FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA
Le Regioni della pianura Padana scrivono al Governo e al Ministro Catania:
chiarire la compatibilità con il diritto comunitario dei nuovi limiti previsti
dal Decreto Sviluppo e completare gli studi propedeutici alla riperimetrazione
delle zone vulnerabili. Rabboni: una posizione chiara e unanime
Bologna - Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte hanno comunicato al
Governo l’intenzione di non applicare i nuovi limiti sui nitrati previsti dal
Decreto Sviluppo fino a quando non sarà stata chiarita la compatibilità della
norma con il diritto comunitario e sollecitano il completamento degli studi
propedeutici alla richiesta di riperimetrazione delle zone vulnerabili.
In una lettera inviata oggi al Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’agricoltura Catania, gli Assessori all’agricoltura delle quattro regioni della pianura Padana hanno chiesto anche di essere attivamente coinvolti nella predisposizione delle risposte che il Governo dovrà dare alla Commissione Europea, oltre che un incontro urgente con il Ministro all’Agricoltura e con il Ministro dell’Ambiente.
Due in particolare le preoccupazioni espresse circa i nuovi limiti sui nitrati previsti dal Decreto Sviluppo in deroga alla normativa comunitaria per le aree classificate come vulnerabili: quella di un danno all’erario in conseguenza di una possibile procedura di infrazione e soprattutto per le aziende agricole il rischio di restituzione dei premi PAC ricevuti.
Segnali precisi e non equivoci - sottolineano gli Assessori regionali - sono già arrivati da parte della Commissione Europea, prima con una lettera molto dura a firma del Commissario Europeo all’Ambiente e nei giorni scorsi con l’avvio formale di una procedura informativa pre infrazione.
“La posizione delle Regioni dell’area padana – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – è unanime e chiara: una cosa è la necessità più volte ribadita dalle stesse Regioni di una revisione dell’attuale perimetro delle zone vulnerabili, un’altra porsi in una condizione di infrazione nei confronti dell’Unione europea”.
La riperimetrazione delle zone vulnerabili ai nitrati - l’attuale risale a molti anni fa - è una necessità condivisa dalle Regioni padane, oltre che una possibilità prevista e descritta dalla medesima Direttiva Nitrati. Tra gli studi sul tema quello commissionato a ISPRA dal Ministero dell'Agricoltura e le ricerche prodotte dalle stesse Regioni.
Ben diversa è la previsione, contenuta nel comma 7 quater dell’art. 36 della Legge 221/2012 (Legge di conversione del Decreto Sviluppo), che in attesa di tale riperimetrazione, vengano applicati alle aree vulnerabili gli stessi limiti, molto meno impegnativi, previsti per le aree non vulnerabili. Questa possibilità – spiegano gli Assessori regionali - non è prevista dalla Direttiva Europea, dovrebbe essere approvata dalla Commissione per evitare una possibile procedura di infrazione e, qualora fosse giudicata non conforme al diritto comunitario, comporterebbe l’obbligo, da parte delle aziende agricole che intendessero avvalersene, di restituire i premi comunitari percepiti.
In una lettera inviata oggi al Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’agricoltura Catania, gli Assessori all’agricoltura delle quattro regioni della pianura Padana hanno chiesto anche di essere attivamente coinvolti nella predisposizione delle risposte che il Governo dovrà dare alla Commissione Europea, oltre che un incontro urgente con il Ministro all’Agricoltura e con il Ministro dell’Ambiente.
Due in particolare le preoccupazioni espresse circa i nuovi limiti sui nitrati previsti dal Decreto Sviluppo in deroga alla normativa comunitaria per le aree classificate come vulnerabili: quella di un danno all’erario in conseguenza di una possibile procedura di infrazione e soprattutto per le aziende agricole il rischio di restituzione dei premi PAC ricevuti.
Segnali precisi e non equivoci - sottolineano gli Assessori regionali - sono già arrivati da parte della Commissione Europea, prima con una lettera molto dura a firma del Commissario Europeo all’Ambiente e nei giorni scorsi con l’avvio formale di una procedura informativa pre infrazione.
“La posizione delle Regioni dell’area padana – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – è unanime e chiara: una cosa è la necessità più volte ribadita dalle stesse Regioni di una revisione dell’attuale perimetro delle zone vulnerabili, un’altra porsi in una condizione di infrazione nei confronti dell’Unione europea”.
La riperimetrazione delle zone vulnerabili ai nitrati - l’attuale risale a molti anni fa - è una necessità condivisa dalle Regioni padane, oltre che una possibilità prevista e descritta dalla medesima Direttiva Nitrati. Tra gli studi sul tema quello commissionato a ISPRA dal Ministero dell'Agricoltura e le ricerche prodotte dalle stesse Regioni.
Ben diversa è la previsione, contenuta nel comma 7 quater dell’art. 36 della Legge 221/2012 (Legge di conversione del Decreto Sviluppo), che in attesa di tale riperimetrazione, vengano applicati alle aree vulnerabili gli stessi limiti, molto meno impegnativi, previsti per le aree non vulnerabili. Questa possibilità – spiegano gli Assessori regionali - non è prevista dalla Direttiva Europea, dovrebbe essere approvata dalla Commissione per evitare una possibile procedura di infrazione e, qualora fosse giudicata non conforme al diritto comunitario, comporterebbe l’obbligo, da parte delle aziende agricole che intendessero avvalersene, di restituire i premi comunitari percepiti.
Nessun commento:
Posta un commento