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venerdì 30 aprile 2010

Ogm in Friuli, qualcuno li ferma?

NOTIZIA D'ARCHIVIO DEL 02/02/10

FONTE: http://it.greenplanet.net

di Antonio Felice

Un fiume di parole - per il 90 per cento contrarie - è seguito alla sentenza del 29 gennaio del Consiglio di Stato che consente per la prima volta in Italia la semina di una varietà di mais OGM, la "Mon 810" della Monsanto, una delle circa 90 varietà registrate in Europa e già usate in Spagna. Ma ciò che conta sono i fatti. Il primo: la sentenza del Consiglio di Stato obbliga il Ministero delle Politiche agricole a rilasciare entro 90 giorni l'autorizzazione alla semina. Il secondo: su un appezzamento di meno di tre ettari nel Comune di Vivaro (Pordenone), tutto è pronto e a partire da aprile, sarà realtà la prima coltivazione italiana di mais Ogm.
"Finalmente sono libero di farlo", ha detto infatti ai giornalisti Silvano Dalla Libera, produttore di mais e vicepresidente di Futuragra, l'associazione di imprenditori agricoli che si batte per l'introduzione delle biotecnologie in agricoltura.
Sentiamolo:"Il campo di Vivaro verrà seminato a un duplice scopo. Innanzitutto si tratta di far vedere ai cittadini, alle scolaresche, ai consumatori e agli agricoltori - ha spiegato Dalla Libera - cosa sono le piante Ogm. Diversamente da quanto è stato fatto credere fino adesso, sono piante normali, soltanto che sono sane
e producono un prodotto sano, perchè non hanno bisogno di essere trattate con insetticidi, dannosi per l'uomo e per l'ambiente, come il mais tradizionale. Il campo sarà inoltre seguito da scienziati che fanno parte del nostro comitato scientifico - ha aggiunto l'imprenditore - in maniera tale che alla fine si possano fare tutte le analisi possibili e immaginabili e dare dei risultati certi alla pubblica opinione e ai consumatori".

Cinquecento aderenti all'Associazione agricoltori federati di Pordenone - a quanto si è saputo dal presidente, Giorgio Fidenato - si sono detti già pronti a seminare, a loro volta, mais Ogm. Dietro, come si sa, c'è anche tutta la Confagricoltura. La piccola breccia friulana può essere il varco di un'onda travolgente.
Sul mais Mon 810, l'unico prodotto transgenico autorizzato per la coltivazione in Europa, i Vas (Verdi ambiente e società) affermano: "La sua pericolosità per l'ambiente e per l'uomo non è più un mistero per nessuno e ben sei Paesi dell'UE, Francia, Austria, Ungheria, Germania, Grecia e Lussemburgo lo hanno bandito dal proprio territorio invocando la clausola di salvaguardia".

Qualcuno chiuderà la breccia friulana prima che si apra?
L'ex ministro dell'agricoltura Gianni Alemanno e l'attuale ministro Luca Zaia, assicurano che il caso non è affatto chiuso e i pro-ogm non l'avranno vinta così facilmente. Ci credete?
Questo è il momento, per chi può, di rimboccarsi le maniche e prendere iniziative serie con decisione. Questo è il momento, per chi ha speso fiumi di parole contro gli OGM, i "killer della biodiversità", di dimostrare con i fatti la propria coerenza. Tutti si debbono chiedere, seriamente, che Italia agricola vogliono, adesso e per il futuro perché, è chiaro, che con gli ogm nulla più sarà come prima, né per il convenzionale né - tantomeno - per il biologico.

Galan: quello che accade a Pordenone sugli ogm merita un supplemento di attenzione

FONTE: www.politicheagricole.it

"Credo che la questione degli OGM meriti, da parte di tutti, un supplemento di attenzione. Per questo chiedo a chi in queste ore sta meditando di risolvere la questione con azioni dimostrative di sospendere ogni iniziativa che travalichi i confini della legalità, anche perché troverà in me un interlocutore libero da pregiudizi."

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, interviene sulla questione degli OGM ritornata di attualità dopo che un'associazione di agricoltori del Friuli Venezia Giulia ha annunciato per venerdì una semina dimostrativa di Mais OGM.

"La mia raccomandazione parte dal principio che con il dialogo e il confronto sia più semplice trovare soluzioni a una questione che con inutili fughe in avanti si rischierebbe di compromettere".

Pordenone. Prima semina Ogm in Italia: caccia alle piante "fuorilegge"


FONTE: www.gazzettino.it

Interrati sei chicchi di mais biotech in un podere segreto
Gli agricoltori rischiano 50mila euro di multa e il carcere

PORDENONE (30 aprile) - Scoppia la polemica sulla prima semina di piante Ogm (organismi geneticamente modificati) in un podere del Friuli il 25 aprile scorso, il luogo è rimasto segreto perché nessuno intervenga sabotando la crescita delle piante di mais biotech. Il video della semina è stato registrato e postato sul sito del Movimento Libertario. Nel video dura la critica all'ex ministro dell'Agricoltura Luca Zaia che aveva proibito questo tipo di coltivazioni in Italia.

Giorgio Fidenato, di Agricoltori Federati, e Leonardo Sacco, del Movimento Libertario, hanno interrato sei semi in un luogo segreto. La decisione è stata presa per evitare dimostrazioni e incidenti rispetto alla potenziale inviduazione del terreno.

Se Fidenato e Sacco sembrano convinti delle loro ragioni, la pensano diversamente invece altri rappresentanti del comparto agricolo. Coldiretti, che da sempre si oppone alle coltivazioni
Ogm, e altre 57 associazioni hanno chiesto di bloccare la semina al Prefetto di Pordenone, Pierfrancesco Galante, che oggi ha presieduto una riunione tecnica di coordinamento delle forze di Polizia, nella quale si è sostenuto che «gli eventuali illeciti che dovessero essere commessi, saranno tempestivamente segnalati alla competente Autorità Giudiziaria».

Futuragra e Confagricoltura invitano a tener conto delle aperture sul tema manifestate ieri dal ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, mentre di «atto illegale, che va contro le norme vigenti» parla esplicitamente la Cia (Confederazione italiana agricoltori). Sulla stessa falsa riga è parte del mondo politico, in particolare il Pd, che ha presentato ieri in Commissione agricoltura alla Camera una risoluzione, chiedendo al Governo «di adottare tutte le misure necessarie ad impedire che si compiano azioni illegali e pesantemente provocatorie».

A Palazzo Madama, inoltre, i senatori Flavio Pertoldi, CarloPegorer e Tamara Blazina (tutti Pd e legati al Friuli Venezia Giulia) hanno chiesto al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e al Prefetto di Pordenone di adottare «ogni iniziativa volta a prevenire azioni illegali». Anche il gruppo del Pd nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si è mosso a sostegno delle posizioni di Coldiretti, Wwf e altre associazioni di produttori, mentre l'assessore regionale alle Risorse agricole, il leghista Claudio Violino, ha ricordato che «la Regione intende dare in merito una risposta concreta in termini legali e giuridici», ma «attualmente, finché la materia non sarà chiarita definitivamente, gli agricoltori che impiantino Ogm nelle loro campagne, rischiano sanzioni pesanti», un'ammenda fino a 50 mila euro e l'arresto, da sei mesi a tre anni.

giovedì 29 aprile 2010

UNIONE EUROPEA SORDA AGLI APPELLI DEGLI STATI MEMBRI PRODUTTORI DI ORTOFRUTTA

Fonte: Cso - Centro Servizi Ortofrutticoli

Le Organizzazioni dei Produttori, associate al CSO, rivolgono un appello alle istituzioni nazionali ed europee affinché il settore sia salvaguardato per consentire la continuità delle produzioni e la sicurezza dei consumatori.

Nel comitato di gestione di ieri 28 aprile 2010 la Commissione Europea non ha voluto sentire ragioni, nonostante tutti gli elementi economici forniti, per adeguare il Reg. CE1580 del 2007 relativamente alla prevenzione e gestione delle crisi e al calcolo del valore della produzione commercializzata. La scarsa sensibilità dimostrata nell’adeguare l’allegato X del regolamento citato, anche in invarianza di bilancio rende oggi la situazione molto critica per il sistema produttivo ortofrutticolo di molti paesi d’Europa. Adeguare i prezzi dei prodotti previsti significava rendere i ritiri un vero strumento di regolazione del mercato, nel caso di produzioni anche leggermente superiori alla media, in una Europa sempre più interessata ad importare prodotti ortofrutticoli da paesi terzi, piuttosto che difendere i propri produttori. Oggi infatti l’Unione Europea si trova con una bilancia commerciale in passivo per quanto riguarda l’ortofrutta. Mentre nei primi anni ’70 il valore dell’import di frutta e verdura eguagliava quello dell’export, oggi le importazioni della UE a 27 , con circa 85 miliardi di dollari, superano le esportazioni di oltre 15 miliardi di dollari (Fonte CSO -).

Ma l’Unione Europea ,pur prendendo atto degli sforzi fatti dai governi dei paesi produttori, in particolare d’Italia, di Francia e di Spagna per difendere il sistema, non ha sentito ragioni nonostante le buone intenzioni che la Commissione si era proposta, nel promuovere una OCM nuova, che vedeva la compartecipazione finanziaria dei produttori nella realizzazione dei programmi operativi. Dunque nessun adeguamento dei prezzi legati ai ritiri, nessun riconoscimento per il valore della produzione commercializzata , unico risultato ottenuto è una maggiore flessibilità per i ritiri dal mercato che possono passare dal 5 al 10 %.
Le organizzazioni dei produttori aderenti al CSO pongono all’attenzione della pubblica opinione, come tale situazione rischi di diventare molto pesante con gravi ripercussioni sul sistema produttivo e su quello dei consumatori.
Il presidente del CSO e del COGECA Paolo Bruni pone in evidenza come restino senza soluzione tutte le istanze presentate a livello europeo e sostenute da istituzioni transnazionali come COPA COGECA, AREFELH, ed altre, per garantire un futuro ai produttori organizzati , nonché garantire i consumatori della sicurezza delle produzioni e del rischio di trovare sempre meno frutta e verdura nazionale sulle loro tavole.

COLDIRETTI: IL PROGETTO DELLA FILIERA TUTTA AGRICOLA E TUTTA ITALIANA ARRIVA A MESOLA.

Fonte: Coldiretti Ferrara

Venerdì 30 aprile alle 20.30 alla Sala Civica di Bosco Mesola le aziende agricole Coldiretti in assemblea.

