del paese e del suo popolo. Ma è necessario anche agire per cancellare i furti d'identità e di valore che non permettono ai consumatori di acquistare con consapevolezza e che tolgono reddito alle nostre imprese”. “Analogamente – ha spiegato il presidente della Coldiretti - dando corpo al concetto di sussidiarietà possiamo andare a realizzare una grande rete di servizi di grande importanza per la nostra società e per un nuovo concetto di welfare, senza minimamente rinunciare alla redditività aziendale. E’ l‘agricoltura che si fa società, che ne assume – ogni qual volta e’ possibile – tutti i potenziali mutualistici scoperti”. Il giovane presidente, originario del Piemonte, ha poi sottolineato come l’organizzazione che va a dirigere sia “una comunità di uomini e donne fortemente organizzata che ha saputo costruire un progetto per l’agricoltura e il paese” e, proseguendo, ha osservato “noi siamo ciò che facciamo, veniamo raccontati per quello che facciamo, e veniamo apprezzati per il racconto e per quello che facciamo e siamo. Agire collettivamente e’ nello spirito della nostra organizzazione e della nostra storia. Muoviamo dal micro-cosmo delle nostroagire quotidiano per arrivare al macrocosmo rappresentato dal paese… Come farlo? Con una ricetta antica:” mi riferisco a ciò che possiamo definire una cornice di ‘radicalità intelligente’. Agire con ‘radicalità non significa affatto perseguire obiettivi estremi o mostrare scarsa attitudine al dialogo o peggio all’inclusione. Significa semplicemente non deflettere dagli obiettivi che ci si pone, non piegarsi ai contesti che di volta in volta possono rivelarsi più o meno opachi, significa non accomodarsi nelle pieghe di un tempo sospeso, di un vano procrastinare”. Moncalvo ha poi ricordato come “noi possediamo le mappe del territorio, conosciamo il tipo di tessitura che tiene consumatori, aziende e istituzioni, siamo noi l’interfaccia con l’amministrazione e la politica… ad ogni passo dobbiamo sentire il pulsare delle nostre aziende e la restituzione che e’ loro dovuta… Noi siamo, viviamo ed esistiamo in funzione del socio, non viceversa”.

COLDIRETTI: LUNEDI’ 18 NOVEMBRE A CODIGORO RIUNIONE CON I SOCI SULLA NUOVA PAC

Fonte: Coldiretti Ferrara

Appuntamento a lunedì sera, con inizio alle 20,30 presso la Sala Don Bosco di Codigoro per fare il punto sulla nuova PAC, ovvero l’insieme delle norme europee che disegnano il futuro dell’agricoltura dell’Europa a 28 Paesi. Risorse strutturali per investimenti, miglioramento delle imprese agricole, agroindustria, sostegno ai giovani, contributi per ettaro e relativi obblighi ed adempimenti, limiti esanzioni: poiché le discussioni applicative sono in atto proprio in questi momenti, diventa importante per le imprese agricole poter sapere le linee di tendenza ed i possibili sviluppi, che incidono direttamente sulle opportunità di reddito e nello stesso tempo poter rappresentare ai propri rappresentanti in sede provinciale e nazionale, dubbi e richieste, dato che una parte rilevante della PAC per i prossimi 7 anni avrà anche aspetti di diversificazione nazionale. Saranno presenti il presidente provinciale di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli, assieme al direttore Luigi Zepponi ed alla responsabile del CAA di Ferrara, Alessandra Mariotti ed al segretario di Zona Andrea Tosi, ed il presidente di Coldiretti Emilia-Romagna, Mauro Tonello.

