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venerdì 30 maggio 2014

BLACK SPOT, MIPAAF: DA BRUXELLES NUOVE MISURE DI PROTEZIONE FITOSANITARIA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che a Bruxelles il Comitato fitosanitario permanente ha adottato nei giorni scorsi le nuove misure di protezione fitosanitaria contro il fungo Guignardia citricarpa, agente della “maculatura nera degli agrumi” (Citrus black spot) per l’importazione di frutti di agrumi dal Sudafrica. Le misure varate contro questa malattia, non presente in Europa, obbligano il Sudafrica a maggiori controlli sia nella fase produttiva che in quella di spedizione, nonché ad effettuare analisi specifiche per evitare l’invio di frutti contaminati nel nostro continente. La decisione presa a Bruxelles è il frutto dell’azione coordinata del Mipaaf con le Amministrazioni degli altri Paesi mediterranei. In un confronto serrato con gli Stati membri del Nord Europa, l’Italia è riuscita a far prevalere la difesa delle produzioni agrumicole per evitare l’ingresso di questo pericoloso fungo.

MIPAAF, ICQRF: SEQUESTRATE 550 TONNELLATE DI CONCIMI IRREGOLARI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari - ICQRF - ha sequestrato in provincia di Pisa circa 550 tonnellate di concime organico ‘Cascami di Lana’. Dagli accertamenti effettuati è emerso che il concime in questione era composto solo per un 34% da fibre proteiche della lana e per il restante 64% da fibre estranee non proteiche. La presenza di fibre diverse dalla lana non è conforme allo standard previsto, che consente invece l’impiego in agricoltura solo di fibre tessili naturali e non trattate (tra cui la lana grezza), e rappresenta un danno all’ecosistema. Le fibre sintetiche non biodegradabili, infatti, andrebbero smaltite diversamente. I concimi organici sono sempre più richiesti in agricoltura e l’ICQRF ha rafforzato la sua azione di monitoraggio per verificare che i produttori agricoli possano realmente impiegare prodotti naturali e non scarti industriali di origine sintetica. L’operazione effettuata in Toscana è il risultato della collaborazione tra ICQRF e ARPAT Toscana, una sinergia mirata a contrastare sempre meglio i fenomeni di commercializzazione di mezzi tecnici in agricoltura non rispondenti agli standard qualitativi previsti.

COLDIRETTI, FINALMENTE OPERAZIONE VERITA’ SUI NITRATI. IMPORTANTE POSSIBILE REVISIONE ZONE VULNERABILI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Positivo risultato della riunione presso il Ministero dell’Agricoltura con le regioni del bacino del Po. Per Gulinelli (presidente Coldiretti Ferrara) importante supporto per poter ridefinire le aree vulnerabili su criteri più oggettivi e meno penalizzanti per la nostra provincia.

Si è fatta finalmente quell’operazione verità da tempo auspicata sulla vicenda nitrati e sulle lacune e falsificazioni nell’attribuzione alla zootecnia della responsabilità esclusiva di inquinamento delle acque. E’ quanto afferma il presidente Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, nel commentare la riunione al Ministero dell’Agricoltura d’intesa con le regioni del bacino idrico del Po, congiuntamente con l’Amministrazione dell’Ambiente. Risulta ormai chiarito anche dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) come il coinvolgimento della fonte zootecnica nelle problematiche ambientali sia del tutto trascurabile o, quantomeno, minimo, mentre - sottolinea Coldiretti - assume un diverso peso il contributo di altre sorgenti. Se in Europa i dati ufficiali forniti dalla Commissione confermano come tra i paesi in cui le concentrazioni massime registrate di nitrati nelle acque attribuiscono alla Germania il ruolo di Paese maggior inquinatore a causa di un modello zootecnico intensivo, nel nostro Paese – continua Coldiretti - occorre ricercare fuori dall’agricoltura le cause del deterioramento della qualità delle acque, così come già l’accordo del 2011 della Conferenza Stato Regioni aveva intuito avviando la realizzazione di nuovi studi sulla natura e l’origine del superamento dei valori soglia. Occorre, dunque, apprezzare - precisa laColdiretti - il lavoro del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina insieme al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che, grazie anche alla fattiva collaborazione del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, e dell’assessore all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, hanno rappresentato l’ineludibile necessità di avviare già a partire dal Consiglio europeo dei Ministri dell’ambiente previsto a Creta nel prossimo luglio la revisione del perimetro delle aree vulnerabili. “E’ una buona notizia per gli agricoltori ferraresi – commenta Sergio Gulinelli, presidente di Coldiretti Ferrara – che si aggiunge alla ricerca effettuata dalla provincia di Ferrara con la nostra Università e che aveva già fornito dati interessanti per la ridefinizione di area vulnerabile dell’intero territorio ferrarese. Occorre ora fare in modo che i dati scientifici sianoutilizzati appieno per riconoscere i veri ambiti in cui i limiti previsti siano applicati e quelli dove sia possibile effettuare piani di concimazione alla pari con altre aree italiane, evitando di penalizzare i nostri agricoltori, pur nel rispetto dell’ambiente e della salubrità”. L’operazione potrà consentire di dare piena attuazione ai nuovi indirizzi di politica agricola europea che hanno stabilito il rafforzamentodelle misure di sostegno al settore zootecnico che nel nostro Paese risultaorganizzato con modalità sostenibili per la diffusione sul territorio e la complementarietà con la produzione di alimenti tipici e di qualità. È chiaro che, una volta risolto il problema della delimitazione delle zone geografiche, rimuovendo le ingiuste accuse agli imprenditori agricoli sarà anche possibile - conclude la Coldiretti - introdurre già a partire dal decreto di revisione degli effluenti alcune semplificazioni, con particolare riguardo ai perioditemporali di spandimento oltre che di valorizzazione del digestato proveniente dal trattamento degli stessi reflui zootecnici aziendali.

TAVOLO NITRATI, CONFAGRICOLTURA: “OCCORRE UN NUOVO APPROCCIO INTEGRATO DEGLI INTERVENTI PROSEGUENDO SULLA STRADA INTRAPRESA DAGLI AGRICOLTORI”

Fonte: Confagricoltura

“Sull’applicazione della direttiva europea sui nitrati deve aprirsi una nuova fase ed occorre un nuovo approccio integrato degli interventi che tenga conto delle specificità e di tutti gli sforzi già fatti dagli agricoltori in questi anni, sulla base dei piani d’azione regionali, che hanno permesso di ottenere rilevanti miglioramenti della qualità delle acque superficiali e profonde”. Lo ha detto Antonio Boselli, componente della giunta di Confagricoltura al tavolo di confronto convocato dai ministri delle Politiche agricole e dell’Ambiente con le Regioni e le Organizzazioni agricole sul problema nitrati. “Gli adempimenti vanno semplificati – ha proseguito il dirigente di Confagricoltura - al fine di consentire una gestione dei nitrati di origine agricola, in modo responsabile e con minori vincoli burocratici per le aziende. Ed è compito dei piani di sviluppo rurale delle Regioni prevedere linee di finanziamento per supportare gli investimenti necessari per proseguire nel percorso già iniziato dalle imprese agricole nel ridurre gli impatti ambientali”. Nel corso della riunione è stato annunciata la volontà di emanare entro giugno due decreti: il primo che modifica ed integra il DM 7 aprile 2006 relativo all’utilizzazione agronomica degli effluenti; il secondo sulla caratterizzazione del digestato equiparabile ai concimi chimici. A tale proposito Confagricoltura ha chiesto che i due testi normativi risolvano le seguenti problematiche: semplificazione delle procedure relative alla comunicazione ed ai documenti di trasporto; valori di escrezione azotata e di produzione di reflui tarati sulle specifiche e reali condizioni aziendali, utilizzo agronomico del digestato; maggiore flessibilità nei divieti di spandimento dei reflui zootecnici nei mesi autunnali ed invernali; garantire il fabbisogno in elementi nutritivi delle diverse colture; esclusione dal limite dei 170 kg/ha di azoto nelle aree vulnerabili per il digestato equiparabile ai concimi chimici. “È fondamentale – ha sollecitato Boselli - non ostacolare lo sviluppo della zootecnica italiana e non limitarne la competitività nel contesto internazionale; non possiamo permetterci pesanti ripercussioni negative riguardo alla produzione agricola, all’occupazione ed alla tutela del territorio”. “Non va dimenticato – ha concluso il rappresentante di Confagricoltura - che gli effluenti zootecnici ed il digestato sono fertilizzanti estremamente utili per l’agricoltura in quanto contribuiscono a mantenere livelli ottimali di sostanza organica del suolo e a diminuire l’utilizzo di concimi chimici”.

giovedì 29 maggio 2014

MINGUZZI (FRUITIMPRESE ER): IMPRESE AGRICOLE E COMMERCIALI SEMPRE PIU’ DEBOLI NEI CONFRONTI DELLA GDO. “IL COMMERCIO DELL’ORTOFRUTTA A UNA SVOLTA EPOCALE”

Fonte: Fruitimprese Emilia - Romagna

Imprese agricole e commerciali dell’ortofrutta sempre più deboli nei confronti della Gdo. Lo dice Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna e della OP Minguzzi Spa di Alfonsine (RA), nella relazione all’assemblea annuale dei soci. “Negli anni Ottanta e Novanta abbiamo assistito all’affermarsi della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) e negli ultimi anni all’evoluzione del suo sistema di distribuzione con un marcato aumento del potere contrattuale e dei margini di profitto. Sono aumentati i livelli di aggregazione tra gli operatori commerciali e si sono sviluppate le centrali d’acquisto con l’obiettivo di rafforzare la posizione contrattuale del settore al fine di ridurre i costi di approvvigionamento. Se questo da un lato ha consentito l’ammodernamento della catena distributiva, dall’altro ha fortemente indebolito il potere e i margini di profitto delle imprese agricole e di quelle di condizionamento e commercializzazione. L’evoluzione del sistema non sembra essersi conclusa. Il nostro orizzonte commerciale sembra stia ancora per cambiare”. Coen Bos, direttore operativo della multinazionale Fyffes, e Sven Heinsohn, amministratore della tedesca Global Fruit Point, in recenti interviste hanno, infatti, evidenziato che il commercio tradizionale sta per essere soppiantato da contratti di appalto di forniture strutturati. “La negoziazione settimanale di prezzi e importi sta lasciando il campo a contratti fissi di fornitura, che garantiscono prezzi e volumi per l'intero anno. Questo sviluppo è iniziato in Inghilterra e si sta diffondendo in tutta Europa. Le ragioni di questo processo sono da ricercarsi nell’attenzione crescente verso le caratteristiche sanitarie dei prodotti (standard di qualità e sicurezza), nell’attenzione alla tradizione-territorio (Dop, Igp, prodotti della tradizione), in valutazioni etiche (ad esempio i prodotti fair trade del commercio equo) e di sostenibilità ambientale (biologico). Dobbiamo prendere atto di questa nuova realtà e cominciare ad organizzarci per tempo”. Commentando la campagna commerciale 2013, Minguzzi si è soffermato in particolare sul mercato delle pere, “caratterizzato da un eccesso di produzione che deve far riflettere gli operatori sulla precaria situazione della nostra pericoltura. Il comparto dovrà rivedere con attenzione le proprie strategie commerciali, sino ad ora rivolte al mercato interno grazie al successo della varietà Abate. Non si registra, però, la stessa affermazione sui mercati esteri”.

VINO, MARTINA: BENE OPERAZIONE ANTI CONTRAFFAZIONE. GIOCO DI SQUADRA FONDAMENTALE PER TUTELA MADE IN ITALY

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Il gioco di squadra nella lotta alla contraffazione si rivela ancora una volta la strategia vincente per tutelare le eccellenze del nostro patrimonio agroalimentare, di cui il vino è uno dei principali simboli. L’Italia è prima in Europa per i controlli nel settore, solo nel 2013 ne sono stati effettuati quasi 130mila. Dobbiamo continuare a lavorare su questa strada con la massima attenzione per difendere le nostre produzioni da tutti gli illeciti che danneggiano il Made in Italy”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha commentato i primi risultati dell’operazione dei Carabinieri con il contributo dei Nas e dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) che ha condotto le analisi chimiche sul vino e ha partecipato direttamente alle operazioni di sequestro. Le attività, ancora in corso, riguardano in particolare Toscana, Umbria, Liguria e Lazio e hanno portato già al sequestro di oltre 30.000 bottiglie di vino etichettato come Brunello di Montalcino, Chianti e altri docg, ma falso e di scarsa qualità.

