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giovedì 24 febbraio 2011

AGRICOLTURA, RITARDI NELLA CAMPAGNA ASSICURATIVA 2011. RABBONI SCRIVE ALL'ANIA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Bologna - Forte preoccupazione per i ritardi che stanno caratterizzando l’avvio della campagna assicurativa agricola 2011 è stata espressa dall’assessore all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni che ha scritto all’Ania, l’Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici.
Nella lettera, Rabboni sottolinea le difficoltà delle trattative, in corso ormai da diverse settimane, tra i Consorzi di difesa e le Assicurazioni , difficoltà che appaiono tanto più problematiche visto l’ormai imminente ripresa della stagione vegetativa. “I processi di produzione agricola – sottolinea Rabboni - sono inscindibilmente legati all’andamento stagionale e non possono essere posticipati” .
Secondo Rabboni è necessario evitare in particolare che ”l’adeguamento della documentazione contrattuale e le elaborazioni tariffarie possano costituire elementi in grado di frenare o ritardare gli accordi con i Consorzi di difesa”. Per questo Rabboni ha chiesto all’Ania un’azione di sensibilizzazione nei confronti delle Compagnie associate per favorire “nell’interesse generale una rapida sottoscrizione dei contratti”.

mercoledì 23 febbraio 2011

DOP E IGP, RABBONI CHIEDE PER I CONSORZI LA POSSIBILITÀ DI PROGRAMMARE LA PRODUZIONE

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni al Forum nazionale sulla nuova Pac: l'Italia chieda la modifica dei pacchetti legislativi europei "latte" e "qualità" affinchè sia possibile programmare la produzione delle Dop e Igp

Bologna - Dare ai Consorzi di tutela la possibilità di programmare i rispettivi volumi produttivi in caso di crisi di mercato, per tutelare produzioni uniche e irripetibili. E’ la richiesta avanzata ieri a Roma, in occasione del forum nazionale su “La PAC verso il 2020” promosso dal Ministero delle politiche agricole, da Tiberio Rabboni, assessore all’agricoltura della Regione Emilia – Romagna e presidente di Arepo l’Associazione delle Regioni europee dei prodotti di origine, che riunisce 30 governi regionali per oltre 400 prodotti Dop, Igp e Stg.
Rabboni ha parlato in vista dell’ormai prossimo confronto sulle nuove regolamentazioni comunitarie in materia di qualità delle produzioni e sul latte, confronto che sarà destinato ad incidere su questioni di notevole rilevanza per l’intera PAC. “E’ necessario - ha detto - che anche l’Italia sostenga la richiesta di Arepo di emendare in questo senso il “pacchetto qualità” e quello “latte”. Al momento infatti la proposta, contenuta nel pacchetto legislativo europeo sul latte in vista della liberalizzazione della produzione e del superamento del meccanismo delle quote, di programmare la produzione in relazione alle richieste del mercato e garantire la necessaria remunerazione dei produttori è limitata solo al latte crudo”. “Si tratta di una limitazione incomprensibile – ha spiegato Rabboni – dal momento che in molte realtà italiane ed europee più del 70% del latte prodotto è destinato alla trasformazione casearia. In Emilia - Romagna, grazie alla produzione di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano, questa percentuale supera largamente il 90%. Pertanto avanzo la proposta, e chiedo che il “sistema Paese” nel suo complesso la sostenga, di estendere il meccanismo di gestione delle crisi previsto per il latte alimentare anche alle produzioni trasformate e che il soggetto chiamato a governare le dinamiche dell’offerta che va sul mercato sia chiaramente individuato nei Consorzi dei produttori”

Altre informazioni sul Forum sul Futuro della Pac si possono trovare sul sito www.reterurale.it

lunedì 21 febbraio 2011

Agricoltura - Raggiunto l'accordo sul pomodoro da industria per la prossima campagna di trasformazione

FONTE: REGIONE EMILIA -ROMAGNA

Agricoltura - Raggiunto l'accordo sul pomodoro da industria per la prossima campagna di trasformazione, tra le organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione aderenti all'Aiipa. Prezzo a 88 euro la tonnellata

Bologna – Pomodoro da industria: raggiunto stanotte a Parma l’accordo tra le organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione aderenti all’Aiipa.

