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giovedì 5 luglio 2012

NEGATIVE LE PREVISIONI SULL’ANNATA AGRARIA 2012

Fonte: Confagricoltura Ferrara

 L’anno 2012, chissà se si può ancora parlare di straordinarietà, rimarrà certamente negli annali statistici della nostra provincia. Prima il terremoto a sconvolgere l’ordinario succedersi delle lavorazioni in campo, poi un andamento stagionale a dir poco arido, come mai negli ultimi anni. A dire il vero già l’inverno passato si era caratterizzato per precipitazioni ben sotto la media e comunque tali da non consentire un adeguato rimpinguamento delle falde sotterranee e dei terreni in generale. Inevitabilmente le produzioni agricole non potevano non risentirne: i circa 39.000 ettari investiti a grano tenero e grano duro hanno risentito, seppur a macchia di leopardo di tale anomalo andamento. Con la trebbiatura ormai al termine, si può azzardare un primo bilancio. Fatta eccezione per i comuni dell’alto ferrarese i cui dati indicano una produzione superiore alla media (65/70 q.li/ettaro), ma con punte di eccellenza (85-90 q.li Ha) ed in un contesto qualitativo di assoluto valore (pesi specifici superiori a 83/84 con punte fino ad 87); il rimanente territorio provinciale presenta una produzione mediamente scarsa. Produzione media fra 45/55 q.li/ha per il duro e 55/65 per il tenero, nell’area a ridosso del Fiume Po, di poco superiore (50/55 q.li/ha per il duro e 60/65 per il tenero) per la fascia costiera. Decisamente più contenute le produzioni nella parte centrale della provincia e nell’area del Portuense e dell’Argentano, dove la produzione mediamente scende a 40/45 q.li/ha per il duro e 45/50 per il tenero. Il dato medio però non da pienamente conto delle difficoltà incontrate da numerose aziende, con produzioni anche al di sotto dei 30 q.li ettaro. Questo è quanto emerge da una prima analisi svolta dalla Giunta Esecutiva di Confagricoltura Ferrara in collaborazione con le Sezioni Economiche di Prodotto dell’Organizzazione. La scarsità di precipitazioni sta però mettendo in grave difficoltà anche le colture autunnali, mais in particolare (per circa 40.000 ettari a livello provinciale). Gli interventi irrigui di soccorso solo in parte possono compensare la mancanza di acqua, sia per l’inevitabile impennata dei costi di produzione, sia per l’oggettiva difficoltà ad assicurare la completa e contemporanea copertura irrigua di tutto il comprensorio. In conseguenza di ciò parte della superficie viene già giudicata compromessa, non essendo la coltura nelle condizioni di raggiungere la fase di fioritura e di allegagione. L’eventuale assenza di precipitazioni nei prossimi 7-10 giorni (ripetute poi con una certa regolarità nel corso del periodo estivo) determineranno inevitabilmente drastici cali dei raccolti. La situazione viene pertanto giudicata nel complesso estremamente critica. Inevitabilmente, il perdurare della situazione di crisi idrica metterà a repentaglio anche le produzioni bieticole e quelle orticole (meloni, cocomeri). Più complesso, a giudizio di Confagricoltura Ferrara, il quadro per il comparto frutticolo, uscito dalla fase di allegagione con dati previsionali orientati verso il basso (-35/-40% la produzione di mele, -15% la produzione di pere rispetto a dati produttivi medi). L’andamento secco, tra l’altro meno incidente sul comparto per la frequente presenza di impianti dotati di irrigazione, non pare comunque in grado di compromettere il grado qualitativo. Una grande incognita è inoltre costituita dall’andamento dei prezzi: ormai sono lontane le annate dove in presenza di scarse produzione si registravano prezzi mediamente più elevati. Il perdurare della crisi economica e il calo dei consumi ormai strutturale non inducono a previsioni particolarmente ottimistiche e sembra scontato un calo della PLV specie se i prezzi delle nostre produzioni non saranno particolarmente soddisfacenti. In questo quadro certamente molto critico l’unico strumento di tutela per le aziende agricole è dato dalla copertura assicurativa contro i danni atmosferici. La strada alternativa può essere individuata nel Fondo di Solidarietà Nazionale, attivabile però sulla base di quanto stabilito dal Piano Assicurativo Nazionale, solo in presenza di inadeguata copertura assicurativa dell’avversità verificatasi. Se gli effetti negativi del terremoto possono essere considerati molto modesti sulla produzione, sono comunque stati significativi per le zone ferraresi interessate dal sisma. La prima fase di ricognizione, svolta dal Servizio Tecnico di Confagricoltura, ha fatto rilevare danni alle strutture per circa 150 milioni di euro. I problemi dell’immediato futuro sono certamente costituiti dalla necessità di dare adeguato sostegno amministrativo ed economico alla ricostruzione dei centri aziendali danneggiati. In tale senso si orienta sia il decreto legge sulla ricostruzione, sia gli interventi creditizi, anche se vanno sottolineati i tempi eccessivamente lunghi che si prospettano.

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