IRRIGAZIONE, 6 MILIONI DI EURO DALLA REGIONE PER SOSTITUIRE I VECCHI IMPIANTI. DOMANDE ENTRO IL 24 GENNAIO. RABBONI: STIAMO LAVORANDO SU PIÙ FRONTI PER RIDURRE GLI SPRECHI E DARE PIÙ ACQUA ALL'AGRICOLTURA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Sei milioni di euro per sostituire gli impianti di irrigazione di vecchia generazione con altri più efficienti. E’ quanto prevede un bando regionale per il quale le aziende agricole dell’Emilia-Romagna potranno presentare domanda entro il 24 gennaio 2014. L’obiettivo è favorire l’acquisto di nuovi modelli che permettano un uso più razionale delle risorse idriche. “Sono investimenti indispensabili per fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico in atto senza danneggiare le colture –spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – l’acqua non è una risorsa infinita e la competitività della nostra agricoltura passa anche dalla capacità di saperla utilizzare senza inutili sprechi.” Per dare più acqua all’agricoltura occorre lavorare su più fronti: riduzione delle perdite, aumento dell’efficienza, nuove derivazioni dal Canale Emiliano-Romagnolo, irrigazione “pilotata”, uso plurimo degli invasi idroelettrici, nuovi invasi interaziendali, anche utilizzando ex cave. Investimenti che la Regione sta sostenendo e che – sottolinea Rabboni -“porteranno ad un recupero in pochi anni di oltre 200 milioni di metri cubi di acqua, una quantità paragonabile a quella di alcuni grandi invasi, ma senza i costi e gli impatti ambientali di questi”. Il bando (in applicazione della misura 121 del Programma di sviluppo rurale) prevede percentuali di contributo che vanno dal 35% al 50% della spesa, con premialità per le aziende delle aree svantaggiate (in particolare nella aree di montagna o nel ferrarese) e per i giovani agricoltori. La spesa minima ammissibile è di 20 mila euro. Le domande vanno presentate alle Province attraverso il consueto sistema operativo (Sop) di Agrea. La graduatoria sarà regionale e verrà predisposta entro l’8 maggio 2014, mentre il termine ultimo per la realizzazione dei lavori è stato fissato al 15 maggio 2015.

Informazioni: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/
alla sezione bandi e scadenze

COLDIRETTI: E’ ROBERTO MONCALVO IL NUOVO PRESIDENTE NAZIONALE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Con i suoi 33 anni è il leader più giovane tra i rappresentanti di imprese e lavoratori. Piemontese di Settimo Torinese, gestisce un’azienda multifunzionale ed opera in una cooperativa agricola nella filiera della vendita diretta. Gli auguri del presidente estense Sergio Gulinelli.