Il prezzo indicativo di riferimento è stato fissato a 88 euro la tonnellata, con prodotto ritirato presso l’azienda agricola. L’incremento di prezzo di 18 euro la tonnellata rispetto alla campagna precedente è scattato soprattutto in considerazione del cambiamento delle compensazioni comunitarie, che per il pomodoro italiano a partire dal 2011 non sono più accoppiate alla produzione. Nella formazione del prezzo è stato inoltre introdotto un sistema premiante per valorizzare la qualità del prodotto e incentivare la raccolta di pomodori con un basso contenuto di difetti. Il prodotto consegnato con una percentuale di difetti inferiore al 3% potrà avere un incremento di prezzo fino ad un massimo del 3% del prezzo base.

E’ infine stato aumentato il rimborso del trasporto per gli agricoltori che consegnano il prodotto con mezzi propri.

La trattativa, costantemente seguita dall'assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, si è chiusa con largo anticipo rispetto all’avvio della coltivazione e questo permetterà agli agricoltori e alle industrie di programmare adeguatamente la produzione 2011.

“Il pomodoro trasformato rappresenta un settore strategico per l’Emilia-Romagna – ha diichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni -. L’accordo 2011 è stato un banco di prova molto importante nel consolidamento delle relazioni di filiera che negli anni scorsi erano agevolate dai regolamenti comunitari. Un ulteriore consolidamento potrà avvenire quando l’attuale distretto del pomodoro da Industria potrà evolvere col riconoscimento quale organismo interprofessionale”.

“Stiamo lavorando - conclude Rabboni -, perché anche questo obiettivo possa essere raggiunto quanto prima. Nel quadro evolutivo della politica agricola comunitaria il dialogo tra i soggetti di ciascuna filiera assumerà sempre maggiore importanza, nella programmazione della produzione e nell’affrontare a livello di sistema le sfide del mercato globale”.

Agricoltura. Contributi in arrivo per le aziende agricole emiliano-romagnole danneggiate da Sharka e cancro batterico dell'actinidia

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Bologna - Si è concluso in tempi rapidi l’iter procedurale che consentirà alla Regione Emilia-Romagna di risarcire le piccole e medie imprese agricole che nel corso del 2010 hanno effettuato interventi di profilassi obbligatoria per contrastare la diffusione del virus “Sharka” delle drupacee e dell’agente del cosiddetto “Cancro batterico dell’actinidia”. La distruzione delle piante colpite – o di parti significative di essa – rappresenta l’unico mezzo di lotta per contenere la diffusione di queste gravi fitopatie. L’intervento finanziario è previsto dalla L.R. 6 del 23 luglio 2010 a favore delle aziende frutticole che, in attuazione delle indicazioni del Servizio Fitosanitario regionale, hanno provveduto ad effettuare le operazioni prescritte con conseguenti riduzioni di produzione. Nelle prossime settimane saranno liquidati, a favore di 108 aziende che avevano presentato domanda lo scorso ottobre e che sono risultate in regola con i criteri stabiliti dal relativo bando, circa 600 mila euro a parziale compensazione delle perdite subite per estirpazioni di piante di drupacee ovvero per estirpazioni/capitozzature di piante di actinidia. L’atto di liquidazione dei contributi regionali, che riporta l’elenco delle aziende beneficiarie, è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna del 16 febbraio 2011.

“Il piano di contrasto alla batteriosi in Emilia-Romagna – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni – è stato approvato con largo anticipo rispetto ad una analoga iniziativa del Ministero che sta vedendo la luce proprio in questi giorni e che, purtroppo, non prevede alcuna concreta misura di sostegno economico. Il risarcimento dei danni viene infatti demandato alla stipula, volontaria, di polizze assicurative agevolate. Troppo poco per rendere efficaci azioni particolarmente onerose ma assolutamente necessarie per ridurre i rischi di diffusione della batteriosi del kiwi”.
“La nostra iniziativa – ha concluso Rabboni – è stato avviata in un momento di difficoltà finanziaria e rappresenta un segno tangibile dell’impegno dell’assessorato regionale nei confronti dei produttori agricoli che si trovano a fronteggiare nuove e pericolose avversità. Senza una adeguata disponibilità non potremo, nei prossimi anni, confermare l’attenzione della Regione Emilia-Romagna sulla prevenzione della diffusione di organismi nocivi, in grado di provocare danni economici rilevanti alle aziende agricole, e sulla qualificazione delle produzioni frutticole, assolutamente necessaria per mantenere e consolidare le nostre posizioni sui mercati esteri”.

