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lunedì 30 aprile 2012

COLDIRETTI: BICI E SAPORI, ITINERARI FERRARESI ALLA SCOPERTA DELLA CITTA’, DEL TERRITORIO E DELLE SUE PRODUZIONI


FONTE: COLDIRETTI

Domenica 29 aprile e martedì 1 maggio le prime cicloescursioni che coniugano il piacere di una scampagnata con la conoscenza del nostro territorio e delle produzioni agricole di qualità, nella “terra delle biclette”.

Debutto al sapor di fragola per “Benvenuti a Ferrara, Terra delle Biciclette”: domenica 29 aprile con ritrovo e partenza alle 10,30 da piazza Municipale in concomitanza con il mercatino dei produttori agroalimentari “Il Cibo è chi lo fa”,  è in programma il primo ciclotour  “Pedalando fra Arti&Orti”.  Al quale seguirà, martedì 1 maggio sempre con ritrovo e partenza da piazza Municipale a Ferrara, il vernissage di “Pedalando nella Città delle Biciclette” e contemporaneamente a Mesola “la cicloscampagnata dell’Asparago Verde IGP”.
L’iniziativa di domenica 29 aprile è una ciclopasseggiata di sei chilometri che alternerà scorci urbani ma anche suggestioni rurali di cui è ricca Ferrara e, durante il percorso, prevede anche una sosta nell’azienda ‘Castellina’ , all’interno del Parco Urbano, presso il Punto Vendita di Campagna Amica gestito dalla cooperativa Orto Amico, con degustazione di dolci e freschissime fragole ‘made in Fe’ , alle quali seguiranno, negli appuntamenti dei prossimi mesi, ciliegie, meloni, cocomeri, pere, mele e zucche, nell’intento di far conoscere alcuni dei nostri prodotti tipici di stagione, assieme ai promotori e partner dell’iniziativa “Ferrara, terra delle biciclette” (Fenailp, la federazione nazionale autonoma imprenditori e liberi professionisti della nostra provincia e BiciDeltaPo, con il contributo di Camera di Commercio e Provincia di Ferrara ed il sostegno di Intesa Sanpaolo-Carisbo).
Nella mattinata della Festa del Lavoro, sempre in sella alle due ruote, chi vorrà spostarsi verso il basso ferrarese, nella capitale dell’asparago verde, ovvero a Mesola, sarà possibile partecipare all’escursione ciclo-gastronomica alla scoperta dei segreti del pregiato turione.
Anche il 1 maggio la partenza è prevista alle 10,30 da Piazza Santo Spirito a Mesola, e nel corso di circa 20 km, si percorreranno luoghi di particolare fascino ambientale (toccando il bosco della fasanara e la ciclovia del Canal Bianco) rurale, con gustose soste gastronomiche a base di asparago e storico, con visita alla Torre Abate, manufatto idraulico della bonifica estense del 1500).
Nel corso della mattinata, in diverse tappe, sarà possibile assaporare Asparagi verdi marinati in carpaccio; Risotto agli Asparagi verdi e pancetta con crema all’uovo; Arrosto con Asparagi verdi; Dessert tipico della Sagra.
Sarà anche possibile vedere dove si coltivano asparagi, con la sosta presso l’azienda agricola di Tito Scarpa, come si raccolgono, come si lavorano prima di arrivare, nel classico mazzetto, nei punti vendita.
 Il calendario delle iniziative alle quale Coldiretti e Campagna Amica hanno aderito, prevede la copertura di tutti i prossimi mesi, sino a novembre, interessando sia la città (in collaborazione con l’azienda agricola Castellina e la cooperativa Orto Amico, e con la società agricola Biopastoreria che gestisce l’azienda TerraViva Bio, in via delle delle Erbe, sempre a Ferrara), che le aree del litorale, con le cicloscampagnate di Sapori da Mare 2012, e punta alla conoscenza e valorizzazione del grande patrimonio territoriale e produttivo della nostra provincia.
Il programma completo dei ciclo-eventi – tutti condotti da guide turistiche autorizzate, e raccolti in una cartoguida contenente anche il dettaglio dei ciclo-itinerari cittadini e territoriali tracciati dalla Provincia  che, stampata in 25.000 copie, sarà nelle prossime settimane in distribuzione gratuita negli uffici di Informazione Turistica e nelle strutture ricettive e di ospitalità di tutto il Ferrarese – si può consultare e scaricare dal sito www.bicideltapo.it , così come i costi di partecipazione e le convenzioni sconto per i soci di Fenailp, per i titolari di bancomat o carte di credito di Intesa San Paolo/Carisbo e per i soci di Coldiretti.

"UNA DOMENICA IN CAMPAGNA" a Poggio Renatico

 FONTE: aziende CANETTI - CARLOTTI - BURIANI

Domenica 13 Maggio in occasione dell'iniziativa Fattorie Aperte, dalle ore 15 alle ore 19, ci sarà la 7^ edizione di "UNA DOMENICA IN CAMPAGNA" a Poggio Renatico in via Bianchi n° 39 presso l'azienda agricola Canetti, organizzata dalle aziende CANETTI - CARLOTTI - BURIANI  in collaborazione con gli "amici di campagna" tra caprette, pony, animali da cortile, apicoltura, giro in trenino fra le tre aziende e tanto altro, nell'ambito delle "fattorie aperte". Per informazioni è possibile contattare il numero telefonico 338-6759122.
In caso di maltempo la manifestazione verrà rinviata a Domenica 20 maggio 2012.
Vi aspettiamo numerosi, per trascorrere una domenica in allegria e libertà.

Come arrivare da Ferrara: prendere per Poggio Renatico, seguire la indicazioni per Bologna e, prima del ponte del fiume Reno, svoltare a destra (via Bianchi) e seguire le indicazioni per l'azienda.

venerdì 27 aprile 2012

COMMERCIO, CONFAGRICOLTURA: “CRESCONO LE VENDITE DEGLI ALIMENTARI NELLA GDO. CRISI E CAMBIAMENTI DI STILI DI VITA PORTANO I CONSUMATORI A PRIVILEGIARE I SUPERMERCATI”

Fonte: Confagricoltura

Crescono le vendite al dettaglio, a prezzi correnti, dei beni alimentari (+2,3% a febbraio 2012 su febbraio 2011) restano praticamente invariate quelle non alimentari (+0,1%); come canale di vendita è preferita di gran lunga la GDO (+4% a febbraio), a fronte di imprese operanti su piccole superfici (-0,3%). Lo sottolinea Confagricoltura analizzando i dati forniti oggi dall’Istat che fa poi presente come i consumatori preferiscano acquistare i beni alimentari nei supermercati (+3,4); seguono discount alimentari (+2,9%) e ipermercati (+2,1%). “Cambiano le modalità di acquisto dei consumatori – evidenzia Confagricoltura - nell’intento di avere una gamma più vasta di prodotti da scegliere e risparmiare e per l’esigenza di molti di fare la spesa settimanalmente e quindi concentrare gli acquisti”. Confagricoltura ricorda che a febbraio scorso ci sono stati molti problemi nei rifornimenti degli esercizi commerciali a causa del maltempo e la cosa ha un po’ condizionato gli acquisti. Bisognerà vedere se i dati riscontrati saranno confermati nelle analisi Istat di marzo.

ATTUAZIONE ART. 62 DL LIBERALIZZAZIONI: IL 16 MAGGIO INCONTRO CON GLI OPERATORI ECONOMICI DELLA FILIERA AGROALIMENTARE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

A seguito delle riunioni e degli approfondimenti già svolti negli ultimi mesi, anche bilaterali, con gli attori coinvolti dal provvedimento, il 16 maggio 2012 si terrà l’incontro, organizzato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e dal Ministero dello Sviluppo economico, con le rappresentanze degli operatori economici della filiera agro-alimentare per proseguire il lavoro per l’attuazione dell’articolo 62 del D.L. 1/2012, concernente la Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari. Obiettivo dell’incontro è raccogliere osservazioni, criticità e proposte da parte delle organizzazioni rappresentative. Le organizzazioni degli operatori economici della filiera agricola e alimentare interessate a partecipare, devono inviare specifica richiesta via e-mail all’indirizzo: articolo62@mpaaf.gov.it, indicando gli elementi di rappresentatività della propria organizzazione.

PESCA, CATANIA: FAVOREVOLE ALLA REGIONALIZZAZIONE, TESTO COMMISSIONE BUONA BASE DI PARTENZA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “Sono favorevole alla regionalizzazione, che dia luogo a un meccanismo flessibile e adattabile alle diverse realtà. Sulla pesca serve un sistema semplice, che porti a una situazione di chiarezza e certezza delle regole. Mi sembra che il testo della Commissione corrisponda a queste esigenze, quindi in linea di principio sono favorevole alla proposta. Tuttavia, pur riconoscendo nella proposta un’ottima base, sono aperto alla discussione. Per quanto riguarda i Consigli consultivi, credo che dobbiamo andare verso una fase di maggiore coinvolgimento e sono anche interessato all’idea che possa essere resa obbligatoria la consultazione in modo da consentire in maniera sistematica agli operatori interessati di potersi esprimere prima dell’adozione di misure tecniche”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, partecipando ai lavori del Consiglio europeo dei Ministri dell’agricoltura e della pesca dell’Ue. In questo secondo giorno di lavori il Consiglio si dedica alla discussione dei temi relativi alla pesca, con particolare attenzione alla riforma della Politica comune della pesca (PCP).

RIFORMA PAC, CATANIA: SU QUESTIONE ‘AGRICOLTORI ATTIVI’ LASCIARE MARGINI DI DECISIONE A STATI MEMBRI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “La questione dell'agricoltore attivo è fondamentale e molto sentita nel mio Paese. La proposta originaria della Commissione non era soddisfacente, mentre registro nel testo della Presidenza un piccolo progresso, ma dobbiamo lavorare ancora”. Lo ha detto Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, partecipando ai lavori del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Unione europea, in Lussemburgo, che ha all’ordine del giorno la discussione sulla riforma della Politica agricola comune (PAC). “Occorre approfondire – ha aggiunto il Ministro Catania – l’ipotesi lanciata oggi dalla Commissione di una lista negativa, che lasci l’onere della prova a carico dell’agricoltore. È una strada, purché preveda una clausola che consenta al singolo Stato membro di lavorare ulteriormente sulla sua definizione. Per quel che riguarda invece la redistribuzione degli aiuti e la questione della convergenza interna, si tratta di un punto per noi fondamentale: il livello italiano di aiuti è estremamente diversificato. Non possiamo accettare un livellamento rapido come quello proposto dalla Commissione, abbiamo bisogno di più tempo. L’Italia non sarebbe in grado di arrivarci nell'arco di soli sette anni. Mi pare intelligente, quindi – ha concluso Catania – la proposta di una ‘forchetta’ che stabilisca un minimo e un massimo”.

giovedì 26 aprile 2012

OGM, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “GLI AGRICOLTORI DA SEMPRE SONO FAVOREVOLI AD UN SISTEMA DI REGOLE CHE DEFINISCA LA COESISTENZA TRA LE DIVERSE FORME DI AGRICOLTURA”

Fonte: Confagricoltura


Le varietà Ogm autorizzate da Bruxelles non possono essere bloccate in Italia, né da procedure di autorizzazioni nazionali, né in attesa che vengano varate le norme della coesistenza. Lo ha precisato l’avvocato generale della Corte di Giustizia europea Yves Bot nelle sue conclusioni inerenti una causa intentata davanti al Consiglio di Stato.

“Prendiamo atto del parere dell’avvocato generale della Corte di Giustizia – commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – Ricordo che la mia Organizzazione ha sempre chiesto che il tema degli Ogm venisse affrontato, nel nostro Paese, senza pregiudizi ma sulla base di certezze scientifiche”.

