Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
“L’Italia vanta un’agricoltura ricca con un valore aggiunto per ettaro ai livelli più alti nel mondo, ma le nostre imprese non hanno il giusto riconoscimento di reddito che a loro spetterebbe. Questo avviene soprattutto perché in un mercato globalizzato come quello di oggi, il consumatore non è messo nella condizione di discernere quali prodotti sono italiani e quale è la loro qualità. Ecco perché a Bruxelles porterò avanti una grande sfida, chiedendo una normativa che identifichi in modo evidente l’origine del prodotto, anche per quelli trasformati. Si tratta di una battaglia etica, oltre che economica e culturale”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania nel suo intervento all’Assemblea nazionale di Coldiretti, che ha avuto luogo questa mattina a Roma.
“Negli ultimi 20 anni tutti i risultati ottenuti in sede comunitaria in merito ad etichettatura e non solo, sono il frutto di un lavoro serrato e intenso che ho portato avanti con determinazione nel corso della mia carriera al Ministero delle politiche agricole. Continueremo con questo stesso atteggiamento per condurre a termine anche questa battaglia insieme”.
“Tuttavia ci sono molte altre cose da fare, a partire dal funzionamento della filiera italiana. È inaccettabile che prodotti ortofrutticoli freschi, che arrivano sul mercato a 2 euro, abbiano una remunerazione all’origine di 30 centesimi, con appena il 15% di valore che resta all’agricoltore. Dobbiamo scardinare questo sistema, ma occorre l’aiuto e il contributo di tutti. La Gdo deve fare di più, trovando col mondo delle imprese agricole un contatto diretto che permetta di eliminare un’intermediazione parassitaria e molto dannosa per l’intero sistema”.
“Ma è necessario intervenire in maniera complessiva anche per rimettere l’agricoltura al centro del modello di sviluppo del nostro Paese, che per troppi decenni l’ha considerata un settore residuale, ricordando le ripercussioni che il comparto ha sul sistema economico nazionale in generale. Il contributo degli agricoltori in termini di qualità, cibo, gastronomia e paesaggio è incommensurabile e non è affatto riconosciuto, tanto che sono altri i soggetti che monetizzano il lavoro dei nostri agricoltori. Basti pensare ai milioni di turisti che vengono in Italia per godere del nostro ineguagliabile paesaggio agrario. Così come va riconosciuto anche il lavoro degli agricoltori in termini di conservazione e salvaguardia del territorio. A questo riguardo mi impegnerò anche perché l’Expo di Milano sia in grado di dare il giusto messaggio e un’adeguata immagine dell’agroalimentare italiano”.
“Parlare del territorio significa necessariamente fare riferimento anche al drammatico fenomeno del consumo del suolo agricolo in Italia. Negli ultimi 30 anni sono 5 i milioni di ettari agricoli che nel nostro Paese sono stati cementificati. Ci sono zone della Padania dove le aree cementificate, a livello di singole province, superano quelle in condizioni naturali. Con Carlo Petrini e Sergio Rizzo il 24 luglio presenteremo un dossier e proposte concrete per fermare questo processo prima che sia troppo tardi. Non possiamo compromettere la potenzialità agricola, sarebbe il più grave dei delitti che potremmo fare. Abbiamo analizzato legislazioni anche di altri Paesi per proporre delle modifiche a meccanismi deleteri. Inoltre dobbiamo tenere presente che cementificando la Pianura padana, e quel poco di pianura che abbiamo nel Mezzogiorno, stiamo compromettendo il nostro livello di auto approvvigionamento che è già bassissimo, pari al 75% circa, che significa che quasi un italiano su quattro mangia grazie ai prodotti che importiamo. È una questione cruciale, soprattutto pensando al futuro e sono certo che l’intero Governo darà la massima attenzione a questo problema”.
“A questo proposito vorrei ricordare anche quanto abbiamo fatto in questi mesi sulle energie rinnovabili che non devono essere messe in competizione con l’agricoltura. Siamo intervenuti in questa direzione cambiando l’incentivazione e eliminando il nuovo fotovoltaico dai terreni agricoli. Ora gli incentivi vanno alle energie realizzate dai sottoprodotti dell’impresa agricola, con l’obiettivo di integrare il reddito degli agricoltori e di fermare la sottrazione di superfici destinate all’agricoltura per colture insensate”.
“Per quanto riguarda invece il negoziato per la riforma della PAC, sappiamo che è molto difficile, ma il governo mi sta aiutando, a testimonianza dell’attenzione che ha per il comparto. Stiamo conducendo il negoziato sul bilancio complessivo dell’Europa con grande considerazione per gli interessi dell’agricoltura italiana. Il mio obiettivo è che nella prossima PAC le risorse andranno solo a chi fa agricoltura. Non saranno date più risorse alla proprietà fondiaria, a chi non è imprenditore agricolo, a chi non vive di agricoltura. Inoltre lo sviluppo rurale deve essere diverso da quello che è stato finora, concentrandosi sulle esigenze reali dell’impresa”.
“Infine, per dare maggiore slancio al comparto, c’è da lavorare anche per rimettere a posto la pubblica amministrazione e gli stessi organismi pagatori in modo da fornire alle nostre imprese maggiore efficienza. E anche su questo mi sto impegnando affinché ci siano cambiamenti a breve. Questo cambiamento non deve riguardare però solo l’Amministrazione centrale, deve coinvolgere anche le Regioni che devono saper uscire da un’ottica legata alla sopravvivenza, superando le logiche che le hanno limitate finora”.
giovedì 5 luglio 2012
ASSEMBLEA NAZIONALE COLDIRETTI, CATANIA: A BRUXELLES CI BATTEREMO PER ETICHETTATURA E FONDI DELLA PAC SOLO PER AGRICOLTORI VERI
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