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venerdì 30 gennaio 2015

ALLARME VESPA CINESE, CONFAGRICOLTURA BOLOGNA CHIEDE UNA DEROGA PER I PRODUTTORI DI CASTAGNE BIO DELL’APPENNINO CHE CONSENTA DI EFFETTUARE TRATTAMENTI CON PRODOTTI FITOSANITARI: “IL PIANO DI CONTROLLO BIOLOGICO AVVIATO DALLA REGIONE NON È SUFFICIENTE”

Fonte: Confagricoltura Bologna

E’ allarme vespa cinese: un serio rischio per la castanicoltura bio dell’Appennino bolognese. A tutela dei produttori e dell’intero comparto, scende in campo anche Confagricoltura Bologna. “Il piano di controllo biologico della vespa cinese o Dryocosmus kuriphylus, avviato dalla Regione, non ha portato ai risultati sperati. Chiediamo pertanto una deroga che consenta ai produttori di castagne bio di effettuare trattamenti con prodotti fitosanitari durante il mese di maggio, periodo in cui si registra il picco massimo di casi”. E’ questo l’appello lanciato da Confagricoltura Bologna alla vigilia del convegno “Cavar le castagne dal fuoco: problemi e prospettive per la castanicoltura” - in programma domani 31 gennaio a Vergato – nel quale verrà affrontata la grave fitopatia della vespa cinese alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli e del presidente dell’Unione Appennino Bolognese, Romano Franchi.

ZUCCHERO, MIPAAF: FIRMATO ACCORDO INTERPROFESSIONALE TRA ERIDANIA SADAM SPA E CONFEDERAZIONE BIETICOLTORI PER LO ZUCCHERIFICIO DI SAN QUIRICO CAMPAGNA 2015/2016

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che Eridania Sadam SpA e la Confederazione Generale Bieticoltori Italiani hanno sottoscritto ieri, presso la sede del Mipaaf, l’accordo interprofessionale per l'effettuazione della prossima campagna 2015 per lo zuccherificio di San Quirico (PR). La sottoscrizione dell’intesa, presupposto per il regolare svolgimento della campagna bieticolo saccarifera 2015, consentirà di salvaguardare l’attività produttiva del bacino bieticolo, che interessa oltre 1.200 bieticoltori di tutte le associazioni bieticole delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova, Cremona e Lodi su una superficie di circa 10mila ettari, e i lavoratori dello stabilimento industriale. “Lavoriamo per tutelare gli agricoltori coinvolti nella filiera bieticolo saccarifera – ha commentato il Ministro Martina – e per impostare una strategia nazionale ed europea in vista della fine del regime delle quote zucchero prevista per il 2017. L’accordo sottoscritto va in questa direzione e consente di proseguire con l’attività produttiva della zona, salvaguardando anche il livello occupazionale. Il settore saccarifero ha bisogno di un’azione decisa di rilancio che non può essere solo nazionale. Proprio per questo, nell’ultimo Consiglio europeo a Bruxelles, abbiamo proposto un dibattito urgente di alto livello sul comparto. Bene che la Commissione Ue abbia accettato le nostre indicazioni, perché servono strumenti in grado di aumentare il tasso di competitività della filiera”.

TUTTI A SCUOLA DI BONIFICA DAL BURANA

Fonte: Ufficio Comunicazione Consorzio della Bonifica Burana  

Per le classi e i singoli alunni che vogliono aggiudicarsi gli importanti premi del concorso Urber è ora di mettersi al lavoro: il 16 marzo 2015 scade la nuova edizione del concorso dedicato alla bonifica e rivolto alle scuole dell’Emilia-Romagna. E il tema dell’edizione di quest’anno, il dissesto idrogeologico, è più che mai vicino agli studenti del comprensorio del Burana.

È stato posticipato di un mese rispetto agli anni scorsi il termine per la consegna degli elaborati del concorso URBER - Unione Regionale delle bonifiche Emilia Romagna - ed i Consorzi di bonifica associati dedicato alle scuole elementari e medie emiliano-romagnole. Il titolo della 7^ edizione è: "Viviamo d'acqua, viviamo con l'acqua ma non sott'acqua - Il dissesto idrogeologico (frane e alluvione) minacciano il tuo comune? Testimonia con fotografie e video l'elevato rischio per la tua comunità". 16 marzo 2015 è la data ultima per far pervenire i propri elaborati al Consorzio della Bonifica Burana in Corso Vittorio Emanuele II, 107 a Modena, o presso una delle sedi periferiche (Bondeno, Mirandola, San Giovanni in Persiceto). Il Concorso, già patrocinato nelle precedenti edizioni dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Ufficio Scolastico Regionale, prevede due selezioni: la prima per comprensorio a cura del Consorzio della Bonifica Burana e la seconda a scala regionale a cura di URBER. I premi di quest’anno sono: migliore Progetto Multimediale 2.0 (scelto tra scuole elementari e medie) premio € 500,00; migliore Slogan e Logo (scuole elementari) premio € 400,00; migliore Slogan e Logo (scuole medie) premio € 400,00; migliore video (scelto tra le scuole elementari) premio € 400,00; migliore video (scuole medie) premio € 400,00. La Commissione Regionale del Concorso attribuirà inoltre il seguente premio ai singoli alunni: migliore fotografia - scelto tra le scuole elementari - premio 1 tablet; migliore fotografia - scelto tra le scuole medie - premio 1 tablet. Nell’intento di valorizzare e dare maggiore visibilità ai lavori dei ragazzi i vincitori saranno premiati durante la “Settimana della bonifica 2015” che si svolgerà nel mese di maggio: alle classi vincitrici sarà messo a disposizione un mezzo di trasporto per raggiungere la sede di premiazione. “Abbiamo recentemente ospitato un gruppo di agronomi provenienti dal continente africano studenti del Master of Science in natural resources management for tropical rural development dell’Istituto agronomico per l’oltremare di Firenze che sono venuti a studiare il sistema Pilastresi – racconta il Presidente del Burana Francesco Vincenzi. “Facciamo formazione a 360°, cambiando registro a seconda dell’interlocutore cui ci rivolgiamo. I compiti della bonifica si sono evoluti e sono diventati di anno in anno più articolati, parallelamente ad una crescente complessità del territorio da gestire. L’alternanza di siccità e precipitazioni intense, la percentuale di suolo occupata da terreno urbano, l’esigenza di conciliare pressione antropica, esigenze del mondo agricolo, industriale, una rete di infrastrutture e mobilità in rapida evoluzione: l’equilibrio che riusciamo a garantire nell’assetto di bonifica è frutto di un grandissimo sforzo. Sta a noi spiegare questo lavoro ai bambini e ragazzi, affinché si capisca che la bonifica non è solo quella fatta dai nostri padri e nonni nel secolo scorso, ma si tratta di un operato che necessita di continua manutenzione e aggiornamento.” Il Direttore del Burana, l’Ing. Cinalberto Bertozzi chiude: ”i ragazzi che vivono nel nostro comprensorio hanno purtroppo toccato con mano la forza della natura quando mette in discussione un assetto che sembra consolidato e trasforma l’acqua da risorsa a minaccia, entrando nelle loro case, scuole, nelle fabbriche e devastando tutto. Il concorso Urber è uno dei veicoli informativi per la sensibilizzazione delle fasce giovani della popolazione che sta prendendo sempre più piede – l’anno scorso hanno partecipato oltre 4.000 studenti - accanto alle decine di ore di lezione che teniamo ogni anno nelle scuole di ogni ordine e grado. Il contributo che ha dato il nostro Ente ad un evento catastrofico come la rotta di Secchia di un anno fa (un evento non dipendente dal nostro operato, la rotta di un corso d’acqua naturale come il fiume Secchia che ha avuto conseguenze importanti anche sul reticolo dei canali artificiali in gestione invece alla bonifica) diventa occasione per parlare alle nuove generazioni dell’importanza della prevenzione usando il loro linguaggio: quello multimediale e del web.”

giovedì 29 gennaio 2015

CIA FERRARA: EXPORT, AGGREGAZIONE E BIOLOGICO: I PROGETTI ANTI-CRISI PER LA FRUTTICOLTURA

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

Cia Ferrara e Apofruit hanno fatto il punto sulla situazione del settore e sulle azioni necessarie per uscire dalla crisi, ormai strutturale, degli ultimi quattro anni

