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venerdì 12 ottobre 2012

COLDIRETTI: CON AUMENTO IVA, RINCARI DA CARNE A UOVA, DA RISO A ZUCCHERO

Fonte: Coldiretti Ferrara  

L’incremento di un punto percentuale dell’Iva colpirà anche i prodotti alimentari, pesando sulle famiglie italiane con un rincaro di 500 milioni di euro.

L’aumento dell’Iva colpisce anche i prodotti di prima necessità che non possono mancare sulle tavole delle famiglie italiane, dalla carne al pesce, dalle farine al riso, dallo zucchero al miele, ma anche il vino, la birra e l’acqua minerale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dell’aumento di un punto dell’Iva prevista dal disegno di legge di stabilità varato dal Governo che rischia di provocare la ripresa dell’inflazione. L’aumento dell’Iva - sottolinea la Coldiretti - colpisce tutte le famiglie italiane e porterà un rincaro complessivo di 500 milioni di euro solo nella spesa alimentare annuale, in un momento di forte contrazione dei consumi. La stangata - precisa la Coldiretti - non interessa infatti solo beni acquistati occasionalmente come l’abbigliamento, le calzature, le automobili e gli elettrodomestici per i quali l’aliquota passa dal 21 per cento al 22 per cento, ma anche beni presenti nella spesa quotidiana. Rincarano peraltro le uova, lo zucchero e la farina che sono prodotti base per la preparazione casalinga dei cibi come pasta, biscotti edolci che è particolarmente diffusa nelle fasce piu’ deboli della popolazione, ma effetti depressivi ci sono anche sulla ristorazione per effetto dell'aumento di un punto percentuale dell'Iva dal 10 all’11 per cento a cui sono soggette le attivita’ di somministrazione. L’imposta sul valore aggiunto (Iva) - continua la Coldiretti - aumenta infatti dal 10 per cento all'11 per cento per carne, pesce, yogurt, uova ma anche per riso, farine, miele e zucchero, mentre il rincaro è dal 21 al 22 per cento riguarda il vino, birra, acqua minerale ed anche specialità nostrane come il tartufo. Il provvedimento - conclude la Coldiretti – rischia dunque di provocare effetti depressivi sui consumi alimentari a danno delle imprese e dei consumatori, già provati dalla crisi e dal crollo del potere di acquisto, che hanno svuotato il carrello della spesa con un crollo dei consumi alimentari stimato pari al 3 per cento in quantità nel primo semestre dell’anno, che va dal -4 per cento per il pesce al -2 per cento per la carne di maiale e vino (-2 per cento) ma sale al 7 per cento per il latte e al 5 per cento per l’olio.

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