Il nuovo leader della Coldiretti a livello nazionale è Roberto Moncalvo che con i suoi 33 anni è il piu’ giovane presidente tra tutte le associazioni di impresa e dei lavoratori presenti in Italia e rappresentate nel Cnel i cui vertici hanno in media una ètà quasi doppia di 62 anni. Lo ha eletto l’Assemblea nazionale dellaColdiretti, la principale organizzazione di rappresentanza agricola europea, con 1,6 milioni di iscritti diffusi su tutto il territorio nazionale. Una scelta coerente con il processo di rinnovamento della classe dirigente sul territorio dove l’età media dei presidenti regionali è di 46 anni, ben al di sotto dell’età media della classe dirigente italiana impegnata nelle politica, nell’economia e nella pubblica amministrazione che è di 58 anni, con un punta di 69 anni per i banchieri. La sua storia è rappresentativa del crescente numero di giovani provenienti da settori diversi che hanno deciso di investire in agricoltura portando innovazione e creatività. Laureato in Ingegneria dell’Autoveicolo al Politecnico di Torino, è titolare dell’azienda agricola “SettimoMiglio”, che gestisce con la sorella Daniela a Settimo Torinese (To) in Piemonte. Con una superficie di 15 ettari, storicamente ad indirizzo cerealicolo (grano, mais e orzo), l’azienda nel 2005 ottiene il riconoscimento di “fattoria didattica” e dal 2007 inizia a produrre ortaggi e fragole per la vendita diretta con l’apertura di un nuovo punto vendita aziendale. Sono inoltre di prossima apertura un laboratorio per la trasformazione dei prodotti ortofrutticoli e cerealicoli aziendali e una piccola attività agrituristica, a supporto delle attività di fattoria didattica. Nel 2011 promuove la nascita di una piccola cooperativa agricola, “Agricoltori Consapevoli”, con la quale mette in rete alcune aziende agricole del territorio per aumentare la gamma di prodotti offerti ai clienti, sia nel punto vendita aziendale sia con consegne a domicilio presso luoghi di lavoro o gruppi di famiglie. Nonostante la giovane età, la partecipazione in Coldiretti di Roberto Moncalvo dura da ben 17 anni quando nel 1996 entra a far parte del Movimento Giovanile; dal 2003 al 2007 è delegato provinciale del Movimento Giovanile Coldiretti Torino; dal 2005 è componente l’Esecutivo nazionale Giovani Impresa; dal 2007 al 2011 è vice presidente di Coldiretti Torino; dal 2009 al 2011 è delegato regionale Giovani Impresa Coldiretti Piemonte. Dal dicembre 2011 Roberto Moncalvo è presidente di Coldiretti Torino. Dal 3 dicembre 2012 è presidente di Coldiretti Piemonte. Dal gennaio 2013 è membro di giunta della Confederazione nazionale di Coldiretti. “Formuliamo al nostro nuovo Presidente i migliori auspici di buon lavoro, consci dell’importanza di un ruolo che ha un impatto decisivo per il nostro settore, e che attraverso questo processo di rinnovamento condiviso di Coldiretti, dimostra la nostra capacità di proposta e di squadra affiatata e coesa rispetto all’obiettivo del nostro progetto per l’agricoltura italiana e per il Paese”. E’ il primo commento a caldo di Sergio Gulinelli dopo l’elezione di Moncalvo alla guida di Coldiretti. “Sento molta vicino alla mia esperienza la storia di Moncalvo – continua Guinelli – sia per la giovane età, che per il percorso nell’organizzazione e nell’attività della propria impresa agricola. Ripartiamo con entusiasmo e spirito giovane, dal vertice nazionale sino alle federazioni sul territorio, con ben chiaro l’obiettivo del nostro progetto sulle filiere agricole italiane e sul nostro compito di rappresentare la nuova agricoltura ed essere parte sociale attiva nei territori”. Il sesto presidente della storia della Coldiretti avrà il compito diguidare una organizzazione in crescita che ha esteso la propria rappresentanza dalle imprese singole alle cooperative, dal settore agricolo a quello dellapesca, dall’agricoltura tradizionale alla filiera agroalimentare con le fattorie, i mercati, e le botteghe di Campagna Amica ed il progetto per unaFiliera Agricola tutta Italiana. La Coldiretti è una grande forza sociale che rappresenta le imprese e valorizza l’agricoltura e la pesca dal campo alla tavola, come risorsa economica, sociale e ambientale. Costituita nel 1944 la Coldiretti può contare su 1,6 milioni di associati e sulla maggioranza assoluta delle imprese che operano nell’agricoltura italiana che la rendono la più grande Organizzazione agricola italiana ed europea a cui fanno capo circa il 70 per cento degli iscritti alle Camere di Commercio tra le organizzazioni di rappresentanza. La Coldiretti è anche la prima organizzazione agricola datoriale come numero di imprese che assumono manodopera. La diffusione è capillare su tutto il territorio nazionale: 20 federazioni regionali, 97 federazioni interprovinciali e provinciali, 724 Uffici di Zona e 5.668 sezioni comunali. In pratica, l’organizzazione è presente in quasi ogni comune del nostro Paese. Del sistema Coldiretti fa parte, tra l’altro, Creditagri Italia, la prima “banca” degli agricoltori italiani che, con delibera della Banca d’Italia del 5 giugno 2012, è stata abilitata come ente di garanzia vigilato dalla banca centrale e iscritto nell’elenco speciale degli intermediari finanziari ex Art. 107 del Testo Unico Bancario (TUB) e la Fondazione Campagna Amica della quale fanno parte 6.566 aziende agricole, 1.179 agriturismi, 330 cooperative, 1.125 mercati, 146 botteghe ai quali si aggiungono 254 ristoranti e 128 orti urbani, per un totale di oltre 8.200 punti vendita. Promossa dalla Coldiretti è anche Ue.Coop - Unione Europea delle Cooperative, l’associazione nazionale di promozione, assistenza e tutela del movimento cooperativo, riconosciuta dalMinistro dello sviluppo economico, alla quale hanno già aderito oltre quattromila cooperative per un totale di 285.000 associati che operano in tutte le Regioni e in tutti e 14 i settori dell`albo competente, dal lavoro al sociale, dall’edilizia fino all’agricoltura.