«La fotografia del settore frutticolo ferrarese, in particolare di quello pericolo mostra, negli ultimi quattro anni, una crisi strutturale che penalizza il reddito delle aziende e fa diminuire, con un ritmo centinaia di ettari ogni anno, la superficie coltivata a frutteto». Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara, ha fatto il punto sulla situazione del settore nel corso del convegno “Progetti anti-crisi per la frutticoltura ferrarese”, organizzato con Apofruit e Riff 98. «I nostri prodotti, in particolare le pere – continua Calderoni – stanno perdendo quote di mercato, occupate dai prodotti belgi e olandesi. E’ vero che tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 le vendite di pere sono aumentate del 30% ma il valore totale delle vendite, a causa dei prezzi pagati alla produzione, è diminuito, tanto che le aziende copriranno a fatica i costi di produzione. Una situazione strutturale iniziata nel 2011 e causata anche dalla difficoltà di aggregazione dei produttori, che finisce per penalizzare prodotti di eccellenza, come la pera Abate, sui mercati e nei consumi. Cia Ferrara, - ha detto il presidente – con Agrinsieme e in collaborazione con Organizzazioni di Produttori e Cooperative, sta cercando una soluzione a questa crisi, attraverso una serie di proposte concrete. Tra queste ci sono sicuramente: la tempestività nell’aggredire i mercati, anche quelli più lontani come la Cina e l’India; la ricerca di nuove varietà più resistenti e produttive; la creazione di piattaforme commerciali dedicate; lo sviluppo delle produzioni biologiche; il percorso di aggregazione delle aziende agricole e, non ultima, la necessità di trasformare il prodotto pera in un vero e proprio brand, con un forte valore aggiunto in termini di immagine». Soluzioni e proposte ampiamente condivise da Ilenio Bastoni, direttore generale Apofruit che, dopo aver spiegato le peculiarità e i progetti della Cooperativa - che associa oltre 3.600 aziende (quasi 2000 in Emilia-Romagna) – ha ribadito l’importanza di export, biologico e innovazione varietale. «La nostra cooperativa – ha spiegato Bastoni – punta fortemente alla valorizzazione del prodotto che deve essere competitivo e appetibile per i mercati esteri. Uno dei nostri obiettivi è quello di portare la pera e l’ortofrutta italiana anche in Cina dove, attualmente, può esportare solo il Belgio. Sono dunque Stati Uniti ed Asia, in particolare, i nuovi mercati da conquistare attraverso prodotti di qualità e promozione di marchi che risultino adatti alle esigenze di una nuova categoria di consumatori, soprattutto di classe medio-alta. Apofruit – continua il direttore generale – sta investendo in ricerca varietale con la Falstaff, ottenuta in oltre 20 anni di attività di miglioramento genetico sulla Abate Fétel. Un frutto resistente, conservabile per lunghi periodi che appare di grossa dimensione e di un bel colore rosso, apprezzato dai paesi del medio e lontano Oriente. La nostra cooperativa punta moltissimo anche sul biologico, unico comparto che continua a mostrare segni di crescita e sul quale stiamo investendo in termini di commercializzazione e promozione nella GDO. Sono dunque l’aggregazione, l’internazionalizzazione e il rafforzamento della marca – conclude Bastoni - i fattori che possono rendere il lavoro delle imprese agricole remunerativo.»

COLDIRETTI EMILIA - ROMAGNA: AMBIENTE: ISPRA SCAGIONA ALLEVAMENTI DA INQUINAMENTO

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

VIA LIBERA REVISIONE ZONE VULNERABILI A NITRATI

Lo studio completato dall’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) scagiona definitivamente gli alevamenti e accerta finalmente la responsabilità nell’inquinamento delle acque sotterranee di settori diversi e concorrenti dai fanghi di depurazione agli scarichi civili. E’ quanto afferma la Coldiretti Emilia Romagna nel commentare i risultati dello studio dell’Ispra presentati anche al ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina e al ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, sull'applicazione del nuovo modello di analisi isotopico nelle Regioni del Bacino del Po, Emilia Romagna compresa. Fermo restando la necessità di confermare gli obiettivi e gli strumenti di applicazione della direttiva europea in materia di tutela delle acque dall’inquinamento, dallo studio - sottolinea la Coldiretti - emerge un quadro diverso da quello rappresentato storicamente che assegnava alla zootecnia l’unica responsabilità. Dalla ricerca emerge - precisa Coldiretti - che il contributo dell’allevamento non è mai superiore ad un terzo del totale complessivo dell’inquinamento accertato attraverso un piano di monitoraggio diffuso nelle regioni ad alta vocazione come l’Emilia Romagna. “Rispetto alle scelte strategiche di valorizzazione del settore che la nuova riforma della politica agricola comune richiede si tratta, allora, di affrettare l’istruttoria diretta alla revisione del perimetro delle zone vulnerabili a tutela delle migliori produzioni dell’autentico Made in Italy” ha affermato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello. Ciascun settore - sottolinea Tonello - dovrà farsi carico della propria responsabilità ma sarebbe irresponsabile continuare a chiedere soltanto alla zootecnia di addossarsi oneri e vincoli che dipendono da attività diverse”. “L’operazione verità voluta dalla Coldiretti per salvare gli allevamenti e i salumi e i formaggi made in Italy e viene finalmente confortata da risultati scientifici che abbiamo per anni richiesto. Occorre – ha concluso Tonello - dare atto della compattezza del Governo che attraverso i Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente ha posto le condizioni per rimuovere i vincoli ingiusti che hanno fino ad ora colpito la zootecnia italiana”.

CONTRATTI DI RETE NELL’AGROALIMENTARE: 1 SU 7 È IN EMILIA ROMAGNA, IN PRIMIS AZIENDE AGRICOLE DEDITE ALLE COLTIVAZIONI E ALLA PRODUZIONE ANIMALE. DATI E PUNTI DI FORZA ILLUSTRATI OGGI A BOLOGNA

Fonte: Confagricoltura Bologna

Uno su sette è in Emilia Romagna con un trend in costante crescita. Stiamo parlando del contratto di rete nel settore agroalimentare che ha già coinvolto quasi 900 aziende sul territorio nazionale, di cui 533 sono agricole e prevalentemente dedite alle coltivazioni e alla produzione animale. E’ quanto emerso oggi al convegno organizzato da Confagricoltura Bologna su “Le reti d’impresa in agricoltura: uno strumento in più per le nostre aziende”, nel quale sono stati illustrati e approfonditi i numerosi punti di forza del nuovo modello di collaborazione tra imprese che consente, pur mantenendo la propria indipendenza, autonomia e specialità, di realizzare progetti ed obiettivi condivisi nell’ottica di incrementare la capacità innovativa e produttiva e quindi la maggiore competitività sul mercato. Il contratto di rete agricolo, introdotto nel 2014, offrirà alle imprese l’opportunità di mettere in comune i fattori produttivi (terreni, macchinari, strutture, manodopera) per accrescere e migliorare la produzione agricola. “Un’occasione da non perdere e un passo avanti improrogabile per le aziende agricole orientate verso una strategia di marketing più aggressiva soprattutto sui mercati esteri” – ha detto Gianni Tosi, presidente di Confagricoltura Bologna. Dei benefici per le aziende unite in rete ne è certa la responsabile Reti di Impresa di Confagricoltura, Maria Cristina D’Arienzo. E’ lei che sta promuovendo in tutta Italia il nuovo modello di agricoltura: ha incontrato in un anno oltre 2mila imprenditori e formato una squadra di “manager di rete” in grado di accompagnare per mano l’agricoltore fino alla firma del contratto e persino oltre. Perché dunque realizzare una rete di imprese in agricoltura? Anzitutto per aumentare la dimensione aziendale preservando l’autonomia giuridica ed operativa delle imprese che si aggregano; per ampliare la propria offerta di beni e servizi; per accedere a finanziamenti e/o contributi; per partecipare a gare per l’affidamento di contratti pubblici; per assumere congiuntamente il personale dipendente (le assunzioni congiunte sono di fatto entrate in vigore dal 7 gennaio 2015); per accrescere le competenze delle risorse umane investite. Alcuni esempi in Emilia Romagna: chi produce pomodoro da industria è interessato a entrare in rete con altre aziende cerealicole per concretizzare assieme un piano di rotazione colturale improntato a una logica produttiva; le cantine potrebbero invece profittare dell’aggregazione nel marketing, proponendo un marchio comune o assumendo promoter all’estero al fine di acquisire nuovi sbocchi commerciali

STUDIO ISPRA SUI NITRATI, CONFAGRICOLTURA: “IMPATTO DELLA ZOOTECNIA LIMITATO”

Fonte: Confagricoltura

“Finalmente è stato presentato lo studio di Ispra previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 5 maggio 2011, sulla contaminazione dei nitrati delle acque e sulle diverse sorgenti di contaminazione. Dai dati forniti si ricava che l’apporto della zootecnica è sicuramente più limitato rispetto a quanto finora considerato e non è mai significativamente prevalente rispetto alle altre fonti interessate”. Lo ha posto in evidenza il vicepresidente di Confagricoltura Ezio Veggia che ha partecipato al seminario illustrativo. Nel sottolineare l’importanza del lavoro svolto fino ad ora dai ministri dell’Agricoltura Martina e dell’Ambiente Galletti e dalle Regioni, attraverso iniziative concertate e coordinate, il vicepresidente di Confagricoltura ha auspicato che al ‘Tavolo Nitrati” del 10 febbraio si possano definire “le ulteriori azioni necessarie per dare risposte puntuali al settore zootecnico”. Difatti, è sempre più necessario intervenire, ed occorre farlo tempestivamente, se non si vuole continuare ad assistere ad un forte ridimensionamento di un settore che contribuisce alla maggior parte delle produzioni di qualità italiane. Ad avviso di Confagricoltura l’evoluzione della normativa comunitaria sulla tutela delle acque e sulla prevenzione dell’inquinamento atmosferico, a fronte di una legislazione sui nitrati oramai datata, impone un approccio integrato degli interventi che, nel rispetto della tutela dell’ambiente, non ostacoli lo sviluppo della zootecnica italiana e non limiti la sua competitività nel contesto internazionale, con le conseguenti pesanti ripercussioni negative riguardo alla produzione agricola, all’occupazione ed alla tutela del territorio. “In tale contesto – ha posto in evidenza Veggia - occorre procedere ad una rapida pubblicazione del decreto effluenti che definisce una semplificazione degli adempimenti ed una maggiore flessibilità nei periodi di utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e che fornisce un quadro normativo certo sull’utilizzazione agronomica del digestato”. Il digestato insieme agli effluenti zootecnici – ha poi ricordato il rappresentante di Confagricoltura - contribuisce al ripristino della sostanza organica dei suoli e dà la possibilità di diminuire l’utilizzo dei fertilizzanti chimici, fornendo risposte ad alcune criticità evidenziate dallo studio Ispra. Il vicepresidente di Confagricoltura ha infine sollecitato che, “in relazione alla vicina scadenza fissata per le Regioni per la definizione dei nuovi programmi di azione, si proceda, nelle aree in cui i dati dell’Ispra hanno evidenziato un limitato peso della zootecnica alla contaminazione dai nitrati, alla riperimetrazione delle zone vulnerabili”.

