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venerdì 30 dicembre 2011

COLDIRETTI, ALL’ESTERO TAROCCATI DUE PIATTI MADE IN ITALY SU TRE: LA PIRATERIA ALIMENTARE FESTEGGIA SEMPRE

Fonte: Coldiretti Ferrara

La pirateria agroalimentare utilizza parole ed immagini del Bel Paese per lucrare con il falso made in Italy oltre 50 mld di euro, più del doppio di quanto si esporta. Scandaloso il supporto “di Stato” a prodotti esteri che richiamano nomi italiani.

Circa un milione di italiani che hanno scelto di trascorrere le vacanze di Capodanno all’estero se non riescono a rinunciare ai piatti tipici della tradizione italiana rischiano, in due casi su tre, di trovarsi di fronte un piatto taroccato, molto diverso da quello immaginato. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che oltre i confini si stima che siano falsi piu’ di due prodotti di tipo italiano su tre in commercio con il fatturato del cibo Made in Italy taroccato che ha superato i 50 miliardi di euro, piu’ il doppio del valore delle esportazioni originali. La "pirateria agroalimentare" nel mondo utilizza infatti impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano al nostro Paese per alimenti che non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale. Non mancano peraltro casi di agropirateria che vedono scandalosamente coinvolto addirittura lo Stato italiano attraverso la Simest, società finanziaria controllata dal Ministero dello sviluppo economico, che sta finanziando imprese italiane per produrre e commercializzare all’estero prodotti che di italiano hanno solo il nome. Prodotti che nascono all’estero, con materia prima e manodopera estere. E’ il caso dell’azienda casearia Lactitalia che è partecipata da Simest e produce in Romania formaggi con nomi italiani “Caciotta” e “Pecorino” ma lo Stato italiano promuove le vendite all’estero della bresaola uruguaiana e del culatello prodotto negli Stati Uniti e venduti a New York dalla salumeria Rosi del Gruppo Parmacotto il quale ha appena stipulato un vantaggioso accordo che prevede un investimento di ben 11 milioni di euro nel proprio capitale sociale da parte di Simest. I Paesi dove sono piu' diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti dove - denuncia la Coldiretti - appena il 2 per cento dei consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni di formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in Wisconsin, New York o California. Ma a preoccupare sono anche le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita. Se in alcuni casi l'”inganno” è particolarmente evidente con l'offerta nei menu di “specialità italiane” come gli spaghetti alla bolognese completamente sconosciuti nella città emiliana ,in altri è piu' difficile da scovare perché riguarda gli ingredienti di piatti dal richiamo familiare. Le imitazioni del parmigiano reggiano e del grano padano sono con il Parmesan la punta dell'iceberg diffuso in tutto il mondo, ma c'è anche - sottolinea la Coldiretti - il Romano prodotto nell'Illinois con latte di mucca anziché di pecora, il Parma venduto in Spagna senza alcun rispetto delle regole del disciplinare del Parmigiano Reggiano o la Fontina danese e svedese molto diverse da quella della Val d'Aosta, l'Asiago e il Gorgonzola statunitensi o il Cambozola tedesco imitazione grossolana del formaggio con la goccia. La lista è lunga - precisa la Coldiretti - anche per i salumi con la presenza sulle tavole del mercato globale di pancetta, coppa, prosciutto Busseto Made in California, ma anche di falsi salami Toscano, Milano e addirittura di soppressata Calabrese tutelata dall'Unione Europea come prodotto a denominazione di origine. E non mancano casi di imitazione tra i prodotti simbolo della dieta mediterranea come il Pompeian olive oil che non ha nulla a che fare con i famosi scavi, ma è prodotto nel Maryland, o quello Romulo dalla Spagna con la raffigurazione in etichetta di una lupa che allatta Romolo e Remo. Spaghetti napoletana, pasta milanesa, tagliatelle e capellini milaneza prodotti in Portogallo, linguine Ronzoni, risotto tuscan e polenta dagli Usa e penne e fusilli tricolore Di Peppino prodotti in Austria sono alcuni esempi di primi piatti taroccati mentre tra i condimenti risaltano i San Marzano: pomodori pelati “grown domestically in the Usa” o i pomodorini di collina cinesi e la salsa Bolognese dall'Australia. Non sfugge al tarocco anche il vino simbolo del Made in Italy come il Chianti “clonato” nella Napa Valley in California. Per difendersi dai tarocchi il consiglio della Coldiretti è di verificare le etichette nelle confezioni quando è possibile, di dare una occhiata ai menu' per controllare evidenti anomalie che dimostrano la mancata conoscenza della cucina Made in Italy e soprattutto chiedere al ristoratore prima di ordinare per sincerarsi che il piatto che arriverà non deluderà troppo le attese. Bisogna combattere un inganno globale per i consumatori che - conclude la Coldiretti - causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul piano internazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari.

giovedì 29 dicembre 2011

INTERVENTO PER EVITARE LA MORIA DI PESCE E PER RIMOZIONE RIFIUTI DAI CORSI D’ACQUA ATTUATO DALLE GUARDIE VOLONTARIE DELL’AEOP E DAI VOLONTARI DI ARCI

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Una pattuglia dell’Associazione europea operatori polizia (Aeop), dopo aver notato che in due canali del Bondense posti in asciutta erano rimaste intrappolate numerose carpe, hanno attivato i volontari dell’Arci Pesca che operano in convenzione con la Provincia.
Il tempestivo intervento attuato nel sottobotte del canale Angelino e del canale di Cento, ha portato al recupero di diversi siluri e quasi venti quintali di carpe, tutte del peso di diversi chili, che altrimenti sarebbero morte.
Parallelamente si è provveduto al recupero di bottiglie di plastica, di vetro, contenitori e bidoni vari, sempre per mano degli stessi volontari che, immersi nel fango fino alla cintura e muniti di vestiti in gomma, hanno eseguito la bonifica. Un’operazione durata diverse ore con una temperatura rigida, che ha poi portato alla liberazione di tutto il pesce nel vicino canale Pilastresi.
“Nell’intervento – commenta il comandante della Polizia provinciale Claudio Castagnoli - sono stati coinvolti sette operatori dell’Arci Pesca dotati di un camioncino con ossigenatore e tre volontari dell’Aeop che, al fine di certificare tutta l’attività svolta ed evitare insinuazioni sulla destinazione del pesce recuperato, hanno fotografato tutte le fasi del salvataggio della fauna ittica e del recupero dei rifiuti che qualche maleducato, anziché depositare negli appositi contenitori, ha scioccamente pensato di gettare nei corsi d’acqua”.

martedì 27 dicembre 2011

MANOVRA, CONFAGRICOLTURA: PER IL SETTORE AGRICOLO L’IMU INCIDE SULLA RICCHEZZA PRODOTTA OLTRE TRE VOLTE RISPETTO ALLA MEDIA DELL’ECONOMIA NAZIONALE.

Fonte: Confagricoltura

“Con l’Imu sui fabbricati rurali l’equità prevista dalla manovra di fine anno si traduce in un’eccezionale sperequazione per il mondo agricolo”. E’ quanto afferma Confagricoltura rimarcando l’insostenibile peso della manovra per il settore.

Secondo i calcoli dell’ufficio studi della Confederazione, a fronte di un’incidenza sul Pil globale della nuova imposta patrimoniale pari all’1,3 per cento, si arriva al 4,5 per cento per il settore agricolo. Senza contare il peso della tassazione Imu sui terreni agricoli.

venerdì 23 dicembre 2011

MILLEPROROGHE, CONFAGRICOLTURA: “OTTENUTA LA PROROGA PER L’ACCATASTAMENTO DI 4 MILIONI DI FABBRICATI RURALI”

Fonte: Confagricoltura

Il Milleproroghe ha prorogato al 31 marzo 2012 l’accatastamento dei fabbricati rurali. Confagricoltura valuta positivamente la disposizione contenuta nel decreto legge varato oggi da Palazzo Chigi. “E’ il primo, importante, gesto di attenzione del governo nei confronti dell’agricoltura”, è il commento di Palazzo della Valle.

Le stime dell’Ufficio Studi di Confagricoltura rilevano quasi 4 milioni di fabbricati rurali, di cui 1.100.000 abitazioni occupate, 350 mila case non occupate, 1.100.000 stalle e ricoveri per animali, 1.380.000 fabbricati adibiti a vari usi (tra cui 950 mila a depositi di macchine ed attrezzi).

“Va comunque rivisto l’impianto della manovra – ribadisce con forza l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – dal momento che c’è una duplicazione d’imposta sui fabbricati rurali, il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni; la gran parte di tali immobili per gli agricoltori sono mezzi di produzione. Le dimensioni economiche del prelievo, peraltro, sono importantissime, visto che si stima 1 miliardo e 200 mila euro di ulteriori tasse”.

REGIONE, PIANO DI SVILUPPO RURALE: ALTRI 4 MILIONI DI EURO PER FINANZIARE PROGETTI PER LA RICERCA NEL SETTORE AGROALIMENTARE

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Bologna – Risorse aggiuntive per la ricerca in agricoltura per quasi quattro milioni di euro. Vanno a finanziare progetti della Misura 124 del Programma regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013 (PSR) "Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, alimentare e forestale".
Le ha stanziate la Regione e si vanno ad aggiungere ai 3,5 milioni di euro inizialmente messi a bando e che hanno consentito già di avviare 22 progetti di ricerca ed innovazione in campo agricolo.
“La buona qualità e i numerosi progetti presentati – ha spiegato l’assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni – evidenziano da parte del settore agroalimentare una richiesta di innovazione e una spinta a trovare soluzioni per uscire dalla crisi economica che stiamo attraversando. Queste sono le motivazioni principali che hanno indotto la Regione a mettere a disposizione ulteriori milioni di euro del proprio PSR 2007-2013”.
“Una risposta rapida da parte della Regione Emilia-Romagna - continua Rabboni - diretta a premiare le imprese agricole ed agroalimentari che in un momento così difficile intendono investire nell’innovazione per rispondere alle esigenze dei consumatori, contrastare la bassa redditività ed acquisire nuovi mercati.”
Con le risorse aggiuntive si riusciranno a finanziare altri 22 progetti. Si tratta di iniziative private volte a sviluppare nuovi prodotti, processi e tecnologie con positive ricadute produttive, commerciali, logistiche ed organizzative.
Questo ulteirore finanziamento permette di avviare un totale di 44 progetti, per un finanziamento pubblico complessivo di quasi 7,5 milioni euro che, sommati al cofinanziamento privato, sviluppano investimenti in ricerca per quasi 10 milioni di euro.
Le domande presentate sono state 89 e quelle ammesse alla valutazione in istruttoria sono state 84, ad ulteriore riprova dell’elevato livello di progettualità da parte delle aziende candidate.
Complessivamente, sono 14 i progetti riconducibili al settore ortofrutticolo, 13 quelli zootecnici, 10 riguardano il comparto cerealicolo, tre quello vitivinicolo, tre le problematiche agro ambientali ed uno l’olio.

IMPORTANTE INTERVENTO CONTRO L’UCCELLAGIONE DELLA POLIZIA PROVINCIALE.

