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martedì 8 maggio 2012

CIA: sempre più giovani “dribblano” la crisi tornando alla terra


FONTE: CIA FERRARA

Contro la disoccupazione giovanile sono sempre di più i ragazzi che decidono di tornare alla terra, e non si tratta più solo di figli che rilevano o continuano l’attività dei genitori, ma di neolaureati preparati e determinati che, a causa di una crisi che chiude le porte dei loro settori, scelgono di scommettere sulla vita dei campi e reinventarsi produttori.
"Un fenomeno nuovo ed in continua crescita sta rivoluzionando il settore primario, - afferma Lorenzo Boldrini, presidente Cia Ferrara, - nuovi giovani “dottori dell’agricoltura” stanno entrando nel settore, sono quasi il 35% degli “under 40” del comparto, che a loro volta rappresentano l’8% del totale dei conduttori agricoli italiani."
"A volte poco avvezzi ai segreti del mestiere agricolo, questi "ragazzi" sono fortissimi invece nella preparazione imprenditoriale, un “know-how” prezioso per un comparto spesso restio all’iniziativa innovativa e multifunzionale. Invece per questi giovani -spiega Boldrini - la parola d’ordine è diversificazione: agronomi che fanno ricerca e impiegano le tecnologie più all’avanguardia; biologi che puntano sulla sanità e la qualità dei prodotti; esperti della comunicazione che gestiscono il marketing e la promozione telematica dei prodotti; esperti in economia che amministrano l’azienda; educatori che si dedicano all’agricoltura sociale o ai progetti educativi in fattoria; erboristi e farmacisti che scommettono sulla fitoterapia e sulla cosmesi naturale."
"L’apporto delle nuove generazioni in agricoltura è fondamentale, - evidenzia Boldrini - tanto più se con una laurea alle spalle, perché aprono le porte alla competitività, al dinamismo e alla creatività. Nonostante le difficoltà del settore, tra alti costi di avviamento e di produzione, barriere fiscali e burocratiche e scarsa mobilità fondiaria, queste imprese della nuova generazione hanno un potenziale economico altissimo: il 40 per cento in più dei colleghi maturi, grazie anche a una maggiore attitudine al rischio e propensione all’export, ed anche grazie a una più elevata sensibilità per le tematiche sociali e ambientali."
"Questi validissimi "giovani incoscienti" - conclude Boldrini - nonostante tutte le difficoltà del periodo, non si fermano solo all'agriturismo ma creano vere e proprie fattorie didattiche, non si accontentano solo di produrre coltivazioni certificate, valorizzando i prodotti, ma le vendono quasi sempre in azienda, qualificando la vendita diretta, ed in più scelgono sempre un approccio eco-sostenibile nelle loro attività: i servizi per l’ambiente e la produzione di energia alternativa sono una prerogativa aziendale per il 7,2% degli “under 40” contro il 4% degli “over 40”. L'agricoltura del futuro evolve con idee, progetti innovativi, marketing e promozione anche territoriale e la competenza di questi giovani che stanno portando molte novità ed influenze molto positive a tutto il comparto."

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