NITRATI E AGRICOLTURA: POSITIVO INCONTRO A ROMA CON I MINISTRI MARTINA E GALLETTI. L'ASSESSORE RABBONI: "VERSO UNA NUOVA DISCIPLINA DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI E DEL BIODIGESTATO E UN CONFRONTO CON L'UNIONE EUROPEA PER LA REVISIONE DEI PIANI D'AZIONE REGIONALI".

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

“Una riunione positiva: i ministri hanno accolto molte delle istanze nostre e del mondo agricolo”: così l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni commenta l’esito della riunione sul tavolo nitrati che si è svolta ieri pomeriggio a Roma, nella sede del Mipaaf. L’incontro era stato chiesto da Rabboni già nell’ottobre scorso agli allora ministri dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, e dell’Ambiente, Andrea Orlando. “Nella riunione di ieri - aggiunge Rabboni - è stata annunciata l’imminente emanazione di un decreto con il quale si autorizzerà l'utilizzo agronomico del biodigestato prodotto da impianti a biogas alimentati con effluenti zootecnici e biomasse di origine agricola e una flessibilità nel calendario invernale degli spandimenti per tenere conto delle frequenti variabilità e anomalie meteorologiche”. Nell’occasione sono stati inoltre presentati i risultati della ricerca condotta da Ispra (Istituto superiore prevenzione e ricerca ambientale) sulle cause remote dell'eccesso di nitrati nelle acque superficiali e sotterranee. A questo proposito, i ministri chiederanno a Bruxelles l'avvio di un confronto tecnico-scientifico per documentare la sopravvalutazione dell'incidenza degli effluenti zootecnici in alcuni ambiti specifici e conseguentemente richiedere una riduzione delle aree italiane sottoposte ai vincoli della direttiva europea sui nitrati. "Gli attuali piani d'azione e le deroghe al limite di spandimento di 150 chilogrammi di azoto per ettaro scadranno nel 2015 - conclude Rabboni -. Prima di allora occorre dimostrare e convincere la Commissione europea che la zootecnia italiana può essere alleggerita da molti dei vincoli attuali, perché il suo apporto di nitrati è sensibilmente più basso di quanto fin qui stimato ed altre sono le fonti inquinanti". Alla riunione del tavolo nitrati erano presenti i ministri delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e dell’Ambiente Gian Luca Galletti, gli assessori regionali all’Agricoltura di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, il presidente dell’Ispra e i rappresentanti delle associazioni agricole nazionali.

MIPAAF, RIUNIONE DEL TAVOLO NITRATI MARTINA: DEFINIRE PIANO DI AZIONI E STRATEGIA UNITARIA, ENTRO IL 30 GIUGNO DECRETO CON IL MINISTERO DELL’AMBIENTE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che si è svolta ieri, presso il Palazzo dell’Agricoltura, la riunione per l’applicazione della Direttiva Nitrati, alla presenza del Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, e del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Al tavolo hanno partecipato anche gli Assessori all’agricoltura della Regioni Lombardia e Emilia Romagna, l’Assessore all’ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia, rappresentanti delle altre Regioni interessate e delle organizzazioni professionali agricole e il Presidente dell’ISPRA. Durante l’incontro sono stati presentati i risultati della ricerca condotta dall’ISPRA, finanziata dal Ministero dell’agricoltura, sull’impatto ambientale delle pressioni antropiche sullo stato delle acque superficiali e sotterranee. Tale studio ha dimostrato che nelle cinque Regioni sotto esame (Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia) l’impatto dei nitrati di natura zootecnica interessa non più del 10% delle superfici, tranne in Piemonte dove tale tasso sale al 19%. Viene evidenziata quindi la non attribuibilità della responsabilità del processo di contaminazione da nitrati alle sorgenti “zootecnico prevalente”. È stata inoltre sottolineata la necessità dell’emanazione del decreto effluenti, così come quella del decreto “digestato equirabile”. Questi provvedimenti, infatti, porteranno una più chiara definizione legislativa alla questione nitrati di origine agricola. Tra gli obiettivi emersi nell’ambito dell’incontro c’è stata la volontà di studiare una strategia di ampio respiro, che coinvolga il Ministero delle politiche agricole, quello dell’Ambiente e le Regioni in una revisione a livello europeo della Direttiva Nitrati, che prenda in esame l’effettiva capacità di assorbimento dell’azoto da parte delle colture, in modo integrato e intersettoriale. “Ringrazio il Ministro Galletti – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – per l’attenzione sul tema dell’applicazione della Direttiva europea sui nitrati e volontà di lavorare insieme. Siamo davanti a un problema che si trascina da tempo, in particolare per alcune Regioni, che si è scaricato sul comparto agricolo in modo eccessivo. Siamo qui per costruire un punto di novità utile che contempli tutte le esigenze. Ringrazio anche gli Assessori e le organizzazioni presenti, perché l'obiettivo di questo tavolo è definire un piano di azioni e una strategia unitaria”. “Condividiamo con il Ministro Galletti l’obiettivo di chiudere la partita sia sul fronte digestato che su quello effluenti entro il 30 giugno. Lavoreremo insieme, infatti, per adottare entro quella data, di intesa con la Conferenza Stato-Regioni, un decreto che affronti entrambe le questioni relative al problema nitrati. Il nostro impegno – ha affermato il Ministro Martina - è quello di aprire un tavolo anche a Bruxelles per ridiscutere l’intero impianto sulla normativa comunitaria”.

mercoledì 28 maggio 2014

MIPAAF: POMODORO, MARTINA “PIANO D’AZIONE PER IL SETTORE OLTRE LE MISURE DELLA PAC”

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Ritengo fondamentale, per il rilancio di un settore importante come quello del pomodoro, un sostegno strutturale alla competitività delle aziende agricole attraverso un piano d’azione, senza fermarsi alle risorse della Politica agricole comune. Abbiamo destinato al pomodoro oltre 11 milioni di euro con il riparto degli aiuti accoppiati, ai quali si vanno ad aggiungere ulteriori misure specifiche della Ocm ortofrutta per migliorare qualità e sostenibilità del prodotto. Il sostegno complessivo quindi sarà compreso tra 260 e 450 euro per ettaro, a seconda delle varietà coltivate”. Così, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha commentato l’accordo raggiunto ieri con gli Assessori regionali all’agricoltura sull’attuazione della riforma della Politica agricola comune, nel cui contesto è stata destinata parte degli aiuti accoppiati in favore del settore del pomodoro. A questo intervento si aggiunge la nuova misura, già inserita tra gli interventi ammissibili a contributo comunitario nell’ambito dei programmi operativi attuati dalle Organizzazioni di produttori, che prevede l’utilizzo di sementi o piantine con caratteristiche di resistenza o tolleranza alle principali virosi e malattie fungine del pomodoro da industria e di quello da mensa, coltivato sia in pieno campo sia in serra. L’intervento, caratterizzato da risvolti ambientali particolarmente importanti, in quanto combinato con pratiche agronomiche che prevedono una forte limitazione dell’uso di fitofarmaci, è stato già condiviso con la Commissione europea.

MIPAAF, AGROENERGIE: NORMA IN DL IRPEF VERRÀ AGGIORNATA SU INCENTIVI E TASSAZIONE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la norma sulle agroenergie, contenuta nel DL Irpef, verrà aggiornata attraverso modifiche parlamentari. Le modifiche in questione prevedranno l’esclusione del valore dell’incentivo dalla base imponibile per calcolare il coefficiente di redditività e l’esclusione dall’ambito di applicazione del nuovo regime di tassazione degli impianti inferiori a 200 KW per il fotovoltaico e di 300 KW per gli impianti di biomasse e biogas.

martedì 27 maggio 2014

MIPAAF: RAGGIUNTA INTESA CON LE REGIONI SULLA POLITICA AGRICOLA COMUNE 2014-2020

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministro Maurizio Martina ha incontrato oggi gli Assessori all’Agricoltura delle Regioni italiane, per definire l’attuazione nel nostro Paese della Politica agricola comune 2014-2020, che vale 52 miliardi di euro. A seguito della riunione è stato raggiunto un accordo sul testo base del Ministero, assumendo le modifiche unitarie proposte dalle Regioni, che hanno portato alla definizione dell’intesa complessiva sul nuovo sistema di pagamenti diretti. Le scelte sono state fatte, nonostante la riduzione delle risorse rispetto alla precedente programmazione 2007-2013, privilegiando un criterio di equità, rispettando l’equilibrio territoriale, sintetizzando le numerose istanze provenienti dai diversi settori e rafforzando gli ambiti strategici dell’agricoltura italiana. Le principali decisioni assunte hanno riguardato: - la ripartizione degli aiuti accoppiati, per i quali è stata fissata una quota all’11%, pari a oltre 426 milioni di euro, lasciando il 4% delle risorse al pagamento di base. I settori sui quali sono state concentrate le risorse sono: zootecnia da carne e da latte, piano proteico e seminativi (riso, barbabietola e pomodoro da industria), olivicoltura; - per incentivare il lavoro giovanile, è prevista la maggiorazione degli aiuti diretti nella misura del 25% per i primi 5 anni di attività per le aziende condotte da under 40, assicurando il livello massimo di plafond disponibile che ammonta a circa 80 milioni di euro; - i soggetti beneficiari della Pac, con allargamento della “black list” ed esclusione dai contributi delle banche, società finanziarie, assicurative e immobiliari; - si è deciso di applicare una riduzione del 50% dei pagamenti diretti sulla parte eccedente i 150.000 euro del pagamento di base e del 100% per la parte eccedente i 500.000 euro. In tale ambito è stato valorizzato al massimo il lavoro in quanto dal taglio saranno esclusi i costi relativi alla manodopera, salari stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per l’esercizio dell’attività agricola; - la definizione della figura dell’agricoltore attivo; - la convergenza, dove si è scelto di considerare l’Italia come Regione unica; - le misure di sostegno per le aree svantaggiate e di montagna, per le quali è stata individuata una diversificazione delle condizioni per essere considerati agricoltori attivi e un premio differenziato per il latte di montagna; Si è deciso, inoltre, di intervenire in maniera integrata con altri strumenti quali i programmi di sviluppo rurale e l’OCM ortofrutta attivando una misura a favore del pomodoro da industria e una misura in favore della meccanizzazione nelle aree rurali. È stato anche stabilito che nel 2016 verranno effettuate verifiche sull’operatività e sull’attuazione delle nuove misure, alla luce anche delle scelte che verranno compiute dagli altri partner europei. “L’accordo arriva dopo un lungo lavoro con le Regioni – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina – che ci consente oggi di scrivere un capitolo importante della nuova Pac, mantenendo l’impegno di chiudere entro il mese di maggio. Abbiamo fatto scelte decisive per il futuro e per il rilancio dell’agricoltura, guardando in particolare a settori strategici come la zootecnia e l’olivicoltura e programmando un piano proteico nazionale e il sostegno a colture come la barbabietola, il riso e il pomodoro da industria. Fondamentali anche le scelte di una più equa distribuzione delle risorse. Abbiamo privilegiato il lavoro e i giovani, proprio perché questo settore può essere protagonista del rilancio economico del Paese”. “Ringrazio i colleghi assessori – ha dichiarato l’Assessore della Regione Puglia e coordinatore nazionale degli assessori regionali all’Agricoltura, Fabrizio Nardoni – per il grande senso di responsabilità dimostrato nel costruire una proposta unitaria, che testimonia la volontà di dare agli agricoltori più tempo possibile per adeguarsi alla riforma. Pur nella difficoltà della nuova Pac, il sistema delle Regioni, collaborando con il Ministero, è riuscito a trarre un’intesa complessiva a favore del sistema agricolo e che tiene conto delle difficoltà dei settori produttivi”.

