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martedì 30 aprile 2013

PREZZI AL CONSUMO, CONFAGRICOLTURA: “CALANO ULTERIORMENTE LE QUOTAZIONI DELLA VERDURA. RESTANO CRITICITÀ E DISEQUILIBRI DI FILIERA”

Fonte: Confagricoltura

All’ulteriore rallentamento dell’inflazione - (+0,1%) ad aprile rispetto al mese di marzo - ha contribuito senz’altro la battuta d’arresto dei prezzi degli alimentari non lavorati ed in particolare la diminuzione di verdura e ortaggi (-1,2% ed erano già diminuiti del 2,3% a marzo). In termini tendenziali i prezzi dei vegetali freschi aumentano del 6,6% (ma era +13,1% a gennaio). Lo ricorda il Centro Studi di Confagricoltura analizzando i dati provvisori sull’inflazione ad aprile, diffusi oggi dall’Istat. "Vanno monitorati attentamente i mercati – sottolinea Confagricoltura - Solo da marzo si sono avuti, in alcuni settori, incrementi dei prezzi alla produzione, dopo le ulteriori flessioni registrate in avvio di anno”. “Restano criticità e disequilibri di filiera. Per questo Confagricoltura sollecita, a Parlamento e Governo, politiche di rilancio che vedano le imprese come motore di sviluppo”.

IL PANE DEL CUORE: IN CASTELLO ESTENSE SOLIDARIETÀ E TRADIZIONE VANNO A BRACCETTO

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Dal 3 maggio al 28 giugno in Castello Estense la tradizionale coppia di pane ferrarese diventa “Il pane del cuore”. L’iniziativa è frutto delle onlus “Lo Specchio”, della fondazione di partecipazione “Casa Viva” e della cooperativa sociale “Progetti di vita”, tutte realtà estensi impegnate nel campo dei diversamente abili, in collaborazione con la Provincia di Ferrara. Ogni venerdì dalle 10 alle 17,30 nella sala Alfonso I in Castello saranno attivi laboratori per sfornare pane, grissini e biscotti, laboratori di pittura e di falegnameria. Nei diversi punti della Sala sarà possibile conoscere i momenti lavorativi, ricreativi e culturali del percorso di rete attraverso video, dimostrazioni pratiche e proiezioni. L’iniziativa coniuga la cultura della disabilità e dell’impresa sociale, facendo conoscere dal vivo i nuovi percorsi occupazionali svolti dal gruppo di giovani con disabilità, nell’ambito del sodalizio fra le realtà associative e la coop sociale protagoniste del progetto. L’idea di questo spazio del sociale aperto alla città, nasce dall’esperienza laboratoriale di panetteria che lo scorso anno al Balloons Festival aveva già visto protagonisti alcuni giovani disabili. L’auspicio degli organizzatori è ora di dare continuità all’esperienza. Per i visitatori del Castello Estense che venerdì 10 maggio alle 11 si recheranno lungo la via Coperta fino alla sala Alfonso I, potranno prendere parte all’inaugurazione ufficiale de “Il pane del cuore”, con assaggi dei prodotti  tipici appena sfornati.

lunedì 29 aprile 2013

COLDIRETTI: NIENTE MULTE PER LE QUOTE LATTE QUEST’ANNO PER GLI ALLEVATORI ITALIANI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

La terzultima campagna lattiera in cui vige il regime delle quote latte e delle relative “multe” si chiude con il rispetto dei quantitativi massimi attribuiti agli allevatori italiani e quindi senza il superprelievo per le eccedenze produttive. Resta il nodo delle multe pregresse, ma la stragrande maggioranza degli allevatori rispetta le leggi

Scongiurato il rischio multe per le quote latte nella campagna 2012-2013, con la produzione nazionale che dovrebbe rimanere sotto il fatidico tetto dei 10 milioni e 883mila tonnellate assegnato dall’Unione Europea all’Italia, oltre il quale scatta il cosiddetto splafonamento e le sanzioni conseguenti. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che per la prima volta dall’avvio della campagna il monitoraggio delle consegne rettificate da aprile a febbraio registra una diminuzione dello 0,6 per cento. L’andamento - sottolinea la Coldiretti - sembra confermato dai dati rilevati sui controlli funzionali dall’Associazione Italiana Allevatori (Aia) per marzo anche se occorre attendere la rilevazione definitiva di questo ultimo mese della campagna lattiera, affinchè gliallevatori italiani possano tirare un sospiro di sollievo. Dopo le maggiori produzioni del primo trimestre della campagna lattiera, in cui si è assistito ad un notevole aumento delle consegne di circa il 3-4 per cento rispetto al corrispondente periodo scorso anno che aveva provocato un diffuso allarme tra gli allevatori, c’è stata - continua la Coldiretti - una lenta regressione dei livelli produttivi nei mesi da luglio ad ottobre, che ha avuto una decisa accelerata dal mese di dicembre. Il trend di calo è quindi proseguito anche a gennaio e febbraio. Sono le regione del Centro Sud, assieme a Veneto, Friuli ed Emilia Romagna, ad aver garantito il contenimento della produzione, mentre Lombardia, Piemonte e Trentino Alto Adige, pur diminuendo la produzione in questi ultimi mesi, sarebbero ancora - precisa la Coldiretti - fuori dalla propria quota di produzione di latte. Questa - rileva la Coldiretti - e' la terz'ultima campagna lattiera in cui vige il regime delle quote che secondo l’Unione Europea sparirà nel 2015. La questione quote latte - ricorda Coldiretti - è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte. Per ultimo con la legge di stabilita' è stata introdotta una efficace norma per la riscossione coattiva, che prevede di affiancare all'Agea (Agenzia per l’erogazioni in agricoltura) l'esperienza e la capacita' operativa di Equitalia e della Guardia di Finanza. Dei quasi 4.000 milioni dovuti complessivamente per la multa, 1.700 milioni sono stati versati dallo Stato per sanare il periodo 1984-1996. Il prelievo complessivamente richiesto ai produttori per il periodo successivo ammonta a 2.264 milioni di euro, di cui ne sono stati riscossi solo 246 e altri 346 milioni sono in rateizzazione con la legge n. 119/2003. 175 milioni sono ormai irrecuperabili per fallimento, per incapacita' definitiva di versare, per sentenza di annullamento. Restano quindi da riscuotere circa 1.500 milioni, di cui 700 non sono al momento esigibili a causa di sospensive giurisdizionali mentre 800 sono esigibili. L'Agea ha intimato il pagamento del prelievo esigibile ai circa 2.000 produttori coinvolti. 600 di loro devono pagare somme superiori a 300.000 euro, cioe' la gran parte del debito. La stragrande maggioranza dei circa 40mila allevatori presenti in Italia, nel corso degli ultimi anni - conclude la Coldiretti - si è invece messa in regola acquistando o affittando quot.

COLDIRETTI: AUGURI DI BUON LAVORO AL NEO MINISTRO DE GIROLAMO E AL “GIOVANE” GOVERNO LETTA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Salto generazionale importante per il nuovo Governo italiano, il cuiministro più giovane tocca proprio all’agricoltura. L’auspicio di Coldiretti perché sappia cogliere l’importanza e l’innovatività del nostro agro alimentare.

“Facciamo i migliori auguri di buon lavoro al nuovo Ministro delle politiche agricole che siamo certi che con la sua freschezza saprà interpretare al meglio la rivoluzione in atto nell’agricoltura e nel territorio. L’agricoltura e il cibo italiano e cio’ che essi generano in termini di nuove opportunità occupazionali ed economiche, ma anche di qualità della vita, salute, paesaggio e cultura, rappresentano una strada per costruire una Italia migliore e piu’ competitiva nel mondo.” E' quanto afferma il Presidente della Coldiretti Sergio Marini con riferimento al giuramento del nuovo Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo, il piu’ giovane componente dell’Esecutivo. Sin d’ora - continua Marini - assicuriamo la piena e leale collaborazione della Coldiretti, a partire dall’importante negoziato europeo sulla riforma della Politica Agricola Comune in corso a Bruxelles. E’ questa l’occasione - conclude Marini - per ringraziare il Ministro uscente Mario Catania e l’intero Esecutivo Monti per l’impegno e l’assunzione di responsabilità in un momento particolarmente difficile per il Paese.  

GOVERNO: MEDIA DI 53 ANNI, 11 IN MENO DEL PRECEDENTE

Il Governo guidato da Enrico Letta nasce con una età media dei Ministri e del presidente del Consiglio di 53 anni, inferiore di ben 11 anni a quella del Governo precedente (64 anni), ma sale ad un livello record di 7 dicasteri anche la presenza femminile (32 per cento) che poteva contare in precedenza solo su tre Ministri. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che sono ben 23 gli anni che separano il nuovo premier nato il 20 agosto del 1966 dal Senatore a vita Mario Monti che ha da poco spento la candelina dei 70 anni lo scorso 19 marzo. Il Ministro piu’ anziano del precedente esecutivo era - sottolinea la Coldiretti - il responsabile dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda nato nel 1936 mentre il piu’ giovane il Ministro per la Pubblica amministrazione e per la semplificazione Filippo Patroni Griffi nato il 27 agosto 1955. Nel nuovo Esecutivo sul podio del piu’ giovane sale invece Nunzia De Girolamo Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nata il 10 ottobre 1975 mentre il componente piu’ maturo è il Ministro Economia e Finanze Fabrizio Saccomanni. nato il 22 novembre 1942. C’è anche il Ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge nata il 28 agosto 1964 a Kambove nella Repubblica Democratica del Congo, ora cittadina italiana. Da segnalare il fatto che Graziano Delrio presidente dell’Anci essendo nato il 27 aprile 1960 a Reggio Emilia riceve l’incarico di Ministro degli Affari Regionali nel giorno del suo 53esimo compleanno. Se Anna Maria Cancellieri agli Interni, Paola Severino Di Benedetto alla Giustizia e Elsa Fornero al Lavoro e Politiche sociali con delega alle Pari Opportunità erano i volti femminili del precedente esecutivo in quello appena varato sono ben sette: il Ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge nata il 28 agosto 1964, il Ministro Pari Ppportunità, Sport e Giovani Josefa Idem nata il 23 settembre 1964, il Ministro Affari Esteri Emma Bonino nata il 9 marzo del 1948, il Ministro Giustizia Anna Maria Cancellieri nata il 22 ottobre 1943, il Ministro Istruzione, Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza nata il 16 settembre 1965, il Ministro Salute Beatrice Lorenzin nato il 14 ottobre 1971 e il Ministro Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo nata il10 ottobre 1975. L’abbassamento dell’età media dei ministri e la maggiore presenza femminile sono in linea con il rinnovamento avvenuto a seguito delle elezioni nel Parlamento che è il piu’ giovane e con il maggiore numero di donne della storia repubblicana con una età media di deputati e senatori di 48 anni ed il 31 per cento di presenza femminile, secondo l’analisi della Coldiretti. “Siamo di fronte ad una sfida generazionale nella quale ripongono una speranza di cambiamento i troppi giovani in cerca di lavoro in un Paese come l’Italia che ha avuto fino ad ora la classe dirigente piu’ vecchia in Europa ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel fare gli auguri di buon lavoro al Premier Enrico Letta, al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo e all’intero Esecutivo".