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Un’operazione condotta dalla Polizia provinciale ha portato alla denuncia all’autorità giudiziaria di due persone che praticavano l’uccellagione.
L’episodio è avvenuto nel comune di Ro qualche sera fa. È stato possibile indagare i due responsabili dell’accaduto grazie ad un’osservazione effettuata da un ispettore della Polizia provinciale che notava come, presso un ponte, fosse stata predisposta una rete antigrandine, utilizzata normalmente dagli agricoltori per proteggere i frutteti. Rete che, per le caratteristiche, le dimensioni e le modalità di posizionamento, faceva pensare piuttosto ad un suo impiego per l'uccellagione, cioè per catturare in maniera indiscriminata, volatili che usano ripararsi nelle ore notturne sotto il ponte.
La rete era tesa tra le due rive del canale a chiudere completamente lo spazio tra la parte superiore del ponte, fino all’acqua sottostante e tra le due rive. Una seconda, con le stesse caratteristiche e dimensioni anche costruttive della prima, veniva rinvenuta sul lato a valle del ponte, non distesa, ma raccolta sulla riva. Così, l’ispettore insieme con una guardia volontaria della Federcaccia nel primo pomeriggio si appostavano in un magazzino poco distante dal ponte. Appena sceso il buio, giungevano due auto da cui scendevano altrettante persone che si portavano sul ponte e presa la seconda rete, raccolta sulla sponda del canale, la posizionavano tra la riva destra e quella sinistra, chiudendo completamente lo spazio sottostante al ponte. Una volta realizzata la micidiale trappola, con un guadino catturavano i piccioni presenti che, spaventati, volavano disordinatamente con un batter d’ali frenetico e convulso. Trascorsa una decina di minuti e dopo aver catturato alcuni piccioni i due uscivano con dei colombi in mano, ma trovavano l’ispettore della Polizia del castello Estense e la guardia della Federcaccia ad attenderli per la successiva denuncia.
Sono state sequestrati le due reti, alte tre metri e lunghe sei, insieme ai pali che avevano utilizzato per posizionarle, nonché il guadino utilizzato per la cattura dei volatili. I quattro colombi vivi che avevano catturato sono stati consegnati al centro di recupero della fauna selvatica presso la “Garzaia di Codigoro” e dopo due giorni, in cui sono stati curati e visitati dal veterinario Tarricone sono stati liberati.
Per il reato dell’uccellagione è prevista dalla legge sulla caccia l’arresto fino ad un anno o l’ammenda fino duemila euro. I due non erano in possesso di licenza di caccia.

giovedì 22 dicembre 2011

BARBABIETOLA, DALLA REGIONE 1 MILIONE 475 MILA EURO A 2.451 AZIENDE AGRICOLE, PER FRENARE IL CALO DELLE SUPERFICI.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: un impegno straordinario a sostegno di questo importante comparto, ma mancano ancora gli aiuti nazionali per il 2009 e il 2010


Bologna - Dalla Regione 1 milione 475 mila euro per sostenere la coltivazione della barbabietola da zucchero e arginare il calo delle superfici. A tanto ammontano gli aiuti erogati alle 2.451 aziende agricole che nel 2011 si sono impegnate a mantenere nei propri avvicendamenti colturali questa importante coltura. “Anche in una situazione particolarmente problematica per il bilancio regionale, abbiamo ritenuto necessario un impegno straordinario per salvaguardare e rilanciare ciò che resta di questo settore fondamentale per la nostra regione e per il paese – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni - La Regione Emilia-Romagna ha puntualmente mantenuto gli impegni assunti con i produttori. Il Governo nazionale non ha sicuramente fatto altrettanto. Dopo oltre due anni di promesse non sono ancora stati erogati gli aiuti nazionali, pari a circa 86 milioni di euro, autorizzati dall’Unione europea per le campagne 2009 e 2010; mi auguro quindi che il nuovo Ministro delle politiche agricole sia in grado di risolvere una situazione che sta provocando gravissimi problemi all’intero comparto”.
L’iniziativa della Regione ha consentito di erogare un contributo sotto forma di aiuto "de minimis” pari ad 82,61 euro ad ettaro, per un totale di 17.865 ettari coltivati a barbabietola da zucchero.
Nel 2011 sono cessati, come stabilito dalla riforma dell’Organizzazione Comune di mercato dello zucchero, gli aiuti accoppiati, ovvero parzialmente legati alla produzione. “Quello che si sta chiudendo – ha concluso Rabboni – è stato certamente un anno problematico. Tuttavia sono convinto che i prezzi elevati dello zucchero sui mercati mondiali, l’aumento della produttività della filiera e l’incremento dei contributi previsti dall’Europa- dai 14,7 milioni del 2011 ai 19,7 milioni previsti per il 2012 e il 2013 - ottenuto grazie al rilevante impegno della Regione Emilia – Romagna e delle Organizzazioni di categoria, consentano ai bieticoltori di guardare al futuro con maggiore serenità”.


LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA A FIANCO DI COLDIRETTI CONTRO I “FALSI DI STATO”.

Fonte: Coldiretti Ferrara

La Regione Emilia Romagna è a fianco di Coldiretti nella mobilitazione per la difesa dei prodotti emiliano romagnoli dalla concorrenza sleale dei “falsi di Stato”, gli alimenti che con marchi e colori richiamano l’italianità, ma che in realtà vengono prodotti all’estero. E’ quanto emerso in un incontro promosso oggi in Regione da Coldiretti, dopo che l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, aveva risposto ad una interrogazione di consiglieri di maggioranza (primo firmatario, Damiano Zoffoli) che chiedeva alla giunta regionale un intervento presso il Governo per tutelare il made in Italy.
L’interrogazione – ricorda Coldiretti – prende le mosse dal caso Simest, la società partecipata dal ministero dello Sviluppo economico, che finanzia la produzione in Romania di formaggi di pecora da latte rumeno, commercializzati con marchi che richiamano il made in Italy, come “Dolce Vita” e “Pecorino”, e che ha firmato un accordo con una grossa ditta italiana per finanziare negli Stati Uniti la commercializzazione di prodotti della salumeria italiana, con nomi che evocano i prodotti tipici della gastronomia nazionale e delle specialità regionali, come culatello, bresaola, finocchiona, soppressata, ottenuti però con ingredienti, materie prime e manodopera esteri.
La risposta dell’assessore Rabboni, che definisce i finanziamenti della Simest “in palese contraddizione con le molteplici iniziative finalizzate alla tutela ed alla valorizzazione delle nostre produzioni di qualità” esprimono – sottolinea Coldiretti – il parere della Giunta regionale e costituiscono di fatto un indirizzo per la Regione per contrastare la contraffazione dei prodotti agro-alimentari regionali e nazionali e chiede al Governo di introdurre “adeguati criteri per la valutazione dei progetti destinati a sostenere l’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, garantire la piena trasparenza dell’operato di Simest, potenziare le iniziative di contrasto alla contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani”.
La vicenda dei “falsi di Stato” è stato affrontata questa mattina anche in un incontro del presidente e del direttore di Coldiretti Emilia Romagna, rispettivamente Mauro Tonello e Gianluca Lelli, con il presidente dell’assemblea legislativa, Matteo Richetti.
“E’ evidente – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – il danno che questi falsi prodotti italiani generano per le produzioni tipiche italiane, anche quelle del nostro territorio regionale che vanta 34 prodotti Dop e Igp e oltre 200 prodotti iscritti all’albo nazionale dei prodotti tipici. Gli alimenti prodotti all’estero traggono in inganno il consumatore circa la loro vera origine, danneggiando l’immagine delle produzioni tipiche italiane”.
Coldiretti Emilia Romagna ricorda che l’italian sounding, come viene definita la produzione di falsi alimenti che richiamano nei nomi e nei colori quelli italiani, ruba all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro. Il dato è ancora più eclatante se pensiamo che il valore totale delle esportazioni agroalimentari italiane è pari a 28 miliardi di euro.
Per queste attività all’estero, Simest – informa Coldiretti – nel 2010 ha stanziato 123 milioni di euro, che in Italia potrebbero rappresentare circa 4.000 stipendi di media entità, oppure avrebbero potuto consentire l’avvio di allevamenti bovini da 200/250 capi creando 500 nuovi posti di lavoro.
All’iniziativa promossa da Coldiretti, hanno portato il loro sostegno le associazioni consumatori FederConsumatori, Acu, Adoc, Confconsumatori, le associazioni ambientaliste Legambiente e Amici della Terra; i consorzi di tutela del Parmigiano Reggiano, dell’Aglio di Voghiera, dei vini Dop Colli Piacentini, dei Salumi tipici Piacentini; dell’Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia; la Camera di Commercio di Piacenza.
Decine di Comuni della regione hanno già deliberato l’adesione all’iniziativa di Coldiretti e altri stanno deliberando in questi giorni.

mercoledì 21 dicembre 2011

STIME EUROSTAT: CONFAGRICOLTURA, SALGONO I REDDITI AGRICOLI NELLA UE, MA QUELLI ITALIANI ANCORA DI 10 PUNTI INFERIORI AL 2005

Fonte: Confagricoltura

“I redditi pro-capite degli agricoltori italiani nel 2011, pur se cresciuti dell’11,4% rispetto al 2010, presentano ancora un notevole scarto sul 2005. Ci auguriamo che questa positiva inversione di tendenza sia il segnale di un recupero per il nostro settore rispetto al gap strutturale accumulato negli anni passati”. Questo il commento di Confagricoltura alle prime stime sul reddito agricolo in termini reali, diffuse dall’Istat.

In Europa i guadagni medi per agricoltore salgono del 6,7%, con picchi del 43, 7% per la Romania, del 41,8 per l’Ungheria; ma anche il Lussemburgo segna un aumento del 25,2%, la Danimarca del 20,2% e la Germania del 14,7%. In discesa il Belgio (-22,5%), Malta, (-21,2%) Portogallo (-10,7%), Finlandia (-9,6%), Francia (-2,6%) e anche Spagna se pur di poco (-0,23% rispetto al 2010).

Il reddito agricolo nel nostro Paese è comunque inferiore ai livelli del 2005 - sottolinea Confagricoltura - mentre per Francia e Belgio, nello stesso periodo, i margini degli agricoltori sono aumentati rispettivamente di 10 e 9,3 punti percentuali. In Europa solamente Malta, Grecia, Lussemburgo e Portogallo hanno registrato performance più negative.

“La ripresa nei redditi c’è stata, anche se non ha ancora permesso ai nostri agricoltori di pareggiare i conti rispetto a 6 anni fa. Sono risultati che devono far riflettere - conclude Confagricoltura - e che richiedono interventi articolati e completi, in termini di politiche di sviluppo”.

PIL, CONFAGRICOLTURA: “L’AGRICOLTURA E’ IL SETTORE CHE VA PEGGIO, PENALIZZATO DALL’INSTABILITA’”.

Fonte: Confagricoltura

Il Pil diminuisce dello 0,2% nel terzo trimestre 2011 rispetto a quello precedente, con risultati di segno negativo per l'industria (-0,1%), per le altre attività dei servizi (-0,3%) e soprattutto per l'agricoltura (-0,9%). Lo sottolinea Confagricoltura analizzando i dati diffusi oggi dall'Istat.

“In un quadro generale particolarmente difficile, l’agricoltura - commenta Confagricoltura - accusa i contraccolpi dell’instabilità. Instabilità dei mercati, instabilità finanziaria, instabilità politica. Tutti fenomeni che si ripercuotono sulla crescita”.

Ad avviso dell’Organizzazione agricola, “il settore primario si trova in un momento di estrema difficoltà che l’attuale manovra del governo - che aumenta la tassazione, ma non favorisce lo sviluppo e la competitività delle imprese - rischia di aggravare. Servono politiche mirate ed urgenti, che puntino alla redditività e rendano più equilibrati i mercati. Bisogna convincersi che il Paese non cresce senza l'agricoltura".

COLDIRETTI: DISTINGUERE CHI USA IL TERRENO PER LAVORO E CHI SPECULA E MISURE PER LA CRESCITA NELLA MANOVRA CHE OGGI MANCANO PER IL SETTORE AGRICOLO.

Fonte: Coldiretti Ferrara

Per il presidente di Coldiretti Ferrara non sono da escludere azioni anche pesanti per riaffermare la necessità anche per il settore agricolo di misure di sviluppo e crescita e non solo di tassazione che rischia di gravare solo per l’IMU per oltre un miliardo sulle aziende.
Intanto giù il PIL agricolo dello 0,9% nel terzo trimestre 2011.


