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martedì 2 ottobre 2012

PREZZO DEL LATTE: ALLEVATORI IN AGITAZIONE PER IL MANCATO ACCORDO A RISCHIO CHIUSURA NUMEROSE STALLE CHE FANNO LATTE ALIMENTARE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Tensione tra gli allevatori di latte dell’Emilia Romagna per il mancato accordo con le industrie di trasformazione sul rinnovo del prezzo del latte. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna, sottolineando che la crisi economica e il boom dei costi stanno mettendo in crisi gli allevamenti che producono latte a destinazione alimentare. “Il prezzo di 38 centesimi al litro pagato alla stalla poteva andare bene fino alla scorsa primavera – ha detto il presidente regionale di Coldiretti, Mauro Tonello – ma adesso i costi di produzione, tra mangimi e costi energetici, sono aumentati di quasi il 40% e non è più sostenibile un prezzo fermo a sei mesi fa”. In Emilia Romagna – ricorda Coldiretti – si producono 1.800.000 tonnellate di latte, la maggioranza dei quali destinati alla trasformazione in Parmigiano Reggiano. “Ci sono però 300 mila tonnellate di latte destinato al consumo alimentare, che vengono prodotti soprattutto nell’area tra Modena, Bologna, Ferrara e la Romagna – spiega Tonello – prevalentemente in alcune zone collinari e montane, dove l’allevamento resta l’unico presidio ambientale e territoriale. Se non c’è una adeguata remunerazione, il rischio è un ulteriore spopolamento di aree agricole anche disagiate. Purtroppo – prosegue il presidente di Coldiretti – un altro settore strettamente collegato agli allevamenti è in sofferenza. Si tratta della produzione di mais, i cui produttori in Emilia Romagna non riescono ad avvantaggiarsi dei prezzi aumentati a causa della scarsa produzione mondiale. Da noi la siccità ha fatto crollare la produttività da una media di 100 a 40 quintali ad ettaro. Nessun aumento dei prezzi può compensare un simile crollo produttivo. Cominciamo ad avvicinarci ad un bilancio di fine anno veramente pesante. Sia per gli allevamenti che per i produttori di mais, non è più possibile andare avanti così e non escludiamo nessuna ipotesi per tutelare i nostri allevatori, compresa la mobilitazione”.

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