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lunedì 9 luglio 2012

COLDIRETTI: PER L’AGRICOLTURA ITALIANA SERVONO VERITA’, GIUSTIZIA E LEGALITA’. IL GOVERNO FACCIA LA SUA PARTE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Il presidente nazionale dell’organizzazione, Sergio Marini all’assemblea del Palalottomatica di Roma, alla presenza di oltre 15.000 associati, ha evidenziato la necessità di superare i ragionamenti finalizzati solo al “PIL” ed allo “SPREAD” per ridare peso a tutto quello che può permettere all’Italia di “tornare a fare l’Italia”.

Occorre tornare alla buona politica, quella che possa consentire all’Italia di tornare a fare l’Italia, cioè quel grande Paese fatto di territorio inimitabili, di paesaggi unici, di prodotti tra i più imitati al mondo, di uno stare bene che non può essere misurato solo con il PIL, ma che è la nostra ricchezza e nostro orgoglio. Per questo – ha dichiarato di fronte agli oltre 15.000 associati convenuti da ogni parte d’Italia, Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti – occorre muoversi su tre fronti, molto concreti, che possiamo sintetizzare in tre parole: verità, giustizia e legalità. L'agricoltura italiana è un'eccellenza assoluta nel mondo (che tutti imitano, con mezzi truffaldini o delinquenziali), ed ha un’altissima efficienza ed intensità, tanto che il valore aggiunto per ettaro è il doppio di Francia e Germania. Purtroppo agli agricoltori, chi materialmente produce qualità, genuinità e buona alimentazione, rimangono le briciole in termini di redditività. Per tre motivi: imitazione, filiera troppo lunga e etichettatura poco trasparente. In tutto il mondo (Italia compresa) si vendono prodotti che sfruttano il richiamo all'italianità (Italian sounding), tolgono mercato al vero Made in Italy (un giro d’affari di 70 miliardi di euro) e lo 'sviliscono'. Inoltre, i troppi passaggi intermedi tra produttore e consumatore si tramutano in rendite per intermediari e speculatori.” “Serve dunque, aggiunge Mauro Tonello, presidente di Coldiretti Ferrara e vice presidente nazionale - muoversi sul fronte della verità, approvando in tempi rapidi regole che rendano a livello europeo trasparenti le etichette, affinché il consumatore possa leggere la reale origine dei prodotti e delle materie prime; della giustizia nella ripartizione del valore aggiunto nella filiera, tramite la creazione di un percorso per la filiera tutta agricola e tutta italiana; della legalità, soprattutto a livello nazionale per supportare le indagini di magistratura, guardia forestale, Nas ed altre forze dell'ordine, e per approvare leggi, affinché chi fa bene sia premiato e chi fa male vada in galera, ovvero norme a favore dei consumatori e dei produttori onesti”. Temi emersi anche dagli interventi degli ospiti, tra i quali il fondatore di Slow Food e Terra Madre, Carlo Petrini, e che i rappresentanti del Governo presenti, i ministri Passera e Catania, hanno ripreso e fatti propri, assumendosi l’impegno di mettere nell’agenda dei lavori del Governo le richieste di Coldiretti, a cominciare da un riassetto della macchina pubblica, come le Agenzie per l’erogazione dei contributi pubblici, e da una revisione delle norme burocratiche, che si traducono oggi in circa 100 giornate di lavoro distolte dalla attività agricola per ottemperare a tutta una serie di adempimenti non sempre giustificati, e da una ritrovata capacità di porre le questioni vitali per l’agricoltura italiana ai tavoli comunitari, dove, se occorre, avere la forza di battere i pugni e porre anche veti, ad esempio nei confronti di una PAC che non può essere lasciata al caso ed alla buona volontà ma che deve continuare a costituire realmente opportunità per le imprese italiane, tornando alle vere questioni delle produzioni, della qualità e dei redditi. Un impegno preso in prima persona dal ministro Catania che ha posto l’attenzione anche sulla legge per l’indicazione dell’origine in etichetta e per la costituzione di alleanze strategiche per portare il vero made in Italy sui mercati mondiali, dove i consumatori non mancano e che possono vedere anche la presenza di un sistema distributivo italiano che si ponga su un livello nuovo rispetto al passato e colga la positività di un rapporto diretto con i produttori, come peraltro ha aperto il presidente di Coop Italia, Tassinari, presente all’assise.

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