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, DOMANI AL MERCATO DELLA TERRA BANCHETTO DI CONFAGRICOLTURA DONNA EMILIA ROMAGNA: IN VENDITA 200 CHILI DI CLEMENTINE PER DIRE NO AL FEMMINICIDIO A SOSTEGNO DELLA CASA DELLE DONNE

Fonte: Confagricoltura Donna Emilia - Romagna

Duecento chili di prelibate Clementine di Calabria Igp provenienti dalla piana di Sibari, culla dell'agrumicoltura d'eccellenza, e offerte da Confagricoltura Donna Calabria, saranno in vendita domani sabato 16 novembre al Mercato della Terra (Via Azzo Gardino 65, Bologna) dalle ore 9 alle 13. Tutto il ricavato andrà alla Casa delle Donne per non subire violenza Onlus (www.casadonne.it). E' questa l'iniziativa messa in campo da Confagricoltura Donna Emilia Romagna in memoria di Fabiana Luzzi, la giovane accoltellata poi cosparsa di benzina e arsa viva dall’ex-fidanzato lo scorso maggio a Corigliano Calabro. Il terribile massacro è avvenuto in un agrumeto di una produttrice di Confagricoltura Donna Calabria. Ed oggi, per mantener vivo il ricordo, le imprenditrici agricole urlano a gran voce “no”. No alla violenza contro le donne e alla violenza di genere. E lo fanno a Bologna ma anche in altre città d'Italia con iniziative analoghe. “L'obiettivo di Confagricoltura Donna Emilia Romagna è affrontare anche temi a carattere sociale in un processo di rivalutazione del ruolo femminile e contro le violenze di genere – ha detto Marina Di Muzio, presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna. “L'iniziativa organizzata in prossimità della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne che si terrà il 25 novembre, mira a sensibilizzare e a ricordare il problema dei femminicidi (oltre 2mila in Italia le donne vittime di omicidio negli ultimi dieci anni). Solo con l’adesione e il coinvolgimento della società in un continuo impegno contro la violenza di genere si contribuirà a quel cambiamento culturale che affermi il valore della dignità, dei diritti e della vita delle donne”.

COLDIRETTI: I TERRENI ITALIANI ATTIRANO I CAPITALI STRANIERI, ANCHE DI V.I.P.

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Non solo i grandi marchi passano in mani straniere, anche i campi della penisola sono nel mirino di imprenditori agricoli stranieri, che vedono opportunità di investimento nel nostro Paese e nell’agroalimentare. Anche personaggi “famosi” diventano agricoltori in Italia.