LA CARTA D’IDENTITA’ DEL NUOVO GOVERNO 

Presidente del Consiglio Enrico Letta nato il 20 agosto del 1966
Vicepresidente e Ministro Interno Angelino Alfano nato il 31 ottobre 1970
Ministro Affari Europei Enzo Moavero Milanesi nato il 17 agosto 1954
Ministro Affari Regionali e Autonomie Graziano Delrio nato il 27 aprile 1960
Ministro Coesione territoriale Carlo Trigilia nato il 18 giugno 1951
Ministro Rapporti con il Parlamento e coordinamento governo Dario Franceschini nato il 19 ottobre 1958 Ministro delle Riforme istituzionali Gaetano Quagliariello nato il 23 aprile 1960
Ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge nata il 28 agosto 1964
Ministro pari opportunità, sport e giovani Josefa Idem nata il 23 settembre 1964
Ministro Pubblica amministrazione e semplificazione Gianpiero D'Alia nato il 22 settembre 1966
Ministro Difesa Mario Mauro nato il 24 luglio 1961
Ministro Affari Esteri Emma Bonino nata il 9 marzo del 1948
Ministro Giustizia Anna Maria Cancellieri nata il 22 ottobre 1943
Ministro Economia e Finanze Fabrizio Saccomanni. nato il 22 novembre 1942
Ministro Sviluppo Economico Flavio Zanonato nato il 24 luglio 1950
Ministro delle Infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi nato il 3 ottobre 1959
Ministro Politiche Agricole Nunzia De Girolamo nata il 10 ottobre 1975
Ministro Ambiente, territorio e mare Andrea Orlando nato l'8 febbraio 1969
Ministro Lavoro e politiche sociali Enrico Giovannini nato il 6 giugno 1957
Ministro Istruzione, Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza nata il 16 settembre 1965
Ministro Beni e Attività Culturali Massimo Bray nato l’11 aprile 1959
Ministro Salute Beatrice Lorenzin nata il 14 ottobre 1971

COLDIRETTI: GRAVE IL RITARDO NELL’EROGAZIONE DEI FONDI PER IL FERMO PESCA 2012. A RISCHIO LA FLOTTA ITALIANA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Solo il 20% delle imprese di pesca liquidate per i quattro mesi di fermo dell’attività dell’estate 2012 e mancata erogazione della cassa integrazione, rischiano di “affondare” la flotta peschereccia italiana.

Flotta italiana a rischio con i pagamenti dei fondi alle imprese di pesca che hanno effettuato il fermo biologico nel 2012 bloccati da quattro mesi. A denunciarlo è la Coldiretti Impresa-Pesca in occasione del varo del nuovo Governo, nel sottolineare che il problema di questi debiti dello Stato si somma a quello della mancata erogazione della cassa integrazione straordinaria ai marinai imbarcati sui pescherecci che hanno rispettato lo stop alle attività di pesca nell’estate scorsa. Ad oggi non sono state liquidate più del 20 per cento delle imprese che hanno diritto al premio. In questa situazione di totale incertezza – sottolinea Coldiretti Impresa Pesca - difficilmente si potrà nuovamente parlare e ragionare di fermo tecnico per l’anno 2013. Al momento è pensabile effettuare il fermo solo con la chiusura delle aree di ripopolamento senza il blocco delle imbarcazioni, le quali non potranno più sopportare prolungati periodi di inattività se non debitamente e tempestivamente sostenuti. Dovranno anche essere chiarite alcune strane situazioni verificatesi nei pagamenti del fermo 2012 nello scorso mese di dicembre, dove compartimenti marittimi, che hannoconcluso il fermo con anticipo su altri, si sono visti non pagare il premio alle imprese (è il caso del Friuli Venezia Giulia e dell’Emilia-Romagna),l tutto a vantaggio e di compartimenti situati in seconda fascia. Un problema che ha fortemente penalizzato i compartimenti del nord Adriatico. Fa eccezione la questione del compartimento di Pescara il quale ha una situazione del tuttoparticolare. Il settore resta in attesa di conoscere dall’amministrazione i tempi di appostamento delle risorse sui capitoli di spesa e le indicazioni circa l’evasione delle pratiche dello scorso anno. La flotta italiana conta - conclude Coldiretti Impresa Pesca – 13.500 imbarcazioni..

ASSOCIAZIONE PISCICOLTORI (CONFAGRICOLTURA) AL MINISTRO DE GIROLAMO: “LA RIUNIONE DEL 9 MAGGIO OCCASIONE PER APPROFONDIRE LE TEMATICHE DELL’ACQUACOLTURA, SETTORE DA VALORIZZARE E RILANCIARE”

Fonte: Confagricoltura

L’Associazione Piscicoltori italiani (API) di Confagricoltura formula al ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, nel giorno del suo insediamento, i migliori auguri di buon lavoro. “Dopo anni di crescita costante del comparto del pesce d’allevamento – afferma l’API – il 2012 ha segnato una battuta d’arresto nella produzione. E’ un segnale d’allarme che va colto. Molte sono le scadenze che attendono i piscicoltori e la convocazione al ministero, il prossimo 9 maggio, per il piano triennale 2013/2015 è l’occasione per riconoscere l’importante ruolo dell’acquacoltura nazionale”. Per i piscicoltori di Confagricoltura va finalmente riconosciuto all’acquacoltura la sua importanza all’interno del settore agroalimentare. I produttori ricordano gli appuntamenti più urgenti che attendono il ministro, a partire dalla riforma della politica comune della pesca alla revisione dell’Organizzazione comune di mercato (OCM) del settore: “Fondamentale e urgente è la definizione dei nuovi strumenti di sostegno 2014/2020 del Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca (FEAMP), la cui dotazione è ripartita tra gli Stati membri in funzione del rilievo del settore della pesca di ciascun paese e per il quale vanno avviate le procedure attuative per l’Italia”. “L’allevamento ittico ha un ruolo prezioso in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale soprattutto nelle aree marginali. Siamo fiduciosi che il ministro De Girolamo, a cui offriamo la nostra piena collaborazione – conclude l’Api – saprà dare all’acquacoltura, settore trainante all’interno del comparto ittico nazionale, tutta l’attenzione necessaria perché possa riuscire ad invertire la congiuntura economica negativa, continuare a mantenere occupazione e creare nuovi posti di lavoro”.

martedì 23 aprile 2013

IERI 22 APRILE A PARMA L’ASSEMBLEA DEL DISTRETTO DEL POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA.

Fonte: Distretto del Pomodoro da Industria - Nord Italia  

All’Assemblea dell’OI del Distretto del Pomodoro è stata ribadita la linea di coesione della filiera del pomodoro del Nord Italia. Confermate le Regole Condivise per la campagna 2013.

L’Assemblea del Distretto del Pomodoro del Nord Italia si è svolta il 22 Aprile a Parma con la partecipazione dei rappresentanti dei 61 soci dell’OI. L’Assemblea ha approvato il rendiconto finanziario per l’anno 2012 e quello preventivo per il 2013 che prevede un incremento delle risorse legato allo sviluppo ed al potenziamento delle attività che l’OI intende svolgere per l’anno in corso. L’Assemblea ha anche approvato il documento programmatico di indirizzo delle attività di ricerca e sperimentazione nel settore del pomodoro elaborate dal gruppo di lavoro del Distretto, che riunisce i rappresentanti della produzione e trasformazione del pomodoro ed i rappresentanti degli enti di ricerca presenti sul territorio. Il gruppo di lavoro dell’OI ha elaborato un documento per il coordinamento e riorganizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione, che verranno svolte con l’intervento tecnico degli enti di ricerca e col supporto economico degli enti pubblici, delle Organizzazioni dei Produttori, delle imprese di trasformazione e delle ditte sementiere. L’OI si pone come soggetto di indirizzo e di coordinamento delle attività dei diversi soggetti interessati, con l’obiettivo di migliorare l’utilizzo delle risorse pubbliche, che sono sempre meno, evitando sovrapposizioni e duplicazioni e proponendo l’intervento degli operatori della filiera con proprie risorse laddove quelle pubbliche non siano sufficienti a coprire i costi di attività giudicate strategiche per il settore del pomodoro. Il Presidente Pier Luigi Ferrari ha sottolineato, in merito, come “il Distretto del Pomodoro possa essere l’organismo idoneo per coniugare e ponderare le necessità dell’intera filiera riguardo le attività di ricerca e sperimentazione in quanto unisce e rappresenta la parte agricola, la parte industriale e le istituzioni pubbliche connesse al settore”. Ferrari ha in particolare evidenziato la proficua attività svolta dal Gruppo di lavoro che ha già portato ad uniformare i Disciplinari di Produzione Integrata nelle regioni del nord Italia. L’Assemblea ha inoltre approvato il documento delle Regole Condivise, nella sua formulazione integrata ed aggiornata per lo svolgimento della campagna 2013 per il pomodoro da industria nel Nord Italia. In chiusura dell’Assemblea il Presidente Pier Luigi Ferrari ha ringraziato “le parti agricole, industriali e cooperative per aver raggiunto un accordo per la campagna del pomodoro 2013 che, pur ottenuto dopo un lungo ed estenuante confronto ad evidenziare le perduranti difficoltà economiche che sta attraversando il settore, costituisce un grande risultato per l’intera filiera del pomodoro del Nord Italia, e consente di mantenerla unita per affrontare le sfide della globalizzazione e dei mercati, dando valore ad un territorio e ad una filiera di qualità del nostro made in Italy”.

lunedì 22 aprile 2013

COLDIRETTI: CONTINUA IL MALTEMPO ED ARRIVA ANCHE LA PRIMA GRANDINE NEL FERRARESE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Oltre alle intense piogge delle scorse settimane, anche ieri e oggi si sono registrate intense precipitazioni piovose che hanno ulteriormente rallentato o bloccato i lavori che faticosamente si stava cercando di riprendere nelle nostre campagne. E’ quindi di nuovo stop per preparazione dei terreni, semine e trattamenti, con ulteriore dilatarsi dei tempi per la messa a coltura delle produzioni del 2013, che si sta confermando un anno sino ad ora di piovosità eccezionale. E purtroppo è arrivata anche la grandine, che ha interessato a più riprese alcune zone della nostra provincia, in particolare tra Berra ed il copparese, danneggiando le colture frutticole non protette dalle reti, con danni evidenti ai frutticini in allegagione ed ai fiori che dovrebbero diventare frutti. Nelle prossime ore sarà possibile la prima valutazione dei danni, che si sommano alle difficoltà ed ai ritardi (almeno 50 giorni in media) delle operazioni colturali nella nostra provincia.

