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venerdì 22 giugno 2012

Risicoltura ferrarese in profondo rosso


FONTE: CIA FERRARA

Prezzi abbattuti del 50% e varietà colturali che rischiano, anche per l’annata 2012, di rimanere nei magazzini dei produttori ferraresi. Mentre in campagna le risaie godono davvero di buona salute

FERRARA – 22 giugno 2012 - E’ un anno difficilissimo per la risicoltura ferrarese. Le quotazioni di mercato delle principali varietà che l’anno scorso viaggiavano tranquillamente sui 50-60 euro al quintale arrivano a costare esattamente la metà. Parliamo dell’Arborio per il quale sono offerti attualmente 24-25 euro, del Carnaroli a 35 euro e del Baldo che, dopo due mesi in discesa sta risalendo – per un aumento delle esportazioni in Turchia – ed arriva anch’esso a circa 35 euro. In questo clima che fa partire in salita la nuova campagna risicola Massimo Piva - presidente del Gruppo Interesse Economico Cereali della Cia Emilia-Romagna e risicoltore di Jolanda di Savoia – fa il punto sul mercato e sull’andamento agronomico della coltura.
«Le risaie del basso ferrarese – spiega Piva – hanno un aspetto ottimo e le loro condizioni sono migliori rispetto agli anni scorsi. Le semine sono state buone anche se un le temperature rigide di inizio primavera hanno causato un ritardo nei diserbi. Per quello che riguarda le superfici dedicate a riso nel 2011 gli ettari coltivati nel ferrarese sono stati 10.000 e per quest’anno la Bonifica ha fatto una stima provvisoria di 1000-1500 ettari in meno. L’Ente Nazionale risi, invece, non ha ancora estratto i dati per la nostra zona ma, a livello nazionale, ha previsto un calo di 10.000 ettari a fronte dei 250.000 dell’anno scorso.
Difficile fare, al momento, una previsione produttiva corretta perché si attende la delicata fase della fioritura di fine luglio fino a metà agosto. Siamo comunque ottimisti sull’andamento climatico e sulla buona resa delle nostre risaie. I problemi sono decisamente altrove». Se le risaie sono, infatti, in condizioni ottimali e si spera in una buona resa produttiva, il problema dei prezzi è davvero grave.
«Il precipitare dei prezzi del 2011-2012 – continua Piva - è dovuto a due fattori principali. Il primo è sicuramente imputabile alla scelta varietale effettuata dai coltivatori del novarese e del vercellese che l’anno scorso hanno seminato varietà per il mercato interno e non per l’estero. Non più, dunque, Risi Tondi e Indica ma i Superfini come Arborio, Carnaroli e Baldo, gli stessi prodotti nella zona di Ferrara. Questo ha creato delle eccedenze che il nostro mercato – dove c’è stato anche un generale calo dei consumi di riso – non è riuscito ad assorbire.
L’altro fattore che ha contributo all’abbattimento dei prezzi ed alle eccedenze nei magazzini è il problema della registrazione delle varietà del riso al Ministero delle Politiche Agricole. Fino a due anni fa venivano commercializzate come Arborio, una serie di varietà di Superfino considerate affini ed approvate ed iscritte all’Ente Nazionale Sementi Elette (Ense). Poi, nel 2011 è scoppiato il caso della registrazione al Ministero, che ha stilato una vera e propria griglia dei risi consentiti e di quelli che non potevano essere commercializzati come varietà alternative. Da quel momento in poi chi aveva in campagna ad esempio il Volano – ora registrato - non poteva più venderlo come affine all’Arborio. Stesso discorso per il Carnaroli o per le varietà del Baldo. Attualmente sono in corso di registrazione altre varietà di risi affini – come l’Ulisse - a quelle principali ma se alcune di quelle maggiormente coltivate a Ferrara non dovessero rientrare nella lista ministeriale sarebbero seri problemi per il commercio del riso e per i suoi produttori.
Massimo Piva conclude le sue considerazioni sull’andamento del mercato con una considerazione ed un appello: «Al momento l’unico modo per ottenere buoni prezzi e smaltire le eccedenze è quello di trovare nuovi canali esteri di commercializzazione. Ai risicoltori di Ferrara che come me sono in condizioni difficili dico: non svilite il prodotto. Questo significa non lasciarsi andare alla forte tentazione di svendere il riso in eccedenza. So che vedere il magazzino pieno ed avere tra qualche mese il prodotto nuovo da vendere anch’esso è difficile. Ma se si cede al gioco del ribasso il mercato seguirà la tendenza e allora sarà davvero arduo coprire i costi di produzione e fare reddito con la risicoltura».

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