“Per senso di responsabilità verso l’Italia e gli italiani, non siamo scesi in piazza, ma non è da escludere che non ci tocchi farlo in futuro”. Così il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, ha commentato la manovra del Governo per gli interventi in agricoltura. “L’emendamento che prevede la differenziazione del trattamento fiscale tra chi usa il terreno per vivere e lavorare e chi invece possiede terreni a fini speculativi ed hobbistici – commenta Tonello – è un primo segnale, ma insufficiente perché probabilmente è stato scritto da chi poco conosce l’agricoltura e che dovrà essere esteso sia nel principio che nei numeri”.
Secondo Coldiretti Emilia Romagna, mentre nelle scelte del Governo non manca la crescita delle imposte, quasi nessuna delle misure per la crescita delle imprese prevista dalla manovra è applicabile al settore agricolo. “Coldiretti – ricorda Tonello – ha consegnato al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al Governo una serie di proposte per una filiera agricola più trasparente, più competitiva, più rispettosa di tutti. Non possiamo accettare l’alibi del poco tempo a disposizione né della necessità di evitare variazioni del saldo di bilancio perché le nostre proposte sono immediatamente applicabili e a costo zero. Finita l’emergenza della manovra – conclude Tonello – dovremo aprire un serrato confronto con il Parlamento e il Governo per riaffermare il ruolo strategico di un settore determinante dell’economia reale, una leva competitiva formidabile per il Made in Italy nel mondo”.
Con una riduzione dello 0,9 per cento l’agricoltura è il settore economico nel quale si è verificato sul piano congiunturale il maggior calo di un valore aggiunto che ora non potrà reggere agli effetti della manovra la quale, solo con l’IMU, costerà le imprese agricole nel 2012 un miliardo di euro in piu’. La manovra avrà infatti un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole.
“Nessuno come noi agricoltori sa bene cosa siano i sacrifici e come il contributo al bene del Paese rappresenti un dovere per tutti - conclude il presidente di Coldiretti -. Noi non ci tiriamo indietro, ma misure di equità e per la crescita devono riguardare anche il nostro settore, e queste misure nella manovra non ci sono”.

IDROVIA FERRARESE: PUBBLICATO IL BANDO PER L’APPALTO DEI LAVORI NEL TRATTO FINAL DI RERO E TRESIGALLO.

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

E’ pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee (20 dicembre 2011), il bando di gara per l’appalto dei lavori dell’Idrovia Ferrarese nel tratto compreso tra Final di Rero e Tresigallo.
Il progetto complessivo consiste nell’adeguamento dell’Idrovia, dal fiume Po fino all’accesso al mare di Portogaribaldi, alla navigazione dei natanti di classe V europea, cioè ad imbarcazioni per il trasporto commerciale lunghe fino a 110 metri, larghe fino a 12 e con una capacità di carico fino a duemila tonnellate.
Il quadro economico complessivo di questo nuovo appalto è di 21 milioni di euro e la prima seduta di gara è stata fissata per il prossimo 14 marzo.
Gli interventi prevedono l’allargamento del Volano a valle della conca di Valpagliaro fino alla larghezza di 42 metri, per consentire il doppio transito di bettoline, il rifacimento completo del ponte stradale di Final di Rero e la realizzazione di un nuovo ponte stradale in località Cà Dondi, con nuova configurazione della viabilità connessa.
Poiché dall’allargamento delle sponde si formerà una nuova isola, il progetto prevede che l’area diventi un’oasi naturale a disposizione di cittadini e turisti. Isola verde che sarà raggiungibile mediante un ponte ciclopedonale in legno e che sarà dotata di uno scivolo di alaggio per l’attracco di eventuali mezzi di soccorso, o destinati alla manutenzione.
La gara d’appalto si svolgerà con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa e non al massimo ribasso, per cui saranno possibili anche integrazioni e migliorie progettuali sviluppate dai concorrenti, nell’ambito degli indirizzi indicati nel bando di gara.
La valutazione della qualità e delle tempistiche inciderà per il 75% mentre l’elemento prezzo conterà per il residuo 25%.
Viste le dimensioni dell’opera, tra le proposte migliorative richieste ci sarà anche la riduzione dell’impatto ambientale ed acustico del cantiere durante l’esecuzione dei lavori.
Il via dei lavori è previsto per la seconda metà del prossimo anno e la durata sarà di circa un anno e mezzo.
L’appalto di Final di Rero segue i precedenti lotti già aggiudicati dell’idrovia, relativi all’allargamento del portocanale di Portogaribaldi (23 milioni), al nuovo ponte di Valle Lepri (6 milioni) ed alla creazione della nuova viabilità cittadina nei pressi della cattedrale di San Giorgio a Ferrara (quasi 2 milioni milioni).
Sarà invece pubblicato tra poche settimane l’ulteriore lotto per il nuovo ponte di Ostellato, del valore di circa 8 milioni di euro. L’intervento prevede la costruzione di una nuova struttura di attraversamento denominata “strallato”, cioè sospesa e sorretta da una serie di cavi ancorati a piloni di sostegno di diversa altezza, in sostituzione di quello esistente che, per garantire la viabilità ordinaria, sarà demolito solo a lavori ultimati.

IL CONSORZIO DI BONIFICA PIANURA DI FERRARA HA PROGETTATO LA SISTEMAZIONE DI UNA PORZIONE DEL CANALE CITTADINO E LA CANALIZZAZIONE DEL MURARI-ZAMBOTTA

Fonte: Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara

Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, ha progettato fin dal 2009 la sistemazione di una porzione del Canale Cittadino (che ha origine a San Biagio di Bondeno) e la completa canalizzazione del Murari-Zambotta, che collega il suddetto canale all’origine del Canale Nicolino, in località Porporana.
In particolare, si prevede il consolidamento delle sponde mediante rivestimento in cemento armato della sezione del canale Cittadino in corrispondenza degli abitati di S. Biagio e Salvatonica, con ricostruzione dei manufatti insufficienti al deflusso delle portate, nonché il risezionamento dell’alveo del Fosso Murari e del canale Zambotta con appostamento di tubazione in cemento armato vibrato nel tratto prospiciente la strada provinciale.
Grazie al costante impegno di Regione, Provincia, Consorzio di Bonifica e Comunità Locali si è pervenuti ad ottenere il finanziamento con cui si potrà procedere nell’intervento di manutenzione straordinaria.
E’ significativo nel momento di generali e grandi ristrettezze economiche, poter impegnare circa 2.000.000 di euro.
Il Consorzio attende ora dalla Regione, l’autorizzazione a presentare il progetto che dovrà essere modulato in base all’entità del finanziamento stesso. Dopo l’approvazione degli Enti competenti si darà il via alle procedure espropriative, alla gara di appalto e al conseguente affidamento dei lavori.
Una risposta concreta alle attese di quanti hanno sollecitato l’opera, pur condizionata dalle difficoltà nell’ottenimento delle risorse, e dei tempi che saranno necessari all’espletamento delle procedure nonché per l’aggiornamento del progetto stesso.
“Finalmente trova soluzione un problema – dichiara la presidente della Provincia Marcella Zappaterra – sul quale da tempo siamo impegnati insieme con il Consorzio di Bonifica e la Regione, per dare una risposta positiva e concreta alle necessità di messa in sicurezza e di efficientamento idrico del territorio in favore dei cittadini”.

MANOVRA, CONFAGRICOLTURA CHIEDE LA PROROGA PER L’ACCATASTAMENTO DEI FABBRICATI RURALI: “TERMINI TROPPO ESIGUI PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE”

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura, torna a richiedere la proroga per l’accatastamento dei fabbricati rurali che, in base alla manovra, è stato fissato a fine anno, termine troppo esiguo per la presentazione delle domande di variazione delle categorie catastali dei fabbricati.

“Serve - ad avviso di Confagricoltura - una congrua proroga, dal momento che la gran parte degli agricoltori non è in grado di assolvere, data la ristrettezza dei termini, all’obbligo di legge. Ci auguriamo che il tavolo tecnico sugli estimi catastali previsto dal sottosegretario alle Finanze Ceriani possa portare ad utili indicazioni di cui il governo tenga conto”.

“Va comunque rivisto l’impianto della manovra - ribadisce con forza l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - dal momento che c’è una duplicazione d’imposta sui fabbricati rurali, il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni e che per gli agricoltori costituiscono mezzi di produzione. Le dimensioni economiche del prelievo peraltro sono importantissime, visto che si stimano vicine al miliardo di euro di ulteriori tasse”.

COLDIRETTI: IN EMILIA-ROMAGNA CRESCE LA PRODUZIONE LORDA VENDIBILE AGRICOLA, MA LE AZIENDE HANNO I CONTI IN ROSSO

Fonte: Coldiretti Ferrara

Secondo le prime stime Coldiretti, il valore della produzione cresce del 3%, ma le aziende producono in perdita a causa di prezzi bassi all’origine e agli alti costi di produzione. Tonello: “con l’aumento del carburante è come lavorare i campi con una Ferrari”. La nostra provincia penalizzata dalla scarsa presenza zootecnica e di vigneti che hanno registrato in tutte le province della regione le migliori performance. Insostenibile vendere al di sotto dei costi di produzione, come è avvenuto per molti prodotti ortofrutticoli l’estate scorsa.

Per il secondo anno consecutivo l’agricoltura dell’Emilia Romagna non riesce a trasformare la sua capacità produttiva in reddito per le aziende. La produzione lorda vendibile (Plv) delle campagne dell’Emilia Romagna è cresciuta di circa il 3% passando dai 4.205 milioni di euro del 2010 ai 4.332 del 2011, ma si tratta di una crescita che non è stata seguita dal reddito delle aziende che è invece in sofferenza.
Il dato è di Coldiretti Emilia Romagna, secondo cui la crescita della Plv, dovuta in generale a un aumento di produzione, non ha significato una crescita del bilancio delle aziende, che hanno dovuto far fronte a una diminuzione generalizzata dei prezzi all’origine dei prodotti e a forti aumenti dei costi di produzione.
A trainare la crescita della Plv, secondo i dati Coldiretti, sono stati i cereali che, nonostante la siccità, hanno fatto registrare una produzione in aumento per quantità e qualità. Buoni i prezzi, anche se non ai livelli che ci si attenderebbe per un paese deficitario come il nostro. “Purtroppo – commenta il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – in questo settore il prezzo spesso dipende da gruppi di interesse che riescono a determinare l’andamento delle borse merci secondo la propria volontà”. A deprimere il reddito delle aziende cerealicole, secondo Coldiretti, oltre ai costi di produzione, contribuisce una redistribuzione non equa del valore lungo la filiera.
In crescita il settore del vino, dove l’annata siccitosa ha favorito un’ottima produzione, che dovrebbe assicurare un altro successo dei vini nazionali che hanno superato ormai la Francia nelle esportazioni. Anche a Ferrara si registrano buoni risultati sul piano qualitativo per la produzione di uve e di vini a denominazione d’origine, che si stanno ritagliando uno spicchio di mercato interessante.
La zootecnia, che rappresenta quasi il 50% della Plv regionale, è l’altro settore trainante che ha contribuito alla crescita, grazie soprattutto a una ripresa del settore lattiero caseario, con un aumento dei prezzi del Parmigiano, anche se per questo prodotto si fa strada qualche preoccupazione per il futuro a causa dei nuovi aumenti produttivi. Su questo versante nella nostra provincia dobbiamo lamentare oltre al fatto di non produrre parmigiano reggiano, e nemmeno grana padano, i due alfieri della qualità casearia nazionale, ed una ulteriore contrazione del numero di allevamenti da latte e da carne, ormai a livelli residuali, pur in presenza di realtà aziendali molto professionali che nulla hanno da invidiare agli allevatori di altre province.
Benché la Plv sia in calo, qualche soddisfazione è arrivata per i produttori nel settore delle colture industriali, con risultati a macchia di leopardo sul territorio regionale. I prezzi elevati dello zucchero a livello mondiale hanno trainato la barbabietola da zucchero, con la Plv in diminuzione a causa delle minori semine (dai 26 mila ettari del 2010 ai 20 mila di quest’anno). Buoni anche i risultati del pomodoro con una produzione in leggero calo, ma prezzi soddisfacenti.
Il vero tallone di Achille dell’agricoltura regionale – rileva Coldiretti – è stato quest’anno quello che un tempo ne era il settore di punta: l’ortofrutta. Ad aumenti di produzione generalizzati per pesche, nettarine, mele, pere, ma anche meloni e cocomeri, per citare solo alcune delle produzioni maggiori, ha fatto riscontro un crollo dei prezzi al di sotto dei costi di produzione. In molti casi il prezzo spuntato sul mercato ha a malapena ripagato i costi di raccolta, senza riuscire a coprire tutti gli altri costi di produzione.
“Insieme alla cattiva redistribuzione del valore del prodotto lungo la filiera, proprio i costi di produzione sono un punto debole dell’azienda agricola – ha detto Tonello – perché a ogni centesimo di aumento dei prezzi all’origine, corrisponde purtroppo un aumento dei costi per produrre. Emblematico è l’andamento del carburante per le macchine agricole il cui prezzo è passato dai 50-60 centesimi al litro agli 80 centesimi. E per fortuna che si tratta di carburante con l’accisa ridotta. È una vera mazzata se calcoliamo che una macchina agricola consuma tra i 20 e i 25 litri l’ora. È come lavorare la terra con una Ferrari”.
Secondo dati Coldiretti, sulla base delle rilevazioni dell’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), nei primi nove mesi del 2011 i costi a carico delle aziende sono lievitati del 5,1%. Rincari record si sono avuti in particolare per i mangimi, con +16,9%, per i costi energetici (+7,1%) e per i fertilizzanti (+8%).
“L’ortofrutta costituisce una produzione ad alta specializzazione, ad alto valore aggiunto e ad alta occupazione. Colpisce perciò il fatto – commenta Tonello – che con il prezzo di una pacchetto di sigarette si possano pagare al consumo due-tre chili di frutta, ben sapendo il diverso impatto in termini di salute e quindi di costi sociali dei due prodotti. Per il rilancio di altri settori – prosegue Tonello – è necessario instaurare nuovi rapporti con gli altri soggetti della filiera. Per il riso, ad esempio, produzione tipica del ferrarese, non esistono contratti tra aziende agricole e risiere, per cui si produce sulla base dell’andamento dell’anno precedente. Per la barbabietola da zucchero e il pomodoro, i contratti esistono, ma vanno perfezionati. Pensiamo ad esempio al settore del pomodoro dove il prezzo all’origine non trova quasi mai riscontro sul prezzo al consumo. Quest’ultimo a volte è troppo elevato al punto da rendere ininfluente il prezzo pagato ai produttori, a volte è talmente basso da non essere economicamente compatibile con il prezzo all’origine. È necessario arrivare a un gestione dei contratti che si basino sui costi di produzione, per arrivare a definire il valore aggiunto per tutti i soggetti della filiera, fino ad assicurare un prezzo vantaggioso anche per il consumatore”.