NITRATI, MARTINA: BISOGNA INCIDERE SULLE VERE FONTI DI INQUINAMENTO E NON SCARICARE COLPE SOLO SULLA ZOOTECNIA. IL 10 FEBBRAIO RIUNIONE PER NUOVE AZIONI OPERATIVE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministro Maurizio Martina ha partecipato ieri mattina al convegno “La contaminazione da nitrati delle acque: applicazione di un modello isotopico nelle regioni del Bacino del Po, della Pianura Veneta e del Friuli Venezia Giulia” che si è tenuto presso la sede Unicef a Roma. Nel corso del convegno è stato presentato lo studio realizzato da Ispra su incarico del Mipaaf, finalizzato all’individuazione delle diverse fonti di inquinamento da nitrati nelle acque. Lo studio ha evidenziato la prevalenza della fonte di inquinamento da fertilizzanti minerali, rispetto a quella zootecnica, erroneamente considerata sino ad oggi la principale causa della contaminazione da nitrati e la prevalenza delle sorgenti di inquinamento multiple, vale a dire quelle in cui concorrono il settore civile/industriale, i fertilizzanti minerali utilizzati in agricoltura ed il settore zootecnico. La metodologia messa a punto da Ispra e i risultati raggiunti consentono l’apertura di un dibattito scientifico, da portare anche a livello comunitario, in modo da affrontare il problema della direttiva nitrati in maniera da incidere sulle reali fonti di inquinamento delle acque. “Sul tema nitrati – ha spiegato il Ministro Martina – stiamo lavorando con una forte collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e i risultati dello studio dell’Ispra aprono nuove possibilità d’intervento. In questi anni è stato troppo forte il carico di responsabilità addossato all’agricoltura e alla zootecnia rispetto all’inquinamento da nitrati. È ora di riequilibrare. Le analisi dell’Ispra ci aiutano a riconoscere effettivamente meglio le fonti principali da cui partire per gestire la questione sui nitrati e aggiornarla. Sulla contaminazione delle acque, infatti, bisogna comprendere che la zootecnia non può essere l’unico settore sulla quale incide pesantemente una direttiva comunitaria risalente a vent’anni fa. L’esigenza di tutelare risorse come acqua e terra è una priorità, così come dobbiamo salvaguardare la produzione agricola. Abbiamo firmato il decreto sugli effluenti, che si aspettava da molti anni, e che ci rende credibili nel dire che in Italia è avviato un percorso per la riduzione dell’impatto ambientale. Il prossimo 10 febbraio riuniremo il tavolo di lavoro con il Ministro Galletti, le Regioni interessate e le organizzazioni per decidere i prossimi step operativi anche in ambito europeo”.

mercoledì 28 gennaio 2015

PESCA, MIPAAF: MARTINA E CASTIGLIONE INCONTRANO RAPPRESENTANTI DEI CONSORZI MOLLUSCHI. FIRMATO DECRETO SU NUMERO MASSIMO DI IMBARCAZIONI E ACCELERAZIONE PERCORSO PER DEPENALIZZAZIONE CATTURE SOTTOTAGLIA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministro Maurizio Martina e il Sottosegretario Giuseppe Castiglione hanno incontrato oggi, presso il Palazzo dell’Agricoltura a Roma, i rappresentanti dei consorzi di gestione dei molluschi. Nel corso dell’incontro si sono analizzati i temi principali relativi al settore, con particolare attenzione alla fase congiunturale, alle prospettive di sviluppo anche alla luce dell’attuazione della nuova programmazione della Politica comune della Pesca, che fino al 2020, prevede circa un miliardo di euro di investimenti per il comparto. In particolare per quanto riguarda la pesca delle vongole, settore da circa 70 milioni di euro di valore, sono state affrontate le richieste fatte nei giorni scorsi dalle organizzazioni. In merito al decreto sul tetto massimo al numero di imbarcazioni per la pesca dei molluschi bivalvi, il Ministro ha confermato di aver già firmato il provvedimento che è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Successivamente sarà possibile avviare il rinnovo dell’autorizzazione ai consorzi abilitati a gestire la pesca dei molluschi bivalvi previa trasmissione da parte dei consorzi stessi dei dati indispensabili alla valutazione scientifica necessaria. “Con il decreto sul numero massimo di imbarcazioni – ha spiegato il Ministro Martina – avviamo un percorso concreto a favore dei lavoratori di questo settore. Allo stesso tempo siamo impegnati per rivedere una parte della normativa europea e mitigarne alcuni effetti sproporzionati. Mi riferisco in particolare alla necessità di depenalizzare il reato di pesca sottotaglia. C’è già all’esame del senato un emendamento al Collegato agricoltura che trasforma l’illecito da penale a amministrativo e che il Governo ha presentato e sostenuto. Allo stesso tempo siamo impegnati a Bruxelles per rivedere tutto il tema della taglia minima del pescato, in particolare delle vongole. A dicembre – ha proseguito Martina – abbiamo avviato uno studio scientifico mirato a sostenere le nostre richieste e proprio ieri abbiamo chiesto in sede di Consiglio europeo di risolvere quanto prima la questione, sfruttando anche i regolamenti di attuazione della nuova Politica comune della Pesca. Serve un lavoro serio con tutti i soggetti interessati, a partire dalle Regioni, che dovranno imparare a spendere bene e in tempo le risorse a disposizione”. “Proprio ieri a Bruxelles – ha aggiunto il sottosegretario Castiglione – ho parlato con il Commissario Vella con l'impegno di portare l'emergenza vongole sul tavolo dei Ministri europei per trovare una rapida soluzione al problema. Tale soluzione si sta individuando, su iniziativa dell'Italia, all'interno del cosiddetto regolamento Ue Omnibus che è una norma proposta dalla Commissione europea per rendere operativo l'obbligo di sbarco del pescato in porto”.

lunedì 26 gennaio 2015

CONSIGLIO EUROPEO, CASTIGLIONE: PROPOSTE CONCRETE DALL’ITALIA SU QUESTIONI PESCA, ZUCCHERO ED EMBARGO RUSSO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che si è tenuto a Bruxelles il Consiglio dei Ministri europei dell’Agricoltura e della Pesca, a cui ha partecipato il Sottosegretario Giuseppe Castiglione. Diversi i temi al centro della sessione di lavori che, nel corso della mattinata, si sono concentrati sul tema della pesca. Il Sottosegretario ha chiesto “la revisione di alcune regole che creano profondi disagi ai pescatori italiani. Mi riferisco – ha spiegato Castiglione – ad alcune emergenze come, ad esempio, quella relativa alle vongole. Le peculiarità della nostra pesca devono essere difese ed è compito anche dell’Europa dare al comparto risposte certe e rapide”. Nel corso della sessione di lavori dedicata alle misure per fronteggiare la crisi del settore saccarifero l’Italia ha proposto di attivare, nell’immediato, un dibattito ad “alto livello” per trovare soluzioni che possano accompagnare il settore saccarifero in un momento particolarmente delicato. “Il settore – ha spiegato Castiglione – sta attraversando un momento particolarmente complesso e difficile. In particolare, la cessazione del regime delle quote nel 2017 e uno scenario di mercato molto negativo stanno generando forti tensioni. La liberalizzazione delle produzioni avvierà una nuova fase che si presenta con numerose incognite, con forti preoccupazioni tra gli operatori. È assolutamente necessario approfondire e dibattere queste problematiche per trovare possibili soluzioni che possano accompagnare il settore saccarifero in un momento così particolarmente delicato”. Sul tema relativo all’embargo russo è stato proposto, dalla Presidenza Lettone, un questionario. L’Italia ha ribadito come alcune misure che sono state adottate per far fronte alle conseguenze dell’embargo non abbiano fornito una risposta adeguata. “È evidente – ha dichiarato Castiglione – che le misure si sono rivelate parzialmente efficaci e richiedono pertanto di essere corrette. Chiediamo in particolare per l'ortofrutta maggiore flessibilità per un possibile ampliamento dei quantitativi di mele, pere, agrumi e alcuni ortaggi di stagione”.

NITRATI, MIPAAF: 10 FEBBRAIO TAVOLO DI LAVORO CON MINISTERO AMBIENTE, REGIONI E ASSOCIAZIONI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stata convocata per il 10 febbraio, presso la sede del Dicastero in via XX Settembre, una riunione del tavolo di lavoro sulla questione nitrati. Parteciperanno il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, e il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, oltre alle associazioni di categoria, l'Ispra e le Regioni maggiormente interessate dal tema. La riunione è stata convocata per fare il punto sull’avanzamento dei lavori, dopo l’approvazione del decreto sul digestato, per decidere i prossimi step operativi in ambito europeo, alla luce dei risultati dello studio Ispra che sarà presentato il prossimo 28 gennaio.

FOCUS SULLE RETI DI IMPRESA IN AGRICOLTURA ORGANIZZATO DA CONFAGRICOLTURA. CONVEGNO A BOLOGNA GIOVEDÌ 29 GENNAIO

Fonte: Confagricoltura Bologna

E’ una nuova tipologia di accordo tra imprese che permette di preservare l’autonomia imprenditoriale e al contempo accrescere la capacità innovativa e la competitività delle singole realtà. Per saperne di più, Confagricoltura Bologna organizza il convegno “Le reti d’impresa in agricoltura”, giovedì 29 gennaio (ore 11, sala riunioni Apo Conerpo, via Tosarelli 155 a Villanova di Castenaso, Bo) con l’intervento di esperti legali e fiscali, tra cui Nicola Caputo, Roberto Caponi, Antonio Vincenzi, che sono rispettivamente i responsabili dell’area fiscale, sindacale e legale di Confagricoltura e la partecipazione di Maria Cristina D’Arienzo, responsabile Reti di Impresa di Confagricoltura. Introduce i lavori il presidente di Confagricoltura Bologna, Gianni Tosi. Nel corso dell’incontro si farà luce sugli aspetti civilistici, fiscali e lavoristici e sui benefici del nuovo strumento di aggregazione tra imprese: ottimizzazione dei costi gestionali (macchinari, attrezzature e manodopera); semplificazioni introdotte sul piano lavoristico (assunzioni congiunte, distacco e codatorialità) e marketing più aggressivo in grado di offrire prodotti diversificati sul mercato interno ed estero.