IN PUBBLICAZIONE L'ARATRO

FONTE: www.ferrara.coldiretti.it

E' in pubblicazione e nei prossimi giorni arriverà il primo numero del
notiziario L'Aratro del 2011. Copertina dedicata alla legge sulla
etichettatura obbligatoria dell'origine, con il commento nell'editoriale del
presidente Tonello e nota tecnica delle principali norme. L'intervento del
direttore Zepponi riguarda l'avvio del tesseramento per il 2011 e
l'importanza del sostegno dei soci a Coldiretti con la sottoscrizione della
propria tessera, garanzia di autonomia e capacità di proposta ed azione
della Federazione. Non poteva mancare un ringraziamento a tutti i soci e
cittadini che hanno votato per la lista Coldiretti nelle passate elezioni
del Consorzio di Bonifica di Ferrara, con la lista degli eletti.
Un sincero ricordo di Adriano Montoncello, scomparso a fine anno scorso,
chiude la parte sindacale per dare spazio ai registri dei trattamenti e
delle concimazioni per l'anno 2011, indispensabili per tutte le aziende
agricole onde evitare severe sanzioni.
Pubblicate anche le nuove tariffe per le paghe degli operai agricoli a
partire da gennaio 2011. Un resoconto delle attività regionali di Credit
Agri, l'apertura di un nuovo Punto di Campagna Amica, il calendario dei
divieti di circolazione 2011 ed il mercatino degli annunci completano questo
numero dell'Aratro, che si chiude con le note del patronato EPACA, in
particolare con le nuove modalità di esenzione, ovvero ticket sanitario in
base al reddito.
In attesa della copia cartacea è già possibile consultare L'Aratro on line
sul sito di Coldiretti Ferrara all'indirizzo www.ferrara.coldiretti.it

COLDIRETTI FERRARA: VIAGGIO STUDIO IN OLANDA

FONTE: www.coldiretti.it/ferrara



Anche nel 2011 Coldiretti Ferrara ha organizzato un viaggio studio all'estero per un gruppo di propri associati.
Quest'anno è stata scelta l'Olanda e nei giorni 16 - 17 e 18 febbraio una ventina di associati dell’organizzazione ferrarese hanno potuto conoscere da vicino le realtà del paese dei mulini a vento e dei tulipani con alcune visite guidate tra cui un tour della città di Amsterdam, una visita alla campagna olandese con i tipici canali e le dighe, un villaggio dei mulini a vento ed infine l'asta dei fiori di Aalsmeer. L’Olanda è una importante realtà agricola, non solo per i fiori ma anche per latte, formaggi, carne ed ortaggi che molto spesso sono destinati proprio alle nostre tavole, così come vanta una notevole tradizione vivaistica alla quale molti frutticoltori ferraresi hanno fatto ricorso per i propri impianti.

TURISMO: COLDIRETTI, RADDOPPIA QUELLO ENOGASTRONOMICO VALE 5 MLD

FONTE: www.coldiretti.it/ferrara

Il turismo enogastronomico vale cinque miliardi e si conferma il vero motore della vacanza Made in Italy che è l'unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell'offerta turistica nazionale con il raddoppio dei viaggi nel corso del 2010. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione dell’ apertura della Bit 2011, Borsa internazionale del Turismo. Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati dell'Osservatorio nazionale del Turismo sono raddoppiati gli italiani che hanno fatto le vacanze in Italia per motivi enogastronomici nel 2010 con circa 2,7 milioni di viaggi svolti pari al 4,2 per cento. L'Italia è l’unico paese al mondo che - sottolinea la Coldiretti - puo' contare anche sulla leadership europea nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con ben 221 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4.511 specialita' tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 504 vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (330 vini Doc, 56 Docg e 118 Igt). Molti di questi prodotti – ricorda Terranostra, l’associazione agrituristica della Coldiretti - possono essere gustati in uno dei 19.019 agriturismi censiti in Italia dall’Istat ma anche acquistati nei 705 mercati degli agricoltori di Campagna Amica presenti su tutto il territorio nazionale dove si trovano percorsi enogastronomici, città del gusto, fiere e sagre territoriali che sostengono il settore.
Anche nella nostra provincia gli agriturismi della rete Coldiretti – Terranostra (ad oggi 16, distribuiti in tutto il territorio provinciale) si stanno organizzando per costituire, a breve, la sezione ferrarese di Terranostra e mettere a disposizione dei turisti e clienti le opportunità della Filiera Agricola Italiana e rafforzare la capacità di essere i testimoni del valore, dei sapori e della qualità della nostra offerta agricola ed agroalimentare del nostro territorio e dell’ambiente naturale e rurale ferrarese.