PAC, CATANIA: CONVERGENZA INTERNA PUNTO FONDAMENTALE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “La Convergenza interna è per noi un punto assolutamente determinante, è necessaria una maggiore flessibilità su questo punto ed il trilogo dovrà tenerne conto. Dobbiamo mantenere la necessaria tutela per i piccoli agricoltori, perché anche nel nuovo regime sia mantenuta una clausola di salvaguardia a 5000 euro, oltre la quale potranno essere effettuate le riduzioni in caso di applicazione della disciplina finanziaria, in modo da proteggere da eventuali tagli chi si trovi al di sotto di questa soglia”. Queste le parole del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania a margine del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Unione europea in corso in Lussemburgo. “In merito al regolamento transitorio – ha proseguito Catania – è necessario fare chiarezza sui tempi legati ad alcune scelte che riguardano l’applicazione del nuovo regime di aiuti, come regionalizzazione, convergenza interna, aiuti accoppiati, prima assegnazione dei titoli. Un posticipo dei tempi entro i quali lo stato membro deve effettuare le sue scelte in queste materie sarebbe opportuno. Inoltre auspichiamo un’adeguata flessibilità per i programmi di sviluppo rurale nel passaggio dalla vecchia alla nuova programmazione”. “Continuiamo a ribadire alla Commissione – ha concluso il Ministro – l’opportunità di proseguire nell’attuazione del programma di aiuti alimentari agli indigenti nell’ambito della PAC anche per l’anno 2014.”

CSO: PAOLO BRUNI CONFERMATO ALLA PRESIDENZA PER IL PROSSIMO TRIENNIO

Fonte: Centro Servizi Ortofrutticoli

Il CSO, riunito in Assemblea elettiva, dopo aver eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio 2013/2016, ha confermato la carica di Presidente al Cavalier Paolo Bruni. Il CSO Centro Servizi Ortofrutticoli, con sede a Ferrara è una società cooperativa dedicata al settore ortofrutticolo unica in Italia. Nata nel 1998 per volontà di nove importanti aziende ortofrutticole emiliano romagnole, oggi conta l’adesione di 66 soci, distribuiti su tutto il territorio nazionale, dalla Sicilia al Piemonte. La base sociale è rappresentata da Organizzazioni di Produttori, imprese private e cooperative di produzione a cui si sono aggiunti, un anno fa altri soci rappresentanti della filiera , dai macchinari, alle tecnologie al packaging, ai trasporti, ai servizi al credito oltre che da ultimo a Macfrut, la più importante Fiera italiana a Cesena che si svolgerà il 25.-26-27 settembre 2013. Il CSO è un tavolo comune attorno al quale siedono aziende concorrenti per realizzare progetti insieme. E’ una realtà che non trova uguali in Italia e che in questi anni di attività si è sempre più specializzata nel fornire servizi tecnici alle imprese ortofrutticole in grado di creare valore. Il CSO fornisce da sempre informazioni statistiche tempestive e aggiornate sulle produzioni, sui mercati e sui consumi di ortofrutta, gestisce direttamente progetti di promozione in Europa, in Russia, in USA, in Canada e in Giappone per favorire la conoscenza delle specificità della nostra ortofrutta. Gestisce inoltre direttamente progetti di promozione delle IGP Pesca e nettarina di Romagna, Pera dell’Emilia Romagna e Asparago di Altedo. Da due anni circa CSO ha attivato una sezione interna dedicata alla internazionalizzazione nell’ambito della quale vengono realizzate numerose e importanti iniziative commerciali per individuare i nuovi mercati di sbocco dell’ortofrutta italiana e della filiera ad essa correlata. Grazie ad un apposito accordo con il Mipaaf CSO è inoltre coordinatore nazionale per l’apertura delle barriere fitosanitarie ed è recente la notizia dell’apertura del kiwi in Corea del Sud così come sarà imminente quella delle pomacee negli USA nell’ambito della quale il Centro Servizi sta lavorando in stretta sinergia con Assomela per raggiungere al più presto i risultati sperati. “ E’ di sinergia appunto che voglio parlare – dichiara il neo eletto Presidente CSO Paolo Bruni - la forza del CSO è infatti sempre stata quella di avere una base sociale importante e motivata, composta da imprese leader del settore in Italia che, pur essendo concorrenti sui mercati, trovano in CSO un tavolo comune attorno al quale individuare strategie per valorizzare il settore. Ritengo – ribatte Bruni - che nel prossimo futuro dovremo sempre di più far sinergia soprattutto per affrontare il mercato globale con il quale è indispensabile che il settore si rapporti. Il CSO del prossimo triennio sarà sempre di più al servizio delle imprese, su tutto il territorio nazionale per migliorare la competitività dell’ortofrutta italiana sui mercati di tutto il mondo”.

Consiglieri eletti:
Bruni Paolo Presidente
Manzo Carlo
Bellò Cesare
Tamanti Mario
Maldini Giuseppe
Garbuglia Alberto
Mordenti Egidio
Bertaiola Fausto
Chiesa Gabriele
Crivellaro Fidenzio
Magnani Ennio
Termanini Giuseppe
Grossi Mauro
Mazzoni Mario
 Drei Pierluigi
Neri Patrizio
Graziani Roberto
Benedetti Angelo
Falconi Vincenzo
Romagnoli Giulio
Vernocchi Davide

Sindaci eletti:
Argentini Luigi Presidente
Salomoni Maurizio Sindaco Effettivo
Scarpellini Domenico
Sindaco Effettivo
Faveri Roberto Sindaco Supplente
Carandina Emilio Sindaco Supplente

CIA FERRARA: COLLABORARE PER CRESCERE

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

La Cia di Ferrara promuove lo strumento delle reti di imprese, una modalità di collaborazione tra aziende agricole che potrebbe portare molti vantaggi.

Collaborare per ottenere prezzi adeguati nell’acquisto di fattori produttivi, mettere in comune le esperienze e avere una maggiore forza sui mercati nazionali e internazionali, in due parole: fare rete. La Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara ha incontrato gli imprenditori agricoli, soprattutto under 40, per discutere della possibilità di creare sul territorio delle reti di imprese. Obiettivo dell’associazione è quello di far conoscere, anche attraverso la parola di esperti del settore, questa modalità di collaborazione tra aziende che potrebbe diventare, soprattutto in tempi di crisi, una soluzione concreta alle difficoltà delle singole realtà produttive. Nei prossimi mesi la Cia sarà a disposizione per incontrare tutte le imprese che vorranno unirsi e creare una rete, uno strumento ancora poco utilizzata nel mondo agricolo ferrarese. Sono molti i vantaggi competitivi e gestionali che derivano all’unire una serie di aziende agricole in una rete, primo fra tutti la possibilità di creare un unico soggetto con potere contrattuale maggiore. Perché una rete di imprese – in base alla L. 122 del luglio 2010 – è sancita da un contratto che, come dice la legge stessa, “unisce più imprenditori che perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato..”. Un contratto che non ha i vincoli di una società vera e propria e nemmeno i suoi costi e prevede unicamente un piccolo investimento iniziale che va a costituire il fondo patrimoniale della rete. Uno strumento snello ed efficace, dunque, che consente alle imprese di mantenere potere decisionale nella gestione interna e, allo stesso tempo, di porsi nei confronti di fornitori e mercati in maniera completamente diversa. «Le reti d’impresa in agricoltura – spiega Lorenzo Boldrini presidente provinciale di Cia Ferrara a margine di un incontro con le imprese associate – sono una possibilità davvero interessante che la nostra associazione sta promuovendo tra gli imprenditori. Per uscire dall’isolazionismo e dalle difficoltà di ricavare un reddito adeguato, le aziende devono entrare nell’ottica della collaborazione non solo casuale ma continuativa. Aderire ad una rete d’imprese significa, ad esempio, andare dal rivenditore di prodotti agricoli ed ottenere prezzi più bassi; poter acquistare e utilizzare attrezzature e macchine moderne che migliorano il lavoro in azienda ed avere una massa critica di prodotto adeguata alla commercializzazione, magari anche su mercati che erano prima preclusi come quello della Grande Distribuzione o dell’export. Un altro aspetto positivo – conclude Boldrini – è l’indipendenza patrimoniale e decisionale che ogni azienda mantiene all’interno della rete, fattore che consente una mobilità assoluta verso l’interno o l’esterno. La nostra associazione si propone, nei prossimi mesi, di diventare un punto di riferimento per tutte le aziende, e ci rivolgiamo soprattutto ai giovani, che vorranno cogliere questa importante occasione competitiva.»

COLDIRETTI: NELLA GIORNATA DELLA TERRA, L’ITALIA FESTEGGIA CON – 15% DI TERRENI COLTIVABILI IN VENT’ANNI



FONTE: COLDIRETTI

Si riducono le superfici coltivabili italiane, cresce la sensibilitàambientale dei cittadini che ogni giorno sostengono la spesa a Km zero. Serve la “cultura del territorio” per difendere la terra fertile dalla cementificazione e dall’abbandono, per un modello di sviluppo diverso e più sostenibile.
  
L’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo. E’ l’allarme lanciato dalla  Coldiretti in occasione dell’Earth day, la “giornata della Terra” al quale partecipa attivamente quest’anno la Fondazione Campagna Amica alla quale fa riferimento la rete di settemila aziende, mercati degli agricoltori e botteghe che offrono cibi e bevande a chilometri zero e annullano l’impatto negativo sul clima provocato dai trasporti.

Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che in Italia - sottolinea la Coldiretti - oltre 5 milioni di cittadini si trovano  in zone esposte al pericolo di frane e alluvioniche riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale. Ad aumentare è anche - precisa la Coldiretti - la dipendenza degli italiani all’estero per l’approvvigionamento alimentare con  la produzione nazionale che nel 2012 è stata in grado di garantire appena il 75 per cento del fabbisogno alimentare degli italiani.  Il rischio in questo caso - denuncia la Coldiretti - è quello di un aumento delle importazioni con effetto sull’ambiente per l’impatto climatico dei trasporti ma anche sulla salute dei cittadini con l’arrivo di alimenti di diversa qualità spesso spacciati come Made in Italy.

Per proteggere il territorio ed i cittadini che vi vivono e garantirsi una adeguata disponibilità di cibo nel tempo l’Italia - sostiene la Coldiretti - deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola. Se nella classe dirigente è mancata la cultura del valore dell'agroalimentare, della salvaguardia del territorio e del cibo che è una delle poche leve per tornare a crescere, lasensibilità negli ultimi anni è profondamente cresciuta tra i cittadini che – sostiene la Coldiretti - sempre piu’ spesso sostengono con le proprie scelte di acquisto l’agricoltura ed i prodotti locali del territorio.

 Sono ventuno milioni gli italiani che nell’ultimo anno hanno fatto la spesa “salva clima” nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove sono stati acquistati prodotti a chilometri zero prodotti del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. Nei mercati di campagna Amica  vengono contenuti gli sprechi diimballaggi con l’offerta, ad esempio, di latte sfuso, sono banditi gli ogm e sono messi a disposizione spesso servizi di consegna a domicilio soprattutto per gli anziani. La spesa “salva clima” degli italiani nei mercati degli agricoltori ha ridotto di 98 milioni di chili l’anidride carbonica ad effetto serra emessa nell’atmosfera.