Il vero made in Italy agro alimentare nasce nelle nostre campagne e deve diventare sempre più un valore aggiunto per lo sviluppo delle imprese agricole in tutto il territorio, anche a Ferrara e nel basso ferrarese, uno dei contesti comunque più attivi e dinamici della nostra provincia per quanto riguarda il comparto agricolo.
Non a caso produzioni orticole di pregio (ed un tempo anche redditizie) sono ormai tipiche di questi territori, come asparagi, carote, radicchio, ma anche pomodoro da industria e altri ortaggi che trovano un clima adatto ed un terreno che si presta a produzioni di qualità.
Un binomio quello della qualità e della italianità che sta alla base del progetto Coldiretti per la costruzione di filiere tutte agricole e tutte italiane e di cui si discuterà anche nell’ultimo appuntamento con i soci che chiude il ciclo di incontri sviluppati in tutta la provincia, caratterizzati da una grande partecipazione e da notevole interesse.
Alla presenza del Presidente provinciale, Mauro Tonello e del Direttore, Luigi Zepponi, venerdì sera alla sala civica di Bosco Mesola, dalle 20,30, saranno quindi affrontate le tappe di questo progetto e lo stato dell’arte, con evidenza per il ruolo fondamentale delle singole imprese nel divenire partecipi del loro futuro insieme ai sistemi organizzati e strutturati che sono indispensabili per dare gambe e concretezza ad un’idea che raccoglie consensi a tutti i livelli, in particolare dai cittadini e dai consumatori.
Non mancherà lo spazio per un’analisi ed un confronto sulla scorsa annata e su quella presente, con i riflessi delle azioni necessarie per invertire quel segno “meno” che preoccupa imprese e cittadini anche nella nostra realtà ferrarese.

mercoledì 28 aprile 2010

Presenze da record per il primo week end della 20° Fiera dell’Asparago

Si è concluso alla Fiera di Bologna Pasta Trend, il salone della pasta

Premi Pac e aiuti agroambientali del Psr: ridurre i tempi di erogazione agli agricoltori. L'assessore Rabboni convoca le OOPP

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Bologna - Come rendere più rapido il pagamento degli aiuti comunitari e regionali alle aziende agricole da parte di Agrea, l’agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura?
Il tema sarà al centro di un incontro con Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri voluto dall’assessore regionale Tiberio Rabboni il 6 maggio a Bologna.
In Emilia-Romagna la situazione dei pagamenti è in linea con quella delle altre Regioni e i ritardi lamentati dal mondo agricolo sono essenzialmente dovuti all’entrata in vigore del nuovo “sistema integrato di gestione”, introdotto a livello comunitario e gestito in Italia dal Ministero dell'Agricoltura, che prevede il controllo di ciascuna domanda prima del pagamento e non più verifiche a campione come in precedenza.
A ciò poi si devono aggiungere le difficoltà di messa a regime degli strumenti informatici di gestione forniti dal Ministero e le incertezze e i ritardi del Coordinamento nazionale.
Tuttavia - scrive Rabboni nella lettera con cui invita alla riunione i Presidenti delle organizzazioni professionali agricole regionali - “molte cose si possono fare per migliorare la situazione regionale. Il mese scorso ad esempio abbiamo raggiunto un accordo con i centri di Assistenza agricoli regionali per attivare uno sportello per la risoluzione veloce delle ‘anomalie’ più problematiche riscontrate in sede di controllo. Personalmente ho già formulato ad Agrea un’altra serie di indicazioni operative per tentare di recuperare ed azzerare tutti i ritardi entro il corrente anno. Credo, pertanto, che una verifica congiunta dei modelli gestionali in uso, per ridurre tempi e carichi burocratici, possa consentirci di individuare le misure più opportune”.

martedì 27 aprile 2010

ORTOFRUTTA. Frutta buona e matura al punto giusto grazie alla tecnologia

FONTE: www.agricoltura24.com

di Redazione Agrisole

Lo studio condotto nel laboratorio Fnirs Lab nell'ambito del progetto europeo InsideFood.

Frutta buona e matura al punto giusto. Grazie a una tecnologia studiata nel laboratorio Fnirs Lab (Functional near infrared spectroscopy Lab) del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano nell'ambito del progetto europeo InsideFood, i produttori potranno finalmente garantire una certificazione di qualità dei loro prodotti e una precisa indicazione del loro grado di maturazione.

Il progetto è sviluppato in collaborazione con laboratori di ricerca, centri sperimentali e aziende italiane ed europee. Un vantaggio indiscusso non solo per il produttore, che potrà competere sugli emergenti mercati asiatici con un valore aggiunto, ma anche per tutta la filiera, dal grossista al consumatore finale.

La tecnologia, di cui si sta studiando l'applicabilità ai macchinari che smistano la frutta per la grande distribuzione, non è distruttiva in quanto utilizza la luce. Il frutto in esame viene infatti illuminato da brevi impulsi di luce laser che attraversano la buccia e riemergono dopo avere attraversato la polpa del frutto. Mediante la spettroscopia di riflettanza nel dominio del tempo è possibile effettuare la valutazione delle proprietà della luce che ha attraversato il frutto e ottenere da queste informazioni sul grado di maturazione alla raccolta e durante la conservazione, e sulla qualità in generale del prodotto.

L'analisi, con opportuni modelli fisici, della luce diffusa, fornisce i valori dei coefficienti di assorbimento e di diffusione della polpa.

RIFORMA PAC. Il futuro dell’agricoltura europea

FONTE: www.agricoltura24.com

di Angelo Frascarelli

Cambieranno i sostegni: tutte le soluzioni sono aperte. A settembre i primi orientamenti.

Il dibattito sul futuro della Pac per il periodo 2014-2020 è entrato nel vivo. Le tappe iniziali e il calendario per la discussione sono già definiti e cominciano a delinearsi le prime posizioni. Siamo appena agli inizi, ma è importante per il mondo agricolo italiano seguire e contribuire al dibattito per conoscere i nuovi orientamenti del sostegno all’agricoltura e influenzarne le decisioni.

IL CALENDARIO
La prima tappa è la consultazione pubblica. Il 12 aprile 2010, il commissario europeo all'Agricoltura Dacian Ciolos ha annunciato l’apertura di un dibattito pubblico sul futuro della Pac che si concluderà a giugno 2010 (v. Terra e Vita n.15)

A seguire, il 19-20 luglio 2010, a Bruxelles, è prevista una conferenza aperta a tutte le parti interessate.

Entro la fine del 2010, la Commissione presenterà una comunicazione sul futuro della Pac post-2013; in questa fase si conosceranno i primi elementi del sostegno agricolo per il periodo 2014-2020.

A seguire, saranno pubblicate le proposte legislative (tra luglio e settembre 2011); infine ci sarà l’approvazione definitiva della nuova Pac post-2013 (presumibilmente tra luglio e settembre 2012).

Questo calendario ci fa capire che il dibattito procederà per gradi successivi di approfondimento, per cui gli agricoltori dovranno ancora attendere almeno due anni per conoscere precisamente le norme della Pac per il periodo 2014-2020. Infatti, per ora, “Il dibattito - ha precisato Ciolos - riguarderà esclusivamente il quadro generale di riferimento, gli obiettivi che dovrà porsi la nuova Pac e non gli strumenti per raggiungerli”.

STRATEGIA EUROPA 2020
Il dibattito sulla Pac non è isolato dal contesto europeo; infatti, esso si inserisce nella nuova prospettiva della strategia dell’Unione europea per il 2020, che è stata lanciata dalla Commissione il 3 marzo 2010, da titolo “Europa 2020: una strategia per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.

Obiettivo centrale è la promozione di una crescita intelligente, sostenibile e solidale:
- intelligente grazie a una maggiore conoscenza, innovazione e istruzione;
- sostenibile grazie a una più efficiente produzione e a una crescente competitività;
- solidale attraverso una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, l'acquisizione di competenze e la lotta alla povertà.

Questi sono gli obiettivi generali. Nel concreto sono state identificate alcune priorità che riguardano la propensione e il supporto per le industrie a basse emissioni di CO2, gli investimenti nello sviluppo di nuovi prodotti, l'orientamento verso l'economia digitale e la modernizzazione di istruzione e formazione.

Tali priorità si articolano in obiettivi esplicitamente definiti:
- innalzamento del tasso di occupazione ad almeno il 75% (oggi il 69%);
- aumento della spesa per ricerca e sviluppo al 3% del prodotto interno lordo, che oggi risulta pari soltanto al 2% del pil;
- conferma degli obiettivi in materia di cambiamenti climatici (20-20-20);
- riduzione del tasso di povertà del 25%;
- diminuzione della percentuale di abbandono scolastico dal 15% a meno del 10% e ampliamento dall'attuale 31% al 40% del volume dei trentenni con istruzione universitaria.

L’AGRICOLTURA POCO “CITATA”
Come si inserisce l’agricoltura all'interno del dibattito sulle strategie e le politiche da adottare per il futuro dell’Unione europea?

Leggendo il documento “Europa 2020”, si nota che l’agricoltura è poco citata. Le priorità dell’Ue sono l’innovazione, la sostenibilità e l’occupazione. In esse, comunque, l’agricoltura riveste un ruolo centrale, anche e soprattutto in chiave di sicurezza alimentare, in quanto può fornire un’effettiva risposta al tema della carenza di cibo, ma anche in termini di crescita produttiva, di mantenimento occupazionale nelle aree rurali e di lotta al cambiamento climatico.

La quasi totalità degli esperti e dei cittadini valuta positivamente la funzione nodale ricoperta dalla Pac in termini di fornitura di beni pubblici, sia per quanto riguarda il contributo sociale, arginando l'esodo dai territori, sia per quanto riguarda lo sviluppo economico delle regioni rurali, dall'agriturismo alla produzione di importanti denominazioni d'origine e indicazione geografiche protette quanto riguarda la tutela ambientale, dall'utilizzo all'irrigazione dei terreni per evitare il progressivo processo di desertificazione.

Il dibattito sarà molto impegnativo, anche perché i suddetti vantaggi dell’agricoltura e della Pac dovranno trovare spazio all’interno delle altre innumerevoli priorità ed esigenze dell’Unione europea: ricerca, innovazione, occupazione, competitività, formazione, difesa comune, politica dell’immigrazione, trasporti, ambiente, contrasto ai cambianti climatici, lotta alla povertà, politica estera.

Il primo step del dibattito sarà la grande Conferenza organizzata dalla Commissione, a Bruxelles, il 19-20 luglio 2010.

GLI ORIENTAMENTI
Per conoscere i nuovi strumenti della Pac è ancora troppo presto; in questo momento il dibattito si concentra sugli obiettivi.

Tuttavia, alcune dichiarazioni ci fanno capire alcuni orientamenti.

Dacian Ciolos, in una sua dichiarazione, ha confermato che ci sarà “una rivisitazione del modo in cui avverranno i pagamenti diretti” e ha sottolineato la sua intenzione di riproporre la questione di un “tetto ai pagamenti per azienda, già discusso e respinto dagli Stati membri in occasione dell'Health check della Pac”.

Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha sottolineato che "La Pac necessita di interventi immediati", ricordando che, oltre a discutere del futuro, è necessario dare risposte immediate alla crisi che stanno vivendo gli agricoltori europei.

De Castro ha ricordato che il Parlamento europeo chiederà a Ciolos se ha realmente intenzione di predisporre un pacchetto ad hoc di misure contro la crisi prima della riforma della Pac post-2013.

Un’altra importante posizione è quella presentata da George Lyon, relatore di un documento della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sul futuro della Pac dopo il 2013.

Lyon propone un modello di Pac dal titolo “Una politica agricola comune europea più equa, ecologica e sostenibile”, con obiettivi e nuove sfide, contraddistinto dai seguenti elementi: pagamento unico per azienda, reti di sicurezza, supplementi contrattuali flessibili per gli Stati membri, sostegno alle zone svantaggiate, sviluppo rurale. Uno schema interessante, che concilia le esigenze di conservazione e rinnovamento della Pac.

La Regione Emilia-Romagna partecipa a "Squisito" con la "cucina per i più piccoli"

FONTE: Giunta Regionale Emilia-Romagna

Rabboni: le regole di una corretta alimentazione vanno apprese fin dall'infanzia. L'Emilia-Romagna regione piu' bio secondo la classifica Bio Bank.

Bologna - Le ricette “di una volta” e le merende più semplici e genuine, per insegnare a bambini e ragazzi l’importanza del mangiare sano e per aiutarli a riscoprire, attraverso il gioco, i valori e i sapori della nostra tradizione alimentare.
Con uno stand interamente dedicato alla “cucina dei più piccoli” la Regione Emilia-Romagna partecipa alla settimana edizione di “Squisito” la manifestazione organizzata dalla Comunità di San Patrignano a Rimini dal 30 aprile al 3 maggio.
Animatori ed educatori accompagneranno i giovani visitatori e le loro famiglie in un viaggio emozionante alle radici del cibo e di quello che mangiamo, alla scoperta di antichi mestieri e tecniche di produzione. Con un appuntamento “clou” quotidiano: i succhi di frutta e le merende animate a base di latte, pane, formaggi e salumi.
“L’edizione 2010 di Squisito propone come filo conduttore il ‘Ritorno alla semplicità’ – ha spiegato l’assessore all’agricoltura emiliano-romagnolo Tiberio Rabboni – come Regione abbiamo scelto di declinare questo tema rivolgendoci appunto ai più giovani. Semplicità significa infatti per noi genuinità, stop ai cibi sofisticati, recupero dei prodotti locali e di stagione. Scelte che sono innanzi tutto culturali e che vanno apprese fin da piccoli. Per questo la regione si è data già dal 2003 una legge che promuove l’educazione alimentare e la qualificazione della ristorazione scolastica, sostenendo l’impiego di prodotti del territorio e biologici.”

L’Emilia-Romagna regione “più biologica” nel 2009. I risultati dell'indagine di Bio Bank.

