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mercoledì 30 aprile 2014

COLDIRETTI, CONFERMATO L’ESONERO DAL SISTRI PER LE AZIENDE AGRICOLE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Come richiesto da tempo e già anticipato da Coldiretti, è stato confermato dal decreto del ministero dell’ambiente, l’esonero dagli adempimenti previsti in materia di tracciabilità dei rifiuti, purchè vengano conferiti ad un sistema organizzato di raccolta.

E’ stato confermato l'esonero dall'obbligo di iscrizione al sistema di tracciabilità dei rifiuti per le imprese agricole, da tempo sollecitato da Coldiretti in tutte le competenti sedi istituzionali. Il Ministro dell'Ambiente ha firmato il decreto ministeriale che, in attuazione dell'articolo 188 ter del decreto legislativo n.152/06, contiene la specificazione delle categorie di soggetti obbligati all'adesione al Sistri. Il decreto prevede inoltre, per le imprese iscritte, lo slittamento dei termini per il pagamento del contributo annuale dal 30 aprile al 30 giugno. In merito all’adesione, per le diverse categorie, il decreto prevede un obbligo di iscrizione e di utilizzo del Sistri limitatamente agli enti ed alle imprese che abbiano più di dieci dipendenti. Con specifico riferimento alle imprese agricole ed alle imprese della pesca e dell'acquacoltura iscritte nell'albo speciale delle imprese agricole è previsto un esonero dall'obbligo di adesione al sistema di tracciabilità, a prescindere dal numero dei dipendenti dell'impresa, quando i rifiuti vengano conferiti nell'ambito di un circuito organizzato di raccolta. Si ricorda che il codice ambientale definisce circuito organizzato di raccolta un sistema di raccolta di specifiche tipologie di rifiuti organizzato sulla base di un accordo di programma stipulato tra la pubblica amministrazione ed associazioni imprenditoriali rappresentative sul piano nazionale, o loroarticolazioni territoriali, oppure sulla base di una convenzione-quadro stipulata tra le medesime associazioni ed i responsabili della piattaforma di conferimento, o dell’impresa di trasporto dei rifiuti, dalla quale risulti la destinazione definitiva dei rifiuti. Rientrano nella medesima nozione anche i sistemi di raccolta di specifiche tipologie di rifiuti organizzato dai Consorzi previsti dal codice ambientale per la raccolta di determinati rifiuti (ad esempio, polielilene,oli, batterie, imballaggi, ecc). All’accordo di programma o alla convenzione-quadro deve seguire la stipula di un contratto di servizio tra il singolo produttore ed il gestore della piattaforma di conferimento, o dell’impresa di trasporto dei rifiuti, in attuazione del predetto accordo o della predetta convenzione. Pertanto, al fine di beneficiare del regime di esonero, l’imprenditore agricolo deve preventivamente aver stipulato un contratto di servizio con il gestore di una piattaforma di conferimento, sulla base di una convenzione quadro stipulata da Coldiretti con il gestore medesimo, o di un accordo di programma definito con gli enti locali. Il decreto firmato dal Ministro (che verrà pubblicato a breve in Gazzetta Ufficiale), non disciplina le procedure per la cancellazione dal sistema delle imprese che si fossero iscritte sulla base delle disposizioniprevigenti. Tali chiarimenti dovranno essere forniti nell’ambito dei futuri lavori, anche considerata la necessità di completa riscrittura della normativa di riferimento e di tutte le altre procedure. Parallelamente, nel valutare molto positivamente il risultato raggiunto ed il percorso avviato finalizzato ad assicurare una maggiore proporzionalità ed adeguatezza nell’applicazione del sistema di tracciabilità, si resta in attesa delle semplificazioni che dovranno essere applicate alle imprese eventualmente iscritte.

COLLEGATO AMBIENTALE, AGRINSIEME: “MERITEVOLE L’INIZIATIVA MA IL PROVVEDIMENTO È TROPPO ETEROGENEO”

Fonte: Agrinsieme

 “Il Collegato ambientale alla Legge di Stabilità in discussione in Parlamento vuole promuovere la green economy a 360 gradi. L’operazione è meritevole, però il provvedimento è talmente eterogeneo che rischia di focalizzarsi solo su alcuni aspetti e finisce per trascurarne altri”. Lo ha sottolineato Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza nazionale delle Cooperative) nel corso di un’audizione in Commissione Agricoltura alla Camera. “Nell’attuale formulazione del DDL – ha osservato Agrinsieme – il settore agricolo è coinvolto solo parzialmente; l’obiettivo deve essere, invece, quello di intervenire adeguatamente per assicurare sul territorio nazionale una presenza di imprese competitive, che generino reddito ed occupazione con la produzione di prodotti agricoli sani e sicuri, nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, che sappiano stare sui mercati e competere in un mondo globalizzato”. La strada da percorrere, ad avviso di Agrinsieme, “è quella tracciata dall’Europa con la strategia per una ‘bioeconomia sostenibile’, attraverso quattro sfide sostanziali - per l’Europa e per il nostro Paese - che sono sempre più sfide globali: garantire la sicurezza alimentare; gestire le risorse naturali in modo sostenibile; ridurre la dipendenza dalle risorse non rinnovabili; attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici ed aumentare la capacità di adattamento”. Tra le sollecitazioni esposte da Agrinsieme quelle di: prevedere – come ha evidenziato, in particolare, il vicepresidente di Cia Cinzia Pagni - una più ampia partecipazione degli agricoltori negli Enti parco, in modo da assicurare anche una maggiore attenzione alle questioni legate alla gestione degli animali selvatici; accelerare l’iter per risolvere il problema della combustione dei residui agricoli, pratica agronomica comunemente usata ma oggi vietata; risolvere una serie di problemi legati all’utilizzo agronomico del digestato, semplificando le disposizioni sulle emissioni in atmosfera relative agli impianti a biogas; rendere più semplice la comunicazione per l’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici, che andrebbe eliminata dall’autorizzazione unica ambientale. Infine Agrinsieme ha chiesto che vengano incoraggiate e non ostacolate iniziative come quella del riutilizzo dei residui e dei sottoprodotti derivanti dall’attività agricola e agroindustriale nei settori della chimica verde delle bioenergie e per finalità agronomiche. Chiesta anche una migliore gestione dei rifiuti agricoli che può essere sostenuta da specifici accordi di programma.

DICHIARATO LO STATO DI CALAMITÀ PER AIUTARE GLI AGRICOLTORI COLPITI DA AVVERSITÀ ATMOSFERICHE PER LE REGIONI UMBRIA E CALABRIA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 29 aprile 2014 i decreti firmati dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, con i quali è stata dichiarata l’eccezionalità delle piogge alluvionali verificatesi negli ultimi due mesi del 2013 nelle Regioni Umbria e Calabria. Gli agricoltori e gli Enti gestori delle infrastrutture a servizio delle imprese agricole delle province interessate (Perugia, Catanzaro, Cosenza e Crotone), potranno così accedere ai contributi previsti dal Fondo di solidarietà nazionale, da destinare al ripristino delle infrastrutture pubbliche, delle strutture aziendali e alla ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte. Le domande di intervento dovranno essere presentate alle autorità indicate dalla stessa Regione entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto di declaratoria nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

NUOVA PAC, DE CASTRO ALL’OI DISTRETTO POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA: “ANCHE PER IL POMODORO CI SARA’ L’AIUTO ACCOPPIATO"

Fonte: Ufficio Stampa Distretto del Pomodoro da Industria Nord Italia

“L’aiuto accoppiato, nell’ambito della Nuova Pac, ci sarà anche per il pomodoro”. Una fondamentale rassicurazione per il comparto del pomodoro da industria è arrivata dal presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro che oggi ha incontrato i rappresentanti dell’Organizzazione interprofessionale Distretto del pomodoro da industria del Nord Italia. “La scelta non è definitiva sino al 2020 – ha spiegato De Castro - visto che agli stati membri è lasciata facoltà di rivedere gli aiuti accoppiati annualmente, ma posso annunciare che dalle voci che giungono dall’incontro Stato Regioni si sta prevedendo l’aiuto accoppiato anche per il pomodoro”. Ancora non ci sono stime ufficiali su quanto arriverà alla filiera del pomodoro con l’aiuto accoppiato, ma De Castro ha subito messo in guardia in merito alla gestione delle risorse europee. “Non si può pensare che il nostro tesoretto di aiuti accoppiati sia un bancomat nel quale tutti possono sperare di attingere qualcosa – ha aggiunto – si devono invece compiere scelte strategiche per puntare sui comparti realmente produttivi”. Quindi il messaggio diretto all’Oi Distretto, che raggruppa la quasi totalità della filiera del pomodoro da industria del Nord Italia: “l’Oi segnali quali sono le necessità per evitare una distorsione competitiva con gli altri paesi europei, come Spagna e Portogallo, che hanno già deciso per l’aiuto accoppiato a favore del pomodoro. L’Oi è stata un’innovazione istituzionale molto importante, grazie alla quale è possibile perseguire gli obiettivi della competitività e dell’efficienza sul mercato e in questa fase deve essere vigile per verificare quello che stanno facendo gli altri paesi”. Rincuorato dall’annuncio di De Castro il presidente dell’Oi Distretto Pier Luigi Ferrari: “la concessione dell’aiuto accoppiato – ha dichiarato - è di fondamentale importanza per la nostra filiera ed è per questo che ci siamo mossi sensibilizzando il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e gli assessori regionali di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. La mancata introduzione dell’aiuto accoppiato per il pomodoro in Italia – al cospetto di quello che sta accadendo in altri paesi – avrebbe comportato una pesante ricaduta negativa anche in termini occupazionali e di contributo alla crescita del valore aggiunto nazionale”.

MIPAAF, MARTINA INCONTRA IL COMMISSARIO EUROPEO ALLA SALUTE BORG

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha incontrato oggi a Roma, presso il Palazzo dell’Agricoltura, il Commissario europeo alla Salute, Tonio Borg. Al centro dell’incontro le principali questioni di politica comunitaria con particolare riferimento agli Ogm e all’etichettatura. Il Ministro Martina ha ribadito di essere favorevole all’iniziativa della Presidenza greca per una revisione della normativa europea sugli Ogm, che preveda per gli Stati Membri maggiore autonomia sul tema. In merito all’indicazione nell’etichettatura del Paese di origine dei prodotti e della carne utilizzata come ingrediente il Ministro ha ricordato forte sensibilità italiana su questo tema e evidenziato l’opportunità di un esame approfondito di tali questioni a livello della UE. È stato anche dibattuto il sistema di “etichettatura a semaforo”, introdotto dal Regno Unito. Martina ha ribadito la contrarietà italiana a tale sistema, ritenuto non adatto allo scopo di tutelare la salute, poiché l’informazione fornita da questo tipo di etichette appare superficiale e fuorviante. Il Ministro ha assicurato il pieno impegno italiano durante la prossima presidenza di turno a coordinare i lavori relativi alle bozze di regolamento sulla protezione delle piante, sui materiali di riproduzione e sui controlli ufficiali. Infine, sono state discusse le iniziative avviate a livello nazionale e comunitario per contrastare le malattie delle piante diffuse in alcune regioni italiane.

martedì 29 aprile 2014

AL VIA LA FIERA INTERNAZIONALE DEL BIRDWATCHING E DEL TURISMO NATURALISTICO

Fonte: Ufficio stampa Primavera Slow  

Taglio del nastro, giovedì 1° maggio a Comacchio, per il più importante evento italiano dedicato a birdwatching e turismo naturalistico che continuerà fino a domenica 4 maggio.

