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venerdì 16 aprile 2010

Arriva la patata amflora, sugli ogm c'è confusione

FONTE:Europei Newsletter Marzo/Aprile 2010

Irritazione del Ministero, ambientalisti mobilitati. La Regione, contraria, chiede più chiarezza al Governo

La fine dell'embargo che l'Europa da anni ha imposto agli ogm (i prodotti geneticamente modificati in laboratorio) è arrivata all'improvviso e con procedura scritta. Si tratta dell'autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente modificata nota col nome di Amflora, prodotta dalla multinazionale Basf. A firmare è stato il nuovo Commissario Europeo all'Ambiente, il maltese John Dalli che con questo atto ha preso nettamente le distanze dal suo predecessore, il greco Stavos Dimas, che invece aveva sempre rinviato ogni decisione. Il permesso ha riguardato la sola produzione industriale e l'utilizzo di alcuni prodotti derivati dall'amido Amflora negli alimenti per animali.

Immediate le proteste degli ambientalisti, ma pure del governo italiano. Il ministro dell'agricoltura ha rilasciato una dichiarazione durissima: "Questa decisione della Ue ci vede contrari - ha detto Luca Zaia - Non solo non ci riconosciamo in questa scelta, ma ribadiamo che non permetteremo che si metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Proseguiremo quindi nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini".

Contraria si è subito detta la Regione Emilia-Romagna; Ermete Realacci ("Decisione molto grave") e i Verdi ("Inacettabile"), mentre hanno invitato alla prudenza il presidente del Conaf (Consiglio dell'ordine nazionale degli agronomi) e il Vaticano ("Gli Ogm servono per combattere la fame nel mondo" - ha dichiarato Il cancelliere della Pontificia accademia per le scienze, monsignor Marcelo Sanchez Sorondo). Di parere nettamente favorevole invece l'Assobiotec, (Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie) facente parte di Federchimica, che ha commentato: "Finalmente si torna alla libertà di coltivare piante geneticamente modificate in Europa".

La decisione della Commissione europea, oltre alla patata Amflora, ha riguardato anche la messa sul mercato di tre mais geneticamente modificati, destinati all'alimentazione umana e a quella animale. Secondo l'esecutivo Ue i cinque ogm autorizzati sono stati esaminati con grande attenzione "In modo che le preoccupazioni espresse al riguardo della presenza di un gene resistente agli antibiotici siano pienamente tenute in considerazione''.

Ci si riferisce, cioè, all'accusa che in diversi hanno fatto alla patata Amflora sulla presenza nei suo patrimonio genetico di un gene "marker" che conferisce resistenza ad un antibiotico importante per la salute umana. Per questo la decisione, ha precisato un portavoce della Commissione, essendo una procedura scritta, è stata presa all'unanimità "Dopo un esame completo e approfondito dei cinque dossier ogm sul tavolo - ha infine concluso John Dalli in una conferenza stampa- mi è sembrato chiaro che nessun nuovo argomento scientifico aveva bisogno di essere esaminato ulteriormente''.

Sta di fatto che probabilmente molti Paesi, tra cui forse l'Italia, contrari alla coltivazione della patata transgenica o di altri ogm, si appelleranno alla «clausola di salvaguardia» per impedire la coltivazione all'interno del loro territorio nazionale. Un tale strumento è del resto già stato utilizzato da Francia, Germania, Austria, Lussemburgo, Ungheria e Grecia sulla coltivazione del mais ogm Monsanto 810 approvata dalla Ue nel 1998.

(A.A.)

L'assessore all'agricoltura Tiberio Rabboni: "occorre subito un disciplinare"

Come Regione siamo contrari a questa decisione dell'Europa. Lo dice il fatto che da tempo aderiamo al movimento delle Regioni europee ogm free. Il punto però è un altro - dice l'assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna Tiberio Rabboni - Vogliamo capire cosa intende fare il governo italiano su questa questione. Allo stato infatti, l'opinione di Zaia (ex ministro dell'agricoltura) non è sempre condivisa dagli altri componenti il governo Berlusconi. Va da sé che di fronte ad un'altra grande novità, vale a dire le dichiarazioni di Barroso che intenderebbe avviare un nuovo regolamento europeo in cui ogni paese, sulla coltivazione degli ogm, farebbe come meglio crede, l'Italia non ha ancora preso decisioni. Questo crea problemi. Ad esempio sarebbe utile che il Paese spingesse perché questo regolamento Ue vedesse la luce il più presto possibile in modo che possiamo decidere una volta per tutte se essere o meno ogm free. Non è una questione di burocrazia politica. Se diremo di no agli ogm, il fatto non si pone. Ma se dovessimo dire di sì, cosa che non mi auguro, le Regioni dovranno approvare in fretta un disciplinare comune di coesistenza tra coltivazioni ogm e non ogm. A questo proposito ricordo che l'Emilia-Romagna, alcuni mesi fa, su sua iniziativa ha presentato un proprio documento sulla disciplina della coesistenza tra prodotti così radicalmente diversi. Linee guida che hanno ricevuto l'appoggio delle altre Regioni al punto da essere fatte proprie dalla Conferenza Stato - Regioni. Se la decisione di Barroso andrà avanti e lo Stato Italiano prenderà una decisione in merito, come Regioni potremo finalmente deliberare come comportarci di fronte alle coltivazioni di ogm in modo che facciano meno danni possibile. Ma deve farlo in fretta.

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