Un impegno quello della Regione che ha dato i suoi frutti. L’Emilia-Romagna è infatti oggi la regione italiana con il più alto numero di mense scolastiche biologiche: ben 147 su un totale nazionale di 837. Ma questo record non è il solo. La recente classifica di Bio Bank che fotografa il numero di operatori biologici, infatti ha proclamato l’ Emilia-Romagna “regione più biologica nel 2009” grazie al primo posto conquistato in altri tre settori, oltre a quello delle mense bio: le aziende con vendita diretta di prodotti biologici con 359 punti vendita su 2.176; i siti di e-commerce dedicati al biologico con 20 siti su un totale italiano di 132; i mercatini bio con 37 su 225. Nella classifica Bio Bank l’Emilia-Romagna è seguita da Lombardia e Toscana.

La partecipazione della Regione Emilia-Romagna a Squisito in partnership con i Consorzi del Parmigiano-Reggiano e del Prosciutto di Parma si inserisce in una più ampia collaborazione avviata dal 2007 con la Comunità di San Patrignano all’insegna di un comune obiettivo: promuovere le eccellenze alimentari dell’Emilia-Romagna, i prodotti tipici e legati alla tradizione, le tecniche di produzione sostenibili e rispettose dell’ambiente./PF

COLDIRETTI: PASTATREND, RADDOPPIATO L’EXPORT DI PASTA IN 10 ANNI

FONTE: COLDIRETTI

Un piatto di pasta su quattro consumati nel mondo è fatto in Italia

Il valore delle esportazioni di pasta nel mondo è praticamente raddoppiato
negli ultimi 10 anni raggiungendo il valore di 1,8 miliardi di euro nel
2009. E¹ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione
dell¹apertura di Pastatrend , il primo salone della pasta a Bologna, dal
quale si evidenzia peraltro che il valore della produzione di pasta italiana
ha raggiunto complessivamente 6,1 miliardi e da lavoro a 30 mila addetti
occupati in circa 6mila imprese.

Un piatto di pasta su quattro consumato nel mondo e' - sottolinea la
Coldiretti - fatto in Italia che è leader nella produzione con 3,2 milioni
di tonnellate superiore a quella degli Stati Uniti (2 milioni di
tonnellate), del Brasile (1 milione di tonnellate) e della Russia (858 mila
tonnellate). Il consumo di pasta di semola in Italia è fissato - sottolinea
la Coldiretti - attorno ai 26 chili a persona (al secondo posto i
venezuelani con 13 chili), tre volte superiore a quello di uno statunitense,
di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quello di un tedesco
o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quello di un giapponese.
Impressionante - precisa la Coldiretti - è la crescita negli Stati Uniti
dove per quasi 8 americani su 10 (77 per cento) e' diventata un appuntamento
almeno settimanale, mentre il 33 per cento la mangia almeno 3 volte a
settimana, secondo un'indagine realizzata negli USA dalla Associazione
Nazionale dei produttori di pasta (National Pasta Association). Tra i
consumatori accaniti piu' illustri ci sono anche Barack e Michelle Obama
appassionati degli stringozzi alla carbonara ma, secondo il "Metropolitan
Post", ricorrono addirittura ad un costoso ³personal pasta chef², Robert De
Niro, Scarlett Johansson e Quentin Tarantino.

Nonostante la sostanziale tenuta dei consumi a livello nazionale si è pero'
verificato - denuncia la Coldiretti - un crollo dei prezzi pagati agli
agricoltori per il grano duro necessario per la pasta su livelli di circa
15 centesimi al chilo che non riescono a coprire i costi di produzione e
mettono a rischio il futuro. Per salvare la pasta di grano italiano la
Coldiretti è impegnata nel progetto una ³filiera agricola tutta italiana²
per combattere le distorsioni e le speculazione dal campo alla tavola con il
coinvolgimento delle imprese agricole, dei mercati degli agricoltori, delle
cooperative e dei Consorzi Agrari che hanno recentemente varato l'holding
³Consorzi Agrari d'Italia.

La storia della pasta - afferma la Coldiretti - ha inizio circa 7000 anni
fa e sono molte le leggende e le credenze intessute attorno alla sua
nascita: c'è chi l'attribuisce agli Dei, chi agli Etruschi, chi a Marco Polo
e al suo ritorno dalla Cina e chi pensa che i primi inventori della pasta
siano stati gli arabi. Ma, tra leggenda e verità - conclude la Coldiretti -
sicuramente l'Italia è il Paese che ha maggior titolo nel rivendicare la
paternità di questo alimento grazie al forte legame con il territorio, alle
tecniche di lavorazione e alle sapienti combinazioni culinarie. Di certo,
infatti, si sa che nel XVII secolo, a Napoli, la pasta "incontra" il
pomodoro, arrivato in Europa con la scoperta dell'America e con il tocco
aggiuntivo del basilico nasce un fortunato tris di colori, testimonial
indiscusso della nostra bandiera che ancora oggi fa il giro del mondo


PRINCIPALI CONSUMATORI DI PASTA NEL MONDO - IN CHILI A PERSONA

ITALIA 26
VENEZUELA 13
TUNISIA 12
GRECIA 10
SVIZZERA 10
STATI UNITI 9
SVEZIA 9

FONTE: ELABORAZIONI COLDIRETTI

Il cappellaccio di zucca conquista PastaTrend


FONTE: Pastificio Bondi

Anche Marisa Laurito fra i visitatori della
“bottega & cucina con vista su laboratorio” di Artigiani Pastai Bondi
al Gran Salone della Pasta di Bologna

Il cappellaccio di zucca ‘made in Fe’ conquista Bologna e piace pure all’ombra del Vesuvio: anche Marisa Laurito – la popolarissima attrice e conduttrice televisiva napoletana, in questi giorni protagonista assoluta a BolognaFiere nelle vesti di direttore artistico di PastaTrend – ha fatto tappa alla “bottega & cucina con vista su laboratorio” allestita dalla Bondi Artigiani Pastai di Ferrara al Gran Salone della Pasta in corso di svolgimento fino a martedì 27 aprile al quartiere espositivo felsineo.
L’artista partenopea, come tante massaie che nella giornata di ieri hanno visitato la kermesse petroniana, nel tardo pomeriggio si è avvicinata ai banchi espositivi dello stand Bondi – al padiglione 21 stand B 19 - chiedendo informazioni sul tradizionale primo piatto della cucina ferrarese e - immediatamente riconosciuta – è stata invitata ad un assaggio. Un invito ed un test decisamente superati in quanto la Signora Laurito – così come coloro che l’accompagnavano – non hanno mancato di lasciare lo stand dell’azienda ferrarese solo dopo aver fatto scorta di qualcuna delle tante prelibatezze che Bondi Artigiani Pastai sta proponendo sulla ribalta bolognese.

lunedì 26 aprile 2010

PAOLO BRUNI E RENZO PIRACCINI CONFERMATI AI VERTICI DEL CSO FINO AL 2013


FONTE: CSO

Alla Vicepresidenza rimangono Carlo Manzo di Ortofruit italia e Cesare Bellò di Opoveneto.

Ferrara, 26 Aprile 2010

Paolo Bruni , è stato confermato oggi alla Presidenza di CSO il Centro Servizi Ortofrutticoli , con sede a Ferrara .
L’Assemblea dei Soci ha confermato Paolo Bruni al suo quarto mandato di presidenza con un voto unanime.
Ai vertici del Centro Servizi di Ferrara sono stati eletti anche i Vice Presidenti Carlo Manzo della piemontese Ortofruit italia e Cesare Bello di Opoveneto , si conferma anche la carica di Consigliere Delegato a Renzo Piraccini, anch’egli al quarto mandato ai vertici di CSO.
Il Centro Servizi Ortofrutticoli che associa le principali imprese italiane con un fatturato aggregato di circa 2 miliardi di euro è il braccio operativo delle imprese dell’ortofrutta italiana nei settori cruciali dell’innovazione strutturale.
Con la sezione statistica e Osservatorio di mercato offre ai propri associati informazioni in tempo reale sugli andamenti del mercato , sui prezzi, sui consumi e sulle previsioni di produzione delle principali specie ortofrutticole.
Con la sezione valorizzazione CSO ha operato in questi anni in sintonia con i propri associati al fine di promuovere la frutta italiana nel mondo e , per quanto riguarda l’Italia ha costruito un percorso di valorizzazione sui prodotti ad indicazione geografica protetta rendendoli noti a livello nazionale.
Negli ultimi anni il CSO ha inoltre operato, in stretto contatto con il Mipaaf e con i Sevizi Fitopatologici regionali , per l’abbattimento delle barriere fitosanitarie che impediscono l’accesso dell’export italiano ad importanti paesi del mondo.
“ Il CSO – dichiara il Presidente Paolo Bruni – è una realtà che ha dimostrato in questi anni di possedere le caratteristiche strategiche e tecniche per svolgere un ruolo chiave a supporto delle imprese associate – è una struttura snella e fortemente orientata al mercato , in grado di rispondere sollecitamente alla domanda di conoscenza e alla necessità di aggregazione operativa delle imprese, siano esse cooperative che private.

Il presidente Errani presenta la nuova Giunta regionale

FONTE: www.ermesagricoltura.it

Errani:"Sono veramente soddisfatto per l'esito del lavoro realizzato". Le novità nella squadra di governo regionale

“Sono veramente soddisfatto per il lavoro che ho realizzato scegliendo in base a due elementi prioritari: competenza ed esperienza di governo”. Così il presidente della Giunta regionale, Vasco Errani, ha presentato oggi la nuova squadra di governo per la legislatura 2010-15.

Una presentazione “politica” – ha precisato Errani -, poiché “il decreto di nomina sarà fatto in concomitanza con la prima seduta della nuova Assemblea legislativa, che come previsto dallo Statuto regionale a sua volta può essere convocata non prima di 15 giorni dalla proclamazione di tutti i consiglieri da parte delle prefetture”. Un atto tecnico, fino al quale per l’ordinaria amministrazione sarà in carica la Giunta uscente.
Una Giunta di cui sono stati riconfermati tre assessori (Gian Carlo Muzzarelli, Tiberio Rabboni e Alfredo Peri), oltre il sottosegretario Alfredo Bertelli. Per il resto, ha annunciato Errani, “sono stati dati dei segnali chiari in relazione alla presenza femminile (che passa da 2 a 5), al rinnovamento (9 esponenti su 12), al rapporto con i territori dentro un’idea chiara di governo regionale”.

Il presidente è poi entrato nel merito delle singole scelte, definendo quelle relative alla Sanità e Scuola (“due settori strategici non solo per il peso nel bilancio ma per il ruolo che abbiamo in questi campi a livello nazionale”) come “scelte che hanno una credibilità e un’autorevolezza indiscutibili”. In particolare, per l’attività formativa ha annunciato “iniziative importanti nei prossimi mesi”.
Quindi il presidente ha voluto sottolineare la diversa composizione, rispetto alla precedente Giunta, per il tema delle Attività produttive e dello sviluppo sostenibile: “Questa è per noi una chiave importante per l’Emilia-Romagna, per la costruzione di nuove filiere produttive e per ciò che concerne la riconversione di una parte della nostra manifattura”.

Un ruolo fondamentale Errani lo ha attribuito alla delega sulla semplificazione affidata alla vicepresidente Simonetta Saliera: “Noi dobbiamo assolutamente dare in questa legislatura più efficienza, trasparenza e attivare nuove forme di partecipazione, aumentando l’efficacia del nostro sistema anche attraverso la rete telematica”.
Poi l’integrazione delle reti (“con la spina dorsale del nostro riferimento fondamentale per la costruzione del sistema regionale, il Ptr”), le politiche trasversali per i giovani e il welfare “che mette al centro le persone, la famiglia”. Errani ha infine rimarcato il proprio compito di “favorire l’interdisciplinarietà” tra gli assessorati per una politica d’insieme.
Infine il ringraziamento “non formale e sincero” per gli assessori uscenti, portatori di competenze che non devono essere perse”.