Birdwatching, grande fotografia naturalistica, escursioni, un ricco villaggio espositivo, documentari e proiezioni, degustazioni enogastronomiche e un ampio calendario di eventi aperti agli appassionati della natura e del turismo all’aria aperta. Al via la Fiera Internazionale del Birdwatching e del Turismo naturalistico, un appuntamento di carattere internazionale capace di richiamare un vasto pubblico, proveniente da tutta Europa, per fruire e godere della bellezza del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna. L’evento si aprirà il 1° maggio, a partire dalle ore 10.00, presso il villaggio espositivo dove si terrà una Conversazione pubblica dal titolo: il Grande Delta verso MAB UNESCO Riserva della Biosfera, con proiezione del filmato “I vivi e i morti di Goro” di Sergio Zavoli. A seguire, attorno alle ore 11, conferenza stampa di lancio della Fiera e del Progetto Birdwildestination – Destinazione Natura Emilia-Romagna, alla quale seguirà il taglio del nastro con visita ai padiglioni espositivi e una degustazione dei prodotti enogastronomici tipici del Delta emiliano–romagnolo. L’apertura ufficiale della Fiera darà il via a una serie di appuntamenti che continueranno fino a domenica 4 maggio, quattro giorni di immersione totale nella splendida natura del Parco. Tra le proposte a partire da giovedì 1° maggio, un ricco calendario di escursioni gratuite: Birdwatching nei capanni di Campotto, per osservare e fotografare; Escursione guidata nella Pineta di San Vitale e nella Pialassa della Baiona alla scoperta di un bosco antico; Escursione nelle Penisola di Boscoforte, uno degli ambienti più incontaminati e suggestivi del Parco; Escursione in barca elettrica tra l’Ortazzo e l’Ortazzino con sosta alla torretta di avvistamento per ammirare l’ambiente tipico dell’area, Birdwatching in salina, con attività di trekking nella salina di Comacchio, escursione in bicicletta nelle Valli di Comacchio, con la visita alla Manifattura dei Marinati. Oltre alle escursioni, da non mancare una visita al villaggio espositivo, non solo per vedere le novità del settore di ottica, fotografia, editoria specializzata e abbigliamento sportivo ma anche esempi e proposte di turismo slow ed ecosostenibile e tutela della biodiversità a cura di enti, associazioni naturalistiche, tour operator, Parchi e Riserve italiane e straniere, Comuni, Province e Regioni. Ampio spazio anche alla fotografia con il Fotofestival di Asferico, proiezioni fotografiche naturalistiche di alta qualità su schermo panoramico, incontri con fotografi di fama internazionale da tutta Europa, premiazione del concorso, mostra fotografica Asferico 2014. Tra le mostre fotografiche che sarà possibile visitare nei giorni della Fiera e oltre, anche la Mostra inedita di fotografia delle foto vincitrici delle 6 edizioni del Concorso Delta in Focus (2004-2012) a cura dei Fotografi Delta; la Mostra delle opere vincitrici del Concorso “Maratona Fotografica nel Delta” promossa dall’Associazione Feedback e da Deltanatur, presso la Sala Convegni del Padiglione Birdwilde e poi GLANZLICHTER 2014, anteprima italiana della mostra del concorso fotografico internazionale, alla Manifattura dei Marinati di Comacchio, fino al 10 maggio. Spazio anche per i più piccoli, con i laboratori didattici tra i quali ricordiamo: Indovina chi viene a cena, per conoscere le abitudini di vita, di alimentazione e le tecniche di volo del piccolo falco che abita il Delta; Colora la natura: scoprire gli animali del Delta attraverso il disegno d’autore, per imparare a disegnare la natura; Il ristorante degli uccellini, dedicato all’alimentazione degli uccelli in natura e alla preparazione dei cibi adatti a loro; Lucerne, lanterne e luci magiche, laboratorio creativo dedicato alla realizzazione di antichi strumenti di illuminazione. Un inizio davvero straordinario per la Fiera che continuerà nei giorni successivi, sempre all’insegna del turismo slow e del rispetto assoluto per la natura e l’ecosistema. Il programma completo della Fiera è disponibile sul sito www.primaveraslow.it

lunedì 28 aprile 2014

COLDIRETTI, NO ALL’OBBLIGO DEL SISTEMA AIS SULLE PICCOLE IMBARCAZIONI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Per Coldiretti Impresa Pesca l’adozione dei sistemi satellitari sulle piccole barche da pesca è inutilmente dispendioso ed occorre sospenderne l’obbligatorietà.

L’obbligo dell’installazione di un sistema satellitare per le piccole barche da pesca è un adempimento inutile e costoso, tanto più se si pensa che ne sono esentate imbarcazioni per il trasporto dei passeggeri o delle merci fino a quaranta volte più grandi. A denunciarlo è la Coldiretti Impresapesca in merito in merito all'applicazione della direttiva del Parlamento e del Consiglio Ue in materia di sicurezza della navigazione, che prevede l'installazione a bordo delle barche del sistema di trasmissione satellitare denominato AIS. In questo modo le imbarcazioni di piccola stazza che svolgono attività di pesca costiera (fino ad una distanza di 6 miglia dalla battigia), saranno costrette ad acquistare entro il prossimomese di maggio apparati di classe "A" con un costo che supera i 2.500 euro. Si tratta di barche con limitatissime esigenze in materia di sicurezza, per le quali la presenza a bordo del sistema AIS appare inutile. Lo dimostra anche il fatto che dallo stesso obbligo sono esentate le barche da trasporto passeggeri di stazza fino a 300 tonnellate di stazza con un numero di imbarcati assai elevato e quelle da trasporto merci che operano sempre in acque nazionali di stazza tra le 300 e le 500 tonnellate. Stiamo parlando di imbarcazioni con dimensioni che possono essere almeno trenta o quaranta volte superiori alle barche da pesca operanti nella fascia costiera con attrezzi di piccola pesca, piccolo strascico o con draga idraulica. Da qui la richiesta di Coldiretti Impresapesca alla direzione della Pesca del Ministero delle Politiche agricole di tutelare il settore attraverso un'azione forte,anche di concerto con il comando generale delle Capitanerie di Porto, per richiedere una sospensione immediata del provvedimento nei confronti del segmento della pesca artigianale che opera nelle più ristretta fascia costiera.

CIA FERRARA: UN IMPORTANTE ACCORDO PER I GIOVANI IN AGRICOLTURA

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

Grande soddisfazione di Cia Ferrara per la firma di un protocollo d’intesa tra Ministero del Lavoro, Cia e Agia che punta a favorire l’inserimento dei giovani in agricoltura

Giovani e agricoltura, un binomio che da qualche tempo significa opportunità di crescita, sviluppo e soprattutto futuro del settore. Va in questa direzione il protocollo d’intesa - che fa parte del Piano nazionale “Garanzia per i giovani” - siglato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dal presidente della Confederazione Dino Scanavino e dal presidente di Agia (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli) Luca Brunelli. Obiettivo primario dell’intesa è consentire alle imprese agricole associate di attivare tirocini e rapporti di apprendistato con giovani “under 25” che intendono avvicinarsi al mondo del lavoro nel settore agricolo. Un’opportunità che significa, in tutta Italia, porte aperte in agricoltura per oltre ventimila giovani in cerca di lavoro. Questa intesa va esattamente nella direzione, dunque, del piano “Garanzia per i giovani”, lanciato dalla Commissione Europea, nato con l’obiettivo di garantire ai giovani con meno di 25 anni, appunto, di ricevere un’offerta di lavoro, di stage o di tirocinio formativo entro quattro mesi dal termine degli studi o dalla perdita del posto di lavoro. La firma del protocollo da parte di Cia e Agia ha altresì un significato strategico: mettere sul tavolo le potenzialità del mondo agricolo e dei giovani imprenditori e vedere quali strumenti, quali risorse, quali investimenti, il governo è realmente disposto a mettere in gioco. Grande soddisfazione per l’intesa è stata espressa anche a livello territoriale da Lorenzo Boldrini, presidente provinciale di Cia Ferrara e Berardino Gallotta, presidente di Agia Ferrara. «Questo protocollo d’intesa – ha commentato Gallotta - è un risultato concreto e importante perché punta fortemente a favorire la formazione e l’inserimento dei giovani nel settore agricolo. In un momento in cui la disoccupazione giovanile ha raggiunto percentuali allarmanti, che arrivano al 40%, l’agricoltura può essere davvero un’opportunità perché nelle nostre campagne ci sono risorse, imprenditorialità e dunque lavoro. Attraverso esperienze in azienda i giovani possono scoprire le diverse sfaccettature del lavoro agricolo, che richiede competenze e specializzazione, e magari capire che fare l’imprenditore in agricoltura è un ottimo modo di coltivare, letteralmente, il loro futuro.» Cia Ferrara e Agia si impegneranno nei prossimi mesi - in base alle indicazioni del coordinamento nazionale e regionale che andrà a formarsi per l’applicazione del protocollo sui territori - ad attuare le azioni specifiche richieste, al fine di mettere in contatto le imprese associate e i giovani, fino all’attivazione di tirocini e contratti di apprendistato che portino magari a un rapporto di lavoro stabile o all’apertura di nuove aziende. La formazione sul campo avrà, infatti, un ruolo fondamentale anche per quei giovani che, anche grazie agli incentivi previsti dalla Nuova Pac e dai Piani di Sviluppo Rurale, vorranno subentrare alla conduzione di un’azienda agricola o acquistare terreni e attrezzature.

DECRETO SISTRI: SODDISFAZIONE DI AGRINSIEME PER ESONERO IMPRESE AGRICOLE

Fonte: Agrinsieme

E’ stato emanato il primo decreto attuativo delle disposizioni sul Sistri, introdotte dal DL 101/2013, convertito nella Legge 125/13; Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative) esprime soddisfazione per le decisioni assunte dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sulla semplificazione degli adempimenti, tenendo conto delle peculiarità del settore agricolo. “È un risultato di grande importanza - ha commentato Agrinsieme - che mette in evidenza l'attenzione del ministro, il cui lavoro ha consentito il raggiungimento di questo risultato”. “L’aver escluso dal Sistri i produttori di rifiuti pericolosi derivanti da attività agricole ed agroindustriali con meno di 10 dipendenti e (indipendentemente dal numero dei dipendenti) gli Enti e le imprese di cui all’art. 2135 del Codice civile che conferiscono i propri rifiuti nell’ambito dei circuiti organizzati di raccolta, è un segnale – ha osservato Agrinsieme - fortemente positivo”. “Si permette così - ha concluso il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative - di proseguire, da una parte nel percorso di semplificazione nella gestione dei rifiuti e, dall’altra, di valorizzare i sistemi virtuosi esistenti, legati al concetto dei circuiti organizzati di raccolta. Il settore agricolo, infatti, non si esime dalla tracciabilità dei rifiuti, ma ha necessità che la stessa sia adattata alle esigenze operative dell’attività”.

SISTRI: DECRETO MINISTERIALE DEL 24 APRILE 2014

Fonte: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

È stato firmato il 24 Aprile dal Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti il Decreto Ministeriale n. 126 del 24 aprile 2014 recante disposizioni attuative dell'art. 188-ter commi 1 e 3 del D.Lgs. 152/2006.
Potete leggerlo a questo indirizzo:
http://www.sistri.it/Documenti/Allegati/Decreto_ministeriale_24_aprile_2014.pdf

giovedì 24 aprile 2014

OGM, MARTINA: SODDISFAZIONE PER SENTENZA TAR, ORA CONTINUIAMO IMPEGNO IN EUROPA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “Apprendiamo con soddisfazione il pronunciamento del Tar che conferma nella sostanza le ragioni del decreto promosso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i Ministeri della Salute e dell’Ambiente in relazione allo stop delle semine Ogm in Italia”. “Proseguiamo ora con tenacia la battaglia che stiamo portando avanti anche con altri Paesi in ambito europeo. Il nostro obiettivo è dare più autonomia di scelta ai singoli Stati sul tema Ogm. Se non riusciremo a trovare un accordo entro giugno, questo sarà uno dei dossier più importanti del semestre italiano di Presidenza dell’Ue. Sono convinto che il modello agricolo italiano debba valorizzare le sue peculiari caratteristiche per rafforzarsi anche sui mercati internazionali”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha commentato il rigetto da parte del Tar del Lazio del ricorso contro il decreto del 12 luglio adottato dal Ministro della Salute di concerto con il Ministro della Politiche Agricole Alimentari e Forestali e con il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare recante "Adozione delle misure d'urgenza si sensi dell'art. 54 del Regolamento CE n.178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810".

PAC ED AIUTI ACCOPPIATI - RIUNIONE INTERLOCUTORIA A ROMA. RABBONI: AIUTI ANCHE AL POMODORO DA INDUSTRIA E ALLA FRUTTA TRASFORMATA, FILIERE ITALIANE A RISCHIO DI RIDIMENSIONAMENTO. BENE L'INSERIMENTO DELLA BARBABIETOLA. IL 30 APRILE UN NUOVO INCONTRO.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

“Bene l’inserimento degli aiuti accoppiati per la barbabietola, ma è indispensabile che questi vengano riconosciuti anche al pomodoro da industria e alla frutta trasformata.” Questo in sintesi il commento dell’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni, dopo la riunione di ieri a Roma tra il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e gli Assessori regionali all'agricoltura per concordare le scelte nazionali della Pac 2014-2020 relative alla definizione di "agricoltore attivo" e agli aiuti accoppiati. Nel corso dell’incontro è stata presentata dal Ministero una proposta che destina 288 milioni a sostegno della zootecnia ( vacche che hanno partorito, nutrici, bovini macellati, ovicaprini, soia), 184 ai seminativi (oleoproteaginose, proteiche, barbabietola, riso) e 98,3 milioni alle colture permanenti (olivo). Gli Assessori hanno espresso numerose osservazioni critiche e chiesto al Ministro una nuova proposta. La riunione è stata riconvocata il 30 aprile. "E’ apprezzabile che il Ministero abbia aggiunto, come da noi più volte richiesto, la barbabietola tra le colture da sostenere con gli aiuti accoppiati ad ettaro – ha commentato Tiberio Rabboni - l'eliminazione nel 2017 delle quote zucchero nazionali aprirà infatti le porte dell'Italia alle produzioni europee di minore qualità e prezzo e senza l'aiuto accoppiato la bieticoltura italiana, già ridimensionata dalla riforma del 2005 rischia di scomparire definitivamente. Bene anche il premio per le vacche da latte che hanno partorito vitelli, premio maggiorato in caso di incroci con razze da carne. Non possiamo però dirci soddisfatti. L'aiuto accoppiato è indispensabile anche per il pomodoro da industria, un settore con un numero molto elevato di occupati tra agricoltura e trasformazione, e per la frutta (pere, pesche e prugne) da trasformazione. Paesi europei produttori di ortofrutta concorrenti con il nostro, con costi di produzione peraltro più bassi di quelli italiani (Spagna, Portogallo, Francia), hanno già deciso l'attivazione dell'aiuto. Ciò porterà ad uno svantaggio incolmabile per le produzioni italiane e ad un serio rischio di crisi strutturale futura. Per questo insisto sulla richiesta di aiuto accoppiato anche per il pomodoro da industria e la frutta da trasformazione. Confido in un riscontro positivo del Ministero il prossimo 30 aprile".