AIUTI ACCOPPIATI, RABBONI: "UNA PROPOSTA CHE NON CI SODDISFA PIENAMENTE." NON È STATO INCREMENTATO IL BUDGET PER IL POMODORO DA INDUSTRIA, MA SONO ANNUNCIATE RISORSE AGGIUNTIVE DALLA NUOVA OCM ORTOFRUTTA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

“Una proposta che non ci soddisfa pienamente, ma che abbiamo accettato per senso di responsabilità nazionale. Il tempo era scaduto e occorreva decidere”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni sull’accordo, raggiunto oggi a Roma tra Ministero delle politiche agricole e Regioni, per gli aiuti accoppiati della nuova Pac 2014-2020 e la definizione di agricoltore attivo. Il compromesso prevede che il prelievo sui pagamenti diretti per finanziare gli aiuti accoppiati passi dal 10 all’11%, per complessivi 39 milioni di euro all’anno. Queste risorse verranno utilizzate per incrementare gli aiuti accoppiati già decisi per olio d’oliva, zootecnia (in particolare di montagna) e ovi-caprini e per stanziare 10 milioni di euro (inizialmente non previsti) a sostegno della coltura della soia. “Purtroppo - sottolinea Rabboni – non si è trovato l’accordo per incrementare anche il budget degli aiuti accoppiati per il pomodoro da industria e la barbabietola, mentre nessun aiuto è previsto per la frutta trasformata”. “A parziale compensazione – conclude Rabboni – il Ministro ha annunciato che nella nuova Ocm ortofrutta verrà attivato per il comparto del pomodoro da industria, un settore strategico per l’agroalimentare nazionale, un contributo per l’acquisto di piantine particolarmente resistenti che potrà andare da 100 a 300 euro a ettaro”.

lunedì 26 maggio 2014

DOP MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA, CONFAGRICOLTURA SOLLECITA LA MODIFICA DELLA BOZZA DI DL ‘#CAMPOLIBERO’: “NON SI PUÒ PERDERE LA PARTITA SUL PERCORSO DI CHIAREZZA E TRACCIABILITÀ”

Fonte: Confagricoltura

“Condividiamo e facciamo nostro il forte grido d’allarme lanciato da tutte le Organizzazioni agricole ed industriali provinciali del territorio casertano – dove insiste il 70% della filiera Dop della ‘Mozzarella di Bufala Campana’ - sui rischi derivanti da quanto sarebbe previsto dalle disposizioni specifiche per il settore, incluse nella bozza di decreto legge governativo per il rilancio del comparto agricolo”. Lo sottolinea Confagricoltura in vista dell’approvazione del DL “#campolibero” da parte del Consiglio dei Ministri. “Il comparto non intende e non può più accettare cambiali in bianco – commenta Confagricoltura - c’è bisogno subito di una chiara assunzione di responsabilità da parte della politica. Per salvare la filiera è necessario voltare pagina, abbracciando un percorso di chiarezza, trasparenza e tracciabilità del latte munto e del prodotto trasformato a garanzia del consumatore. “Sollecitiamo – conclude Confagricoltura - un riesame di quanto proposto, riformulando il testo in maniera da attuare definitivamente la norma già in vigore, che prevede la lavorazione della mozzarella Dop in appositi stabilimenti separati e la immediata applicazione del sistema di tracciabilità sul modello approvato dalla Regione Campania”.

COMMERCIO AL DETTAGLIO, CONFAGRICOLTURA: “CALANO LE VENDITE DEL CIBO. ANCHE I DISCOUNT NON REGGONO ALLA CRISI”

Fonte: Confagricoltura

La spesa alimentare sembrava un tabù. Gli Italiani tagliavano su tutto tranne che sugli alimenti. Poi sono giunti i risparmi facendo la spesa ai discount, spesso a discapito della qualità; quindi i tagli sempre più consistenti su qualità e quantità del cibo e, addirittura a marzo (rispetto allo stesso mese 2013) le vendite al dettaglio di prodotti alimentari hanno segnato un calo di ben il 6,8%, a fronte dei non alimentari che diminuiscono dell’1,5%. Lo sottolinea il Confagricoltura commentando i dati Istat del commercio a dettaglio a marzo. A marzo – osserva Confagricoltura - c’è stato un calo generalizzato delle vendite al dettaglio che ha colpito anche i discount di alimentari (che nei mesi scorsi erano gli unici a registrare aumenti), i quali hanno riportato -1,5% a marzo 2014 su marzo 2013 (ma si sono attestati a +1,2%, se si analizzano i dati del primo trimestre). Certo si spreca di meno, la spesa è più oculata, ma si fanno anche molte rinunce. Una situazione che – conclude Confagricoltura - si riflette sulla filiera agroalimentare e sulle imprese agricole (prezzi all’origine -3,7% ad aprile, secondo i dati odierni di Ismea) che sempre più puntano sull’esportazione.

venerdì 23 maggio 2014

DOCUMENTO DI POSIZIONE CONGIUNTO SU DECISIONI NAZIONALI PER L'APPLICAZIONE IN OLIVICOLTURA DELLA RIFORMA PAC 2014-2020

Fonte: Documento congiunto Aipo Cno Unapol Unaprol Unasco  

Scelte lungimiranti contro il declino del sistema dell'olio di oliva in Italia

Il processo decisionale nazionale su come applicare nel nostro paese il pacchetto di riforma della Pac 2014-2020 si è manifestato più complicato e tortuoso rispetto a come ci si sarebbe aspettato. Le istituzioni preposte faticano a prendere una strada univoca e la scadenza prevista, del 15 maggio 2014, si allontana. Le unioni nazionali delle organizzazioni e delle associazioni dei produttori olivicole, preoccupate per la piega che ha preso la discussione nelle ultime settimane, hanno deciso di rivolgere un appello unitario alle istituzioni e, in particolare, al Ministro dell'agricoltura Maurizio Martina ed agli assessori regionali, i quali hanno la responsabilità diretta di eseguire le scelte nazionali sulla futura Pac. La nostra riflessione parte dalle seguenti considerazioni di fondo:
1. L'olivicoltura è un settore economico assai diffuso in Italia, con 1.123.000 ettari di superficie coltivata e 902.000 aziende agricole impegnate nell'attività (dati EUROSTAT);
2. Il settore è afflitto da alcuni anni da una situazione di evidente difficoltà economica che si sta manifestando essenzialmente con un processo di abbandono produttivo, particolarmente appariscente in alcuni territori;
3. Di contro l'olivicoltura italiana manifesta al proprio interno anche segni di evidente dinamismo che però andrebbero incoraggiati e sostenuti, in modo da vincere la competizione sul mercato globale che diventa sempre più aspra, con diversi Paesi emergenti ogni giorno più arrembanti;
4. Fino ad oggi la dotazione finanziaria che il settore ha utilizzato, sotto forma di sostegno specifico (articolo 68), programmi di attività delle associazioni (OCM unica) ed aiuti disaccoppiati (dotazione storica) non si è rivelata affatto adeguata al conseguimento degli obiettivi individuati;
5. Per inquadrare in maniera corretta la situazione specifica del settore dell'olivicoltura rispetto alla Pac, si deve considerare che in Italia vige una legislazione nazionale che prevede il divieto di espianto degli olivi e, inoltre, c'è una specifica norma di condizionalità che prevede obblighi stringenti in termini di condizioni di mantenimento degli oliveti.
Una delle novità più importanti nel pacchetto di riforma della Pac 2014-2020 è la convergenza interna dei pagamenti diretti che in Italia pare sarà attuata con gradualità e in modo parziale (metodo irlandese). In base ai conteggi eseguiti, il settore olivicolo perderà in tal modo oltre il 40% della dotazione storica intercettata fino a questo momento, acuendo in tal modo il rischio evocato in precedenza di abbandono della produzione, in quanto la riforma va ad innestarsi in un contesto di fragilità a tutti evidente. Un ulteriore aggravio per il settore olivicolo deriverebbe ,poi, proprio dal meccanismo di applicazione dell’art.52, che prevede il prelievo a scapito del premio di base del produttore il quale non avrebbe nessun beneficio se la restituzione percentuale dell’aiuto accoppiato fosse minore del prelievo. C'è la possibilità di scongiurare tale pericolo, utilizzando in modo mirato gli strumenti che il pacchetto di riforma 2014-2020 mette a disposizione dei Paesi membri quanto nel primo che nel secondo pilastro della Pac. Da qui nasce l'appello delle Unioni nazionali delle OP e delle Associazioni olivicole le quali intendono sensibilizzare le Istituzioni e la politica agricola nazionale e regionale su quanto segue:
- La necessità di prevedere interventi specifici per un settore che riveste una particolare importanza dal punto di vista economico, sociale ed ambientale e che si trova in una oggettiva situazione di difficoltà (si veda l'articolo 52 del regolamento 1307/2013);
- Prendere atto dell'elevato livello di rischio nel quale si trova in questa fase l'olivicoltura nazionale e del possibile impatto che potrebbe determinarsi allorquando il fenomeno della sempre più aspra competizione internazionale si coniugasse con la riduzione del 50% della dotazione finanziaria della Pac annualmente intercettata dal settore;
- L'importanza economica, sociale ed ambientale che il settore olivicolo riveste in alcune aree del Paese, a forte specializzazione produttiva, nelle quali un ulteriore tracollo produttivo comporterebbe un impatto devastante sulla occupazione e sulla manutenzione del territorio.

Tutto ciò considerato si propone:
a) Destinare all'olivicoltura una dotazione congrua delle risorse per il sostegno specifico di cui all'articolo 52 (aiuto accoppiati).
b) Prevedere nei Psr delle regioni con più alta specializzazione olivicola degli interventi specifici per il sistema olivicolo, utilizzando, se del caso, i sotto programmi tematici, i progetti collettivi o territoriali, sia per le misure ad investimento che per quelle a superficie (interventi agro-climatico-ambientale);
c) Sempre nelle regioni maggiormente specializzate, attuare le misure del Psr come quelle per la qualità, la promozione, l'assistenza tecnica, la cooperazione con programmi ad hoc per il settore olivicolo;
d) In considerazione dell’elevata frammentazione aziendale che caratterizza il sistema olivicolo italiano, fissare in € 200,00 la soglia minima ai fini dell’erogazione del premio legato alla Domanda Unica .

LATTE, MIPAAF: PRODUTTORI ITALIANI RISPETTANO LE QUOTE PER LA CAMPAGNA 2013/2014

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che con la scadenza dell’ultimo termine del 21 maggio, stabilito per la registrazione degli accertamenti mensili mancanti, l’Agea ha reso noti i dati relativi alla campagna lattiero casearia 2013/2014, chiusa il 31 marzo scorso, che confermano, anche per quest’anno, il rispetto della quota di produzione assegnata al nostro Paese, determinata in 10,923 milioni di tonnellate. Le consegne rettificate, infatti, sono calcolate in 10,759 milioni di tonnellate, inferiori rispetto al quantitativo di riferimento nazionale adeguato pari a 10,874 milioni di tonnellate, rendendo, quindi, non necessario trattenere il prelievo da parte degli acquirenti, sulla produzione dello scorso mese di marzo. La prossima campagna sarà l’ultima sulla quale verranno applicate le quote, prima della liberalizzazione che avverrà dal 1° aprile 2015. “Anche quest’anno i nostri produttori – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – hanno rispettato le quote assegnate, confermando il trend delle ultime annate. In vista della fine del regime nel 2015, stiamo lavorando per dare risposte concrete agli allevatori, considerata la strategicità del settore latte. Stiamo elaborando un piano d’azione con le Regioni e i rappresentanti professionali per attivare misure di sostegno economico alle nostre imprese lattiere, operando sul primo e sul secondo pilastro della Pac, con un’attenzione particolare per gli allevatori delle zone di montagna. È un’occasione che non vogliamo perdere e su questo mi auguro che riusciremo a trovare un accordo al più presto”. “Vogliamo portare il futuro del settore del latte – ha proseguito il Ministro – al centro del dibattito europeo durante il semestre italiano di presidenza dell’Ue, perché serve un confronto approfondito. Dobbiamo valutare il tema delle misure di accompagnamento e quello del rafforzamento di altre, come la gestione del rischio e delle crisi di mercato. Ovviamente centrale sarà la questione dell’etichettatura, sulla quale siamo particolarmente sensibili, e su cui ci confronteremo immediatamente con le istituzioni comunitarie. “Entro il prossimo mese di giugno, poi, sarà presentata la relazione della Commissione sul settore lattiero caseario; aspettiamo il documento per valutare ulteriori iniziative per il miglioramento del funzionamento della filiera, in particolare per continuare nelle azioni di rafforzamento della posizione degli allevatori. Non mancherà il nostro impegno – ha concluso Martina – mi auguro sostenuto dai nostri produttori”.

giovedì 22 maggio 2014

PIADINA ROMAGNOLA IGP, SULLA GAZZETTA EUROPEA IL DOCUMENTO CHE PRELUDE AL RICONOSCIMENTO DEFINITIVO. RABBONI: UNA BELLA NOTIZIA PER UN PRODOTTO CHE PARLA IN TUTTO IL MONDO DELLA NOSTRA REGIONE

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

“Una bella notizia per un prodotto che in tutto il mondo parla di questa regione e delle sue tradizioni enogastronomiche. L’Igp per la piadina romagnola porterà a 40 il numero delle specialità del nostro territorio tutelate nella loro unicità dall’Europa. E’ un primato nazionale ed è il riconoscimento di un’agroalimentare straordinariamente ricco di storia, di tradizione, biodiversità e tipicità, che ha saputo conciliare modernità e identità. Tra non molto, fuori dalla Romagna nessuno potrà più usurpare il nome di questo prodotto unico e irripetibile”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni commenta la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Ue del “documento unico” per il riconoscimento della Igp Piadina romagnola - Piada romagnola. La procedura prevede ora tre mesi per la presentazione di eventuali osservazioni e la successiva definitiva registrazione dell’indicazione di origine. La zona di lavorazione e confezionamento della Piadina Romagnola - Piada Romagnola comprende la Romagna storica e più precisamente l’intero territorio delle Province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna e di alcuni Comuni della Provincia di Bologna. In base al disciplinare gli ingredienti base dell’impasto sono farina, grassi, sale ed eventualmente lievito. È vietata l’aggiunta di conservanti, aromi e altri additivi. Il prodotto può essere presentato nella variante, più sottile e larga, “alla Riminese”. La commercializzazione può avvenire in involucri di carta alimentare o tessuto per il prodotto destinato all’immediata somministrazione, oppure in buste alimentari perfettamente sigillate per il consumo differito. Nel caso di adozione di un processo produttivo che comprenda la realizzazione manuale di almeno tre fasi e in assenza di confezionamento chiuso, potrà essere utilizzata la dicitura “lavorazione manuale tradizionale”.