Ecco i componenti della nuova Giunta:
- Vasco Errani, presidente giunta. Accordi di programma, politiche di integrazione e di coordinamento delle reti e della ricerca
- Alfredo Bertelli , sottosegretario alla presidenza
- Simonetta Saliera, vicepresidente. Europa, bilancio, cooperazione con il sistema delle autonomie, regolazione dei servizi pubblici, semplificazione e trasparenza, politiche per la sicurezza
- Alfredo Peri, Programmazione territoriale, infrastrutture materiali ed immateriali, logistica e trasporti
- Gian Carlo Muzzarelli, Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, autorizzazione unica integrata
- Tiberio Rabboni, Agricoltura, attività ittiche e venatorie
- Sabrina Freda, Ambiente, riqualificazione urbana
- Paola Gazzolo, Difesa del suolo e della costa, protezione civile
- Maurizio Melucci, Turismo, commercio
- Massimo Mezzetti, Cultura, sport
- Patrizio Bianchi, Scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro
- Carlo Lusenti, Politiche per la salute
- Teresa Marzocchi, Politiche sociali e di integrazione, volontariato, associazionismo e terzo settore
- Donatella Bortolazzi, Sviluppo delle risorse umane e organizzazione, cooperazione allo sviluppo, progetto giovani, pari opportunità.

martedì 20 aprile 2010

COLDIRETTI: PROGETTO FORMATIVO DEI GIOVANI, IN PROGRAMMA UNA VISITA ALLE ESPERIENZE TRENTINE


FONTE: www.ferrara.coldiretti.it

Sabato 8 maggio una giornata dedicata a scoprire alcune significative realtà in provincia di Trento, in particolare a Melinda, alla cantina Mezzocorona ed al mercato contadino di Trento .

Prosegue il programma di formazione di Giovani Impresa di Coldiretti Ferrara, con l’intento di conoscere da vicino alcune significative realtà imprenditoriali e trarne eventualmente ispirazione per la propria azienda.
Il prossimo appuntamento è previsto per sabato 8 maggio che sarà dedicato alla scoperta di alcune importanti esperienze della provincia di Trento: dal Mercato Contadino gestito da Coldiretti, a Mondo Melinda in Val di Non, alla Cittadella del Vino di Mezzacorona con lo spumantificio Rotari.
Alcuni esempi di filiere produttive che hanno trovato lo spunto e la capacità di divenire imprese ed esperienze note a livello nazionale e che potranno certamente dare motivo di ispirazione ai nostri giovani imprenditori per migliorare la propria azienda e l’approccio con il mercato.
La partenza è prevista per sabato mattina alle 7 da Ferrara con pullman ed il ritorno alle 20.
Per informazioni ed adesioni di giovani (e non solo) interessati, contattare la segreteria di Giovani Impresa Ferrara (Marco Baldon) 0532 979753 entro il 30 aprile 2010.

COLDIRETTI: PARTE DOMENICA 25 APRILE IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA A POMPOSA


FONTE: www.ferrara.coldiretti.it

Dopo le iniziative sperimentali dello scorso anno, Agrimercato Coldiretti e Comune di Codigoro danno il via libera al mercato contadino a due passi dall’Abbazia di Pomposa per promuovere e valorizzare i prodotti delle nostre aziende ed il territorio con le sue specificità ed i prodotti di qualità a km zero.

Ogni seconda e quarta domenica di ogni mese, sino ad ottobre, i produttori agricoli di Coldiretti animeranno il Mercato di Campagna Amica a Pomposa di Codigoro.
Dalle 8 alle 13 i banchi degli agricoltori saranno allestiti nei pressi del parcheggio della medioevale Abbazia benedettina, posta lungo l’antica via dei pellegrini che si recavano a Roma (l’attuale strada Romea), all’interno del Parco del Delta del Po. L’iniziativa portata avanti in collaborazione tra Comune di Codigoro e Associazione Agrimercato di Ferrara, vede la partecipazione di 12 produttori che metteranno in vendita i propri prodotti provenienti dalla provincia di Ferrara e dalle province limitrofe della zona del delta: frutta e verdura fresca, in questo momento in particolare asparagi, ma anche miele, confetture, formaggi, piante e fiori, vino, il tutto rigorosamente di stagione ed a qualità garantita dagli stessi produttori.
All’interno del Mercato sarà applicato il disciplinare adottato in accordo con l’amministrazione comunale che prevede controlli stringenti sulla qualità dei prodotti, sulla loro origine e sul prezzo che dovrà essere ridotto per i prezzi rilevati dal sistema SMS Consumatori del Ministero delle Politiche Agricole, di un 30% rispetto alla media.
Esprime soddisfazione il Segretario di Zona di Coldiretti Codigoro, Andrea Tosi, per il risultato raggiunto dopo un lungo periodo di studio ed approccio con l’Amministrazione comunale.
“Oggi ci viene riconosciuto l’impegno profuso assieme alle nostre aziende, nel costruire le basi per realizzare un vero mercato contadino a cadenza quindicinale, che darà modo di mettere in evidenza ed in risalto le nostre produzioni, all’interno del progetto Coldiretti della filiera tutta agricola e tutta italiana. La vicinanza con lo storico e famoso complesso dell’Abbazia di Pomposa è anche un’occasione per avvicinare molti turisti che potranno apprezzare non solo le bellezze architettoniche ma anche gli autentici sapori ferraresi a km zero”.

lunedì 19 aprile 2010

Nuove indicazioni di lotta obbligatoria contro il virus PPV di Sharka

FONTE: www.ermesagricoltura.it

Condizioni più rigorose per la produzione di materiale di moltiplicazione di drupacee suscettibili al virus della Sharka. In vigore dall’8 aprile 2010 le disposizioni regionali che danno attuazione al nuovo decreto di lotta obbligatoria contro il virus Plum Pox Virus (PPV).

Con Determinazione n. 3621 del 8 aprile 2010 "Definizione dello stato fitosanitario del territorio della Regione Emilia-Romagna relativamente al virus PPV (Sharka) - anno 2010", disponibile tramite il link a fondo pagina, il Servizio fitosanitario regionale ha stabilito le misure di prevenzione che dovranno essere attuate quest’anno in Emilia-Romagna per limitare la diffusione di Sharka.

Ci sono importanti novità per quanto riguarda soprattutto la moltiplicazione delle piante suscettibili al virus e le produzioni vivaistiche di diverse specie quali: albicocco, ciliegio, pesco, susino e tutti i portainnesti di drupacee e piante del genere Prunus, impiegate a fini ornamentali.

Sono state individuate nelle province di: Modena, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Ferrara, le "zone di insediamento" del virus dove non è più tecnicamente possibile la sua eradicazione e le "aree contaminate", che rappresentano i nuovi focolai.

Come prevede il Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria contro la Sharka, del 28 luglio 2009, in queste aree e in quelle circostanti per un raggio di 1 km, le cosiddette "zone tampone", non si potrà prelevare materiale di moltiplicazione da piante di drupacee suscettibili a Sharka, per evitare il rischio di diffondere il virus nelle aree ancora indenni.

Per visualizzare l’ubicazione delle zone di insediamento e di quelle tampone, è possibile "cliccare" sul documento "Cartografia interattiva delle zone di insediamento e tampone di Sharka" disponibile tramite il link a fondo pagina, assieme ad una scheda informativa dedicata a "Sharka - vaiolatura delle drupacee".

La produzione vivaistica di piante e materiale di moltiplicazione di drupacee sarà autorizzata solo nelle zone indenni dal virus, salvo specifiche deroghe concesse dal Servizio fitosanitario regionale. I nuovi campi di produzione vivaistica nelle zone indenni, dovranno inoltre rispettare precise distanze di sicurezza da frutteti di piante di drupacee suscettibili.

Per il materiale vivaistico in produzione al momento dell’entrata in vigore del Decreto Ministeriale 28 luglio 2009, rimarranno valide fino al 9 ottobre 2011 le precedenti disposizioni in materia di commercializzazione.

Galan: torno ancora una volta sulla questione degli Ogm

FONTE: www.politicheagricole.gov.it

“Vorrei ribadire ancora una volta la mia posizione sulla delicata questione degli Organismi Geneticamente Modificati. Comprendo che la curiosità dei media e del mondo agricolo si sia soffermata, in questi giorni di cambio al Ministero, soprattutto su questo punto, che è indiscutibilmente centrale per il futuro dell’agricoltura italiana.”
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan torna sulla questione degli OGM.

“Procediamo con ordine: sono entrato a far parte di un Governo che su questa questione ha già preso una serie di decisioni, l’ultima è il decreto interministeriale di stop alla coltivazione di un mais Ogm. Non intendo – continua il Ministro Galan - per coerenza e lealtà, mettere in discussione questa posizione. Detto questo, la ricerca è un’altra cosa e va sempre e comunque incoraggiata. Per un sistema paese il gap peggiore è quello della conoscenza, quindi su questo punto resterò coerente alle mie posizioni di sempre: sì alla ricerca e all’innovazione”.

Piazze del bio, vorrei ma non posso

FONTE: http://it.greenplanet.net

Vorrei ma non posso. O se volete: vorremmo ma non possiamo. Questa è un po' la sintesi di un'iniziativa che comunque domenica 18 aprile ha attraversato l'Italia all'insegna della promozione del biologico, un'iniziativa che non ha fatto del male a nessuno, anzi; ma che, fatta come è stata fatta, staccata da un progetto più ampio, non può lasciare che un piccolo segno. Parliamo dell'iniziativa "le piazze del bio", voluta e finanziata dal Ministero dell'Agricoltura, che ha coinvolto associazioni e aziende del biologico per tutta una domenica di contatto con la gente. Sono stati distribuiti gadget e materiali informativi, sono stati offerti assaggi gratuiti di prodotti biologici; alcune aziende hanno venduto a prezzi assolutamente promozionali. Ottimo. Peccato però che l'iniziativa sia avvenuta "una tantum"; peccato che le città scelte siano state 20 su un totale di 110 capoluoghi di provincia italiani; peccato che alcune di queste città non fossero proprio di prima grandezza per cui, per esempio, in tutto il Veneto l'unica "piazza del bio" si sia svolta a Belluno, che è la sesta città veneta su sette, dietro a Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Treviso ed altre assenze clamorose sono state Trieste, Brescia, Parma, Siena, Salerno, Catania, Cagliari eccetera eccetera; peccato che in alcune delle città prescelte di assoluta importanza come Bologna - che è la principale piazza del biologico in Italia, la città del Sana, il capoluogo della prima regione italiana per produzioni bio - la manifestazione non si sia svolta in piazza, tradendo il suo stesso nome, ma in un angolo di un giardino pubblico, luogo dignitoso ma certamente meno affollato e titolato di una delle più belle piazze italiane come piazza Maggiore (e ci sono giustamente state polemiche su questo).
Come avrete capito, siamo perplessi, anche se non contrari. Diciamo che l'intenzione era buona. Ma è stato come fare le nozze coi fichi secchi. Si può sempre tirare in ballo la crisi economica, l'impossibilità di finanziamenti più importanti. Attenzione, però. Qui manca il progetto, dentro il quale dare un significato alle "piazze del bio".
Il nuovo ministro dell'Agricoltura italiano, Giancarlo Galan, insediato da qualche giorno, ha commentato positivamente, mostrando sensibilità per il biologico. Bene così. Ma forse sarebbe il caso, senza fretta, di coinvolgerlo in qualche cosa di più: un piano per il biologico italiano, perché continui ad essere il primo biologico in Europa. Guai ad arrendersi a una certa Italia facile facile, populista, un'Italia da baraccone, che rischia di non portarci da nessuna parte, di trascinarci giù a dispetto del nostro grande Paese.

Antonio Felice

Galan: la pesca e l'acquacoltura tra le nostre priorità di governo

FONTE: www.politicheagricole.gov.it

“Il mio primo impegno ufficiale da Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, dopo l’insediamento di ieri, sarà il Consiglio dei Ministri della Pesca lunedì prossimo a Lussemburgo. Incontro nel quale si discuterà della riforma dell’organizzazione comune della pesca in ambito comunitario.”

Così il Ministro Giancarlo Galan annuncia la sua partecipazione al Consiglio dei Ministri europei della Pesca lunedì 19 aprile a Lussemburgo.

“Pesca e acquacoltura sono priorità della mia azione di Governo - ha detto Galan - per l’importanza che l’economia ittica diffusa ha su tutto il territorio nazionale. Non va dimenticato che il presidio ambientale costituito dalle collettività dei pescatori è un valore insostituibile. Coniugheremo una gestione sostenibile delle risorse al giusto sviluppo dell’attività economica dei pescatori e degli acquacoltori.”

Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan si insedia al Ministero di via xx Settembre

FONTE: www.politicheagricole.gov.it

Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan dopo aver giurato, alle ore 10.00, nelle mani del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, alla presenza del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha raggiunto il Ministero di Via XX Settembre dove è stato accolto da una delegazione guidata dal Ministro uscente, Luca Zaia. Al Ministro Galan sono stati resi gli onori militari dal Corpo Forestale dello Stato. La delegazione ha raggiunto lo studio del Ministro dove si è svolta una breve cerimonia per il passaggio delle consegne, conclusa la quale Galan ha raggiunto Palazzo Chigi per il suo primo Consiglio dei Ministri.

I panni sporchi

FONTE: www.greenplanet.net

5 tecnici escono da Icea sbattendo la porta e accusano la gestione dell' Istituto di Certificazione Etica e Ambientale con un comunicato. Il presidente Nino Paparella non ci sta e risponde punto per punto. Riceviamo e pubblichiamo. Con una comunicazione firmata, Vincenzo Moscuzza, Nino Scuderi, Daniela Sichel, Gaetano Torrisi e Vittorio Turco, "5 tecnici che hanno dato il loro contributo alla nascita del Biologico in Sicilia, prima con AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e poi con ICEA Il Consorzio Icea (Istituto Certificazione Etica e Ambientale)", comunicano di aver voluto chiudere "il loro rapporto con ICEA per le cose che hanno subìto in questi anni", in altre parole: "Icea perde 5 fondatori storici della sede di Sicilia". I "5 validi tecnici", si legge, se ne vanno "senza rimpianti" ma ci tengono comunque a far sapere mezzo stampa che "ICEA perde pezzi importanti della sua Storia". Il motivo del contendere si riferisce alla gestione di BIOSì, una società che "opera sulla base di un incarico di ICEA per l'organizzazione dei servizi logistici di ICEA in Sicilia", come spiega Nino Paparella, presidente Icea, "indignato per la distorsione dei fatti contenuta nel testo che Vincenzo Moscuzza ha deciso di emettere, frustato dalla propria incapacità a governare le vicende interne di BIOSì".

Moscuzza attacca Paparella spiegando che "ce ne usciamo, consapevoli che con questo presidente (Paparella ndr), ICEA non ha più molto futuro e non rappresenta più le istanze di tanti Soci fondatori; ICEA è un progetto stravolto da una gestione di stile Berlusconiano". "La loro scelta -- precisa invece Paparella - rimane ispirata prevalentemente ad aspetti economici e alla difesa di rendite personali di posizione, opportunamente liquidate da ICEA, e nulla ha a che fare con la missione, i progetti e la passione di ICEA e di quanti quotidianamente vi operano come l'attuale personale stabile presente in BIOSì e nell'ufficio di ICEA in Sicilia".

Come sempre, tra accuse e smentite, riprese spesso in modo strumentale dai piccoli mezzi di comunicazione, a rimetterci la faccia è il settore intero.

- SICILIA: "I.C.E.A. PERDE ALTRI PEZZI..."

Il Consorzio Icea (Istituto Certificazione Etica e Ambientale) perde 5 fondatori storici della sede di Sicilia. Vincenzo Moscuzza, Nino Scuderi, Daniela Sichel, Gaetano Torrisi e Vittorio Turco, 5 tecnici che hanno dato il loro contributo alla nascita del Biologico in Sicilia, prima con AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e poi con ICEA. Hanno voluto chiudere il loro rapporto con ICEA per le cose che hanno subìto in questi anni.
5 validi tecnici che vanno via senza rimpianti ma certi di aver dato il loro contributo anche al consolidamento del movimento Bio in Sicilia e sicuri di voler continuare a farlo ancora fuori da ICEA ma dentro altri ambiti.
ICEA perde pezzi importanti della sua Storia e si ripete ciò che è accaduto in altre Regioni Italiane ed anche con la fuoriuscita dell'AIAB che era stato il maggior soggetto fondatore di ICEA. Tali epiloghi sono nel DNA di Icea o dipendono dall'attuale Governo del Consorzio Icea?
Il gruppo dei 5 fondatori di Biosì ha gestito la sede operativa siciliana di ICEA dal 1994 al 31 marzo 2010.
I problemi sono cominciati quando il sesto componente di Biosì e responsabile amministrativo, Walter Tropea fù nominato Referente di ICEA in Sicilia contro la volontà dei suoi 5 Soci che ne avevano potuto apprezzare le sue non spiccate qualità amministrative per i gravi problemi finanziari creati alla Struttura tutta.
Tale nomina determinò, nello stesso Tropea, un palese conflitto di interesse che sta per sfociare in azioni legali da parte di alcuni soci verso lo stesso, ma ha determinato anche la perdita della fiducia da parte dei 5 fondatori verso il loro responsabile che aveva approfittato proprio dei 5 Soci per rimanere, nonostante tutto, "timoniere della barca" ICEA in Sicilia.
Tropea è stato comunque lasciato da ICEA nel ruolo di Responsabile di Sede in Sicilia...
Con il preliminare di vendita ad ICEA delle proprie quote i 5 Soci fondatori di Biosì hanno voluto chiudere una stagione che ha lasciato loro tanta amarezza per i comportamenti tanto poco ETICI del loro responsabile Tropea sostenuti dalla Presidenza di ICEA che dall'esterno di Biosì ha condizionato alquanto tutta la triste vicenda.
Vincenzo Moscuzza ha dichiarato: "...ce ne usciamo, consapevoli che con questo Presidente Paparella, ICEA non ha più molto futuro e non rappresenta più le istanze di tanti Soci fondatori; ICEA è un progetto stravolto da una gestione di stile Berlusconiano. Chi non è col Presidente se ne va o viene fatto uscire e la base di ICEA è ormai incapace di cambiamento perché appiattita sulle posizioni del Presidente. E l'ultima assemblea di dicembre 09, a cui ero presente, me ne ha dato la conferma: sulle linee politiche future proposte da Paparella c'è stato un misero dibattito. L'unico intervento che poneva problemi è stato il mio e qualcuno ha ribattuto al mio. Poi Tutti d'accordo e l'Assemblea si è conclusa lì... "
Catania 01-04 2010

- Fuoriuscita di 5 tecnici da Icea Sicilia: replica del presidente Icea Nino Paparella

(...) Sono indignato per la distorsione dei fatti contenuta nel testo che Vincenzo Moscuzza ha deciso di emettere, frustato dalla propria incapacità a governare le vicende interne di una società - BIOSì - che opera sulla base di un incarico di ICEA per l'organizzazione dei servizi logistici di ICEA in Sicilia. Tengo a precisare che dette vicende interne di Biosì nulla hanno a che vedere con l'operatività di ICEA in qualità di ente di certificazione che risponde a precisi criteri di indipendenza e imparzialità accreditati da ACCREDIA e sottoposti alla vigilanza del MIPAF e delle Regioni.
Nel corso di questi anni nessun atto di esclusione o emarginazione personale è stata fatta nei confronti di alcuno dei tecnici nominati dal comunicato di Moscuzza e tantomeno nei suoi confronti. La loro scelta rimane una scelta ispirata prevalentemente ad aspetti economici e alla difesa di rendite personali di posizione, opportunamente liquidate da ICEA, e nulla ha a che fare con la missione, i progetti e la passione di ICEA e di quanti quotidianamente vi operano come l'attuale personale stabile presente in BIOSì e nell'ufficio di ICEA in Sicilia. A loro il più ampio riconoscimento di tutta ICEA e degli operatori biologici siciliani per essere riusciti a garantire continuità del servizio, pur nella pressione psicologica indotta dai comportamenti di disturbo attuati da Moscuzza. A dirigere il nostro Ufficio in Sicilia è stato ed è tutt'ora Walter Troppa, persona di riconosciuta professionalità e di specchiata moralità e trasparenza che aveva ed ha a cuore solo l'affidabilità e l'efficienza della struttura di controllo di ICEA in Sicilia. A lui, che nel dirigere anche la società BIOSì ha avuto a cuore - anche in questa fase di travagliato rinnovamento societario - la difesa del patrimonio sociale e la tutela degli interessi dei soci, va la più ampia solidarietà e sostegno di tutta ICEA.
E a riprova della qualità del lavoro in Sicilia, voglio ricordare un evento per tutti: nell'isola, l'attuale sistema operativo ICEA è stato capace di promuovere una manifestazione di rilevante evidenza internazionale che dona lustro e prestigio a tutto il biologico siciliano come il BIOLMIEL, premio internazionale per i migliori mieli biologici del mondo: evento all'insegna della biodiversità, della qualità dell'ambiente e della valorizzazione degli agricoltori biologici.
Il tempo ha dato e darà sempre giustizia sia del profondo attaccamento alla propria missione istitutiva di ICEA sia della passione e professionalità di quanti ci lavorano: nell'interesse del biologico italiano e di una cultura della sostenibilità. Chiunque abbia tentato di piegare la direzione di ICEA a puri interessi economici di parte e a minarne indipendenza e imparzialità non troverà mai cittadinanza dentro l'Istituto.

Nino Paparella
Presidente ICEA

Porta la Sporta

FONTE: www.greenplanet.net

La settimana nazionale promuoverà l'utilizzo della borsa riutilizzabile invece dei sacchetti in plastica e monouso dal 17 al 24 aprile in più di 100 Comuni italiani. La campagna promossa dall' Associazione dei Comuni Virtuosi, Wwf, Italia Nostra, Fai e Adiconsum, lanciata nel marzo 2009 vuole sensibilizzare non solo i consumatori, ma anche i commercianti, aziende, imprese, associazioni e organizzazioni no profit, scuole di ogni grado, enti e istituzioni nazionali e locali a divulgare la cultura del non uso del sacchetto di plastica, come esempio emblematico di uno stile di consumo "usa e getta" non più sostenibile.
L'iniziativa ha ottenuto il patrocinio di enti come la Regione Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Marche, Emilia Romagna, e adesioni da associazioni nazionali. La settimana nazionale costituisce il secondo evento, dopo la giornata internazionale "Plastic Bag Free" dello scorso 12 settembre, che viene promosso nell'ambito della campagna "Porta la Sporta" lanciata nel marzo 2009.
Partendo dal sacchetto di plastica, si vuol rendere consapevole il cittadino sulla relazione esistente tra un automatismo abitudinario quotidiano e i danni ambientali conseguenti per rendere quasi inevitabile l'acquisizione dell'abitudine corretta.
In un solo anno, in Europa, vengono consumati e gettati nell'ambiente circa 100 miliardi di sacchetti di plastica usa e getta. E' stato stimato che la vita media di ogni sacchetto è inferiore ai 20 minuti e che, se usassimo una borsa di tela, potremmo risparmiare circa 22176 sacchetti durante una vita media. Gli effetti sulla fauna marina sono devastanti. Quasi il 90% del rifiuto galleggiante in mare è costituito da plastica non biodegradabile in quanto derivata dal petrolio con gravissime conseguenze per la natura. Si calcola inoltre che i sacchetti uccidono ogni anno oltre centomila esseri viventi.
Per partecipare alla settimana è necessario promuovere una o più iniziative che possano concorrere a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di adottare una borsa riutilizzabile in ogni situazione di acquisto e trasporto. Le iniziative possono consistere in eventi di comunicazione, informazione, promozionali, o azioni concrete. L'iniziativa di partecipazione può durare tutta la settimana o avvenire in una o più giornate della stessa.
Ulteriori dettagli sull'iniziativa e sulle modalità di adesione sono contenuti nei documenti disponibili sul sito www.portalasporta.it.

Serre fotovoltaiche da 10Mw in Emilia-Romagna

FONTE: www.greenplanet.net

E' stato siglato oggi un accordo tra Uni Land SpA ed EOS Energia per la costruzione di 10 MW di impianti fotovoltaici su serra. EOS Energia gestira' la progettazione, l'approvvigionamento e la costruzione di questi 10 MW di serre agricole e fornira' i moduli solari garantendone l'allacciamento entro il 2010. Uni Land acquisterà tali impianti ad allacciamento avvenuto ad un costo di Euro 4,0 milioni per ciascun MW consegnato. Il prezzo comprende i costi di allacciamento alla rete Enel e la proprieta' del terreno. Oltre al contratto di 10 MW, Uni Land ha siglato con EOS un accordo per l'acquisto di una autorizzazione a costruire un impianto fotovoltaico fisso a terra, di potenza massima autorizzata di 0,9 MW, ubicato nella Regione Emilia Romagna ad un prezzo di € 100.000.