“La ricerca è indispensabile, va sostenuta e non frenata – afferma il presidente di  Confagricoltura -. E va fissato un sistema di regole che garantisca la coesistenza tra le diverse forme di agricoltura (convenzionale, biologica e transgenica) senza che l’una danneggi l’altra. Le regole finora, in Italia, si è preferito non adottarle, oggi emerge quanto questa scelta non sia conforme ai principi europei”.

martedì 24 aprile 2012

CONFAGRICOLTURA: " FONDAMENTALE IL RUOLO DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE CONTRO LE CONTRAFFAZIONI E LE FRODI ALIMENTARI"

Fonte: Confagricoltura

 “Sessanta milioni di euro l’anno è il fatturato della contraffazione del made in Italy agroalimentare, una cifra importante e un danno d’immagine enorme per le eccellenze del nostro Paese”. Lo ha detto Confagricoltura, commentando il positivo bilancio dell’attività di controllo effettuata dagli organismi che fanno capo al ministero delle Politiche agricole. “Quelli della contraffazione e delle frodi alimentari sono fenomeni criminosi ed è importante non abbassare la guardia – osserva l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, che accoglie con soddisfazione i dati diffusi oggi dal ministro Catania -. Fondamentale è il rigore con cui gli organismi di controllo perseguono gli illeciti: deve essere chiaro che non rispettare le norme di igiene, conservare male i prodotti, adulterarli o contraffarli comporterà severe sanzioni a cui non ci si potrà sottrarre”. “Abbiamo aziende eccellenti che vanno promosse e tutelate adeguatamente, punendo con sanzioni severissime, anche penali, coloro che non rispettano le norme – conclude Confagricoltura -. L’agroalimentare è il fiore all’occhiello del made in Italy ed è ambasciatore della cultura, della storia e della qualità che distinguono le nostre produzioni agricole”.

COLDIRETTI: BENE LOTTA A CONTRAFFAZIONE AGROALIMENTARE, CHE CI COSTA 164 MILIONI AL GIORNO

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Trecentomila posti di lavoro recuperando il fatturato del falso made in Italy, che porta via circa 164 milioni di euro al giorno, per un giro d’affari che raggiunge all’anno quasi 60 miliardi di euro. Bene quindi i controlli ed il contrasto ai falsi sui mercati mondiali.

Dalla lotta alla contraffazione possono venire fino a trecentomila nuovi posti di lavoro con il fatturato del falso Made in Italy che solo nell’agroalimentare ha raggiunto i 60 miliardi di euro. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente i risultati ottenuti dagli oltre 79 mila controlli effettuati nell’ambito delle attività operative condotte dai quattro organismi che dipendono dal ministero delle Politiche agricole ed illustrati dal Ministro Mario Catania, “Il fatto che per effetto della falsificazione vengano sottratti all’agroalimentare nazionale ben 164 milioni di euro al giorno dimostra che insieme al contrasto all’evasione fiscale, la lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’ area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Si tratta - ha sottolineato Marini - di un crimine particolarmente odioso in tempi di crisi perché si fonda soprattutto sull'inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Spesso la criminalità si avvantaggia della mancanza di trasparenza nei flussi commerciali e nell’informazione ai consumatori. In questa situazione c’è spazio per comportamenti illeciti dagli effetti gravissimi sia per la salute delle persone che per l’attività economica delle imprese. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano - ha sostenuto Marini - la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal parlamento italiano ma non ancora applicato per le resistenze comunitarie. La lotta alla contraffazione alimentare è considerata prioritaria dalla maggioranza dei cittadini: le frodi a tavola sono le piu’ temute da sei italiani su dieci anche i rischi che comportano per la salute, secondo una indagine Coldiretti/Swg. Al secondo posto (40 per cento) vengono quelle legate al fisco, mentre le truffe finanziarie sono lo spauracchio del 26 per cento degli italiani, seguite a stretta distanza da quelle commerciali, come la contraffazione dei marchi (25 per cento). Ai danni provocati sul mercato nazionale si aggiungono quelli sulle esportazioni agroalimentari che - ha continuato la Coldiretti - potrebbero addirittura triplicare con una radicale azione di contrasto al falso Made in Italy nel mondo. Ad essere colpiti sono i prodotti piu’ rappresentativi dell’identità alimentare: dai pomodori San Marzano coltivati in Usa al “Parma salami” del Messico, dal Parmesao del Brasile allo Spicy thai pesto statunitense, dall’olio Romulo con tanto di lupa venduto in Spagna al Chianti prodotto in California, ma anche una curiosa “mortadela” siciliana dal Brasile, un “salami calabrese” prodotto in Canada, un barbera bianco rumeno e il provolone del Wisconsin. Una concorrenza sleale nei confronti dei produttori nazionali con il rischio che, soprattutto nei Paesi emergenti come la Cina, si radichi tra i consumatori un falso Made in Italy che - ha concluso la Coldiretti - non ha nulla a che fare con il prodotto originale e che toglie invece spazio di mercato ai prodotti autentici.

CONTRAFFAZIONE E FRODI AGROALIMENTARI, CATANIA: QUALITA’ DEI CONTROLLI E’ GARANZIA PER LE NOSTRE PRODUZIONI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“È opportuno evitare duplicazioni e puntare a razionalizzare e semplificare i controlli nel settore agroalimentare, ma dobbiamo sempre ricordarci che quello italiano è il miglior sistema produttivo del mondo anche perché può far leva su un elevato sistema di controlli. Destrutturarlo sarebbe un terribile autogol per il sistema delle imprese: la qualità del controllo è garanzia della qualità delle nostre produzioni”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, intervenendo – nella Sala Cavour del Ministero – alla conferenza stampa di presentazione dei risultati dell’attività operativa 2011, in ambito agroalimentare, dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, del Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari, del Corpo forestale dello Stato e della Guardia Costiera-Capitanerie di Porto. La conferenza stampa ha rappresentato la prima occasione in cui i quattro organismi di controllo del Mipaaf hanno presentato in modo congiunto i risultati della loro attività operativa. Il Ministro Catania ha aggiunto: “La nostra attenzione alle contraffazioni e alle frodi alimentari è rivolta, naturalmente, sia al mercato nazionale che a quello estero. Il Prosecco – ha sottolineato Catania – è una storia di successo del Made in Italy agroalimentare che viene contraffatta all’estero. In Europa il prodotto gode di una protezione sufficientemente garantita, però resta ancora molta strada da fare. Per esempio, stiamo portando avanti la battaglia per ottenere l’obbligo, per ogni Stato membro, di perseguire le contraffazioni sul proprio territorio senza aspettare la denuncia del Paese che si ritiene danneggiato”. “Al di fuori della Comunità europea, nei mercati dei Paesi terzi come l’Australia, prodotti come il Prosecco – ha spiegato Catania – non vengono tutelati. In questo caso dobbiamo attivarci in sede di Organizzazione mondiale del commercio e pensare di tutelarci anche ricorrendo alla registrazione dei marchi. Un’attività – ha concluso il Ministro – su cui il Mipaaf interviene proattivamente, assistendo i nostri operatori nella registrazione dei prodotti sui più importanti mercati del mondo”.

venerdì 20 aprile 2012

OCCUPAZIONE, GUIDI (CONFAGRICOLTURA) AL CONVEGNO DELLE DONNE DELLA FLAI-CGIL: “SI’ AL LAVORO ROSA, NO AL LAVORO NERO”

Fonte: Confagricoltura


“Aumenta gradualmente la quota rosa in agricoltura; le aziende condotte al femminile sono più del 33% e le lavoratrici sono quasi il 40% della forza lavoro nel settore”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo oggi a Roma al Convegno delle Donne di Flai-Cgil sul lavoro. “La partecipazione femminile – ha proseguito Guidi - è fondamentale in agricoltura, la sua presenza però deve essere favorita e salvaguardata, penso, ad esempio, alla tutela della maternità. Riguardo ai temi della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro abbiamo compiti importanti da svolgere tutti assieme, associazioni datoriali e sindacali, in un’ottica di formazione, informazione e prevenzione”. Mario Guidi ha quindi affrontato il tema dell’occupazione e ricordato l’attenzione della sua Organizzazione a questi temi: “Confagricoltura – ha detto - da sempre rappresenta l’agricoltura ‘d’impresa’, diffondendo e proponendo i più efficaci modelli di modernizzazione della struttura produttiva. Le nostre aziende di punta01:43 p., anche in questo momento di crisi, tracciano la strada per l’intero settore. Investono per ammodernare gli impianti e le strutture, ridefiniscono le politiche commerciali e le funzioni imprenditoriali, operano in rete. Spesso aumentano la propensione verso l’estero per affrontare nuovi mercati. E sono queste le aziende che danno occupazione oggi, in modo strutturale e rilevante, e che potranno continuare a garantirla in futuro”. Poi il presidente di Confagricoltura ha aggiunto: “Da sempre chiediamo la massima attenzione e considerazione per l’occupazione agricola all’interno del contesto economico-sociale del nostro Paese, sottolineando gli elementi positivi e di qualità del lavoro in agricoltura e condannando gli abusi e le scorrettezze”. “Il lavoro sommerso – ha tenuto a precisare Guidi - è un problema non solo per lo Stato e per i lavoratori, ma anche per le imprese agricole in regola che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro dipendente e si trovano a competere con aziende ‘sommerse’ che operano con costi di produzione notevolmente inferiori. Esiste il lavoro ‘nero’, ma esiste certamente più lavoro ‘vero’ in aziende moderne, all’avanguardia, che danno occupazione, anche in tempi di difficoltà. Sono quelle che vogliamo difendere e rappresentare”.

COLDIRETTI: SABATO 21 APRILE INAUGURAZIONE PUNTO CAMPAGNA AMICA DELL'AZIENDA MOLESINI MASSIMO AD AGUSCELLO DI FERRARA

FONTE: COLDIRETTI FERRARA

A partire dalle 10,30 di sabato 21 aprile presso l’azienda agricola Molesini Massimo aperitivo e promozione dei prodotti aziendale per l’apertura del nuovo punto vendita accreditato a Campagna Amica.

Un nuovo punto vendita fisso, accogliente e strutturato per la vendita dei prodotti aziendali e della filiera tutta agricola e tutta italiana: si apre domani, sabato 21 aprile, presso l’azienda agricola Molesini Massimo, ad Aguscello di Ferrara, in via Boschetto, 66, nella prima periferia di Ferrara.
Dopo un periodo di “rodaggio” l’azienda ha deciso di strutturare in un punto fisso l’attività di vendita al pubblico dei propri prodotti, in particolare ortofrutticoli freschi, che sino ad ora è stato coronato da un buon successo, puntando a specializzare sempre più le produzioni aziendali per la vendita diretta (fragole, meloni e cocomeri sono il fiore all’occhiello, ma anche tutte le verdure di stagione), pensando in un prossimo futuro ad allargare anche la gamma produttiva sia propria che di prodotti del circuito delle aziende accreditate a Campagna Amica.
Per condividere con i consumatori e con gli amici l’avvio di questa nuova iniziativa, presso la sede aziendale a partire dalle 10,30 aperitivo con i prodotti agricoli e possibilità di acquistare i prodotti dell’azienda.

TASSE SULL’ENERGIA, CONFAGRICOLTURA: NON RICONOSCIUTO L’IMPEGNO DELLE IMPRESE AGRICOLE NELLA RIDUZIONE DI CO₂

Fonte: Confagricoltura

Il Parlamento europeo ha espresso parere favorevole (anche se non vincolante), con 374 voti a favore, 217 contrari e 73 astensioni, alla risoluzione sulla proposta di direttiva del Consiglio che modifica la normativa comunitaria sulla tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità.

La posizione del Parlamento presenta, a parere di Confagricoltura, aspetti positivi, come la conferma della facoltà per gli Stati membri di applicare, in funzione del rendimento energetico, imposte ridotte o pari a zero in alcuni settori come l’agricoltura.