NOMINA DEL NUOVO DIRETTORE DELLA SEZIONE ARPA DI FERRARA E DEL NUOVO RESPONSABILE DEL SERVIZIO GESTIONE SISTEMI INTEGRATI DELLA DIREZIONE GENERALE

Fonte: Area Comunicazione - Direzione generale Arpa Emilia-Romagna

Dal 1° maggio p.v. il dott. Pier Luigi Trentini assumerà la Direzione della Sezione Arpa della provincia di Ferrara, a seguito della delibera del Direttore generale dell’Agenzia, e con il parere favorevole della Provincia di Ferrara. La nomina è contemporanea alla destinazione, dietro selezione interna e anch’essa con deliberazione del Direttore generale, della dott.ssa Simona Coppi, finora Direttore della Sezione ferrarese, a responsabile del Servizio Sistemi di gestione integrati: qualità, sicurezza, ambiente, presso la Direzione generale di Arpa, reso vacante dal pensionamento della dott.ssa Raffaella Raffaelli, precedente Direttore. Alla dott.ssa Coppi vanno i più sentiti ringraziamenti per l’ottimo lavoro svolto negli anni a tutela della qualità dell’ambiente, a supporto della salute delle popolazioni e per la efficiente ed efficace gestione della sezione Arpa di Ferrara, nonché i migliori auguri per il nuovo, rilevante compito affidatole in un servizio strategico per Arpa e a diretto riporto del Direttore generale. Pier Luigi Trenitni, biologo specializzato in biochimica, dopo un periodo lavorativo nel settore privato, è dal 1986 dirigente pubblico, dapprima alla Usl ferrarese e poi, con la creazione di Arpa nel 1996, come responsabile del Dipartimento tecnico (laboratorio di analisi) della Sezione. Il laboratorio è tra l’altro sede del Polo analitico Integrato Regionale Fitofarmaci e del Centro di Saggio ITTIOLAB. Al dottor Trentini vano gli auguri di buon lavoro per gli impegnativi compiti che quel territorio richiede di assolvere. Il dott. Pier Luigi Trentini risponde ai seguenti recapiti: e-mail ptrentini@arpa.emr.it tel. fisso 0532 234800 tel. cellulare 335 7712814


RINNOVABILI, AGRINSIEME: “CON LE NUOVE MISURE FISCALI APPROVATE DAL GOVERNO IL SETTORE AGROENERGETICO RISCHIA IL DEFAULT”

Fonte: Agrinsieme

“Dopo gli interventi normativi introdotti con il decreto “Destinazione italia”, che ha ridotto pesantemente i prezzi minimi di vendita dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, l’aggravio fiscale previsto con il provvedimento approvato dal Governo venerdì scorso rischia di compromettere definitivamente l’equilibrio economico-finanziario delle imprese agricole che hanno investito nel settore delle rinnovabili”. Così Agrinsieme, il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, commenta le nuove misure fiscali introdotte dal governo sul settore delle agro energie. La determinazione del reddito con l’aliquota del 25% sull’ammontare dei corrispettivi, con il cambio delle regole d’imposizione “in corso d’opera”, produce, infatti, effetti dirompenti sui piani d’investimento e sulle fonti di finanziamento bancario . “Peraltro – sottolinea Agrinsieme - la pesante tassazione genera un gettito di gran lunga superiore a quanto stimato dal Governo, che impone un profondo ripensamento della misura , in particolare per i settori del biogas e delle biomasse, che utilizzano materia prima agroforestale, effluenti zootecnici, sottoprodotti, con positive ricadute economiche sul territorio”. Occorre, a parere del coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, assolutamente rivedere l’impianto delle nuove norme, al fine di assicurare un futuro alle rinnovabili agricole che stanno dando un grande contributo alla diminuzione delle emissioni e più in generale alla tutela dell’ambiente. “In questo ambito è indispensabile rilanciare una strategia di settore che eviti provvedimenti estemporanei, con effetti retroattivi”.

PAC, AGRINSIEME: LE PROPOSTE DEL MIPAAF E DELLE REGIONI NON TENGONO CONTO DELLE REALI ESIGENZE DELLE IMPRESE. OCCORRE UN MAGGIORE COINVOLGIMENTO DELLE ORGANIZZAZIONI DEL SETTORE.

Fonte: Agrinsieme

Agrinsieme interviene in merito agli incontri tra Regioni e Mipaaf sulle ipotesi di applicazione della riforma della politica agricola comune in programma ieri a Roma ed in particolare sulle misure per l’utilizzo di parte del budget finanziario disponibile da destinare ai cosiddetti ‘pagamenti accoppiati‘ per determinati settori in difficoltà e rilevanti dal punto di vista socio-economico-ambientale. “Le proposte circolate in questi giorni sono limitative, poco incisive ed ignorano completamente i fabbisogni di alcune filiere strategiche per il nostro sistema agricolo ed agroalimentare, anche in termini occupazionali – ha dichiarato il coordinatore di Agrinsieme Mario Guidi - non solo, la logica che si sta seguendo tiene conto unicamente della necessità di compensare le regioni per le possibili riduzioni dei flussi finanziari conseguenti alla diversa allocazione delle risorse per i pagamenti diretti nei prossimi anni. Una logica che non possiamo accettare perché non si sposa con le aspettative del mondo agricolo, che dalla politica attende ben altro.” “Nei giorni scorsi avevamo già segnalato tutte le perplessità di Agrinsieme sull’argomento con una lettera indirizzata al ministro Martina ed al coordinatore degli assessori all’Agricoltura Nardoni, chiedendo anche un incontro urgente per confrontarci sulla situazione. Ad oggi però – ha concluso Mario Guidi – non abbiamo avuto alcun riscontro, mentre le scadenze ipotizzate dal ministro Martina si avvicinano.” "L'amministrazione deve confrontarsi con noi stakeholder del settore - ha quindi concluso Guidi - per queste e per tutte le altre scelte politiche di applicazione della Politica agricola comune. Perché non va dimenticato che le politiche sono fatte soprattutto per le imprese e le logiche che le ispirano devono tenere conto delle implicazioni economiche ed essere all'altezza delle aspirazioni dei comparti produttivi e dei suoi protagonisti; per contribuire ancora di più alla crescita ed alla occupazione del Paese."

martedì 22 aprile 2014

GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA, MARTINA: OCCASIONE FONDAMENTALE PER UN CONFRONTO A LIVELLO GLOBALE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“In uno storico passaggio in cui la crisi globale ci ricorda l’importanza della sostenibilità dei modelli di sviluppo, come chiave del futuro pianeta, l’Earth Day è una giornata fondamentale per rafforzare un confronto a livello globale sui temi della terra, dell’ambiente e dell’alimentazione. Questo giorno deve essere anche un momento di riflessione profonda sulla tutela del nostro territorio e sulla capacità produttiva che avremo in futuro. In Italia, negli ultimi 5 anni, abbiamo perso 8 metri quadrati al secondo di terreno, 70 ettari al giorno. Dobbiamo intervenire in fretta. Siamo impegnati perché il nostro Paese abbia una legge adeguata sul contenimento del consumo del suolo”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, in occasione della Giornata mondiale della Terra. “L’agricoltura – ha aggiunto il Ministro – è decisiva per la cura e la salvaguardia del territorio e garantisce prevenzione dai rischi ambientali”. “L’Expo di Milano che si terrà fra poco più di un anno – ha concluso il Ministro – sarà l’occasione per discutere, a livello mondiale, di questi temi. Servono nuove strategie, soprattutto se vogliamo puntare agli obiettivi dell’Onu per il terzo millennio. È compito della politica decidere in modo da lasciare in eredità alle generazioni future un pianeta sano e sostenibile”.

venerdì 18 aprile 2014

MIPAAF: RIDUZIONE IRAP 10% PER IL SETTORE AGRICOLO, NIENTE IMU SUI FABBRICATI RURALI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il decreto legge “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale – Per un’Italia coraggiosa e semplice”, approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, non contiene la reintroduzione dell’Imu sui fabbricati rurali ad uso strumentale. Sono state inoltre salvaguardate le agevolazioni per il gasolio agricolo, l'esenzione IRES per le cooperative agricole e di piccola pesca e il regime speciale dell'IVA per le imprese agricole. Il decreto contiene una rimodulazione della base imponibile per i terreni montani e collinari e una correzione fiscale sulla produzione di energie rinnovabili da imprese agricole. Infine un importante taglio del cuneo fiscale per il settore agricolo deriva dalla riduzione dell'aliquota IRAP del 10%.

DL COMPETITIVITÀ E GIUSTIZIA SOCIALE, AGRINSIEME: “LO SVILUPPO NON SI OTTIENE SOLO CON I TAGLI. L’AGRICOLTURA HA BISOGNO DI POLITICHE ORIENTATE ALLA CRESCITA”

Fonte: Agrinsieme

“Il documento di economia e finanza (DEF) prevede un programma di riforma ampio nelle sue linee generali in ordine ai tagli delle spese e alle aree di spreco. Quello che però non si può condividere è l’aggravamento fiscale solo per alcuni settori produttivi, in particolare per l’agricoltura.” Lo ha detto Mario Guidi, coordinatore di Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza Nazionale delle Cooperative), commentando il decreto Competitività e giustizia sociale che va oggi al Consiglio dei Ministri. “I tagli previsti comportano un forte aggravio di imposizione per le imprese agricole – ha osservato Agrinsieme –. Il governo si era impegnato a selezionare i tagli per ridurre la spesa pubblica improduttiva. E si poteva anche discutere su quali risorse per l’agricoltura fossero improduttive, ma questo andava fatto con un’approfondita conoscenza del settore, cosa che le misure annunciate non rispecchiano”. Particolarmente critico il giudizio di Agrinsieme sulla cancellazione dell’esonero Iva per le aziende con un fatturato inferiore a 7.000 euro. Il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari si era battuto fortemente affinché queste aziende fossero esentate, in nome della semplificazione, da ogni adempimento burocratico, a partire dalla dichiarazione degli elenchi dei fornitori. Senza successo, perché altre organizzazioni ne avevano sostenuto la necessità in nome della tracciabilità. Il risultato è che il legislatore, coerentemente, ora trasforma la tracciabilità in onere fiscale! E le piccole imprese non solo dovranno dichiarare gli elenchi dei fornitori, ma anche pagare l’Iva. “A fronte di questi prelievi - ha concluso Agrinsieme - servono le misure di sviluppo che sostengano la crescita delle aziende agricole, permettano di migliorare la produzione, favoriscano l’innovazione e la propensione all’export, che potrebbe tornare a crescere, (+3,3% a febbraio rispetto all’anno precedente). Non si può pensare di fare una riforma a metà che rischia di finire per indebolire il sistema produttivo del Paese, il made in Italy e l’occupazione”.

COLDIRETTI, VADEMECUM ANTIFRODI PER IL PRANZO DI PASQUA. OK L’ATTIVITA’ DEI NAS

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Coldiretti esprime apprezzamento per l’operazione “pulizie di Pasqua” dei NAS, che hanno rilevato violazioni delle norme alimentari e sequestrato prodotti fuori legge. Qualche consiglio per acquisti sicuri, da agnello a uova per una “buona Pasqua” a tavola.