ZUCCHERO, CASTIGLIONE: ITALIA CHIEDE ALLA COMMISSIONE DI ATTIVARE DIBATTITO URGENTE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che l’Italia, in sede di Consiglio europeo dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca, propone di attivare, nell’immediato, un dibattito ad “alto livello” per trovare soluzioni che possano accompagnare il settore saccarifero in un momento particolarmente delicato. Il Sottosegretario alle politiche agricole, Giuseppe Castiglione, a Bruxelles per partecipare ai lavori, spiega: “Il settore sta attraversando un momento particolarmente complesso e difficile. In particolare, la cessazione del regime delle quote nel 2017 e uno scenario di mercato molto negativo stanno generando forti tensioni. La liberalizzazione delle produzioni avvierà una nuova fase che si presenta con numerose incognite, con forti preoccupazioni tra gli operatori”. “Come rilevato dalla stessa Commissione ed anche da altre autorevoli Organizzazioni, in primis la FAO – aggiunge Castiglione – i prezzi dello zucchero hanno registrato una diminuzione negli ultimi due anni di quasi il 40%. Il rischio concreto è che si registri un abbandono dell’intero settore in vaste aree dell’Unione tradizionalmente legate alla bieticoltura, senza possibilità di adeguate soluzioni alternative. Castiglione spiega quindi come sia “assolutamente necessario approfondire e dibattere queste problematiche per trovare possibili soluzioni che possano accompagnare il settore saccarifero in un momento così particolarmente delicato. Per questo, chiediamo alla Commissione, di valutare la necessità di attivare, nell’immediato, un dibattito ad ‘alto livello’”.

AMBIENTE: IN EMILIA ROMAGNA AUMENTANO I CAMPI FERTILIZZATI CON LETAME

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

Più natura nei campi dell’Emilia Romagna. È questo il positivo commento di Coldiretti Emilia Romagna dalla decisione dell’assessore regionale all’Ambiente e alla Difesa del Suolo Paola Gazzolo di anticipare dall’8 all’1 febbraio la possibilità di spandere i liquami zootecnici nelle campagne. La decisione – informa Coldiretti – si è resa necessaria in quanto l’anomalo andamento meteorologico di questo inverno e le abbondanti precipitazioni soprattutto prima del periodo natalizio aveva portato al riempimento dei lagoni di stoccaggio. In Emilia Romagna, secondo le elaborazioni di Coldiretti regionale su dati Istat, crescono i terreni fertilizzati con il letame, che ha raggiunto l’11,8 per cento del milione di ettari di superficie agricola utilizzata regionale, mentre calano i concimi azotati (da 1.127.938 quintali del 2012 a 1.025.618 del 2013), i fosfati (da 370.663 a 218.957 quintali) e il potassio (da 199.529 a 131.386). Si tratta – commenta Coldiretti Emilia Romagna – di un sempre maggiore orientamento verso tecniche di coltivazione più sostenibili, in quanto il letame è il principale fertilizzante per le 3.800 aziende che in regione producono biologico. A preoccupare – secondo Coldiretti – è la ridotta disponibilità del letame per effetto della crisi degli allevamenti regionali con la scomparsa negli ultimi dieci anni di 75 mila mucche, 280 mila maiali, 20 mila tra pecore e capre.

sabato 24 gennaio 2015

IMU, AGRINSIEME: BENE CHIAREZZA MA DOVEVA ESSERE FATTO DI PIU'

Fonte: Agrinsieme  

Almeno per il 2014 le aziende agricole delle aree ex svantaggiate dovevano essere esentate

Agrinsieme "prende atto" della decisione di ieri del Governo che, a seguito dell’impegno dei ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dell’Economia Pier Carlo Padoan, ha rivisto i criteri per l’esenzione dall’Imu dei terreni montani, abrogando la classificazione su base altimetrica stabilita dal contestato decreto ministeriale di fine anno. “Siamo lieti che sia stata fatta maggiore chiarezza, resta il fatto però - rimarca Agrinsieme - che aziende agricole, che operano in una vasta area del Paese, continuano ad essere caricate di un onere fiscale che non si possono permettere. Inoltre, rileviamo che parte delle risorse per la copertura finanziaria del provvedimento vengono sottratte al ‘pacchetto agricolo’". “Riteniamo fortemente iniquo - prosegue Agrinsieme - gravare di ulteriori balzelli aziende in difficoltà che hanno tra l'altro il grande merito di operare per la difesa del paesaggio ed essere spesso anche l'unico bastione contro il dissesto idrogeologico del territorio. Per questo il Governo avrebbe dovuto compiere uno sforzo più coraggioso, esentando totalmente dagli oneri fiscali le aree ex svantaggiate almeno per il 2014". Infine, rileva il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, "i termini per la scadenza del pagamento per i terreni che non rientrano nei parametri dell’esenzione - fissati al prossimo 10 febbraio - sono estremamente stretti".

PESCA: EMILIA ROMAGNA, VONGOLARE AFFONDANO SENZA DEROGA SU TAGLIA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

Per salvare la pesca delle vongole in Emilia Romagna, come nel resto d’Italia servono provvedimenti immediati per inserire nella normativa comunitaria una nuova taglia minima del pescato e una tolleranza che garantisca le specificità del mestiere, oltre all’abrogazione del divieto di pesca-raccolta dei molluschi ad una distanza inferiore di 0,3 miglia marine dalla costa. Ad affermarlo è Coldiretti Impresapesca dell’Emilia Romagna per difendere un settore, quello della pesca dei molluschi bivalvi, che le norme comunitarie rischiano di portare alla chiusura, nonostante si tratti di uno dei comparti maggiormente ecocompatibili e in linea con le esigenze di tutela delle risorse ittiche. Nei 120 chilometri di costa dell’Emilia Romagna lavorano 54 draghe (18 nel compartimento di Ravenna e 36 in quello di Rimini) che pescano mediamente 2.700 tonnellate di vongole l’anno (1.316 a Ravenna, 1.445 a Rimini) e danno lavoro 150 marinai, ed ad altrettante persone occupate nell’indotto. Non è possibile – denuncia Coldiretti Impresapesca Emilia Romagna – che le nostre imprese si trovino oggi costrette a far fronte a multe salate e ingiustificate. Secondo Coldiretti Impresapesca bisogna intervenire a livello di piano di gestione nazionale per abrogare il divieto di pesca-raccolta molluschi ad una distanza inferiore di 0,3 miglia marine dalla battigia, areali dove si concentra il 70 per cento delle vongole ed il 100 per cento delle telline e dei cannolicchi, in particolare in quei compartimenti ove sono presenti i consorzi di autogestione che danno garanzie su una pesca sostenibile e durevole. Necessaria poi – continua Coldiretti Impresapesca Emilia Romagna – la riduzione della misura della taglia minima da 25 mm. a 23 mm., oppure in alternativa il recupero della tolleranza del 10 per cento di esemplari sottomisura sulle confezioni. Problemi da tempo denunciati da Coldiretti Impresapesca ma che non sono stati di fatto mai affrontati in quanti mai inseriti nel piano di gestione nazionale presentato a Bruxelles nell’ottobre scorso. Ma per tutelare il settore serve anche il contenimento del numero delle vongolare con sistema a draga idraulica, che oggi superano di poco le settecento unità in tutta Italia, e il riconoscimento del ruolo dei consorzi di gestione.

venerdì 23 gennaio 2015

IMU: COLDIRETTI E.R, GOVERNO MANTIENE IMPEGNI, BENE MARTINA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

Sono stati mantenuti gli impegni assunti a rivedere anche per il 2014 i criteri individuati per la delimitazione dei terreni agricoli con l’esenzione per tutti nei comuni montani e a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, o a chi a loro affitta, in quelli parzialmente montani. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna nel commentare positivamente l’esito del Consiglio dei Ministri straordinario sull’Imu agricola montana che, con il lavoro del Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina e su proposta del premier Matteo Renzi, ha fissato nuovi criteri per il pagamento con esenzione totale a livello nazionale per 3456 comuni (prima erano 1498) e parziale per 655. Il premier Matteo Renzi e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna - hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti di quanti vivono e lavorano nelle aree di montagna dove svolgono un ruolo di presidio del territorio insostituibile per l’intera collettività. Il testo prevede che a decorrere dall`anno in corso, 2015, l`esenzione dall`imposta municipale propria (IMU) si applica: ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati come totalmente montani, come riportato dall`elenco dei Comuni italiani predisposto dall`Istat; ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, di cui all`articolo 1 del decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati come parzialmente montani, come riportato dall`elenco dei Comuni italiani predisposto dall`Istat. Tali criteri si applicano anche all`anno di imposta 2014.

REBUS IMU SUI TERRENI AGRICOLI MONTANI, PREOCCUPAZIONE DI CONFAGRICOLTURA BOLOGNA: “L’APPLICAZIONE DEI PARAMETRI ISTAT COME ANNUNCIATA OGGI DAL GOVERNO, DANNEGGERÀ COMUNQUE L’AGRICOLTURA NELLE ZONE COLLINARI E MONTANE: IL CASO DELLA VALSAMOGGIA”

Fonte: Confagricoltura Bologna

L’orientamento del Governo annunciato nel pomeriggio, va verso la modifica dei parametri applicativi. Via dunque la scellerata classificazione basata sull’altitudine del municipio che avrebbe finito col penalizzare tanti terreni agricoli posizionati in alto, rispetto alla sede del comune a valle, e avanti con la classificazione fornita dall’Istat. In sintesi: saranno esentati dall’imposta tutti i terreni agricoli nei comuni classificati “montani” e solo i terreni di proprietà di coltivatori diretti (CD) e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola (IAP) nei comuni “parzialmente montani”. “Pur adottando la classificazione dell’Istat - è la forte preoccupazione di Confagricoltura Bologna - nei comuni “parzialmente montani” come Castel San Pietro, Valsamoggia, Pianoro, San Lazzaro, Ozzano Emilia e Bologna (vedi tabella allegata) verrebbero per la prima volta tassati gli agricoltori non rientranti nella categoria coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali”. “Il paradosso inoltre – conclude Confagricoltura Bologna – si accanisce anche sugli ex comuni della Valsamoggia come Savigno che in base alla classificazione Istat sarebbe rientrato di diritto tra i comuni montani ma ora, dopo la fusione, perde questa connotazione”.