Tuttavia, è stato mantenuto il corpus della proposta originaria che prevede una tassazione dell’energia basata su due punti: le emissioni di CO2 (elemento questo che non potrà in nessun caso essere ridotto) ed il contenuto energetico dei combustibili, che sarà l’unico oggetto di possibili riduzioni, anche se occorrerà dimostrare maggiore efficienza nell’utilizzo delle fonti di energia. Un meccanismo che, di fatto, secondo le stime degli uffici di Confagricoltura, porterà il livello minimo di tassazione complessivo per il gasolio agricolo ad almeno 6 cent/litro, cioè il triplo della situazione attuale. Senza contare che l’obiettivo di raggiungere la neutralità fiscale, cioè uno stesso livello di tassazione generale tra benzina e gasolio, porterà ad un ulteriore aumento delle accise su quest’ultimo. “Il modello di tassazione proposto – sottolinea Confagricoltura - sembra non tener conto dei risultati raggiunti dal settore agricolo negli ultimi anni”.

L’agricoltura ha ridotto infatti le proprie emissioni dell’11.6% in Italia e del 20% nella Ue a 27 dal 1990, soprattutto grazie ad una migliore gestione degli allevamenti zootecnici e dei suoli, con un significativo taglio dell’utilizzo di concimi azotati, principali responsabili delle emissioni di protossido di azoto. Inoltre, l’agricoltura e la silvicoltura sono gli unici settori che contribuiscono all’assorbimento della CO2 nel suolo e nella biomassa, attenuando il cambiamento climatico. Il solo apporto nazionale delle foreste esistenti, di cui quasi due terzi sono privati è fissato a 10,2 milioni di tonnellate di CO2/anno, considerando solo la gestione forestale.

Tale contributo alla diminuzione complessiva delle emissioni, non solo non è stato ancora debitamente riconosciuto, ma ora la nuova proposta di direttiva carica sul settore una nuova imposta che si tradurrà esclusivamente in una perdita di competitività per le imprese.

Confagricoltura quindi monitorerà ora il seguito del dibattito comunitario su questa proposta di direttiva con un occhio particolarmente attento alle possibili conseguenze sul settore agricolo. “Ci attendiamo – ha dichiarato il presidente Guidi – che il Consiglio dei Ministri UE prenda in attenta considerazione le nostre preoccupazioni in sede di approvazione definitiva della direttiva che, una volta varata, entrerebbe in vigore già dal 2013.”

ITALIA-COREA DEL SUD, CATANIA: VIA LIBERA ALL’EXPORT DEI KIWI ITALIANI

Fonte: Mipaaf - Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali

“L’apertura delle frontiere della Corea del Sud ai kiwi italiani è un passo avanti importante per l’export agroalimentare italiano. È stato un processo lungo e complesso che ha permesso al nostro Paese di fare il suo ingresso in un mercato in forte espansione. Questo risultato è il frutto di un’azione coordinata ed efficace condotta dal Mipaaf insieme con il Ministero degli Esteri e le nostre rappresentanze diplomatiche. Sono convinto che si tratti solo di un primo passo verso l’ingresso di altri prodotti ortofrutticoli italiani in questo importante mercato asiatico”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha commentato la decisione delle autorità fitosanitarie coreane (Animal, Plant and Fisheries Quarantine and Inspection Agency) di autorizzare l’ingresso di kiwi provenienti dall’Italia nel mercato nazionale, arrivata dopo un processo avviato nel 2005. Secondo gli ultimi dati disponibili, la produzione italiana di kiwi ha ampi spazi di crescita sul mercato coreano, dato che la produzione del Paese asiatico copre circa il 30% del fabbisogno nazionale. I produttori italiani attendono inoltre dal 2009 l’autorizzazione delle autorità coreane all’export di una serie di prodotti ortofrutticoli freschi.

LUNEDI’ 23 APRILE, A PARMA, GLI IMPRENDITORI DI CONFAGRICOLTURA SI CONFRONTANO CON IL SEGRETARIO DELL’UDC CASINI ED IL PRESIDENTE NAZIONALE GUIDI

Fonte: Confagricoltura


In una delle realtà a maggior vocazione agricola ed agroindustriale, qual è Parma, si terrà un importante incontro-confronto con il segretario dell’Udc, Pierferdinando Casini, ed il presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi.

L’appuntamento è per lunedì 23 aprile con l’assemblea di Confagricoltura Parma che si svolgerà nella sala convegni del Grand Hotel de la Ville. I lavori avranno inizio alle ore 10.30 e si apriranno con la relazione del presidente dell’Organizzazione provinciale, Lorenzo Bonazzi e l’intervento della presidente dell’Associazione dei Giovani Agricoltori, Monica Venturini, che consegnerà poi il premio “Parma per l’agricoltura” ad Albino Ivardi Ganapini come riconoscimento al suo assiduo impegno a favore del settore.

Tanti gli argomenti che verranno affrontati con l’on. Casini ed il presidente Guidi nell’assemblea degli agricoltori di Parma: dall’applicazione dell’Imu, alla troppa burocrazia e ai cavilli normativi che bloccano lo sviluppo delle imprese agricole, sino ai temi delle quote latte, della tutela e valorizzazione delle filiere e della possibilità per gli imprenditori agricoli di continuare a fare reddito. Senza dimenticare la discussa elaborazione delle nuove linee per l’agricoltura comunitaria ed il ruolo della politica per valorizzare e rilanciare l’agricoltura italiana.

VINO, CONFAGRICOLTURA: “AL GRUPPO CHE A BRUXELLES DISCUTE SU COME SALVAGUARDARE I VIGNETI, RICORDIAMO CHE LIBERALIZZAZIONE IMPIANTI PRODUCE CONTRARIO"

Fonte: Confagricoltura

“Ci auguriamo che a Bruxelles il ‘Gruppo europeo ad alto livello sui diritti di impianto’ lavori con serenità e senza pregiudiziali su un tema che sta a cuore a tutti i viticoltori europei, difendendo, come ha detto il commissario Ciolos, la qualità del vino ed il loro reddito”. Lo ha detto il presidente Mario Guidi in occasione della prima riunione del Gruppo sulla liberalizzazione dei vigneti, che si è tenuta oggi.

Confagricoltura fa presente come la Commissione Ue, prima di prendere ulteriori decisioni in materia (lo assicurò il commissario Ciolos nell’incontro tenuto a Verona, in occasione del Vinitaly, con il presidente di Confagricoltura Guidi), attenderà le conclusioni del Gruppo.

Un atteggiamento positivo, confermato oggi dalle dichiarazioni del commissario nel discorso di apertura del Gruppo di alto livello, sull’esigenza di avere una “valutazione realistica” della situazione.

“A Bruxelles si ritiene che la liberalizzazione degli impianti possa rendere il sistema vitivinicolo più competitivo a livello internazionale. Ci auguriamo che il gruppo specialistico faccia comprendere – sottolinea Confagricoltura – che le conseguenze andranno in direzione opposta: aumento delle superfici, ingovernabilità dell’offerta a denominazione di origine, sovrapproduzione, delocalizzazione, perdita dei valori patrimoniali dei vigneti”.

“La protezione del sistema delle denominazioni, anche attraverso il sistema dei diritti, è fondamentale per la nostra vitivinicoltura – avverte Confagricoltura -. Ma il problema è chiaramente presente anche per i vini comuni, dal momento che la liberalizzazione darebbe più spazio ai vini varietali che riporteranno in etichetta anche l’annata ed il vitigno. Tali produzioni, se non adeguatamente limitate, nel tempo andranno a minare il mercato dei vini ad IGT/IGP, che storicamente puntano soprattutto sul luogo geografico di provenienza e sul vitigno”.

“Il territorio storicamente vocato, il patrimonio ampelografico ed il loro sistema di gestione sono – ad avviso di Confagricoltura - un valore aggiunto per i nostri vini e debbono essere assolutamente difesi”.

“Intanto – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – è cresciuto il fronte anti-liberalizzazione dei diritti di impianto che comprende 15 Paesi e ci conforta l’impegno espresso dal ministro per le Politiche agricole Mario Catania che sta lavorando per difendere la viticoltura di qualità e rafforzare lo schieramento dei Paesi contrari”.

GUARDA IL COMUNICATO

INVENTARIO FORESTE, CONFAGRICOLTURA: “DUE BOSCHI ITALIANI SU TRE SONO PRIVATI, VA VALORIZZATO E INCENTIVATO IL RUOLO DEGLI AGRICOLTORI”

Fonte: Confagricoltura

“La selvicoltura è il settore che più contribuisce ad attenuare il cambiamento climatico. A dimostrarlo c’è il fatto che ogni albero assorbe, nel corso della sua vita, circa 0,700 tonnellate di CO2 atmosferica”. Lo dice Confagricoltura in occasione della presentazione dell’Inventario nazionale delle foreste del Corpo forestale dello Stato.

La crescita del patrimonio boschivo italiano negli ultimi venti anni dimostra che occorre rilanciare il ruolo delle foreste in tutte le loro funzioni: dal sequestro del carbonio, alla tutela della biodiversità, dalla conservazione della qualità del paesaggio, al contenimento del dissesto del territorio.

“Aver completato il registro delle foreste e dei serbatoi di carbonio da parte del Corpo Forestale dello Stato è importante per la ridefinizione del Protocollo di Kyoto. – sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli -. Bisogna tenere in adeguato conto il contributo ambientale dato dalle attività agricole e forestali, prevedendo la possibilità per gli Stati aderenti di classificarle come “carbon sink” (pozzi di assorbimento del carbonio) e ‘contabilizzando’ tutte le aree boschive e le coltivazioni di piante produttive ai fini dell’assorbimento di CO2.”

Confagricoltura ricorda che quasi i due terzi dei boschi italiani sono privati, soprattutto degli agricoltori, che assolvono con continuità a precisi compiti di manutenzione, pulizia e selvicoltura. “Andrà soprattutto approfondito l’aspetto legato al riconoscimento del ruolo svolto dai gestori forestali – conclude l’Organizzazione -. Si tratta di un servizio di grande valore ambientale reso alla collettività, da valorizzare ed incentivare adeguatamente nel nuovo Quadro strategico di sostegno allo sviluppo rurale”.

ENERGIE PULITE: PROVINCIA DI MODENA DÀ IL VIA LIBERA A COPROB PER REALIZZARE UN IMPIANTO A BIOGAS DI 1 MWH NELL’EX ZUCCHERIFICIO DI FINALE EMILIA

Fonte: Coprobi

Bologna, 19 aprile 2012 – La Provincia di Modena ha autorizzato la costruzione di un impianto a biogas della potenza elettrica di 0,999 MWh nell’area dell’ex zuccherificio di Finale Emilia; si conclude così il procedimento amministrativo intrapreso da COPROB il 18 agosto 2011.

I lavori, che prevedono un investimento di circa 5 milioni di euro, sono stati prontamente avviati al fine di poter immettere in rete l’energia elettrica prodotta entro il 31 dicembre 2012. L’impianto verrà realizzato all’interno dell’area dell’ex zuccherificio, costituendo la prima fase del complessivo piano di riconversione industriale avviato dal Gruppo COPROB, su una superficie di circa 4 ettari.
L’impianto a biogas di Finale Emilia rientra nel più ampio progetto di COPROB di valorizzare i sottoprodotti della lavorazione delle barbabietole da zucchero locali – le cosiddette polpe surpressate – attraverso il loro utilizzo massivo negli impianti di biogas di dimensioni contenute (non superiori ad 1 MWh); progetto che prevede la costruzione, nei siti industriali del Gruppo, di almeno 3 impianti. L’impianto a biogas di Finale Emilia sarà infatti costantemente alimentato, a livello annuale, con 20.000 tonnellate di polpe e, residualmente, con 3.000 tonnellate di mais; le polpe, prodotte presso lo zuccherificio di Minerbio (BO) durante la campagna saccarifera, saranno trasportate a Finale Emilia con gli stessi mezzi adibiti al trasporto delle barbabietole, sfruttando la loro disponibilità di carico dopo la consegna allo zuccherificio delle radici provenienti dalla provincia di Modena. In questo modo sarà fortemente ridotto l’impatto ambientale nella zona, con un incremento contenuto di mezzi di trasporto. Il mais sarà invece prodotto dalle aziende agricole locali socie di COPROB, più vicine quindi all’impianto a biogas; alle medesime saranno poi forniti i residui organici, post produzione del biogas, che costituiscono un valido ammendante per i terreni agricoli. In questo modo si costituirà un circolo produttivo virtuoso, contenendo l’uso dei terreni agricoli destinati a colture dedicate all’energia e sfruttando sottoprodotti della coltivazione delle barbabietole locali.