Se l’uovo di cioccolato migliore è quello “puro” che non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali e se fondente va scelto in relazione al contenuto di cacao che è preferibile sia sopra il 50 per cento, per quello di gallina è bene guardare sempre la data di scadenza e il codice stampato sul guscio che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie) mentre la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT) ed infine l’agnello italiano è meglio acquistarlo dagli allevatori o nei mercati di Campagna Amica dove l’origine è certa perché non è purtroppo obbligatorio indicarla in etichetta. Sono questi alcuni dei consigli contenuti nel vademecum antifrode elaborato dalla Coldiretti per la Pasqua nell’esprimere apprezzamento per l’operazione “Pulizie di Pasqua” condotta dai carabinieri dei Nas che sul territorio nazionale hanno eseguito oltre 1.500 ispezioni rilevando varie violazioni e sottoponendo a sequestrocirca 360 tonnellate di alimenti di cui oltre 5 tonnellate tra uova, colombe e dolci pasquali. La carne di agnello è il piatto piu’ presente sulle tavole della Pasqua ma non è ancora prevista l’obbligatorietà dell’indicazione di origine e c’è il rischio che vengano spacciati come Made in Italy prodotti importati dall’estero. Quando è possibile - consiglia la Coldiretti – meglio rivolgersi direttamente agli allevatori o al macellaio di fiducia o acquistare i principali prodotti tipici nazionali, garantiti da disciplinari di produzione IGP quali l’Agnello di Sardegna IGP, l’Abbacchio Romano IGP, l’Agnello dell’ Appennino di Centro Italia IGP, ed altri prodotti tipici quali l’Agnello Lucano, l’Agnello Nero Toscano e l’Agnello di Pomarance). Le uova di gallina - continua la Coldiretti – insieme alla data di scadenza hanno anche un sistema di etichettatura obbligatorio che consente di distinguere la provenienza e il metodo di allevamento con un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell'allevatore. A queste informazioni si aggiungono - conclude la Coldiretti - quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S). Per quanto riguarda il pesce, il 39 per cento degli italiani si orienta su pesce italiano, il 12 per cento è indifferente alla provenienza mentre appena l’uno per cento ricerca prodotti ittici provenienti dall’estero, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Ad essere preferito è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti tra l’altro a prezzi contenuti senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti è, laddove possibile, di acquistare direttamente dal pescatore, o se da un attività commerciale verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la “zona Fao 37” se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo, controllare che la carne del pesce abbia una consistenza soda ed elastica, che la pelle sia lucida, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi o concavi, mentre l’odore non deve essere forte, sgradevole o con richiami all’odore dell’ammoniaca. Se si è in grado di conoscere bene le specie e la qualità è infine meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne. Altrimenti appare meglio affidarsi ad un pescatore o ad una pescheria di fiducia. Per i tanti che approfittano dei ponti di primavera per recarsi in agriturismo il vademecumdella Coldiretti consiglia di scegliere gli agriturismi in cui l'attività agricola è visibile e dove l'accoglienza sia di tipo cordiale e curata direttamente dall'imprenditore agricolo o dalla sua famiglia ma anche di controllare il legame dell'azienda con l'attività agricola, il tipo di azienda e i prodotti coltivati direttamente e accertare che nel menu offerto siano indicati alimenti stagionali e tipici della zona. Meglio preferire - conclude la Coldiretti - le aziende che aderiscono a una associazione come Terranostra o Campagna Amica che sono segnalate dalle guide (per gli amanti del computer c'è anche la possibilità di navigare in internet sul sito www.terranostra.it ), oppure di scaricare ed utilizzare l’app Terranostra o Campagna Amica, disponibile sia per Apple che Android e che consentono di trovare velocemente le aziende più vicine o quelle con i prodotti che interessano.

giovedì 17 aprile 2014

DONNE IN AGRICOLTURA E INNOVAZIONE, DI MUZIO (CONFAGRICOLTURA DONNA EMILIA ROMAGNA): “TERMINA IL 2 MAGGIO IL BANDO DEL ‘PREMIO EUROPEO ALL’INNOVAZIONE PER LE AGRICOLTRICI’, L’ITALIA E’ MAGLIA NERA NEL PROCESSO DI VALORIZZAZIONE DEL RUOLO FEMMINILE. DALL’ONU E DALL’UE ARRIVANO INVECE IMPORTANTI SEGNALI DI ATTENZIONE VERSO LE DONNE”

Fonte: Confagricoltura Donna Emilia - Romagna

“Siamo indietro di 30 anni rispetto agli altri paesi nel processo di valorizzazione delle donne per arrivare finalmente a una sostanziale parità di genere - ha detto Marina Di Muzio presidente nazionale e regionale di Confagricoltura Donna riprendendo le parole del sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio. “Per rimarcare l’attenzione di Bruxelles al ruolo chiave delle donne nel fornire competitività e innovazione in agricoltura, a maggior ragione nel 2014 dichiarato dalle Nazioni Unite l’anno internazionale dell’agricoltura familiare – sottolinea Di Muzio - la commissione femminile del Copa (Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell'Unione europea) ha istituito la terza edizione del “Premio europeo all’innovazione per le agricoltrici” che sarà attribuito sulla base di tre criteri: l’uso di know-how e nuove tecnologie per un’agricoltura più competitiva; il trasferimento dell’innovazione e la sostenibilità dell’innovazione (il bando termina il 2 maggio, per info: donna-er@confagricoltura.org)”. “L’Italia è maglia nera quando da tutto il mondo arrivano invece segnali di attenzione che richiamano ad un vero e proprio rinnovamento culturale verso la promozione di un’ottica di genere – asserisce la presidente di Confagricoltura Donna nazionale e regionale, Marina Di Muzio. “Anche l’Organizzazione mondiale dell’agricoltura (OMA) ha recentemente riconosciuto l’esigenza di una commissione permanente femminile. Di fronte ad un tale processo di evoluzione del ruolo delle donne, non possiamo ancora una volta – e conclude – rimanere a guardare”.

RIFORMA DELLA PAC: L’OI DISTRETTO DEL POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA SCRIVE AL MINISTRO MARTINA E CHIEDE L’INTRODUZIONE, ANCHE IN ITALIA, DELL’AIUTO ACCOPPIATO PER IL POMODORO

Fonte: Distretto del Pomodoro da Industria Nord Italia

L’OI Distretto del Pomodoro da Industria del Nord Italia – organizzazione interprofessionale riconosciuta dall’Ue che rappresenta circa la metà del pomodoro da industria italiano – ha scritto al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina per richiedere l’introduzione – anche in Italia come sta accadendo in altri Paesi europei produttori di pomodoro da industria – dell’aiuto accoppiato per il pomodoro nell’ambito della definizione della nuova PAC.
"Ho sottoposto all’attenzione del ministro Martina – spiega il presidente Pier Luigi Ferrari - la posizione dell’Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia, relativa alle imminenti scelte che il nostro Paese dovrà compiere per avviare la riforma della PAC richiedendo la possibilità di un incontro finalizzato ad illustrare le risultanze a cui l’OI è pervenuta dopo ampio dibattito. Il tema è particolarmente avvertito da tutti i soggetti economici della filiera del pomodoro da industria, consapevoli della complessità, ma fiduciosi nell’azione intrapresa dal governo che intende impegnarsi fortemente sull’agroalimentare>. Nella lettera – inviata per conoscenza anche agli assessori regionali di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte oltre a presidenti di Anicav, organizzazioni agricole e cooperative – l’Oi

MIPAAF: CONTROLLI STRAORDINARI SULLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI DEI CARABINIERI DELLE POLITICHE AGRICOLE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali  

Il Vademecum per una Pasqua sicura

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, in vista delle festività pasquali, sono stati intensificati su tutto il territorio i controlli sulle produzioni agroalimentari. Nello specifico le verifiche ispettive dei NAC hanno riguardato 165 aziende ed attività commerciali. Sono state 20.500 le etichette irregolari ritirate dal mercato che hanno riguardato prodotti e ingredienti non corrispondenti alle etichette, con indebite evocazioni ad esempio del “Pistacchio di Bronte Dop”, del “Sale marino di Trapani Igp”, del “Grana Padano Dop”, del “Parmigiano Reggiano Dop”, del “Prosciutto Toscano Dop”, del “Pecorino Romano Dop” e della “Mozzarella di bufala campana Dop”. L’attenzione dei Carabinieri delle politiche agricole è stata puntata sulla tracciabilità e sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari tradizionalmente presenti sulla tavola degli italiani in questo periodo. I Nac, che hanno operato in stretta collaborazione con l’Ispettorato centrale per la Tutela Qualità e la Repressione Frodi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e con la rete degli Organismi di vigilanza dei principali Consorzi di Tutela, hanno verificato le norme sulla comunicazione commerciale ingannevole, in attuazione della normativa europea che vieta l’evocazione di marchi di qualità DOP e l’utilizzo di indicazioni fuorvianti, specie con riferimento a contenuti nutrizionali inappropriati o a denominazioni e indicazioni non corrispondenti ai luoghi di origine, agli ingredienti, alla scadenza e ai disciplinari di produzione. Nei primi mesi del 2014 sono stati operati sequestri su quasi 22 mila kg di prodotti alimentari irregolari, e su 219.300 etichette/packaging irregolari. Il vademecum dei Nac per una Pasqua sicura - Non guardare solo le confezioni dei prodotti, dal momento che possono recare immagini accattivanti non sempre corrispondenti al prodotto reale; - Leggere attentamente le etichette, in modo da scegliere i prodotti che recano con chiarezza le indicazioni sulla lista degli ingredienti, origine, scadenza, stabilimento di lavorazione, tracciabilità, recapiti dell’azienda produttrice. - Verificare i prezzi, la convenienza di un prodotto si può constatare confrontando la lista degli ingredienti. Alcune indicazioni utili:  
1) Le uova di cioccolato
I migliori prodotti di qualità sono quelli che contengono, nell’ordine: - cacao in polvere, - burro di cacao (pasta di cacao), - zucchero, - latte in polvere, - aromatizzanti naturali. Solo il cioccolato “puro” non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali. Il cioccolato fondente va valutato in relazione al contenuto di cacao ( il migliore è superiore al 50%).
 2) Le colombe pasquali
Quelle di migliore qualità contengono nell’ordine: - farina; - zucchero; - uova; - burro; - canditi. Anche in questo caso è importante leggere l’etichetta, per verificare la lista degli ingredienti e compiere delle scelte “consapevoli”: è importante perciò conoscere se al posto del burro vi è margarina, se il prodotto è confezionato con alimenti”biologici” e “ogm- free”, con latte in polvere e se vi sono conservanti. Così come è importante sapere che sono state impiegate uova di categoria A (oppure se vi è albume in polvere). La qualità del prodotto si delinea anche dalla crosta e dalla lievitazione: la superficie non deve essere molto scura, l’impasto deve risultare dorato, il prodotto non deve risultare piatto. I canditi devono essere morbidi e, per i prodotti di migliore qualità, sono grandi.  
3) Le carni ovine
La carne di agnello è ottenuta dall’animale fino ad un anno di età. Per le carni ovine non è ancora prevista l’obbligatorietà dell’indicazione di origine alla vendita, stabilita invece per le carni bovine, per cui sui banchi di vendita possono essere commercializzati anche prodotti provenienti dall’estero senza indicazioni sull’origine. Il consumatore può trovare, in ogni caso, indicazioni volontarie sulla provenienza del prodotto. Per scelte più mirate sulle modalità di allevamento, zone di produzione e tracciabilità, è possibile orientarsi sui principali prodotti tipici nazionali, garantiti da disciplinari di produzione IGP quali l’Agnello di Sardegna IGP, l’Abbacchio Romano IGP, l’Agnello dell’ Appennino di Centro Italia IGP, ed altri prodotti tipici quali l’Agnello Lucano, l’Agnello Nero Toscano e l’Agnello di Pomarance (PI). In linea generale, le tradizioni e i disciplinari di produzione di tali prodotti nazionali prevedono l’allevamento allo stato brado, il ricovero in strutture adeguate per i ricambi d’aria e l’illuminazione naturale, gli interventi sanitari ed i controlli, l’assenza di forzature alimentari e stress ambientali, con un processo naturale per la nutrizione con latte materno ed essenze di pascolo dell’habitat regionale di riferimento.  
4) Gli agriturismi
Molti agriturismi sono associati ad importanti Associazioni agricole e di categoria. Sono inoltre consigliati da Tour operator riconosciuti a livello internazionale che, in linea generale, possono garantire sulla validità delle strutture. In ogni caso può essere utile, prima di prenotare, verificare l’affidabilità dell’agriturismo informandosi sui seguenti aspetti essenziali: - l’affidabilità “ambientale”: la tranquillità e la salubrità dell’aria possono essere verificate accertando se nelle vicinanze sono situate autostrade, grandi agglomerati urbani, industrie e opifici; - l'estensione della azienda: un agriturismo deve avere sufficienti ettari di terra per le proprie produzioni; - le materie prime prodotte dall’agriturismo: la presenza di coltivazioni di ortaggi, frutteti e eventuali allevamenti di animali offrono sufficienti garanzie di affidabilità ed economicità dell’azienda.