L'investimento previsto sara' complessivamente di € 40 milioni, che sara' pagato con mezzi propri per un importo di circa € 4/6 milioni e finanziato attraverso leasing per la rimanente parte.

Nature green-volution, la cosmesi verde a Bologna

FONTE: www.greenplanet.net

GREEN-volution l' iniziativa promossa da Cosmoprof Worldwide Bologna 2010, interamente dedicata alla cosmesi naturale e biologica. I consumatori e l'industria sono realmente pronti ad un approccio realmente "verde" e biologico? La più grande vetrina di prodotti cosmetici verdi, riuniti per la prima volta sotto lo stesso padiglione (25N), al Cosmoprof chechiude oggi, hanno creato una piattaforma condivisa tra tutti gli addetti ai lavori (aziende, associazioni, enti certificatori, buyer e press), un'opportunità per le aziende espositrici di sviluppare nuovi business, ma anche di promuovere il prodotto naturale e biologico nell'ambito della cosmesi, comunicando i propri criteri di qualità e presentando le innovazioni del settore.

"Cosmoprof Nature GREEN-volution" ha offerto una panoramica specifica su tutte le tematiche inerenti al settore, dagli aspetti della certificazione, alle case history di aziende che hanno raccontato la propria storia, personaggi come Horst Rechelbacher, fondatore di Aveda ed oggi CEO della società Intelligent Nutrients, una azienda di prodotti per la salute e la bellezza, che utilizza al 100% ingredienti certificati biologici.

Nessuno ha notificato alla Ue il divieto al mais ogm

FONTE: www.greenplanet.net

Il commissario Ue alla Salute Dalli riferisce di non aver ricevuto notifica dall'Italia del decreto interministeriale con cui è stata vietata la coltivazione del mais Mon 810 su tutto il territorio nazionale. Il divieto si basa sulla cosiddetta 'clausola di salvaguardia' prevista dalla direttiva Ue 201/18 sul rilascio di Ogm nell'ambiente, In base alla clausola, i divieti nazionali riguardanti gli Ogm sono provvisori devono essere notificati alla Commissione europea, che normalemente chiede un parere scientifico all'Efsa (l'Autorità di sicurezza alimentare di Parma) e poi ha tre mesi per pronunciarsi.
La 'nuova linea' della Commissione europea, dopo ripetuti tentativi falliti negli anni scorsi di imporre la rimozione dei divieti nazionali di coltivazione di Ogm di diversi paesi, è di creare un nuovo quadro nel quale sia lasciata agli Stati membri la scelta. Su questo punto si sono impegnati il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, e lo stesso Dalli. "Manterremo la nostra promessa", ha assicurato il commissario oggi rispondendo a un cronista, a margine di una sua conferenza stampa. "Entro giugno - ha aggiunto Dalli - faremo la nostra proposta in materia".

da Apcom

Ogm. L’uso intensivo riduce i vantaggi

FONTE: www.greenplanet.net

L'utilizzo di semi biotech ha portato sicuramente dei vantaggi in termini di produttività ma ha evidenziato dei limiti che nel lungo periodo ne ridimensionano chiaramente i benefici. E' il primo studio sull'impatto delle coltivazioni ogm, quello realizzato dal National Research Council, della National Academy of Sciences Usa, che ne valuta dal partire dal 1996, ovvero fin dalla sua introduzione. Ed è uno studio autorevole, perché il National Research Council fornisce consulenza direttamente al Congresso Usa.

Sicuramente l'introduzione delle coltivazioni ogm ha portato dei progressi in agricoltura, la ricerca sottolinea come gli agricoltori abbiano ridotto l'irrorazione o l'utilizzo di sostanze chimiche pericolose. "Una lunga lista di vantaggi," ammette David E. Ervin, presidente della commissione che ha redatto il rapporto, anche se la valutazione non è del tutto positiva. Le prestazioni dei prodotti Roundup Ready, per esempio, secondo Ervin, professore di gestione ambientale e di economia alla Portland State University, alla lunga dimostrano tutti i loro limiti. Nelle coltivazioni dove è più massiccia e continuata la presenza di questi semi geneticamente modificati, sono necessari quantitativi sempre più ingenti del diserbante (o di glifosato) per debellare la più forte resistenza delle erbe (e degli insetti dannosi) che dovrebbe colpire. Gli agricoltori che hanno scelto di utilizzare questo tipo di coltivazione sono infatti costretti ad usare erbicidi sempre più forti, alcuni dei quali più tossici del glifosato. Un problema che, come suggerisce la ricerca, potrebbero riportare a "pratiche sempre più dannose per l'ambiente".

Oggi l'80% del mais, della soia e del cotone coltivato negli Usa è ogm. La rapida adozione del biotech dimostra come gli agricoltori vedano nella tecnologia un beneficio per la propria attività. Ma per Charles Benbrook, responsabile scientifico dell'Organic Center, i vantaggi sarebbero inferiori al quadro presentato dalla ricerca di cui contesta i dati non aggiornati sul costo delle sementi biotech. Benbrook sottolinea come il loro prezzo sia aumentato notevolmente. C'è infatti un problema di copyright, il NYTimes spiega che il Dipartimento di Giustizia Usa ha aperto un'indagine per capire se la Monsanto, che ha i brevetti per la commercializzazione del Roundup Ready, stia violando le leggi antitrust, aumentando indebitamente i prezzi o ostacolandone l'innovazione.

Galan all’Agricoltura

FONTE: www.greenplanet.net

L'ex presidente della Regione Veneto è il nuovo ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Una sostituzione giocata sull'asse Veneto - via XX settembre. Luca Zaia sostituisce Giancarlo Galan in Regione e l'ex presidente sostituisce l'ex ministro.

Dopo la laurea in giurisprudenza all'Università di Padova e un master in Business administration alla Bocconi di Milano Giancarlo Galan comincia a lavorare per Publitalia diventando direttore centrale.

Nel 1993 partecipa alla costruzione del progetto politico di Silvio Berlusconi e nel 1994 entra in Forza Italia. Nello stesso anno viene eletto alla Camera dei Deputati e nel 1995 entra a fare parte del Consiglio regionale del Veneto. Dal 1995 è il Presidente della Giunta Regionale del Veneto, ruolo che preferisce nonostante sia stato eletto nel 2006 e nel 2008 senatore per Forza Italia nel Veneto.

Secondo ecoblog il neo ministro sarebbe favorevole alle coltivazioni transgeniche, alla caccia, agli inceneritori e al nucleare ma in occasione de le Piazze del Bio ha commentato: "Il biologico è sempre di più un mercato centrale per gli agricoltori e i consumatori italiani. La festa è un'occasione importante per far conoscere nella splendida cornice delle città italiane i prodotti e il lavoro che c'è dietro questo comparto".

venerdì 16 aprile 2010

Arriva la patata amflora, sugli ogm c'è confusione

FONTE:Europei Newsletter Marzo/Aprile 2010

Irritazione del Ministero, ambientalisti mobilitati. La Regione, contraria, chiede più chiarezza al Governo

La fine dell'embargo che l'Europa da anni ha imposto agli ogm (i prodotti geneticamente modificati in laboratorio) è arrivata all'improvviso e con procedura scritta. Si tratta dell'autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente modificata nota col nome di Amflora, prodotta dalla multinazionale Basf. A firmare è stato il nuovo Commissario Europeo all'Ambiente, il maltese John Dalli che con questo atto ha preso nettamente le distanze dal suo predecessore, il greco Stavos Dimas, che invece aveva sempre rinviato ogni decisione. Il permesso ha riguardato la sola produzione industriale e l'utilizzo di alcuni prodotti derivati dall'amido Amflora negli alimenti per animali.

Immediate le proteste degli ambientalisti, ma pure del governo italiano. Il ministro dell'agricoltura ha rilasciato una dichiarazione durissima: "Questa decisione della Ue ci vede contrari - ha detto Luca Zaia - Non solo non ci riconosciamo in questa scelta, ma ribadiamo che non permetteremo che si metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Proseguiremo quindi nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini".

Contraria si è subito detta la Regione Emilia-Romagna; Ermete Realacci ("Decisione molto grave") e i Verdi ("Inacettabile"), mentre hanno invitato alla prudenza il presidente del Conaf (Consiglio dell'ordine nazionale degli agronomi) e il Vaticano ("Gli Ogm servono per combattere la fame nel mondo" - ha dichiarato Il cancelliere della Pontificia accademia per le scienze, monsignor Marcelo Sanchez Sorondo). Di parere nettamente favorevole invece l'Assobiotec, (Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie) facente parte di Federchimica, che ha commentato: "Finalmente si torna alla libertà di coltivare piante geneticamente modificate in Europa".

La decisione della Commissione europea, oltre alla patata Amflora, ha riguardato anche la messa sul mercato di tre mais geneticamente modificati, destinati all'alimentazione umana e a quella animale. Secondo l'esecutivo Ue i cinque ogm autorizzati sono stati esaminati con grande attenzione "In modo che le preoccupazioni espresse al riguardo della presenza di un gene resistente agli antibiotici siano pienamente tenute in considerazione''.

Ci si riferisce, cioè, all'accusa che in diversi hanno fatto alla patata Amflora sulla presenza nei suo patrimonio genetico di un gene "marker" che conferisce resistenza ad un antibiotico importante per la salute umana. Per questo la decisione, ha precisato un portavoce della Commissione, essendo una procedura scritta, è stata presa all'unanimità "Dopo un esame completo e approfondito dei cinque dossier ogm sul tavolo - ha infine concluso John Dalli in una conferenza stampa- mi è sembrato chiaro che nessun nuovo argomento scientifico aveva bisogno di essere esaminato ulteriormente''.

Sta di fatto che probabilmente molti Paesi, tra cui forse l'Italia, contrari alla coltivazione della patata transgenica o di altri ogm, si appelleranno alla «clausola di salvaguardia» per impedire la coltivazione all'interno del loro territorio nazionale. Un tale strumento è del resto già stato utilizzato da Francia, Germania, Austria, Lussemburgo, Ungheria e Grecia sulla coltivazione del mais ogm Monsanto 810 approvata dalla Ue nel 1998.

(A.A.)

L'assessore all'agricoltura Tiberio Rabboni: "occorre subito un disciplinare"

Come Regione siamo contrari a questa decisione dell'Europa. Lo dice il fatto che da tempo aderiamo al movimento delle Regioni europee ogm free. Il punto però è un altro - dice l'assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna Tiberio Rabboni - Vogliamo capire cosa intende fare il governo italiano su questa questione. Allo stato infatti, l'opinione di Zaia (ex ministro dell'agricoltura) non è sempre condivisa dagli altri componenti il governo Berlusconi. Va da sé che di fronte ad un'altra grande novità, vale a dire le dichiarazioni di Barroso che intenderebbe avviare un nuovo regolamento europeo in cui ogni paese, sulla coltivazione degli ogm, farebbe come meglio crede, l'Italia non ha ancora preso decisioni. Questo crea problemi. Ad esempio sarebbe utile che il Paese spingesse perché questo regolamento Ue vedesse la luce il più presto possibile in modo che possiamo decidere una volta per tutte se essere o meno ogm free. Non è una questione di burocrazia politica. Se diremo di no agli ogm, il fatto non si pone. Ma se dovessimo dire di sì, cosa che non mi auguro, le Regioni dovranno approvare in fretta un disciplinare comune di coesistenza tra coltivazioni ogm e non ogm. A questo proposito ricordo che l'Emilia-Romagna, alcuni mesi fa, su sua iniziativa ha presentato un proprio documento sulla disciplina della coesistenza tra prodotti così radicalmente diversi. Linee guida che hanno ricevuto l'appoggio delle altre Regioni al punto da essere fatte proprie dalla Conferenza Stato - Regioni. Se la decisione di Barroso andrà avanti e lo Stato Italiano prenderà una decisione in merito, come Regioni potremo finalmente deliberare come comportarci di fronte alle coltivazioni di ogm in modo che facciano meno danni possibile. Ma deve farlo in fretta.

giovedì 15 aprile 2010

Accordo Lega-Pdl Galan all'agricoltura


FONTE: ANSA

L'ex governatore del Veneto andrà al dicastero lasciato libero da Zaia

ROMA - "Non c'è nessuna sorpresa: Galan sarà il nuovo ministro dell'Agricoltura. C'è l'accordo con la Lega". Così il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, annuncia la prossima nomina dell'ex governatore del Veneto nella compagine di Governo. Lasciando palazzo Grazioli al termine del vertice con Berlusconi anche l'altro coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa conferma la decisione presa: "Era giusto che il presidente del consiglio presentasse agli amici della Lega il nuovo ministro dell'Agricoltura visto che quello che lo ha fatto attualmente è diventato governatore del Veneto".