IMU AGRICOLA, MIPAAF: CDM DÀ VIA LIBERA A REVISIONE DEI CRITERI E SLITTA PAGAMENTO AL 10 FEBBRAIO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali  

Martina: 3456 comuni totalmente esentati e tutelati coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali

 Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Consiglio dei Ministri di venerdì 23 Gennaio ha stabilito con decreto legge la revisione dei criteri per l’Imu sui terreni agricoli relativi al 2014, con l’applicazione dei criteri di montanità elaborati dall’ISTAT. Saranno esenti quindi tutti i comuni montani e, nei comuni parzialmente montani, vengono esentati tutti i terreni di proprietà o in affitto a imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti. Con i nuovi criteri 3546 comuni saranno totalmente esenti e 655 parzialmente esenti. Il termine di pagamento per chi non rientra nei parametri di esenzione è posticipato al 10 febbraio. “Abbiamo lavorato per una soluzione definitiva e strutturale della vicenda IMU sui terreni montani – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina. Con il decreto di oggi abbiamo risolto i problemi amministrativi sopravvenuti e tutelato ancora di più coloro che vivono di agricoltura nei territori rurali".

OGM, CONFERMATO DIVIETO DI COLTIVAZIONE MON810 CON DECRETO LORENZIN, MARTINA E GALLETTI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina e quello dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, hanno firmato oggi il decreto che sancisce il divieto di coltivazione di mais Ogm MON810. Il provvedimento proroga, per un periodo di ulteriori 18 mesi dalla sua entrata in vigore, il divieto già emanato con il precedente decreto interministeriale del 12 luglio 2013. La decisione anticipa il recepimento in Italia della nuova Direttiva in materia di OGM che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) sul territorio nazionale.

STEFANO CALDERONI NUOVO PRESIDENTE DI CIA FERRARA

Fonte: Redazione di Agreste

Guarda il servizio sul nostro canale youtube:
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VONGOLE - L'ASSESSORE SIMONA CASELLI A FIANCO DEI PESCATORI: "D'INTESA CON IL MINISTERO CHIEDEREMO UNA REVISIONE DELL'ATTUALE REGOLAMENTO, SENZA COMPROMETTERE L'EQUILIBRIO DEGLI STOCK ITTICI"

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

La Regione Emilia-Romagna scende in campo a fianco dei Cogemo (i Comitati per la gestione dei molluschi) e chiede all’Europa regole meno restrittive sulla pesca delle vongole. “E’ messa a rischio la sopravvivenza di un comparto importante dell’economia delle regioni Adriatiche e dell’ Emilia-Romagna in particolare - precisa l’assessore all’agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli - per questo la Regione, d’intesa con il Ministero delle politiche agricole, chiederà una revisione dell’attuale Regolamento e, nella fase transitoria, la previsione di deroghe che vengano incontro alle condivisibili richieste dei pescatori.” Tre in particolare i punti contestati: una taglia minima di 2,5 cm, non giustificata dal raggiungimento della maturità sessuale; la totale mancanza di flessibilità per percentuali anche molto basse di prodotto fuori norma; le pesanti sanzioni che, in caso di molluschi fuori regola, colpiscono anche supermercati e negozi. “Ritengo che una maggiore flessibilità sia possibile, ferma restando la necessità di attuare un rigoroso monitoraggio dell’attività di pesca – conclude l’assessore Caselli - considerati anche la disponibilità e l’interesse degli stessi pescatori a garantire il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema marino e la salvaguardia degli stock ittici”.

FERRARA: TROMBA D’ARIA DEL 13 OTTOBRE 2014, PRESENTAZIONE DOMANDE DI AIUTO PER IL RIPRISTINO DELLE STRUTTURE ENTRO IL 6 MARZO 2015.

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

A tre mesi dalla tromba d’aria che ha colpito principalmente il comune di Ferrara in località Ravalle, le aziende agricole hanno la possibilità di presentare domanda per il ripristino dei danni subiti. Sulla Gazzetta Ufficiale (n. 15 del 20 gennaio 2015) è stato pubblicato il decreto del ministro per le Politiche agricole che riconosce il carattere di eccezionalità della tromba d’aria del 13 ottobre 2014 nei territori di Argenta, Bondeno, Ferrara, Fiscaglia, Ostellato, Portomaggiore, Vigarano Mainarda. Per la tromba d’aria del 13 ottobre 2014 possono presentare domanda le aziende agricole che hanno subito danni alle strutture in misura superiore al 30 per cento rispetto alla produzione media annua del triennio precedente, oppure in alternativa, rispetto alla produzione media annua del quinquennio precedente, escludendo l’anno con la produzione più bassa e quello con la produzione più elevata. Le richieste per le provvidenze previste dal decreto legislativo 102 del 2004 potranno essere presentate, sul sistema informatizzato, dalle ditte iscritte all’anagrafe delle aziende agricole della Regione Emilia-Romagna ed aventi il fascicolo aziendale validato, entro le 12 del 6 marzo 2015. Per maggiori informazioni gli interessati potranno rivolgersi presso le organizzazioni professionali o la Provincia di Ferrara (tel. 0532.299742).

IMU: COLDIRETTI, BENE ANCI EMILIA ROMAGNA PER SOSPENSIONE TASSA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

Coldiretti Emilia Romagna esprime apprezzamento per la lettera che la direzione regionale dell’associazione dei Comuni ha scritto ai sindaci dell’Emilia Romagna in cui si afferma che “la scadenza del 26 gennaio, fissata dall’art. 1, comma 692 della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità 2015) sia sospesa almeno fino al prossimo 4 febbraio” data fino alla quale – si legge ancora nella lettera – “il Tar del Lazio con decreto presidenziale n. 126 del 14 gennaio 2015 ha sospeso il decreto ministeriale”. Secondo Coldiretti Emilia Romagna, tra rinvii e sospensive la situazione è ormai talmente caotica da richiedere l’applicazione immediata dell’articolo 10 dello Statuto dei Diritti del contribuente (legge 212 del 2000) per cui il contribuente non è sanzionabile quando “la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria”.

ASSURDO L’ANTICIPO DEL PAGAMENTO PER IL RIMBORSO DEI PREMI ASSICURATIVI

Fonte: Comunicato congiunto Confagricoltura, Cia e Copagri Ferrara

È grande il dissenso di parte del mondo organizzativo e sindacale agricolo rispetto alla circolare di recente emanazione da parte di Agea Coordinamento, nella quale si richiede ai produttori agricoli di anticipare il termine previsto per il rimborso del premio assicurativo ai Condifesa. La circolare Agea scardina un sistema ben consolidato e perfettamente funzionante anticipando la fatidica data dal 30 settembre al 17 aprile. Una decisione, questa, alla quale si oppongono fortemente Confagricoltura Ferrara, Cia Ferrara e Copagri Ferrara che, con una nota indirizzata tra gli altri al Ministero dell’Agricoltura e ad Agea stessa, dichiarano la propria contrarietà alla modifica indicata, perché contro ad una prassi, ormai consolidata, che permetteva agli imprenditori agricoli di poter accedere all’erogazione dei contributi PAC come normato dall’art. 68 del reg. CE 73/2009 e di procedere poi con il pagamento del premio assicurativo ai Condifesa. Tale disposizione è stata giustificata da Agea in quanto dettata dalla necessità di ottemperare a rilievi mossi dall'autorità di controllo comunitaria che avevano criticato la fissazione di una data successiva a quella di erogazione dei contributi comunitari per le assicurazioni. Tuttavia, sostengono fortemente le 3 Organizzazioni, ci si trova in questo momento in una situazione nella quale vi sono concrete possibilità che molte aziende si ritrovino al 17 di aprile nella condizione di non riuscire a pagare il premio assicurativo. Questo provvedimento, infatti, priva le aziende stesse della liquidità necessaria per corrispondere quanto dovuto in ambito assicurativo. Una decisione che incontra il dissenso acuto delle Organizzazioni, determinate a contrastare questa misura per riuscire a ripristinare la situazione consolidata antecedentemente a questa decisione, che sembra ignorare totalmente le reali necessità delle imprese in un momento di particolare criticità per le aziende agricole stesse, che sono state già pesantemente messe alla prova durante il 2014. Ulteriore dettaglio da tenere in considerazione, la conseguente contrazione della propensione assicurativa per il 2015, in netto contrasto con gli obiettivi della diffusione delle coperture assicurative fortemente sostenute dalla Comunità Europea. Confagricoltura Ferrara, CIA Ferrara, Copagri Ferrara intendono proseguire con l’azione di contrasto rispetto ad un provvedimento che non si pone certamente dalla parte dei produttori agricoli.