Dopo i grandi marchi del Made in Italy, gli stranieri assaltano le campagne italiane con un aumento dell’11 per cento delle aziende agricole passate in mani estere durante gli anni della crisi ed oggi si conta un totale record di 17.286 imprenditori agricoli stranieri che operano in Italia nel settore agricolo. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Inea-Infocamere rispetto all’inizio crisi nel 2007, dalla quale emerge che l’agricoltura è il settore che è stato piu’ in grado di attirare gli stranieri in netta controtendenza all’andamento generale. Gli investimenti nelle aziende agricole - sostiene la Coldiretti - non sono infatti delocalizzabili e le opportunità di sviluppo che possono creare sono legate ai territori italiani, a differenza di quanto accade per le altre attività economiche, dove spesso al passaggio di proprietà ha fatto seguito la chiusura degli stabilimenti ed il loro trasferimento fuori dai confini nazionali. In coincidenza con la piu’ grave crisi economica degli ultimi decenni, l’agricoltura - sottolinea la Coldiretti - ha fatto segnare il record negli investimenti stranieri per lagrande attrattività che esercita all’estero. I terreni agricoli della penisola sono praticamente diventati la “banca” degli svizzeri che - sottolinea la Coldiretti - con il 16 per cento del totale delle proprietà agricole sono la nazionalità piu’ rappresentata tra gli imprenditori agricoli stranieri presenti in Italia, proprio mentre gli italiani sono tentati dall’esportare i propri capitali per metterli in sicurezza. Sul podio degli investitori stranieri - continua la Coldiretti - ci sono a seguire i tedeschi (15 per cento) ed i francesi (8 per cento) che apprezzano il potenziale economico del Made in Italy agroalimentare, ma anche la qualità della vita delle campagnenazionali. Forte la presenza anche di rumeni, (5 per cento), statunitensi (4 per cento), inglesi (4 per cento) e belgi (3 per cento). Gli imprenditori agricoli stranieri non provengono pero’ solo da economie forti, ma a scegliere il Belpaese sono soprattutto i giovani, con quasi due investitori su tre (61 per cento) che – precisa la Coldiretti - hanno meno di 50 anni. Gli stranieri investono nell’agroalimentare Made in Italy perché gli ottimi risultati fatti segnare sul mercato estero, grazie all’immagine conquistata nel tempo, dimostrano che nel settore, anche se non c’è ancora il giusto reddito, c’è una prospettiva di futuro che non viene adeguatamente riconosciuta in Italia dove troppo spesso - sostiene la Coldiretti - si preferisce guardare al contingente e non al modello di sviluppo sul quale puntare per far crescere il Paese e cioè le leve uniche ed inimitabili di distintività come il cibo, il territorio, la tradizione, la cultura e il paesaggio. La maggioranza delle aziende agricole acquisite dagli stranieri - precisa la Coldiretti - si trova in Toscana (14 per cento), il 13 per cento in Sicilia, il 7 per cento sia in Veneto, che nel Lazio e Campania. Ed è proprio nelle campagne toscane che quest’anno un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, haacquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova - La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del GalloNero.

VIP NEL MONDO DIVENTANO CONTADINI IN ITALIA

Ed è boom di Vip stranieri del mondo della canzone, del cinema, dello sport e dell’economia che hanno scelto di fare i “contadini” in Italia per affari o semplicemente per gustare in famiglia e tra amici i loro prodotti. La voglia di agricoltura italiana - sottolinea la Coldiretti - ha coinvolto nel tempo molti volti noti del cinema, della musica ma anche dell’imprenditoria. Se un precursore è stato illeggendario allenatore di calcio e calciatore svedese Nils Erik Liedholm che ha avviato una azienda vitivinicola nel Monferrato con vigneti di barbera e grignolino ora gestita dal figlio, ci sono Carole Bouquet che nelle terre intorno al suo dammuso, a Pantelleria, si diletta a produrre il passito doc“Sangue d'oro”, Mick Hucknall il cantante dei Simple Red che ha prodotto il Nero d'Avola mentre Sting ha acquistato una tenuta di trecento ettari, con tanto di villa e collina boscosa, a Figline Valdarno in Toscana, dando cosìlustro all'azienda agricola Il Palagio, un tempo del marchese di San Clemente, che oggi produce ottimo Chianti classico, olio extravergine di oliva, mieled’acacia e di castagno, marmellate e frutta e verdura biologica. Bob Dylan - continua la Coldiretti - ha firmato un rosso Marche Igt mentre l’ex calciatore francese Vincent Candela ha prodotto un vino dei castelli romani. Ha investito in Italia nel Brunello di Montalcino l’ex chief executive della Time Warner Richard Parsons mentre il magnate russo Tariko Roustam zar della vodka si è comprato lo spumante Gancia e James B. Sherwood, fondatore del gruppo Orient express hotel ha imbottigliato del Chianti e dell’Igt Toscana. Ma tra gli altri, c’è anche Joseph Bastianich giudice di Master Chef Usa ed Italia, titolare di 24 ristoranti italiani nel mondo e il fondatore di Canal Plus e di altre 60 emittenti private il francese Michel Thoulouze, che è stato conquistato dalla magia della laguna veneziana e ha pensato di far rinascere nell’ isola di Sant’Erasmo dove abita e produce il vino "Orto" che è un cultivar bianco, amalgamato con tre vitigni tradizionali (60 per cento di malvasia istriano, 30 per cento di Vermentino, amante dell'aria salata, 10 per cento di Fiano). La passione Vip per l’agricoltura italiana non si esprime pero’ solo con l’attività di business e sono in molti quelli che semplicemente - conclude la Coldiretti - hanno deciso di rilassarsi nelle campagne italiane per gustarne profumi e sapori con l’acquisto di aziende e masserie come Meryl Streep, Francis Ford Coppola, Mickey Rourke, John Malkovich o Helen Mirren.