MIPAAF, PIADINA ROMAGNOLA/PIADA ROMAGNOLA IGP: PUBBLICATA DOMANDA DI REGISTRAZIONE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di registrazione dell’Indicazione Geografica Protetta “Piadina Romagnola / Piada Romagnola”. Da questo momento la procedura comunitaria prevede tre mesi di tempo per permettere agli altri Stati Membri di presentare eventuali domande di opposizione. Trascorso questo periodo, la Piadina Romagnola IGP sarà ufficialmente iscritta nel registro europeo delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette. La denominazione “Piadina Romagnola / Piada Romagnola” identifica il prodotto della panetteria ottenuto dalla lavorazione e successiva cottura su piastre di un impasto a base di farina, grassi, sale e alcuni ingredienti opzionali. Al momento dell’immissione al consumo si presenta a forma di disco, di color bianco-avorio con macchie caratteristiche ambrate di varie dimensioni e tonalità sui due lati, con sapore fragrante e odore caratteristico simile a quello del pane appena sfornato. La zona di lavorazione e confezionamento comprende il territorio della Romagna storica e più precisamente l’intero territorio delle Provincie di Rimini, Forlì Cesena e Ravenna e di alcuni Comuni della Provincia di Bologna (Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel San Pietro, Dozza, Fontanelice, Imola, Mordano).

MADE IN ITALY, MARTINA: IN “CAMPOLIBERO” PACCHETTO DI MISURE A TUTELA DELLA QUALITA’ AGROALIMENTARE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Il prodotto agroalimentare italiano di qualità rappresenta la carta d’identità del nostro Paese e va assolutamente tutelato. Dobbiamo difendere l’immagine dell’Italia, soprattutto sui mercati internazionali, preservando i nostri produttori e le scelte dei consumatori. Per questo stiamo lavorando a un pacchetto di misure per migliorare le azioni di contrasto alla contraffazione e alla pirateria agroalimentare e le inseriremo all’interno del provvedimento ‘Campolibero’. Si tratta di una battaglia fondamentale per garantire il vero ‘Made in Italy’ sulle tavole dei consumatori di tutto il Mondo. Sul fronte internazionale, inoltre, ribadiamo il massimo impegno per consolidare, in ogni trattativa commerciale dell'Europa verso altri paesi, il divieto di evocazione dei colori, dei riferimenti e dei nomi italiani da parte di altri soggetti”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, commentando le misure che verranno inserite all’interno di “Campolibero” e che prevedono, tra l'altro, un inasprimento delle sanzioni per chi commette il reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. Con le nuove norme viene introdotta, in caso di tale reato, la pena accessoria che stabilisce l'interdizione da cinque a dieci anni dall’esercizio dell’attività professionale, nonché l'interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per lo stesso periodo. Viene prevista, inoltre, la pubblicazione della sentenza anche per i reati di contraffazione agroalimentare. Infine, tra i reati perseguibili dalla Procura distrettuale antimafia, viene introdotto quello relativo alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.

COSTITUITO IL TAVOLO SUINICOLO DEL COORDINAMENTO AGRINSIEME. "LAVORIAMO AD UN NUOVO PROGETTO ECONOMICO DELLA FILIERA"

Fonte: Agrinsieme

Si é riunito ieri a Roma il tavolo suinicolo di Agrinsieme. Alla presenza del coordinatore Mario Guidi e dei dirigenti di settore di CIA, Confagricoltura e Alleanza Cooperative Italiane, sono state poste le basi per un lavoro che porterà a breve a proposte e linee guida per rilanciare un comparto essenziale della nostra zootecnia. "Vanno affrontate alcune questioni strategiche - dichiara Agrinsieme - che devono essere risolte tenendo conto delle giuste esigenze degli allevatori suinicoli. Crediamo che occorra andare verso un riassetto ed una giusta valorizzazione sul mercato della filiera di qualità dei prodotti nazionali.” “Affronteremo tutte le questioni aperte - hanno concluso i rappresentanti del coordinamento Agrinsieme - e ci siamo impegnati a lavorare assieme su questo fronte per un nuovo progetto economico strategico di rilancio di un comparto che conta per circa il 6 per cento della produzione agricola e del fatturato industriale del settore con un giro di affari complessivo di 10 miliardi tra fase allevatoriale, macellazione e trasformazione delle carni.” "Uno strumento essenziale in tal senso é costituito sicuramente dalle risorse comunitarie per lo sviluppo rurale che le Regioni devono utilizzare in maniera coordinata ed efficiente per finanziare misure utili al sistema allevatoriale suinicolo. Non dobbiamo dimenticare, peraltro, che tale sistema é storicamente escluso dai benefici del 'primo pilastro' della politica agricola comune."

mercoledì 21 maggio 2014

INNOVAZIONE ED INTERNAZIONALIZZAZIONE LE CHIAVI DEL SUCCESSO DI NATURITALIA

Fonte: Centro Stampa per Naturitalia  

IL FERRARESE ROBERTO CERA CONFERMATO ALLA PRESIDENZA DELLA SOCIETÀ  

Un moderno sistema di imprese specializzate nel settore ortofrutticolo, localizzate nelle più vocate regioni italiane, che conta una produzione di circa 125.000 tonnellate e sviluppa un volume d’affari di quasi 130 milioni di euro

Nonostante la pesante crisi economica che ha influito anche sui consumi di ortofrutta, scesi al minimo storico con 323 chilogrammi per famiglia (erano 450 nei primi anni 2000), Naturitalia ha chiuso il 2013 con un bilancio abbastanza soddisfacente. A delineare lo scenario l’Assemblea annuale della società commerciale del Gruppo Apo Conerpo e di Europ Fruit, che ha anche confermato il ferrarese Roberto Cera alla presidenza, Vittorio Beccari e Adriano Petteni alla vice presidenza. “Nel 2013 – ha sottolineato il presidente Cera – abbiamo commercializzato complessivamente circa 125.000 tonnellate di ortofrutta fresca (in calo dell’11% rispetto all’anno precedente), di cui quasi 80.000 esitate presso la Grande Distribuzione Organizzata e oltre 44.000 destinate all’esportazione. A fronte di questa contrazione dei volumi, il fatturato ha registrato un incremento del 5,8% sul 2012, sfiorando i 130 milioni di euro”. “Un risultato – ha proseguito Cera – ottenuto grazie alla migliore valorizzazione dei prodotti conferiti, collocati su mercati particolarmente remunerativi”. “Oltre a consolidare la presenza nel nostro Paese, infatti, – ha dichiarato Cera – Naturitalia ha anche registrato un crescente sviluppo all’estero, soprattutto in Germania, e in Asia, nel Middle East, nonché nei Paesi di oltremare. La società ha puntato con sempre maggior decisione sulla strada della internazionalizzazione per aumentare gli sbocchi commerciali e garantire ai soci una adeguata remunerazione. E, alla luce dei brillanti risultati ottenuti fino ad oggi, l’obiettivo è proseguire in questa direzione e ‘conquistare’ altri mercati tra cui, in particolare, Medio Oriente, Sud Africa e Australia”. “Per rispondere alle esigenze dei consumatori e far fronte ad una concorrenza sempre più agguerrita e competitiva anche in ortofrutta – ha affermato il direttore generale, Gabriele Ferri – nel 2013 Naturitalia ha poi aumentato ulteriormente i propri investimenti nel comparto della ricerca e della sperimentazione. A questo proposito, sono state individuate le linee di sviluppo delle patate di quarta gamma; inoltre è proseguita l’attività per la messa a punto della pera rossa ‘Falstaff’, premiata nell’autunno 2012 al Macfrut. Sempre la rassegna cesenate, ma nell’edizione 2013, ha tenuto a battesimo anche altre interessanti proposte, vale a dire le nuove varietà di kiwi, a polpa gialla, rossa e verde, in grado di accontentare i palati più diversi e i consumatori più esigenti grazie ad una gamma di sapori davvero ampia e a caratteristiche organolettiche particolarmente elevate. Attualmente testati con appositi panel, questi frutti saranno disponibili a partire dalla campagna 2016/2017”. “Per conquistare quote di mercato sempre maggiori e riuscire a comunicare chiaramente i plus delle proprie produzioni – hanno concluso Cera e Ferri – Naturitalia ha anche deciso di spingere sempre più l’acceleratore sulla politica di marca. Una scelta vincente, nel mercato globale, per aumentare la competitività, segmentare l’offerta e uscire dalla situazione in cui la commercializzazione dei prodotti sembra ridursi ad una ‘gara’ basata esclusivamente sul prezzo. Offrendo ampie garanzie in termini di qualità, naturalità e affidabilità, i marchi possono avvicinare ulteriormente i consumatori all’ortofrutta fresca, fornendo a ognuno di loro la risposta più giusta”.

Il nuovo consiglio di Naturitalia

Presidente Roberto Cera
Vice presidente Vittorio Beccari
Vice presidente Adriano Petteni
Consigliere Stefano Andraghetti
Consigliere Luca Canonici
Consigliere Domenico Cenni
Consigliere Tonino Checcoli
Consigliere Gabriele Chiesa
Consigliere Graziano Ciaranfi
Consigliere Vito Di Fruscolo
Consigliere Pietro Fabbri
Consigliere Maurizio Filippi
Consigliere Michele Mangolini
Consigliere Massimo Michelini
Consigliere Alfio Messina
Consigliere Davide Minelli
Consigliere Patrizio Neri
Consigliere Giuseppe Nola
Consigliere Alessandro Perugini

IL CONSORZIO DELLA BONIFICA BURANA INFORMA CHE SONO IN SPEDIZIONE GLI AVVISI DI PAGAMENTO – ANNO 2014

Fonte: Consorzio della Bonifica Burana

www.agrestetv.it/documenti/avvisidipagamento.pdf

TERRE AI GIOVANI, AGRINSIEME: “UN SEGNALE IMPORTANTE LA PROPOSTA A BRUXELLES DEL MINISTRO MARTINA”

Fonte: Agrinsieme

La richiesta del ministro per le Politiche agricole Martina al Consiglio agricolo - di modificare i progetti di regolamento Ue di esenzione e di orientamento per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali 2014-2020 relativamente all’acquisto di terreni da parte dei giovani agricoltori , superando l'attuale vincolo del 10% per gli aiuti di Stato - è accolta con favore da Agrinsieme. “Favorire l’accesso dei giovani al settore primario, favorendo la concretizzazione di un contesto di redditività, sostenibilità e innovazione - ad avviso del coordinamento di Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative - è un segnale importante che il ministro ha voluto dare agli imprenditori under 40, che ci auguriamo venga fatto proprio dal Consiglio agricolo e sostenuto, a livello nazionale da #campolibero”. Agrinsieme, infine, raccomanda al ministro Martina la necessità di intervenire a Bruxelles anche su un ulteriore aspetto delle regole per la concessione degli aiuti di stato. Si tratta della soglia triennale dei pagamenti "de minimis" che andrebbe elevata “da 15mila ad almeno 50mila euro per garantire più efficacia ed efficienza a diversi interventi nazionali a favore delle imprese".