“Il progetto consentirà a COPROB di valorizzare i sottoprodotti della lavorazione delle bietole per produrre energia elettrica in modo ecologico e contribuendo a ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio. – ricorda Piero Cavrini, vice presidente COPROB – La valorizzazione dei sottoprodotti delle barbabietole garantisce margini economici che, grazie alla Cooperativa, possono sostenere ulteriormente la bieticoltura dei nostri territori e la produzione di zucchero italiano: un valore per gli agricoltori, per le industrie alimentari italiane e per i consumatori”.

giovedì 19 aprile 2012

MISURE FISCALI, CATANIA: CHIESTI SACRIFICI, MA RISPETTATA PECULIARITÀ DELL'AGRICOLTURA

Fonte: Mipaaf - Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali

"Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 16 Aprile un disegno di legge recante una delega al Governo in materia fiscale. Parallelamente la Camera dei Deputati sta procedendo nei lavori di conversione del decreto legge concernente semplificazioni in materia fiscale. Considerata la rilevanza dei due provvedimenti appare opportuno precisare gli effetti per il settore agricolo. Le misure in questione comportano indubbiamente un sacrificio per gli agricoltori, particolarmente in relazione all'Imu. Questo onere deve essere messo in relazione alla fase economica che stiamo attraversando e che ha costretto a forti sacrifici l'intera società italiana. Le disposizioni per la fiscalità agricola testimoniano però l'impegno del Governo diretto ad evitare che venga compromessa la redditività delle imprese, in una visione che tutela la specificità del settore. Le correzioni introdotte per l'Imu e le scelte adottate nel disegno di legge di delega fiscale assicurano un quadro complessivo che consentirà alle aziende agricole una proficua prosecuzione del proprio impegno produttivo".
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania interviene in merito alle novità introdotte dal disegno di legge di delega fiscale, approvato il 16 Aprile in Consiglio dei Ministri, e al decreto legge in materia di semplificazioni in materia fiscale, in conversione in Parlamento.
"L'insieme delle misure concernenti la fiscalità agricola - ha concluso il Ministro Catania - dovranno ora completare l'esame parlamentare che auspico possa essere positivo".
Nel disegno di legge di delega fiscale è prevista una revisione del sistema catastale. Da tale revisione è escluso il catasto dei terreni agricoli. Per quanto concerne i fabbricati rurali, pur essendo in linea di principio inclusi nel perimetro della delega (che concerne il catasto fabbricati), non sono tuttavia previsti principi e criteri direttivi per l'esercizio della revisione. Ciò comporta che nella stesura attuale la delega non è applicabile ai fabbricati rurali. Sempre in merito alla tematica catastale, va poi segnalato che nella conversione del decreto legge sulla semplificazione fiscale è contenuta una disposizione che dà la possibilità al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministero dell'Economia e Finanze, di riclassificazione dei Comuni ai fini della catalogazione delle categorie di Comuni svantaggiati e montani ai fini Imu. La norma è diretta a riposizionare i Comuni stessi alla luce della effettività redditività delle diverse zone agricole, in modo da realizzare una catalogazione Imu (relativa alle zone soggette ed a quelle esenti) più rispondente alla realtà economica delle imprese. Tale operazione costituisce il primo adempimento in direzione di una più ampia revisione del catasto terreni, in merito al quale il Governo valuterà le modalità, da porre in essere con successivo provvedimento, per la realizzazione di un catasto rispondente alla reale evoluzione economica della redditività dei terreni.
Per quanto concerne le imposte sui redditi le nuove misure delineate dal disegno di legge di delega fiscale per le imprese non si applicano al settore agricolo. Le imprese agricole, pertanto, continueranno a calcolare ed a corrispondere l'imposta secondo l'attuale sistema, basato sul reddito agrario derivante dal catasto.

In merito all'Imu la conversione del decreto legge sulle semplificazioni fiscali arreca alcune importanti novità per fabbricati e terreni agricoli:

1. Vengono esentati dall'imposta i fabbricati rurali ad uso strumentale ubicati nei Comuni montani o parzialmente montani.

2. Viene introdotta una franchigia (fino a 6.000 euro di valore) ed una riduzione d'imposta (fino a 32.000 euro di valore).

3. Viene ridotto al 30% il pagamento dell'acconto Imu giugno 2012 per i fabbricati rurali. Questa riduzione è prevista a fini prudenziali, tenuto conto delle incertezze del gettito derivante dall'imposta, e consentirà di valutare opportunamente il gettito medesimo. Al riguardo la norma prevede espressamente che, in caso di gettito superiore alle previsioni, venga ridotta l'aliquota prima del saldo di dicembre. Il meccanismo introdotto evita pertanto la possibilità di un forte extra-gettito gravante sul settore, che era stato paventato dalle organizzazioni agricole.

mercoledì 18 aprile 2012

Bonifiche, dalla Giunta regionale un progetto di legge che completa l'opera di riforma.

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Rabboni: "un provvedimento che dà certezze a tutti, a tutela dei diritti dei cittadini e della sicurezza idraulica del territorio". Chiarito quando si paga il tributo nelle aree urbane e l'obbligo alle manutenzioni in montagna.

Bologna - Non saranno tenuti a pagare il tributo di bonifica i proprietari degli immobili situati nelle aree urbane, la cui rete fognaria è in grado di garantire la piena sicurezza idraulica, vale a dire l'allontanamento delle acque meteoriche, senza significative interconnessioni con la rete di bonifica. E’ una delle novità previste dal progetto di legge sulle bonifiche licenziato dalla Giunta regionale. Come ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, il testo, che dovrà ora passare all’esame dell’Assemblea legislativa per l’approvazione definitiva, “rappresenta il terzo e conclusivo provvedimento con cui la Regione ha riorganizzato tutto il sistema dei consorzi di bonifica, dopo la legge del 2009 che ne ha ridotto il numero da 16 a 8 e quella del 2010 che ne ha riformato su base proporzionale il sistema elettorale. Con questo provvedimento completiamo la riforma, chiarendo la controversa questione del tributo di bonifica nelle aree urbane, la funzione di bonifica in montagna, stimoliamo la collaborazione tra bonifiche, gestori dei servizi idrici ed altri soggetti, promuoviamo l'uso plurimo delle acque che transitano nei canali di bonifica e, infine, disponiamo che i tributi di bonifica di modesta entità vengano riscossi su base pluriennale per il raggiungimento di un importo almeno significativo. In sostanza più chiarezza per i cittadini nel loro rapporto con la bonifica e più efficienza nei servizi svolti sul territorio. Il tutto per rendere ancora più produttiva ed apprezzata la realtà di bonifica che grazie a 20 mila chilometri di canali e a 450 impianti di sollevamento idraulici garantisce la sicurezza idraulica a un territorio di quasi 1 milione di ettari.”

Le novità del progetto di legge
Se in passato i proventi dei tributi di bonifica in montagna erano destinati a sostenere la sola attività di vigilanza, ora dovranno essere utilizzati per finanziare quegli interventi di manutenzione e di presidio del territorio che sono più che mai strategici in queste aree del territorio regionale. Per quanto riguarda le aree urbane, invece, il progetto di legge chiarisce chi dovrà pagare o meno il tributo di bonifica: non dovranno farlo gli immobili serviti dalla rete fognaria senza significative interconnessioni con la rete di bonifica, mentre pagheranno i proprietari di immobili che traggono un beneficio specifico e diretto dalle opere di bonifica. Lo strumento che permetterà di individuare gli immobili esclusi o tenuti al pagamento è il Piano di classifica degli immobili del comprensorio di bonifica, che dovrà essere predisposto da ogni Consorzio, sulla base di criteri definiti dalla Giunta regionale dopo aver sentito una commissione tecnica composta da esperti di tutte le pari interessate. Tra le novità del testo: l’obbligo a contribuire alle spese del Consorzio per chiunque, pur non associato, scarichi acqua nei canali consortili; la possibilità per il Consorzio di bonifica e il Servizio idrico integrato di accordarsi per una riscossione unitaria dei tributi e, in casi particolari, per una gestione concordata delle reti. Viene poi stabilito che i canali di bonifica potranno essere utilizzati anche per usi diversi da quello irriguo, come quello civile ed industriale, infine, i tributi di modesto importo saranno riscossi ogni due o tre anni, al raggiungimento di una soglia minima in grado di giustificare le spese amministrative per la riscossione.

Cia: Convegno sul ricambio generazionale in agricoltura



FONTE: CIA FERRARA

Ferrara: I giovani agricoltori ed i pensionati della Cia hanno organizzato un convegno sul tema del ricambio generazionale in agricoltura. Alla presenza dell'assessore provinciale all'agricoltura Stefano Calderoni e del segretario generale della Camera di commercio, giovani e pensionati si sono confrontati su un tema delicato per il settore agricolo, ma che da dati camerali si nota quanto in realtà nella provincia di Ferrara sia trasversale dell'intera imprenditoria locale.
In apertura Lorenzo Boldrini, presidente Cia, ha detto che "il ricambio generazionale è un cavallo di battaglia della Cia. I giovani non solo devono entrare, ma devono rimanere e le condizioni per restare dentro il settore sono spesso trascurate. La Cia vuole valorizzare e rivalutare la figura del giovane imprenditore anche all'interno della propria azione sindacale e dei propri organi, dando spazio, fiducia e tempo a questi ragazzi e ragazze che si affacciano obiettivamente ad un mondo articolato e complesso."
Nella sua relazione Berardino Gallotta, presidente dell'AGIA, associazione giovani della Cia, ha sostenuto che "le condizioni economiche e di mercato cambiano repentinamente, le misure previste per i giovani devono poter essere più snelle, meno oppressive per chi fa impresa, ed aiutare non solo per l’avviamento, ma anche e soprattutto, accompagnare il giovane nei primi anni di attività. L’Europa che si pone obiettivi concreti per il 2020 e comincia a prefigurare piani di azione per il 2050, ma proprio per questo deve considerare i giovani imprenditori la risorsa più importante per qualsiasi politica, e le proposte attuali invece non vanno in questa direzione."
"Il tema del credito rappresenta la maggior criticità per la giovane azienda agricola, per fare impresa servono finanziamenti a medio e lungo termine. - ha spiegato Gallotta - Il business plan o comunque la presentazione trasparente delle dinamiche gestionali finanziarie e patrimoniali (il bilancio dell’azienda), dovrebbe consentire di presentarsi in banca nelle migliori condizioni per dimostrare il merito creditizio e la capacità di pagamento delle rate, ma nessuna impresa può sopravvivere senza mutuo di lunga durata con rate accettabili. La burocrazia complessivamente è asfissiante; si è subissati da registri, vidimazioni preventive e adempimenti di ogni genere, è necessario valutare con attenzione tra quello che è fondamentale e quello che può essere cambiato e semplificato."
Gallotta infine ha concluso affermando che "occorre battersi per garantire che il lavoro e il prodotto dell’attività agricola sia adeguatamente remunerato. Questo è il punto su cui i giovani della CIA di Ferrara vogliono richiamare l’attenzione anche nell’ambito del progetto regionale sul ricambio generazionale."
"Non vi è nessun futuro se a fine giornata non si riesce a mettere su la pentola per la famiglia - ha esordito Stefano Calderoni, nuovo assessore provinciale all'agricoltura. " fare il punto della situazione è importante ma a questi momenti devono seguire politiche attive e concrete."
"La riforma della PAC non offre molte soddisfazioni su questo versante - ha spiegato Calderoni - la UE svolta verso l'ambiente al punto da far pensare che il termine PAC significhi, politica ambientale comunitaria, introducendo il greening che è una soluzione poco agricola e poco lungimirante in un mondo che ha ancora troppa sofferenza per fame. Il nuovo sistema non molto diverso da quello vecchio ci farà perdere 250 milioni di euro ed allora si capisce il bisogno di impegnarsi maggiormente a tutti i livelli per aggiornare queste proposte."
"La Provincia ha rivalutato come strumento di confronto la consulta agricola provinciale, - ha affermato l'assessore provinciale - che dovrà affrontare con molta attenzione anche questo tema del ricambio generazionale con iniziative concrete."
Mauro Giannattasio, segretario della CCIAA, ha iniziato confermando che "nella maggior parte dei casi il trasferimento aziendale coinvolge le famiglie, anche se il termine è più generale."
"Per affrontare con successo il ricambio generazionale meglio, la trasmissione d’impresa, - ha proseguito Giannattasio - la prima convinzione che dovrebbe muovere i figli degli imprenditori (e i loro genitori) è che imprenditori si può diventare. Non è automatico, non è in nessun modo garantito dal fatto di essere figli di imprenditori, difficilmente avviene in mancanza di alcune pre-condizioni (come ad esempio motivazione e passione), è sicuramente frutto di un intenso lavoro, necessita di uno spirito di sacrificio e di grande impegno, ma imprenditori si può diventare."
In conclusione Marco Ercolani, presidente regionale dell'AGIA, ha ringraziato tutti "perché il convegno è stato utile e propositivo. Questo momento fa parte di un percorso regionale iniziato a novembre dello scorso anno e che si concluderà a fine mese con una importante iniziativa regionale sul tema, e che il convegno della Cia di Ferrara dimostra che i giovani agricoltori ferraresi non solo sono attenti alla cosa ma vogliono essere protagonisti di un lavoro comune che deve e vuole portare novità anche all'agricoltura"