“Fermare la cementificazione e il degrado del territorio, impedire la contaminazione transgenica e  l’inquinamento industriale, offrire alimenti sicuri e genuini  ma soprattutto affermare e trasmettere alle nuove generazioni un modello di sviluppo diverso e piu' sostenibile  è l’impegno degli agricoltori italiani per la giornata della terra" E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "a preservare la gran parte della superficie territoriale italiana ci sono le aziende agricole, prime al mondo per rispetto ambientale, sostenibilità sociale e per sicurezza alimentare.”

venerdì 19 aprile 2013

LA PESCHICOLTURA ITALIANA PUNTA ALLA QUALITÀ: INNOVAZIONE VARIETALE E BUONA DISTRIBUZIONE TERRITORIALE

Fonte: Cso - Centro Servizi Ortofrutticoli

Nel pieno delle fioriture di pesche e nettarine è certamente troppo presto per fare previsioni sulla prossima campagna; proprio in questi giorni, oltralpe, a Perpignan, si organizza Europech, un momento d'incontro tra operatori europei per discutere le stime produttive di albicocche, pesche e nettarine. Fare previsioni con tanto anticipo è un esercizio più teorico che pratico tanto più quest'anno, caratterizzato da un andamento climatico particolare che ha rallentato notevolmente il ciclo vegetativo delle piante sia al Nord che al Sud dell'Italia. Il CSO, invitato annualmente a prendere parte attiva al Convegno francese, in quella sede presenterà indicazioni sull'andamento delle colture in Italia, evidenziando che si tratta di semplici valutazioni che tengono conto solo dello stato attuale delle colture; per poter effettuare una previsione di produzione statisticamente corretta è necessario infatti conoscere i fattori climatici e agronomici che caratterizzeranno i giorni a venire. CSO, come di consueto, effettuerà le previsioni di produzione ufficiali a livello nazionale, sulla base di una rilevazione oggettiva sulla carica dei frutti, a diradamento avvenuto. Tali dati solitamente sono disponibili attorno alla metà di maggio per le regioni meridionali e entro i primi giorni di giugno per le regioni più settentrionali, a seconda della stagionalità. Al momento le indicazioni italiane su pesche e nettarine evidenziano un aspetto positivo importante e cioè la scalarità di maturazione delle principali aree a maggior concentrazione peschicola, con conseguente normale distribuzione dei calendari di produzione; tale situazione sembra quindi metterci al riparo dalle pericolose sovrapposizioni di produzione che hanno causato, in alcune annate, concentrazioni eccessive di offerta. Le fioriture delle piante di pesche e nettarine al momento sono regolari in tutto il territorio nazionale a differenza di quanto sembra essersi verificato per gli albicocchi, dove invece si sono rilevati alcuni danni da freddo e da pioggia in piena fioritura, con prevedibile calo di produzione che sarà in parte compensato dall’incremento degli impianti in produzione. Per quanto riguarda le superfici investite a pesche e nettarine a livello nazionale non si notano significative variazioni. In alcune aree la peschicoltura sembra mostrare una certa tenuta degli investimenti, in altre una lieve tendenza a ridurli, accompagnata in entrambi i casi da un’interessante specializzazione per aree vocate. L’offerta appare maggiormente caratterizzata da varietà innovative ad alto valore qualitativo, più apprezzate dai consumatori per l'elevata pigmentazione della buccia, l'ottimo grado zuccherino, la succosità. Il panorama varietale rinnovato e la specializzazione in aree ad alta vocazionalità saranno in grado di dare alla nostra peschicoltura una immagine nuova anche sui mercati internazionali.

IMPRESE, CONFAGRICOLTURA: “LA CHIUSURA DELLE AZIENDE AGRICOLE E’ SEGNALE DI RIORGANIZZAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE. PREOCCUPANO PERÒ LE DIFFICOLTÀ DI MOLTE AZIENDE MEDIO-GRANDI”

Fonte: Confagricoltura

Nel bilancio della nati-mortalità delle imprese, l’agricoltura è il settore produttivo che ha il saldo negativo maggiore (-13.106 unità), in linea con una tendenza ormai di lungo periodo. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati del Rapporto Unioncamere relativi all’apertura-chiusura delle attività imprenditoriali nel primo trimestre 2013. “I dati Unioncamere pongono in evidenza che è in atto, e da tempo, una profonda razionalizzazione e riorganizzazione del settore agricolo – osserva Confagricoltura -. Però rivela anche lo stato di sofferenza in cui si trovano ad operare tante imprese agricole, anche di medie-grandi dimensioni, che non trovano margini di redditività, strette tra costi produttivi insostenibili, ricavi non remunerativi e mercato interno in flessione per il calo dei consumi”. Ad avviso di Confagricoltura “servono con urgenza politiche per il lavoro, il credito, l’innovazione, la concorrenza, che permettano alle imprese agricole di strutturarsi, rafforzarsi e puntare sull’internazionalizzazione”.

giovedì 18 aprile 2013

ISTAT, CONFAGRICOLTURA: “L'ABUSO DI ALCOL E' DANNOSO PER LA SALUTE PERO' NON SI CONFONDA TRA SUPERALCOLICI E VINO CHE, SE CONSUMATO IN MODO MODERATO, FA BENE”

Fonte: Confagricoltura

 “Bere senza eccessi, bere buoni vini ottenuti con le giuste tecniche, non a digiuno - ma insieme ad un bel piatto di pasta, cereali e verdure, piatti tipici della nostra dieta mediterranea - non solo fa meno male dei superalcolici, ma fa anche bene alla salute”. Lo sottolinea Confagricoltura, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat sull’uso e sull’abuso di alcol in Italia, da cui emerge che aumenta la quota di quanti bevono fuori dai pasti e contemporaneamente come stia cambiando il tipo di bevande consumate: meno vino e birra, più aperitivi alcolici, superalcolici e binge drinks. Confagricoltura mette in evidenza i primi risultati, inediti, di uno studio condotto dal CRA vitivinicolo di Conegliano insieme alla Sezione di Nutrizione Umana dell'Università degli Studi di Tor Vergata di Roma, anticipato dall’Organizzazione degli imprenditori agricoli al recente Vinitaly. Lo studio dimostra, in modo scientifico, che il vino non solo non fa male alla salute, ma che, se fatto seguendo le opportune tecniche di produzione, bevuto in modo moderato e abbinato a determinati alimenti, fa bene. I ricercatori hanno individuato alcuni modelli di intervento nel vigneto e in cantina, che hanno consentito di aggiungere al vino un nuovo valore qualitativo, legato al potere salutistico di alcuni composti presenti naturalmente nell’uva, di cui si può indurre una maggior sintesi naturale. Lo studio – osserva Confagricoltura - ha anche esaminato gli effetti fisiologici dell'uomo legati all'assunzione di vino, rilevando enormi differenze, non più trascurabili in futuro, fra consumo a digiuno o durante un pasto. E non un pasto qualsiasi, ma alla base dei nostri prodotti più tipici, quelli della dieta mediterranea. Sono stati analizzati i diversi effetti del consumo dei vini sull’organismo umano quando avviene in abbinamento a vari alimenti. Alcuni cibi, infatti, sono in grado di attivare geni che portano a detossificare l'organismo. Se poi questi alimenti vengono accompagnati a vini più ricchi di micronutrienti salutari il risultato è potenziato”. “Se, dunque, non dobbiamo stancarci di ripetere che l’abuso di alcol è fortemente dannoso alla salute – ribadisce Confagricoltura - è altrettanto vero che si fa spesso troppa confusione tra vino, superalcolici e binge drinks, dimenticando che nel vino sono contenute anche sostanze nutrizionali e salutari e che nel consumarlo sono fondamentali anche abitudini e comportamenti”.

POSITIVA LA CAMPAGNA DELL’ORTOFRUTTA AUTUNNALE DI TERREMERSE

Fonte: Ufficio Stampa Terremerse  

La Cooperativa ha liquidato oltre 43 mila ql. di prodotto fra susine Angeleno, kaki, pere William e zucche, per un totale di € 1.445.000 erogato ai Soci

Con la liquidazione ai Soci conferenti si e conclusa la campagna di commercializzazione dell’ortofrutta autunnale (susine Angeleno, kaki, pere William e zucche) di Terremerse «che possiamo valutare complessivamente in maniera positiva e con un andamento migliore rispetto alla produzione di ortofrutta estiva» dichiara Egidio Mordenti, Direttore Ortofrutta della Cooperativa. «Terremerse ha liquidato 20.749 ql. di pere William, 11.569 ql. di susine Angeleno, 8.696 ql. di kaki e 2.350 ql. di zucche, per un totale complessivo di 43.364 ql. di ortofrutta autunnale. La liquidazione complessiva erogata ai Soci e stata pari a € 1.445.000 – precisa Mordenti - Le produzioni sono state influenzate dall’andamento anomalo dell’estate che ha causato molte difficoltà nell’assicurare idonei apporti idrici alle colture.» Le susine Angeleno hanno registrato un aumento del 35% di quantità conferita rispetto al 2011 e la media di liquidazione della prima (calibro 40 +) e stata pari a € 0,42/Kg. Per il prodotto integrato e € 1,00/Kg. per il prodotto biologico. L’andamento stagionale e stato avverso in pre-raccolta per le abbondanti e prolungate piogge di inizio settembre e questo aveva creato timori per la tenuta del prodotto nella campagna commerciale. Tuttavia i risultati finali si possono considerare soddisfacenti. Le pere William hanno registrato un calo produttivo del 35% e questo ha sicuramente aiutato l’andamento di mercato che e stato buono per il prodotto da fresco e sufficiente per la destinazione industriale. Il prezzo medio di liquidazione del prodotto di I° per il mercato fresco è stato pari a € 0,53/Kg. per il prodotto integrato e di € 0,88/Kg. per il prodotto biologico. I kaki hanno registrato un calo di produzione del 35% e l’andamento commerciale e stato buono per il kako tipo (Loto di Romagna) e sufficiente (comunque inferiore alle attese) per il Rojo Brillante. Il kako tipo ha avuto un prezzo medio di liquidazione per la prima 22 oltre di € 0,52/Kg. per il prodotto integrato e di € 0,68/Kg. per il prodotto biologico. Il Rojo Brillante ha avuto un prezzo medio di liquidazione per la prima 22 oltre di € 0,46/Kg. per il prodotto integrato e di € 0,62/Kg. per il prodotto biologico. Gli ettari seminati a zucche sono diminuiti del 35% rispetto al 2011 e di conseguenza sono diminuite anche le quantità conferite. La Cooperativa commercializza un prodotto prevalentemente destinato alla trasformazione industriale e quindi i prezzi non si discostano di molto nel corso degli anni. Nel 2012 il prezzo medio liquidato per le zucche Violine e stato pari a € 0,14/Kg per il prodotto integrato e € 0,32 per il prodotto biologico. E zucche di varieta Delica sono state liquidate a € 0,25 per il prodotto integrato e € 0,42 per il prodotto biologico. Questo andamento dei prezzi e stato superiore di circa il 20/30% rispetto alle medie degli ultimi anni.