Altri dati:
www.agrestetv.it/documenti/COLDIRETTI_STRANIERI.doc

COLDIRETTI: RECORD DI ESPORTAZIONI PER L’AGROALIMENTARE ITALIANO

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Superati i 34 mld di euro di valore dell’export per il settore. Vino e ortofrutta al top, crescono anche pasta, olio e salumi. La produzione di cibo di qualità bandiera del “made in Italy”. E arrivano investimenti stranieri nei campi italiani.

Il successo del Made in Italy agroalimentare all’estero spinge anche investimenti da parte di stranieri nei nostri campi. Nel 2013 infatti l’Italia ha fatto segnare il record nel valore delle esportazioni agroalimentari a 34 miliardi di euro per effetto del’aumento del 7 per cento delle esportazioni, secondo i dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno. Tra i principali settori del Made in Italy alimentare, il prodotto piu’ esportato è il vino che nel 2013 fa segnare il record storico con un valore delle vendite che raggiunge per la prima volta i 5 miliardi di euro per effetto di un aumento del 9 percento degli acquisti oltre confine. I 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea che aumentano del 6 per cento, ma il Made in Italy va forte anche nelle Americhe con un aumento +7 per cento e nei mercati emergenti come quelli asiatici dove si è avuto un incremento del 10 per cento, in Africa, in crescita del 15 per cento e in Oceania (+16 per cento). Tra i principali settori del Made in Italy dopo il vino si classifica l’ortofrutta fresca (+10 per cento). Aumenta però pure la pasta con un +4 per cento, ma anche l’olio d’oliva (+10 per cento), i salumi (+6 per cento) e i formaggi. Tra i vini a realizzare le migliori performance sono stati gli spumanti che mettono a segno un aumento in valore del 18 per cento togliendo anche spazi di mercato allo champagne. Per i vini italiani la maggioranza del fatturato all’estero viene realizzata sul mercato statunitense dove l’export in valore aumenta del 10 per cento mentre al secondo posto – continua la Coldiretti - si classifica la Germania che mette a segno un positivo aumento del 9 per cento. Un aumento del 10 per cento si registra anche in Russia e una crescita record (+23 per cento) anche in Australia. Un datosignificativo se si considera che lo stato oceanico è oggi il primo Paese esportatore di vino tra quelli extraeuropei e il quarto a livello mondiale dopo Francia, Italia e Spagna. Positivo anche il dato sui mercati asiatici, con una crescita complessiva del 3 per cento, con un apprezzabile aumento del 6 per cento in Cina che è il Paese con maggiore crescita dei consumi. Negli Stati Uniti - continua la Coldiretti - sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella ed al Collio mentre in Russia sono apprezzati Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti ed in Inghilterra Prosecco, Chianti, Barolo. Questi dati fanno si, che per una maggioranza assoluta del 54 per cento degli italiani la produzione di cibo è la piu’ importante dell’economia italiana seguita dalla moda (18 per cento) e a grande distanza dalle automobili (10 per cento) che nel tempo della crisihanno perso drasticamente la centralità del passato. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/IXE’ divulgata in occasione dell’Assemblea elettiva nazionale della principale organizzazione degli imprenditori agricoli. Un primato conquistato grazie alla leadership della produzione agroalimentare nazionale nel mondo dove è la piu’ apprezzata e la piu’ imitata. L’Italia è prima nel mondo in termini di sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3 per cento) che sonorisultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità), secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Efsa. L'Italia è peraltro l'unico paese al mondo - continua la Coldiretti - a poter contare su un patrimonio di 4.698 specialità tradizionali alimentari tutte esclusivamente ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e realizzate con metodiche praticate sul tutto il territorio in modo omogeneo. Il modello agricolo italiano - ha sottolineato la Coldiretti - sulla leadership in Europa con 254 prodotti tipici a denominazione di origine riconosciuti (Dop/Igp), il maggior numero di aziende agricole biologiche (48.269 operatori) e la maggiore biodiversità con 57.468 specie animali e 12mila specie di flora, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana è praticamente il doppio di quella di Francia e Spagna, il triplo di quella inglese e una volta e mezzo quello tedesco. Primati conquistati garantendo le produzioni agricole italiane libere da ogm di cui è vietata la coltivazione a garanzia della identità territoriale dei raccolti. L’Italia - ha continuato la Coldiretti - è il primo esportatore mondiale in quantità di vino, pasta, kiwi, pesche, mele e pere, ma anche ilprincipale produttori di pasta e ortofrutta. Senza contare - conclude la Coldiretti - il record di longevità grazie alla dieta mediterranea, il top di presenze per il turismo enogastronomico e quello ambientale con 871 parchi ed aree protette che coprono il 10 per cento del territorio.