Dati produttivi regionali 2011.

I dati produttivi 2011 evidenziano un aumento della Plv agricola regionale del 14% dei cereali (da 581 a 662 milioni di euro) con un risultato produttivo in forte crescita per il mais (+21,3%), in crescita per il sorgo (+6,9%) e il frumento tenero (+1,9%) e in calo per frumento duro (–33,7%), orzo (–10,2%). La Plv frutticola è crollata del 22% (da 709 a 554 milioni di euro), con forti aumenti produttivi per mele (+13,9%), pere (+23,6%) nettarine (+15%), kiwi (+75%). Appena più contenuto il calo del valore degli ortaggi che è diminuito dell’11%, passando da 467,2 a 415,8 milioni di euro. I risultati produttivi evidenziano un aumento dei meloni (+21,8%) della cipolla (+12,9%), dei fagiolini (+9,1%) e delle patate (+2,3%); in calo le fragole (–13,4%) e le zucchine (–12%). Nelle colture industriali è diminuita la produzione di barbabietola da zucchero (–19,2%) del pomodoro (–5,8%) e della soia (–3,7%); mentre è aumentata la produzione di girasole (+3,5%).

lunedì 19 dicembre 2011

MENO BUROCRAZIA IN AGRICOLTURA. LA NUOVA LEGGE CHE SEMPLIFICA E RIDUCE I CONTROLLI SULLE AZIENDE A "VISTA DA VICINO".

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Bologna- Nasce in Emilia-Romagna il Registro unico dei controlli (Ruc) sulle imprese agricole e agroalimentari. Ne parla questa settimana il magazine televisivo della giunta regionale "Vista da vicino".

Si tratta del primo archivio informatizzato in Italia che permetterà di incrociare le informazioni sui controlli, ai quali le aziende del mondo agroalimentare sono soggette da parte di diverse amministrazioni. La legge che istituisce il registro, approvata recentemente, produrrà più efficienza e un notevole risparmio.

Nella puntata l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni spiega il senso del provvedimento che prevede anche semplificazioni molto attese dalle imprese agricole per il trasporto dei contenitori per i fitofarmaci usati, per le pratiche relative ai pagamenti con l’istituzione del silenzio assenso e un ruolo più attivo dei CAA, i centri di assistenza agricola. Passi avanti commentati dal presidente regionale di Confagricoltura Guglielmo Garagnani, dal presidente regionale di Coldiretti Mauro Tonello (Coldiretti E/R) e dal direttore dell’agenzia regionale Agrea Nicodemo Spatari.

Vista da vicino è anche on line sul sito della Regione, su Youtube e su Facebook.

PATATE: PRODUZIONE REGOLARE E QUALITÀ OTTIMA PER IL PRODOTTO ITALIANO

Fonte: Osservatorio Nazionale della Patata

Situazione produttiva e prospettive commerciali al centro dell’incontro dell’Osservatorio Nazionale

In netto aumento la produzione del Nord Europa, che presenta però alcuni problemi di conservabilità

(Bologna, 19 Dicembre 2011). Grazie ad una produzione sostanzialmente regolare e ad un livello qualitativo particolarmente elevato, anche nei prossimi mesi invernali le patate italiane dovrebbero registrare un buon andamento commerciale in termini di domanda.
Lo rivela l’Osservatorio Nazionale della Patata, organismo promosso dal Centro di Divulgazione della Patata (Cepa) di Bologna in collaborazione con le Unioni nazionali Unapa ed Italpatate e con la partecipazione di Fruitimprese ed Aiipa, riunitosi a Roma, alla presenza dell’Ismea, per fare il punto sulla situazione produttiva e sulle prospettive commerciali a livello italiano ed europeo.
In apertura dei lavori, il presidente del Cepa, Luciano Torreggiani, ha sottolineato la difficile situazione economica generale e le possibili ripercussioni sul mercato delle patate. Torreggiani ha poi ricordato “l’impegno svolto dal Cepa negli ultimi anni per fornire ad operatori ed esperti del settore occasioni di confronto e strumenti operativi concreti come l’Osservatorio Nazionale della Patata che ha registrato un costante aumento dell’interesse e della partecipazione alle sue attività”.
“Dopo la contrazione registrata nel 2010 in molte zone del paese – ha sottolineato Augusto Renella, coordinatore dell’Osservatorio – quest’anno il raccolto italiano risulta in linea con la media degli ultimi anni e si attesta a quota 1,4 milioni di tonnellate di prodotto da conservazione a cui vanno aggiunte circa 400.000 tonnellate di patate novelle raccolte la scorsa Primavera”. In netto aumento invece – ha proseguito Renella – la produzione nel Nord Europa dove si è registrato un significativo incremento delle rese. In Francia il raccolto di patate 2011 è risultato superiore del 15% circa rispetto all’anno scorso, passando da 4.540.000 a 5.330.000 tonnellate, mentre in Germania la produzione ha sfiorato i 7.900.000 tonnellate con una crescita del 9,5% rispetto ai 7.125.000 tonnellate del 2010 (fonte NEPG: North-Western European Potato Growers)”. A fronte di questo incremento dell’offerta la produzione pataticola nord europea presenta un livello qualitativo medio-basso, inferiore rispetto al 2010, e mostra alcuni problemi di conservabilità in Francia.
“In questo scenario – ha dichiarato Giulio Romagnoli, rappresentante di Fruitimprese – è necessario innalzare costantemente la qualità del prodotto italiano e valorizzarla al meglio, attraverso adeguate azioni promozionali, per mantenere i consumi sempre su un buon livello; inoltre, è indispensabile tutelare la nostra produzione dal rischio, purtroppo frequente, delle contraffazioni”.
Di fronte a questi e ad altri problemi che interessano il settore secondo il presidente di Italpatate, Lorenzo Grazia, l’Osservatorio Nazionale della Patata rappresenta un importante strumento di confronto in grado di formulare proposte da tradurre poi in azioni concrete.
A tale proposito, il presidente di Unapa, Sante Cervellati, ha ribadito l’impegno della sua organizzazione a sviluppare ulteriormente l’attività dell’Osservatorio nell’ottica di valorizzare sempre più la produzione nazionale di patate. Tutto ciò proseguendo nella direzione seguita, che ha consentito all’Osservatorio di ottenere importanti risultati favorendo il dialogo e il confronto tra gli operatori e confermandosi uno strumento strategico a servizio della pataticoltura italiana in grado di realizzare strategie di sistema su scala nazionale.

Gli obiettivi dell’Osservatorio

La principale finalità dell’Osservatorio è favorire il confronto, tra gli operatori del comparto pataticolo italiano, sull’andamento economico del settore e sulle principali problematiche registrate a livello nazionale ed internazionale per individuare obiettivi comuni. L’Osservatorio è stato promosso dal Cepa in collaborazione con le Unioni Nazionali dei Produttori di Patata Unapa ed Italpatate, e con Fruitimprese ed AIIPA. Grazie alla presenza delle due Unioni Nazionali, l’Osservatorio ha al suo interno il 100% della produzione organizzata di Patate, pari a 580.000 tonnellate coltivate da 15.000 soci produttori, per una quota del 33% della produzione italiana che si attesta mediamente a quota 1.800.000 tonnellate ottenute su una superficie di oltre 70.000 ettari. Le regioni più importanti in termini di volumi della produzione sono la Campania con quasi 250.000 tonnellate e l’Emilia Romagna con oltre 220.000 tonnellate di Patate raccolte.

ANGA-CONFAGRICOLTURA: “LA MANOVRA RISCHIA DI UCCIDERE MIGLIAIA DI GIOVANI IMPRESE. IMU ANCHE SU STALLE, SILOS E FIENILI”

Fonte: Anga - Confagricoltura

“Migliaia di aziende condotte da giovani imprenditori sono in
pericolo. L’intero assetto della manovra economica è lontanissima
dalle esigenze delle nostre imprese agricole che già, senza questo
provvedimento, erano a rischio. Le nuove imposte graveranno quattro
volte di più sui bilanci aziendali e quelle più fragili e non ancora
completamente radicate sono a forte rischio di scomparsa”. Questo il
commento dei giovani di Confagricoltura (Anga) sul decreto ‘Salva
Italia’, in occasione dell’assemblea di fine anno a Palazzo della
Valle.

A parere dell’Anga i terreni sono beni strumentali ed essenziali per
un’azienda agricola che, senza, non potrebbe esercitare alcuna
attività. Caricare di tasse la terra usata per produrre beni necessari
come il cibo e aggiungere l’IMU ad agriturismi, cantine, stalle,
fienili, rimesse per gli attrezzi, magazzini e fabbricati in disuso è
una punizione e un ostacolo allo sviluppo che l’agricoltura italiana
non meritava e non può permettersi.

Le imprese più esposte, ad avviso dei giovani di Confagricoltura, sono
proprio quelle condotte dagli “under 35”, che scontano già
pesantemente gli effetti di una crisi prolungata. Gli aumenti dell’IVA
e dei carburanti incidono pesantemente sui costi agricoli, creando
serie difficoltà di bilancio. L’Anga, al Forum di Rimini, aveva
chiesto misure per lo sviluppo, tracciando una precisa road map per
garantire un futuro “sostenibile”: credito d’imposta specifico per le
imprese gestite da giovani, riduzione del cuneo fiscale per le quelle
che assumono lavoratori “under 35”, aggregazione e accorpamento
fondiario.

L’Anga, infine, ricorda che solo il 2,9% delle aziende del settore è
condotta da imprenditori entro i 35 anni, mentre ben il 44% è guidato
da ultra 65enni. La logica imporrebbe di dare risposte concrete alla
“questione giovanile” seguendo un’ottica di sviluppo, che agevoli
nascita e crescita delle imprese, crei le condizioni necessarie per
operare al meglio e valorizzi la competitività, invece di varare una
manovra che mette in pericolo l’intero sistema agricolo italiano.