mercoledì 16 aprile 2014

COMMERCIO ESTERO, CONFAGRICOLTURA: “DOPO LA BATTUTA D’ARRESTO, TORNA A VOLARE L’EXPORT AGROALIMENTARE”

Fonte: Confagricoltura

Dopo la stasi di gennaio tornano a crescere le esportazioni agroalimentari che segnano, nel loro complesso, un promettente +4,4%. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati sul commercio estero a febbraio, diffusi oggi dall’Istat. “L’agroalimentare, con oltre 170 miliardi di fatturato, è il secondo settore del Paese, ed è soprattutto l’export il suo vero motore – osserva Confagricoltura – con oltre 33 miliardi di euro nel 2013 e un incremento di quasi il 5% sull’anno precedente (obiettivo raggiungibile e superabile anche quest’anno)”. “La strada da seguire – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - non può che essere quella della modernizzazione di tutta la filiera agroalimentare, costruendo così il ‘vero’ made in Italy, con regole e parametri qualitativi italiani”.

martedì 15 aprile 2014

ASSEMBLEA CONFAGRICOLTURA, ELETTA LA GIUNTA ESECUTIVA

Fonte: Confagricoltura

Con il presidente Mario Guidi, l’assemblea di Confagricoltura ha eletto i nove componenti della Giunta che lo affiancheranno per i prossimi tre anni. La squadra di Guidi è composta da: Antonio Boselli, Nicola Cilento, Giandomenico Consalvo, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, Massimiliano Giansanti, Onofrio Giuliano, Antonio Piva, Diana Theodoli Pallini, Ezio Veggia.
ANTONIO BOSELLI, 56 anni, coniugato, tre figli. Conduce, insieme al fratello, un’azienda agricola ad indirizzo cerealicolo-zootecnico di 100 ettari, con stalla da latte in provincia di Lodi. E’ presidente di una cooperativa nel settore del biogas. E’ presidente di Confagricoltura Milano-Lodi-Monza Brianza e delegato di Confagricoltura per “Expo 2015”.
NICOLA CILENTO, calabrese, 51 anni, coniugato, tre figli. E’ titolare di un’azienda agrumicola a Corigliano Calabro (Cosenza), dove produce clementine ed arance. E’ stato presidente di Confagricoltura Cosenza e Calabria. E’ alla guida della OP COAB che opera nella Piana di Sibari.
GIANDOMENICO CONSALVO, 48 anni, nato a Salerno, sposato, due figli. Titolare di un’azienda ortofloricola a Pontecagnano (Salerno) che fa anche IV gamma. Presidente del CAAF Confagricoltura e del Consorzio Vivaistico Italiano. E' stato presidente nazionale dei Giovani dell’Anga.
GIANGIACOMO GALLARATI SCOTTI BONALDI, nato a Roma, 53 anni, sposato, 3 figli. Conduce un’azienda agricola ad indirizzo seminativo (grano, mais e soia) e vitivinicolo (prosecco e pinot grigio) in provincia di Treviso. E’ stato presidente di Confagricoltura Treviso ed è presidente di Confagricoltura Veneto. E’ anche presidente dell’Associazione Nazionale Bieticoltori.
 MASSIMILIANO GIANSANTI, 40 anni, sposato. Nato a Roma, conduce, assieme alla famiglia, sei aziende agricole, in provincia di Roma, Viterbo e Parma ad indirizzo cerealicolo e zootecnico, con produzione diretta di Parmigiano Reggiano Dop. E’ presidente di Confagricoltura Roma e consigliere della Banca della Nuova Terra.
ONOFRIO GIULIANO, di Foggia, 62 anni sposato con 2 figli, conduce un’impresa agricola a Cerignola a prevalente indirizzo olivicolo, cerealicolo e viticolo. Produce anche pomodoro ed è il più grosso produttore delle olive Belle di Cerignola. Nella sua azienda alleva anche suini. E’ presidente di Confagricoltura Foggia. ANTONIO PIVA, cremonese, 61 anni, coniugato, un figlio. E’ titolare di un allevamento da latte. E’ presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi e della Fondazione Enpaia. E’ anche presidente dell’Ente Fiere di Cremona e del quotidiano “La Provincia” di Cremona.
DIANA THEODOLI PALLINI, 62 anni, sposata, due figli. Nata a Milano, vive a Roma. Conduce, assieme alla famiglia, tre aziende agricole nel grossetano e una nel comune di Roma ad indirizzo cerealicolo e zootecnico, con annessi agriturismo, caseificio ed impianto di biogas. E’ stata presidente di Confagricoltura Grosseto e vicepresidente di Confagricoltura Toscana. E’ Cavaliere del Lavoro.
EZIO VEGGIA, 59 anni, sposato, due figli. Conduce un’azienda agricola ad indirizzo cerealicolo-zootecnico di 400 ettari, con annesso impianto di biogas, a Cocconato, in provincia di Asti, dove è nato. E’ stato presidente di Confagricoltura Asti e Piemonte.

ASSEMBLEA CONFAGRICOLTURA, IL FERRARESE MARIO GUIDI RICONFERMATO ALLA PRESIDENZA

Fonte: Confagricoltura  

La relazione: «Raccogliamo la sfida di Renzi ai corpi intermedi»

L’assemblea di Confagricoltura ha riconfermato Mario Guidi alla presidenza per il prossimo triennio con 497 voti su 509. E’ una Confagricoltura profondamente rinnovata quella che il presidente Mario Guidi ha presentato all’assemblea dopo i tre anni del suo mandato. Un’Organizzazione che ha rivoluzionato il suo modo di intendere il sindacato e il suo operato e che oggi è pronta a cogliere la sfida che i tempi e il nuovo governo del Paese lanciano al sistema dei corpi intermedi nel suo complesso. “Dal 2011 ad oggi – ha detto il presidente nella sua relazione - sono avvenuti cambiamenti profondi e irreversibili, a livello nazionale ed internazionale, ed è ormai chiaro che niente potrà tornare come prima. La direzione è segnata: uno Stato più “magro”, un welfare più efficiente, mercati meno ingessati, regole meno asfissianti; attraverso riforme strutturali, la riduzione della spesa pubblica e delle partecipazioni dirette. In questo contesto anche le organizzazioni intermedie dello Stato, da quelle di rappresentanza alle istituzioni, comprese le province, i piccoli comuni, le camere di commercio, sono in discussione al pari della dirigenza pubblica”. Confagricoltura ha colto questi segnali da tempo ed ha avviato un processo di riorganizzazione interna basato sull’innovazione, mentale, sociale, associativa, sindacale e organizzativa. “Questo lavoro – ha proseguito Mario Guidi – ci ha permesso di ottenere importanti risultati anche sul fronte normativo, di vincere la doppia battaglia sull’Imu, di chiudere la vicenda della Tasi in modo soddisfacente, di ripristinare la fiscalità agevolata per le società agricole; provvedimenti che hanno generato un risparmio significativo per le imprese, che potrà aumentare ancora se verranno accolte le nostre proposte sulla semplificazione. Ma che soprattutto ci ha consentito di raggiungere gli obiettivi che l’assemblea mi aveva affidato tre anni fa, al momento della mia elezione. L’affermazione di una leadership nel settore, la promozione dello sviluppo delle imprese agricole, l’innovazione della nostra forma di rappresentanza”. “Ora – ha concluso il presidente di Confagricoltura – siamo alla revisione di medio termine di un programma ambizioso, di una rivoluzione fin qui silenziosa, che vogliamo cominciare a comunicare. Siamo pronti per una fase nuova, quella di un sindacato che ritrova le proprie ragioni non solo nella tradizione e nella continuità, ma anche in una profonda rivisitazione del proprio modo di funzionare a favore delle imprese associate e nell’interesse generale del Paese. Non è un ragionamento solo organizzativo, ma soprattutto politico-sindacale. Perché su questa base si costruiscono le linee portanti dell’azione di rappresentanza, a partire dai prossimi appuntamenti, dalle elezioni europee alle decisioni sulla Pac e la stesura dei PSR, dalla legislazione fiscale e del lavoro alla proposta economica o giovanile, fino a Expo 2015, che sarà la vera occasione di confronto sull’idea di agricoltura che vogliamo sostenere ed affermare”.

lunedì 14 aprile 2014

PREZZI AL CONSUMO, CONFAGRICOLTURA: “CALANO LE QUOTAZIONI DELLA VERDURA. RESTANO CRITICITÀ E DISEQUILIBRI DI FILIERA”

Fonte: Confagricoltura

Al rallentamento dell’inflazione - (+0,1%) a marzo rispetto al mese di febbraio - ha contribuito senz’altro il calo dei prezzi degli alimentari non lavorati (-0,7%) ed in particolare la diminuzione di vegetali freschi (-4,7%). In termini tendenziali, i prezzi dei vegetali freschi diminuiscono del 6% e quelli della frutta calano del 3,7% rispetto a marzo 2013. Lo ricorda il Centro Studi di Confagricoltura analizzando i dati definitivi sull’inflazione a febbraio, diffusi oggi dall’Istat. Confagricoltura evidenzia però come siano in discesa anche i prezzi all’origine (-5,6% a livello tendenziale) toccando, a febbraio, diminuzioni a due cifre per settori come il vino (-18,8%), i cereali (-13,2%), l’olio (-10,5%), i semi oleosi (-10,5%). “Restano criticità e disequilibri di filiera. Per questo Confagricoltura sollecita a Parlamento e Governo politiche di rilancio che vedano le imprese agricole come motore di sviluppo”.

AVVISO POSSIBILI GELATE TARDIVE IN EMILIA - ROMAGNA

Fonte: Arpa-Simc, Area Agrometeorologia Territorio e Clima

In base alle attuali previsioni meteo non è possibile escludere temperature minime prossime o inferiori allo zero nella mattina di dopodomani, mercoledì 16 Aprile 2014.
Si ricorda che all’indirizzo http://www.arpa.emr.it/sim/?agrometeo/previ_gelate_vignola è attivo il servizio di previsione a breve termine delle gelate tardive che comprende tre stazioni di riferimento: Vignola (MO), Granarolo Faentino (RA) e Martorano (FC). La previsione dell’andamento delle temperature per la notte e la mattina successiva sono disponibili ogni giorno a partire dalle ore 19 circa.

sabato 12 aprile 2014

COLDIRETTI, I FURBETTI DEL “WINE KIT” BEFFANO INTERPOL CON NOMI DI FANTASIA

Fonte: Coldiretti Ferrara     

Dopo la denuncia di Coldiretti dello scorso anno sui wine kit per produrre falso vino, e l’intervento per bloccarne la vendita, i furbetti del vino in polvere hanno messo nomi fantasiosi ai loro prodotti e continuano a venderli, con danno per i veri vini italiani di qualità.

A distanza di appena un anno dalla denuncia della vendita di wine kit per produrre falso vino a danno dei vini italiani piu’ prestigiosi che ha provocato l’intervento dell’Interpol per fermare il commercio in Europa, i furbetti del “vino in polvere” si sono attrezzati per sfuggire alle leggi cambiando semplicemente e fantasiosamente i nomi e così il Barolo è diventato Barollo, il Brunello di Montalcino ora si chiama Montecino, il Valpolicella divenuto Vinoncella, mentre il nuovo nome del Chianti è Cantia che suona molto simile con la pronuncia inglese. Lo ha denunciato la Coldiretti al Vinitaly di Verona dove nel proprio stand nel Centro Servizi Arena - nel corridoio tra i padiglioni 6 e 7 sono stati esposti gli esempi piu’ eclatanti degli espedienti messi in atto per dribblare le normative vigenti a danno delle produzioni italiane che sono tuttora in vendita in Gran Bretagna. L’annunciato blocco delle vendite in Gran Bretagna annunciato il 17 luglio dall’allora Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, a seguito della positiva azione dell’Interpol, sollecitata dalle Autorità nazionali, non ha avuto purtroppo il risultato sperato, secondo l’antico adagio popolare “fatta le legge trovato l’inganno”. In questo caso – sottolinea la Coldiretti - l’inganno è globale con le ditte produttrici che si trovano negli Usa ed in Canada, ma anche in Svezia dove i wine kit che dichiarano di ottenere in soli 5 giorni, in casa, Lambrusco, Gewurztraminer, Frascati, Sangiovese o Primitivo, sono stati venduti addirittura con i marchi Cantina e Doc’s. La situazione non è migliorata neanche fuori dall’Unione Europea dove uno dei piu' grandi produttori di wine kit si trova in Canada http://www.vinecowine.com/ e, con i marchi California Connoisseur, KenRidge, Cellar Craft, European Select, vende kit di Verdicchio, Chianti, Barolo, Amarone, Valpolicella ai quali - denuncia la Coldiretti - si è limitato ad aggiungere semplicemente l’aggettivo “style”. La società che produce wine kit fa capo al secondo produttore canadese di vino Andrew Peller Limited http://www.andrewpeller.com che in passato ha anche esposto i propri vini al Vinitaly. E preoccupante notare – continua la Coldiretti – che la falsificazione continui a prosperare in un Paese come il Canada con cui la Commissione europea ha recentemente raggiunto un accordo politico sugli elementi chiave dell’Accordo economico commerciale globale (noto anche con l’acronimo in inglese CETA) per dirimere le controversie in corso sulla tutela delle denominazioni, dai salumi ai formaggi. “L’Italia non puo’ tollerare che nell’Unione Europea del rigore nei conti si permetta che almeno venti milioni di bottiglie di pseudo vino siano ottenuti da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è necessario stringere le maglie larghe di una legislazione per fermare uno scempio intollerabile che mette a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini piu’ prestigiosi conquistata nel tempo grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio”. Il problema - continua la Coldiretti - non è legato solo all’utilizzo delle pregiate denominazioni del Belpaese poiché in base alla normativa europea del vino, non è possibile aggiungere acqua nel vino o nei mosti. La definizione europea del vino non contempla l’aggiunta di acqua come peraltro consentito in altri stati del nuovo mondo (Sud Africa) che continuano a richiedere alla Ue di autorizzare tale pratica per favorire le loro esportazioni. Anche per questo il commercio dei wine kit su tutto il territorio europeo - conclude la Coldiretti - andrebbe vietato.