mercoledì 17 aprile 2013

ACCORDO POMODORO DA INDUSTRIA NORD ITALIA: PER CONFAGRICOLTURA AMARA LA FIRMA PER LA CAMPAGNA 2013

Fonte: Confagricoltura

Non piace a Confagricoltura l’accordo quadro sul pomodoro da industria raggiunto dopo un’estenuante braccio di ferro. “Nonostante le ripetute richieste della parte agricola di arrivare ad una sigla dell’accordo quadro 2013 in tempi ragionevoli, anche quest’anno la firma è stata apposta fuori tempo massimo. Ma a rendere la delusione ancora più cocente è il risultato ottenuto dal mondo della produzione, che è riuscita a spuntare solo 86 euro per tonnellata inclusi i servizi”. “Purtroppo – prosegue Confagricoltura - nonostante il lieve incremento dei prezzi registrato rispetto alla campagna precedente, che si era chiusa a 84 euro per tonnellata, gli imprenditori agricoli anche quest’anno percepiranno un prezzo insufficiente a coprire i costi di produzione”. Fortemente critico il presidente della Federazione Nazionale pomodoro da industria di Confagricoltura, Marco Nicastro: “Non è pensabile che, anche quest’anno, gli agricoltori debbano registrare ulteriori perdite nel proprio bilancio aziendale. Se il pomodoro è uno dei simboli indiscussi del made in Italy il merito è soprattutto di chi lo produce e non solo di chi lo trasforma; per cui o si mette in campo una strategia di filiera che possa essere remunerativa per tutti gli operatori, altrimenti non posso far altro che consigliare, a chi è ancora in tempo, di non produrre pomodoro”.

martedì 16 aprile 2013

POMODORO DA INDUSTRIA, FIRMATO L'ACCORDO QUADRO 2013. PER I PRODUTTORI UN AUMENTO DEL PREZZO FINALE DEL 5%. RABBONI: SODDISFAZIONE PER L'INTESA FATICOSAMENTE RAGGIUNTA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Ora la filiera del pomodoro può affrontare compatta la nuova campagna

“Esprimo soddisfazione per l’intesa, faticosamente raggiunta, tra agricoltori ed industriali sul prezzo del pomodoro 2013. Non tutte le aspettative hanno trovato accoglimento. Tuttavia se si considerano le distanze iniziali, le difficoltà economiche che gravano su entrambe le componenti produttive, il calo dei consumi e la crescente concorrenza extra-UE l’esito è positivo perché offre a tutti la certezza di un contratto e di un prezzo minimo. La filiera del pomodoro, vera eccellenza emiliana, può dunque affrontare compatta la nuova campagna. Mi auguro che per il 2014 si possa giungere ad un contratto migliorativo ed anticipato nei tempi”. E’ il commento dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni sull’accordo quadro per il pomodoro da industria firmato ieri a Parma tra le Organizzazioni dei Produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione aderenti ad AIIPA e CONFAPI. Valido per la campagna 2013, l’accordo permetterà a tutti i produttori del nord Italia di poter contare sulle stesse condizioni di mercato e in particolare su un incremento del prezzo finale corrisposto di circa il 5%, a riconoscimento del forte aumento dei costi di produzione, che già lo scorso anno ha ridotto notevolmente la redditività per le imprese agricole. Tra gli elementi dell’intesa anche una diminuzione delle penalità legate a eventuali difetti del prodotto, la conferma dell’obbligo del rispetto dei disciplinari di produzione integrata, l’introduzione dei tempi massimi di pagamento previsti dall’art.62 del decreto liberalizzazioni.

STABILITO IL PREZZO 2013 DEL POMODORO DA INDUSTRIA: SONO I PRODUTTORI ANCORA UNA VOLTA A FARSI CARICO DELLE DIFFICOLTÀ DELLA FILIERA

Fonte: Confagricoltura

Ieri a tarda notte è stato raggiunto l'accordo tra le Industrie di Trasformazione e le Organizzazioni di Produttori che fissa il prezzo del pomodoro da Industria per il 2013 a 86 €/t inclusi i servizi, migliorativo sulla carta rispetto agli 84 del 2012 ma non soddisfacente per i produttori che ancora una volta si fanno carico delle difficoltà della filiera. “Il lungo ed estenuante percorso seguito dalle rappresentanze per giungere ad un accordo sul prezzo che non copre neanche i costi produttivi e modifica nuovamente i parametri qualitativi – sottolinea Confagricoltura Emilia Romagna – manifesta in maniera inequivocabile che il modello di contrattazione attuale nel suo complesso va rivisto radicalmente”. “Non è più accettabile – continua l'organizzazione professionale regionale – arrivare ogni anno in prossimità dei trapianti senza un accordo siglato. Dobbiamo essere tutti consapevoli che per affermarsi sui mercati internazionali, bisogna operare in maniera unitaria e strategica all'interno della filiera: nessuna industria può operare senza la disponibilità del pomodoro italiano”. “E’ necessario pertanto – conclude Confagricoltura Emilia Romagna - rafforzare il sistema di filiera del pomodoro da Industria e valorizzare di fatto le produzioni nazionali. Questa ennesima esperienza deve condurre alla definizione di nuovi modelli di contrattazione partendo dagli strumenti di confronto già a disposizione, primo fra tutti l’Interprofessione”.

COLDIRETTI: L’ACCORDO 2013 PER IL POMODORO E’ INSUFFICIENTE, FUORITEMPO E SENZA RINNOVAMENTO

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Severo il giudizio di Coldiretti sull’accordo siglato ieri, ancora pieno di tecnicismi e balzelli che drenano remunerazione alle imprese agricole.

Fuori tempo massimo e senza un reale rinnovamento. Questo è il giudizio di Coldiretti Emilia Romagna sull’accordo 2013 del pomodoro da industria siglato tra le parti agricola e industriale in Emilia Romagna. “Siamo arrivati ancora una volta in ritardo – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – e nonostante questo non siamo stati capaci di realizzare quella necessaria rivoluzione necessaria per la trasparenza del contratto. Abbiamo fatto solo un timido mezzo passo in avanti rispetto all’anno scorso, ma non siamo stati capaci di eliminare tutti quei tecnicismi che riducono il prezzo concordato da 85 Euro a 83,50. Purtroppo si continua a sopravvalutare gli aspetti positivi e sottovalutare quelli negativi, che alla fine prevalgono,riducendo la retribuzione agli agricoltori”. “Se vogliamo veramente realizzare un vero interesse di filiera – ha concluso Tonello – è bene che ci si metta immediatamente al tavolo per definire come strutturare un contratto efficace trasparente per tutti i soggetti che operano nel settore”. Anche per il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli si tratta di un accordo che non soddisfa e che si aggiunge al pessimo andamento stagionale che ha di fatto compromesso la normale realizzazione della coltura nella nostra provincia. “Non è possibile arrivare da anni ormai sempre lunghi con i tempi e sperare che i coltivatori siano comunque disponibili ad investire al buio, tanto più a fronte di prezzi nontrasparenti, di insufficienti garanzie di ritiro, e di costi di produzione sempre in aumento. Tutto ciò – conclude Gulinelli – in aggiunta alle problematiche climatiche che hanno reso molto difficile preparare il terreno per la coltura nei tempi e modi corretti. Non ci si meravigli quindi se quest’anno questa coltura sarà molto ridotta a Ferrara, ma viste le difficoltà legate ancora alla campagna scorsa, con parecchie tonnellate di prodotto ancora dasaldare, è chiaro che gli agricoltori sono costretti a fare valutazioni diverse e che anche la nostra associazione sta facendo percorsi per uscire da queste logiche che vedono sempre più penalizzate le imprese agricole nonostante le opportunità di una filiera tra le più tipiche e caratteristiche del made in Italy agroalimentare.”

CRISI,CONFAGRICOLTURA: POSITIVO IL MONITO DI DRAGHI. SENZA CREDITO IMPOSSIBILI GLI INVESTIMENTI PER LA CRESCITA DEL SETTORE

Fonte: Confagricoltura

“Le imprese agricole hanno trovato nel corso del 2012 ed in questo scorcio del 2013, al pari delle altre pmi forti difficoltà nell’accesso al credito da parte degli istituti bancari. In pratica le banche fanno meno prestiti, o meglio li concedono a condizioni più rigide, aumentando i tassi o chiedendo più garanzie”. Confagricoltura commenta positivamente il monito lanciato alle banche dal presidente della Bce Mario Draghi. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ricorda che l’agricoltura copre una quota sul totale degli impieghi creditizi del 4,6% e che in un anno le erogazioni dei finanziamenti oltre al breve termine sono scese di quasi 300 milioni di euro. “Un dato significativo – evidenzia Confagricoltura - perché riguarda le operazioni di medio e lungo termine, solitamente destinate agli investimenti, che si traduce inevitabilmente in un indebolimento delle struttura finanziaria delle aziende del comparto.” Da parte degli imprenditori agricoli è necessario migliorare il dialogo con gli istituti creditizi, che devono a loro volta essere messi nelle condizioni di operare in modo efficace. Su questa linea Confagricoltura sta lavorando, nella considerazione che i maggiori fattori di rischio in agricoltura sono legati non solo all'andamento della domanda interna, ma anche alla disponibilità di risorse, senza le quali non c’è possibilità di sviluppo e di crescita”.

TABACCO, CATANIA: SIGLATO PROTOCOLLO TRIENNALE TRA MIPAAF E MANIFATTURE SIGARO TOSCANO PER GARANTIRE ACQUISTO MINIMO ANNUO DI 2.000 TONNELLATE DI KENTUCKY

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Con questa intesa diamo una risposta concreta al settore tabacchicolo ed in particolare ai coltivatori di Kentucky. L’accordo programmatico con Manifatture Sigaro Toscano è una tappa importante di una visione di lungo periodo e strutturale, nella quale si dà priorità all’occupazione, alla redditività per gli agricoltori, all’innovazione della filiera, alla sua efficienza e produttività. La coltivazione e la lavorazione del tabacco sono una risorsa preziosa per il nostro Paese, perché nessuna filiera agricola genera una quantità così importante di lavoro quanto quella tabacchicola. È anche attraverso intese come questa, infatti, che possiamo salvaguardare un comparto che impiega in Italia quasi 70.000 addetti nelle fasi a monte, tra titolari di impresa e lavoratori impiegati nella produzione e trasformazione del tabacco greggio”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha commentato la firma del protocollo di intesa per i raccolti 2014–2016 tra Mipaaf e Manifatture Sigaro Toscano (MST), rappresentate dal Presidente Aurelio Regina. L’accordo garantisce l’acquisto annuo da parte di MST in Italia di almeno 2.000 tonnellate di tabacco Kentucky destinato alla produzione del sigaro Toscano, con un incremento del 18% rispetto alla precedente intesa. Contestualmente Mipaaf e MST hanno siglato anche un accordo di programma per la ricerca ed il miglioramento competitivo e qualitativo del tabacco Kentucky italiano, che prevede da un lato lo sviluppo della ricerca, il trasferimento delle conoscenze ed informazioni ai tabacchicoltori, dall’altro interventi strutturali relativi alla coltivazione ed alla cura del tabacco stesso.