ASSEMBLEA CONFAGRICOLTURA FERRARA: MANOVRA, ALL’UNISONO MARIO GUIDI E NICOLA GHERARDI: “SI RISCHIA UNA VERA EMERGENZA ECONOMICA E SOCIALE”


Fonte: Confagricoltura Ferrara

“In agricoltura imprese e lavoro sono tutt’uno, questo non va mai dimenticato”, Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura ha lanciato questo monito stamane da Ferrara, dove si è svolta l’Assemblea Generale dei Soci dell’organizzazione degli imprenditori agricoli.
“Dobbiamo guardare ad un futuro completamente diverso da quello a cui abbiamo pensato sino ad oggi, abbiamo individuato temi di interesse comune con i sindacati e le altre rappresentanze. Dobbiamo dare al lavoro una dimensione ed un’immagine trasparenti e tutelate. Bisogna trovare nuove regole che non inquinino il sistema, ma che non fermino lo sviluppo”, ha aggiunto Guidi durante una tavola rotonda a cui hanno partecipato il Segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, il Direttore di Federalimentare, Daniele Rossi, il Responsabile della segreteria tecnica del ministro delle politiche agricole, Riccardo Deserti, il Presidente di Confagricoltura Ferrara, Nicola Gherardi. I lavori sono stati coordinati dal giornalista del TG1, Marco Frittella.
Un richiamo forte sulla manovra, che in pratica attua una duplicazione d’imposta sui fabbricati rurali, il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni e che per gli agricoltori equivalgono a mezzi di produzione, mette a rischio la sopravvivenza stessa di mezzo milione di aziende agricole sotto i 20 ettari , che verranno escluse dalla capacità di dar reddito alle famiglie di chi le conduce.
L’Assemblea si è aperta con i saluti del Prefetto, Provvidenza Raimondo, del Presidente della Provincia, Marcella Zappaterra e del Presidente della Camera di Commercio di Ferrara e Presidente Unioncamere Emilia Romagna, Carlo Alberto Roncarati, cui ha fatto seguito la relazione di Nicola Gherardi, evidenziando la forte rappresentatività di Confagricoltura Ferrara in ambito provinciale.
Accennando alla riforma della Pac, il presidente degli imprenditori agricoli ferraresi ha avuto toni duri verso la proposta della Commissione perché in essa “mancano gli strumenti per accrescere la competitività delle imprese, per migliorare il funzionamento della filiera e per affrontare la volatilità dei mercati in un contesto di economia globalizzata”.
Gherardi ha poi richiamato un appuntamento molto importante per le aziende ferraresi, la scadenza cioè al 31 dicembre del contratto provinciale di lavoro per gli operai agricoli. “Sia per i datori di lavoro che per le maestranze agricole non poteva esserci momento peggiore per discutere di un rinnovo contrattuale. Occorrerà che le parti si siedano attorno al tavolo facendo ricorso alla ragionevolezza ed alla sobrietà e con senso di responsabilità ed equilibrio vengano affrontate tematiche fondamentali per quello che sarà l’avvenire delle imprese e dei lavoratori ivi occupati. Si deve lavorare ad un progetto comune di consolidamento e di rilancio delle imprese agricole e del lavoro e questo lo vogliamo concretizzare anche con i sindacati dei lavoratori”.
Introducendo la tavola rotonda, Nicola Gherardi ha evidenziato l’incidenza del comparto agroalimentare sul prodotto interno lordo, attorno al 15%, che lo colloca al primo posto dell’economia nazionale.
Non potevano mancare però da parte degli altri intervenuti accenni alla situazione politica attuale. Così Susanna Camusso, dopo aver ricordato che in agricoltura si sta lavorando per un avviso comune,ha affermato che “Se la manovra non cambia avremo un livello di tensione sociale che nessuno riuscirà a governare. Si è andati oltre ciò che il Paese è in grado di reggere”, mentre Daniele Rossi ha evidenziato la vicinanza di posizioni che Confindustria e Confagricoltura stanno negli ultimi mesi tenendo nei confronti e delle richieste comuni avanzate al governo
Mario Guidi ha avvertito che “Sono a rischio circa cinquecentomila imprese agricole piccole e medie ma anche le imprese più grandi, più strutturate, più robuste. Perché gli ulteriori sacrifici si sommano ad un quadro critico che ci portiamo dietro da anni, ad una globalizzazione non governata, ad una instabilità politica e decisionale per il settore che ha visto alternarsi al dicastero di via XX Settembre tre ministri nel giro di 12 mesi. Per questo abbiamo chiesto che fosse varata una manovra che non puntasse solo a far cassa nelle campagne, ma desse prospettive di sviluppo, favorisse l’esportazione, rilanciasse i consumi, desse prospettive occupazionali. Invece tutto ciò non è avvenuto”.
“La politica – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura – usa l’agricoltura, con la sua produzione al cento per cento di alta qualità e il made in Italy alimentare, come immagine del Paese, poi la perseguita con un regime fiscale oppressivo, che il settore non è assolutamente in grado di reggere. Forse dobbiamo ricordare meglio al Governo che l’agroalimentare, nel suo insieme di agricoltura e industria di trasformazione, è il primo settore produttivo d’Italia ed è questa constatazione a rendere davvero impressionante il deficit di attenzione nei suoi riguardi”.
“Oggi – ha concluso Guidi - questa manovra, così com’è, brucia il 10% del valore aggiunto prodotto in agricoltura, innescando una vera emergenza sociale, oltre che economica.”

giovedì 15 dicembre 2011

COLDIRETTI: I GIOVANI IMPRENDITORI E LA NUOVA PAC

Fonte: Coldiretti Ferrara

Lunedì 19 dicembre i giovani imprenditori di Coldiretti Ferrara analizzano le proposte della nuova PAC insieme al presidente provinciale Mauro Tonello.

Riforma della politica agricola comune (PAC) sotto i riflettori il prossimo lunedì 14 dicembre alle ore 17,00 presso la Sala Conferenze della sede provinciale di Coldiretti Ferrara a Chiesuol del Fosso.
Ne parleranno i Giovani di Coldiretti Ferrara, coadiuvati dal presidente dell’organizzazione agricola, Mauro Tonello e dal direttore Luigi Zepponi.
La PAC è in sostanza la direttrice delle politiche di intervento e sostegno alle imprese agricole in ambito europeo, una delle poche se non l’unica “politica comune” che dalla formazione della CEE prima e della UE oggi, detta le regole che spettano alle imprese agricole di tutti i Paesi membri.
Con tutti i limiti e problemi del caso, visto che molto spesso le regole sono state scritte e modellate sulle esigenze delle agricolture continentali, quali Francia e Germania, piuttosto che Olanda, Belgio e Danimarca, Gran Bretagna, con problemi di adattamento non indifferenti per le imprese dei Paesi mediterranei. Nella periodica rivisitazione e riscrittura delle norme che si applcheranno dal 2013 in poi sono emerse criticità ed impostazioni che occorre affrontare prima che sia troppo tardi ed i danni per le nostre imprese agricole concreti.
Dopo gli incontri delle settimane scorse a livello nazionale con il Commissario all’agricoltura Ciolos, ferve il lavoro di analisi e proposte per modificare sin dove sarà possibile l’attuale proposta e su questo anche nella nostra provincia, anche con il contributo dei Giovani, si cercherà di intervenire.
L’incontro è aperto a tutti coloro i quali desiderano conoscere meglio l’argomento e dare il proprio parere.

mercoledì 14 dicembre 2011

MANOVRA, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “SULLA TASSAZIONE DEI TERRENI NON VOGLIAMO SCONTI, MA UNA NORMA SOSTENIBILE PER LE IMPRESE AGRICOLE”

Fonte: Confagricoltura

La riduzione del moltiplicatore per stabilire la base imponibile dei terreni agricoli (da 120 a 110, a fronte dell’attuale coefficiente pari a 75) viene considerata da Confagricoltura: “Una misura quasi irrilevante che non dà alcun sollievo ad un settore fortemente penalizzato dalla manovra”.

“Qui non si tratta - spiega il presidente Mario Guidi - di accontentare gli agricoltori con uno sconto del 10% sulla base imponibile. E’ l’intero impianto dell’imposizione fiscale sui terreni, ma soprattutto sui fabbricati strumentali all’attività agricola, che risulta iniqua e punitiva per le imprese del settore. Se poi fosse vero che si sta valutando la possibilità di una IMU separata per la sola proprietà è facile prevedere un incremento dei costi per i contratti di affitto”.

“L’estensore di queste norme - conclude il presidente di Confagricoltura - si confronti con le organizzazioni agricole. In noi troverà interlocutori consapevoli e disponibili a costruire una proposta sostenibile”.

AGRICOLTURA. BARILLA, AL VIA L'ACCORDO 2011-2012 PER LA FORNITURA DI 90 MILA TONNELLATE DI GRANO DURO DI ALTA QUALITÀ.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

RABBONI: "UN'INTESA CHE PUÒ COSTITUIRE UN MODELLO ANCHE PER ALTRE REALTÀ"

Bologna – Nuovo accordo per la fornitura di grano duro di alta qualità “made in Emilia-Romagna” al Gruppo Barilla, patrocinato dalla Regione. L’intesa incrementa i volumi della scorsa campagna, portandoli a un totale di circa 90 mila tonnellate, un quarto del grano duro prodotto in Emilia-Romagna (con una messa a coltura di oltre 15 mila ettari), e innova il meccanismo di stabilizzazione dei prezzi di compravendita.
L’accordo quadro relativo alla campagna cerealicola 2011-2012 è stato firmato oggi nella sede della Regione a Bologna - alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni - da Luca Virginio (Gruppo Barilla), Tiziano Disarò (Società Produttori Sementi), Alberto Stefanati (Grandi Colture italiane), Angelo Barbieri (Cereali Emilia-Romagna e Consorzio Agrario di Parma) e Paolino Fini (Società cooperativa Capa Ferrara).
Giunta al suo sesto rinnovo, l’intesa rappresenta un’esperienza di continuità e stabilità in un mercato dei cereali soggetto, negli ultimi anni, a forti variazioni di prezzi che mettono in tensione tutta la filiera. L’obiettivo è il rilancio della coltivazione del grano duro di qualità dell’Emilia-Romagna, prodotto strategico dell’agro-industriale regionale che l’attuale accordo intende consolidare.
L’assessore Rabboni ha ricordato che l’Emilia-Romagna è la prima regione italiana per la produzione di cereali Autunno-Vernini, anche grazie a questo “accordo, che può costituire un modello per altre realtà dell’agricoltura”. Questo il suo valore aggiunto, ha spiegato l’assessore: “Oltre a contribuire a ridurre l’importazione di grano duro dall’estero, a garantire forniture di alta qualità ad un’azienda leader, a consentire la programmazione delle produzioni, l’intesa prevede meccanismi di stabilizzazione dei prezzi, in modo da contrastarne la volatilità e da renderli remunerativi per gli agricoltori. E’ questa, infatti, la grande questione di questi anni, su cui si sta confrontando anche l’Europa con la proposta di riforma della Pac”.
L’accordo
L’accordo quadro definisce le condizioni per l’adesione al progetto per la coltivazione di grano duro di alta qualità nel territorio dell'Emilia-Romagna, per il periodo di riferimento della campagna cerealicola 2011-12, prevedendo il rispetto di uno specifico disciplinare di coltivazione e conservazione basato sui principi della produzione integrata promossa dalla Regione.
L’intesa nasce dalla volontà condivisa di garantire la programmazione della produzione e delle consegne, e per far sì che il grano duro di alta qualità prodotto in regione possa essere un’alternativa competitiva ai grani di importazione. Questa esperienza, supportata dall’assessorato regionale all’Agricoltura, vede la partecipazione attiva delle organizzazioni agricole a livello locale e nazionale, promuovendo l’integrazione con l’industria in un progetto di valorizzazione delle competenze di tutta la filiera del grano duro a partire dalla ricerca varietale fino alla produzione di pasta.
L’accordo prevede, inoltre, tre meccanismi di fissazione del prezzo di vendita, con una flessibilità che va incontro all’esigenza degli agricoltori di massimizzare l’utile, ridurre gli effetti negativi della volatilità dei prezzi e incentivare la coltivazione del grano duro con requisiti di alta qualità.
Il primo meccanismo definisce il prezzo sulla base della quotazione della borsa merci di Bologna con l’aggiunta di premi specifici per la qualità del prodotto e per gli impegni previsti dal disciplinare di produzione e conservazione (fino a 35 euro/tonnellata); il secondo, basato sui costi di produzione, consente ai produttori di scegliere di vendere una quota della propria produzione (fino a un massimo del 40% del totale) ad un prezzo fisso precedentemente concordato (tale da garantire un profitto adeguato sui costi di coltivazione) oppure di limitare la volatilità facendo riferimento ad un intervallo di oscillazione (Cap&Floor). Infine, il terzo meccanismo si basa sul prezzo dei futures del grano tenero alla borsa merci di Parigi, a cui si aggiunge un premio legato al differenziale dei prezzi tra il grano duro e quello tenero sulla borsa merci di Bologna, per permettere coperture a lungo termine sia per chi vende sia per chi acquista.
Nel dettaglio, il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi – OP Cereali Emilia Romagna, OP Grandi Colture Italiane, Consorzio agrario di Parma e Società Cooperativa Capa Ferrara - stipulano con i singoli agricoltori soci i contratti con gli impegni per la coltivazione e la valorizzazione del grano duro.
La Società Produttori Sementi di Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con una attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce il seme necessario alle coltivazioni. Il contratto quadro prevede, infatti, l’impegno a utilizzare principalmente determinate varietà (Normanno, Levante e Saragolla) adatte all’utilizzo dell’industria pastaria poiché in grado di fornire una qualità di glutine con caratteristiche superiori a quelle della media italiana.

