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lunedì 22 dicembre 2014

APO - CONERPO: PERE, QUALI TECNICHE PER GARANTIRE LA CONSERVAZIONE?

Fonte: Apo - Conerpo

Fino ad oggi freddo e regimazione gassosa sono stati i metodi più importanti per rallentare l’invecchiamento dei frutti. 

Con la collaborazione di Apo Conerpo avviate prove sperimentali per verificare l’efficacia dei prodotti antiossidanti.

Freddo e regimazione gassosa sono le tecniche più importanti messe a punto nel corso degli anni per rallentare l’invecchiamento dei frutti, che provoca la perdita di acqua e l’ossidazione e finisce per impedire la commercializzazione di questi prodotti, avviati quindi alla distillazione. Questi sistemi consentono ad esempio ai consumatori di mangiare tutto l’anno mele italiane, che si mantengono per mesi all’interno delle celle frigorifere in quanto la loro respirazione e tutti i processi ad essa connessi sono stati fortemente rallentati. “Purtroppo – dichiara Monica Guizzardi, dell’Ufficio Tecnico di Apo Conerpo – questo risultato non è ancora raggiungibile con le pere, danneggiate dal Riscaldo Superficiale, un’alterazione ossidativa che rende i frutti scuri e poco attraenti e contro la quale la tecnologia offre soltanto un aiuto parziale”. “A differenza di quello delle mele – aggiunge Guizzardi – il mercato delle pere è estremamente segmentato e richiede tipologie di prodotto anche molto diverse per aspetto esteriore, grado di maturazione, ecc. Ma gli strumenti per ottenere queste differenze (buccia “cruda” o virata, sfaccettata, polpa soda o morbida, ecc.) sono davvero esigui: possiamo lavorare con il freddo, in parte con le concentrazioni gassose, ma non disponiamo – come la concorrenza estera – di antiossidanti autorizzati. I produttori italiani possono fare affidamento unicamente sullo Smartfresh, fisiofarmaco che riduce il metabolismo respiratorio dei frutti”. La Società che detiene i diritti di questo prodotto negli ultimi anni ha fatto un grosso sforzo (in termini di ricerca ed assistenza tecnica) per mettere a punto l’applicazione sulle principali varietà di pere, in modo da minimizzare l’effetto di blocco della maturazione per la produzione destinata al mercato fresco, ma resta ancora da capire come risolvere il problema di quella destinata all’industria, penalizzata dal minore sviluppo di aroma. “Leggiamo con piacere che la ricerca scientifica comunica di aver trovato la giusta strategia (trattamento con Smartfresh e gestione post-raccolta) per proteggere il prodotto – sottolinea Monica Guizzardi – ma per poter cantare vittoria riteniamo sia più prudente attendere i risultati delle applicazioni su ampia scala realizzate nei nostri magazzini, ove inevitabilmente ci troviamo di fronte a variabili non contemplate nei protocolli di ricerca”. “Sarebbe strategico poter disporre di alternative allo Smartfresh, proprio per realizzare quella segmentazione tanto invocata dal mercato – dichiara il presidente di Apo Conerpo, Davide Vernocchi – e per questo motivo con la collaborazione della nostra Op sono in corso prove di efficacia con prodotti antiossidanti su partite di diverse provenienze”. “Parallelamente – conclude Vernocchi – confidiamo che il progetto N Sure dell’OI pera, finalizzato ad individuare la suscettibilità al Riscaldo, possa raggiungere l’obiettivo prefissato, ossia consentire al produttore di separare le partite in base alla loro sensibilità, in modo da ottimizzare la conservazione e, in ultima analisi, ridurre l’insorgenza del problema”.

giovedì 14 giugno 2012

MONDO SCIENTIFICO NAZIONALE E ISTITUZIONI SI INCONTRANO ALL’ENEA PER RILANCIARE LA LOTTA CONTRO LA DESERTIFICAZIONE

Fonte: Enea
 
La desertificazione è un problema globale che coinvolge i territori di molti Paesi in via di sviluppo, e che riguarda anche i Paesi mediterranei e l’ Italia stessa; infatti, oltre il 30% del territorio italiano è influenzato da processi di degrado e desertificazione . Questo processo tuttavia non è inevitabile e si può intervenire cercando di innescare un circolo virtuoso di miglioramenti attraverso un’attenta gestione del territorio in un’ottica di sostenibilità. Questo è quanto è emerso nel corso della prima giornata del workshop “Sviluppo e conservazione dei servizi degli ecosistemi contro siccità e desertificazione”, organizzato, il 14 e il 15 giugno, dall’ENEA in collaborazione con ISPRA, CNR CRA ed INEA, mettendo a disposizione ed integrando le rispettive competenze e ruoli. “L’uso sostenibile del territorio si pone come obiettivo la conservazione degli ecosistemi e il ripristino di quelli degradati, intesi come valore inestimabile per il benessere sociale ed economico – ha evidenziato Vincenzo Artale, Responsabile dell’Unità Tecnica Modellistica Energetica Ambientale dell’ENEA. Per conseguire questo risultato è necessario un impegno congiunto da parte di Enti di Ricerca, Università e delle Istituzioni locali e centrali, per contrastare la fragilità ambientale dei territori e le conseguenze connesse alla sicurezza ed al benessere sociale. La siccità e la desertificazione vanno affrontate con strategie e con progetti di ricerca che permettano di intervenire sull’insieme dei problemi che portano al degrado e al depauperamento delle risorse, a cominciare dalla gestione del territorio e dell’ambiente e alle interazioni con le attività umane e produttive, tenendo in considerazione le capacità di carico degli ecosistemi e della rinnovabilità delle risorse”. Nella prima giornata di lavori, i ricercatori e gli esperti di numerose istituzioni scientifiche italiane hanno aperto un confronto per rilanciare la lotta alla desertificazione e hanno presentato i risultati dei loro progetti di ricerca scientifica ed i nuovi approcci integrati e multidisciplinari per affrontare i nodi irrisolti della salvaguardia dell’ambiente delle terre secche. La seconda giornata è dedicata alle strategie e alle politiche nazionali ed internazionali, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente, APRE, Ministero delle Politiche Agricole, Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione , Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, nonché di importanti enti di gestione del territorio, come le Autorità di Bacino della Puglia e del Liri, Garigliano e Volturno e dell’assessorato ai lavori pubblici della regione Puglia. Con la Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD), istituita nel 1994, le Nazioni Unite hanno elaborato strategie per affrontare il complesso quadro di situazioni di degrado in atto, che i paesi interessati dal fenomeno si sono impegnati a recepire nei loro Programmi Nazionali di Lotta alla Desertificazione. Il contrasto alla povertà è il primo passo per innescare quel ciclo virtuoso di miglioramenti che ha ricadute anche sull’ambiente, essendo i due fenomeni interconnessi fra loro. Il degrado del territorio derivante da uno sfruttamento eccessivo delle risorse determina il fenomeno delle terre secche e più in generale della desertificazione, con effetti di erosione, salinizzazione, deforestazione e con risvolti sociali di salute, sicurezza, demografia, povertà. Anche l’Italia deve realizzare un suo Programma Nazionale di Lotta alla Desertificazione, con la definizione di strategie ed azioni da mettere in campo per attuare la Convenzione. La verifica dell’impatto effettivo sul territorio delle azioni e delle politiche dovrà essere rilevato e periodicamente riferito alla UNCCD utilizzando indicatori bio-fisici e socio-economici preventivamente concordati a livello internazionale.