lunedì 15 aprile 2013

COLDIRETTI: SBLOCCARE LE EROGAZIONI DI PRESTITI ALLE IMPRESE PER PAGAMENTI ED INVESTIMENTI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Con la crisi di liquidità si registra il 22% in meno di erogazione alle imprese agricole secondo i dati ISMEA. Il Governatore della BCE: ”Sconcertante il mancato credito alle PMI che fanno i tre quarti dell’occupazione". Gulinelli: con CreditAgri Italia migliore accesso al denaro

Il credito agrario erogato alle aziende agricole ha subito un taglio del 22 per cento nel 2012 con il valore delle erogazione sceso al livello più basso dal 2008. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea, in occasione dell’allarme lanciato da Mario Draghi, presidente della Bce sul fatto che ''se le banche in alcuni Paesi non prestano a tassi ragionevoli, le conseguenze per l'Eurozona sono gravi'' ed ''e' particolarmente sconcertante'' che le pmi soffrano piu' delle grandi aziende, ''dato che fanno i tre quarti dell'occupazione'. Nel 2012 – sottolinea la Coldiretti - è stato erogato un monte-crediti all'agricoltura di 2,11 miliardi di euro, contro i 2,73 miliardi circa registrati nel 2011. L’effetto credit crunch si fa sentire anche nel settore agricolo dove calano i finanziamenti e aumentano le sofferenze con 16207 imprese in difficoltà e uno stock di 4,2 miliardi di sofferenze. In agricoltura – conclude la Coldiretti - c’e’ ancora voglia di investire, ma dall’inizio 2013 si è verificato un netto rallentamento della gestione dell’iter istruttorio presso le maggiori banche attive nel settore del credito agrario, con un preoccupante blocco dei processi di investimento, in particolar modo legati ai rinnovi degli impianti e macchinari. “Il grave rallentamento delle risorse finanziarie tocca naturalmente anche la nostra provincia – rileva il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – ed è anche per questo che come organizzazione abbiamo spinto sulla costituzione di un nostro ente specializzato nella consulenza e nella prestazione di garanzie per il credito agrario, ovvero CreditAgri Italia, accreditato da Banca d’Italia ad operare nel settore creditizio e presente in tutte le provincie, attraverso convenzioni sia con istituti di credito di livello nazionale, sia con le banche locali: le ultime convenzione riguardano le banche di credito cooperativo della nostra regione. Grazie alle condizioni di convenzione ed alla possibilità di prestazione di garanzia diretta, stiamo intermediando credito alle nostre imprese, soprattutto per investimenti, che altrimenti non sarebbe stato possibile ottenere. Presso tutti i nostri uffici è possibile prendere accordi per una valutazione “dello stato di salute finanziaria” e delle possibili soluzioni, mettendo in campo tutte le esperienze e conoscenze di Coldirettinell’ambito dell’agricoltura italiana, superando anche la non conoscenza del settore che a volte frena ingiustamente l’erogazione ad imprese in realtà solide e redditive!”.

DALL'EMILIA ARRIVA IL PRIMO SIDRO SPUMANTE DI PERA: RABBONI E BRUNI PRESENTANO IN ANTEPRIMA IL PRODOTTO A MISEN, A FERRARA

Fonte: Segreteria Paolo Bruni

E' noto che l'Emilia Romagna e' la patria europea delle pere, riconosciute con l'indicazione geografica protetta gia' nel lontano 1998. Si produce e si commercializza annualmente, da questa regione, oltre il 65% della intera offerta nazionale ed e' dall'Emilia Romagna che nasce il primo sidro spumante dedicato al frutto numero uno del territorio. L'Istituto Tecnico Agrario Raineri Marcora di Piacenza ha ideato e messo a punto il prodotto innovativo presentato in occasione del Misen di Ferrara alla presenza dell'Assessore Tiberio Rabboni e di Paolo Bruni, Presidente Cso. "Il sidro spumante di pera - dichiara Paolo Bruni, Presidente di CSO - esalta, a mio parere, uno dei punti di forza del nostro settore agroalimentare, vale a dire la capacita' di innovare valorizzando al meglio i tesori del territorio. E' importante - conclude Bruni - che l'idea venga da un Istituto Agrario, che coinvolga insegnanti e studenti e che poi il mondo produttivo e le istituzioni ne sappiano trarre valore." Il sidro spumante sperimentale e' stato realizzato con la varieta' Decana del Comizio. E' spumantizzato con metodo classico, brut e raggiunge una discreta gradazione alcoolica. E' di un bel colore giallo paglierino, dall'intenso profumo di pera, perfetto per aperitivi o in accostamento ai formaggi. Una variante estremamente promettente del sidro di mele che oggi sta vivendo un vero rilancio in tutta Europa.

Sempre sabato 13 Aprile al Misen di ferrara è stato lanciato il nuovo logo "SFRUTTAlaSagra", un' identità per promuovere la frutta nell'ambito delle numerose sagre in Italia.

Nelle foto da sinistra: Paolo Bruni, Presidente CSO, Tiberio Rabboni Assessore Regionale Agricoltura Regione Emilia Romagna, Roberta Monti, Dirigente Scolastico IPSSAR Orio Vergani, Adriano Facchini, ideatore del Logo

TERREMOTO, DALLA REGIONE ULTERIORI 10 MILIONI DI EURO A 140 AZIENDE PER LE ATTREZZATURE AGRICOLE DANNEGGIATE

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Rabboni: è la seconda tappa di un percorso che ci porterà ad assegnare quasi 100 milioni di euro agli agricoltori del cratere. Previsti anche interventi per la messa in sicurezza antisismica dei fabbricati rurali e progetti di sviluppo delle colture tipiche dell'area.

Ulteriori 10 milioni di euro per 140 aziende agricole danneggiate dal terremoto che potranno in questo modo riacquistare o riparare attrezzature e macchinari danneggiati, ripristinare pozzi ed impianti irrigui o acquistare ricoveri provvisori - i cosiddetti “hangar” – per mezzi, scorte, bestiame. Li ha stanziati la Regione Emilia-Romagna, grazie al secondo avviso di un bando del Piano regionale di sviluppo rurale espressamente dedicato alle imprese agricole ed agroalimentari del cratere. Salgono così a 28 milioni di euro le risorse al momento assegnate e a 386 le imprese beneficiarie. Di queste 12 sono della provincia di Reggio Emilia, 308 di quella di Modena, 14 di Bologna e 52 di Ferrara. “Sono le prime due tappe di un percorso che ci porterà entro l’anno – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni - a destinare all’area finanziamenti per circa 100 milioni di euro, così da coprire le diverse necessità degli operatori agricoli colpiti dal sisma. Oltre a un terzo bando per l'indennizzo delle attrezzature, che vedrà la luce a breve, stiamo lavorando ad altri due bandi per la messa in sicurezza antisismica dei fabbricati rurali non danneggiati e per finanziare nuovi progetti di sviluppo delle produzioni di qualità della zona, come ad esempio il parmigiano reggiano, i lambruschi, la pericoltura, la salumeria”. Con la modifica del PSR 2007-2013, ed in particolare della scheda relativa alla Misura 126 “Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali ed introduzione di adeguate misure di prevenzione”, la Regione si è dotata di uno strumento per poter dare celermente risposta alle aziende agricole danneggiate dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. I quasi 100 milioni di euro sono stati resi disponibili anche grazie ad uno stanziamento straordinario del Ministero dell’Agricoltura e alla solidarietà delle altre Regioni e servono ad erogare contributi in conto capitale ad imprese agricole e di trasformazione nella misura dell’80% della spesa considerata ammissibile. Il primo avviso pubblico ha consentito di raccogliere entro il 10 gennaio 2013 una prima tranche di 246 domande per l’acquisto di attrezzature, per un importo di spesa prevista pari a circa 24 milioni di euro e un contributo concedibile complessivo di poco superiore a 18 milioni di euro. Durante la fase istruttoria 15 domande sono state ritirate dai richiedenti al fine di ricandidarle con il secondo avviso del bando, la cui scadenza è avvenuta lo scorso 5 aprile e con il quale sono state assegnate ulteriori risorse per circa 10 milioni di euro a fronte di una spesa ammissibile intorno agli 11 milioni.

venerdì 12 aprile 2013

HOBBY FARMER, la “due giorni” di Cesena per orto e giardino



 
Sabato 13 e domenica 14 aprile a CESENA FIERA la rassegna su l’orto e giardino “fai da te” – Mostre, incontri con esperti, attività varie e per i più giovani Laboratori didattici con Fattorie e preparazione di alimenti

