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giovedì 20 giugno 2013

SLOW FOOD: TUTTI A ROMA PER UN NO DEFINITIVO AGLI OGM GIOVEDÌ 20 GIUGNO 2013, ORE 14,30 - ROMA, MONTECITORIO

Fonte: Slow Food

È stata convocata per giovedì 20 giugno alle ore 14,30 - a Roma, di fronte a Montecitorio - la grande mobilitazione organizzata dalla Task Force per un’Italia Libera da Ogm per chiedere al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia che vieterebbe la messa a coltura di piante geneticamente modificate. Slow Food è sempre stata contraria nella convinzione che la coltivazione di Ogm non sia la strada giusta per tutelare e promuovere il nostro patrimonio di biodiversità e il paesaggio agricolo italiano. «Quello di giovedì è un giorno cruciale per chi si oppone alla coltivazione di Ogm in Italia», dichiara Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia che guiderà la delegazione della chiocciola. «Da anni chiediamo ai diversi Governi di applicare la clausola di salvaguardia. Solo un mese fa il Senato si è espresso approvandola all’unanimità. Adesso spetterebbe ai Ministeri competenti dar seguito a questo importante atto. Invece, dopo la sentenza della Corte Europea, ci ritroviamo in una situazione di vuoto legislativo che ha già dato l’avvio a semine non autorizzate, come accaduto nella primavera 2010: per noi sono atti di provocazione gravissimi». L’appello di Burdese a partecipare alla giornata di mobilitazione è rivolto a tutti i soci e simpatizzanti Slow Food, ai produttori, trasformatori, artigiani e più in generale a tutti coloro che ritengono questa battaglia fondamentale per il futuro del nostro cibo. «Per la prima volta le associazioni che fanno parte della Task Force hanno deciso di radunare tutto il fronte del no agli Ogm davanti ai luoghi del potere legislativo ed esecutivo, con la convinzione che questo sia un momento decisivo per la salvaguardia della biodiversità italiana, per il nostro patrimonio agricolo, per la sovranità alimentare del nostro Paese e quindi per la nostra stessa economia e cultura. O si agisce adesso, o aumenterà il caos dovuto al vuoto legislativo e alle diverse interpretazioni che questo consente», conclude Burdese.

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