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lunedì 30 gennaio 2012

IMU: LE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE DELL’EMILIA-ROMAGNA CHIEDONO UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE



FONTE: OOPP

Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Copagri hanno scritto all’ANCI regionale ed ai Comuni perché su avvalgano della facoltà di dimezzare la nuova tasse per le imprese agricole.
Coldiretti Ferrara lo ha già chiesto a dicembre ai 26 comuni ferraresi.

Promuovere un tavolo di concertazione tra tutte le amministrazioni comunali dell’Emilia Romagna sotto l’egida dell’Anci regionale per applicare in modo equo l’imposta municipale unica (Imu) sulle aziende agricole, che costituiscono il più importante presidio ambientale e alimentare sul territorio. A chiamare a raccolta i 347 Comuni della regione sono le organizzazioni agricole Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, fortemente preoccupate dall’impatto della nuova imposta sulle imprese agricole. Le organizzazioni hanno scritto al presidente dell’Anci Emilia Romagna, Daniele Manca, e a tutti i sindaci della regione, chiedendo di “applicare la facoltà di riduzione delle aliquote, prevista dalla norma a favore degli imprenditori agricoli, limitando al minimo l’imposizione nell’applicazione della fiscalità locale al settore, tenuto conto del ruolo multifunzionale dell’attività agricola”. Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, nella lettera sottolineano che “ci è perfettamente chiara la grave situazione di difficoltà in cui versa l’intero Paese e quali siano i grandi sacrifici imposti ai cittadini italiani, così come è evidente la necessità improcrastinabile di reperire risorse in poco tempo usando la leva patrimoniale che ricade sui beni conosciuti. Tuttavia l’Imu – prosegue la lettera – si abbatte pesantemente sugli agricoltori, colpendo il ‘bene terra’ in quanto tale, non riconoscendone più il carattere di ruralità e la funzione di bene strumentale (ed indispensabile) all’esercizio dell’attività di impresa”. In sostanza le organizzazioni chiedono ai Comuni di dimezzare l’Imu per i fabbricati rurali e per i terreni agricoli. Senza un tale provvedimento il rischio è che migliaia di aziende agricole chiudano i battenti, con la conseguenza di perdere un importante presidio ambientale in zone difficili della regione.
La richiesta di applicazione in misura ridotta, facoltà già prevista dalla legge, è stata presentata anche a tutti i 26 comuni della provincia di Ferrara da Coldiretti, tra fine dicembre e gennaio, ed i dirigenti locali dell’organizzazione, unitamente ai rispettivi segretari di zona, hanno già incontrato molti sindaci per sollecitare la discussione sul provvedimento.
“E’ chiaro che la leva fiscale può essere applicata in modo da perseguire anche scopi di riconoscimento all’attività agricola – aggiunge il presidente provinciale, Mauro Tonello – da parte degli imprenditori e dei coltivatori diretti. E’ necessario che si differenzi il trattamento da parte di chi con il terreno lavora e vive, e chi lo utilizza per altri scopi. La richiesta di Coldiretti e delle altre organizzazioni agricole intende provocare la discussione riguardo la necessaria differenziazione tra imprese da una lato e coltivatori della domenica, hobbisti o speculatori dall’altra. Confidiamo che sia palese quanto il bene terra sia il fondamentale strumento di lavoro per gli agricoltori professionali e quindi quanto una tassazione non corretta possa contribuire – conclude Tonello – a mettere ancora più in difficoltà il settore, già alle prese con il caro gasolio e con la situazione economica ben nota a tutti”.

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