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giovedì 12 gennaio 2012

Lattiero-caseario, 19 milioni per finanziare progetti di filiera in vista dell'abolizione del regime delle quote latte.

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Entro il 30 marzo le domande. Rabboni: vogliamo unire ciò che il mercato tende a dividere, per dare più forza al comparto e ridistribuire in modo più equo il valore

Bologna - Sostenere la capacità di aggregazione delle imprese del settore lattiero caseario lungo l’intera filiera, per renderle più forti e competitive sui mercati, in vista di un' importante scadenza europea: l’abolizione nel 2015 delle quote latte e la conseguente liberalizzazione del mercato. E’ l’obiettivo del bando per il finanziamento di progetti di filiera, approvato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Piano regionale di sviluppo rurale, che stanzia 19 milioni di risorse pubbliche e che metterà in moto un volume di investimenti calcolato intorno ai 50 milioni di euro. “Con questo bando – ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – vogliamo unire ciò che il mercato tende a dividere. La condizione stessa per accedere ai finanziamenti è infatti l’esistenza di un accordo per condividere insieme obiettivi di qualità e di efficienza, per creare più valore aggiunto sui mercati e per ridistribuirlo in modo più equo all’interno della filiera, a vantaggio in particolare dei produttori che costituiscono l’anello debole della catena. Crediamo che la scelta di lavorare per unire la filiera sia quella giusta per dare più forza al comparto. Lo abbiamo già fatto con un primo bando nel 2009 che ha ottenuto un importante riscontro da parte delle imprese, confidiamo che anche per questo la risposta sia ampia.” Ammodernamento delle imprese, ricerca precompetiva, innovazione di prodotto e di processo, formazione: questi gli interventi previsti dal bando, per un settore tra i più importanti dell’agroalimentare emiliano-romagnolo, che comprende formaggi a denominazione d’origine protetta come il Parmigiano-Reggiano, il Grana Padano, il Provolone e il Formaggio di Fossa di Sogliano a latte vaccino, oltre al latte alimentare ad alta qualità. Per poter concorrere ai contributi le imprese interessate dovranno dunque unirsi intorno a un progetto comune, condividendo una serie di impregni reciproci e obiettivi. L’aggregazione dovrà coinvolgere imprese di produzione, trasformazione e potrà essere estesa, come soggetti non direttamente beneficiari, anche a imprese di distribuzione e ad associazioni dei consumatori.
Con questo bando la Regione realizza la seconda significativa iniziativa a sostegno dell’aggregazione delle imprese agricole e agroalimentari dell’Emilia-Romagna. Un precedente bando per finanziare progetti di filiera nei diversi comparti produttivi aveva infatti stanziato nel 2009 106 milioni di euro, per 67 progetti di filiera e un volume complessivo di investimenti intorno ai 270 milioni di euro. In quella occasione il comparto lattiero-caseario aveva visto finanziati 19 progetti, per un totale di 425 imprese, con un finanziamento pubblico di 28 milioni 500 mila euro e un investimento complessivo pari a oltre 72 milioni. Rabboni ha sottolineato come anche l’Unione europea si stia orientando verso il rafforzamento delle relazioni di filiera in vista della liberalizzazione delle quote latte dopo il 2015. Il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo de Castro ha infatti annunciato l’accordo su alcune misure quali la creazione di organismi interprofessionali per governare le relazioni tra agricoltura, industria e distribuzione; l’estensione al comparto del lattiero-caseario delle organizzazioni dei produttori e la possibilità per ciascun Stato membro di obbligare la contrattualizzazione del 45% della produzione. Tra le novità in arrivo dall’Europa per produzioni quali quella del Parmigiano Reggiano anche la possibilità per i Consorzi di regolare i volumi produttivi per evitare produzioni eccedentarie e il conseguente crollo dei prezzi.

Cosa prevede il bando
Per beneficiare degli aiuti le imprese dovranno formalmente sottoscrivere un “accordo di reciprocità”, con impegni vincolanti, e per ogni progetto dovrà essere individuata un’impresa capofila, con compiti di coordinamento. Tale ruolo potrà essere giocato da strutture già esistenti (cooperative, consorzi, Op) oppure, in caso di nuove aggregazioni, da associazioni temporanee di imprese appositamente costituite. Gli incentivi pubblici verranno utilizzati in maniera integrata, cioè convogliando sui singoli progetti finanziamenti provenienti da diverse misure dell’Asse 1 del Piano regionale di sviluppo rurale: le principali sono quelle per l’ammodernamento delle imprese agricole (misura 121: 12 milioni 486 mila euro per investimenti stimati di oltre 32 milioni di euro) e per l’innovazione nell’agroindustria (misura 123: 6 milioni di euro che promuoveranno investimenti per oltre 16 milioni). I contributi oscillano dal 35 al 50% dell’importo complessivo dei progetti per gli investimenti produttivi, per salire sino al 70% per quelli di carattere immateriale (ricerca precompetitiva) ed oltre per la formazione e la consulenza. Per promuovere aggregazioni di una certa dimensione, il programma fissa inoltre per ciascun comparto il numero minimo di aziende che dovranno mettersi insieme: si va da almeno 4 per il comparto formaggi stagionati a 8 per quello del latte alimentare e dei latticini. Previste anche soglie minime e massime di spesa per ciascun progetto: di norma non meno di 500 mila euro e non di più di 6 milioni. Le domande dovranno essere presentate entro il 30 marzo 2012. La graduatoria dei progetti sarà approvata entro agosto 2012, poi ci saranno 2 anni di tempo per completare gli investimenti.

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