AGRINSIEME: “L’IMPRENDITORE AGRICOLO HA IL DIRITTO DI LAVORARE IN UN PAESE NORMALE”. LE VICENDE DELL’IMU, DELL’IVA, DEI DECRETI DI APPLICAZIONE DELLA PAC, DELLA PROGRAMMAZIONE DEI PSR

Fonte: Agrinsieme

Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari stigmatizza l’atteggiamento confuso, ondivago e assolutamente non tempestivo del Governo riguardo a questioni fondamentali

“Può essere considerato normale un Paese in cui un imprenditore agricolo, alla vigilia di importanti scadenze, che implicano decisioni e investimenti, navighi nel buio in attesa delle decisioni del governo?” Lo chiede Agrinsieme stigmatizzando l’atteggiamento confuso, ondivago e assolutamente non tempestivo del governo riguardo alle questioni dell’Imu, dell’applicazione della riforma della Pac su pagamenti diretti e piani di sviluppo rurale. “Non è normale – sottolinea il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – che, dopo l’emanazione di un provvedimento assurdo (che introduceva il pagamento dell’Imu nelle zone montane secondo criteri altimetrici), sospeso dal Tar del Lazio fino al 21 gennaio) una pronuncia dello stesso Tar, che ha ribaltato le conclusioni della prima istanza, annullando la proroga, gli agricoltori si trovino oggi nella situazione di dover pagare entro il 26 gennaio, tra appena quattro giorni”. Aggiunge Agrinsieme: “Non è un Paese normale quello che introduce un meccanismo di inversione contabile dell’Iva (reverse charge) per le vendite di prodotti agricoli alla Grande Distribuzione Organizzata, che si traduce in una grave perdita di liquidità”. “Non è normale – continua Agrinsieme – che sia ancora in alto mare e che sia stata rivista in alcuni elementi essenziali (rimettendo in discussione alcuni principi già acquisiti in materia di agricoltore attivo, superfici ammissibili) la seconda bozza di decreto del Mipaaf applicativo della riforma della Pac, che detta anche le condizioni per il cosiddetto ‘inverdimento’. Si stanno rivedendo le disposizioni già approvate nell’autunno scorso riguardanti questioni fondamentali per gli agricoltori per fissare gli ordinamenti produttivi e predisporre le domande della Pac del prossimo maggio”. “Non è normale infine – rileva Agrinsieme – che si debbano attendere alcuni mesi per l’approvazione dei piani di sviluppo rurale, che rappresentano un importante elemento di politica agricola e veicolano oltre 20 miliardi di euro nel periodo di programmazione 2014-2020. Con una possibile lunga soluzione di continuità degli interventi che priva l’agricoltura italiana di importanti misure”. “Fare impresa – conclude il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – esige regole certe e i necessari tempi di programmazione, e non continui ritardi e ripensamenti. Questo vale ancor più in un settore come quello agricolo, di per sé soggetto alle variabili naturali del clima e più esposto di altri ad eventi non prevedibili”.

CONTRAFFAZIONE, MIPAAF: BLOCCATA VENDITA FINTO PROSECCO ALLA SPINA IN DECINE DI PUNTI VENDITA E SITI WEB INGLESI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che grazie all’intervento immediato dell’Ispettorato repressioni frodi – ICQRF si è intervenuti bloccando la vendita di finto Prosecco Dop in numerosi punti vendita, catene distributive e siti web in Gran Bretagna. Il Department for Environment Food and Rural affairs - DEFRA ha infatti comunicato oggi ufficialmente di aver effettuato decine di controlli nel Regno Unito a seguito delle segnalazioni dell’ICQRF alle autorità britanniche relative alla vendita illecita di finto ‘Prosecco Dop’ alla spina. “Ringrazio le autorità britanniche – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – per aver bloccato in molti locali una frode come la vendita del Prosecco alla spina. Il nostro Ispettorato repressione frodi aveva già da tempo segnalato queste infrazioni rispetto alle nostre denominazioni vinicole e ha ancora una volta dimostrato la nostra capacità di intervenire a tutela dei prodotti italiani anche fuori dai confini e sul web. Queste operazioni ci dimostrano ancora una volta quanto sia efficace ed autorevole il nostro sistema di controlli che, non a caso, viene preso a modello da molti Paesi. Siamo primi in Europa nella tutela del settore agroalimentare, solo nel 2014 parliamo di oltre 100mila verifiche sul territorio nazionale a cui dobbiamo aggiungere anche quelle all’estero. Dobbiamo continuare su questa strada per mantenere alto il livello qualitativo dei controlli. Con il Forum europeo sulla lotta alla contraffazione agroalimentare, che stiamo organizzando in vista di Expo 2015 il prossimo marzo al Parco tecnologico padano di Lodi, intendiamo fare un ulteriore salto di qualità, coinvolgendo le autorità e i principali soggetti che si occupano della lotta agli illeciti a livello internazionale. Il Made in Italy, che vede nelle Dop e nelle Igp la massima espressione della sua straordinaria qualità, deve essere sempre più tutelato e difeso da tutte le frodi che creano danni enormi ai nostri imprenditori sia in termini di immagine che economici”.

CAOS IMU TERRENI MONTANI, CONFAGRICOLTURA BOLOGNA: “PRESTO FATTE E PRESTO DIMENTICATE: SONO LE PROMESSE DI RENZI. URGENTE L’INTERVENTO MINISTERIALE, SUBITO LA RIDEFINIZIONE DELLE MODALITÀ DI ESENZIONE DELL’IMU AGRICOLA. I COMUNI BOLOGNESI DOVE L’AGRICOLTURA È A RISCHIO”

Fonte: Confagricoltura Bologna

“Presto fatte e presto dimenticate: sono le promesse del governo Renzi che prima si impegna a rivedere gli assurdi parametri applicativi dell’Imu sui terreni montani e collinari contenuti nel decreto interministeriale del 28 novembre scorso poi come se nulla fosse, a una manciata di giorni dalla scadenza dei pagamenti fissata per il 26 gennaio, tace e non decide alcunché”. E’ il grido indignato di Confagricoltura Bologna dopo la negata sospensione del decreto IMU sui terreni ex montani da parte del Tar del Lazio e dopo il silenzio assordante del Ministero dell’Economia che di fatto ridà il via libera al nuovo tributo. “Il Governo va avanti senza coperture e per recuperare i 350 milioni di euro utilizzati per il bonus Irpef di 80 euro – rimarca l’organizzazione sindacale bolognese - vessa le aziende agricole già duramente penalizzate dalla grave crisi economica che faticano a sostenere anche il regolare pagamento di stipendi, contributi e forniture”. Conti alla mano, sui terreni agricoli meno redditizi dell’hinterland bolognese - situati nei comuni montani o parzialmente montani come da tabella sotto riportata ed evidenziata in rosso – peserà in media un fardello IMU pari a 45 euro ogni ettaro e a 80 euro per i non coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Da sottolineare, l’incidenza nel comune di Valsamoggia - con casa comunale rispettivamente a 93 metri sul livello del mare ma con i terreni agricoli situati ad una altitudine molto superiore - dove l’IMU costerà all’imprenditore ben 89 euro ad ettaro e se non rientrante nella categoria coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale, anche 160 euro. “Occorre pertanto un tempestivo intervento ministeriale orientato alla ridefinizione delle modalità di esenzione dell’Imu agricola. E’ a rischio l’agricoltura del nostro territorio che, peraltro, ha chiuso il 2014 col segno meno nell’occupazione (-1,1%) e nella consistenza delle imprese (-3%). Ci attendiamo - conclude Confagricoltura Bologna - l’esenzione totale per le aree svantaggiate e classificate dall’Istat come “montane o parzialmente montane”; per quelle soggette al dissesto idrogeologico e allo spopolamento o altresì danneggiate dalle avversità climatiche. E per i terreni situati all’interno dei parchi”.




Tabella sul Valore medio dell’IMU in alcuni comuni montani o parzialmente montani dell’hinterland bolognese


IMU media per ettaro
Comune
CD IAP
NO CD IAP
Valsamoggia
€  88,79
 €  159,82
Borgo Tossignano
€  47,93
 €    86,28
Monte San Pietro
€  41,32
 €    74,38
Casalfiumanese
€  42,97
 €    77,34
Sasso Marconi
€  41,78
 €    75,21
Marzabotto
€  19,97
 €    35,95
Fontanelice
€  47,03
 €    84,65
Dozza
€  80,85
 €  145,54
Vergato
€  14,60
 €    26,28
Pianoro
€  44,83
 €    80,69
Monterenzio
€  24,81
 €    44,67
Castel del Rio
€  40,18
 €    72,32
Porretta Terme

€    14,28
Granaglione

€    13,65
Castel di Casio

€    15,85
Grizzana Morandi

€    27,64

giovedì 22 gennaio 2015

OGM, MIPAAF: AL LAVORO CON MINISTERI AMBIENTE E SALUTE PER PROROGARE DIVIETO MAIS MON810

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica, come già confermato dal Ministro Martina, che sta proseguendo il lavoro, insieme al Ministero dell’Ambiente e al Ministero della Salute, per approvare un nuovo decreto interministeriale che proroghi il divieto di coltivazione sul territorio italiano del mais Mon810. Il nuovo provvedimento sarà approvato prima della scadenza della precedente disposizione, adottata nel luglio del 2013, nell’attesa dell’entrata in vigore della nuova direttiva in materia di Ogm recentemente approvata dal Parlamento europeo e frutto di un accordo raggiunto nelle scorse settimane con il Consiglio e la Commissione, che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo, per motivi di natura economica ed agricola.

