Fonte: Segreteria Paolo Bruni
6 dicembre 2011: "Il maxi sequestro di falsi prodotti biologici effettuato questa mattina in varie regioni italiane, conferma la necessità di intensificare i controlli lungo tale filiera per difendere dalle speculazioni un settore in graduale ma costante crescita" lo ha dichiarato Paolo Bruni, presidente di Cogeca, commentando l'operazione "Gatto con gli stivali" condotta oggi dalla Guardia di Finanza.
"Il comparto del bio - ha aggiunto Bruni - ha mostrato la capacità in questi anni di conquistare un numero sempre maggiore di consumatori sul mercato nazionale ed europeo ed e' pertanto sempre più spesso oggetto di attenzione da parte di operatori spregiudicati i cui comportamenti criminali rischiano di vanificare lo sforzo delle numerose aziende agricole e cooperative che hanno effettuato importanti investimenti per valorizzare tali produzioni: è pertanto indispensabile proseguire sulla strada dei controlli capillari, in particolare sull'import di materie prime" ha concluso Bruni.
mercoledì 7 dicembre 2011
BRUNI (COGECA): "MAGGIORI CONTROLLI SU PRODOTTI BIOLOGICI PER PRESERVARE SETTORE IN CRESCITA"
Etichette:
Cogeca,
controlli,
falsi,
Gatto con gli stivali,
Guardia di Finanza,
operazione,
Paolo Bruni,
prodotti biologici,
sequestro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Dall’esame di tutti i documenti che interessavano le ditte coinvolte si è accertato che il volume di prodotti con falsa certificazione biologica è meno del 2,5% di quello prospettato dalla GdF, che si riferisce all’intera quantità registrata dalle ditte indagate, che risulta perdipiù frutto anche di fatturazione fittizia: non a caso agli arrestati vengono addebitati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e altri documenti inesistenti, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
RispondiEliminaAnche il valore dei prodotti accompagnati da certificati falsificati è nettamente inferiore a quello stimato la settimana scorsa: applicando le quotazioni di mercato odierne, arriviamo a fatica a 5 milioni di Euro (contro i 220 milioni di cui s’era parlato: anch’essi sono riferiti al
volume d’affari complessivo delle società coinvolte, sempre gonfiato da operazioni inesistenti).
È stato anche accertato che la frode si è protratta da ottobre 2007 ad agosto 2008 e ha riguardato esclusivamente orzo, mais e soia per mangimi, girasole, farro, 2 partite di frumento e delle mele da purea.
Il perimetro della frode (che innegabilmente c’è stata, ma si palesa più come “frode fiscale” che come “frode biologica”), va assai ridimensionato.
Ciò non basta a rasserenare le 47.658 aziende perbene e le oltre 300.000 persone che lavorano nel settore biologico italiano (che sono parte lesa e attraverso le loro organizzazioni stanno costituendosi parte civile nel processo), ma dà almeno la dimensione corretta.