IMPRESE, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “IN TRE MESI CHIUSE OLTRE 13 MILA AZIENDE AGRICOLE. E’ UN SEGNALE DI SOFFERENZA MA ANCHE DI RAZIONALIZZAZIONE”

Fonte: Confagricoltura

Sono più le aziende agricole che chiudono, di quelle che nascono; in assoluto l’agricoltura è il settore produttivo che ha il saldo negativo maggiore (–13.335 unità). Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati di Unioncamere sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell’anno.

Il dato Unioncamere sul settore primario è in linea con una tendenza alla razionalizzazione che si registra da diversi anni, ma è anche – commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - il segno di una sofferenza in cui si trovano ad operare tante imprese agricole che non trovano margini di redditività”.

Mario Guidi ricorda come “tutte le analisi qualitative fino ad oggi condotte tendano ad individuare un ristretto raggruppamento, di circa il 2% delle imprese esistenti in grado di generare massa critica. Si tratta di circa 30-32 mila imprese da cui deriva gran parte del fatturato, del valore aggiunto e dell’occupazione del sistema agricolo nazionale”.

“Che la crisi faccia sentire i suoi effetti e aggravi la situazione è fuori discussione ed il dato Unioncamere sulla nascita e sulla chiusura delle aziende agricole lo conferma – commenta il presidente di Confagricoltura -. Non vorrei però che emergesse dalle analisi sulla crisi l’immagine di un’agricoltura che si arrende. Ci sono imprese agricole strutturate, moderne e competitive che hanno messo in atto, già da tempo, precise strategie per fronteggiare le criticità. Come è emerso nell’indagine che abbiamo svolto recentemente con il Censis, le imprese più evolute hanno adeguato gli impianti e le strutture produttive (il 75% delle aziende più evolute), ridefinito le politiche di vendita (59%), riorganizzato le procedure di lavoro (57,3%), individuato nuove produzioni e colture (51,7%), ridefinito le funzioni di vertice (30,3%). Solo il 3,7% del campione intervistato non ha apportato alcun cambiamento”.

martedì 17 aprile 2012

COLDIRETTI: CRISI E SUICIDI; COLLASSO PESCA TRA BOOM GASOLIO (+25%) E CREDIT CRUNCH

Fonte: Coldiretti Ferrara

Il solo aumento del prezzo del gasolio, rincarato del 25 per cento, sta costando alle imprese di pesca duemila euro in più, mentre si fa sempre più grave la stretta creditizia delle banche. E’ quanto rileva Coldiretti nel commentare le difficoltà che stanno colpendo il settore ittico, tanto da aver portato un pescatore di Porto Garibaldi a tentare il suicidio nei giorni scorsi. Il gasolio incide fino alla metà dei costi di produzione e l’aumento delle quotazioni fatto registrare negli ultimi dodici mesi ha aggravato una situazione resa già difficile dal contemporaneo calo dei prezzi pagati ai pescatori. La forbice tra prezzo all’origine e prezzo al consumo – ricorda Coldiretti Impresa Pesca - si è sempre più allargata. Mediamente alle imprese agricole sono destinati solo 17 centesimi per ogni euro del prezzo al consumo, cosi come per la pesca dove su ogni euro del prezzo al consumo agli operatori di settore sono destinati solo 25 centesimi. Ciò senza dimenticare – ricorda Coldiretti ImpresaPesca - il crollo fatto registrare nel 2011 a livello di produzione, tanto da rendere necessari due mesi continuativi di fermo pesca. Un ulteriore fattore di crisi è poi rappresentato dal problema dal cosiddetto “credit crunch”, la stretta creditizia da parte delle banche. La quasi totalità degli istituti negli ultimi mesi ha ristretto gli affidamenti alle imprese del settore o di contro, ove possibile, ha elevato le garanzie. In questo modo – sottolinea Coldiretti ImpresaPesca - si stanno limitando gli investimenti nella pesca e nell’acquacoltura e togliendo la liquidità necessaria alle stesse operazioni di ordinaria gestione commerciale

FRUITIMPRESE EMILIA ROMAGNA: “SULLE AGGREGAZIONI IL MINISTRO CATANIA APRE A NUOVE FORMULE”

Fonte: Fruitimprese

All’indomani dell’incontro in Regione col ministro Catania sui nuovi strumenti che il Settore Ortofrutta deve cercare per dare stabilità ai redditi delle imprese, il Presidente di Fruitimprese Emilia Romagna, Giancarlo Minguzzi, ha scritto alle imprese associate esprimendo apprezzamento per l’iniziativa dell’assessore Tiberio Rabboni che ha presentato il progetto dell’Organizzazione interprofessionale della pera condiviso da tutti gli operatori privati e cooperativi della filiera. E inoltre una piattaforma in 5 punti che fa perno non solo sugli Organismi interprofessionali ma anche sulle assicurazioni sul reddito e sui fondi mutualistici da attivare nel caso di annate negative; sulla più efficiente modalità di gestione delle crisi a livello europeo, sulla creazione di fondi autofinanziati per destinare una quota della produzione ordinaria all’avviamento di nuovi mercati. E sulla ‘buona applicazione’ dell’articolo 62 del decreto liberalizzazioni, per maggiore trasparenza e correttezza nei rapporti con la Gdo.
“Mi preme anche sottolineare – aggiunge Minguzzi - l’intervento del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania che, con rara chiarezza espositiva ed incisività, ha evidenziato le priorità da affrontare. In primo luogo, ha rilevato che l’agricoltura è penalizzata, tra le altre cose, da un preoccupante calo di consumi, alla cui determinazione potrebbe non essere estranea la scarsa efficienza con cui la Gdo gestisce i prodotti ortofrutticoli. Va vista positivamente pertanto l’annunciata apertura di un tavolo di confronto con la Gdo per effettuare le opportune verifiche ed eventualmente trovare correttivi, così come si è già fatto con l’art. 62 del decreto liberalizzazioni che ha introdotto termini di pagamento precisi nei contratti relativi ai prodotti alimentari e ha vietato pratiche commerciali inique. La seconda priorità è quella dell’aggregazione dell’offerta. Una partita, questa, secondo le parole del Ministro, che deve essere affrontata “senza steccati ideologici e senza formule precostituite con le quali in passato spesso ci si è incartati. I processi per l’aggregazione possono essere molteplici. Non è detto che debbano passare solo attraverso le O.P. o la cooperazione. Vi possono essere forme associative nuove”.
“In queste parole intelligenti, di un tecnico che conosce profondamente il settore ortofrutticolo – conclude Minguzzi - vedo per la prima volta, in modo esplicito, il riconoscimento del rilevante ruolo che gli Operatori privati hanno nel comparto ortofrutticolo ed anche il risultato del lavoro brillante svolto dal Presidente Peviani alla guida di Fruitimprese”.

RIFORMA PAC, CONFAGRICOLTURA: “PIU’CONTROLLO DELLA SPESA CHE OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE, LA CORTE DEI CONTI EUROPEA AVVALORA OBIEZIONI AGRICOLTORI"

Fonte: Confagricoltura

“Il parere della Corte dei conti europea avvalora le obiezioni e i timori costantemente espressi da Confagricoltura sull’impostazione della riforma Pac, così come è stata proposta dalla Commissione Ue ad ottobre scorso, che dovrebbe essere attuata dal 2014”. Così l’organizzazione degli imprenditori agricoli commenta le osservazioni della magistratura contabile europea sulla nuova politica agricola comunitaria e prosegue: “In particolare il parere della Corte pone contemporaneamente l’accento sulla complessità del quadro normativo della riforma e sul fatto che sia fondamentalmente concentrata sulla spesa e sul suo controllo. Tant’è che stima che le spese degli Stati membri per gestire i soli regimi di pagamenti diretti potrebbero aumentare del 15%”.

“Concordiamo con molti dei punti specifici sollevati dalla Corte dei conti europea – dice il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi – ad esempio quando giudica complessa e difficile da amministrare la “condizionalità” dei pagamenti, ossia il rispetto di norme comunitarie e nazionali che vincolano le erogazioni ai beneficiari. Ma anche quando afferma che occorre una definizione generale e al contempo semplice degli agricoltori in attività cui sono destinati i pagamenti diretti; e quando avverte del rischio che i nuovi regolamenti possano creare ulteriori barriere al ricambio generazionale ed all’ingresso di nuovi agricoltori.”

Mancano poi, sottolinea Confagricoltura, gli obiettivi specifici dei pagamenti diretti agli agricoltori con relativi risultati che da essi si attendono e gli indicatori per misurarli. Così come non sono indicati adeguatamente obiettivi e risultati del “greening”.

“In buona sostanza – conclude il Presidente Guidi –nel progetto di riforma della Commissione ci sono dei maggiori oneri e mancano gli elementi per conseguire quegli ‘obiettivi di alto livello stabiliti dal Trattato’ che la stessa Corte dei Conti cita testualmente: l’aumento della produttività agricola e l’incremento del reddito individuale di coloro che lavorano in agricoltura. Obiettivi che anche Confagricoltura ritiene essenziale cogliere modificando adeguatamente le proposte di regolamento della Commissione.”

MISURE FISCALI, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “GRAZIE ALL’IMPEGNO DEL MINISTRO CATANIA TASSAZIONE AGRICOLA PIU’ EQUA”

Fonte: Confagricoltura

“Il disegno di legge sulle misure fiscali approvato ieri dal Consiglio dei ministri testimonia, date le specificità dell’agricoltura, l’impegno del Governo perché non venga compromessa la redditività delle imprese e di questo dobbiamo ringraziare il ministro Catania, che si è fortemente impegnato a sostenere le nostre richieste, perché le aziende del settore possano proseguire proficuamente nel loro impegno produttivo”. Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi commenta il provvedimento sulle misure fiscali relativo alla parte agricola.