PROVINCIA DI FERRARA - BOLLETTINO DI PRODUZIONE INTEGRATA E BIOLOGICA: BOLLETTINO IRRIGAZIONE ELABORAZIONE DEL 20/05/2014

Fonte: Cer, Consorzio del Canale Emiliano Romagnolo

www.agrestetv.it/documenti/bolfe5.doc

martedì 20 maggio 2014

EXPO 2015: FIRMATO L’ACCORDO TRA PADIGLIONE ITALIA E CONFAGRICOLTURA. INIZIATIVE E SERVIZI PER LE IMPRESE ED IL MADE IN ITALY

Fonte: Confagricoltura

«Expo 2015 si interrogherà sui temi dell’alimentazione, del progresso e dello sviluppo globale dell’agricoltura, delle scelte decisive da compiere per sfamare il Pianeta, per affermare il modello di agricoltura sostenibile, che coniuga ambiente, società ed economia. Tematiche su cui le imprese agricole si confrontano quotidianamente e che, finalmente, verranno affrontate in una grande manifestazione di richiamo mondiale». Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, firmando oggi, con il Commissario generale di sezione per il Padiglione Italia e presidente di Expo 2015 Diana Bracco, l’accordo in base al quale l’Organizzazione sarà presente in modo permanente all’Esposizione e partner dell’avveniristico Palazzo Italia. «Vogliamo portare nel cuore della manifestazione le imprese agricole, il loro impegno, la loro visione del futuro – ha proseguito Guidi -. Confagricoltura avrà un importante spazio ad utilizzo esclusivo per l’intero semestre espositivo a Palazzo Italia e sarà protagonista del palinsesto eventi e comunicazione istituzionale di Padiglione Italia». «L’obiettivo è anche quello – ha proseguito il presidente di Confagricoltura – di fornire alle nostre imprese agricole, che vorranno essere presenti a Expo, una vetrina comune e servizi operativi; non va dimenticato che l’Esposizione è anche un’eccezionale occasione per farsi conoscere e per attivare scambi commerciali e business. È in atto uno sforzo di internazionalizzazione delle imprese agricole che, con Expo 2015, dovrà essere ulteriormente rinvigorito: è uno dei nostri impegni prioritari». «Con la sua presenza ad Expo Confagricoltura, al fianco di altre importanti sigle e realtà coinvolte – conclude il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – ha il fondamentale compito e l’onere di far conoscere al mondo il ruolo di un’agricoltura solida, moderna ed innovativa come quella italiana». Da parte sua, il Commissario del Padiglione Italia Diana Bracco ha sottolineato che «l’Italia è un unicum culturale dove l’agricoltura, e quindi la produzione di cibo, è parte intima e coessenziale alla vita quotidiana di città e paesi. Il nostro tessuto produttivo inoltre è particolarmente fertile di idee imprenditoriali, di conoscenze e di un “saper fare” frutto dell’esperienza diretta di più generazioni, che sono alla anche base del successo del Made in Italy. Sono pertanto molto orgogliosa del fatto che Confagricoltura sia diventata un interlocutore privilegiato nel nostro Padiglione. Con il Padiglione Italia vogliamo restituire centralità al ruolo sociale degli attori della filiera della produzione agricola e artigianale».

INTERNAZIONALIZZAZIONE: CONFAGRICOLTURA E LO STATO BRASILIANO DI SANTA CATARINA INSIEME PER LA PRODUZIONE VITIVINICOLA E FRUTTICOLA

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura e lo Stato brasiliano di Santa Catarina hanno siglato una lettera d’intenti con l’obiettivo di avviare progetti di benchmarking, apprendimento delle migliori pratiche nel settore della produzione vitivinicola, che potrà essere allargata a tutte le produzioni, favorendo lo scambio di tecnologie. “Apprezziamo che il Governo di Santa Catarina abbia scelto Confagricoltura per avviare azioni di formazione, con particolare attenzione ai giovani agricoltori, e di promozione congiunta, workshop e interscambi commerciali, soprattutto nell’ambito di Expo 2015, di Vinitaly ed altri eventi internazionali”, ha commentato il direttore dell’Organizzazione, Luigi Mastrobuono, dopo la firma in occasione di un seminario promosso a Roma da Confagricoltura. Per lo Stato di Santa Catarina hanno firmato l’intesa i rappresentanti dell’assemblea legislativa, dell’associazione produttori di vino, della principale città produttrice, dell’associazione della Ricerca Agricola, Allevamento ed Estensione rurale. Per Confagricoltura questa collaborazione con i partner brasiliani è importante, perché potrà contribuire a superare le difficoltà e gli ostacoli doganali e tecnico-commerciali che limitano le esportazioni di nostri prodotti in Brasile. Santa Catarina, con capitale Florianapolis, è uno stato nel sud del Brasile, esteso come l'Italia, con 6 milioni di abitanti. Il Paese ha un consumo pro capite di vino in crescita, specialmente nelle regioni con reddito e qualità della vita più alti, tra cui proprio lo Stato di Santa Catarina, che vanta anche il maggiore incremento di turisti. In particolare, la situazione della produzione vitivinicola è in grande fermento. Al momento le cantine in produzione nello Stato sono poco più di 60, ma il dato piu’ interessante è che, di queste, 14 sono nate negli ultimi cinque anni.

COLDIRETTI, ALLARME PER “TAGLIO” U.E. DATA DI SCADENZA DEI CIBI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Con l’eliminazione della “data di scadenza” l’Unione Europea taglia di fatto la qualità del cibo in vendita in Europa che con il passare del tempo perde le proprie caratteristiche nutrizionali in termini di contenuto in vitamine, antiossidanti e polifenoli che fanno bene alla salute ma anche quelle proprietà organolettiche, di fragranza e sapore dal quale deriva il piacere di stare a tavola

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alla riunione del Consiglio agricoltura in cui si affronteranno le proposte delle delegazioni di Olanda e Svezia che, con il sostegno dell’Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo, chiedono l’esenzione dell'obbligo di indicare in etichetta il termine minimo di conservazione “da consumarsi preferibilmente prima” per prodotti come pasta, riso e caffe, attraverso l’estensione dell’allegato X del regolamento UE 1169/2011. Si tratta del solito tentativo dei Paesi del Nord Europa di livellare il cibo sulle tavole europee ad uno standard di qualità inferiore al nostro con la scusa di tagliare gli sprechi alimentari che nell’Unione Europea hanno raggiunto il quantitativo record di 89 milioni di tonnellate di cibo. In realtà con la crisi si è registrata una storica inversione di tendenza con quasi tre italiani su quattro (73 per cento) che hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Tra chi ha tagliato gli sprechi l’80 per cento fa la spesa in modo più oculato magari nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove i prodotti sono piu’ freschi e durano di più, il 37 per cento guarda con più attenzione la data di scadenza e il 26 per cento ha ridotto le dosi acquistate, ma sono il 56 per cento quelli che riutilizzano quello che avanza. La tendenza al contenimento degli sprechi - precisa la Coldiretti - è forse l’unico aspetto positivo della crisi in una situazione in cui ogni persona in Italia ha comunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno. Complice la crisi economica già oggi appena il 36% degli italiani dichiara di attenersi rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti riservandosi di valutare personalmente la qualità dei prodotti scaduti prima di buttarli, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Gfk Eurisko dalle quali si evidenza peraltro che solo il 54% degli italiani controlla quotidianamente il frigorifero e il 65% controlla almeno una volta al mese la dispensa. La tentazione di mangiare cibi scaduti per non sprecare non deve andare a scapito della qualità dell’alimentazione in una situazione in cui molti cittadini sono costretti a risparmiare sulla spesa privandosi di alimenti essenziali per la salute o rivolgendosi a prodotti a basso prezzo che non sempre offrono le stesse garanzie qualitative come dimostra il fatto che le vendite dei cibi low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento consistente nel commercio al dettaglio in Italia con un +2,9%, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat. Il Termine Minimo di Conservazione (TMC) ha un suo significato ed è stato introdotto a garanzia dei consumatori anche se differisce dalla data di scadenza vera e propria. Il Termine Minimo di Conservazione (TMC) riportato con la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro“ indica la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprieta' specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Cioè indica soltanto la finestra temporale entro la quale si conservano le caratteristiche organolettiche e gustative, o nutrizionali, di un alimento, senza con questo comportare rischi per la salute in caso di superamento seppur limitato della stessa. Si sottolinea però che tanto più ci si allontana dalla data di superamento del TMC, tanto più vengono a mancare i requisiti di qualità del prodotto, quale il sapore, odore, fragranza, ecc. Differisce quindi dalla data di scadenza vera e propria che - precisa la Coldiretti - è la data entro cui il prodotto deve essere consumato ed anche il termine oltre il quale un alimento non può piu’ essere posto in commercio. Tale data di consumo non deve essere superata altrimenti ci si può esporre a rischi importanti per la salute. Si applica ai prodotti preconfezionati, rapidamente deperibili da un punto di vista microbiologico ed è indicata con il termine “Da consumarsi entro” seguito dal giorno, il mese ed eventualmente l’anno e vale indicativamente per tutti i prodotti con una durabilità non superiore a 30 giorni. Attualmente solo pochi alimenti hanno una scadenza prestabilita dalla legge come il latte fresco (7 giorni) e le uova (28 giorni). Per tutti gli altri prodotti la durata viene stabilita autonomamente dagli stessi produttori, in base ad una serie di fattori che vanno dal trattamento tecnologico alla qualità delle materie prime, dal tipo di lavorazione e di conservazione per finire con l’imballaggio. Per questo, non è difficile, durante un controllo commerciale, vedere due prodotti simili, ma di marchio differente con data di scadenza diversa. E’ infatti compito di ogni singola azienda effettuare prove di laboratorio sui propri prodotti, per misurare la crescita microbica e valutare dopo quanti giorni i valori organolettici e nutrizionali cominciano a modificarsi in modo sostanziale. Il risultato è ad esempio che per l’olio d’oliva extra vergine alcune aziende consigliano il consumo entro 12 mesi, altre superano i 18, con il rischio di perdere le caratteristiche nutrizionali e di gusto secondo studi del dipartimento di Scienze e tecnologie alimentari e microbiologichedell’università di Milano. Tali ricerche evidenziano come gli effetti del mancato rispetto dei tempi di scadenza variano da prodotto a prodotto: per lo yogurt, che dura 1 mese, il prolungamento di 10-20 giorni non altera l’alimento, ma riduce il numero dei microrganismi vivi, mentre al contrario per i pomodori pelati quasi tutte le confezioni riportano scadenze di 2 anni anche se la qualità sensoriale è certamente migliore se si consumano prima.

MIPAAF: DECRETATI I FINALISTI DEL CONCORSO ‘RURALANDWED’. AL VIA DA OGGI VOTAZIONE ONLINE PER ELEGGERE VINCITORE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che sono stati decretati i dieci finalisti del concorso ‘RuralandWED’ indetto dal Mipaaf, nell’ambito del programma Rete rurale nazionale. L’iniziativa, promossa in occasione della settimana Unesco di Educazione allo Sviluppo Sostenibile, ha come obiettivo di coinvolgere i cittadini attraverso l’elaborazione di immagini sul tema degli sprechi in tutte le sue declinazioni. Inoltre il concorso rappresenta l’occasione per uno slancio creativo nel pensare ad un futuro più sostenibile, che possa favorire la permanenza dei giovani nelle aree rurali. Il concorso intende esplorare, attraverso gli strumenti della fotografia e dei social media, il valore del patrimonio naturale e culturale italiano in termini estetici e come bene comune della collettività, da conservare e migliorare. I partecipanti al RuralandWED, infatti, hanno presentato la propria idea innovativa attraverso un green post, cioè un’immagine originale (fotografia, collage di immagini) e un testo di commento in 140 caratteri, su 3 temi fondamentali e in linea con EXPO 2015, quali: “spreco zero” (risparmio e conservazione delle risorse alimentari e naturali: cibo, acqua, energia, suolo); “paesaggio, bellezza e creatività”; “nutrire il pianeta, energia per la vita”. Il vincitore di ‘RuralandWed’ sarà scelto tramite una votazione aperta online da oggi 20 maggio e fino al 30 maggio. A decretare il vincitore di ciascuna delle tre categorie tematiche, saranno invece centotrenta studenti coinvolti nei progetti pilota Rural4Teens (per la scuola secondaria di II grado) e Rural4Youth (per le Università). Faranno parte della giuria in sala anche i nonni e i docenti, che hanno partecipato al progetto pilota Rural4Kids per la scuola primaria. La premiazione dei vincitori si svolgerà il 4 giugno prossimo, in occasione della Conferenza Rural4You, che si terrà a Roma presso la Sala Verdi dell’Hotel Quirinale. La graduatoria dei vincitori sarà pubblicata sulla piattaforma della campagna RuraLand www.ruraland4.it; sul portale della Rete rurale nazionale www.reterurale.it; sui siti ad esso collegati e sul sito del Ministero www.politicheagricole.it .

