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venerdì 5 agosto 2011

VENDEMMIA DOPO FERRAGOSTO, BUONA ANNATA PER I BIANCHI



FONTE: Istituto Agrario di San Michele all'Adige (TN)

Si è svolto a San Michele il consueto punto sulla vendemmia

Il freddo delle ultime settimane ha prolungato i tempi di maturazione dell’uva e l’inizio della raccolta si sta spostando dopo ferragosto. La grandine in alcune zone ha compromesso la quantità e la qualità di alcuni vigneti per cui sarà fondamentale un’accurata selezione dei grappoli con la raccolta manuale. Per le uve bianche si prospetta una ottima vendemmia, mentre per le uve rosse, anche se lo stato sanitario si presenta buono, risulta al momento prematuro fare previsioni qualitative in quanto saranno decisive le prossime settimane.

E’ in sintesi quanto affermato dal presidente della sezione trentina dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani, Fabio Toscana, nell’ambito dell’incontro organizzato oggi pomeriggio in collaborazione con gli esperti del Centro Trasferimento Tecnologico dell’Istituto Agrario che ha chiamato a raccolta, a San Michele, gli operatori del mondo vitienologico trentino per fare il punto sulla stagione agraria e poter interpretare al meglio la vendemmia che sta per iniziare.

L’evento ha visto intervenire, tra gli altri, il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti, ed i tecnici del Centro sperimentale di Laimburg e del centro di consulenza Beratungsring che hanno portato l’esperienza altoatesina relativamente alla ottimizzazione nella produzione di uve aromatiche e dei loro vini.

“La partenza vegetativa molto precoce prevedeva inizialmente una avvio di vendemmia nella prima decade di agosto, successivamente le temperature di luglio con minime notturne fuori dalla norma stagionale stanno fortunatamente allungando i tempi di maturazione e quindi l’avvio di vendemmia si sta spostando dopo Ferragosto” ha spiegato Toscana anticipando che in prossimità della vendemmia l’Assoenologi nazionale invierà una comunicazione ufficiale relativa a tutte le regioni viticole italiane.

SANITA’ DELLE UVE

“La situazione fitosanitaria al momento è molto buona –spiega Maurizio Bottura-; non si registrano problemi particolari se non la presenza di peronospora sulle femminelle classica di una stagione estiva umida. Le produzioni saranno a stima in linea con il 2010 se non leggermente inferiori”.

Le condizioni climatiche in questa annata sono state a dir poco altalenanti. Dopo una primavera secca e calda che ha anticipato in maniera considerevole tutte le fasi fenologiche fino alla fioritura, ha fatto seguito una stagione estiva caratterizzata da temperature medie basse e piovosità frequente che hanno ridotto drasticamente l’anticipo vegetativo inizialmente stimato in 12-14 giorni a 6-7 giorni rispetto allo scorso anno. Si riscontrano pesi più ridotti dei grappoli sulle cultivar bianche e in particolare il pinot grigio, mentre sulle varietà rosse l’andamento è l’opposto con pesi medi leggermente superiori a quelli dello scorso anno. La maturazione sta proseguendo abbastanza lenta e questo solitamente non è un fattore negativo, anzi.

BOLLETTINO PREVENDEMMIALE

Roberto Larcher ha illustrato lo stato di maturazione spiegando che i principali dati compositivi delle uve mostrano un quadro provinciale in fase non ancora prossima alla maturazione e, permanendo l’attuale situazione meteorologica, fanno prevedere un decorso per Chardonnay tendenzialmente in linea con le annate 2007-2009-2010 e per Pinot grigio con il 2007 e 2009. Le varietà a bacca rossa Teroldego e Marzemino, pur ancora molto lontane dal tradizionale momento di raccolta, presentano ad oggi un profilo di maturazione che si può stimare intermedio tra le annate 2007 e 2009. Il grado di salificazione degli acidi è ancora significativamente basso e una certa attenzione dovrà essere posta al contenuto di azoto prontamente assimilabile, oggi relativamente basso anche per varietà solitamente ricche come Chardonnay e Pinot grigio, al fine di adottare le necessarie attenzioni in fase fermentativa.

RUOLO DEI LIEVITI E DEI NUTRIENTI AZOTATI

Sulla scorta dei dati gascromatografici e sensoriali ricavati da decine di spumantizzazioni sperimentali, Giorgio Nicolini ha sottolineato il ruolo dei lieviti e delle aggiunte di nutrienti azotati ai vini-base in relazione agli aromi che vengono prodotti durante la presa di spuma. Ha mostrato come la qualità del quadro aromatico fermentativo dei vini-base sia fondamentale anche per quanto riguarda l'aroma fermentativo degli spumanti - in particolare se questi sono destinati a solo brevi fasi di conservazione "sur lies" - poiché la variabilità tecnologicamente inducibile con corrette rifermentazioni rimane comunque piuttosto limitata.

OZONO, UN VALDIDO SANITIFICANTE

Raffaele Guzzon ha illustrato alcune attività sperimentali svolte nell'anno 2011 e volte a valutare le possibili applicazioni e la relativa efficacia dell'ozono come agente sanitificante. Questo gas trova infatti già numerose applicazioni industriali nell'ambito agro industriale ma permangono notevoli riserve per il suo uso in enologia visto i forte potere ossidante dell'ozono. I risultati dimostrano la sua notevole efficacia nell'abbattere la carica microbica, ed in particolare le specie ritenute contaminanti che normalmente si trovano all'interno di botti e barriques, e al contempo la assenza di danni causati dall'ozono verso i principali composti fenolici che tipicamente sono ceduti dalle botti al vino durante l'affinamento.

EVOLUZIONE DELLA VITICOLTURA BIO

I dati forniti dall'Ufficio Produzioni Biologiche della PAT mostrano che il comparto del bio è in costante crescita nella viticoltura provinciale, tanto che la superficie è passata dai 118 ettari del 2008 a 223 nel 2010 e nel primo semestre del 2011 ha raggiunto 240 ettari, in pratica raddoppiando in meno di 3 anni. Enzo Mescalchin ha illustrato i vincoli che l'adesione al biologico comporta. In particolare la viticoltura biologica è normata da apposito regolamento europeo, mentre per il vino biologico manca ancora una disciplina riconosciuta e condivisa da tutti i partner europei. Si parla ancora di gestione del terreno (come noto la disciplina del biologico non consente l'uso di diserbanti né di fertilizzanti chimici) e di tecniche agronomiche. Presupposto per la coltivazione biologica in viticoltura è infatti un vigneto equilibrato, idoneo a produzioni di qualità. Convertire produzioni di qualità al biologico -è strato detto- è relativamente breve e relativamente semplice, anche se richiede viticoltori motivati e preparati tecnicamente.

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