FONTE: COLDIRETTI
La crisi si fa sentire e l’ISTAT registra una riduzione del prezzo di verdure e pesce, sottopagati alla produzione e sui quali incidono fortemente gli aumenti del prezzo dei carburanti con un effetto a catena su tutta la spesa ed i servizi.
La crisi si fa sentire e calano i prezzi del pesce fresco di mare (- 1,3 per cento) e quelli delle verdure fresche (-2,4 per cento) che sono alla base di moltissimi menu’ tradizionali della settimana Santa della Pasqua. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’andamento dell’inflazione a marzo su base congiunturale. Anche per effetto delle riduzioni fatte segnare nei listini per molti prodotti, gli alimentari complessivamente - sottolinea la Coldiretti - contribuiscono a frenare l’inflazione con aumenti dello 0,3 per cento rispetto al mese scorso e del 2,8 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Un contributo - precisa la Coldiretti - pagato a caro prezzo dagli agricoltori che vedono sottopagati i propri prodotti in campagna anche a seguito dell’aumento dei prezzi di benzine e gasolio. Riduzione di prezzo della quale però possono beneficiare i consumatori in vista delle imminenti festività pasquali. Tra gli alimentari aumentano dello 0,3 per cento su base mensile sia i prezzi del pane che della pasta che crescono su base annua rispettivamente del 2,7 per cento e del 2,4 per cento. Continuano ad aumentare i prezzi del caffè (+0,6 per cento, +12,8 per cento rispetto a marzo 2011) e dello zucchero (+0,3 per cento, +12,5 per cento su base annua). Infine, si segnala il leggero rialzo congiunturale del prezzo del vino (+0,5 per cento), in crescita su base annua del 3,5 per cento e l’aumento congiunturale dello 0,8 per cento dei prezzi della frutta fresca, in diminuzione pero’ - conclude la Coldiretti - in termini tendenziali del 3,8 per cento.
Il record del prezzo del pieno di benzina per una automobile media (50 litri) che ha raggiunto i 95 euro invece, ha anche provocato un effetto valanga sulla spesa delle famiglie in un Paese come l’Italia dove l’88 per cento delle merci viaggia su strada. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che l’aumento del 18,6 per cento in un anno del prezzo la benzina spinge l’inflazione e mette a rischio la ripresa economica del Paese. Secondo una analisi della Coldiretti il prezzo dei carburanti ha abbondantemente scavalcato anche quello di un chilo di arance, di un chilo di pasta o di un litro di latte fresco e mette a rischio i bilanci familiari. Per effetto dei rincari infatti, la spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica delle famiglie italiane ha superato il 19 per cento ed ha sorpassato quella per gli alimentari e le bevande. Solo nelle campagne, il caro gasolio - conclude la Coldiretti - ha provocato un aggravio di costi stimabile in 400 milioni di euro su base annua ma benzina, trasporti e logistica incidono complessivamente per circa un terzo sui costi della frutta e verdura.
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