COLDIRETTI, ALLARME BUROCRAZIA NEL VINO: 70 PRATICHE DA VIGNA A BOTTIGLIA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Lanciata al Vinitaly proposta Coldiretti per dimezzare i costi ed i tempi per le imprese senza rinunciare ai controlli ed alla trasparenza.

Dal vigneto alla bottiglia è necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti che richiedono almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa vitivinicola per soddisfare le 4000 pagine di normativa che regolamentano il settore. E’ questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti al Vinitaly dove è stata presentata dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo la proposta di semplificazione per tagliare la burocrazia nel settore vitivinicolo e per dimezzare tempi e costi per le imprese nell’ambito dell’incontro “Il Marketing del vino, dalla etichetta al web” organizzato dalla Coldiretti e dell’Associazione nazionale Città del Vino con il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina, il Presidente dell’associazione Nazionale Città del vino Pietro Iadanza ma anche importanti esperti di marketing e analisti del web come Diego Ciulli di Google. Secondo la Coldiretti e’ importante procedere verso un registro unico dei controlli come annunciato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina al Vinitaly, ma è necessario modificare radicalmente l'approccio al sistema dei controlli nelsettore vitivinicolo mettendo al centro e valorizzando l'autocontrollo aziendale che già oggi viene normalmente e scrupolosamente effettuato dalleaziende mentre è necessario effettuare i controlli partendo sempre da una analisi dei rischi. Di fronte ad un carico amministrativo che causa oneri insostenibili per le imprese e ha provocato un calo della superficie vitata destinata a Doc e Docg, con una pericolosa spinta alla delocalizzazione, la Coldiretti propone un sistema dei controlli virtuoso a vantaggio dei consumatori e nel rispetto del lavoro dei produttori: - Sportello unico degli adempimenti attraverso il fascicolo aziendale, valorizzando l’autocontrollo dell’impresa; - Controlli a campione basati sull’analisi dei rischi ed estesi sul mercato al consumo; - Coordinamento del sistema sanzionatorio (Dlgs. 61; L.82; Dlgs. 260) e distinzione netta tra le irregolarità formali e sanabili (a cui estendere l’istituto della diffida) e i casi reali di frodi e sofisticazioni (con inasprimento delle sanzioni). ll fascicolo aziendale – sostiene la Coldiretti - deve diventare lo “strumento unico” dell’impresa vitivinicola che raccoglie tutte le informazioni previste dalle norme (comunicazioni, dichiarazioni, altre) e i dati aggiornati e certificati chesono messi a disposizione di chi ha titolo. Viene aggiornato mediante autocertificazione o richiesta di verifica preventiva dei dati immessi ed èquindi l’interfaccia unica tra il produttore, la Pubblica Amministrazione e gli altri soggetti coinvolti. Per sostenere le esportazioni che rappresentano la maggioranza del vino commercializzato occorre - suggerisce la Coldiretti - creare uno sportello unico per l’export dei vini che fornisca le informazioni relative a tutti gli adempimenti e superare i vincoli che impediscono la vendita diretta di vino in ambito intracomunitario. A tutela delle Denominazioni di origine e delle Indicazioni geografiche la Coldiretti chiede: - Semplificazione degli adempimenti, garantendo la qualità e distintività del sistema produttivo nazionale e valorizzando la centralità del vigneto e del produttore nella filiera. - Unicità degli adempimenti per i produttori mediante il coordinamento fra le amministrazioni e i diversi soggetti coinvolti. - Mantenimento dell’attuale piramide qualitativa garantendo un’adeguata differenziazione tra Docg, Doc, Igt (rispetto ai requisiti e al sistema di certificazione e controllo). - Garanzia della tracciabilità e rintracciabilità delle partite di vino. - Introduzione del principio dell’autocontrollo aziendale. - Autocontrollo aziendale delle analisi chimico-fisiche e analisi organolettiche su base volontaria. - Sistema di controlli a campione basati su analisi dei rischi e loro intensificazione in caso di “non conformità”. - Individuazione ad opera del soggetto di vigilanza pubblica (Icqrf) di un campione unico nazionale deglioperatori controllati. - Struttura di controllo unica (per tutte le produzioni dell’impresa) e non per denominazione. - Libera scelta da parte dell’azienda della struttura di controllo. - Nuova classificazione delle “non conformità” distinte in: lievi, gravi ma soggette a diffida, gravi soggette a sanzioni. - Adozione di un sistema di controlli sul prodotto in commercio bene registro unico dei controlli ma non basta.

COLDIRETTI, SPESA IN CANTINA PER SETTE ITALIANI SU DIECI, VALE 1,5 MLD DI EURO.

Fonte: Coldiretti Ferrara  

In controtendenza al crollo dei consumi (-7%) l’acquisto diretto dai produttori vinicoli. Secondo i dati del Vinitaly si beve meno ma meglio.

Sette italiani su dieci (71 per cento) hanno acquistato almeno una volta il vino direttamente dal produttore per una spesa complessiva stimata in circa 1,5 miliardi di euro nel 2013, in netta controtendenza rispetto ai consumi nazionali che nello stesso anno sono calati del 7 per cento ed hanno raggiunto il minimo storico dall’Unità d’Italia a circa 22 milioni di ettolitri, dietro Stati Uniti e Francia. E’ quanto emerge da un sondaggio on line condotto dal sito www.coldiretti.it reso noto al Vinitaly nei giorni scorsi da Coldiretti. Insieme all’aumento record delle esportazioni di vino Made in Italy del 7 per cento, la vendita diretta ha contribuito a salvare il bilancio di molte aziende vitivinicole e a far salire il fatturato del settore vino al valore record di 9,3 miliardi nel 2013. Sono oltre 26mila le aziende agricole italiane che vendono direttamente il proprio vino in cantina, ma negli ultimi anni in Italia si sono moltiplicate le possibilità di acquisto senza intermediazione con l’apertura di mercati e botteghe degli agricoltori di Campagna Amica che ha creato la piu’ vasta rete europea di acquisti diretti dal produttore (www.campagnamica.it). Secondo il sondaggio il 60 per cento degli italiani ha acquistato il vino nelle aziende agricole o in cantina, il 6 per cento nei mercati degli agricoltori, il 4 per cento in un punto vendita gestito direttamente dal produttore (negozio, bottega, sagra, ecc.) e l’uno per cento in un sito internet gestito direttamente dal produttore. Per effetto della crisi e del cambiamento degli stili di vita, gli italiani hanno detto addio a quasi un bicchiere di vino su quattro negli ultimi dieci anni e se la media di consumo è di 37 litri a persona, solo il 21 per cento degli italiani beve vino tutti i giorni e addirittura quasi la metà non lo beve mai. Si beve meno, ma si beve meglio con il formato piu' venduto che è stato quello delle bottiglie da 75 cl a denominazione d'origine che puo’ contare su una offerta di 73 etichette Docg, 332 Doc e 118 Igt. I vini piu'richiesti sono Chianti, Lambrusco, Vermentino, Barbera, Bonarda, Montepulciano d'Abruzzo, Nero d'Avola, Morellino e Dolcetto, ma crescono anche il Pecorino, l’Aglianico e il Pignoletto a conferma del successo dei vini autoctoni che ha fatto volare gli acquisti a chilometro zero dal produttore. L’acquisto del vino in cantina infatti è un fenomeno in rapidaespansione che rappresenta una opportunità per i consumatori che possono così risparmiare e garantirsi acquisti di qualità, ma anche un’occasione per le imprese agricole che possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le caratteristiche e il lavoro necessario per realizzare una specialità territoriale unica e inimitabile. La vendita diretta del vino con la possibilità di conoscere vigneti e cantine sono molto diffuse tra i nuovi Paesi produttori come Sudafrica, Australia e Stati Uniti dove la visita alle wineries alimenta anche un importante flusso turistico. Attualmente, grazie al progetto della Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana, la rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica in Italia conta quasi 10mila punti tra mercati, fattorie, agriturismi, botteghe e ristoranti accreditati.

UECOOP ADOTTA CODICE ETICO PER LEGALITA’ COOPERAZIONE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Il presidente Losapio “nostro rigore sia condiviso da tutte le centrali cooperative”.

Un codice etico che vieta di conferire cariche amministrative o incarichi gestionali a coloro che abbiano riportato condanne definitive o patteggiate con ammissione di colpa, tutela i diritti dei soci contro lo sfruttamento per combattere azioni che possono minare la credibilità, l’etica e l’immagine del movimento cooperativo e garantisce trasparenza, equidistanza e autonomia nei rapporti con la Politica e la Pubblica Amministrazione. Sono questi i contenuti principali del Codice Etico Comportamentale approvato dalla Giunta Esecutiva di UE.COOP che lo offre al mondo cooperativo come atto tangibile di impegno nel prendere le distanze da condotte riprovevoli. “Arrivare alla determinazione di un Codice Etico Comportamentale – ha detto il neo presidente di UE.COOP Gianpietro Losapio – era uno dei primi obiettivi che insieme alla nuova Giunta esecutiva ci eravamo posti all’inizio di questo mandato, ispirato al rigoroso rispetto dei principi costituzionali e normativi alla base della mutualità, il quale diventa ora la barra cui ancorare l’agire dell’intera UE.COOP”. “Abbiamo voluto questo importante strumento – ha proseguito Losapio - in quanto oggi più che mai, riscontriamo una profonda crisi etica prima ancora che economica, e la cooperazione italiana non ne è immune, data la recente vergogna di Lampedusa con i migranti trattati da una cooperativa di accoglienza come prigionieri di un campo di lavoro del Nordcorea fino alle tante e troppe vicende che riguardano l’alta dirigenza di cooperative”. “Una situazione preoccupante che ci ha portato ad adottare il codice etico di autoregolamentazione per guidare tutti i comportamenti delle associate e di quanti sono chiamati a svolgere funzioni dirigenziali nel rispetto dei principi fondatori della cooperazione.” Il codice prevede, tra l’altro, che ogni soggetto aderente a UECOOP si impegna a conformare la propria condotta al rispetto dei diritti fondamentali degli individui in conformità con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU, dei lavoratori e dei consumatori, astenendosi dal compiere azioni che possano minare la credibilità, l’etica e l’immagine del movimento cooperativo. In linea con tali precetti UECOOP ha posto il divieto di conferire cariche amministrative o incarichi gestionali a coloro che abbiano riportato condanne definitive o patteggiate con ammissione di colpa, tra l’altro, per reati di mafia o contro la pubblica amministrazione ponendo altresì il divieto di elargire attribuzioni economiche, regali o altre utilità a partiti, movimenti o gruppi politici ovvero a candidati a qualsiasi elezione, per poter concretamente garantire l’indipendenza del movimento cooperativo dalla rappresentanza politica. Il codice etico regolamenta nel segno della trasparenza anche i rapporti con la Pubblica Amministrazione. Ogni soggetto aderente a UECOOP si deve astenere dal promettere, richiedere, offrire o ricevere a/da pubblici ufficiali, incaricati di pubblico servizio o dipendenti in genere della Pubblica Amministrazione o di soggetti comunque concessionari di servizi pubblici o partecipati, in qualsiasi misura, da soggetti pubblici, vantaggisotto qualsiasi forma. E’ fatto divieto, nei rapporti con pubblici ufficiali e/o incaricati di pubblico servizio, di attribuire regali o beneficio gratuito, promesso, richiesto, offerto o ricevuto, che possa essere interpretata comeeccedente le normali pratiche commerciali o di cortesia, o comunque rivolta ad acquisire trattamenti di favore nella conduzione di qualsiasi operazione riconducibile all’attività sociale.

