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mercoledì 29 agosto 2012

PREZZI DELLE COMMODITIES, NESSUNA DECISIONE AL VERTICE DEL G20. GUIDI (CONFAGRICOLTURA): AVREMMO PREFERITO MAGGIORE DETERMINAZIONE.

Fonte: Confagricoltura

 “La situazione dei prezzi del mais e della soia è preoccupante, ma non mette in pericolo la sicurezza alimentare mondiale”. Questo il commento dei partecipanti alla videoconferenza tenutasi il 27 agosto scorso sotto la presidenza messicana del G20 per esaminare l’andamento dei mercati e dei raccolti delle più importanti commodities agricole. Ne da notizia Confagricoltura, ricordando che la consultazione si è svolta tra la Francia, in quanto presidente di turno dell’AMIS (Agricultural Market Information System), e gli Stati Uniti, coinvolgendo nel dibattito numerose agenzie intergovernative tra cui la FAO e l’OCSE. La stabilità dei prezzi del riso e il livello più che normale delle scorte di frumento, secondo la valutazione finale dei partecipanti, rendono meno preoccupanti le prospettive di approvvigionamento alimentare, soprattutto nelle aree più povere e più popolate del mondo. Più difficili, sottolinea Confagricoltura, le prospettive per la produzione di carne e latte, sulle quali pesano sia le forti perdite dei raccolti di mais e soia, causate dalla siccità e dalle ondate di calore negli Stati Uniti e nell’Europa sud-orientale - Italia compresa - sia la conseguente fiammata dei prezzi, giunti ormai ai massimi storici. Se ne riparlerà a fine settembre – probabilmente a Roma - in occasione della riunione in cui la presidenza dell’AMIS verrà assunta dagli Stati Uniti, avendo a disposizione i dati più aggiornati sulle produzioni e i consumi di cereali e soia che saranno pubblicati nel rapporto USDA - WASDE del prossimo 12 settembre. “Avremmo preferito maggiore determinazione da parte del G20 - commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - a fine settembre la trebbiatura sarà conclusa e sapremo esattamente quanto mais e soia saranno andati persi in Italia, ma siamo convinti che sarà una debacle economica sia per gli agricoltori, sia per gli allevatori”. Da una parte le perdite di reddito degli agricoltori, a causa del clima “africano” di questa estate, sono previste nell’ordine del 30-40% con punte del 50%, dall’altra i prezzi delle materie prime per l’alimentazione del bestiame hanno ormai doppiato le medie degli ultimi 10 anni comportando un consistente aggravio di costi per le aziende zootecniche, che si coniuga con la riduzione dei prezzi dei prodotti. Per Confagricoltura si tratta di una situazione insostenibile per tutto il settore agroalimentare, già provato dalla riduzione dei consumi e dalla crescita dei costi, conseguenti alla crisi economica generale, che richiede misure straordinarie ed urgenti a livello nazionale ed europeo.

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