Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara
Campagna cerealicola che si avvicina alla fine e non soddisfa gli agricoltori a livello di resa produttiva. Ma la qualità fa la storia della cerealicoltura ferrarese
Mancano pochi giorni alla conclusione della campagna cerealicola e la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara fa il punto sull’andamento quantitativo e qualitativo dei frumenti teneri e duri dei suoi associati sul territorio. La resa produttiva del tenero non soddisfa, in generale, gli imprenditori agricoli del Medio e Basso ferrarese dove si sono prodotti, in media, 50 quintali per ettaro. Questo risultato è dato da una forbice produttiva molto ampia – dai 35 ai 70 quintali per ettaro – che fa già parlare di rese a “macchia di leopardo”. Non molto soddisfacenti e con parametri anch’essi difformi tra le diverse zone, le produzioni di duro che si aggirano intorno ai 45 quintali per ettaro. Un po’ meglio è andata nelle zone dell’Alto ferrarese dove la media produttiva del grano tenero è di circa 65 quintali per ettaro e quella del duro di 55 quintali per ettaro.
Se questi primi dati quantitativi non fanno certo parlare di una buona campagna cerealicola la qualità del grano è, invece, davvero sorprendente. I pesi specifici del frumento sono arrivati a punte di 88-89, una cifra che si può definire non solo ottima, ma storica.
Sono diversi i fattori che hanno determinato una scarsa resa produttiva ed una qualità di questa portata. A livello agronomico, dopo un 2011 siccitoso che non è riuscito a mantenere le falde acquifere nella norma, è arrivato un 2012 altrettanto secco. La neve caduta in maniera difforme ed accompagnata a vento forte che ha creato cumuli non è servita a molto ed un marzo con precipitazioni quasi nulle ha reso inutili o quasi le concimazioni azotate. La carenza di azoto non ha dunque consentito al frumento in campo di gestire la crescita ed il caldo secco lo ha mandato in stress idrico. Da qui è derivata, appunto, una resa medio bassa ed una qualità – che il clima secco favorisce anche perché tiene lontane le malattie fungine – d’eccellenza.
Sulla quantità di grano prodotta ha pesato però anche un fattore che sinora era sempre sembrato difficile associare a questo tipo di coltivazione: l’irrigazione. Il frumento – a differenza del mais – non è mai stato considerato un prodotto irrigabile ma si è visto, invece, soprattutto in questa campagna cerealicola, che l’irrigazione ha alzato molto le rese. Quelle aziende che sono riuscite ed hanno voluto irrigare sono state, dunque, decisamente premiate.
Ora occorre attendere l’uscita del prezzo di mercato che sarà pagato agli agricoltori per i conferimenti di cereali. Al momento ci sono solo delle indiscrezioni, non supportate da parametri produttivi certi a livello nazionale ed internazionale. L’unico dato che si conosce è stato diffuso dall’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti) e riguarda il consumo mondiale di grano che si stima supererà nel 2012/2013 le produzioni di 7 milioni di tonnellate. Quindi si consumerà più grano di quello prodotto.
Qualunque sarà il prezzo del frumento la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara a nome dei suoi associati chiede che sia valorizzata e riconosciuta l’eccezionale qualità dei prodotti. Frumenti duri e teneri di questa qualità straordinaria devono essere pagati di più perché per le aziende di trasformazione sono preziosi. Peso specifico e quantità di proteine di tale livello non possono essere ignorati e questi frumenti non possono essere quotati come gli altri. Un prezzo superiore consentirebbe alle imprese agricole di sopperire alle scarse produzioni e sarebbe un grande vantaggio per chi ritira e soprattutto commercializza i cereali. Un vantaggio che la Cia chiede che venga pagato.
giovedì 28 giugno 2012
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