AGROENERGIE, CONFAGRICOLTURA: UN NUOVO SISTEMA DI INCENTIVI CHE PREMI AGRICOLTURA VIRTUOSA E SVILUPPI ECONOMIA SOSTENIBILE. IL PROGETTO CO.AGR.ENERGY

Fonte: Confagricoltura

PRESENTAZIONE DEL XII RAPPORTO NOMISMA AGRICOLTURA “LA SFIDA DELLE BIOENERGIE”

Per dare un futuro alle agroenergie nel nostro Paese occorre arrivare in tempi brevi ad un nuovo sistema di incentivi che garantisca il raggiungimento degli obiettivi fissati per il biogas e le biomasse. Per il biogas, probabilmente, gli obiettivi fissati al 2020 a 1200 MW devono essere ritoccati con la revisione del Piano di azione sulle energie rinnovabili. Per il biogas agricolo occorre assicurare almeno 1000 MW. In tale contesto è sempre più indispensabile disporre di un piano energetico nazionale, la cui emanazione è prevista da più di 4 anni.

E’ quanto è emerso dall’incontro organizzato da Confagricoltura per la presentazione dell’attività di “Co.Agr.Energy”, il consorzio nato nel 2007 per iniziativa della Confederazione agricola, per promuovere specifiche azioni in campo energetico.

In particolare, il Consorzio ha presentato ed attuato un progetto di filiera nazionale promosso dal ministero delle Politiche agricole, la cui conclusione è fissata nell’ottobre del 2012, che, ad oggi, ha permesso la realizzazione di otto impianti a biogas in altrettante aziende agricole di cinque regioni diverse (Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria e Puglia) per un totale di 25 milioni di euro di investimenti, sui 36 stanziati. A breve è prevista l’apertura del cantiere dell’ultimo degli impianti in programma, in Veneto.

Ma l’attività del Consorzio non si limita a questo. Tra i suoi scopi, la formazione e l’assistenza tecnica alle aziende che vogliono investire o che abbiano già investito nelle agroenergie; la ricerca e la divulgazione dei risultati.

In questo ambito rientrano i due studi presentati oggi nell’incontro a Palazzo Della Valle, sede dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli: il rapporto Nomisma sull’agricoltura italiana “La sfida delle bioenergie - tendenze e scenari per le energie rinnovabili in agricoltura” e il progetto di ricerca “Analisi delle filiere bioenergetiche, individuazione dei criteri di sostenibilità ambientale e sistema di traccibuilità delle biomasse” realizzato da Agriconsulting.

“Grazie alle importanti politiche di incentivazione della produzione elettrica portate avanti dal nostro Paese negli ultimi anni - ha detto il presidente del Consorzio e vicepresidente di Confagricoltura Ezio Veggia - numerosi sono ormai i casi di aziende agricole divenute anche aziende agroenergetiche. Alla naturale vocazione agroalimentare si è affiancata questa nuova attività in cui i sottoprodotti diventano fonte per alimentare impianti per la produzione di elettricità e calore”.

“Le agroenergie - ha continuato Veggia - sono diventate un’attività economica in grado di produrre reddito ed occupazione, ma hanno svolto anche un’importante funzione in termini ambientali e nel mantenimento del tessuto agricolo sul territorio. Inoltre, nella misura in cui queste filiere sono alimentate da materie prime agricole nazionali, possono aumentare il grado di auto approvvigionamento energetico del Paese”.

Partendo dai dati sulla diffusione delle bioenergie in Italia ed in Europa e analizzando in particolare i diversi regimi di sostegno che hanno portato agli attuali risultati ed alle eccellenze di Paesi come la Germania per il biogas o come la Svezia per il biometano, il Rapporto Nomisma conduce un’analisi costi-benefici delle filiere bioenergetiche elettriche che dimostra che il livello di incentivazione attualmente offerto dalla Tariffa Onnicomprensiva è congruo alla rischiosità dell’investimento. Il Rapporto evidenzia, inoltre, gli impatti macroeconomici e le potenzialità agricole nel settore delle bioenergie in Italia. In particolare, in uno scenario ottimistico di forte adesione del mondo agricolo alle bioenergie, con cui si possa riuscire a produrre almeno il 50% del potenziale, l’agricoltura potrebbe raggiungere una sorta di “autosufficienza energetica”, arrivando a produrre più di quanto consuma e contando nei consumi finali nazionali per il 3%. Tale contributo rappresenterebbe quasi il 20% (3 punti percentuali su 17) dell’obiettivo assegnatoci dall’Ue.

L’analisi effettuata da Agriconsulting è finalizzata ad analizzare le filiere del biogas e della combustione della biomassa solida, riferite ad applicazioni di microgenerazione per individuarne i criteri di sostenibilità ambientale, cercando di dare un contributo conoscitivo agli investimenti già realizzati ed alimentare il dibattito in corso sui prossimi meccanismi di incentivazione, qualora si volessero prevedere dei premi aggiuntivi legati proprio al rispetto di questi principi.

Il lavoro ha confermato che il vantaggio ambientale delle agroenergie è sensibilmente favorevole rispetto alla produzione di energia elettrica con fonti e tecnologie convenzionali. Nel caso studio riferito ad un impianto di biogas (85% colture dedicate, 15% reflui zootecnici) la percentuale di risparmio di emissioni equivalenti di anidride carbonica è stata stimata al 77,5% rispetto ad un analogo impianto a combustibili fossili. Tale percentuale supera addirittura il 90% nel caso riferito ad un impianto a biomassa solida alimentato con colture dedicate e pollina.

“Ora che finalmente anche in Italia si è riusciti ad avviare una filiera delle biomasse e del biogas - ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - occorre scongiurare il pericolo di veder vanificare da una parte gli investimenti industriali, dall’altra la possibilità per le aziende agricole di sviluppare nuove fonti di reddito”.

“Servono - ha aggiunto Guidi - al contrario, segnali chiari per il futuro del settore. Un sistema di incentivazione diretto a premiare soprattutto gli impianti più piccoli collegati alle aziende agricole che utilizzano sottoprodotti, biomasse di integrazione e, in misura minore, coltivazioni dedicate di primo raccolto”.

“In questo momento di crisi economica - ha concluso il presidente di Confagricoltura - non è possibile bloccare lo sviluppo di un settore che sta avendo forti risultati positivi per l’agricoltura e l’industria. Ancora una volta rischiamo di cadere nell’errore di dedicare risorse per avvio di settori produttivi, peraltro strategici per il futuro del Paese e per il raggiungimento degli obiettivi ambientali indicati dall’Europa, per poi cancellarli con un colpo di spugna, producendo enormi danni alle imprese agricole, a quelle industriali e all’occupazione”.

MANOVRA, CONFAGRICOLTURA: “IN VISTA EMENDAMENTI ULTERIORMENTE PUNITIVI SUI FABBRICATI RURALI, CON UN PRELIEVO FISCALE DI UN MILIARDO"

Fonte: Confagricoltura

"SI RISCHIA IL COLLASSO DEL SISTEMA AGRICOLO NAZIONALE"

Da una prima lettura del testo all’esame della Camera, nel maxi-emendamento alla manovra, risultano ulteriori elementi peggiorativi per l’agricoltura; si prevede infatti l’applicazione dell’Imu anche ai fabbricati iscritti al catasto terreni. Sconcerta poi il venir meno, di fatto, della proroga che consentiva le procedure di regolarizzazione attraverso l’accatastamento (comma 21 dell’art. 14).

“Si parla – commenta Confagricoltura – di milioni di fabbricati rurali il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni e che oggi subirebbero una duplicazione di imposta. Le dimensioni economiche del prelievo sono al momento difficilmente valutabili, ma si possono ritenere vicine al miliardo di euro di ulteriori tasse”.

“Ci attendevamo - conclude Confagricoltura - una più attenta valutazione del capitolo fiscale riguardante le nostre imprese, invece più che di una coscienziosa riconsiderazione delle necessità dell’agricoltura sembra si sia tenuto soprattutto presente l’esigenza di far cassa, colpendo un settore già fragile e che non ha avuto alcun incentivo per lo sviluppo”.

martedì 13 dicembre 2011

MACCHINE AGRICOLE, 60 IMPRESE REGIONALI E OLTRE 25.700 VISITATORI ALLA FIERA EIMA-AGRIMACH DI NEW DELHY.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

RABBONI: UN BILANCIO PIÙ CHE POSITIVO PER UNA MISSIONE VERSO UN MERCATO IN CRESCITA E DALLE GRANDI POTENZIALITÀ QUALE QUELLO INDIANO.

Bologna - Si è conclusa la missione della Regione Emilia-Romagna in India guidata dall’assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni in accompagnamento a circa 60 aziende regionali espositrici alla fiera Eima-Agrimach 2011, tenutasi a New Delhi dall’8 al 10 dicembre.
La rassegna fieristica internazionale, organizzata da Unacoma e Ficci e supportata dalla Regione, ha chiuso la sua seconda edizione con un bilancio nettamente positivo. Oltre 25.700 visitatori hanno partecipato alla kermesse indiana, con un incremento del 30% rispetto all’edizione 2009, confermando il grande interesse del Paese per la meccanizzazione agricola.
" La nostra meccanica agricola è cresciuta al servizio di piccole e medie imprese e per questo sa coniugare qualità e flessibilità – ha spiegato Rabboni - Questo ci rende i partner ideali per l’agricoltura indiana, anch’essa caratterizzata da aziende agricole di piccole dimensioni, che necessitano di macchine agricole capaci di coniugare elevato contenuto tecnologico a soluzioni di tipo quasi artigianale. Con questa missione siamo riusciti a valorizzare a livello internazionale due importanti marchi fieristici regionali quali Eima e Macfrut e abbiamo avuto l’occasione di dare seguito ai rapporti di collaborazione con lo Stato indiano del Punjab. Il bilancio è dunque positivo e potrebbe diventarlo ancora di più se riusciremo a dare seguito alla richiesta di macchinari che ci è stata fatta dal Ministero dell’Agricoltura Indiano e che diffonderemo sul territorio".
“L'India offre enormi opportunità per la nostra regione, in settori strategici come l'agroalimentare o le infrastrutture. Dobbiamo proseguire nell'azione sistematica di approfondimento dei rapporti economici e degli scambi bilaterali che abbiamo avviato. Su questo, la Regione Emilia-Romagna potrà sempre contare sul sostegno del Parlamento" ha dichiarato l'on Sandro Gozi, cesenate, presidente della delegazione parlamentare per l'india,”.
Piena soddisfazione è stata espressa anche dal Presidente di Unacoma Massimo Goldoni, il quale ha dichiarato: “Lavoriamo sin d’ora per la prossima edizione di Eima-Agrimach, che si terrà nel dicembre 2013 ma stiamo mettendo in cantiere anche altre iniziative finalizzate ad alimentare questa importante partnership italo-indiana, in particolare realizzeremo giornate di studio e di scambio tecnico in occasione della prossima EIMA International, che si svolgerà a Bologna nel novembre 2012, mentre stiamo ipotizzando di realizzare in India, già dall’anno prossimo, giornate dimostrative di meccanizzazione agricola in campo, come eventi preparatori di Agrimach 2013”.
“Ancora una volta - ha detto Gino Cocchi, presidente della Commissione Internazionalizzazione di Confindustria Emilia-Romagna - così come già successo in Cina ed in Turchia, l’Emilia-Romagna si è presentata su un grande mercato internazionale come sistema. Regione, Associazioni imprenditoriali, sistema camerale, imprese hanno creato sinergie operative importanti per dare maggiore peso specifico alla presenza regionale in India”. “Il Progetto India promosso dal sistema camerale regionale e dalla Regione – ha spiegato Andrea Zanlari presidente della Camera di commercio di Parma, che ha guidato una missione imprenditoriale di circa venti imprese a Mumbai, Bangalore, Chandigarh e New Delhi nei giorni immediatamente precedenti ad Eima Agrimach– prevede nel 2012 due missioni incoming di buyer indiani nei mesi di marzo e giugno, ed altrettante iniziative imprenditoriali in India per i settori della meccanica agroalimentare, energie a ambiente e per la filiera arredamento e abitare-costruire. Inoltre – ha aggiunto Zanlari - il memorandum di collaborazione con la Camera di commercio Italo-Indiana e la PHD Chamber of Commerce del Nord India, ci permetterà di sviluppare collaborazioni con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Parma e portare avanti l’ambizioso progetto di insediare una “Italian Zone” con le imprese eccellenti dell’Emilia-Romagna in Rajasthan”.