TRATTAMENTI DEGLI ALLEVAMENTI SUINI, CONFAGRICOLTURA EMILIA ROMAGNA: “IL CONFRONTO COSTRUTTIVO FRA I RAPPRESENTANTI DEI SUINICOLTORI DI CONFAGRICOLTURA EMILIA-ROMAGNA E L’AZIENDA SANITARIA DELL’EMILIA ROMAGNA HA PORTATO ALL’AGGIORNAMENTO DELLA DISCIPLINA DEI TRATTAMENTI DEGLI ALLEVAMENTI SUINI AD ALTO TURN OVER”

Fonte: Confagricoltura Emilia - Romagna

Confagricoltura Emilia Romagna esprime apprezzamento per l’operato svolto dall’Azienda Sanitaria dell’Emilia Romagna che ha recentemente adottato le nuove linee guida per l’applicazione dei Piani nazionali di sorveglianza della Mvs (Malattia vescicolare del suino), della Psc (Peste suina classica) e di controllo della malattia di Aujeszky in Emilia-Romagna, aggiornando di fatto la disciplina dei trattamenti degli allevamenti ad alto turn over (HTO). “Un sentito apprezzamento – ha dichiarato Giovanna Parmigiani, presidente della Federazione Nazionale Suinicola di Confagricoltura – va all’Azienda Sanitaria dell’Emilia Romagna che ha saputo ascoltare le richieste dei suinicoltori dell’Emilia Romagna e, in raccordo con Confagricoltura, ha lavorato in maniera fattiva oltre un anno per il raggiungimento di questo risultato ed arrivare così ad un indispensabile aggiornamento dei trattamenti degli allevamenti HTO che in regione sono circa una cinquantina”. “La nuova disciplina che di fatto semplifica il regime dei controlli sanitari – precisa Parmigiani - sarà applicata soltanto negli allevamenti accreditati per la malattia dell'Aujeszky e che hanno già dimostrato di avere adottato, al proprio interno, sia le procedure di controllo della ‘bio sicurezza’ sia i manuali di buone pratiche di allevamento”. “In questo modo – rimarca Parmigiani - verranno riconosciuti e premiati i comportamenti esemplari degli allevatori senza nel contempo abbassare la soglia di attenzione sui controlli sanitari”. “Il risultato del confronto - evidenzia il Presidente della FNP suini - è la dimostrazione che quando ci si siede intorno a un tavolo per affrontare e risolvere le tematiche con spirito costruttivo e collaborativo, si possono raggiungere importanti obiettivi”. “Auspico – ha concluso Giovanna Parmigiani - che quanto fatto sinora sia solo l’inizio di una proficua e lunga collaborazione con l’Azienda Sanitaria dell’Emilia Romagna per arrivare nel prossimo futuro all’adozione di un piano di controllo straordinario e condiviso della malattia di Aujeszky”.

lunedì 19 maggio 2014

CONSIGLIO UE, MIPAAF: FAVORIRE GIOVANI SUPERANDO VINCOLO 10% PER AIUTI DI STATO PER ACQUISTO TERRA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che nel corso del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura dell’Unione europea, che si è tenuto oggi a Bruxelles, il Ministro Maurizio Martina ha presentato una richiesta di modifica ai progetti di regolamento di esenzione e di Orientamenti dell’Unione europea per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali 2014-2020, relativamente all’acquisto di terreni per i giovani agricoltori. L’Italia, insieme ad altri otto Stati membri, ha chiesto alla Commissione Ue di prendere in considerazione la possibilità di concedere tali aiuti non solo come parte di investimento più ampio, ma anche nell’ambito della ricomposizione fondiaria. In questo modo potrà essere data ai giovani la possibilità di aumentare le dimensioni aziendali e di rendere più competitive le proprie imprese. “In Europa la percentuale di occupati in agricoltura di età inferiore ai 35 anni è del 7,5%, mentre in Italia è più bassa, pari al 5,1%. Facilitare l’ingresso dei giovani nel settore, favorendo così il ricambio generazionale, è di importanza prioritaria” ha dichiarato il Ministro Martina. “Ci sono ancora troppe difficoltà che dobbiamo risolvere – ha aggiunto il Ministro –, come per esempio l’accesso al credito. Ma se vogliamo investire sul futuro dell’agricoltura europea e rimanere competitivi sui mercati, dobbiamo anche innovare il settore attraverso nuova forza lavoro. All’interno della nuova Politica agricola comune abbiamo degli strumenti importanti, ma servono sforzi ulteriori per agevolare l’accesso alla terra e l’acquisto di terreni. In questo senso – ha spiegato Martina – è importante che la Commissione Ue tenga in maggiore considerazione la questione prevedendo per i giovani la possibilità di accedere agli aiuti di Stato per l’acquisto della terra superando l’attuale vincolo del 10% che risulta troppo restrittivo e non aiuta a risolvere il problema. Sono molto contento che altri Paesi abbiano accolto il nostro invito”.

GIANCARLO MINGUZZI RIELETTO PRESIDENTE DI FRUITIMPRESE EMILIA-ROMAGNA

Fonte: Fruitimprese Emilia - Romagna

Giancarlo Minguzzi, presidente della OP Minguzzi Spa di Alfonsine (RA), è stato rieletto per acclamazione presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna, l’associazione che riunisce le imprese private regionali dell’ortofrutta, che lavorano 1 milione di tonnellate di prodotto all’anno, per 900 milioni di fatturato e il 60% di export. Nel corso dell’assemblea dei soci , svoltasi a Cesena, è stato rinnovato anche il consiglio direttivo dell’associazione in cui entrano: Luigi Mazzoni, Gabriele Gobbi, Achille Ceccarelli, Maurizio Filippi, Patrizio Neri, Adriano Petteni, Walter Piraccini, Graziano Pransani, Giulio Romagnoli e Marco Salvi. Minguzzi ha ringraziato in primo luogo gli associati per la dimostrazione di fiducia nei suoi confronti. Poi “per il lavoro svolto ringrazio il presidente di Fruitservizi Com Srl Vittorio Alvisi, i dipendenti ed i collaboratori dell'Associazione, professionisti di riconosciuto spessore, così come ringrazio sentitamente il vicepresidente Luigi Mazzoni, i consiglieri e gli associati tutti per i preziosi suggerimenti, il sostegno e la simpatia che mi hanno sempre accordato. Un ringraziamento particolare lo debbo anche al presidente nazionale Marco Salvi, la cui attività dà lustro all’intera categoria”.

NEO – AGRICOLTURA E AGRI CITY: IL RINNOVAMENTO POSSIBILE

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

La Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara mette in campo una serie di proposte per il cambiamento, l’innovazione e per riportare l’agricoltura al centro del dibattito politico e sociale

«Mangiare è un atto agricolo» ha detto Wendell Berry, contadino, intellettuale e poeta americano. Berry ha aggiunto: «almeno una volta nella tua vita avrai bisogno di un medico, di un avvocato, di un poliziotto o di un sacerdote ma ogni giorno, tre volte al giorno, avrai bisogno di un agricoltore.» Il legame con la terra è, ancora oggi, imprescindibile e quotidiano. Ecco perché, secondo la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara, è fondamentale che l’agricoltura e una forte spinta al suo rinnovamento siano al centro del dibattito politico. In questi ultimi mesi il neo-ministro Martina sembra andare nella direzione giusta. Ma siamo all’inizio di un processo che richiederà tempo e risorse, perché parlare di un nuovo tipo di agricoltura significa, soprattutto, mettere in agenda una serie di azioni concrete da attuare a breve termine. Sono molte le proposte e gli obiettivi che la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara – insieme alla Cia Emilia-Romagna – vuole porre all’attenzione non solo dei politici ma dell’opinione pubblica. Tra questi ci sono alcuni punti cardine che l’associazione ha proposto in un documento programmatico, importante per quella che sarà l’agricoltura del futuro. «La politica deve porre in primo piano l’agricoltura – spiega Lorenzo Boldrini, presidente provinciale di Cia Ferrara – questo è fondamentale per ottenere il cambiamento necessario del settore. Per la nostra associazione ci sono alcuni aspetti del mondo agricolo che vanno sviluppati e promossi e voglio citare in primo luogo l’importante concetto di Neo-Agricoltura che va associata al concetto di Post-turismo. Un territorio non più sfruttato in maniera intensiva ma modellato dalle attività rurali, mantenendo inalterate le peculiarità paesaggistiche per richiamare un turista diverso, più consapevole, interessato alla campagna e alle sue eccellenze produttive. Altro importante tema è quello dell’Agricoltura sociale e civica, multifunzionale e al servizio delle comunità e delle sue fasce più deboli – come gli anziani e i bambini - attraverso progetti di integrazione, ricerca e formazione. Fondamentale anche il contatto con le scuole di ogni ordine, per coinvolgerle in attività come gli orti scolastici e diffondere la cultura degli alimenti e dei prodotti stagionali. C’è poi il fondamentale progetto delle Agri City – continua Boldrini – città che diventano rurali attraverso i mercati contadini e manifestazioni che portano nei centri urbani la cultura agricola con i suoi volti, le storie, gli odori e i sapori che fanno parte di un patrimonio fondamentale del territorio. E’ però necessario – conclude Boldrini nel documento programmatico – che lo sviluppo passi anche e soprattutto attraverso una fiscalità più equa e non vessatoria, che tenga conto delle peculiarità di un settore che non è ad alto reddito ed è composto, per la maggior parte, da piccole e medie aziende. Aziende alle quali deve essere data la possibilità di crescere, rinnovarsi e andare verso un’agricoltura futuribile.»

OLIO DI OLIVA, MIPAAF: A BRUXELLES CONCLUSO L’ITER PER LA PROSECUZIONE DEI PROGRAMMI DELL’OCM UNICA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende nota l’approvazione a Bruxelles, avvenuta nel corso del relativo Comitato di gestione che si è tenuto la scorsa settimana presso la Commissione Ue, di nuove disposizioni che, a seguito dell’entrata in vigore della nuova Politica agricola comune, consentiranno la prosecuzione dei programmi operativi per le organizzazioni di operatori riconosciute, semplificando al contempo le procedure per le variazioni ai predetti programmi per importi fino a 40mila euro, come chiesto dall’Italia. “Finalmente l’Unione europea ha approvato le disposizioni normative, fortemente sostenute dal nostro Paese, che consentiranno la prosecuzione dei programmi di attività per le organizzazioni di produttori, come previsto dalla nuova Ocm unica. In questo modo continueremo il percorso intrapreso – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina – favorendo così la semplificazione normativa per un settore strategico per l’agroalimentare italiano come quello del comparto olivicolo-oleario”. Dal 1° aprile 2015, perciò, le organizzazioni di operatori potranno beneficiare di un nuovo ciclo triennale di finanziamenti comunitari per un importo complessivo di circa 108 milioni di euro, pari a quasi 36 milioni di euro annuali.

venerdì 16 maggio 2014

PARTE LA SETTIMANA NAZIONALE DELLA BONIFICA E DELL’IRRIGAZIONE

Fonte: Anbi - Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni

 “La Terra chiede Aria, l’Acqua cerca Spazio”: è questo lo slogan con cui, da Sabato 17 a Domenica 25 Maggio, l’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) promuove, in tutta Italia, centinaia di eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema di grande e non di rado tragica attualità, quale la salvaguardia idrogeologica. Il tema della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione 2014 punta a sottolineare la necessità di “rispettare” gli elementi primari, non “soffocandoli” entro limiti innaturali, frutto perlopiù dell’imprevidenza umana. Caratteristica del “cartellone” di appuntamenti è la ricerca di iniziativa informali aldilà dell’ufficialità di alcuni eventi; ne sono soggetti privilegiati i giovani, per i quali sono stati organizzati numerosi concorsi scolastici. Protagonisti della Settimana saranno, ancora una volta, le “cattedrali dell’acqua”, vale a dire gli impianti idraulici che, da Nord a Sud, concorrono a rendere sicuro dalle acque un territorio in gran parte soggiacente al livello del mare; nel corso dei due due week-end saranno aperti al pubblico. Tra gli eventi di questo primo fine settimana vanno segnalate le inaugurazioni dell’impianto idrovoro Il Conte a Sala Bolognese (presente il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti), della stazione ornitologica ZPS SIC Manzolino Tivoli (interessati i comuni di Castelfranco Emilia, Sant’Agata Bolognese e San Giovanni in Persiceto), del ponte sul cavo Fiuma a Boretto Po. Per il resto, a farla da padrone, saranno manifestazioni popolari come l’ 8° biciclettata Straburana tra Mantova, Bologna, Modena e Ferrara; la camminata con racchette lungo la roggia Calcinata Maggiore a Calcinato, nel bresciano; la Camminata dei sapori…sotto le stelle a Bassano del Grappa e la 41° Marcia del Cuco a Nove, nel vicentino; il compleanno dell’Oasi Celestina a Campagnola Emilia. Saranno, infine, numerosi gli impianti idraulici che i Consorzi di bonifica apriranno con visite guidate al pubblico.