COLDIRETTI, #CAMPOLIBERODARENDITE: AGRICOLTURA LIBERA DA RENDITE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Stop alle rendite di cui godono grandi gruppi bancari, assicurative ed altri enti che non vivono di agricoltura ma che incassano ogni anno 500 milioni di euro e non contribuiscono al settore.

“#Campoliberodarendite di cui godono grandi gruppi industriali, assicurativi e bancari ma anche enti di diversa natura che non vivono certo di agricoltura ma che fanno parte di una elite intoccabile dei primi tremila beneficiari di contributi comunitari che ricevono un importo di oltre mezzo miliardo di euro mentre si chiedono sacrifici a tutti gli italiani a partire dagli agricoltori”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’esprimere apprezzamento per il progetto “#Campolibero” che raccoglie una parte delle nostre proposte e “puo’ rappresentare l’occasione per “cambiare verso all’agricoltura” dove fino ad ora una casta di intoccabili che rappresenta appena lo 0,2 per cento degli interessati dagli interventi di politica agricola che riceve pero’ ben il 15 per cento delle risorse destinate all’agricoltura”. La gran parte di questi soggetti non contribuiscono alla previdenza agricola mentre altri nelle pieghe dell’attuale legislazione hanno creato società Spa ed Srl ad hoc per godere furbescamente di agevolazioni sull’Imu, sulla concessione edilizia, sull’acquisto dei terreni agricoli e anche sulle bioenergie facendo così - continua la Coldiretti - concorrenza sleale al reddito e all’attività dei veri agricoltori. “La semplificazione amministrativa, il sostegno all’ingresso dei tanti giovani che oggi vogliono investire in agricoltura e l’attuazione della legge sull’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta rappresentano obiettivi del piano che apprezziamo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “vanno accompagnati dalla lotta a tutte le rendite con un impegno per concentrare le poche risorse disponibili ai chi vive e lavora in agricoltura per il ruolo ambientale, economico e sociale che svolge per il Paese”.

BUROCRAZIA, GUIDI (AGRINSIEME): “FARE UNA BUONA POTATURA ANCHE IN AGRICOLTURA. COMINCIARE DALLA BUROCRAZIA E DAGLI ENTI INUTILI

Fonte: Agrinsieme

“Agrinsieme ha avuto il grande merito di fare un lavoro di sintesi: trovare una strategia comune in politica agricola è fondamentale, perché non c’è niente di più dannoso che presentarsi in Europa con posizioni divise e contrapposte”. Lo ha dichiarato il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro intervenendo all’Assemblea Agrinsieme Ferrara a cui hanno preso parte i vertici nazionali di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agricole. “I tempi sono davvero molto stretti – ha commentato il Coordinatore di Agrinsieme e Presidente di Confagricoltura Mario Guidi, che ha ricordato come per le scelte attuative sulla Pac è stata chiesta dal Ministro una accelerazione ponendo il termine del 15 maggio. “Ci sono decisioni importanti da prendere e su alcune esistono posizioni contrapposte. Ma per dare maggior valore ad un’agricoltura moderna che si affranchi definitivamente dall’immagine bucolica, occorre aiutare i settori strategici e puntare su filiere competitive e organizzate”. Nel corso del confronto si è parlato anche del piano di azioni #campolibero, annunciato dal premier Renzi a Vinitaly e illustrato dal Ministro Martina, al quale è stato dato dai vertici di Agrinsieme un giudizio positivo, “soprattutto per il metodo”, come ha sottolineato il presidente di Cia Dino Scanavino, per il quale “il confronto e la richiesta di contribuiti e di suggerimenti è sicuramente una cosa apprezzabile che ci vede come Agrinsieme disponibili da subito ad una attiva collaborazione”. “Da Agrinsieme possono arrivare non pochi suggerimenti – ha aggiunto il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri - in primo luogo su come attuare una efficace spending review in agricoltura che, lungi dall’ipotizzare qualunque revisione del sistema di agevolazioni fiscali, inizi da una significativa riduzione della burocrazia e dalla soppressione di alcuni enti inutili. La decisione di dar vita ad Agrinsieme – ha ricordato Mercuri – è stata in tal senso un’azione significativa di semplificazione della rappresentanza con la quale le organizzazioni hanno fatto per prime la propria parte”. “Quando si parla di tagli – ha concluso il coordinatore di Agrinsieme Mario Guidi – bisogna, per usare una metafora molto chiara a chi lavora in agricoltura, fare una buona potatura, perché se si sbaglia a potare, si mina la competitività delle nostre imprese, ma se invece si fa una buona potatura si può efficacemente rigenerare l’agricoltura”.

UN PROGETTO DI UECOOP PER LA PESCA: ARRIVA LA VENDITA DIRETTA E IL CIBO DI STRADA PER RILANCIO SETTORE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

In un incontro a Comacchio con le cooperative della pesca aderenti a UECOOP, analisi sulla crisi del settore ed iniziative nei confronti dei consumatori. Aumentano le barche in regione, ma bisogna innovare.

Dopo la grande crisi dell’inizio del terzo millennio, quando i pescherecci dell’Emilia Romagna passarono dai 1.059 battelli del 2000 ai 662 del 2008, la flotta da pesca dell’Emilia Romagna è tornata a crescere e a dare lavoro e nel 2011 ha fatto registrare 741 barche impegnate a catturare pesce per le tavole dei consumatori emiliano romagnoli e di tutta Italia. E’ da questi numeri che ha preso le mosse Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, che ha tenuto un incontro a Comacchio (Ferrara) con i propri associati per lanciare la vendita diretta del pesce e lo street food, grazie a un progetto finanziato dal ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali. In un momento di crisi e di globalizzazione dei mercati – scrive Uecoop – il nostro obiettivo è rilanciare la pesca in termini di sostenibilità sia economica, sia sociale, accorciando la filiera tra pescatori e consumatori con la vendita diretta e portando il pesce anche nei luoghi più frequentati dai cittadini con lo street food. “L’Emilia Romagna – commenta Uecoop – con i suoi 120 chilometri di costa è una delle regioni con più forti e antiche tradizioni pescherecce e da sempre le sue marinerie sono un punto di riferimento e di innovazione per la pesca marittima in Italia. Conquesta iniziativa Uecoop punta ad assicurare maggior valore aggiunto ai pescatori, che in questi ultimi anni hanno dovuto fare i conti con un aumento costante dei costi di produzione, in particolare quelli energetici, e una flessione del prezzo del prodotto pescato, soprattutto a causa di una prevalenza del prodotto importato sulla produzione locale. Nel 2011 (ultimodato disponibile) in Emilia Romagna, a fronte di una produzione della pesca e dell’acquacoltura pari a 108 milioni di euro, sono stati importati prodotti ittici per 593 milioni di euro. Mentre il consumo dei prodotti della pesca in regione è il leggero aumento ed ha raggiunto le 102mila tonnellate – sottolinea Uecoop – i prezzi dei prodotti sono in calo a causa della pressione dei prodotti provenienti da Paesi con costi molto inferiori ai nostri, anche a causa di minori garanzie sociali e minore rispetto ambientale. La diffusione della vendita diretta e dello street food, accorciando la filiera e soprattutto garantendo l’origine e la provenienza del prodotto, con il pescatore che ci “mette la faccia” diventa una strada per assicurare maggior valore aggiunto a chi pesca e produce e maggiori garanzie e qualità ai consumatori.

COLDIRETTI, ATTUARE ANCHE IN USA LA LEGGE SALVA OLIO DAGLI INGANNI SUL FINTO MADE IN ITALY

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Venduti con marchi italiani olii spagnoli, necessaria trasparenza e chiara indicazione dell’origine delle olive.

Per evitare che si continui a “spacciare” come Made in Italy olio di oliva straniero venduto con i marchi storici della tradizione italiana è necessario dare attuazione alla cosiddetta legge “salva olio” approvata nel febbraio 2013 con misure di repressione e contrasto alle frodi e di valorizzazione del vero Made in Italy che ancora oggi è inapplicata per l’inerzia della pubblica amministrazione e per l’azione delle lobby industriali a livello nazionale e comunitario. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia che sara' il fondo statunitense CVC Capital Partners a prendere il controllo di Deoleo, il colosso spagnolo per la commercializzazione dell'olio, proprietario dei marchi Sasso, Bertolli e Carapelli. Con questi marchi secondo il ministro delle Finanze, Cristobal Montoro vengono venduti anche in Italia 300 milioni di litri di olio spagnolo all’anno ed è urgente quindi - sottolinea la Coldiretti - un sistema di etichettatura piu’ trasparente per rendere i consumatori piu’ consapevoli delle proprie scelte. Una esigenza che vale anche per il mercato americano dove – precisa la Coldiretti - si importa circa il 97 per cento dell’olio di oliva consumato, nonostante l’incremento esponenziale della produzione locale. In California nel 2013-2014 – rileva la Coldiretti - sono state prodotti 3,5 milioni di galloni di olio di oliva rispetto ai 2,4 milioni dell’anno precedente ma produzioni sono presenti anche in Oregon, Arizona, Texas, Georgia, Florida, Alabama e Hawaii. L’inganno del falso extravergine Made in Italy – ricorda la Coldiretti - è stato addirittura rappresentato in un fumetto sul New York Times con il titolo “Il suicidio dell’olio italiano” nel quale si evidenziava che molto spesso dietro i marchi italiani si nascondevano produzioni straniere provenienti da Spagna e Tunisia. Ora è dunque quanto mai necessario l’impegno da parte del governo a dare attuazione alla legge salva olio attraverso l’approvazione in Parlamento nella discussione in corso sulla legge comunitaria di uno specifico emendamento diretto ad rispondere alle osservazioni dell’Unione Europea. L’Italia - continua la Coldiretti - è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari di terreno ma è anche il principale importatore mondiale. Il fatturato del settore è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Le esportazioni italiane di olio di oliva nel 2013 sono state pari a oltre 1,2 miliardi di euro e gli Usa - conclude la Coldiretti - rappresentano il principale mercato extracomunitario.

venerdì 11 aprile 2014

SEMINATIVI, GUIDI (CONFAGRICOLTURA) A TREVISO: “SFORZI SINERGICI PER FILIERE AGROINDUSTRIALI ECO-SOSTENIBILI”

Fonte: Confagricoltura

“Coltivare cereali in modo sostenibile, oltre a rappresentare un comportamento eticamente valido, può essere la strada per creare da un lato nuove opportunità commerciali per le aziende agricole, dall’altro per offrire all’industria alimentare un’opportunità di approvvigionamento ‘sotto casa’ di cereali coltivati in modo sicuro e rispettoso dell’ambiente”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo a Roncade (Treviso) ad un convegno della filiera cerealicola promosso da ‘Cereal Docks’. “Vogliamo sviluppare e rafforzare - ha spiegato Guidi - la già avviata collaborazione con l’industria agroalimentare, oltre che per un’equa distribuzione del valore tra i vari attori della filiera, anche per la definizione, la divulgazione e l'attuazione di disciplinari di coltivazione eco-sostenibile per le diverse filiere agroindustriali dei seminativi; dal frumento tenero e duro, all’avena, al mais, alla soia e al girasole”. “In questi ultimi anni - ha concluso il presidente di Confagricoltura - l’interesse verso la sostenibilità dei prodotti agroalimentari si è manifestato prevalentemente nella fase finale delle diverse filiere dei cereali e dei semi oleosi, quella della trasformazione industriale. E’ arrivato il momento di chiudere il cerchio, estendendo il requisito della sostenibilità anche al primo segmento della filiera, fornendo all’industria granella coltivata, raccolta e trasportata con un ridotto impatto sull’ambiente”.

giovedì 10 aprile 2014

MINISTRO MARTINA INCONTRA ASSESSORI REGIONALI PER DISCUTERE DI OGM E PRIMO PILASTRO PAC

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è tenuta oggi nel pomeriggio presso il Palazzo dell’Agricoltura a Roma la riunione tra il Ministro Martina e gli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane. In apertura si è trattato il tema della coltivazione di Ogm in Italia, in attesa della sentenza del Tar sul caso Friuli. Il Ministro Martina ha ribadito l’intenzione del Governo di intervenire con ogni azione che si dovesse rendere necessaria e condiviso con le Regioni un programma di lavoro, in modo da non lasciare spazio a dubbi e ambiguità. Il Ministro ha ribadito anche che l’Italia è favorevole alla proposta della Presidenza greca dell’Unione europea, che prevede una maggiore autonomia decisionale degli Stati membri sul tema Ogm. Il confronto è poi proseguito sulle questioni relative al primo pilastro della Politica agricola comune. La riunione ha visto progressi nel confronto sui punti principali trattati ed un primo accordo sul calcolo del valore unitario iniziale dei titoli per il quale si prenderanno a riferimento i pagamenti percepiti per il 2014. È stata illustrata anche una prima ipotesi di riparto degli aiuti accoppiati, che servirà come base per il confronto con le Regioni e con le organizzazioni di categoria. Il Ministro Martina ha ribadito la volontà di proseguire con un metodo di confronto e dialogo con le Regioni e la necessità di chiudere entro il 15 maggio sul primo pilastro, per dare risposte tempestive agli agricoltori su questioni come la convergenza, il greening, l’agricoltore attivo e l’ammissibilità al contributo delle superfici. A tale scopo sono stati convocati un tavolo tecnico per il 16 aprile ed una nuova riunione istituzionale, tra assessori e Ministro, il 24 aprile a Roma.