COMUNI e imu CONFAGRICOLTURA: “IL DISAVANZO DEI COMUNI NON SI FACCIA PAGARE AD AGRICOLTORI. VA DISCUSSA COMPLESSIVAMENTE LA FISCALITA’ AGRICOLA”

Fonte: Confagricoltura

“I 2,9 miliardi di euro che chiedono i Comuni, a copertura del mancato introito della seconda rata dell’Imu, non dovranno certo essere pagati dagli agricoltori. La soluzione andrà trovata fuori dal perimetro delle imprese, nell’ambito dei conti pubblici”. È questo il commento di Confagricoltura alla riunione odierna dell' Ufficio di presidenza dell' Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci). “Del decreto Imu non si sa ancora nulla e la cosa preoccupa ed alimenta la confusione. Confagricoltura ha chiesto – osserva l’Organizzazione - di discutere complessivamente della fiscalità agricola, prima che venga approvata la legge di Stabilità che, dal 2014, prevede tasse su fabbricati, terreni edificabili, terreni agricoli, Tasi e Tari. Se ci aggiungiamo la seconda rata del 2013 le imprese agricole saranno le prime della classe in quanto a peso fiscale”. “Tutto ciò – conclude Confagricoltura - è incomprensibile, perché deprime fortemente il settore, ed è inaccettabile perché viola qualsiasi patto fiscale”.

PIL, CONFAGRICOLTURA: “IN DIMINUZIONE IL VALORE AGGIUNTO AGRICOLO PER LA CADUTA DELLE QUOTAZIONI DEI CEREALI”

Fonte: Confagricoltura

“L’agricoltura registra un ulteriore decremento congiunturale del valore aggiunto nel terzo trimestre del 2013. Praticamente si registra un calo costante dal 2008”. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati preliminari Istat sul Pil nel terzo trimestre dell’anno. Ad avviso del Centro Studi di Confagricoltura, “i risultati negativi sono dovuti in particolare alla caduta delle quotazioni dei cereali all’origine che hanno segnato -20% (a settembre 2013 su settembre 2012) e -4% (settembre su agosto)”. Nonostante la situazione, il Centro Studi di Confagricoltura stima un calo più contenuto del VA dell’agricoltura, di -0,5% nel 2013 rispetto al 2012, grazie ad un recupero previsto nell’ultimo trimestre dell’anno. Confagricoltura è preoccupata anche per l’andamento complessivo del Pil (-0,1% nel terzo trimestre) che registra nove cali congiunturali consecutivi. Tutto ciò mentre l’Eurostat pone in luce che, nel terzo trimestre, il prodotto interno lordo dell' area euro ha registrato un incremento congiunturale dello 0,1% e dello 0,2% nell'Unione europea a 28.

Altri dati:
www.agrestetv.it/documenti/Confagricoltura_Pil.doc