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venerdì 20 aprile 2012

VINO, CONFAGRICOLTURA: “AL GRUPPO CHE A BRUXELLES DISCUTE SU COME SALVAGUARDARE I VIGNETI, RICORDIAMO CHE LIBERALIZZAZIONE IMPIANTI PRODUCE CONTRARIO"

Fonte: Confagricoltura

“Ci auguriamo che a Bruxelles il ‘Gruppo europeo ad alto livello sui diritti di impianto’ lavori con serenità e senza pregiudiziali su un tema che sta a cuore a tutti i viticoltori europei, difendendo, come ha detto il commissario Ciolos, la qualità del vino ed il loro reddito”. Lo ha detto il presidente Mario Guidi in occasione della prima riunione del Gruppo sulla liberalizzazione dei vigneti, che si è tenuta oggi.

Confagricoltura fa presente come la Commissione Ue, prima di prendere ulteriori decisioni in materia (lo assicurò il commissario Ciolos nell’incontro tenuto a Verona, in occasione del Vinitaly, con il presidente di Confagricoltura Guidi), attenderà le conclusioni del Gruppo.

Un atteggiamento positivo, confermato oggi dalle dichiarazioni del commissario nel discorso di apertura del Gruppo di alto livello, sull’esigenza di avere una “valutazione realistica” della situazione.

“A Bruxelles si ritiene che la liberalizzazione degli impianti possa rendere il sistema vitivinicolo più competitivo a livello internazionale. Ci auguriamo che il gruppo specialistico faccia comprendere – sottolinea Confagricoltura – che le conseguenze andranno in direzione opposta: aumento delle superfici, ingovernabilità dell’offerta a denominazione di origine, sovrapproduzione, delocalizzazione, perdita dei valori patrimoniali dei vigneti”.

“La protezione del sistema delle denominazioni, anche attraverso il sistema dei diritti, è fondamentale per la nostra vitivinicoltura – avverte Confagricoltura -. Ma il problema è chiaramente presente anche per i vini comuni, dal momento che la liberalizzazione darebbe più spazio ai vini varietali che riporteranno in etichetta anche l’annata ed il vitigno. Tali produzioni, se non adeguatamente limitate, nel tempo andranno a minare il mercato dei vini ad IGT/IGP, che storicamente puntano soprattutto sul luogo geografico di provenienza e sul vitigno”.

“Il territorio storicamente vocato, il patrimonio ampelografico ed il loro sistema di gestione sono – ad avviso di Confagricoltura - un valore aggiunto per i nostri vini e debbono essere assolutamente difesi”.

“Intanto – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – è cresciuto il fronte anti-liberalizzazione dei diritti di impianto che comprende 15 Paesi e ci conforta l’impegno espresso dal ministro per le Politiche agricole Mario Catania che sta lavorando per difendere la viticoltura di qualità e rafforzare lo schieramento dei Paesi contrari”.

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