Un nuovo presidente alla Cia di Ferrara



FONTE: CIA FERRARA

Lorenzo Boldrini è stato eletto alla guida della confederazione da una partecipata ed attenta assemblea provinciale, svoltasi il 12 dicembre.

Ferrara: Lorenzo Boldrini, 60 anni, frutticoltore biologico di Ferrara, è stato eletto nuovo presidente della Cia, dall’assemblea elettiva provinciale della confederazione. Il neo eletto presidente ha un curriculum lungo e significativo a testimonianza del suo impegno in favore dell’agricoltura, in passato ha già svolto importanti incarichi per la confederazione, e tra questi è stato vice presidente provinciale.

“Difesa delle produzioni di eccellenza, espansione dell’agricoltura di qualità, innovazione tecnica e varietale, multifunzionalità, energie rinnovabili, vendita diretta, sono argomenti da non sottovalutare nell’impegno Cia in favore delle aziende.” Ha detto nel suo primo discorso ai soci il nuovo presidente, proseguendo con un’importante sottolineatura, “vi sono nuove intese nella filiera agroalimentare, si veda l’Alleanza delle cooperative Italiane, sulla quale confidiamo per costruire nuovi rapporti con la GDO basati su regole semplici, precise e che devono essere rispettate, a differenza di quanto capitato in passato.”

“Pur consapevole della gravità del momento e dell’esigenza di una linea di rigore, - ha affermato Boldrini, sulla situazione economica - come confederazione sollecitiamo azioni tese a ridare vigore allo sviluppo dell’imprenditoria agricola. Un’equa ripartizione dei sacrifici va controbilanciata da efficaci e mirati interventi a sostegno della crescita e della competitività sui mercati anche per le imprese agricole, con particolare riferimento a quelle condotte da giovani imprenditori. A tale proposito auspico un comune impegno da parte delle organizzazioni professionali agricole che insieme e con senso di responsabilità, hanno già suggerito al governo una serie di misure a costo zero per lo sviluppo”.

“Sul territorio abbiamo sempre avuto continue ed importanti relazioni con le istituzioni – prosegue il neo eletto presidente - a partire dalla Provincia, oggi un po’ in crisi di identità istituzionale, senza trascurare i Comuni, la Camera di Commercio ed il nuovo Consorzio di Bonifica. La Cia intende continuare a fare proposte a questi partner istituzionali, che possono variare dal confronto serrato fino alla più completa collaborazione nello sviluppo di idee e novità utili alle aziende.”

“Bisogna riscoprire la partecipazione dei soci alla vita dell’organizzazione – ha concluso Boldrini - rilanciando le rappresentanze locali ed ascoltando le esigenze che vengono poste. E’ importante informare ed essere informati, per riannodare quelle linee di dialogo che spesso fanno la differenza all’interno di un’organizzazione democratica e partecipata come vuole essere la Cia fin dai prossimi mesi.”

lunedì 12 dicembre 2011

ANB promuove l’accordo bietole (50 euro/t) per lo stabilimento di San Quirico (Pr)

FONTE: ANB

Michele Distefano: “Aspetti innovativi e buone opportunità di reddito”

ANB (Associazione Nazionale Bieticoltori) invita i produttori di bietole ad aderire al contratto di coltivazione per lo zuccherificio di San Quirico (Pr). Al fine di consentire di decidere con tempestività gli orientamenti produttivi della propria azienda, ANB ha programmato più di 20 assemblee coi produttori, affisso manifesti e distribuito volantini. L’iniziava ha previsto, inoltre, comunicazioni postali, contatti telefonici, incontri organizzati presso le sedi provinciali di Confagricoltura, riunioni tecniche in stretta collaborazione con l’ufficio agricolo di Eridania Sadam e con le altre associazioni bieticole. L’invito rivolto gli agricoltori del tradizionale bacino bieticolo legato allo stabilimento di San Quirico – in pratica l’Emilia ovest e la bassa Lombardia oltre alle zone ex Casei Gerola – è legato all’accordo interprofessionale sottoscritto con la società Eridania Sadam per la campagna bieticolo- saccarifera 2012 che prevede una valorizzazione delle barbabietole da zucchero a 50 €/ton (base 16°). “L’intesa – dice il direttore generale di ANB, Michele Distefano – prevede anche un eventuale supplemento di plusvalore in riferimento al mercato dello zucchero e si rivolge anche alle zone non tradizionali della Romagna e della Toscana. L’intesa presenta aspetti innovativi e buone opportunità di reddito ai fini del consolidamento del bacino bieticolo emiliano-lombardo”. ANB sottolinea inoltre, ancora una volta, che le condizioni di valorizzazione (50 euro tonnellata), la certezza dei tempi dei pagamenti, i vantaggi agronomici derivanti dalla rotazione, rendono molto interessante la scelta di seminare bietole. “In un mercato globale in cui i prezzi dello zucchero rimarranno elevati – conclude Distefano - non possiamo rinunciare a conservare gli ettari necessari per il mantenimento dei bacini”.
Sul sito internet dell’associazione www.anb.it sono disponibili tutti i dettagli delle iniziative.

mercoledì 7 dicembre 2011

BIOENERGIE, CONFAGRICOLTURA PRESENTA IL PROGETTO CO.AGR.ENERGY

Fonte: Confagricoltura

Nasce Co.Agr.Energy, il consorzio per lo sviluppo delle agroenergie, promosso da Confagricoltura e presieduto da Ezio Veggia, che ha avviato un progetto nazionale per incentivare gli investimenti delle imprese agricole nelle principali filiere agroenergetiche (biogas, combustione e gassificazione).

L’attività di Co.Agr.Energy verrà presentata a Palazzo della Valle (Corso Vittorio Emanuele 101, Roma) - il 14 dicembre alle ore 10.30.

Nell’incontro inoltre saranno illustrati i risultati di due ricerche: la prima, curata da Nomisma, è il rapporto sull’agricoltura italiana “La sfida delle Bioenergie – tendenze e scenari per le energie rinnovabili in agricoltura”. La seconda è il progetto di Agriconsulting “Analisi delle filiere bioenergetiche, individuazione dei criteri di sostenibilità ambientale e sistema di tracciabilità delle biomasse”.

Le conclusioni saranno affidate ad una tavola rotonda intitolata “Sviluppo delle agroenergie tra sostenibilità economica ed ambientale” a cui prenderanno parte Riccardo Deserti (ministero delle Politiche agricole), Sara Romano (ministero dello Sviluppo Economico), Sebastiano Serra (ministero dell’Ambiente), Guido Bortoni (Autorità per l’energia elettrica e il gas) e Mario Guidi (presidente di Confagricoltura).

COLDIRETTI: LA SPESA PER IL PIENO DI BENZINA SUPERA IL COSTO DEL PRANZO DI NATALE. E’ ALLARME PER LE IMPRESE E LE FAMIGLIE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Con il valore record di 1,7 euro al litro raggiunto dal prezzo della benzina alla pompa, il costo di un pieno supera quello del pranzo di Natale di un’intera famiglia. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti provocati dall’aumento delle accise per la benzina e il diesel a seguito della manovra. Fare il pieno ad un’auto di media cilindrata con un serbatoio di 50 litri costa ben 85 euro, un importo leggermente superiore a quello che destineranno in media le famiglie italiane per la preparazione del pranzo di Natale. D’altra parte un litro di benzina è arrivato a costare circa la metà di una bottiglia di spumante e oltre un terzo di un panettone che sono i prodotti immancabili sulle tavole delle feste. Si tratta dell’effetto piu’ evidente dei cambiamenti in atto nella distribuzione della spesa degli italiani con trasporti, combustibili ed energia elettrica che hanno sorpassato alimentari e bevande.
In un paese come l’Italia dove l`86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma l’aumento dei carburanti rischia di determinare peraltro un effetto valanga sul prezzo finale di vendita dei prodotti con ogni pasto che percorre infatti in media quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole. Le conseguenze si sentono in realtà già a partire dai campi dove in un anno l’aumento del prezzo del gasolio destinato all'attività agricola è costato - stima la Coldiretti - circa 250 milioni di euro, con un incremento del 46 per cento del costo al litro. Oltre all'aumento dei costi per il movimento delle macchine come i trattori, in agricoltura il caro petrolio colpisce soprattutto le attività agricole che utilizzano il carburante per il riscaldamento delle serre (fiori, ortaggi e funghi), di locali come le stalle, ma anche per l'essiccazione dei foraggi destinati all'alimentazione degli animali

COLDIRETTI: “I SAPORI DEL DORO” ANIMANO CON IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA UN ‘ALTRA PARTE DI FERRARA CON I GUSTI DI STAGIONE DEL TERRITORIO


Fonte: Coldiretti Ferrara

Con il brindisi di buon auspicio ha debuttato oggi il nuovo Mercato di Campagna Amica a Ferrara al centro acquisti del Doro, dove trovare ogni mercoledì mattina in vendita diretta i prodotti di stagione del nostro territorio

Con un bicchiere di “Bianco del Bosco D.OC.” ed un buon salame all’aglio, è stato inaugurato ufficialmente il Mercato di Campagna Amica “I Sapori del Doro”, che ogni mercoledì mattina, dalle 8 alle 13, proporrà i prodotti di stagione del nostro territorio.
E’ il primo mercato su area privata della città, nato grazie alla collaborazione di NL Propierties e degli esercizi commerciali presenti al “Centro Acquisti il Doro”, posto tra via Marconi e Via Modena, ed Agrimercato Coldiretti Ferrara, l’associazione dei produttori agricoli per la gestione dei mercati degli agricoltori.
“Con questa iniziativa – racconta Michele Rubini, Vice Presidente provinciale di Coldiretti e Presidente della Zona di Ferrara dell’organizzazione agricola - vogliamo cogliere l’opportunità di offrire attraverso le nostre aziende associate che sono impegnate nella vendita diretta, una nuova occasione per i ferraresi di trovare i nostri prodotti direttamente dalla filiera agricola ferrarese al banco di vendita, in un luogo facile da raggiungere e con ampi spazi di parcheggio. Ci auguriamo che possa diventare una piacevole abitudine per i consumatori, che aspettiamo ogni mercoledì mattina con i nostri prodotti, assaggi, degustazioni e suggerimenti anche per gustosi regali di Natale”.
All’apertura del Mercato presente anche lo staff di NL Propierties, che ha voluto con il mercato di Campagna Amica arricchire le occasioni di acquisto presso il Centro il Doro e che ha concesso l’area utilizzata da otto produttori agricoli che pongono in vendita la gran parte della gamma dei nostri prodotti: miele e derivati dal miele e dall’alveare (Malaguti Alberto di S. Carlo); frutta, verdura, passata di pomodoro (Fratelli Billo di Copparo); piante e fiori (Rugin Ivana di Ferrara); confetture (Galliera Stefano di Ferrara); mozzarella e formaggi di bufala (Benin Mario e c. di Ferrara); frutta, verdura e confetture (Balboni Imerio di Ferrara); salumi tipici ferraresi (Billo Angiolino e figli di Copparo); verdure di stagione e vini D.O.C. del Bosco Eliceo (Agricola Belfiore di De Zen Fabrizio di Comacchio).
“Anche in questo Mercato – commenta il segretario di zona di Coldiretti Ferrara, Thomas Serafini - vengono osservate oltre che le norme igienico sanitarie dovute per legge, le regole di autodisciplina che i nostri soci si sono dati, adottando comportamenti anche più restrittivi di quanto prevede la legge per la vendita diretta. Ribadiamo l’importanza di queste iniziative per far conoscere ai consumatori i prodotti autenticamente della filiera agricola italiana, in questo caso davvero a km zero, e tutti i vantaggi che ne conseguono”.

