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mercoledì 26 giugno 2013

COLDIRETTI, BENE RINVIO AUMENTO IVA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Dopo il crollo delle vendite del 3,4% nel 2013, l’atteso rinvio dell’incremento dell’aliquota IVA necessario per evitare ulteriori contrazioni nelle vendite. Gulinelli: “preoccupano le riduzioni degli acquisti di beni alimentari fondamentali per la salute”.

Il rinvio dell’aumento Iva era atteso per evitare ulteriori effetti depressivi sulle vendite che al dettaglio sono già crollate del 3,5 per cento nel primo quadrimestre dell’anno, con un calo del 2,1 per cento per gli alimentari e del 4,2 per cento per i non alimentari. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la decisione del Governo di rinviare per ora di soli tre mesi l'aumento dell'Imposta sul valore aggiunto previsto per il primo luglio. Una necessità di fronte al crollo del potere di acquisto delle famiglie italiane che – sottolinea la Coldiretti - hanno svuotato il carrello dei prodotti base per l’alimentazione dalla frutta (-4 per cento) al pesce (-5 per cento), dalla carne bovina (-6 per cento) al vino (-7 per cento) fino all’olio di oliva (-8 per cento), secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati Ismea del primo trimestre. Il rinvio dell’aumento dell’ imposta di valore aggiunto dal 21 al 22 per cento salva – conclude laColdrietti – anche il vino le cui vendite sul mercato nazionale sono scese al minimo storico dall’Unità d’Italia. Una buona notizia per i 5 milioni di enoturisti che colgono l’occasione delle vacanze estive per gustare il nettare di bacco in Italia. Per il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Guinelli “si tratta di un provvedimento di buon senso ed indispensabile per capire bene come invertire l’attuale situazione dei consumi, in particolare per quanto ci riguarda, di beni di prima necessità, indispensabili per la nostra salute. I dati rilevati dall’ISTAT sono preoccupanti ed indicano la forte sofferenza di tanti italiani nel fare la spesa quotidiana. Tutto ciò ci sta portando ad un generalizzato peggioramento della qualità dei prodotti alimentari acquistati dagli italiani, con l’aumento della presenza di cibi low cost realizzati con ingredienti di bassa qualità. Oltre un certo limite sul cibo non è possibile risparmiare se non si vuole mettere a rischio la salute. Ad esempio ci chiediamo come sia possibile trovare in molti punti vendita l’offerta di bottiglie di olio di oliva extravergine a prezzi che non riescono nemmeno a coprire il costo di raccolta delle olive o casi analoghi per altri prodotti, il cui sottocosto potrebbe anche motivarsi con scarsa qualità o e con l’aver sottopagato i produttori”.

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