GALAN: SARO' MINISTRO, BOSSI AFFETTUOSO CON ME -"Verrò proposto come ministro al Capo dello Stato. Non credo che Napolitano avrà riserve. Le procedure sono quelle... L'accordo politico c'é". Così l'ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan, ha confermato il suo futuro da ministro a chi, al termine del vertice di Palazzo Grazioli, gli ha chiesto l'esito del confronto tra Pdl e Lega che aveva tra i punti principali proprio la casella lasciata vacante da Luca Zaia. Nessun problema né veto sul suo nome, dunque. Anzi: "Bossi - ha detto Galan - è stato affettuoso con me. E - ha concluso - devo dire la verità, lo è stato quasi sempre...".

"Nel più convinto ossequio e per tanto riserbo da parte mia rispetto alla procedure previste per la nomina a Ministro, desidero però ringraziare innanzitutto il Presidente Silvio Berlusconi e le forze politiche che hanno acconsentito alla mia designazione". Lo rileva Giancarlo Galan, ministro in pectore dell'agricoltura. "Per parte mia - aggiunge - non mancherò di dedicare il massimo impegno, mettendo tra l'altro a disposizione anche tutte le esperienze acquisite nell'incarico di Presidente della Regione del Veneto, al fine di assicurare una responsabile continuità delle azioni fin qui svolte dall'importante Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Nel giorno in cui a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è celebrato il fondamentale ruolo svolto dall'agricoltura nella storia d'Italia, desidero sottolineare che tale multiforme comparto della nostra vita economica e sociale deve poter essere sempre più competitivo e al passo con le sfide in essere ovunque nei mercati globali. Ciò esigerà - conclude Galan -, soprattutto per garantire stabilità e sviluppo al mondo agricolo, che ci si appresti a tener conto di tutti gli aspetti della difficile crisi che anche in Italia colpisce questo settore".

BOSSI, AGRICOLTURA? NON CHIEDIAMO NULLA IN CAMBIO - "Ministeri? Non è che vogliamo sempre qualcosa in cambio...Siamo dei signori. Berlusconi voleva Galan all'Agricoltura e noi abbiamo detto: pronti! Non facciamo storie. Non siamo come la sinistra o come qualcun altro...". Così il leader della Lega risponde, parlando a Montecitorio, a chi gli chiede se il Carroccio chiederà un rimpasto al governo. "Abbiamo gli assessori regionali all'agricoltura in Lombardia, Veneto e Piemonte - aggiunge -. Ma quelli ci spettano di diritto".

SACCONI, GALAN SARA' OTTIMO MINISTRO - "Credo che Galan sarà un ottimo ministro dell'agricoltura". Così il ministro del Welfare Maurizio Sacconi commenta, a margine del convegno di Confagricoltura sull'agricoltura nella storia d'Italia, il probabile arrivo dell'ex governatore del Veneto al dicastero di via XX Settembre. Sulla richiesta di Confagricoltura di far ripartire la concertazione nel settore, Sacconi osserva inoltre che "é una richiesta di sviluppo di dialogo che certamente ci sarà con il nuovo ministro dell'agricoltura. Per quanto riguarda noi, abbiamo un tavolo per discutere dei problemi del lavoro".

COLDIRETTI: ASSEMBLEA DEI SOCI DI FERRARA 3; PROGETTO COLDIRETTI E ANNATA AGRARIA

FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Venerdì 16 aprile alle 20,30 presso la Sala Parrocchiale di Casaglia tutti i
soci della zona sono invitati all¹incontro sulla filiera agricola tutta
italiana e le sue ricadute sul territorio della nostra provincia per le
imprese agricole .

Anche a Casaglia i soci della sezione di Ferrara3 potranno entrare nel
merito della discussione sulla filiera tutta agricola e tutta italiana
presso la Sala Parrocchiale, con l¹intervento del presidente provinciale,
Mauro Tonello, del direttore, Luigi Zapponi e del segretario Thomas
Serafini.
Le riflessioni a tutto campo partiranno dall¹analisi dell¹ultima annata
agraria, sia in termini economici e colturali, ma anche con la lettura degli
eventi sindacali che ne hanno tracciato il profilo, in particolare con le
iniziative di Coldiretti nel lanciare il progetto sulla filiera agricola al
100% italiana, e con la forte mobilitazione in difesa dell¹autentico ³made
in Italy² agroalimentare e sulle ricadute di questa strategia per il nostro
territorio provinciale e le imprese agricole ferraresi.
Tutte le aziende agricole sono invitate alla partecipazione.

COSTITUITA UNCI FERRARA. LA COOPERAZIONE SECONDO IL PROGETTO COLDIRETTI


FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Dall’Assemblea delle cooperative aderenti la conferma del progetto Coldiretti sulle filiere agricole tutte italiane e l’impegno di mettersi al servizio delle imprese agricole per recuperare redditività e competitività. Eletti gli organi dirigenti per il prossimo quadriennio.

Si è tenuta oggi presso la sede di Coldiretti in via Bologna, l’Assemblea provinciale di UNCI, l’unione nazionale delle cooperative italiane, che per quanto riguarda il settore agricolo ora ha una sua articolazione provinciale anche a Ferrara.
Nel panorama della rappresentanza della cooperazione, UNCI ed in particolare UNCI Coldiretti, condividendo il progetto Coldiretti sulla filiera tutta agricola e tutta italiana, intende essere parte attiva per fare un salto di qualità al sistema organizzato delle imprese agricole, con particolare riferimento alla rappresentanza economica, superando il “vecchio modo” di fare cooperazione e uscendo dalla confusione dei ruoli dove alcune centrali cooperative tentano di fare anche rappresentanza sindacale anziché occuparsi di remunerare al meglio i propri soci.
All’interno del progetto Coldiretti, che si avvia ormai alla operatività, dopo il “lancio” del 30 aprile 2009 al Palalottomatica di Roma, il ruolo ed i compiti della cooperazione sono infatti chiari ed impegnativi, ed assieme ai Consorzi Agrari, costituisce lo strumento operativo necessario a dare corpo ai progetti e raggiungere massa critica per consentire alle singole imprese di migliorare le proprie performance economiche. Il Presidente Mauro Tonello, in veste di rappresentante nazionale di UNCI Coldiretti, ovvero del settore agroalimentare della centrale cooperativa, ha ribadito l’impegno necessario per realizzare il progetto Coldiretti ed ha illustrato alcuni percorsi interessanti ai quali si sta concretamente lavorando su fronti diversi, con una contrattazione che tenga conto nella formazione del prezzo al produttore, dei costi di produzione e della qualità dei prodotti stessi. Questo per i cereali, ma anche per la carne e per le colture ad uso energetico.
“E’ fondamentale – ha ribadito Tonello – che si recuperi potere contrattuale, altrimenti dalla crisi non usciremo mai.”
La proposta di Coldiretti sulla nuova contrattazione peraltro sta riscuotendo interesse anche in altri Paesi europei, Francia e Germania in particolare, dove già oggi la GDO sta proponendo alle imprese agricole accordi che tegono conto dei costi di produzione e della indicazione obbligatoria dell’origine: rimane il nodo del marchio con cui vendere questi prodotti che dovrebbe essere anche questo riconducibile al mondo agricolo e non alla marca commerciale, ma la strada pare avviata in modo interessante.
Al termine dell’Assemblea sono stati nominati gli organi dirigenti per il prossimo quadriennio:
CHIOSSI RAFFAELE presidente;
SERGIO GULINELLI vice presidente;
BILLO RAFFAELE consigliere;
CARRA’ ALESSANDRO consigliere;
VALANDRA FLAVIO consigliere;
TONELLO MAURO consigliere.

lunedì 12 aprile 2010

VINITALY 2010, + 4,4% GLI OPERATORI PROVENIENTI DALL’ESTERO PER UN TOTALE DI 152.000 VISITATORI

FONTE: Servizio Stampa Veronafiere

Record storico di visitatori stranieri alla rassegna, che ha visto anche per la prima volta nella sua storia la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Torna la fiducia tra i produttori.

Vinitaly caput mundi dell’enologia, con un incremento del 4,4% degli operatori esteri per un totale di 47.000 provenienti da oltre 110 Paesi e soprattutto da nuovi mercati (dati in attesa di certificazione FKM), per un totale di 152.000 presenze. Oltre 2.500 giornalisti accreditati, in arrivo da oltre una cinquantina di Paesi.
«La mia soddisfazione più grande – afferma Ettore Riello, presidente di Veronafiere – è aver visto ritornare la fiducia sul volto degli espositori, che hanno potuto constatare il lavoro svolto dalla squadra di Vinitaly per incrementare la presenza di operatori».
«Per raggiungere questo risultato – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - Vinitaly ha realizzato massicce azioni di marketing diretto sui principali mercati e ha portato a Verona delegazioni qualificate da Nord, Centro ed Est Europa, Russia, ma anche da Usa, Canada e Australia, Paesi mediterranei, Asia, Estremo Oriente, America Centrale e Meridionale».
«Storica per questo Vinitaly la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – ricorda Riello – che ha dato al settore la misura dell’attenzione delle istituzioni e uno sprone a guardare avanti. Per questo è di buon auspicio l’idea condivisa con il presidente della Repubblica di indire un concorso per realizzare la bottiglia celebrativa del 150° dell’Unità d’Italia, da presentare insieme al Vinitaly del prossimo anno (7-11 aprile 2011)».
«Questo è stato il Vinitaly della serenità, abbiamo lavorato fin dal primo giorno di manifestazione e c’è la coscienza che il settore può uscire più velocemente di altri dalla crisi». Lo dice Sandro Boscaini della Masi, ma dello stesso parere sono altri storici produttori, da sempre presenti al salone del vino di Verona. «Un Vinitaly di successo, con una buona affluenza di operatori italiani e stranieri», dice Lamberto Vallarino Gancia, e Andrea Sartori conferma, sottolineando «l’ottimismo che si respira e che rassicura sulla volontà di lasciare alle spalle un periodo difficile».
Molto bene anche per Francesco Zonin: «Al di là dei numeri, l’aspetto più positivo è proprio l’ottimismo. Ben organizzato Vinitaly, che ha visto gli operatori stranieri concentrati soprattutto nei primi due giorni».
«E’ andata benissimo, abbiamo visto i nostri importatori, ma ne abbiamo incontrati anche di nuovi, tra i quali anche cinque-sei società russe”, dice Jacopo Biondi Santi. Molto soddisfatta pure Francesca Planeta, che ha visto spazzata via la paura che aleggiava nel 2009: «Buona l’affluenza dai mercati esteri», confermata da Lorenzo Biscontin di Santa Margherita: «Parecchi i contatti di business senza appuntamento e ho sentito che anche altre cantine hanno fatto affari. Presenti quest’anno Sudamerica, Turchia, ma anche Nord Europa».
«Il segnale di questo Vinitaly è che i mercati stanno andando bene, con la presenza qui a Verona di tutti i principali partner stranieri asiatici e nordamericani, ma abbiamo avuto anche nuovi contatti da Ungheria, Ucrania e Kazakistan. La crisi c’è ancora, la differenza – spiega Alberto Chiarlo – è che adesso il mercato si concentra sui marchi che danno garanzie e sicurezza, così c’è una dicotomia sempre più accentuata fra cantine che vanno bene e quelle che fanno fatica».
Nuovi contatti pure per Masciarelli: «Siamo soddisfatti dell’andamento generale e dei contatti con italiani e operatori internazionali. Sull’organizzazione, poi – dice Rocco Cipollone -, nulla da eccepire». «Complimenti al presidente di Veronafiere Ettore Riello» li fa Gianluca Bisol, «per l’intensità di eventi e incontri importanti di grande forza attrattiva. Qualificata la presenza di importatori con la firma di accordi di distribuzione per i mercati dell’Est europeo e dell’America Latina».