giovedì 17 febbraio 2011

IL CONSORZIO DI BURANA ATTIVA IL SERVIZIO DI IRRIGAZIONE ANTICIPATA A CHI NE HA FATTO RICHIESTA

Fonte: Ufficio Stampa Consorzio della Bonifica Burana

Il Consorzio della Bonifica Burana da marzo si prepara ad attivare il servizio antibrina per limitare i danni da gelate ai frutteti.

È attivo dal 15 febbraio il servizio di irrigazione anticipata per le diverse aziende agricole che ne hanno fatto richiesta: il Consorzio della Bonifica Burana, in deroga alla stagione irrigua ordinaria, terrà dunque parzialmente invasata la propria rete idrica limitatamente alle sole colatizie, al fine di venire incontro alle esigenze degli utenti agricoli, in particolare per le “colture forzate” in serra o tunnel.

Inoltre, nel periodo dal 15 Marzo al 15 Aprile, il Burana attiverà il servizio antibrina per coloro che ne vorranno fare richiesta, in linea con la disponibilità dell’Ente a rispondere, nei limiti del possibile, alle esigenze straordinarie dell’utenza.

Il servizio antibrina si propone di proteggere le colture agricole pregiate, spesso danneggiate da improvvisi abbassamenti della temperatura. A farne le spese sono principalmente le gemme ed i fiori delle coltivazioni frutticole tipiche.

Il servizio prevede l’invaso parziale anticipato della rete dei canali e quindi l’attivazione di alcuni impianti pluvirrigui, come il Concordia Sud, che distribuiscono acqua in pressione attraverso tubazioni sotterranee. Questo consente ai coltivatori di attivare l’impiantistica aziendale predisposta per proteggere le piante attraverso la tecnica dell’irrigazione antibrina.

La tecnica si basa sul principio di proteggere i fiori e le gemme dall’eccessivo abbassamento della temperatura, mantenendoli a livelli non inferiori ai -2 gradi: in pratica, quando l’acqua spruzzata sopra la pianta gela, questa rilascia calore e ciò permette di creare una coltre protettiva termica che impedisce o riduce fortemente i danni provocati dal gelo. Le condizioni per le brinate si verificano prevalentemente all’alba, quando la perdita di calore per irraggiamento determina un progressivo raffreddamento dell’aria: un fenomeno ormai noto ai produttori che ogni anno, sempre più numerosi, chiedono che venga attivato questo servizio.

“La scelta di soddisfare le richieste di anticipo di acqua per irrigare o per il servizio antibrina – dichiara il presidente del Burana, Francesco Vincenzi – “è frutto della consapevolezza delle difficoltà che incontra il mondo produttivo agricolo oggi nel far fronte ai fenomeni meteo-climatici e alle necessità delle numerose colture in serra delle nostre zone, le quali richiedono tempi di irrigazione dilatati al fine di soddisfare un mercato sempre più esigente.”

