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FONTE: COLDIRETTI
Quasi sette italiani su
dieci considerano oggi gli Organismi geneticamente modificati (Ogm) meno
salutari di quelli tradizionali. E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base
dell’indagine Coldiretti-Swg relativa ad ottobre 2012, nel commentare le
polemiche sollevate dal dibattito sullo studio del professor Seralini sulla
tossicità del mais geneticamente modificato, contro il quale si è pronunciato
l'Alto Consiglio francese delle biotecnologie. Nel rispondere alla domanda sulla
salubrità del cibo transgenico – sottolinea la Coldiretti – il 69 per cento di
coloro che hanno espresso un’opinione ritiene che esso sia meno salutari
rispetto ai prodotti tradizionali. Nonostante il rincorrersi di notizie
miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni effettuate su
animali e vegetali (dal salmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico,
dalle patate fritte super resistenti ai parassiti fino al latte materno da
mucche transgeniche) il livello di scetticismo nel Belpaese rimane dunque
elevato. La realta’ – conclude la Coldiretti – e’ infatti che gli ogm
attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e
sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili
dai cittadini. In Europa sono coltivati con organismi geneticamente modificati
(Ogm) appena 114.290 ettari di terreno, pari a molto meno dello 0,001 per cento
della superficie agricola totale europea che è di 160 milioni di ettari, secondo
una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell'“International Service for
the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA) che evidenziano che le
superfici sono rimaste praticamente stabili negli ultimi cinque anni nonostante
le pesanti pressioni delle multinazionali sui poteri “salvifici” del biotech.
Inoltre - continua la Coldiretti - su un totale di 27 paesi europei sono solo 8
quelli dove si coltivano gli Ogm: in 6 è stato è coltivato mais biotech (Spagna,
Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca) e in tre paesi
(Germania, Svezia e Repubblica Ceca) patata “amflora” da seme.
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