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giovedì 12 gennaio 2012

PROVINCIA DI FERRARA: NEL 2012 REVISIONE DEL PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI, COMPRESI QUELLI AGRICOLI

Fonte: Redazione di Agreste e Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

In occasione della conferenza stampa indetta dall’amministrazione provinciale per questa mattina in Castello Estense ed avente come tema centrale la questione rifiuti speciali provenienti da Napoli nelle discariche ferraresi, la presidente Marcella Zappaterra, l’assessore all’Ambiente Giorgio Bellini e la responsabile del Settore Ambiente e Agricoltura Paola Magri hanno ricordato che entro il 2012 andrà rivisto il piano provinciale per la gestione dei rifiuti e quindi anche il protocollo per lo smaltimento di quelli agricoli, si spera quindi di riuscire al più presto a dare risposte agli agricoltori anche in merito all’annosa questione del sistema Sistri.

Di seguito pubblichiamo il comunicato ricevuto dall’Ufficio Stampa della Provincia relativo ai rifiuti speciali provenienti da Napoli:

“C’è bisogno di un momentaneo stop al conferimento dei rifiuti nelle discariche aperte sul territorio, il tempo necessario per condividere fra livelli istituzionali e gestori una comune pratica di azione e strategia di comportamento”.
Lo ha detto l’assessore provinciale all’Ambiente, Giorgio Bellini, facendo il punto della situazione che riguarda l’arrivo dei rifiuti speciali da Napoli.
“Intanto una precisazione sul termine speciali – ha tenuto a dire la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra – che non significa che lo siano in termini di pericolosità per la salute e l’ambiente”.
In effetti si tratta dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti comunemente dai cittadini, questi rifiuti subiscono il cosiddetto trattamento Stir, cioè la separazione della frazione secca da quella umida. Questa seconda assume la denominazione, appunto, di rifiuto speciale ed è a libero mercato, il che vuol dire che la si può vendere e comprare sul territorio nazionale. Una denominazione che però ha dovuto subire ben due istanze giudiziarie amministrative. Una sentenza del Tar del Lazio, infatti, ha in un primo tempo inibito questa accezione, parlando di rifiuti urbani, una successiva sentenza di secondo grado del Consiglio di Stato li ha ritrasformati in rifiuti speciali.
La storia dei rifiuti speciali provenienti da Napoli risale al decreto legislativo 94 del 2011, come ha ricordato Marcella Zappaterra. Con quel provvedimento si intese rispondere all’emergenza del capoluogo campano e la Regione Emilia-Romagna, su richiesta della stessa regione Campania, concluse un accordo operativo per lo smaltimento di 5mila tonnellate nell’impianto Hera di Ostellato, dietro accordo con il gestore partenopeo Sapna.
Ora si tratta di una seconda partita di rifiuti speciali napoletani che arrivano nel Ferrarese.
Per la precisione, ha ricordato l’assessore Bellini, al 31 dicembre 2011 si tratta di 16.100 tonnellate alla discarica Crispa targata Area, altre 11.300 stoccate all’impianto di compostaggio Hera di Ostellato e ulteriori 611 all’impianto Sicura di Comacchio.
In atto c’è poi un ulteriore contratto per 5mila tonnellate attese entro il 30 gennaio sempre alla Crispa, “Dopodiché – ha confermato Bellini – chiediamo una pausa di riflessione”.
Lo stesso assessore provinciale ha anche ricordato che fin qui la situazione è sotto il costante controllo della Provincia: a fine anno i soggetti gestori locali mandano obbligatoriamente in Castello Estense un report, contenente provenienza e caratteristiche dei rifiuti smaltiti in provincia.
Trattandosi di rifiuti provenienti da fuori territorio (in questi anni prevalentemente dal Nord Italia, ad eccezione di un conferimento minimo dal Lazio), essi subiscono una prima analisi alla partenza e una all’arrivo. In più Arpa svolge obbligatoriamente controlli durante l’anno, cinque alla sola discarica della Crispa, oltre ad altri controlli straordinari.
Su altre discariche provinciali non sono in arrivo rifiuti speciali napoletani: non ad Argenta (gestore Soelia), né a quella di Cmv perché già esaurita.
Sulla questione dello stop momentaneo in attesa della condivisione con i vari gestori di un unico metodo, la presidente ha anche precisato che ciò avviene in una sfera di compiti e poteri che non sono giuridicamente disciplinati dalla legge per la Provincia. In altri termini, il Castello Estense non può imporre limiti giuridici ad alcuno ed impedire di conseguenza alle aziende di ricevere rifiuti purché rispondenti alla categoria di speciali.
“Ciononostante – ha poi precisato la presidente – vogliamo svolgere un ruolo istituzionale, perché ad ogni livello ci sia il massimo di garanzia e perché la vicenda di Napoli non diventi l’ordinario”.
Un ordinario che è contenuto nel piano provinciale rifiuti in vigore fino al 2016 e che prevede la sostanziale autarchia in tema di urbani, la sostituzione delle discariche con l’incenerimento ed il progressivo incremento della raccolta differenziata, con l’obiettivo del 65%.
Un piano che prevede un momento di verifica nel 2012, nel corso del quale già si pensa ad alcuni ragionamenti, come ad esempio la questione di quale discarica conservare dopo il 2016, quella del completamento delle esistenti e di usare i margini ancora presenti per potenziare, e sostenere economicamente, il porta a porta per centrare gli obiettivi della differenziata e di favorire impianti per il recupero materiali. Obiettivo, quest’ultimo, che consentirebbe la realizzazione a Ferrara della filiera corta in termini di raccolta, trattamento, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti provinciali.

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