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mercoledì 7 dicembre 2011

CONFERENZE STAMPA DELLA PROVINCIA: Mancano sei milioni di euro per chiudere il bilancio 2012

FONTE: PROVINCIA DI FERRARA

Mancano sei milioni di euro per chiudere il bilancio 2012. È questo il risultato della manovra del governo sulla Provincia di Ferrara.
A lanciare l’allarme ci hanno pensato la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra, e l’assessore al Bilancio, Davide Nardini, durante la conferenza stampa di metà mandato, con l’intera giunta schierata.
“Questa è la novità vera – ha esordito Marcella Zappaterra – al di là dei nostri impegni annunciati e contabilizzati sul bilancio per l’anno venturo dei dieci milioni per l’ammodernamento del patrimonio scolastico, degli investimenti in infrastrutture e della messa in sicurezza della rete viaria”.
Un programma investimenti basato proprio sull’uso di entrate e spese correnti, che tradotto significa utilizzo degli introiti da tutor, velox e incremento Rc Auto, nonché dei risparmi sulle spese di funzionamento, per mettere a posto gli edifici scolastici e da impiegare sul capitolo infrastrutture.
Ora invece, dopo il decreto legge del governo presieduto da Mario Monti, arriva la mazzata che costringe a capovolgere il discorso.
Sta, o meglio stava, tutto scritto in una riga dell’articolo 28 del decreto di Palazzo Chigi, laddove in pratica si decide la fine della compartecipazione all’Irpef, che finora le Province hanno percepito a titolo compensativo per l’incameramento a Roma dell’addizionale Enel, che gli stessi enti prima percepivano.
In altri termini, nel nome del federalismo fiscale, prima le Province potevano autonomamente contare sull’addizionale Enel, poi è arrivato lo Stato a prendersi gli incassi e risarcire le Province con la compartecipazione all’Irpef e infine è stata tolta loro pure questa entrata.
Morale della favola, questa riga cancellata e altri 400 milioni di tagli alle 107 Province d’Italia costano al solo Castello Estense un buco di sei milioni sul 2012.
Da qui non è più possibile il ragionamento entrate e spese correnti su investimenti, sempre nel rispetto del patto di stabilità.
A questo punto il Consiglio provinciale previsto per il 14 dicembre per la discussione e approvazione del bilancio viene messo in discussione e ora la nuova mission impossible diventa trovare una montagna di soldi da qui alla fine dell’anno.
“Una manovra – ha commentato Marcella Zappaterra – per sacrificare gli enti locali e ancora una volta non per valorizzarli come il vero volano di crescita per il Paese. Per questo – ha continuato – il 14 dicembre abbiamo invitato i Comuni, i sindacati e le forze sociali, per condividere il senso e le proporzioni delle difficoltà nelle quali improvvisamente ci troviamo, dopo che per due anni abbiamo responsabilmente perseguito la strada dei conti in regola”.
Complessivamente ammonta ad 1,5 miliardi la nuova scure che si è abbattuta sul sistema degli enti locali, la quale si aggiunge alle altre manovre già piovute su Comuni, Province e Regioni, “Con il risultato – ha precisato Nardini – di compromettere seriamente l’erogazione dei servizi”.
Parole che declinate nella realtà ferrarese significano sentire la responsabilità di garantire la sicurezza di locali (le scuole) frequentati complessivamente da circa 50mila persone all’anno e di un sistema viario di quasi 900 chilometri, di cui 300 costeggiati da alberti ed altrettanti da corsi d’acqua.
“Se si fosse agito nei confronti degli enti locali non come controparti – ha proseguito la presidente –si sarebbe potuto agire con ben maggiori risparmi su altre situazioni ed enti”.
Si stima infatti che il decreto Monti realizzerà sulle Province un risparmio di 65 milioni, mentre autorevoli commentatori già sostengono che se si fosse tagliato su altri enti, agenzie ed autorità d’ambito, il risparmio sarebbe stato di 2,5 miliardi.
A questo punto lo scenario futuro si trasforma in un punto di domanda. “Se non sarò in grado – ha scandito Marcella Zappaterra – di portare a termine il programma di mandato, io non sarò un semplice liquidatore della Provincia; per questo possono pure mandare un commissario governativo”.
Il riferimento chiaro è stato alla parte del decreto legge che ha tagliato, oltre alle risorse, la stessa ragione d’essere dell’istituzione Provincia, intesa come anticamera della sua definitiva cancellazione dalla Costituzione.
Nel frattempo per far fronte alle necessità di investimento e in assenza delle coperture, pure fino ad oggi costruite, non è escluso il ricorso a nuovi mutui. “Devo rispettare il patto con i cittadini - ha detto a questo proposito la presidente – e dopo anni di bilanci in salute potremmo fare diversamente per dare ai cittadini scuole e strade, che sono fra i punti più qualificanti del nostro programma amministrativo”.

È stato così che le nuove e drastiche misure adottate da Palazzo Chigi hanno finito per mettere in ombra le cose che pure il Castello Estense ha condotto durante l’anno che volge al termine.
Solo sul fronte dei lavori pubblici, infatti, sono stati fatti appalti per quasi 50 milioni, di cui 15,1 milioni su viabilità e sicurezza stradale, 30,8 milioni per la realizzazione dell’Idrovia, e 2,65 milioni nell’edilizia scolastica ed istituzionale.
Il tutto perché il vento dell’abbattimento dei costi della politica ha deciso di eleggere come capro espiatorio l’anello debole della catena istituzionale: le Province.

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