“Non abbiamo mai rifiutato di dare il nostro contributo di sacrifici per il risanamento del Paese - prosegue Guidi - e, in particolare per quanto riguarda l’Imu, il sacrificio, seppur alleviato dalle ultime novità su catasto, fabbricati e terreni agricoli, resta pesante, ma il quadro complessivo si presenta, anche per quanto concerne le imposte sui redditi, più sopportabile dalla realtà economica delle imprese”.

GASOLIO, CONFAGRICOLTURA: LA NORMATIVA EUROPEA SULLA TASSAZIONE DEI PRODOTTI ENERGETICI RISCHIA DI AGGRAVARE I COSTI DEL CARBURANTE AGRICOLO

Fonte: Confagricoltura

Il prossimo mercoledì 18 aprile, il Parlamento Europeo in seduta plenaria, esaminerà e voterà la “relazione Lulling” sulla proposta di direttiva del Consiglio che modifica la normativa europea sulla tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità. Confagricoltura sta seguendo con particolare attenzione l’iter del provvedimento la cui approvazione potrebbe portare ad un ulteriore aumento del costo del gasolio agricolo.

“La proposta di direttiva – osserva Confagricoltura - introduce una specifica tassazione dell’energia collegata alle emissioni di CO2 imputabili al consumo dei prodotti interessati, che si va ad aggiungere alla tassazione generale sull’energia basata sul contenuto energetico dei prodotti. Con il nuovo quadro legislativo in pratica si passa da un unico livello minimo di accisa (per il gasolio agricolo oggi pari a 21 €/1000 litri cioè 2,1 cent/litro) a due livelli minimi che devono essere evidenziati nel costo del gasolio in maniera separata”.

“La componente CO2 verrà applicata ad un livello minimo di 20 €/ per tonnellata di anidride carbonica emessa, pari a 5,3 cent/litro di gasolio che è uguale per tutte le tipologie di utilizzo, senza tener conto che – evidenzia Confagricoltura - i settori agricolo e forestale sono gli unici che garantiscono di per sé un assorbimento netto di gas climateranti nel suolo e nelle coltivazioni forestali ed agricole permanenti”.

La componente tassazione generale, sulla quale la proposta di direttiva prevede la possibilità per gli Stati Membri di considerare riduzioni o esenzioni, sarà fissata ad un livello minimo pari a 15 cent/GIGAJOULE (l’unità di misura dell’energia), ovvero 0,54 cent/litro. Quindi, In pratica il livello minimo di tassazione complessivo sarà circa 6 cent/litro cioè il triplo della situazione attuale.

Altra novità prevista dalla proposta di direttiva consiste nel fatto che viene mantenuta la possibilità per gli Stati Membri di ridurre o esentare la componente tassazione generale per il gasolio utilizzato nei lavori agricoli solo se viene aumentato il rendimento energetico da parte dei beneficiari.

Commenta Confagricoltura: “Tali previsioni rischiano di aggravare i bilanci aziendali sia in termini di maggiori costi, sia dal punto di vista burocratico”.

Dal Parlamento europeo, ad avviso di Confagricoltura, non sono però arrivati sostanziali aggiustamenti. “Le modifiche proposte, pur dando maggiore certezza agli agricoltori sulla possibilità di accedere alla riduzione delle accise, affidando agli Stati membri l’obiettivo di creare strategie specifiche per aumentare il rendimento energetico, non modificano l’impostazione generale della direttiva, lasciando inalterato il rischio di una maggiore imposizione a carico delle aziende agricole”.

Ortofrutta, Rabboni: "più redditività se si programmano produzione e commercializzazione.

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Puntiamo sull'interprofessione." Catania: "le aziende agricole devono fare un salto di qualità in questa direzione. " A Bologna un convegno sulla crisi del settore. Cinque proposte della Regione per il rilancio del settore.

Bologna - Per migliorare e stabilizzare la redditività del comparto ortofrutticolo occorre programmare produzione e commercializzazione, puntando sulle organizzazioni interprofessionali, ovvero quegli organismi in cui vengono condivise le regole di funzionamento dell’intera filiera. Secondo l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni è questa la prima cosa da fare per contrastare la crisi dell’ortofrutta, una crisi che troppo spesso finisce con il trascinare il prezzo all’origine sotto il costo di produzione e che è dovuta essenzialmente a un eccessivo squilibrio tra un’offerta troppo parcellizzata e una domanda organizzata in pochi grandi gruppi d’acquisto. “A livello regionale e interregionale stiamo procedendo con determinazione – ha spiegato Rabboni oggi a Bologna nel corso di un affollato convegno promosso dalla Regione, ricordando l’organismo interprofessionale del pomodoro da industria del nord Italia nato alla fine del 2011 e l’ormai prossima nascita dell’ interprofessione regionale per le pere, prodotto di cui l’Emilia-Romagna è il principale produttore nazionale. “Il tema - ha però sottolineato - va rilanciato per tutto il comparto, soprattutto a livello nazionale e per questo proponiamo al Ministero di condividere con le Regioni una strategia fondata su regole elastiche che tengano conto delle diverse realtà territoriali, di favorire le aggregazioni che nascono dal basso e di fare di questi organismi gli interlocutori principali delle politiche pubbliche, sia per quanto riguarda il PSR che la futura OCM unica”.
Anche per il ministro delle politiche agricole Mario Catania, che ha concluso i lavori del convegno, è fondamentale che le produzioni si rapportino al mercato in modo unitario e organizzato. ”Sull’interprofessione in Emilia-Romagna si stanno facendo cose importanti – ha detto –ma non ci possiamo fermare qui. Vanno trovate modalità per rafforzare questi strumenti anche a livello nazionale. Se non riusciamo a fare in modo che le imprese facciano un salto di qualità in questa direzione ogni altro provvedimento a favore del settore sarà solo un palliativo.”
L’Italia e l’Emilia-Romagna sono ai vertici della produzione di ortofrutta in Europa. Tuttavia il comparto sta facendo i conti ormai da diversi anni con una situazione di forte difficoltà e con ricorrenti crisi di mercato. Secondo i dati dell’ultimo censimento, dal 2000 al 2010 le aziende frutticole emiliano-romagnole sono calate del 40,20% e quelle orticole del 38,50%. Il comparto ortofrutticolo contribuisce complessivamente per il 29% alla formazione del valore della produzione agricola regionale. Particolarmente negativo il dato del 2011 che ha fatto registrare, per la prima volta nel decennio, una plv (produzione lorda vendibile) di settore inferiore al miliardo di euro, ovvero circa 981 milioni. La crisi ha interessato, in particolare, pesche e nettarine che sono state liquidate con prezzi attorno a 20-25 centesimi di euro al kg, valore largamente inferiore ai costi di produzione sostenuti dalle imprese agricole.

Le cinque proposte della Regione Emilia-Romagna contro la crisi dell’ortofrutta
Non solo organismi interprofessionali. Secondo Rabboni accanto a questo strumento, che pure resta il più importante, per superare le difficoltà del comparto servono anche altri provvedimenti. Si va dalle assicurazioni sul reddito e dai fondi mutualistici, da attivare nel caso di annate negative, a più efficienti modalità di gestione delle crisi a livello europeo, alla creazione di fondi autofinanziati per destinare una quota della produzione ordinaria all’avviamento di nuovi mercati. Il quinto strumento di stabilizzazione è per Rabboni “una buona applicazione dell’articolo 62 del decreto liberalizzazioni, voluto con lungimiranza dal ministro Catania”, che introduce l’obbligo di contratti scritti nei contratti di fornitura e tempi massimi di pagamento. “E’ un provvedimento che non costa nulla alle casse dello Stato – ha spiegato Rabboni – ma che può valere per le aziende agricole un incremento di 250 milioni di euro della liquidità ed oltre 30 milioni di minori costi sulle anticipazioni bancarie”. Al convegno, oltre ai rappresentanti dei principali organismi e associazioni di settore è intervenuto anche il presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo de Castro e il coordinatore degli assessori regionali all’agricoltura Dario Stefano.

lunedì 16 aprile 2012

ORTOFRUTTA, GIARDINA (CONFAGRICOLTURA): “AGGREGAZIONE, LOGISTICA E INNOVAZIONE PER RILANCIARE IL COMPARTO”

Fonte: Confagricoltura

“Il settore ortofrutticolo, di fondamentale importanza per l’economia agricola del Paese, sta attraversando un momento di estrema difficoltà: prodotto in eccesso, prezzi in calo vertiginoso, consumi in diminuzione, oltre alla crisi generalizzata, hanno ridotto la competitività del comparto, che ora ha bisogno di misure urgenti che ne sostengano la ripresa.” Lo ha detto il vicepresidente di Confagricoltura Salvatore Giardina al convegno organizzato dalla Regione Emilia Romagna “Ortofrutta, nuovi strumenti per la stabilità del settore”, a cui è intervenuto il ministro per le Politiche agricole Mario Catania.

Per rilanciare il comparto occorre, a parere del vicepresidente di Confagricoltura, agire in diverse direzioni, a cominciare dall’organizzazione e aggregazione dei produttori, incrementando il tasso di adesione degli agricoltori al sistema delle OP, rivedendo il funzionamento di quelle oggi attive e rilanciando il ruolo dell’organismo interprofessionale attraverso i comitati di prodotto.

C’è poi il problema della logistica, che influenza tutte le componenti della filiera, le cui inefficienze vengono scaricate sulla produzione. “Bisogna rilanciare il trasporto su rotaia, in alternativa a quello su gomma – ha sottolineato Giardina - ma soprattutto intensificare le ‘autostrade del mare’ visto che siamo una penisola e che la maggior parte delle produzioni sono al Sud.”

Ci sono poi l’innovazione e la ricerca, fondamentali per un settore come quello ortofrutticolo per cui l’Italia è classificata tra i principali produttori ed esportatori del mondo. Primati che non possono essere dati per acquisiti, vista la crescente concorrenza dei Paesi emergenti, capaci di produrre a prezzi più bassi dei nostri.

Giardina si è quindi soffermato sulla questione dei rapporti con la GDO dove è necessario un sistema di regolazione delle relazioni in grado di mettere ordine e fare chiarezza fra domanda e offerta attraverso un sistema di certificazione europea, la standardizzazione degli imballaggi, la razionalizzazione della logistica sul mercato interno, contratti a prezzo bloccato.

“Un passo avanti in questa direzione, a favore delle aziende ortofrutticole – ha detto il vicepresidente di Confagricoltura – è stato fatto con l’articolo 62 del Dl liberalizzazioni, che prevede l’obbligo di contrattazione scritta e la riduzione dei termini di pagamento.”

Il vicepresidente ha apprezzato le proposte dell’assessore Rabboni che riguardano l’introduzione di un codice condiviso di regole per l’immissione del prodotto sul mercato; di un fondo autofinanziato dalle strutture organizzate per il ritiro dai mercati più consolidati di una quota di prodotto da destinare alla promozione nei nuovi; la sperimentazione su larga scala di un sistema di fondi mutualistici per la garanzia di un reddito medio, anche in caso di crisi di mercato e altre avversità. “ Sono proposte molto interessanti – ha detto Giardina – ma che vanno inquadrate nel contesto generale della riforma Pac, che riserva al settore importanti novità. Dalla questione dei pagamenti diretti, a quella della promozione dell’aggregazione di prodotto e dell’interprofessione, fino al delicato aspetto degli interventi comunitari per la stabilizzazione del reddito.”

