“Nelle aree
terremotate bisogna favorire la ripresa da subito, senza perdere tempo”. Lo ha
detto il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo
all’assemblea degli agricoltori di Bologna.
“Domani – ha annunciato
Guidi – terremo un vertice proprio a Bologna con tutti i presidenti delle
strutture confederali delle aree terremotate. Faremo il punto su iniziative,
proposte e richieste per la ripresa immediata dell’attività produttiva”.
Il presidente di
Confagricoltura ha quindi commentato la disposizione del decreto legge
terremoto sulla certificazione di agibilità che andrà rilasciata da un
professionista abilitato, dopo la verifica di sicurezza da completare entro sei
mesi e se il livello di sicurezza sarà pari al 60% di quello richiesto ad un
edificio nuovo.
“La norma non va
bene per le imprese agricole per le quali – ha sottolineato Mario Guidi - vanno
previste soluzioni specifiche ed immediate, con sopralluoghi e rilasci dei
certificati estremamente celeri”.
All’assemblea di
Confagricoltura Bologna (a cui è intervenuto anche il presidente della
Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro) Guidi ha poi parlato
della riforma della politica agricola comune.
“Quella della Pac
è una riforma anacronistica, l’Europa non ha una strategia di crescita in
agricoltura – ha osservato il presidente di Confagricoltura–. Noi agricoltori, dopo
essere riusciti a triplicare la produzione negli anni ‘60, dopo aver sfamato il
Continente, siamo praticamente costretti a giustificare la nostra esistenza con
la pratica del greening. Ci devono spiegare per quale fine si sta costruendo
questa politica: su 13,7 milioni di aziende agricole presenti nella UE, 6
milioni hanno un reddito lordo inferiore a 1.200 euro all’anno. Queste si
possono chiamare davvero chiamare imprese? Questa è politica agricola o
politica rurale comunitaria?”
“Quel che serve è una Pac facile da applicare
e facile da incassare – ha concluso Mario Guidi -. Dobbiamo ‘liberare’
l’agricoltura perché possa esprimere la sua potenzialità e sviluppare tutto il
contributo produttivo che è in grado di dare”.
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