COPROB ACCENDE IL CONFRONTO CON LE ISTITUZIONI SULLE PROSPETTIVE DELLO ZUCCHERO ITALIANO

Fonte: Ufficio Stampa Coprob  

L’avvio di una buona campagna bieticola nei bacini della cooperativa sostiene il dialogo guidato dal leader della produzione saccarifera nazionale che promuove un incontro pubblico con l’on. De Castro

Minerbio, 10 aprile 2014 – COPROB mantiene accesi i riflettori sul futuro dello zucchero 100% italiano e – dopo aver partecipato all’audizione al Senato dell’8 aprile, raccogliendo attenzione e disponibilità verso le principali esigenze del settore – raddoppia e promuove un incontro pubblico, a Minerbio, con l’on. Paolo De Castro. Portando anche sul territorio il dialogo nazionale, e davanti ai propri soci che hanno appena avviato una campagna che si preannuncia positiva, la Cooperativa ribadisce con forza il proprio impegno alla continuità produttiva anche per garantire al mercato nazionale una quota minima di auto approvvigionamento. “Noi saremo sempre impegnati a ridistribuire il reddito sul territorio ed alle filiere locali sostenendole per migliorare costantemente la loro competitività” – afferma il Presidente di COPROB, Claudio Gallerani – “Come dichiarato in Senato, invitiamo le Istituzioni a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione e in particolare chiediamo che la Conferenza Stato-Regioni disponga la prosecuzione degli aiuti comunitari accoppiati, alzando il massimale da 500 €/ha ad almeno 600 €/ha e incrementando il plafond nazionale da 19.700.000€ a 30.000.000€”. Il Governo deve poi rispettare anche l’impegno ad erogare tutti gli aiuti nazionali al settore bieticolo–saccarifero attesi dal 2009/2010 visto che – nonostante innumerevoli conferme formali – deve ancora essere stanziata una quota parte residua pari complessivamente a circa 46 milioni €. Non bisogna poi sottovalutare la necessità di ridurre le importazioni di zucchero Extra UE. “Nel riconoscere l’impegno profuso da COPROB per la produzione di zucchero italiano, dobbiamo tutti impegnarci a valorizzare il ruolo delle filiere nazionali” – afferma l’on. De Castro che precisa – “All’interno della riforma della politica agricola comune, i temi dell’aggregazione dell’offerta produttiva e dei rapporti di filiera sono stati centrali. Seguendo questa linea, credo che anche la filiera bieticolo-saccarifera debba ispirarsi a un nuovo modello di sviluppo che metta al centro interventi organizzativi e strutturali e, in tal senso, l’esperienza di COPROB rappresenta un importante esempio e punto di partenza”. Da parte sua – Lorenzo Minganti, sindaco di Minerbio – ha ribadito come l’incontro odierno di COPROB con la comunità cittadina rappresenti un’ulteriore conferma del profondo legame che unisce la cooperativa bolognese al territorio. COPROB costituisce una presenza positiva e costante, vicina ai bisogni della gente, nel rispetto dell’ambiente, riferimento insostituibile di benessere economico e tranquillità sociale. L’incontro odierno consente a COPROB anche di fornire i primi, positivi, dati sulla campagna, appena avviata, che dovrebbe far registrare una buona produzione. La semina dei 32.0000 ettari, ad opera di 4.300 aziende agricole (di cui 3.300 associate alla Cooperativa), si è infatti conclusa come da programma, superando alcuni leggeri ritardi dovuti a piogge localizzate, e quasi ovunque si sta registrando ora una buona germinazione. “Ancora una volta i bieticoltori dei nostri bacini ci hanno confermato la loro fiducia” – sottolinea il presidente di COPROB, Claudio Gallerani – “proseguendo l’esperienza innovativa dei contratti triennali e recuperando alla bieticoltura anche il bacino veneto che l’anno scorso era stato colpito da piogge straordinarie”. COPROB – guidata dalla volontà dei 5.700 soci agricoltori di continuare a produrre zucchero in Italia – è impegnata nella diffusione delle migliori pratiche agronomiche e ambientali e reinveste sul territorio e tra i soci i guadagni offrendo agli agricoltori il miglior prezzo possibile, secondo i principi di una cooperazione equa. “La produzione di zucchero sostenuta dalla forza dei nostri soci” – conclude Gallerani “passa attraverso la difesa delle filiere 100% italiane. Vogliamo che questo valore – ormai apprezzato dal consumatore – sia ben compreso e difeso anche dalle Istituzioni. L’italianità del nostro zucchero infatti rappresenta un insostituibile plus sotto il profilo agronomico e garantisce la migliore qualità e il pieno rispetto ambientale strettamente connesso alla possibilità di applicare la rotazione delle colture”.

OLIO DI OLIVA, ICQRF: CON OPERAZIONE FUENTE SCOPERTA VASTA FRODE NEL SETTORE OLEARIO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), insieme alla Guardia di Finanza di Siena, ha condotto un’importante operazione che ha portato alla luce una frode in commercio e riciclaggio merceologico nel settore oleario. L’operazione “Fuente”, grazie a 15 perquisizioni presso importanti aziende e stabilimenti operanti a livello nazionale e internazionale e ad un’attività di monitoraggio degli oli in arrivo dall’estero nei principali porti italiani, ha permesso di scoprire l’introduzione sul territorio nazionale di oli cosiddetti “deodorati”, materia prima di scarsa qualità sottoposta a trattamenti industriali di raffinazione e quindi inutilizzabile per l’ottenimento di oli extravergini. “Il nostro impegno per la tutela della qualità e della sicurezza dell’olio extravergine d’oliva italiano è massimo, come dimostra l’operazione dell’Ispettorato repressione frodi. Siamo primi in Europa per i controlli nel campo dell’agroalimentare, solo nel 2013 sono state fatte più di 130mila operazioni. Dobbiamo continuare su questa strada per mantenere alto il livello qualitativo dei controlli e potenziarne l’efficacia”. Ha commentato così l’operazione il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina

APPUNTAMENTO A COMACCHIO DAL 26 SETTEMBRE AL 12 OTTOBRE 2014 UN CONVIVIO PER I ‘VINI SULLE SABBIE’ D’ITALIA

Fonte: Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara  

Grande successo per il menu che a Vinitaly è stato proposto da Augusto Andreolli e Fabio Bergamini, del ristorante I Sapori, e servito dai ragazzi dell’istituto superiore ‘Remo Brindisi’ di Lido Estensi

C’è un motivo in più per visitare Comacchio ed il Delta del Po fra la fine di settembre e la prima metà di ottobre: perché in occasione e nell’ambito della Sagra dell’Anguilla 2014 – la rinomata e tradizionale kermesse dedicata alla ‘regina gastronomica delle valli’ che terrà la sua sedicesima edizione fra venerdì 26 settembre e domenica 12 ottobre – proprio nella città dei Trepponti debutterà il “Convivio dei Vini sulle Sabbie d’Italia”, rassegna nazionale dedicata ai vini ottenuti su terreni a forte caratterizzazione sabbiosa. E proprio per lanciare quest’appuntamento, la partecipazione del Consorzio Tutela Vini Doc del Bosco Eliceo al 48° Vinitaly di Verona è stata arricchita con il ‘matrimonio’ fra Fortana, Anguilla e CousCous. Perché il Convivio: nella provincia ferrarese – una lingua di terra all’estremità orientale della Pianura Padana, stretta fra le foci dei fiumi Po e Reno e le spiagge dell’Alto Adriatico – la vite viene coltivata su terreni sabbiosi. Una particolarità in comune con poche altre piccolissime aree vinicole italiane, proprio per questo meritevole di maggiore attenzione e valorizzazione, in quanto assolutamente “distintiva” e quindi in grado di contribuire – se adeguatamente promossa e comunicata – a sostenere la “riconoscibilità” sul mercato di questi prodotti. Di qui l’idea di programmare un insieme di appuntamenti dedicati – cene a tema e degustazioni guidate, banchi d’assaggio ed aperitivi musicali, tour in vigneti e visite in cantina – che coinvolgano, insieme ai produttori della ‘doc Bosco Eliceo’, anche le altre realtà del nostro Paese – dalla Valle d’Aosta fino a Sardegna e Sicilia passando per Veneto, Toscana e Campania – dove si fa “viticoltura su sabbia”. Perchè Comacchio: nel cuore del Delta Padano e della “denominazione di origine controllata” del Bosco Eliceo, la città dei Trepponti è conosciuta in Italia – e non solo – per l’anguilla. Ma è anche il ‘cuore’ della vitivinicoltura ferrarese: nel 1991 proprio il Comune di Comacchio, insieme a Provincia, Camera di Commercio e ad un piccolo gruppo di operatori, è stato fra i fondatori del Consorzio per la Tutela di Fortana, Bianco, Merlot e Sauvignon, i quattro ‘doc delle sabbie’. E, ancora nella prima metà del ‘900 – quando, scarseggiando l’acqua potabile, il vino era la bevanda più diffusa, ed igienica, per dissetare le popolazioni di un territorio allora caratterizzato da estesissime paludi da bonificare – Comacchio era fra le Municipalità italiane con la maggiore estensione vitata: ben 5000 gli ettari investiti in provincia ancora negli anni ’70. Perché l’Anguilla: un legame plurisecolare ed identitario – culturale prima che colturale – che ne ha forgiato e permea i luoghi e le genti. Tutto a Comacchio – dalla storia all’architettura, dalle tradizioni alla cucina – ruota intorno a questo pesce, affascinante e misterioso, ed al suo habitat – le valli – che, pur se oggi in buona parte prosciugate e non più produttive come un tempo, quando l’intera economia locale poggiava sul suo allevamento, cattura e trasformazione, ne sono l’emblema e l’essenza. Che, durante la Sagra dell’Anguilla, vengono declinate in tantissime iniziative ed appuntamenti, fra sapori e folklore, natura e cultura, che animano il centro storico della città ed il territorio circostante. Perché il Fortana: perché proprio nel Comacchiese ne esistono più cloni plurisecolari, che hanno superato il flagello della filossera e conservato l’ineguagliabilità del franco di piede. Perché si abbina un po’ a tutti i più tipici e tradizionali piatti della gastronomia territoriale: l’anguilla ed i pesci di valle, la selvaggina e la salama da sugo. Perché, proprio grazie a questo rosso autoctono, la viticoltura ferrarese vanterebbe nobili origini in quanto legata alla Cote d’Or da dove sarebbero giunte alcune viti portate in dote per le nozze fra il duca Ercole II d’Este e Renata di Francia. Di certo, fra i quattro ‘doc delle sabbie’, il Fortana, altrimenti conosciuto come “Uva d’Oro” – così amano definirlo i produttori locali – è in assoluto il portabandiera tra i vini ferraresi. Perché il CousCous: forse non tutti sanno che nel Ferrarese ha sede la più importante filiera nazionale per la produzione di questo alimento, originario del Maghreb ma sempre più diffuso anche sulle tavole degli italiani. Ottenuto dalla lavorazione di cereali coltivati nelle nostre campagne e trasformati in un grande impianto dove - anche con certificazione biologica – si ottengono granellini di semola o integrali, al farro o ai quattro cereali (grano duro, kamut, farro e mais), anche il CousCous e le farine ‘made in Fe’ saranno protagonisti della Sagra di Comacchio 2014. Perché, pure sulle sponde nordafricane dell’Oceano Atlantico, l’anguilla viene pescata e abbinata in cucina al ‘piatto nazionale’ dei Berberi. In conclusione dell’evento Gloria Minarelli ha presentato la pubblicazione “Vini e Paesaggi Viaggio nel territorio ferrarese del Delta del Po, curato dal Parco del Delta del Po Emilia Romagna. All’incontro erano presenti: il presidente di Consorzio Bosco Eliceo e Strada dei Vini dei Sapori della provincia di Ferrara, Sante Baldini, il presidente dell’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, Gian Alfonso Roda, il sindaco di Comacchio, Marco Fabbri insieme agli assessori Alice Carli e Stefano Parmiani; Francesco Mazzoni ed Annalisa Barison, per la delegazione provinciale Ais; il presidente di Bia Italia Food, Giacomo Ricci; Geremia Mezzogori, per l’associazione L’Alba di Porto Garibaldi ed Elisa Benetti per Veba.