Cesena Fiera, in collaborazione con Blu Nautilus, propone per sabato 13 e domenica 14 aprile 2013, HOBBY FARMER, la prima edizione della Fiera dedicata agli Orti e ai Giardini per hobbisti, un settore che sta crescendo, se si stima che più di 4,5 milioni di italiani adulti vi si dedicano, inoltre, un Protocollo firmato da Ministero dell’Agricoltura, ANCI (Ass. Comuni italiani)e Italia Nostra ha “ufficializzato” gli orti urbani in 14 Comuni (da Torino a Genova, da Foligno a Marsciano, da Padova a Roma).
«Credo che quel Protocollo sia un forte stimolo ad una sempre maggiore diffusione di tali esperienze, e ci auguriamo che dopo questa rassegna anche Cesena entri nel novero di tali Comuni –sottolinea Domenico Scarpellini, Presidente di Cesena Fiera- perché sono convinto che moltiplicare gli orti urbani voglia dire coinvolgere sempre più le persone nella cura e nella manutenzione dell’ambiente urbano, nella protezione della biodiversità, oltre a diventare un elemento di qualità del tempo libero».
HOBBY FARMER è nata per fornire un luogo di incontro in cui l’hobbista possa trovare tutto quanto è necessario ed utile per l’orto e il giardino “fai da te”, con una “sezione” dedicata anche agli animali da cortile. Però con una marcia in più, dovuta a quel “ZAPPA CHE TI PASSA”, che è un po’ lo slogan della rassegna cesenate.
E’ un richiamo al benessere non solo alimentare (sai cosa mangi perché lo hai coltivato) ma soprattutto è il richiamo al fatto che secondo l’Università di Upsala (Svezia) le persone di mezza età che per una decina di anni coltivano un orto o si prendono cura dei fiori (in terrazzo o in giardino) “guadagnano” in salute ed economicità.
HOBBY FARMER sarà inaugurata sabato 13 aprile alle ore 11:30 da Paolo Lucchi Sindaco di Cesena.
Ad HOBBY FARMER si trovano attrezzature e manuali, macchinari ed Agenzie e aziende per la cura del verde, sementi e soluzioni ecosostenibili. Oltre alla esposizione c’è una importante partecipazione di esperti di vari settori che metteranno la propria conoscenze a disposizione dei visitatori sia attraverso incontri programmati sia rispondendo alle domande negli stand e negli spazi dedicati.
Fattorie didattiche e esperti sono impegnati a divulgare la cultura del verde ai più giovani: sabato mattina sono previste visite di scolaresche di vari ordini di scuole, mentre negli altri periodi ci si rivolge alla famiglia e ai ragazzini.
Parecchie mostre sono a disposizione del pubblico: l’Esposizione di Frutti antichi, la Galleria di Bonsai, una collezione privata di trattori “testa calda”, Modelli di mezzi agricoli radiocomandati, gli attrezzi del ciclo del grano, Piante tintoree, la filatura della lana, giardinetti verticali per ortaggi e fiori, l’Istituto Tecnico Garibaldi espone la propria mostra di insetti e diverse varietà di peperoncini e, infine, nell’Area Fattoria, animali da cortile.
Sabato 13 gli incontri iniziano alle ore 10, con una dimostrazione di Bonsai (curata da Gennaro di Vaio nello stand del Bonsai Club di Forlì), nell’Area Incontri l’entomologo Claudio Venturelli dell’Ausl Cesena parlerà su “Gli insetti nel verde: quali e quanti convivono con noi, nei nostri giardini, terrazzi e orti” e, nel proprio stand, Roberto Rossi, Progetti e Servizi, illustrerà “Giardini Pensili, tetti e pareti verdi, giardini verticali”. Alle ore 11 nell’Area Incontri Guido Savadori propone “Il medico dei fiori: quali piantare, dove e quando; le malattie più diffuse, come curarli”, mentre a Lineaverde Giorgio Dallara illustrerà “Progettazione impianti di irrigazione per aree residenziali”; nell’Area Fattoria Janneke Gisolf (La città della Luce) esporrà “L’orto sinergico: il rispetto della simbiosi naturale tra la terra e i suoi prodotti” (replica alle ore 16). Alle ore 12 in Area Incontri, Adriano Mattoni, dell’Associazione I Radecc, spiegherà “L’orto in barattolo: come conservare frutta e ortaggi”, mentre Roberto Rossi nello stand si occuperà di “Prato: cura e manutenzione”.
Alle ore 14 nello spazio dell’Azienda agricola La Quiete del Rio (fino alle ore 19) esperienze agricole per Piccoli Contadini, laboratori e giochi didattici in fattoria, e sempre rivolto ai ragazzini, dalle 14:30 alle 19, stand ARVAR, “Dalla farina ai biscotti della nonna: giochiamo in cucina con i più piccoli”.
Alle ore 15 in Area Fattoria “Coltivare biologico: gestione biologica e biodinamica a confronto su frutteti, orti e vigne”, a cura di Carlo Bazzocchi, Via Terrea; nello stand Progetti e Servizi, Roberto Rossi parlerà di “Risparmio, recupero e conservazione dell’acqua… tutte le tecniche per irrigare orti e giardini. Da sottolineare che alle ore 15:30 in Area Incontri verrà presentato Il Progetto Oltre il Giardino di Cesena (Eddi Bisulli, Via Terrea), progetto per la valorizzazione dei piccoli giardini cittadini che unisce educatori (Via Terrea) Ausl Cesena e naturalisti per la realizzazione di un giardino terapeutico.
Alle 15:30, nello stand 106-107, verrà presentata “La regina delle piante tintorie: la robbia, illustrazione della pianta e dimostrazione di tintura naturale con radici di robbia”. Alle 16 riprende la dimostrazione di Bonsai, mentre dalle 16 alle 18 Via Terrea propone i “Laboratori per bambini: impariamo a conoscere le verdure riciclando i prodotti della terra in maniera creativa “ a cura di Eddi Bisulli. Alle 16:30 in Area Incontri, gli autori Manenti e Sala presenteranno il volume “Alle radici dell’Agricoltura”, per scoprire come coltivare biologico. Alle 17 nell’Area Fattoria, l’Azienda Agricola La Colombarda spiegherà “La vite, l’innesto, la potatura, i trattamenti, principali malattie”; nello stand de Il Sorbo si presentano i Frutti antichi e in quello Lineaverde “Progettazione impianti d’irrigazione per aree residenziali”. Alle 17:30 in Area Fattoria, a cura di Emilio Podeschi (Azienda Il Giuggiolo) “il Giuggiolo: impariamo a conoscere la pianta e i suoi frutti”.
HOBBY FARMER
Sabato 13 e domenica 14 Aprile 2013 – 9-19- Ingresso euro 6,00 – ridotti euro 4,00
Per info: Cesena Fiera 0547 317435 – www.hobbyfarmerfiera.com

giovedì 11 aprile 2013

GREEN WAR, CATANIA: ICQRF E GDF SEQUESTRANO 1500 TONNELLATE DI MAIS E 30 DI SOIA INDIANA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “Esprimo tutto il mio apprezzamento per l’operazione congiunta condotta dall’Ispettorato Centrale della Tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro. Le sinergie che si sviluppano da tali forme di collaborazione assicurano, ancora una volta, la più ampia tutela del consumatore e degli operatori e la difesa dell’interno comparto agroalimentare. Deve essere una assoluta priorità contrastare tali fenomeni di illegalità che vanno a minare un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha commentato l’operazione “Green War” effettuata dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari in collaborazione con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro che ha portato a numerose perquisizioni a carico di operatori del settore dei prodotti da agricoltura biologica che importavano da Paesi terzi limitrofi all’U.E. (Moldavia e Ucraina) granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all’alimentazione umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino) falsamente certificate come ‘bio’ ma in realtà non conforme alla normativa comunitaria e nazionale. In alcuni casi, le produzioni agricole certificate come biologiche erano di fatto ottenute con elevato contenuto di Organismi geneticamente modificati (Ogm) o contaminate da agenti chimici vietati nell’agricoltura biologica. In particolare, le società nazionali, che avevano la gestione finanziaria e il controllo di aziende operanti in Moldavia e Ucraina, per sottrarsi al sistema di controlli, provvedevano allo sdoganamento delle merci a Malta, presso una società gestita da personale italiano, per poi destinarle in Italia. In un’occasione, i prodotti agricoli hanno viaggiato su gomma e sono transitati presso la dogana di Trieste-Fernetti. L’indagine ha posto sotto sequestro 1.500 tonnellate di mais proveniente dall’Ucraina, falsamente certificato come biologico e 30 tonnellate di soia indiana lavorata, verosimilmente contenente prodotti chimici vietati, destinata all’industria mangimistica, per l’alimentazione zootecnica. Le persone indagate sono 23 e una decina sono le società coinvolte.

mercoledì 10 aprile 2013

INTERNAZIONALIZZAZIONE, CONFAGRICOLTURA: LE IMPRESE AGRICOLE GUARDANO CON INTERESSE AL MATO GROSSO

Fonte: Confagricoltura

E’ stata firmata oggi una lettera di intenti tra lo Stato del Mato Grosso do Sul e Confagricoltura nell’ottica di attivare iniziative di internazionalizzazione delle imprese agricole associate in questa fertile regione del Brasile. A firmare oggi il documento il governatore del Mato Grosso do Sul Andrè Puccinelli ed il direttore generale dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli Luigi Mastrobuono, in occasione del seminario odierno del ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del Sottosegretario Massimo Vari. L’accordo con Confagricoltura vuole favorire la cooperazione tra imprenditori agricoli dei due Paesi. Tra gli obiettivi specifici: il trasferimento tecnologico di macchinari e sementi; la produzione agricola e lo scambio di know-how; gli investimenti nel settore agricolo dello Stato del Mato Grosso do Sul; il partenariato tra le aziende agricole italiane e brasiliane; la ricerca e lo sviluppo, la formazione agricola; il rilancio dell’allevamento e della trasformazione del latte e delle carni. “Guardiamo con interesse a questa regione del Brasile, estesa come l’Italia, con soli 2,5 milioni di abitanti e molto ricca di materie prime – ha detto il direttore generale di Confagricoltura Mastrobuono - Così come ci sembra interessante il sistema di incentivazioni fiscali che ha avviato questo Stato, finalizzato ad attrarre investimenti”.

MALTEMPO E DISSESTO IDROGEOLOGICO – GARAGNANI: “PIENO APPOGGIO ALL'ASSESSORE GAZZOLO, DIAMO VITA AD UN PIANO DECENNALE PER LA MANUTENZIONE DEL TERRITORIO”

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura plaude alla richiesta dell'Ass.re Gazzolo di dar vita ad un piano decennale per la manutenzione del territorio con risorse certe e continuative nel tempo. E non usa mezzi termini il presidente di Confagricoltura E.R. Guglielmo Garagnani nello sferrare un duro attacco alle istituzioni locali alla luce degli eventi catastrofici degli ultimi giorni: “Le amministrazioni pubbliche non hanno saputo pianificare nel tempo idonee politiche di gestione delle acque ma hanno imposto alle imprese agricole solo norme vincolanti e vessatorie senza adottare misure di prevenzione. Infatti, da un lato, hanno condotto una cattiva pianificazione delle aree urbane ed industriali autorizzando la costruzione/cementificazione senza rispettare il corretto deflusso delle acque, dall'altro non hanno incentivato sufficienti politiche di supporto al fine di mantenere la presenza dell'agricoltura anche nelle aree più deboli come quelle collinari e montane, dove sono proprio gli agricoltori, e da secoli oramai, ad adoperarsi con costanza nella manutenzione e cura del territorio realizzando opere di regimentazione delle acque”. “E' paradossale quanto diabolico – lamenta Garagnani - sottoporre a controlli costosissimi l'attività di manutenzione degli scoli, eseguita dalle aziende agricole, quando poi l'esito positivo viene vanificato e regolarmente compromesso da aree di espansione residenziale o industriale mal pianificate che causano allagamenti nelle zone circostanti, frane e smottamenti”. L'appello è rivolto alle Istituzioni “affinché, d'ora in poi, utilizzino le poche risorse pubbliche rimaste per perseguire politiche di pianificazione idraulica di lungo periodo, concertate e condivise, e non azioni d'intervento dettate esclusivamente dalla fase di emergenza. Basta al denaro speso per creare enti inutili o imporre veti e vincoli, spendiamolo invece – chiosa Garagnani – per lasciare fare all'agricoltore il suo mestiere: garantire la sicurezza alimentare e salvaguardare il territorio”.

lunedì 8 aprile 2013

VINO, 3,4 MILIONI PER 28 INTERVENTI DI AMMODERNAMENTO DELLE CANTINE. A PIACENZA, REGGIO EMILIA, MODENA, BOLOGNA, FERRARA, FORLÌ-CESENA , RAVENNA E RIMINI.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Rabboni: anche grazie al sostegno della Regione il vino emiliano-romagnolo continua la sua crescita qualitativa e commerciale

“Il vino emiliano-romagnolo prosegue la crescita intrapresa negli anni scorsi. Nel 2012 la produzione lorda vendibile è aumentata del 35% sull’anno precedente e l’export ha continuato il suo andamento positivo con un +15%. E’ un risultato costruito negli anni, grazie all’impegno dei produttori, ma anche al sostegno della Regione che dal 2007 a oggi ha destinato al settore risorse di provenienza europea, statale e regionale, superiori a 190 milioni di euro. Un sostegno che continua anche nel 2013 con il finanziamento di questi 28 progetti presentati da altrettante cantine per un investimento complessivo di 8,7 milioni di euro”. Lo ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni illustrando i risultati del bando regionale con il quale sono stati assegnati 3,4 milioni di euro per finanziare 28 progetti di ammodernamento delle cantine e per la commercializzazione, di cui 3 in provincia di Bologna, 5 a Forlì-Cesena, 1 a Ferrara, 4 a Modena, 5 a Piacenza, 1 a Ravenna, 8 a Reggio Emilia e 1 a Rimini. Grazie agli aiuti regionali verranno mobilitati complessivamente investimenti per oltre 8,7 milioni di euro. Tra gli interventi finanziati l’acquisto di impianti, macchinari ed attrezzature, ma anche l’apertura di nuovi punti vendita. Gli investimenti sono compresi tra 20 mila e 1 milione di euro e il contributo regionale va dal 20 al 40% della spessa complessiva, in base alla dimensione dell’azienda. Gli interventi finanziati dovranno essere realizzati entro il 31 luglio 2013. Tra i criteri che sono stati considerati nella definizione della graduatoria: le percentuali delle produzioni biologiche e di qualità (DOCG, DOC, IGT); le certificazioni di qualità (OHSAS 18001, UNI EN ISO 22000/2005, UNI EN ISO 22005/2008, Standard BRC e Standard IFS), i vantaggi per l’occupazione.
Qui l'elenco con i finanziamenti per provincia: www.agrestetv.it/documenti/Finanziamenti per provincia.doc

venerdì 5 aprile 2013

COLDIRETTI: SONO GIORNI DI PIOGGIA ECCEZIONALE. LO CERTIFICANO GLI ENTI DI RICERCA, CON INCREMENTI RISPETTO ALLA MEDIA ANCHE DEL 300%

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Gulinelli: “Terreni ormai al collasso, cresce la preoccupazione per le difficoltà di accesso alle aziende per le semine ed i lavori nei campi ed alle coltivazioni in atto”. A Ferrara in tre mesi il triplo di pioggia della media.

