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giovedì 14 giugno 2012

MONDO SCIENTIFICO NAZIONALE E ISTITUZIONI SI INCONTRANO ALL’ENEA PER RILANCIARE LA LOTTA CONTRO LA DESERTIFICAZIONE

Fonte: Enea
 
La desertificazione è un problema globale che coinvolge i territori di molti Paesi in via di sviluppo, e che riguarda anche i Paesi mediterranei e l’ Italia stessa; infatti, oltre il 30% del territorio italiano è influenzato da processi di degrado e desertificazione . Questo processo tuttavia non è inevitabile e si può intervenire cercando di innescare un circolo virtuoso di miglioramenti attraverso un’attenta gestione del territorio in un’ottica di sostenibilità. Questo è quanto è emerso nel corso della prima giornata del workshop “Sviluppo e conservazione dei servizi degli ecosistemi contro siccità e desertificazione”, organizzato, il 14 e il 15 giugno, dall’ENEA in collaborazione con ISPRA, CNR CRA ed INEA, mettendo a disposizione ed integrando le rispettive competenze e ruoli. “L’uso sostenibile del territorio si pone come obiettivo la conservazione degli ecosistemi e il ripristino di quelli degradati, intesi come valore inestimabile per il benessere sociale ed economico – ha evidenziato Vincenzo Artale, Responsabile dell’Unità Tecnica Modellistica Energetica Ambientale dell’ENEA. Per conseguire questo risultato è necessario un impegno congiunto da parte di Enti di Ricerca, Università e delle Istituzioni locali e centrali, per contrastare la fragilità ambientale dei territori e le conseguenze connesse alla sicurezza ed al benessere sociale. La siccità e la desertificazione vanno affrontate con strategie e con progetti di ricerca che permettano di intervenire sull’insieme dei problemi che portano al degrado e al depauperamento delle risorse, a cominciare dalla gestione del territorio e dell’ambiente e alle interazioni con le attività umane e produttive, tenendo in considerazione le capacità di carico degli ecosistemi e della rinnovabilità delle risorse”. Nella prima giornata di lavori, i ricercatori e gli esperti di numerose istituzioni scientifiche italiane hanno aperto un confronto per rilanciare la lotta alla desertificazione e hanno presentato i risultati dei loro progetti di ricerca scientifica ed i nuovi approcci integrati e multidisciplinari per affrontare i nodi irrisolti della salvaguardia dell’ambiente delle terre secche. La seconda giornata è dedicata alle strategie e alle politiche nazionali ed internazionali, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente, APRE, Ministero delle Politiche Agricole, Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione , Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, nonché di importanti enti di gestione del territorio, come le Autorità di Bacino della Puglia e del Liri, Garigliano e Volturno e dell’assessorato ai lavori pubblici della regione Puglia. Con la Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD), istituita nel 1994, le Nazioni Unite hanno elaborato strategie per affrontare il complesso quadro di situazioni di degrado in atto, che i paesi interessati dal fenomeno si sono impegnati a recepire nei loro Programmi Nazionali di Lotta alla Desertificazione. Il contrasto alla povertà è il primo passo per innescare quel ciclo virtuoso di miglioramenti che ha ricadute anche sull’ambiente, essendo i due fenomeni interconnessi fra loro. Il degrado del territorio derivante da uno sfruttamento eccessivo delle risorse determina il fenomeno delle terre secche e più in generale della desertificazione, con effetti di erosione, salinizzazione, deforestazione e con risvolti sociali di salute, sicurezza, demografia, povertà. Anche l’Italia deve realizzare un suo Programma Nazionale di Lotta alla Desertificazione, con la definizione di strategie ed azioni da mettere in campo per attuare la Convenzione. La verifica dell’impatto effettivo sul territorio delle azioni e delle politiche dovrà essere rilevato e periodicamente riferito alla UNCCD utilizzando indicatori bio-fisici e socio-economici preventivamente concordati a livello internazionale.

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