Il direttore del Consorzio di Burana, Claudio Negrini, aggiunge: “lo svaso dei canali durante il periodo invernale nasce da una precisa esigenza di sicurezza: assicurare la massima prudenza nel periodo in cui le precipitazioni gravano maggiormente sulla rete dei canali. Questo non esclude che, con la massima accortezza e dove le condizioni di sicurezza lo consentono, si possano attivare manovre idrauliche ed una particolare sorveglianza al fine di trattenere, in alcuni settori del sistema di bonifica, le sole acque di pioggia utili a valorizzare al massimo il potenziale produttivo del nostro territorio.”

mercoledì 16 febbraio 2011

BASSA MODENESE: NUOVI LAVORI DEL BURANA

Fonte: Ufficio Stampa Consorzio della Bonifica Burana

Un milione di euro per l’espurgo e il risezionamento delle sponde di un tratto di quasi 3.000 metri del Canale Collettore di Burana a vantaggio delle attività di scolo e irrigazione di un’ampia area di bassa pianura

Un’articolata rete di canali garantisce che un’ampia zona di pianura tra modenese, basso mantovano e ferrarese non venga sommersa dalle acque di piena; tra i vettori principali di queste acque vi è il Canale Collettore di Burana, che ha origine alle Chiaviche mantovane: esso accompagna le acque di scolo lungo il loro viaggio verso Bondeno, dove sottopassano il fiume Panaro attraverso la Botte Napoleonica, per poi proseguire fuori dal comprensorio nel Canale Emissario di Burana e, da qui, fino al Mare Adriatico.

Accanto all’azione della Botte Napoleonica, anche l’Impianto Pilastresi lavora in sinergia con il Canale Collettore di Burana: quando le portate eccedono i 40 mc/sec e lo scolo a gravità della Botte Napoleonica non è più sufficiente, entrano in funzione le pompe di Pilastresi, impianto che permette di scaricare le acque di piena del Canale Collettore di Burana in Po. Il Canale è inoltre un importante vettore irriguo della zona.

“Il Collettore di Burana è già da diversi anni sottoposto ad un delicato e lungo intervento di espurgo e di risezionamento – dichiara il direttore del Consorzio di Burana Claudio Negrini – proprio in virtù del ruolo strategico che riveste nello smaltimento delle acque in caso di piena e per l’approvvigionamento idrico nel bacino delle Acque Basse. Sono in fase di avvio i lavori per il completamento della rimozione di tutti i depositi terrosi presenti nel Canale, attraverso l’utilizzo di una draga refluitore adatta all’espurgo di materiali litoidi particolarmente argillosi. Con quest’ultima tranche di lavori, del valore di oltre un milione di euro, da effettuarsi lungo una tratta di quasi 3.000 metri fino al Ponte di Burana, andremo a completare l’espurgo e il risezionamento delle sponde dell’intero Canale. Ciò consentirà di liberarlo da depositi ostruttivi, rendendo possibile il pieno ripristino della funzionalità idraulica del Canale sia a fini irrigui che di scolo, riportandolo alla sezione originale.”

Il presidente del Consorzio della Bonifica Burana, Francesco Vincenzi, aggiunge: “Il Canale Collettore di Burana per la parte a monte, assieme al Po di Volano per la parte a valle, costituisce l’asse idraulico principale del bacino Burana-Volano, il quale si estende dal basso mantovano al Mare Adriatico, passando per basso modenese e ferrarese. È dunque presto spiegata l’importanza dei lavori in partenza al Collettore di Burana: la piena funzionalità del Canale è l’urgenza per un territorio decisamente ampio su cui insistono importanti aree residenziali e produttive e caratterizzato da un’economia agricola fiorente e ricca di eccellenze.”

martedì 8 febbraio 2011

DAL PIANO REGIONALE DI SVILUPPO RURALE 61 MILIONI DI EURO PER LE AREE COLLINARI E MONTANE.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: dare più servizi e diversificare l'attività agricola, perchè le aziende non chiudano. A Bologna la mostra "Il territorio come valore": il prima e il dopo di antichi fabbricati rurali trasformati in agriturismi