OLIO, MIPAAF: 4 LINEE DI INTERVENTO PER RILANCIARE COMPETITIVITÀ DEL SETTORE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che si è tenuta ieri, presso la sede del Mipaaf, una riunione del tavolo di filiera olivicolo-oleario con i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dei produttori, dell’industria di trasformazione e della commercializzazione. Nel corso dell’incontro, a cui ha partecipato il Ministro Maurizio Martina, è stato fatto il punto sulla situazione dell’olivicoltura italiana e sono state discusse le misure per migliorare la competitività del settore. La strategia di intervento proposta dal Mipaaf si orienta in 4 direzioni:
- Interventi sulla struttura produttiva per elevare la capacità di produzione della singola azienda e quella nazionale complessiva;
 - Qualificazione del prodotto per tutelare e promuovere la qualità del prodotto italiano e favorirne il posizionamento sui mercati anche internazionali;
- Miglioramento della strutturazione di filiera: per raggiungere una più elevata redditività c’è bisogno di una filiera coesa, con relazioni interne che funzionano. Sia a livello orizzontale (offerta) che a livello verticale (relazioni contrattuali);
 - Una più efficace politica di comunicazione: introdurre elementi innovativi e cogliere le opportunità che offrirà l’Expo di Milano 2015.
“L'olio è un settore strategico per l'agroalimentare italiano e – ha spiegato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina - per questo abbiamo proposto alla filiera un piano articolato di azioni di breve e lungo periodo. Abbiamo vissuto un'annata complicata e per questo già nelle prossime ore metteremo in campo con le regioni una serie di azioni che abbiano effetto nell'immediato. Nella ripartizione degli aiuti accoppiati abbiamo già stanziato oltre 70 milioni di euro all’anno per l’olivicoltura, ma vogliamo intervenire anche con i fondi di sviluppo rurale, già dalla prossima primavera. Alla filiera abbiamo proposto 4 linee di intervento con un filo conduttore fondamentale che deve essere il miglioramento dei rapporti tra i vari settori coinvolti, insieme a un forte lavoro sull’aggregazione dell’offerta. Ci sarà molto da fare anche sul fronte della promozione del prodotto e sfrutteremo l’occasione di Expo anche in questo senso”.

IMU: CON MANCATA SOSPENSIVA FUORILEGGE MIGLIAIA AZIENDE

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

IMPOSSIBILE RISPETTARE IL PAGAMENTO DELLA RATA ENTRO IL 26 GENNAIO

Migliaia di aziende agricole non riusciranno a rispettare la scadenza della prima rata dell’Imu, fissata per il 26 gennaio dopo che la seconda sezione del Tar del Lazio ha deciso di non confermare la sospensiva del decreto che fissa il pagamento dell’Imu per le zone montane entro il prossimo lunedì. È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna sottolineando che una scadenza in tempi così ravvicinati viola il principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente. Coldiretti regionale inoltre ribadisce che far pagare l’Imu sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale introduce una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario. L’applicazione del sistema altimetrico prevede che a pagare siano le aziende il cui palazzo comunale si trova sotto i 280 metri, anche se i terreni sono ad altezze superiori. In Emilia Romagna molti Comuni si trovano nel fondo valle e i terreni sono ad altitudini maggiori e finiranno con il dover pagare l’Imu, mentre il loro vicino è magari esentato perché la casa del Comune si trova ad altezza superiore. L’incoerenza del criterio di calcolo genera tensioni sul territorio e – afferma Coldiretti Emilia Romagna – rischia di attenuare l’importanza della positiva scelta di differenziare l’imposta a favore degli agricoltori professionali, coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti nella relativa gestione previdenziale, che continuano a godere, in zone montane o di collina sopra i 280 metri, della esenzione Imu. È perciò indispensabile – conclude Coldiretti Emilia Romagna – mantenere l’impegno a rivedere anche per il 2014 le evidenti incongruenze nei criteri per la delimitazione dei terreni agricoli in base all’altitudine. Anche perché si tratta di cifre importanti. Secondo elaborazioni di Coldiretti Emilia Romagna, infatti, un’azienda di un imprenditore coltivatore diretto con una media di dieci ettari, con colture di seminativi, frutteti, vigneti e bosco, nelle zone collinari e montane dovrà pagare mediamente una Imu di 1.500 euro all’anno.

EXPO, MARTINA: CARTA DI MILANO EREDITÀ DELL’ESPOSIZIONE IL 7 FEBBRAIO ‘EXPO DELLE IDEE’ ALL’HANGAR BICOCCA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che questa mattina il Ministro, con delega ad Expo Milano 2015, Maurizio Martina, ha presentato l’evento ‘Expo delle idee’ nel corso di una conferenza stampa. Si tratta di una giornata di lavoro vera e propria, una sfida nella sfida, organizzata dal Governo con Expo e Rai per il 7 febbraio presso l’Hangar Bicocca Pirelli di Milano, alla quale parteciperanno 500 esperti attraverso 40 tavoli, suddivisi secondo 4 aree tematiche: le dimensioni dello sviluppo tra equità e sostenibilità; cultura del cibo; agricoltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile; la città umana, futuri possibili tra smart e slow city. “A 100 giorni dall'inizio Expo rafforza il suo messaggio di responsabilità e consapevolezza - ha affermato Martina -. La Carta di Milano rappresenta un atto di impegno che vedrà protagonisti, per la prima volta, cittadini, Istituzioni, imprese, associazioni e l'intero sistema delle organizzazioni internazionali. È questa la prima eredità di Expo. L’obiettivo del 7 febbraio è dimostrare che la forza dell’Esposizione universale sta prima di tutto nella potenza del suo tema, ‘Nutrire il Pianeta, energia per la vita’. Accanto alle sessioni di approfondimento, avremo dei contributi straordinari, oltre a quello del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi: da Ermanno Olmi a Federica Mogherini, al Direttore generale della Fao Graziano da Silva. Inoltre avremo in collegamento l’ex Presidente del Brasile Lula, testimone diretto di come certe azioni del Governo possano fare la differenza nella lotta alla fame. Infine, ci sarà il contributo straordinario di Papa Francesco, che ci ha dedicato con un videomessaggio la sua riflessione di grandissima attualità sul diritto al cibo e tutela della terra. Interpretare una Esposizione universale nel 2015, in Europa, vuol dire aprire un campo sperimentale senza precedenti. L’Italia c’è. Possiamo essere davvero una potenza se su questi temi ‘facciamo l’Italia’, con le nostre professionalità, con la nostra capacità e sensibilità per interpretare al meglio queste tematiche.”

COLDIRETTI: UNA PUBBLICAZIONE PER FARE IL PUNTO SULLA RIFORMA PAC

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Il libretto, messo a punto a livello nazionale dall’area economica della Confederazione Nazionale Coldiretti, presenta lo stato delle norme e degli adempimenti che gli agricoltori italiani devono adottare nell’ambito del sostegno alle imprese agricole.

Lo scorso 1° agosto 2014 l’Italia, insieme agli altri Stati membri dell’Ue, ha comunicato alla Commissione europea le proprie scelte nazionali relative all’applicazione della Pac per il periodo di programmazione 2014-2020 (anche se la nuova Pac sarà effettivamente operativa a partire dal 2015). E’ stata l’ultima tappa di un lungo percorso negoziale iniziato quattro anni fa, quando nel novembre del 2010 fu presentata la prima proposta di riforma della Pac voluta dall’allora commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos. Ora, finalmente, abbiamo la nuova Pac e, come sempre accade, il pacchetto finale presenta luci e ombre, a seconda dei punti di vista. Tuttavia, nonostante le proposte iniziali non fossero certo favorevoli all’Italia, alla fine il risultato è accettabile, anche grazie al forte presidio che Coldiretti ha assicurato sia nel negoziato a livello europeo che, soprattutto, in quello relativo alle scelte nazionali. L’obiettivo principale della nuova Pac è quello di rendere più selettivo il sostegno agli agricoltori: sia rispetto alla platea dei beneficiari, d’ora in poi ristretta ai soli “agricoltori attivi”, sia rispetto alle situazioni o ai comportamenti meritevoli di sostegno, attraverso lo “spacchettamento” del vecchio pagamento unico aziendale in un menù di sette diversi possibili pagamenti, tra i quali gli Stati membri hanno scelto quali attivare e per quale ammontare. Dunque, avremo una Pac più selettiva ma, proprio per questo, ancora più complessa, forse anche troppo. In risposta a tale complessità, più che in passato, c’è la necessità di una guida per rispondere correttamente ai vincoli e soprattutto per usare al meglio le tante opportunità della nuova normativa. Coldiretti ha già prodotto, attraverso il Gruppo 2013, un quaderno contenente un’analisi economica approfondita sulla nuova Pac: si tratta del volume La nuova Pac 2014-20: le decisioni dell’UE e le scelte nazionali, a cura di Fabrizio De Filippis, liberamente scaricabile dal sito www.gruppo2013.it/Pagine/default.aspx.
Ma insieme alle analisi approfondite, adatte agli specialisti e agli addetti ai lavori, è necessario poter disporre anche di strumenti d’informazione operativa per gli agricoltori. E’ per questo che Coldiretti ha preparato anche una guida scaricabile dal sito internet www.ilpuntocoldiretti.it, pensata per offrire in poche pagine, in modo semplice e accessibile a tutti ma con la dovuta completezza, le principali linee operative per le imprese agricole, in modo che ciascuno sia in grado, se non di avere già tutte le risposte, almeno di formulare in modo corretto le domande da porsi. Ovviamente, trattandosi di una elaborazione a livello nazionale, i tecnici del CAA Coldiretti – Impresa Verde, sono a disposizione presso gli uffici di zona di tutta la provincia per supportare le aziende ferraresi nelle scelte e nelle elaborazioni di dettaglio per il nostro territorio.