VINO BIOLOGICO: alcuni spunti offerti da Vinitaly

FONTE: http://it.greenplanet.net

Moreno Musaragno è al Vinitaly fino a oggi, lunedì 12 aprile, perché questa enorme fiera del vino gli garantisce i contatti internazionali di cui ha bisogno. La sua azienda, Terra Musa - organic wine di Pramaggiore, in provincia di Venezia, sta in piedi realizzando all'estero il 90 per cento delle vendite. Se non ci fosse il mercato tedesco addio, la nicchia del vino biologico italiano sopravviverebbe a fatica. Perché? Gli giriamo la domanda. E lui non ha dubbi: "I tedeschi si informano, consolidano i rapporti con chi lavora bene, cercano nel vino biologico tutta una serie di valori in cui credono. In Italia manca questa cultura. E ancora prima, manca l'informazione. Mi può dire lei perché un consumatore dovrebbe scegliere in Italia vino biologico se ne sa poco o niente? Se nessuno gli dice che si può fidare?".

Anche altri produttori hanno questa opinione. Attorno al biologico si fa troppo poca informazione. Noi, da informatori, ci chiediamo chi dovrebbe fare questa informazione, da chi si aspetta qualcosa il settore. E poi: informazione o promozione o tutte e due?
Chiaro, c'è bisogno di tutto. Non si capisce però mai chi paga. I tentativi fatti da alcuni editori di mettere in piedi riviste di settore sono falliti uno dopo l'altro. Il settore biologico ha le sue colpe: non ci sono accordi per mettere insieme le aziende in un sistema comune che faccia promozione e costituisca la base per fare informazione. Il Vinitaly, certamente, la sua parte l'ha fatta e la sta facendo. Cresce il numero delle aziende espositrici che producono vino da uve biologiche: vini bianchi, vini rossi, provenienti da quasi tutte le regioni enologiche italiane; perfino brut e saten da uve bio, prodotti con arte in Franciacorta. Cresce anche piano piano, in Toscana e Piemonte soprattutto, la viticoltura biodinamica. E si organizza. Quattro cantine si sono messe insieme nel Consorzio Vignaioli Biodinamici. Lo scorso giugno è nata a Milano una testata giornalistica di informazione biodinamica online: appunto www.viticolturabiodinamica.it - partita da un gruppo di appassionati già impegnati nella formazione e nella divulgazione, guidati da un esperto come Leonello Anello, che pure al Vinitaly si è presentata.

Peraltro, il settore evidenzia una certa difficoltà nella tenuta dei prezzi. Le catene della gdo tedesca hanno chiesto condizioni che incidono sulla redditività degli esportatori di vino biologico italiano. La nicchia non è in crisi ma deve costruire in maniera più solida il suo futuro. L'amor proprio dei produttori va bene. L'eccesso di individualismo non paga. Il bio deve imparare a fare sistema.

Antonio Felice

L’annuale congresso dell’Associazione Europea Produttori Latte

FONTE: European Dairy Farmers Italia

Per la prima volta in Italia, a Saluzzo (CN), l’annuale congresso
dell’Associazione Europea Produttori Latte (EDF - European Dairy Farmers)
dal titolo:
“Dairy Farming in Mediterranean Conditions”
Ready to face the increasing Market volatility in the coming years?
23 – 25 Giugno 2010, Saluzzo (CN), Italy
EDF Congress 2010
Il congresso che annualmente richiama centinaia di allevatori da tutta Europa è
completamente organizzato e finanziato dagli stessi allevatori e dagli sponsor e rappresenta
un momento di confronto importante tra il mondo produttivo, la ricerca e l’industria di
trasformazione lattiero- casearia a livello europeo e mondiale.
Interverranno:
· per il mondo produttivo gli allevatori soci EDF ITALIA Claudia Morisiasco e Giorgio
Dellai. Altri otto allevatori piemontesi saranno coinvolti nelle visite aziendali
· per la ricerca gli italiani CRPA e CLAL, il PZ olandese e l’Istituto Von Thunen (VTI)
tedesco
· per la trasformazione il Consorzio di Tutela del Formaggio Gorgonzola, la
Cooperativa 3A Arborea e la Federazione Mondiale dei Produttori Lattiero Caseari
(IDF-FIL) nella persona del presidente Richard Doyle
Il congresso alternerà momenti di approfondimento su costi di produzione, prezzi del latte,
prospettive del settore esposte da un rappresentante della Commissione Europea,
alimentazione e risultati di indagini svolte a livello europeo a visite presso aziende da latte
operanti in Piemonte.
La lingua ufficiale sarà l’inglese

INFO: www.dairyfarmer.net e www.edfitaly.it

Il programma completo dell'evento è scaricabile al link:
http://www.dairyfarmer.net/uploads/media/EDF_Congress_2010.pdf

I moduli di iscrizione al sito
http://www.dairyfarmer.net

domenica 11 aprile 2010

LA VIA DEL VINO SUI SOCIAL NETWORK

FONTE: Servizio Stampa Veronafiere

Sempre più web e sempre più social network nel futuro del vino: un vero e proprio boom di siti, blog, portali, pagine su facebook... per una comunicazione sempre più diretta fra cantine e pubblico. La trasparenza delle fonti è un problema, ma può essere superato; parte da Vinitaly la riflessione per regole condivise.

La rete di internet come opportunità da cogliere velocemente per emergere in un mondo fatto di centinaia di migliaia di etichette: è questo il must uscito dal convegno organizzato da Vinitaly dal titolo “Vino, Web e Social Network: opportunità e responsabilità”, che ha posto però anche all’attenzione il problema del controllo e della tracciabilità delle informazioni messe in rete. Un convegno che proprio grazie a un social network come twitter e ai blogger presenti ai lavori è stato seguito in tempo reale da migliaia di utenti al di fuori delle mura della sala conferenze.
Internet e i vari social network quali i blog, twitter, facebook, ma anche youtube sono il nuovo strumento di comunicazione che può permettere anche ai piccoli produttori vitivinicoli di entrare direttamente in contatto con i consumatori, per farsi conoscere ma anche per “conversare” in tempo reale dei loro gusti e delle tendenze in atto senza intermediazioni.
Dall’altra parte, i consumatori per la prima volta possono scegliere e scambiarsi opinioni direttamente, tanto che ormai l’80% delle persone si informa su internet prima di fare un acquisto importante e il 70% confronta i prezzi sulla rete.
Si tratta di un nuovo modo di fare marketing, a prezzi accessibili e con attività mirate e facilmente verificabili nei risultati che permettono di ottimizzare le risorse, pur andando a colpire puntualmente il singolo potenziale cliente. Molto si basa sul passaparola, e questo dà al consumatore un potere mai avuto prima.
Che lo strumento di internet abbia enormi potenzialità per il settore enologico lo dimostra il fatto che il vino compare in quasi il 2% delle conversazioni in rete che si svolgono nelle principali lingue europee, per un totale di 105 mila conversazioni ogni giorno.
Ma a chi non la conosce la rete fa paura, e anche tra gli operatori dell’informazione c’è forte la preoccupazione che, essendo alla portata di tutti, i blog e i social network possano diventare strumento per decidere anche la cattiva sorte di un’azienda, attraverso la diffusione di false informazioni.
Al controllo e alle regole imposte, però, tra chi utilizza la rete prevale l’idea che sia meglio l’autocontrollo, da raggiungere magari attraverso un codice etico condiviso, ferma restando la capacità, già dimostrata dalla rete, di scoprire e subito isolare chi sbaglia o chi non si dimostra credibile.
Il confronto sul tema è agli inizi, da Vinitaly sono state lanciate, grazie anche alla presenza tra i relatori di Gianluca Amadori, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, le prime idee per trovare un punto di sintesi che porti il mondo del vino a fidarsi di internet.
Ma già da ora il messaggio è che non bisogna avere paura della rete e che è importante iniziare a percorrere le nuove strade del marketing. Lo dicono gli analisti dei media (tra i relatori del convegno Enrico Grazzini del Corriere della Sera) e i blogger (Filippo Ronco di TigullioVino e Vinix e Giampiero Nadali di Aristide Blog), ma anche dalle cantine che la stanno utilizzando con profitto in termini di immagine (Francesco Zonin con l’esperienza di My Feudo tra i relatori e Lorenzo Biscontin di Santa Margherita tra il pubblico).

UN RIUSCITISSIMO GIOCO DI SQUADRA PER L’EMILIA ROMAGNA A VINITALY

FONTE: Enoteca Regionale dell'Emilia Romagna

Si avvia ormai alla conclusione la kermesse veronese in cui l’Emilia Romagna continua a essere una delle principali protagoniste.

La regione, da molti considerata un benchmark da cui prendere esempio per la capacità di fare sistema, anche in questi giorni di Vinitaly ha dimostrato di saper trarre il massimo dalle sinergie tra il vino, i prodotti tipici e il turismo, grazie alla collaborazione dell’Enoteca Regionale con le aziende agricole, gli Assessorati all’Agricoltura e al Turismo regionali, l’Unione delle Camere di Commercio e l’ICE Emilia Romagna.

Così, tra venerdì 9 e sabato 10 aprile, i partner del progetto regionale Deliziando (Assessorato Regionale Agricoltura, ICE, Unioncamere, Enoteca Regionale), hanno organizzato circa 1500 appuntamenti d’affari tra aziende vitivinicole emiliano romagnole e i buyer provenienti da 25 paesi. I workshop hanno svolto una funzione importante permettendo a 67 aziende, molte delle quali di piccole e medie dimensioni, di stringere contatti commerciali allo scopo di penetrare in nuovi mercati, in particolare quelli individuati come strategici nell’ambito di Deliziando: Nord Europa, Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Giappone, Hong Kong e Malesia, a cui per l’occasione si sono aggiunti compratori provenienti da Belgio, Germania, Israele, Brasile, Messico e Stati Uniti.

Ma l’attivazione di collaborazioni istituzionali non riguarda solo l’apertura di nuovi mercati. Consapevole che il vino acquisisce senso proprio nella relazione con la complessità del territorio, Sabato 10 Enoteca Regionale Emilia Romagna ha ospitato nell’area eventi del Padiglione 1 uno spettacolo organizzato dall’Associazione Romagna Terra del Sangiovese e da APT Servizi. La romagnolità verace e la simpatia contagiosa dell’attrice comica Maria Pia Timo, nota al pubblico televisivo nel ruolo di “Wanda la Cartellista”, sono stati ambasciatori apprezzati di quella “Romagna, terra del Sangiovese e del buon vivere”, che proprio in questo vino ritrova i caratteri della propria identità.

“La collaborazione è una scelta indispensabile per poter competere e raccontare i nostri vini ai diversi target in maniera efficace,” ha commentato il Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna Gian Alfonso Roda nel corso della serata di festeggiamenti per il quarantennale dell’Enoteca Regionale Emilia Romagna svoltasi ieri al palazzo della Gran Guardia di Verona. “Solo insieme si possono raggiungere risultati di grande impatto. Lo avevano capito i primi 18 produttori che nel 1970 hanno fondato l’Enoteca Regionale; lo hanno capito la Regione Emilia Romagna e le altre istituzioni con cui da anni realizziamo progetti congiunti. Ma soprattutto se ne sono resi conto i tanti imprenditori vitivinicoli che nel corso di questi 40 anni hanno scelto di darci fiducia. Negli ultimi anni alcuni di questi si stanno unendo in gruppi fondati su un comune approccio alla qualità e alla commercializzazione del prodotto”.

Un esempio? Il Simposio dei Lambruschi, neonato gruppo di 8 vignaioli uniti dalla passione per il Lambrusco di qualità, che si presenterà al pubblico oggi alle 15, a degna conclusione di una giornata frizzante che prevede anche una conferenza stampa relativa al nuovo Concorso Enologico Matilde di Canossa, a cura del Consorzio Vini Reggiani e della Camera di Commercio di Reggio Emilia.