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sabato 16 giugno 2012

COLDIRETTI: DEFLAZIONE NEI CAMPI, -32% PER OLIO, -13% PER GRANO. VOLA L’EXPORT MA CROLLANO I REDDITI DEGLI AGRICOLTORI

Fonte: Coldiretti Ferrara

Alimenti base della dieta mediterranea a rischio con crollo dei prezzi in campo, bene export vino e andamento anticiclico del PIL agricolo, ma preoccupano i redditi degli agricoltori ed il futuro del settore.

Sono a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea con il crollo dei prezzi alla produzione per olio di oliva (- 32 per cento), grano tenero (-13 per cento) e frutta (- 8 per cento), ma in grave difficoltà è anche il riso in calo del 28 per cento. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme deflazione in agricoltura in occasione della diffusione dei dati Istat sui prezzi al consumo nel maggio 2012 con l’inflazione che segna una lieve frenata passando al 3,2 per cento. Se al consumo i prezzi degli alimentari e bevande aumentano del 2 per cento, nello stesso mese complessivamente alla produzione agricola si registra una flessione del 3 per cento delle quotazioni rispetto allo scorso anno. A diminuire - sottolinea la Coldiretti - sono però soprattutto i prezzi delle produzioni vegetali che fanno registrare un calo del 7 per cento mentre praticamente stabili sono quelle di allevamento (+1 per cento). Prezzi in calo del 5 per cento alla produzione anche per il latte e derivati mentre sono contrastanti - continua la Coldiretti - le quotazioni degli animali da carne, dal +7 per cento per i bovini al -3 per cento per i suini, che devono peraltro scontare un forte rincaro nei costi di produzione. Si allarga dunque la forbice tra prezzi alla produzione e al consumo con effetti sui redditi degli agricoltori e sulle tasche dei consumatori che – conclude la Coldiretti - diminuiscono gli acquisti in quantità dei prodotti alimentari stimato pari al 4 per cento, secondo le analisi di Confcommercio sull’andamento dei consumi ad aprile. In controtendenza a questi valori l’export di vino all’estero che fa segnare un aumento del 7 per cento in valore sui dati relativi al commercio con l’estero nei primi tre mesi del 2012, realizzata in occasione della diffusione dei dati Istat di aprile che evidenziano un calo dell’1,7 per cento nelle esportazioni in via generale. Il vino è diventata la voce piu’ importante dell’export agroalimentare nazionale con oltre la metà del fatturato all’estero che - sottolinea la Coldiretti - viene realizzato nei Paesi dell’Unione europea, con la Germania (+11 per cento) in testa tra i paesi comunitari che apprezzano il vino Made in Italy seguita dalla Gran Bretagna (+16 per cento). Poco meno di un quarto del fatturato estero è stato però ottenuto - precisa la Coldiretti - negli Stati Uniti con un aumento in valore del 3 per cento nel 2011. La vera sorpresa - continua la Coldiretti - viene pero’ dai paesi asiatici a partire dalla Cina dove le esportazioni di vino sono cresciute del 32 per cento, e dal Giappone (+23 per cento). Nella fase economica della recessione l’agricoltura è peraltro l’unico settore in controtendenza nel 2012 e fa segnare un aumento del Pil pari al 4,9 per cento congiunturale e dello 0,4 per cento sul piano tendenziale secondo i dati economici trimestrali dell’Istat che evidenziano la fase di recessione dell’economia italiana con il calo del prodotto interno lordo nel primo trimestre del 2012 (-0,8 per cento congiunturale) che e' il peggiore da tre anni, ovvero dal primo trimestre 2009. L’Italia - sottolinea la Coldiretti - può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l'identità, il turismo, la cultura e il cibo che sono una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo. Nonostante le difficoltà l’agricoltura - sostiene la Coldiretti - si conferma come settore anticiclico come dimostra anche l’aumento del 6,7 per cento delle assunzioni di dipendenti impegnati in campagna in netta controtendenza rispetto all’andamento generale, nello stesso primo trimestre secondo l’Istat.

 

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