Bologna – Più servizi e concrete opportunità di diversificare l’attività agricola nelle aree montane e collinari dell’Emilia-Romagna. Sono queste gli obiettivi dei nuovi stanziamenti dell’asse 3 del Piano regionale di sviluppo rurale: 53 milioni di euro che verranno erogati attraverso bandi provinciali a partire dal mese di aprile, ai quali si aggiungono ulteriori 8 milioni di euro che verranno gestiti direttamente dalla Regione per integrare la diffusione della banda larga nelle zone attualmente non servite. Lo ha annunciato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni. “Fare agricoltura in montagna costa di più e rende meno e per questo negli ultimi vent’anni circa il 50% delle aziende ha chiuso. Questa iniziativa è importante non solo per la rilevanza della cifra, ma proprio perché è rivolta prevalentemente alle zone appenniniche, dove la possibilità di diversificare la propria attività rappresenta per le aziende agricole la condizione stessa per andare avanti e non chiudere”. Proprio sulla diversificazione si concentra una quota rilevante dei finanziamenti pubblici in arrivo: oltre 25 milioni di euro saranno infatti destinati alla realizzazione di agriturismi e bed and breakfast (16 milioni); di punti di sosta, degustazione e musei del gusto lungo le 15 Strade dei Vini e dei Sapori (2,5 milioni di euro); di spazi collettivi nei borghi rurali (7 milioni di euro).
Comune denominatore a tutti questi interventi sarà il recupero, nel rispetto delle tipologie e delle caratteristiche tradizionali, del patrimonio edilizio contadino, che potrà in questo modo diventare un ulteriore elemento di qualificazione del territorio e di attrazione turistica.
Anche la produzione di agro energie può rappresentare un’occasione di integrazione del reddito agricolo. Per questo verranno finanziati con 9 milioni di euro impianti fotovoltaici (ma solo sui tetti), a biomasse, eolici o solari. Saranno inoltre previsti punteggi aggiuntivi per chi deciderà di affiancare all’installazione di pannelli fotovoltaici anche la rimozione del cemento amianto presente nelle copertura degli edifici.
Quanto ai servizi di comunità per contrastare lo spopolamento delle montagne, i bandi mettano in campo risorse per circa 15 milioni di euro. Serviranno a realizzare strade e acquedotti rurali, ma anche impianti pubblici per il teleriscaldamento alimentati attraverso il legname dei boschi.
Il programma di interventi, che prevede anche risorse per la formazione degli operatori e per le aree della Rete Natura 2000 è rivolto sia a privati che a enti pubblici e i contributi previsti variano, in base al tipo di intervento, dal 45%, al 70%, al 90% .
Un precedente stanziamento nel 2009 aveva messo a disposizione per la diversificazione dell’attività agricola oltre 43 milioni di euro.

Il “territorio come valore”, una mostra per raccontare il prima e il dopo degli interventi di recupero di antichi fabbricati rurali

Raccontare come il recupero di un fabbricato rurale possa tradursi in un’ ulteriore occasione di valorizzazione del paesaggio e del territorio e dunque, anche, di attrazione turistica. Il programma di interventi del PSR è affiancato dalla mostra “Il territorio come valore”, promossa dall’Assessorato regionale all’agricoltura con APT Servizi. “Quella agrituristica è in Emilia-Romagna una realtà sempre più qualificata e in forte crescita – ha spiegato la presidente di Apt Livia Zanetti - in otto anni le strutture agrituristiche sono raddoppiate, passando dalle 492 del 2002 alle 989 del 2010, così da costituire un fenomeno sempre meno di nicchia e sempre più importante anche da un punto di vista economico”. La mostra propone, attraverso 15 pannelli, il “prima e “il dopo” di alcuni interventi di recupero particolarmente significativi realizzati in Emilia-Romagna. Stalle, antiche pievi, case contadine oggi diventate agriturismi, ma nel pieno rispetto delle caratteristiche costruttive originarie e dei materiali tradizionali. Dall’8 al 12 febbraio la mostra è allestita a Bologna, presso la sede dell’Assemblea legislativa (viale Aldo Moro, 50, piano terra), mentre successivamente farà tappa nelle diverse province dell’Emilia-Romagna.

martedì 1 febbraio 2011

COLDIRETTI: PER LE NUTRIE E’ EMERGENZA NAZIONALE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Uno studio scientifico dell’Università di Pavia a carattere nazionale ha sancito il forte impatto negativo della presenza dell’animale sul territorio e sulle colture. Danni all’agricoltura ed alle infrastrutture.