RICERCA CENSIS-CIA, MARTINA: AGROALIMENTARE SI CONFERMA STRATEGICO, CON ‘CAMPOLIBERO’ MISURE ANCHE PER GIOVANI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“I risultati del rapporto Censis-Cia Confederazione italiana agricoltori ci danno un’ulteriore conferma del ruolo strategico del mondo agricolo e agroalimentare. Se per anni il settore è stato visto come marginale rispetto ad altri, oggi questo pregiudizio è finalmente tramontato, come dimostra il fatto che la stragrande maggioranza degli italiani lo considera un asset decisivo per il rilancio di tutto il Paese, in grado non solo di resistere alla crisi ma anche di creare opportunità lavorative soprattutto per i giovani”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, commenta i dati emersi dalla presentazione della ricerca del Censis realizzata per la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), dal titolo ‘Un futuro per l’Italia: perché ripartire dall’agricoltura’, illustrata oggi a Roma dal Presidente della Cia, Dino Scanavino, e dal Direttore del Censis, Giuseppe Roma. “Ecco perché dobbiamo puntare sempre di più sul nostro agroalimentare che vanta già numeri di tutto rispetto, visto che nel suo complesso vale circa il 17% del Pil nazionale, e che può offrire ancora molto se riusciamo a sviluppare ulteriormente il grande potenziale che ha. Stiamo costruendo – ha aggiunto Martina - un progetto complessivo per creare un percorso nuovo per il settore da qui ai prossimi anni. In questa prospettiva rientra anche il decreto ‘Campolibero’, che presenteremo a breve in Consiglio dei Ministri, dove abbiamo previsto misure attese dal settore, mirate a dare maggiore competitività alle nostre aziende, semplificare il carico burocratico che pesa sugli imprenditori, sostenere i giovani che fanno il loro ingresso nel settore, favorendo così anche il ricambio generazionale che è prioritario”. “Le sfide che ci troviamo ad affrontare, dall’attuazione a livello nazionale della nuova Politica agricola comune al semestre Ue di Presidenza italiana ed Expo 2015, sono delle grandi opportunità per portare avanti le nostre battaglie, come quella relativa all’etichettatura, valorizzando e promuovendo ancora di più il nostro patrimonio agroalimentare. Se ci giochiamo bene le nostre carte, mantenendo i piedi per terra ma con la testa nel mondo – ha concluso il Ministro - possiamo crescere ancora, anche in termini di export”.

FRANA A BONDENO: INIZIANO I LAVORI DELLA BONIFICA BURANA AL CANALE COLLETTORE

Fonte: Consorzio della Bonifica Burana  

Presto ripristinato il Canale Collettore di Burana collassato a causa della piovosità degli ultimi mesi

 Iniziano i lavori al Canale Collettore di Burana dopo l’eccezionale piovosità dei primi mesi del 2014 che ha determinato il franamento della strada Comunale per Burana nel Comune di Bondeno (Fe) e il conseguente collasso di un tratto di oltre 80 metri della sponda destra del Canale che corre a lato della strada. I lavori, a cura del Consorzio della Bonifica Burana, in collaborazione con il Comune di Bondeno, sono resi tanto più necessari per il fatto che il canale oggetto di intervento è il vettore idrico principale di un territorio di oltre 54.000 ettari. “In considerazione dell’importanza del Canale Collettore di Burana sia per lo scolo in autunno/inverno che per l’irrigazione nel periodo estivo e le ripercussioni sulla strada per Burana, oggetto di completa chiusura al traffico, con notevoli contraccolpi sul traffico viario della zona, si è avviato l’iter di somma urgenza che ci ha permesso di iniziare i lavori con la massima tempestività possibile - afferma il Direttore Generale dell’Ente, l’Ing. Cinalberto Bertozzi. Il quale aggiunge: la nostra rete di canali, a partire dal sisma di maggio 2012, alla Rotta di Secchia di inizio anno, passando per le ondate di piovosità degli ultimi anni, sono stati oggetto di uno stress eccezionale. Per questo il fattore tempo, negli interventi di ripristino, è diventato di primaria importanza.” Il Consorzio di Burana provvederà dunque alla rimozione del materiale franato, all’infissione di palancole e alla posa di terreno e pietrame per la ricostruzione della sponda. In questo modo il Canale Collettore di Burana potrà tornare al diametro di sezione originario, senza restringimenti, per affrontare la stagione irrigua estiva a pieno regime e nel pieno della propria efficienza idraulica. Il Presidente Francesco Vincenzi aggiunge: “ringrazio tutti gli Enti territoriali preposti che hanno collaborato in piena sinergia affinché si procedesse ai lavori con la massima urgenza - Provincia di Ferrara, Regione Emilia-Romagna e Servizio Tecnico Bacino Po di Volano e della Costa - e, in particolare, il Comune di Bondeno per la fattiva collaborazione. Troppi fattori, tra cui ultimi in ordine di tempo, ma non certo per gravità, la grandinata e la tromba d’aria che si sono abbattute a fine aprile scorso, hanno avuto conseguenze devastanti sulle eccellenze agricole del nostro territorio. Dobbiamo usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per fornire al mondo agricolo un servizio irriguo efficiente.”

COLDIRETTI, SODDISFAZIONE PER CESSIONE DA BANKITALIA DI BONIFICHE FERRARESI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Per Gulinelli “è una buona notizia per il territorio e per il settore. Ora puntare al rilancio nel segno delle filiere agricole. Soddisfazione per il ruolo attivo di C.A.I (Consorzi Agrari d’Italia), il cui presidente è il ferrarese Mauro Tonello, presidente di Coldiretti Emilia-Romagna e vice presidente nazionale dell’organizzazione agricola”

Dopo oltre un anno di indiscrezioni e almeno un paio di tentativi andati a vuoto, è arrivata ieri, 15 maggio, la notizia che la Banca d’Italia ha ceduto la quota di oltre il 60% di azioni della S.B.T.F., la società che detiene le proprietà agricole di oltre 5.400 ettari, la gran parte in provincia di Ferrara (il resto è in Toscana, nell’aretino), mantenendo una quota residuale di poco meno del 2%, quale investimento finanziario. Il comunicato stampa di Bankitalia precisa il valore della cessione della quota di controllo alla cordata di imprenditori italiani che hanno costituito un consorzio per rilevare la società agricola più grande d’Europa, una delle poche quotate in Borsa. Al prezzo per azione di 30,50 euro per azione, l’ammontare dell’acquisto si aggira sui 104 milioni di euro, cui seguirà (continua la nota di Via Nazionale) l’OPA obbligatoria sulle altre azioni Bonifiche Ferraresi in circolazione. “E’ una buona notizia per il settore agricolo ed in particolare per il territorio ferrarese – commenta il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – dato che si può aprire una fase nuova non solo per questa importante azienda, che proprio a Ferrara, tra i possedimenti di Jolanda e Mirabello ha la maggiore superficie, ma per tutto il comparto agricolo, che può dimostrare la propria vitalità e capacità di innovazione, con nuovi investimenti funzionali all’affermazione delle filiere agricole italiane. Siamo soddisfatti anche per il ruolo che ha voluto e saputo giocare C.A.I., l’associazione dei Consorzi Agrari italiani, alla cui presidenza è il ferrarese Mauro Tonello, per molti anni presidente di Coldiretti Ferrara ed attualmente presidente di Coldiretti Emilia-Romagna e vice presidente nazionale della nostra organizzazione”. Gulinelli rileva la “qualità” degli investitori istituzionali e degli imprenditori che hanno dato vita al consorzio, con nomi di primo piano dell’economia italiana (dalla CARIPLO, a Dompè, a PER, ad Aurelia, a Fondazione C.R. Lucca, a Autosped, Agritrans, Inalca, Randi Federspiel, ed appunto C.A.I.) ed auspica che gli obiettivi d’impresa annunciati dai nuovi proprietari possano rafforzare le filiere agricole e dare segnali positivi per l’agricoltura ferrarese ed italiana, giocando un ruolo di primo piano nei mercati nazionali ed internazionali, sempre più attenti all’autentico made in Italy.

RICERCA: SIGLATO ACCORDO TRA CONFAGRICOLTURA E CNR

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura e CNR hanno siglato un importante accordo, con l’obiettivo di creare un maggiore e più proficuo collegamento tra le imprese agricole ed i vari soggetti del sistema nazionale impegnati nella ricerca, nello sviluppo e nell’innovazione, in particolare in vista di EXPO 2015. “Con questo accordo – afferma il presidente del CNR Luigi Nicolais – prosegue l’impegno del CNR nel valorizzare e sostenere la filiera agro-alimentare, che è tra le più importanti e interessanti per il rilancio dell’economia italiana e la valorizzazione del territorio. L’attenzione internazionale per i prodotti alimentari italiani, il rinnovato interesse dei giovani verso l’agricoltura, cui sommare le enormi potenzialità di innovazione espresse dal settore – dalle colture alle produzioni al ciclo di vita e tracciabilità dei prodotti – sollecitano nuove sfide scientifiche e tecnologiche. Come CNR siamo pronti a raccoglierle e vincerle. A Expo 2015 presenteremo un grande atlante di opportunità, tecnologie e progetti a disposizione del settore. Tra queste sicuramente anche i primi risultati di questa intesa”. “La firma di questo accordo quadro alla vigilia di Expo 2015 – spiega Mario Guidi, presidente di Confagricoltura – è fondamentale per le nostre imprese. Insieme al CNR, attraverso nuovi progetti di ricerca e sviluppo, avremo un impatto diretto sulla competitività del tessuto imprenditoriale agricolo, valorizzando ed innovando il nostro patrimonio agriculturale. E’ fondamentale in questo momento accompagnare le nostre imprese nel processo di crescita, permettendo al settore di riacquisire un ruolo centrale nello sviluppo economico nazionale”. L’accordo tra Confagricoltura e CNR prevede anche l’istituzione di un Comitato d’indirizzo e la cooperazione per la realizzazione di un portafoglio di programmi di ricerca, formazione ed altre iniziative comuni per l’agroalimentare, l’agricoltura, la tutela del territorio anche idrogeologica, l’alimentazione e la sanità, il benessere animale. I programmi e le iniziative riguarderanno principalmente la promozione e il coordinamento di progetti di ricerca su base nazionale e internazionale; la valorizzazione e divulgazione di conoscenze tecnico-scientifiche; la realizzazione di infrastrutture di ricerca; l’organizzazione di comuni momenti di approfondimento e comunicazione pubblica, in preparazione e nel corso di EXPO 2015.