ALL’ASSEMBLEA DI CSO SI PARLA DEL FUTURO DELL’ORTOFRUTTA


Fonte: Cso - Centro Servizi Ortofrutticoli

(Ferrara 16 aprile 2012) Si è colta l’occasione dell’Assemblea Sociale di CSO per mettere in evidenza le novità del Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara e il ruolo di struttura tecnica di riferimento per l’ortofrutta regionale e non solo.

Il Presidente Paolo Bruni, nella relazione introduttiva ha evidenziato i punti chiave sui quali focalizzare l’attenzione per trovare sbocchi alla crisi ed ha messo in risalto, in questo momento particolare, la funzionalità operativa di uno strumento unico in Italia come CSO che associa oltre 65 aziende del settore ortofrutticolo, dalla produzione alla trasformazione, alle tecnologie, al packaging.

“ Il quadro della situazione ortofrutticola non è molto confortante – dichiara Paolo Bruni, Presidente di CSO e Cogeca – siamo di fronte ad una delle annate peggiori in termini di quotazioni per prodotti come pere e kiwi che fino all’anno scorso non erano mai andati sotto una certa soglia di prezzo.

C’è un calo sensibile e preoccupante degli acquisti di ortofrutta delle famiglie italiane ( 100 kg in meno a famiglia rispetto a 10 anni fa), siamo tuttavia i primi produttori al mondo e questa posizione va conservata e consolidata. Occorre lavorare – sottolinea Bruni – per far sì che i nostri prodotti trovino sbocchi su nuovi mercati attraverso un’ azione coordinata dei Ministeri europei per l’apertura delle barriere ed attraverso l’attività di internazionalizzazione volta a promuovere
il Made in Italy nel mondo ed il CSO può essere in questo ambito un valido supporto di coordinamento operativo.

E’ importantissimo, inoltre – continua Bruni – fare promozione sui prodotti ortofrutticoli, sia sul mercato interno che sui Paesi Terzi e la Comunità sta lavorando in questo senso mettendo a disposizione fondi aggiuntivi per la promozione. E’ la strada giusta e ritengo che vada perseguita e coordinata a livello nazionale. Sul fronte della programmazione delle produzioni, altro elemento determinante per poter prevenire le gravi crisi di che periodicamente colpiscono l’Europa, occorre un’azione concordata tra Ministeri europei ed è molto importante individuare tecnicamente un supporto operativo per il rilevamento dati, una competenza che dalla sua nascita è stata sviluppata in CSO.

Ci troviamo di fronte – conclude Bruni- a scelte di indirizzo e di strategia molto importanti per il futuro del settore e ritengo che sia motivo d’orgoglio per tutti i nostri soci vedere che, in questo momento, si dispone di uno strumento come il CSO in grado di poter far fronte alle necessità tecniche del settore”

L’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Ferrara Stefano Calderoni presente all’Assemblea di CSO, rimarca l’importanza e la utilità del Centro Servizi , non solo a livello nazionale ma anche a livello locale.

“ Il CSO – dichiara l’Assessore Calderoni è riuscito a mettere insieme tanti segmenti della filiera produttiva e ritengo che interpreti appieno quello che oggi, a mio parere, è determinante per crescere: cooperare localmente e competere internazionalmente”.

COMMERCIO ESTERO, CONFAGRICOLTURA: “FEBBRAIO DELUDENTE PER L’EXPORT AGRICOLO, PENALIZZATO DA NEVE E SCELTE DI BRUXELLES”

Fonte: Confagricoltura

“Riprendono le esportazioni (+7,3%), ma non nel settore agricolo (-6,8%)”. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati Istat diffusi oggi sul commercio estero a febbraio.

“I problemi connessi all’eccezionale ondata di maltempo – pone in evidenza Confagricoltura - hanno penalizzato notevolmente le produzioni agricole italiane che, negli ultimi anni, invece avevano avuto quasi sempre performance migliori rispetto all’export complessivo nazionale”.

“L’agricoltura – prosegue l’Organizzazione - è in grandissima difficoltà, non riesce a preservare le sue quote di mercato ed è sempre più debole sul fronte delle importazioni, anche per scelte miopi come quella del recente accordo bilaterale dell’Unione europea con il Marocco”.

“Occorre – ad avviso di Confagricoltura - rafforzare la capacità delle imprese di esportare e di investire all’estero, razionalizzando le risorse, con dotazioni finanziarie sufficienti, stabilendo priorità di azioni e creando strumenti normativi che le sostengano direttamente”.

venerdì 13 aprile 2012

COLDIRETTI: CON CRISI DEL CREDITO LE IMPRESE A RISCHIO CHIUSURA, 6 SU 10 HANNO PROBLEMI DI ACCESSO A PRESTITI

Fonte: Coldiretti Ferrara

Sono oltre 50 mila le aziende agricole italiane che hanno chiuso i battenti nel 2011. Oltre un terzo soffre per far fronte ai debiti pregressi: quasi ferme le erogazioni ed il costo del denaro è più alto che per altri settori.


In Italia sono state chiuse oltre 50 mila aziende agricole nel 2011 ma sono aumentate di un terzo quelle in sofferenza nel far fronte ai debiti pregressi, mentre si è fatta sempre più drammatica la stretta creditizia che fa venire meno la possibilità di garantire liquidità. E’ quanto rileva la Coldiretti nell’esprimere preoccupazione per il momento di forte crisi di liquidità e per la stretta al credito che grava sulle famiglie e sulle imprese, comprese quelle agricole.
Da una analisi della Coldiretti si evidenzia che il costo del denaro in agricoltura ha raggiunto il 6 per cento e risulta superiore del 30 per cento a quello medio del settore industriale e ben sei imprese agricole su dieci hanno difficoltà ad accedere al credito. Una situazione di difficoltà che - conclude la Coldiretti si aggiunge alla crisi dei mercati, ai costi crescenti di gasolio e mangimi, ai danni da maltempo ed anche alle preoccupazioni per l’applicazione della nuova Imu.
Il settore agricolo ed agroalimentare rappresenta per il settore creditizio – riferisce la Coldiretti - un universo da 43,5 miliardi di euro impiegati. Un ruolo determinante in tal senso viene ricoperto dai consorzi fidi che continuano a sostenere le imprese attraverso il rilascio di forme di garanzia. E’ il caso di CreditAgri Italia, il primo consorzio nazionale di garanzia fidi ed assistenza tecnica e finanziaria, specializzato per il settore agricolo ed agroalimentare e promosso dalla Coldiretti, che nell’ultimo anno ha aumentato il volume degli affidamenti, raggiungendo uno stock di erogazioni che sfiora il miliardo di euro.
“La situazione è preoccupante anche nella nostra provincia – sottolinea il direttore di Coldiretti Ferrara, Luigi Zepponi – dove il settore agricolo è largamente presente e che sconta problemi ulteriori rispetto alla crisi economica generale. Le 200 imprese agricole in meno registrare dalla CCIAA nel 2011, rischiano di essere la punta di un iceberg se non si rimette al più presto in circolazione liquidità finanziaria per tutti i soggetti economici. Da mesi i nostri soci ci segnalano la crescente difficoltà nell’ottenere credito dagli istituti bancari, a volte anche per somme ridotte e per aziende consistenti. Difficoltà che ovviamente si somma a quelle derivanti dall’aumento dei costi, da un andamento climatico anomalo di questi ultimi mesi, da una pesantezza del mercato dei nostri prodotti che non riconosce la grande professionalità degli agricoltori ed allevatori ferraresi e la qualità delle produzioni di questa provincia ed italiani in generale. E’ evidente che in questo contesto la leva finanziaria, proprio per l’indubbia difficoltà del settore, può essere l’unica via d’uscita per avere le risorse necessarie per continuare l’attività, che tra l’altro si caratterizza per una elevata patrimonializzazione derivante dai terreni e dai fabbricati necessari alla produzione, ma con una redditività media molto bassa, con incassi non continuativi a fronte di spese quotidiane. Per questo come organizzazione abbiamo costituito uno strumento specialistico a disposizione dei soci per le attività finanziarie e di garanzia, con convenzioni particolari che possano dare risposta alle necessità delle imprese agricole, ma di certo in questo momento non è facile convincere le banche a scommettere su una attività, a fare insomma il loro lavoro di favorire gli investimenti e la buona gestione delle imprese.”

COLDIRETTI: CON AUMENTO RECORD INFLAZIONE, IL CARRELLO DELLA SPESA SI SVUOTA

Fonte: Coldiretti Ferrara

I costi della benzina e del gasolio soffiano sull’aumento dell’inflazione a marzo e spingono al ribasso gli acquisti di alimentari. Timori per l’intera filiera agroalimentare che vede una riduzione dei prezzi ed un aumento dei costi di produzione.

L’aumento record dei prezzi spinto dal caro benzina e dal caro gasolio fa svuotare il carrello della spesa che evidenzia un calo del 2 per cento degli acquisti dei prodotti alimentari in quantità. E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento all’andamento dell’inflazione a marzo secondo i dati divulgati dall’Istat che evidenzia un aumento del 4,6% per il carrello della spesa, il piu’ alto dal 2008. Per effetto della riduzione del potere di acquisto le famiglie italiane - sottolinea la Coldiretti - hanno tagliato anche le spese alimentari che già lo scorso anno si erano ridotte dell’1,3 per cento con meno carne bovina (-0,1 per cento), pasta (-0,2 per cento) carne di maiale e salumi (-0,8 per cento), ortofrutta (-1 per cento) e addirittura meno latte fresco (-2,2 per cento). Il calo dei consumi colpisce l’intera filiera agroalimentare a partire dalle imprese agricole che - precisa la Coldiretti - devono fare i conti anche con una riduzione dei prezzi alla produzione del 2.3 per cento a marzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno piu’ evidente per i cereali (-12 per cento), e per la frutta (- 13 per cento), ma soprattutto per gli oli di oliva (-21,4 per cento). A pesare nei prossimi mesi è però l’aumento dei costi a partire dal carico fiscale con l’Imu, ma anche il record raggiunto dal prezzo dei carburanti in un Paese come l`Italia dove l'88 per cento dei trasporti commerciali avviene per strada. A subire gli effetti dell'aumento dei costi energetici è – conclude la Coldiretti - l'intero sistema agroalimentare, produzione, trasformazione e distribuzione, dove si stima che i costi di trasporto e della logistica siano circa un terzo del totale.

INFLAZIONE, CONFAGRICOLTURA: “NEL CARRELLO DELLA SPESA SOLO LA VERDURA E’ A BUON MERCATO”

Fonte: Confagricoltura

“Mentre i prezzi al consumo nel loro complesso registrano un aumento record del 3,3% a marzo 2012 su marzo 2011, quelli della verdura restano praticamente immutati (+0,1% a marzo 2012 su marzo 2011 ed una diminuzione del 2,4% a marzo rispetto a febbraio)”. Lo sottolinea Confagricoltura sulla base dei dati ISTAT definitivi dell’inflazione a marzo.

Nel loro complesso i prodotti alimentari a livello tendenziale, sono aumentati del 2,5%, ma quelli non lavorati dell’1,5%.

Nel "carrello della spesa" (cioè l’insieme dei prodotti acquistati con maggiore frequenza nell'ultimo mese, che registra + 4,6%), la verdura e gli altri prodotti agricoli – osserva Confagricoltura - restano a buon mercato, nonostante che i produttori vedano aumentare notevolmente i costi produttivi, in primo luogo quelli del gasolio, e non riescano a far quadrare i conti aziendali”.

giovedì 12 aprile 2012

RINNOVABILI, CONFAGRICOLTURA: “I DECRETI FRENANO LO SVILUPPO DELLE AGROENERGIE”

Fonte: Confagricoltura

“I due schemi di decreto sull’incentivazione della produzione elettrica da fonti rinnovabili presentati ieri dal Governo rischiano di soffocare lo sviluppo delle agroenergie.” E’ questo il commento di Confagricoltura ai nuovi regimi di incentivazione che, a parere dell’Organizzazione “introducono in alcuni casi misure così restrittive che la cura potrebbe rivelarsi peggiore della malattia.”