COLDIRETTI: BENE REGIONE SU SNELLIMENTO BUROCRAZIA PER AZIENDE AGRICOLE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Prima importante risposta della Regione Emilia Romagna alla necessità delle
imprese agricole di ridurre i tempi e i costi della burocrazia. Lo afferma
Coldiretti Emilia Romagna, ricordando che l¹Assemblea legislativa regionale
ha approvato la legge che semplifica procedimenti amministrativi a carico
delle aziende, applicando il principio della sussidiarietà. Una serie di
adempimenti oggi svolti dall¹ente pubblico con tempi spesso indefiniti ­
comunica Coldiretti ­ potranno essere svolti da Centri Autorizzati di
Assistenza Agricola (Caa) delle organizzazioni professionali.
Contemporaneamente, con la stessa legge, la Regione ha finalmente
semplificato anche il problema dello smaltimento dei contenitori vuoti dei
prodotti fitosanitari, autorizzando i produttori agricoli al trasporto senza
dover ricorrere a ditte specializzate.
³Si tratta ­ afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro
Tonello ­ di una novità fondamentale nel senso della semplificazione e
sburocratizzazione dei rapporti tra imprese agricole e pubblica
amministrazione in quanto le imprese potranno contare sui Caa delle
organizzazioni, con tempi certi e inferiori rispetto a quelli attuali. In
questo modo si dà un importante sostegno all¹economia e al reddito delle
aziende perché si riduce il tempo che un imprenditore deve perdere per
risolvere problemi burocratici².
Secondo una stima Coldiretti ben il 45% delle imprese ha sempre considerato
la burocrazia il principale ostacolo allo sviluppo. Le pastoie burocratiche
risultano in particolare essere uno degli ostacoli principali per un giovane
che voglia avviare l¹attività agricola, come evidenzia anche una indagine
Coldiretti-Swg dalla quale emerge che quattro giovani su dieci indicano le
lungaggini nell¹esame e nella predisposizione delle domande e documenti come
il principale problema della libertà d¹impresa.

MANOVRA, CONFAGRICOLTURA: “PER LE IMPRESE AGRICOLE GLI AUMENTI DI IMPOSTE ARRIVERANNO AL 400 PER CENTO”

Fonte: Confagricoltura

“Gravissime le conseguenze del decreto ‘salva Italia’ per gli aumenti di imposte a carico degli agricoltori. L’incremento della base imponibile ai fini IMU, assieme alle nuove tasse sui fabbricati rurali, comporta incrementi di tassazione dal 100 per cento sino a valori assurdi del 400 per cento”. L’allarme è stato lanciato da Giunta e Comitato Direttivo di Confagricoltura, che si sono riuniti oggi per una valutazione approfondita della manovra economica.

“L’agricoltura, già penalizzata dalla crisi congiunturale, non può essere - dice una nota di Confagricoltura - l’unico settore escluso dai provvedimenti sullo sviluppo e contemporaneamente vessato sotto il profilo fiscale”.

“Riteniamo - prosegue la nota - che una più attenta valutazione debba portare il governo a riconsiderare l’impatto del provvedimento sul sistema agricolo”.

“Non ci sottraiamo affatto - conclude Confagricoltura - a dare tutto il possibile contributo al risanamento dei conti pubblici, ma nemmeno vogliamo chiudere le nostre aziende. Un fatto questo che sarebbe disastroso per noi, ma anche per il Paese intero”.

Ecco un esempio di quanto aumenterebbe - secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confagricoltura - l’imposizione fiscale per un’azienda di circa 50 ettari (colture seminative e foraggere) con quattro fabbricati rurali, che attualmente versa un’Ici sui soli terreni di circa 2.200 euro.

Con la nuova tassazione si passerebbe ad un totale di oltre 8.600 mila euro. Un aumento che supera i 6.400 euro, prossimo al 300 per cento dell’attuale carico fiscale (v. tabella).

Confagricoltura ha chiesto al Governo, al Parlamento ed a tutte le istituzioni di correggere urgentemente questo aspetto del decreto ed ha concluso: “Siamo convinti che occorre salvare l’Italia ma senza condannare la nostra agricoltura”.

AGRICOLTURA, APPROVATA LA LEGGE PER SNELLIRE LA BUROCRAZIA A CARICO DELLE AZIENDE. NASCE IL REGISTRO UNICO DEI CONTROLLI

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: un contributo concreto alla riduzione dei costi della burocrazia

Bologna - Meno controlli sulle aziende agricole; silenzio-assenso in alcuni procedimenti amministrativi ; possibilità di trasportare i contenitori vuoti dei prodotti fitosanitari senza dover ricorrere a ditte specializzate. Sono le tre novità principali del progetto di legge sulla semplificazione in agricoltura che ha ottenuto oggi il via libera dall’Assemblea legislativa. “E' un contributo concreto alla riduzione degli oneri burocratici che in Italia gravano sull'agricoltura e che valgono circa cento giornate di lavoro e un costo complessivo di 3 miliardi di euro l’anno, ma non va dimenticato anche l’alleggerimento dei costi per la pubblica amministrazione. – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni.
Tra le novità più importanti del testo, l’istituzione del Registro Unico dei Controlli (Ruc) che per la prima volta in Italia chiama la Regione, le Province, le Comunità Montane-Unioni di Comuni, l'Agenzia per i pagamenti agricoli, i servizi veterinari delle Usl e l'Arpa ad avvalersi di un unico archivio informatizzato in cui registrate i controlli svolti e quelli programmati con l'obiettivo di razionalizzare le attività di ciascuno e di evitare duplicazioni.
L'archivio una volta avviato potrà essere allargato ad altri soggetti pubblici deputati ai controlli aziendali a partire da quelli statali, quali INPS, INAIL, Ispettorato del Lavoro. “Lavoreremo per rendere operativo il registro unico molto prima dello scadere dei diciotto mesi previsti dalla legge - ha aggiunto Rabboni - Ringrazio le associazioni agricole che ci hanno prima sollecitato e poi supportato nella iniziativa e la relatrice del progetto di legge in Assemblea legislativa, la consigliera Palma Costi, per la determinazione e l'impegno profusi”.
Nel comparto agricolo e agroalimentare, in base a quanto previsto dalle diverse normative di settore – oltre che sanitarie e ambientali – l’impresa è soggetta periodicamente a differenti tipologie di controllo e ispezione, svolte da soggetti diversi, che implicano da parte dell’imprenditore un’effettiva incidenza sull’attività lavorativa, qualificata nel linguaggio comune come “costo dell’impresa in termini di burocrazia amministrativa”. Sebbene il numero possa variare sensibilmente di anno in anno, si stima che nell’esercizio delle funzioni agricole da parte degli enti incaricati (Regione, Province, Comunità Montane, Unioni di Comuni) e di Agrea (l’organismo pagatore regionale) vengano realizzati in Emilia-Romagna almeno 10.000 controlli l’anno; di questi 7.000 richiedono ispezioni nelle aziende agricole (mentre 3000 sono eseguiti con il telerilevamento), con il coinvolgimento di oltre 300 incaricati, in prevalenza personale delle Province.

CATANIA, DICHIARATO STATO DI CALAMITÀ PER AIUTARE AGRICOLTORI

Fonte: Mipaaf - Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“È stato dichiarato lo stato di calamità a seguito delle piogge alluvionali che hanno colpito alcuni territori delle Regioni Veneto, Calabria e Sicilia, causando danni alle strutture aziendali ed alle infrastrutture connesse all’attività agricola nei mesi di ottobre 2010, febbraio e marzo 2011. In questo modo, gli agricoltori situati nei territori delimitati potranno far fronte ai danni subiti alle strutture aziendali, alla ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte, grazie agli aiuti recati dal Fondo di Solidarietà Nazionale di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 102”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha commentato l’emanazione di tre decreti datati 5 dicembre 2011, già inviati alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione, con i quali ha dichiarato lo stato di eccezionali avversità atmosferiche a carico di alcuni Comuni delle Province di Padova, Verona e Vicenza per la Regione Veneto, della Provincia di Reggio di Calabria per la Regione Calabria, ed infine della provincia di Messina per la Regione Sicilia.
A seguito di tali provvedimenti, gli agricoltori dei territori calabresi inseriti nella dichiarazione contenuta nel decreto, potranno far fronte ai danni alle strutture aziendali agricole, agli impianti produttivi nonché alla ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte mediante contributi in conto capitale recati dal Fondo di Solidarietà Nazionale previsto dal decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 102.
Per accedere agli aiuti previsti, i produttori agricoli devono dimostrare di aver subito danni superiori al 30% della produzione lorda vendibile.
I Consorzi di bonifica o gli altri Enti interessati dei territori veneti, calabresi e siciliani, delimitati con i decreti soprarichiamati, che hanno in carico le infrastrutture danneggiate, potranno ripristinarle con oneri a carico Fondo di solidarietà nazionale.
Le domande di intervento potranno essere presentate alle autorità regionali competenti entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto di declaratoria nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

I Comuni interessati sono:

REGIONE VENETO - Provincia di Padova, Comuni di: Rovolon, Vo; Provincia di Verona, Comuni di: Albaredo D'adige, Arcole, Belfiore, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant'anna, Caldiero, Cazzano Di Tramigna, Cologna Veneta, Colognola Ai Colli, Grezzana, Illasi, Lavagno, Legnago, Mezzane Di Sotto, Minerbe, Montecchia Di Crosara, Monteforte D'alpone, Pressana, Ronca', San Bonifacio, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo, Soave, Terrazzo, Tregnago, Verona, Veronella, Zevio, Zimella; Provincia di Vicenza, Comuni di Albettone, Alonte, Altavilla Vicentina, Arcugnano, Asigliano Veneto, Barbarano Vicentino, Brendola, Campiglia Dei Berici, Castegnero, Castelgomberto, Cornedo Vicentino, Creazzo, Gambugliano, Longare, Montecchio Maggiore, Montegaldella, Monteviale, Nanto, Orgiano, Poiana Maggiore, San Germano Dei Berici, Sarego, Sossano, Sovizzo, Valdagno, Vicenza, Villaga. A seguito delle piogge alluvionali verificatesi dal 31.10.2010 al 25.12.2010.
REGIONE CALABRIA - Provincia di Reggio Calabria, Comuni di: Anoia, Calanna, Candidoni, Cardeto, Cinquefrondi, Cittanova, Feroleto Della Chiesa, Fiumara, Galatro, Giffone, Laganadi, Laureana Di Borrello, Maropati, Melicucca', Melicucco, Molochio, Oppido Mamertina, Polistena, Reggio Di Calabria, Rizziconi, Rosarno, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, San Pietro Di Carida', San Roberto, Santa Cristina D'aspromonte, Sant'alessio In Aspromonte, Santo Stefano In Aspromonte,Scilla, Serrata, Taurianova, Terranova Sappo Minulio, Varapodio. A seguito delle piogge alluvionali verificatesi il 01.03.2011.
REGIONE SICILIA - Provincia di Messina, Comuni di: Ali', Ali' Terme, Antillo, Casalvecchio Siculo, Castelmola, Fiumedinisi, Forza D'agro', Francavilla Di Sicilia, Furci Siculo, Gaggi, Giardini-Naxos, Graniti, Itala, Limina, Malvagna, Mandanici, Messina, Moio Alcantara, Motta Camastra, Nizza Di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, Roccella Valdemone, Sant'alessio Siculo, Santa Domenica Vittoria, Santa Teresa Di Riva, Saponara, Savoca, Scaletta Zanclea, Taormina. A seguito delle piogge alluvionali verificatesi dal 28 febbraio al 5 marzo 2011.