FERRARA VINCE 5 SU 7 PREMI AL CONCORSO REGIONALE PER LE SCUOLE “ACQUA E TERRITORIO”

Fonte: Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara

Piazza Cavalli a Piacenza è stata invasa dall’acqua: ma non si è trattato dell’ennesima calamità naturale, anzi. A invadere pacificamente il cuore del centro storico sono stati oltre 400 ragazzi provenienti da tutta la Regione Emilia Romagna e riuniti a Piacenza da Urber, l’Unione delle Bonifiche Emiliano-Romagnole, per la premiazione delle classi elementari e medie vincitrici del concorso “Acqua e Territorio 2014”. Un concorso, che ha coinvolto più 3.000 bambini e ragazzi in tutta l’Emilia Romagna e che nell’edizione 2013-2014 ha proposto un tema in chiave Expo 2015: “Acqua da mangiare. Come racconteresti ad un visitatore straniero la stretta relazione tra l’acqua e il cibo prodotto dal tuo territorio rispetto all’ambiente?”. L’acqua dunque non solo come elemento fondamentale per il ciclo della vita dell’uomo ma anche come condizione necessaria ed essenziale per l’intera produzione agro-alimentare: perfettamente in linea, quindi, con il tema portante dell’Esposizione di Milano, “Nutrire il Pianeta”. Le scuole ferraresi hanno trionfato: Migliore Progetto Multimediale 2.0 è andato alla classe 1M della scuola secondaria F.De Pisis di Porotto (Ferrara); Migliore Slogan è andato alla classe 3A scuola secondaria T.Tasso (Ferrara); Migliore Logo classi 4A e 4C scuola primaria statale Codazzi Gardenghi (Lugo); Miglior Video scuole primarie è andato alla classe 4B della scuola primaria A.Franceschini di Porotto (Ferrara); Miglior fotografia singoli alunni scuola primarie a Giada Farina della scuola primaria statale A.Ginnasi di Castel Bolognese (Ravenna); Miglior Fotografia singoli alunni scuole secondarie a Sara Montanari scuola secondaria F.De Pisis di Porotto (Ferrara); Miglior video scuole secondarie è andato alla Classe 3M scuola secondaria F.De Pisis di Porotto (Ferrara). Grande soddisfazione di Franco Dalle Vacche, presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, che sottolinea l’importanza di far conoscere le attività del consorzio che quotidianamente lavora per la sicurezza, salvaguardia, sviluppo del territorio e valorizzazione dell’ambiente; il territorio della provincia di Ferrara, 256.000 ha, è molto vasto e comprende 4.153 km di canali, 170 impianti idrovori, e queste iniziative sono fondamentali per aumentare la conoscenza e la consapevolezza nei giovani della realtà in cui vivono. Massimiliano Pederzoli, presidente Urber, nel premiare i vincitori del concorso ha ricordato che “Il ruolo attivo dei Consorzi di Bonifica e il loro operato a salvaguardia del territorio passa anche attraverso un’educazione coinvolgente. Da qualche anno infatti Urber sensibilizza i giovani sulle fondamentali tematiche della lotta al dissesto idrogeologico, della sicurezza idraulica e dell’importanza delle acque come bene prezioso ma esauribile, a sostegno dei prodotti migliori del Made in Italy”. Paola Gazzolo, assessore Sicurezza e territoriale, difesa del suolo e della costa, Protezione Civile della Regione Emilia Romagna, presente come partner patrocinatore alle premiazioni di “Acqua e territorio 2014”, ha sottolineato inoltre quanto “La nostra sia una Regione fragile dal punto di vista idrogeologico. La nostra strategia di intervento e prevenzione, che ci vede accanto ai Consorzi di bonifica, partner sinergici nella tutela del territorio che oltre ad irrigare con una delle reti più organizzate del Paese si sono dimostrati davvero insostituibili nel fronteggiare l'emergenza, passa anche attraverso il fare informazione, formazione e cultura...”. Fausto Zermani, presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza, l’ente ospitante di casa di “Acqua e territorio 2014” ha ringraziato gli oltre 400 piccoli vincitori del concorso ricordando che “Lavorare con voi è entusiasmante… Sono felice d’aver contribuito a costruire una cultura del territorio più diffusa che considero una sorta di passaggio di testimone di una tradizione fatta di opere idrauliche che abbiamo ereditato e che oggi dobbiamo contribuire a mantenere funzionante…”. In piazza Cavalli i 400 vincitori del concorso hanno potuto partecipare ai laboratori di Bonifica Lab: “Il mondo in una goccia d’acqua”. Utilizzo del microscopio ala ricerca di zoo e fito cellule; “Come cambiare la chimica dell’acqua”. Alla ricerca delle sostanze chimiche mediante l’uso del kit; “Cosa mangio?”. Proprietà fisiche dell’acqua nel cibo; “L’apenatura”. Il bio-indicatore della qualità ambientale; e “Quando manca tutto, qualcuno c’è…”. Come comunicare una situazione di emergenza con radio amatori e i Consorzi di Bonifica. Dopo una simpatica merenda con gli Street-food di Campagna Amica la giornata dei 400 ragazzi di “Acqua e territorio 2014” è proseguita nel pomeriggio con la visita agli impianti del Consorzio di bonifica di Piacenza della Diga del Molato, Alta Val Tidone, Nibbiano e all’Impianto idrovoro della Finarda a Piacenza. Nel corso della manifestazione è stato inoltre assegnato il premio regionale al miglior Reporter dell’Ambiente 2014 che è andato alla Redazione del Tg Regionale della Rai e ritirato a nome del Caporedattore Luca Gianferrari dal giornalista Antonio Boschi in segno di “riconoscenza per il senso di responsabilità mostrato dai cronisti durante le emergenze territoriali”.

RAPPORTO AGROSSERVA, AGRINSIEME: MIGLIORARE IL RAPPORTO TRA BANCHE ED IMPRESE

Fonte: Agrinsieme  

Per il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative non vanno sottovalutati i segnali di stretta creditizia in agricoltura, perché, per la prima volta, c’è un’inversione di tendenza

 “Inizia a farsi sentire un fenomeno di stretta creditizia che sta interessando solo di recente il settore agricolo e per di più in maniera marginale (-0,3%). Il segnale non va sottovalutato, perché, per la prima volta, c’è un’inversione di tendenza”. Lo ha sottolineato il coordinatore di Agrinsieme, Mario Guidi, intervenendo alla presentazione del nuovo rapporto di “Agrosserva”, l'Osservatorio di Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell'agroalimentare italiano. Il rappresentante del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative italiane ha posto in evidenza come la percentuale di imprese che chiedono ed ottengono un credito bancario è superiore (18-22%) nei settori vitivinicolo, zootecnia da carne e colture arboree (tranne gli olivi), guarda caso proprio i comparti che mostrano un indice di fiducia positivo. “C’è un’agricoltura imprenditoriale – ad avviso di Agrinsieme - che ha una visione improntata alla crescita, alla visione del mercato e che crede in un miglioramento strutturale del tessuto produttivo ed un’altra che invece appare remissiva e quasi disimpegnata. Dobbiamo recuperare terreno, migliorando gli attuali strumenti del credito”. “I Consorzi fidi sono soggetti della garanzia privata che possono svolgere un ruolo strategico nell'accesso al credito delle imprese agricole, come garanti degli agricoltori e quali conoscitori qualificati delle imprese agricole, dalla composizione del valore della produzione, alle definizione del merito creditizio”. Agrinsieme ha quindi indicato le proposte per ottimizzare il rapporto tra banche ed imprese: migliorare l’assistenza al credito delle imprese agricole e dove le banche non possono arrivare lo possono fare i corpi intermedi; creare uno strumento ad hoc per valutare meglio il rating delle aziende che operano in agricoltura comprendendone le differenze e le peculiarità; prevedere un sistema più semplice e snello di accesso alle garanzie pubbliche; incentivare l’adozione di strumenti finanziari alternativi al credito tradizionale, valutando la loro programmazione nei PSR.

giovedì 15 maggio 2014

MOZZARELLA DI BUFALA, CONFAGRICOLTURA: TRACCIABILITA’ OBBLIGATORIA E DOPPIO STABILIMENTO NON POSSONO ESSERE RIMESSI IN DISCUSSIONE. UNICA ARMA CONTRO LE FRODI

Fonte: Confagricoltura

Preoccupano fortemente Confagricoltura le ipotesi che stanno circolando in questi giorni di una modifica della normativa in vigore in materia di separazione degli stabilimenti di produzione della Mozzarella di bufala (quelli che usano solamente latte bufalino dell’areale Dop tracciato da quelli che utilizzano latte di bufala proveniente da aree non Dop e di altra specie animale), che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1 luglio. E altrettanto non condivisibili sono le ipotesi di applicazione del sistema di tracciabilità. Confagricoltura, per la mozzarella di bufala, chiede da anni la tracciabilità obbligatoria della materia prima di tutta la filiera - sul modello di quanto previsto dalla Regione Campania - e l’immediata attuazione della norma sul doppio stabilimento. “Queste sono le uniche armi che abbiamo per prevenire fatti come quelli avvenuti nel caseificio di Sparanise - dice Ernesto Buondonno, presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Allevamenti Bufalini di Confagricoltura - . E ora che la normativa stava per entrare finalmente in vigore si rischia di rimettere tutto in discussione.”. “Abbiamo necessità – conclude il presidente della Federazione Nazionale di Prodotto allevamenti bufalini di Confagricoltura – che il sistema della tracciabilità obbligatoria e del doppio stabilimento, da noi proposto con forza, venga adottato urgentemente e senza ulteriori proroghe”.

CONFAGRICOLTURA ADERISCE AL “CLUSTER” DELLA CHIMICA VERDE PER LO SVILUPPO DELLA BIOINDUSTRIA ITALIANA

Fonte: Confagricoltura

Nel ‘Cluster’ tecnologico nazionale della chimica verde c’è anche Confagricoltura. L’iniziativa è stata presentata oggi a Milano ed è promossa dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per identificare le realtà - aggregazioni organizzate di imprese, Università, Istituzioni pubbliche e private di ricerca e soggetti attivi nel campo dell'innovazione - in grado di promuovere una crescita economica sostenibile, in linea con le priorità dettate dal Programma Quadro per la Ricerca Europea Horizon 2020. Il Cluster, fondato da Biochemtex, Novamont, Versalis e da Federchimica, e che opera lungo tutta la filiera, dall’agricoltura alla ricerca a favore della chimica da fonti rinnovabili e biotecnologie industriali, alla realizzazione di materiali e bioprodotti, all’industria di trasformazione e infine alla fase di smaltimento, è – sottolinea Confagricoltura - uno strumento molto importante per promuovere la bioeconomia ed in particolare la chimica da biomasse facendo leva sulla ricerca. “La chimica verde - spiega Confagricoltura - rappresenta infatti per il settore agricolo un'opportunità di diversificazione della propria attività e di valorizzazione di biomasse residuali e colture a basso input energetico, chimico ed idrico, da cui è possibile ricavare diversi prodotti utilizzando integralmente la coltura, con evidenti vantaggi ambientali ed economici e soprattutto valorizzando terreni marginali o abbandonati che contano in Italia circa un milione e mezzo di ettari”. E’ fondamentale la collaborazione tra imprese ed enti di ricerca anche al fine di sensibilizzare le Istituzioni, affinché siano previste adeguate politiche di sostegno a questo settore innovativo. “Occorre infatti lavorare – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - per avere specifici strumenti normativi a sostegno della produzione e commercializzazione delle biomasse a minor valore economico, tali da favorire l'aggregazione dell'offerta. In questa direzione la prossima programmazione 2014-2020 può fornire un valido supporto, anche attraverso le misure previste nei piani di sviluppo rurale”.

DA EUROPECH LE PRIME INDICAZIONI SULLE PESCHE E NETTARINE 2014

Fonte: Cso - Centro Servizi Ortofrutticoli

Le prime stime sulla produzione europea 2014 di pesche e nettarine (comprese le percoche) emerse ad Europech indicano un’offerta di circa 3.850.000 tonnellate. Rispetto allo scorso anno quando la produzione si era posizionata notevolmente al di sotto della media, si registra una crescita del 14%. Rispetto al dato medio produttivo del periodo 2009/2012 l’incremento si contiene sul 4%. L’offerta di pesche da consumo fresco dovrebbe attestarsi su 1.509.000 tonnellate, +12% sul 2013 e +7% sul periodo 2009/2012. Le nettarine, con circa 1.564.000 tonnellate segnano un 10% in più sull’anno precedente e +6% rispetto alla media 2009/2012. L’incremento maggiore è registrato in Grecia, dettato in gran parte dalle deficitarie produzioni 2013. In Francia la produzione del complesso della specie dovrebbe attestarsi sulle 265.000 tonnellate, il 15% in più rispetto allo scorso anno, rimanendo comunque largamente al di sotto del periodo 2009/2012. In Spagna la produzione prevista di 1.342.000 tonnellate segna un +13% rispetto al 2013, posizionandosi sul livello più elevato delle ultime annate. In questo caso l’aumento dell’offerta interessa tutti i diversi bacini produttivi. In Italia la produzione di pesche e nettarine con circa 1.505.000 tonnellate sembra attestarsi su livelli simili all’anno precedente. I dati italiani sono stati presentati da Elisa Macchi, Direttore di CSO: “Le cifre emerse dal convegno – dichiara la Macchi - sono una prima indicazione sulla produzione 2014; ad inizio giugno sarà effettuato un aggiornamento e solo allora potremo avere informazioni più precise. In ogni caso è attesa una buona qualità delle produzioni , grazie alle condizioni climatiche rientrate nella normalità, potremo contare su un calendario commerciale più lungo del 2013”.