Anche il mese di Aprile è iniziato con gli ombrelli aperti dopo che nel mese di marzo è caduto il 60 per cento di pioggia in piu’ rispetto alla media, con punte che vanno dal 150 per cento in piu’ nel Nord Italia, sino al 300 per cento in più in alcune zone del Nordest. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle rilevazioni Isac Cnr rispetto alla media di riferimento 1971-2000. Una situazione che - sottolinea la Coldiretti - oltre a rovinare i weekend degli italiani sta creando gravissimi problemi all’agricoltura con i trattori che rimangono impantanati dal fango nei terreni senza riuscire a svolgere le normali operazioni colturali in molte aree del Paese. Niente semine primaverili nei campi allagati dalle straordinarie precipitazioni che – precisa la Coldiretti - hanno impedito anche altre attività come il diserbo e la concimazione del frumento o la preparazione del letto di semina per colture importanti come le bietole da seme. L’anomalia del mese di marzo è evidente anche per - conclude la Coldiretti - una temperatura che è stata in linea con la media (+0,07 gradi) ma con profonde differenze tra Nord e Sud della Penisola: la colonnina di mercurio a marzo è risultata infatti di circa un grado inferiore alla media nelle regioni del settentrione mentre nel meridione è stata di quasi due gradi superiore. “Anche in provincia di Ferrara – sottolinea il presidente Sergio Gulinelli – la situazione è in gran parte del territorio piuttosto critica. La quantità di pioggia che da molte settimane cade a più riprese è decisamente oltre la media e purtroppo i terreni sono talmente saturi che non riescono più ad assorbire altra acqua, che dunque ristagna e non trova via di sfogo attraverso le reti di affossature e di canalizzazioni. Tra l’altro ricordiamoci che molta parte del territorio ferrarese è al di sotto del livello del mare, in sostanza un grande bacino dal quale l’acqua deve essere allontanata forzatamente, e che grazie al grande lavoro degli impianti di Bonifica, sino ad ora riesce a raggiungere, sia pure con difficoltà il mare.” “La vasta rete dei canali di bonifica e gli impianti idrovori che lavorano a regime praticamente pieno da settimane, stanno evitando allagamenti di dimensioni enormi, ma i problemi ci sono e sono in aumento, via via che la stagione avanza e non riusciamo a svolgere le normali operazioni colturali. I dati della piovosità a Ferrara registrano per i mesi da gennaio a febbraio una quantità d’acqua di quasi tre volte la media storica di questi mesi (ben 170 mm rispetto ad una media di 66). Non capiamo quindi il senso della lettera pubblicata nei giorni scorsi su un quotidiano locale, nella quale pare che gli agricoltori siano degli incoscienti che chiudono apposta i loro fossi e canali per avere poi motivo di lamentarsi e chiedere chissà quali provvedimenti o addirittura aumento dei prezzi. Del tutto fuori luogo poi invocare più vanghe e meno computer o antichi sistemi di sistemazione dei terreni in voga molti decenni fa, a misura di quell’agricoltura fatta a sola forza di braccia e con sistemi di lavoro improponibili oggi. La progressiva tropicalizzazione del clima sta mettendo in crisi i sistemi idraulici, specie in un sistema assolutamente peculiare e delicato come quello ferrarese. Nel quale, stia pur certo il critico lettore, che lamenta la mancanza e l’incuria di manutenzione ai fossi, gli agricoltori ci tengono per primi a stare all’asciutto e poter accedere ai propri terreni senza problemi e dunque a regimare sia il piano di coltivazione, che scoli ed affossature in modo tale da consentire l’operatività con le macchine ed attrezzature che si usano oggi (anche computerizzate a volte), sia il corretto allontanamento dell’acqua in situazioni ordinarie, cosa che oggi non è, dovendo affrontare una somma cumulata di precipitazioni ben al di sopra della norma. Non conosciamo la professione di quel lettore e quindi la sua competenza a sindacare dalle sole fotografie pubblicate sul giornale, dello stato dei fossi e dei canali, che peraltro oggi hanno dimensioni e portate ben diverse dal passato, e che purtroppo devono fare i conti anche con le frane favorite in molte zone del ferrarese dalle tane delle nutrie e dei gamberi “killer” che indeboliscono la staticità delle sponde, ma crediamo che generalizzare in una situazione, si ripete, non ordinaria, denunciando la quale nulla viene in tasca agli agricoltori, ma che è bene sia conosciuta non solo dagli addetti ai lavori, visto che ci reputiamo e siamo parte integrante del tessuto economico e sociale, sia quantomeno ingeneroso e scorretto. Se non piovesse da mesi, anche i fossi visti in fotografia probabilmente sarebbero stati più puliti!”.

COLDIRETTI: BENE IL NO DEL GOVERNO ITALIANO AGLI O.G.M.

Fonte: Coldiretti Ferrara

Con la crescita del fronte del no agli organismi geneticamente modificati in agricoltura, l’Italia ha sospeso con urgenza la messa a coltura di mais OGM. Gulinelli “importante convergenza su un tema che riguarda i cittadini”.

L’atteso sprint finale del Governo è avvenuto grazie al pressing delle Associazioni, dei Partiti e delle Istituzioni unite nella coalizione “Liberi da Ogm” e, in questi giorni, all’apprezzata ed importante azione del Movimento 5 Stelle che ha rafforzato il fronte di chi vuole scongiurare in Italia qualsiasi rischio di commistione tra Ogm e agricoltura tradizionale o biologica. Lo afferma Coldiretti, nel commentare positivamente la richiesta di sospensione d’urgenza dell’autorizzazione alla messa in coltura di sementi di Mais Mon810 in Italia e nel resto dell’Unione europea trasmessa con lettera del Ministro della Salute Renato Balduzzi, insieme al dossier elaborato dal Ministero delle Politiche Agricole Mario Catania, alla Direzione Generale Salute e consumatori della Commissione Europea. “Nonostante le resistenze si è rafforzato - sottolinea il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli - il fronte dei cittadini impegnati nel tutelare l’agricoltura e il territorio da forme di inquinamento genetico per assicurare la competitività delle nostre produzioni tradizionali e di qualità. Non va dimenticato che, sulla base dell`indagineColdiretti-Swg, quasi sette italiani su dieci considerano oggi gli organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli tradizionali. E non va dimenticato – conclude Gulinelli – l’importanza economica per i nostri produttori di poter vantare prodotti agro alimentari che si possano contraddistinguere a livello globale proprio per le loro caratteristiche genetiche non manipolate, allontanando il rischio di una replicabilità che ci metterebbe ancora più in difficoltà nel difendere l’autentico made in Italy che nasce dalle nostre campagne”.

COLDIRETTI: FALSO MADE IN ITALY, E’ ALLARME SIMILGRANA, IMPORT RADDOPPIATO IN DIECI ANNI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Boom di importazioni di formaggi simili al grana, da Ungheria, Germania e Repubblica Ceca. Attenzione ai marchi ed all’origine, non basta l’etichetta con il tricolore.

Negli ultimi dieci anni sono raddoppiate le importazioni in Italia di formaggi similgrana che fannoconcorrenza alla produzione nazionale di Parmigiano Reggiano e Grana Padano a denominazione di Origine Protetta (Dop). E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati forniti dal sito www.clal.it dal quale si evidenzia le importazioni italiane di formaggi duri di latte bovino non DOP ha raggiunto i 27,3 milioni di chili nel 2012, con un aumento dell’88 per cento in dieci anni. I similgrana - rileva la Coldiretti - sono arrivati in Italia soprattutto dall’Europa a partire dalla Germania (8,3 milioni di chili) e dalla Repubblica Ceca (8,1 milioni di chili) anche se in forte crescita risulta essere l’Ungheria dalla quale sono giunti ben 2,7 milioni di chili pari al 10 per cento del totale delle importazioni. Volumi addirittura superiori di questiformaggi che spesso hanno anche una assonanza fonetica con quelli nazionali e sono purtroppo destinati a Paesi diversi dall’Italia, in Europa e fuori, togliendo spazio di mercato al Parmigiano e al Grana. E’ imbarazzante notare - sostiene la Coldiretti - che nella realizzazione di questi prodotti di imitazione siano implicate spesso imprese italiane ed anche chi per ruolo avrebbe il compito di tutelare le denominazioni originali, dal quale dipende il futuro di interi territori e migliaia di allevamenti e caseifici. La somiglianza di tali codici doganali con quelli del Parmigiano-Reggiano e del Grana Padano (04069061), unitamente alla identica descrizione tecnica dei prodotti, crea una similarità fra prodotti caratterizzati, invece - sottolinea la Coldiretti - da diversa origine e qualità perché i similgrana non devono rispettare i rigidi disciplinari di produzione approvati dall’Unione Europea. Questi formaggi - precisa la Coldiretti - sono codificati dall'Istat con il codice doganale 04069069 hanno tenore, in peso, di materie grasse uguale od inferiore al 40%, e tenore, in peso, di acqua della sostanza (non grassa) inferiore uguale al 47%. Il rischio è che - denuncia la Coldiretti - i similgrana vengano scambiati dai consumatori come prodotti Made in Italy perché vengono spesso utilizzati nomi, immagini e forme che richiamano all’italianità, ma anche perché appare il bollo Ce con la “I” di Italia se il formaggio viene semplicemente confezionato in Italia. Un inganno nei confronti del quale - conclude la Coldiretti - occorre immediatamente intervenire per salvaguardare il lavoro di migliaia di allevatori italiani impegnati in una produzione unica che rappresenta l’immagine del made in Italy nel mondo.