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giovedì 12 luglio 2012

ISTAT, CONFAGRICOLTURA: CONCENTRAZIONE AZIENDALE, AUMENTO DELLA DIMENSIONE ECONOMICA, DIVERSIFICAZIONE, FISIOLOGICI E NECESSARI PER LA COMPETITIVITA’ DEL SETTORE

Fonte: Confagricoltura

 “I dati definitivi del 6° Censimento dimostrano quanto sia rilevante il processo di concentrazione produttiva nell’agricoltura nel nostro Paese, che si sta accompagnando anche ad un rafforzamento in termini di dimensione economica delle aziende”. Così Confagricoltura commenta la fotografia del settore diffusa oggi dall’Istat. I dati del Censimento – nella rielaborazione originale di Confagricoltura – dicono che oggi in Italia praticamente i due terzi della Superficie agricola utilizzata (SAU) complessiva sono gestiti da solo il 10 per cento delle aziende con SAU superiore a venti ettari (162 mila). Le altre aziende, con meno di 20 ettari di SAU, gestiscono invece il terzo residuo della superficie agricola utilizzata; e sono quasi 1,5 milioni. Cambia anche la tendenza evolutiva. Negli ultimi dieci anni, le aziende con più di 20 ettari sono aumentate del 7% circa; quelle di dimensione inferiore sono diminuite del 35%. Praticamente hanno cessato l’attività quasi 800 mila aziende con meno di 20 ettari di SAU. Il tutto con un aumento della superficie media aziendale del 44% circa. L’assetto più strutturato è evidente anche nel comparto zootecnico, dove dal 2000 al 2010 le aziende agricole italiane con allevamenti sono diminuite di oltre il 40% (da 370 mila a 217 mila circa), mentre i capi allevati sono praticamente i medesimi (circa 10 milioni di Unità Bestiame Adulto). “Parallelamente – evidenzia l’Organizzazione agricola - non deve sfuggire una certa tendenza alla perdita di potenziale produttivo. La Sau è comunque diminuita del 2,5% dal 2000 al 2010 (-326 mila ettari). Segno che nel processo in corso comunque le aziende che si ristrutturano non riescono a compensare completamente, anche con nuovi investimenti, il potenziale di quelle che cessano l’attività e che è comunque in atto un certo cambiamento negli ordinamenti”. “Questi dati – conclude Confagricoltura - devono far riflettere anche sulle politiche che possono essere messe in atto per la crescita e la competitività del nostro sistema produttivo”.

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