Confagricoltura ha sempre valutato con attenzione la necessità di prevedere misure per contenere l’onere in capo al consumatore elettrico, ritenendo peraltro indispensabili interventi volti a legare l’ulteriore sviluppo delle rinnovabili all’efficienza degli impianti, ad una maggiore competitività del settore industriale, al fine di diminuire i costi di investimento ed accelerare la creazione di filiere industriali nazionali.

“I decreti – commenta l’Organizzazione agricola - nel raggiungere questi obiettivi, oltre a dimenticarsi di tutti i benefici ambientali, economici e sociali prodotti dalle rinnovabili, sembrano avere come unico obiettivo la drastica riduzione degli incentivi e l’introduzione di una serie di ostacoli burocratici”.

Il registro informatico di accesso alle tariffe e l’individuazione di contingenti annui estremamente limitati, come nel caso del biomasse e del biogas, sono, a parere di Confagricoltura, due elementi che limiteranno l’accesso agli incentivi, soprattutto per le piccole imprese, come quelle agricole.

Nel caso del fotovoltaico, poi, va considerato che non sono state salvaguardate sufficientemente alcune tipologie di investimenti di rilevante interesse per il settore agricolo, come quelli volti all’autoconsumo, alla rimozione dell’amianto (è stato eliminato il premio), alla realizzazione delle serre fotovoltaiche (non si è proceduto alla loro equiparazione agli edifici ai fini dell’accesso agli incentivi).

Anche per le biomasse ed il biogas i problemi non mancano. Confagricoltura evidenzia come non si sia data concreta rilevanza allo sviluppo degli impianti di minore potenza (le tariffe base previste non consentono di realizzare gli investimenti); i premi diretti in modo positivo ad aumentare l’efficienza degli impianti e la sostenibilità ambientale sono stati concepiti solo per i grandi impianti o richiedono tecnologie non applicabili agli impianti di potenza inferiore ad 1 MW.

“Se a ciò si aggiunge – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - una eccessiva penalizzazione dell’uso delle colture dedicate, che rischia di riflettersi soprattutto nelle aree del centro-sud, non si può ipotizzare un futuro per le bioenergie”.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO, CONFAGRICOLTURA: “APPROVAZIONE URGENTE, MA CON LA NECESSARIA CHIAREZZA”

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura interviene nel dibattito sul disegno di legge governativo di riforma del mercato del lavoro, a margine della riunione del PDL, a cui ha partecipato con le rappresentanze di impresa.

“Stiamo incontrando la nostra base associativa nelle assemblee territoriali ed il tema interessa e preoccupa le nostre imprese di medie-grandi dimensioni, condotte anche in forma di società di capitali, che occupano manodopera dipendente in modo strutturale e rilevante”, ha detto il presidente Mario Guidi.

Le preoccupazioni di Confagricoltura sussistono con riferimento alle disposizioni che riguardano la cosiddetta flessibilità in entrata.

L’intervento sulle tipologie contrattuali previsto dal disegno di legge, infatti, non si limita soltanto a razionalizzare la vigente normativa al fine di limitare possibili abusi, ma restringe eccessivamente la possibilità di utilizzare alcune tipologie contrattuali, quali ad esempio le collaborazioni a progetto o le prestazioni rese da titolari di partita IVA.

Per quanto riguarda in particolare i contratti a tempo determinato, che in agricoltura rappresentano la regola e non l’eccezione, il testo del disegno di legge non precisa l’esclusione dall’ambito di applicazione dell’aumento contributivo dell’1,4 per cento dei rapporti di lavoro con gli operai agricoli a tempo determinato, lasciando margini di ambiguità.

“Rifarsi ad un decreto del 1963 per definire le attività stagionali escluse dall’aumento contributivo – ha continuato Guidi - rischia di ingenerare confusione e di non ricomprendere le lavorazioni stagionali svolte dalle aziende più moderne e innovative: in 50 anni il mondo agricolo è cambiato”.

Confagricoltura è, comunque, dell’opinione che il provvedimento vada esaminato ed approvato rapidamente dal Parlamento, seppur consentendo una serena discussione dei punti ancora controversi, per rafforzare così l’efficacia di una riforma necessaria ed urgente.

CONSUMI, FEDAGRI: LA CRISI ECONOMICA FA AUMENTARE GLI ACQUISTI IN COOPERATIVA, CRESCONO DEL 7% IN DUE ANNI I RICAVI DELLA VENDITA DIRETTA


Fonte: Fedagri - Confcooperative

“La vendita diretta è un modello di fare impresa che piace ai consumatori poiché sa coniugare la qualità con la convenienza”, spiega il presidente di Fedagri-Confcooperative Gardini.
A Piacenza si è svolto il primo Business Forum delle cooperative aderenti a QUI DA NOI, la rete dei negozi di vendita diretta promossa da Fedagri.


Piacenza, 12 Aprile 2012 – La crisi economica e la contrazione del potere d’acquisto delle famiglie fanno lievitare gli acquisti nei punti vendita diretta delle cooperative agricole del bel Paese. Il trend di aumento stimato, solo negli ultimi due anni, è pari al 7%, ma il fatturato ricavato dalla vendita diretta, come spiega il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini “può ancora crescere se le cooperative saranno capaci di fare rete, ampliando la loro offerta di prodotti e avviando politiche di promozione e di marketing capaci di fidelizzare i propri clienti”.
Di future strategie per la vendita diretta delle cooperative agricole si è discusso oggi nel corso del primo ‘Business Forum’ delle cooperative aderenti al progetto QUI DA NOI, la rete dei negozi di vendita diretta promossa da Fedagri-Confcooperative. L’iniziativa, svoltasi presso il Campus Agroalimentare Raineri–Marcora di Piacenza, ha visto la partecipazione di 70 cooperative agroalimentari che gestiscono oltre 160 punti vendita in otto regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Molise e Puglia).
“La vendita diretta – ha spiegato il presidente di Fedagri-Confcooperative – è un modello di fare impresa che piace ai consumatori poiché sa coniugare la qualità con la convenienza. Lo stretto legame con il territorio delle nostre cooperative è poi la maggiore garanzia di un controllo diretto dell’intera filiera produttiva”.
“Cooperative molto diverse tra loro - ha aggiunto Gardini – si sono oggi incontrate per un reale confronto di strategie di vendita, approcci di marketing e azioni di promozione. Con questa iniziativa, che intendiamo replicare presto in altre regioni d’Italia abbiamo voluto gettare le basi per rafforzare i punti vendita delle cooperative rendendoli sempre più competitivi. La strada da seguire sta proprio nel fare sistema, creando delle reti che rendano possibile l’ampliamento di gamma e l’ interscambio di prodotti con le altre cooperative aderenti al circuito”.
“Tra il 2009 ed il 2011 – evidenzia Antonello Ciambriello, Responsabile del Progetto QUI DA NOI - i fatturati dei punti vendita delle cooperative aderenti a Fedagri sono cresciuti in media del +7%, trainati soprattutto dalle vendite negli spacci delle cooperative lattiero-casearie (+18%), dai frantoi cooperativi (+11%) e dalle cooperative di ortofrutta fresca e trasformata (+10%). Bene anche le vendite delle cooperative di riso, pasta e prodotti cerealicoli (+6%) e delle cantine sociali (+5%). Stabili, invece, gli acquisti nei punti vendita delle cooperative di carni e salumi”.
A Piacenza si sono incontrate oggi le eccellenze della cooperazione agroalimentare, individuate e selezionate per specifici segmenti di prodotti. Oltre 400 i prodotti esposti, il meglio dei prodotti tipici italiani di qualità: vini Dop e Igp, formaggi freschi e stagionati, salumi Dop e Igp, olii extravergine di oliva, carni fresche, pasta, riso e miele e altri prodotti da agricoltura biologica.
Al Forum di Piacenza hanno partecipato anche Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) ed alcuni agriturismi cooperativi che hanno potuto conoscere ed apprezzare l’ampia gamma di prodotti cooperativi proposti dalle imprese associate.

AGRITURISMO: VACANZA IDEALE PER ITALIANI E STRANIERI

Fonte: Confagricoltura

Agriturist (Confagricoltura): i nuovi stili di vacanza premiano l’ospitalità delle aziende agricole. Il turista cerca soprattutto relax, natura, località nuove.

Due ricerche dell’Osservatorio Nazionale del Turismo (“Customer care dei turisti in Italia” e “Analisi dei prodotti turistici”), pubblicate recentemente, spiegano - secondo Agriturist (Confagricoltura) - perché, anche in tempo di crisi, l’agriturismo veda crescere la propria popolarità. Una tendenza peraltro confermata dal rilevante incremento di visite registrato dal sito internet www.agriturist.it nell’imminenza delle appena concluse festività di Pasqua.

Si nota, innanzitutto - sottolinea Agriturist - che il soggiorno in agriturismo è scelto, complessivamente, dal 6,4% dei turisti, e che è conosciuto e frequentato anche dagli ospiti stranieri (6,2%), soprattutto extraeuropei (6,7%). E’ significativo che gli alberghi, pur con un numero di posti letto superiore di circa dieci volte, intercettino soltanto il 19,5% della domanda, sia pure per soggiorni “vacanzieri” di più lunga durata.

Esaminando le diverse mete e motivazioni di vacanza, l’agriturismo è al primo posto assoluto per il “turismo della natura”: lo sceglie il 21,9% degli ospiti, contro il 15,7% che pernotta nei Bed and breakfast e il 7,8% negli alberghi. Quote di visitatori superiori alla media del settore (come detto, 6,4%), si rivolgono all’agriturismo anche per l’offerta enogastronomica (16,8%), le vacanze presso i laghi (9,6%), il turismo religioso (9,5%), le vacanze all’insegna dello sport e dell’acquisto di prodotti tipici (8,4%).

L’Osservatorio Nazionale del turismo ha sondato il grado di soddisfazione dei turisti per i diversi tipi di vacanza (voti da 1 a 10). Ebbene - rileva Agriturist - il “turismo natura”, il “turismo enogastronomico” e la meta “laghi”, dove più incide l’offerta agrituristica, hanno fatto registrare i più alti livelli di gradimento, rispettivamente con 8,3, 8,3 e 8,5 punti, a fronte di un voto medio generale pari a 8,0.

Il “turismo natura”, in particolare, registra in assoluto il massimo grado di soddisfazione dei turisti per quanto riguarda i prezzi dell’alloggio (punteggio di 8,2, rispetto alla media di 7,7 riferita a tutta l’offerta turistica) e della ristorazione (7,9 rispetto a 7,5), la qualità dell’ambiente (8,3 rispetto a 7,7), il traffico (7,8 rispetto a 7,2), la pulizia degli alloggi (8,6 rispetto a 8,2) e la pulizia dei luoghi (8,5 rispetto a 7,9).

D’altra parte, per gli italiani come per gli stranieri, le due motivazioni principali di vacanza risultano essere le “bellezze naturali” e il “posto ideale per riposarsi”, del tutto in linea con quanto soprattutto offre l’agriturismo.

Dall’analisi di Agriturist, si evidenzia che anche le attività effettivamente svolte durante la vacanza sono in perfetta sintonia con quanto propongono le aziende agrituristiche. Di gran lunga più praticate sono le attività sportive, indicate, in un sondaggio a risposte multiple, dal 57,3% degli intervistati; seguono le escursioni (37,7%). La partecipazione ad eventi enogastronomici ha interessato il 9,7% dei turisti, l’acquisto di prodotti tipici, l’8,6%, la partecipazione ad eventi folcloristici l’8,3%. Relativamente basso l’interesse per monumenti, siti archeologici e musei: sono stati visitati solo dal 10,7% degli italiani e dal 24% degli stranieri. Fra questi ultimi, tuttavia, gli europei si attestano sul 21%, mentre gli extraeuropei arrivano al 41%.