L’Università di Pavia ha condotto uno studio a carattere nazionale sui danni all’agricoltura provocati dalla nutria nel quale si descrive una situazione critica per una specie che si è riprodotta in modo tale da avere un impatto negativo sul territorio e sulle colture. Dallo studio emerge che, in Italia, la nutria è stata importata negli anni ’30, allo scopo di allevamento, quale animale da pelliccia. A partire soprattutto dagli anni '60 ha colonizzato gli ambienti fluviali e le aree particolarmente ricche di corsi d’acqua e zone agricole, come in provincia di Ferrara ed altre vaste aree della pianura padana.
Nonostante in America settentrionale e in Europa siano attivi programmi di controllo di tale specie, l’areale in cui è presente la nutria e la sua densità numerica sono aumentati in diversi Paesi. Per quanto concerne la distribuzione della specie in Italia e in Europa, si sottolinea come in Inghilterra meridionale, su una superficie di territorio quasi simile a quella del territorio lombardo, si sia riusciti, attraverso il trappolaggio, ad eradicare la specie.
Negli altri paesi, però, il trend della popolazione è in continuo aumento, così come quello dei danni provocati, non solo all’agricoltura, ma anche e soprattutto alle infrastrutture; al giorno d’oggi, in Italia, l’impatto della nutria è stimabile in 20 milioni di euro all’anno.
Le nutrie sono particolarmente dannose perché, nutrendosi dei germogli di piante erbacee ed arboree, rasano i campi di cereali in fase di emergenza mettendo a serio rischio la produzione e, di conseguenza, la redditività delle imprese agricole locali. Non solo, questi animali creano le tane in prossimità di canali ed arginature scavando lunghe ed ampie gallerie provocando crolli ed esondazioni.
Si originano così fenomeni di abbassamento delle strade poderali che, oltre a rendere difficoltosa e pericolosa il transito dei trattori, mettono in grave pericolo la sicurezza idraulica. Infine va rimarcato il pericolo procurato agli automobilisti dalle nutrie che attraversano improvvisamente le strade anche di grossa percorrenza. Ad essere a rischio quindi non è solo l’interesse economico del settore agricolo ma anche la tutela dell’ambiente e la sicurezza di tutti i cittadini.
La Nutria può essere potenziale portatrice di 16 zoonosi di tipo virale, batterico o parassitario. Una popolazione molto elevata potrebbe, quindi, provocare problemi di tipo sanitario, anche se al momento, la maggior parte di queste malattie è stata descritta solo in paesi esteri o riguarda infezioni sperimentali.
Tuttavia, la nutria è portatrice di un rischio di diffusione della Leptospirosi. Una percentuale di animali (10-60%) mostra positività anticorpale ed è esposta all’infezione (probabilmente a causa del contatto con il Ratto Rattus norvegicus)
Il contenimento numerico della specie può essere ottenuto tramite l’abbattimento con fucile (riconoscendo degli incentivi ai cacciatori per capo abbattuto, così come avviene in Luisiana negli Usa, il trappolaggio; e la sterilizzazione chirurgica.
In effetti, l’obiettivo principale degli interventi da porre in atto è l’isolamento delle popolazioni di Nutria, prerequisito fondamentale per favorire l’eradicazione (passaggio da un areale continuo ad un areale frazionato e disgiunto). Lo studio, infatti, evidenzia che per la nutria non ci sono molti predatori fatta eccezione per la volpe, il falco di palude e i cani randagi o inselvatichiti.
A fronte di quanto sopra evidenziato, secondo Coldiretti, la nutria rappresenta un problema che tocca diversi settori: quello agricolo, il mondo faunistico-venatorio, l’ ambiente e la sanità; è quindi necessario affrontarlo con un approccio gestionale interdisciplinare. 
Anche dal punto di vista finanziario si rende necessaria una compartecipazione a livello regionale dei diversi assessorati competenti (agricoltura, sanità e ambiente) e soprattutto bisogna fare in modo che alle province venga garantito il ritorno di tutte le risorse finanziarie derivanti dalla tassa di concessione dei cacciatori.
Sarebbe opportuna, inoltre, l’attivazione di un coordinamento nazionale per la gestione del problema nutria. Tra le azioni concrete da attuare Coldiretti propone che si preveda la corresponsione di un adeguato indennizzo ai coadiutori integrato da un premio incentivante per capo e la possibilità di abbattere gli animali anche nelle Zone di Protezione Speciale (Zps) della Rete Natura 2000, all’interno delle quali le nutrie, non essendo animali autoctoni, mettono a repentaglio la stessa flora e fauna da proteggere.