IMU, AGRINSIEME: SCONCERTO PER LA DECISIONE DEL TAR DEL LAZIO. CHIESTO UN INTERVENTO URGENTE DEL GOVERNO PER PROROGARE LA DATA DI SCADENZA

Fonte: Agrinsieme

Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari esprime forte disappunto per l’ennesima battuta d’arresto sulla vicenda dell’IMU sui terreni montani e collinari per il 2014 e sollecita un intervento immediato del governo

La decisione del TAR del Lazio che non proroga la sospensione del decreto ministeriale oltre il 21 gennaio, fa rivivere i criteri altimetrici per il pagamento dell’imposta entro il prossimo 26 gennaio, di cui al decreto legge n. 66/014, creando il caos per i versamenti che evidentemente non potranno essere realizzati in un lasso di tempo così ristretto. “Il silenzio assordante del Governo, che nel Consiglio dei ministri di martedì non ha preso alcuna decisione sull’argomento – commenta il Coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - dimostra ancora di più l’indifferenza verso le legittime aspettative delle imprese agricole, per una revisione di un tributo che è considerato dalla stessa politica e dall’ANCI iniquo e vessatorio. Agrinsieme chiede ai responsabili politici e ai ministri competenti dell’Economia e dell’Agricoltura un intervento immediato che proroghi la scadenza del pagamento in attesa di una riconsiderazione complessiva dei criteri di esenzione per i terreni agricoli delle zone montane.

mercoledì 21 gennaio 2015

MIPAAF, MARTINA INCONTRA VERTICI GRUPPO ERIDANIA: SETTORE BIETICOLO-SACCARIFERO STRATEGICO, MASSIMO IMPEGNO PER SALVAGUARDARLO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che si è tenuto ieri, presso la sede del Mipaaf, un incontro tra il Ministro Maurizio Martina e i vertici del Gruppo Industriale Maccaferri, controllante di Eridania Sadam, Società proprietaria dello zuccherificio di San Quirico Trecasali. Nel corso del colloquio sono state analizzate le difficoltà nelle quali versa il settore bieticolo-saccarifero italiano, dovute sia alla riduzione del prezzo di vendita dello zucchero sul mercato, sia all’abolizione del regime comunitario delle quote di produzione zucchero, al termine della campagna 2016. Durante l’incontro, il Gruppo Industriale Maccaferri ha illustrato al Ministro la possibile pianificazione della prossima campagna 2015 presso lo zuccherificio Eridania di San Quirico Trecasali, nonché le modalità di gestione delle quote di produzione, fino al termine dell’attuale regolamentazione comunitaria, concordate con la struttura tecnica del Ministero. Nei prossimi giorni sarà convocato, presso la sede del Mipaaf, l’incontro tra Eridania Sadam e le Associazioni bieticole, per pervenire alla sottoscrizione dell’accordo interprofessionale relativo all’effettuazione della prossima campagna 2015 presso lo zuccherificio di San Quirico. “In vista del prossimo Consiglio europeo dei Ministri dell’agricoltura – ha detto il Ministro Martina – abbiamo chiesto che la discussione sul settore saccarifero europeo fosse inserita all’ordine del giorno. Nella riunione del 26 gennaio, quindi, ci confronteremo sul tema con gli altri Paesi europei. Intanto, a livello nazionale, abbiamo avviato la procedura per la convocazione in tempo brevi del Comitato interministeriale nel quale saranno esaminate le principali problematiche del settore”. Tra queste lo stato di attuazione dei progetti di riconversione e verifica delle situazioni di particolare criticità; gli incentivi per i progetti di riconversione; il completamento dell’erogazione degli aiuti nazionali per le campagne 2009 e 2010; le misure di intervento a supporto del settore bieticolo-saccarifero in vista della cessazione del regime comunitario delle quote di produzione zucchero; le problematiche relative al mantenimento in attività dei silos presenti presso alcuni degli ex stabilimenti saccariferi. Il Ministro ha quindi assicurato il massimo impegno da parte del Governo nell’affrontare e proporre tutte le soluzioni possibili per risolvere tempestivamente le questioni aperte, nell’obiettivo di salvaguardare un settore strategico dell’agro-industria italiana e i lavoratori del settore agricolo e industriale interessati. Nell’incontro sono state discusse le ulteriori problematiche legate allo stato di attuazione degli accordi di riconversione sottoscritti a seguito della Riforma Comunitaria del 2006, della mancata erogazione del saldo degli aiuti nazionali 2009-2010 a favore della filiera e della problematica legata alle contestazioni mosse dalla Commissione Europea sul mantenimento in attività dei silos zucchero, al servizio dei reparti di confezionamento presso gli zuccherifici dismessi. In particolare, per quanto concerne i progetti di riconversione, si è convenuto sulla necessità che venga garantito a tali progetti l’accesso ai meccanismi incentivanti di cui al D.M. 6/7/2012, al fine di salvaguardare gli investimenti già effettuati dalle imprese e gli accordi in essere con le Organizzazioni Sindacali e con le Associazioni agricole a tutela dell’occupazione.

ISTAT, MARTINA: MODELLO AGRICOLO ITALIANO SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“L’agricoltura italiana fa sempre meno ricorso ai fertilizzanti. L’Istat conferma che nel 2013 la distribuzione sul territorio di questi prodotti è scesa del 13,4% rispetto all’anno precedente, in linea con la flessione in atto nel nostro Paese negli ultimi 10 anni. La sostenibilità ambientale, soprattutto nel settore agricolo, è un obiettivo prioritario, non a caso si intreccerà anche con i grandi temi che costituiranno l’ossatura di Expo. L’Italia proporrà le sue tecnologie, le migliori pratiche produttive e più in generale un modello agricolo che fa della sostenibilità un fattore di distintività. Fino al 2020 abbiamo 3,5 miliardi di euro della nuova programmazione dei fondi europei per stimolare investimenti legati alla sostenibilità. Sono stati previsti tra questi 1,5 miliardi di euro per favorire la crescita del biologico, tenendo presente che in Italia un ettaro su dieci è coltivato con pratiche bio. Abbiamo un sistema agricolo che guarda al futuro e lo fa abbassando l’impatto sull’ambiente, basti pensare solo che emettiamo il 35% di gas serra in meno della media Ue”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, commentando i dati Istat sulla distribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti e dei fitosanitari.

PARMIGIANO REGGIANO, GUIDI (CONFAGRICOLTURA) ALL’AUDIZIONE AL SENATO: “E’ CRISI PER UNO DEI PRODOTTI SIMBOLO DEL MADE IN ITALY NEL MONDO. PIÙ RUOLO AGLI ALLEVATORI, RIDUZIONE DEI COSTI E PROMOZIONE”

Fonte: Confagricoltura

“Le scelte di politica internazionale continuano a condizionare l’economia. E’ il caso del Parmigiano Reggiano, la cui crisi di prezzo rispecchia, anche se con diverso impatto, quella di tutto il settore lattiero caseario, tra calo dei consumi e squilibri conseguenti all’embargo russo”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, nel corso dell’audizione in Commissione Agricoltura del Senato, sulle difficoltà del Parmigiano Reggiano. Confagricoltura ha posto in evidenza come la stragrande maggioranza dei formaggi Dop vaccini italiani stiano vivendo un momento di difficoltà, con diminuzioni dei prezzi che, per il Parmigiano Reggiano, proseguono da alcuni anni e che arrivano anche al 6-9% su base annua ed al 16-19% su base mensile a gennaio di quest’anno. “Le decisioni strategiche del comparto devono tenere conto delle esigenze degli allevatori in un quadro di regole che, forse, dopo tanti anni va riformato – ha sottolineato Mario Guidi - . Le quotazioni vanno alzate dove i mercati lo consentono, perché la politica dei prezzi bassi per un prodotto come il Parmigiano Reggiano non può reggere; va fatta poi una riflessione sul contenimento dei costi di produzione e sulla politica di promozione dei consumi sul mercato interno ed all’estero”. ”Senz’altro – ha concluso il presidente di Confagricoltura - bisognerà continuare a spingere sull’export, differenziando la strategia di marketing in funzione delle diverse tipologie di prodotto ed eliminando le barriere tariffarie e non tariffarie, ad esempio cogliendo la prossima occasione dell’accordo TTIP tra USA ed UE. Il tutto con la consapevolezza che il Parmigiano Reggiano è un prodotto unico, ambasciatore del made in Italy nel mondo”.


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PRODUZIONE AGRARIA FERRARESE: UN 2014 CHE SI È CHIUSO CON UN BILANCIO NEGATIVO

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara  

Bonaccini: agricoltura torna alla Regione

Sono dati negativi quelli che il vicepresidente della Provincia, Nicola Rossi, presenta per quanto riguarda l’agricoltura ferrarese nel 2014. Crisi economica, clima e volatilità dei mercati, sono i principali responsabili di una flessione pressoché generalizzata del settore primario estense. Nella criticità della situazione, però, Rossi dà una notizia di certezza per l’amministrazione che ha sede in Castello Estense: “Il presidente Stefano Bonaccini ha annunciato che la delega dell’Agricoltura presto tornerà in Regione”. Occorrerà vedere tempi e modi coi quali prenderà corpo l’operazione, ma intanto i diretti interessati a questo annuncio sono la cinquantina di dipendenti che in Castello Estense svolgono attualmente questa funzione. Per il vicepresidente si tratta comunque di una prospettiva dai contorni decisamente positivi, per un settore economico che per Ferrara è primario in tutti i sensi. In primo luogo l’agricoltura locale rientrerà negli interessi diretti di Viale Aldo Moro, con tutto quello che ne consegue in termini di relazioni istituzionali che la Regione ha con l’Ue. In secondo luogo, Ferrara può giocare un ruolo importante in un futuro di aree vaste, essendo già fra le province tradizionalmente agricole più forti in Emilia-Romagna. La situazione agricola in cifre, invece, è stata presentata dal responsabile del servizio, Renato Finco, con Sandro Corradi. Le temperature basse della scorsa primavera e in seguito l’eccesso di piovosità hanno lasciato il segno sul 2014. Il risultato, in termini generali, è stato un meno tre per cento della produzione lorda vendibile (in sostanza la ricchezza prodotta) rispetto al 2013. Anche se non mancano i segni positivi: aglio più due per cento, asparago più tre e grano duro addirittura più 86 per cento.Restando in terreno prodotti Igp, non altrettanto bene il 2014 si è chiuso per la pera (meno 35 per cento) e la carota (meno 70 per cento). In calo anche la dinamica dei prezzi, tenuto però conto, come ribadito da Finco e Corradi, che essi sono ormai determinati su scale nazionali o addirittura nei grandi mercati mondiali.

Qui maggiori dati sulle varie colture: http://www.provincia.fe.it/?nav=2&news=3BA53E746BE87E2CC1257DD30047F49B