Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione
Bologna – La Regione è al lavoro per chiedere al Governo di arrivare al riconoscimento di “evento eccezionale” per la siccità che ha colpito l’Emilia-Romagna e le altre regioni del Nord e avviare interventi finanziari straordinari a sostegno delle imprese agricole, ai sensi del decreto legislativo 102/2004.
Il punto sulla situazione della siccità, sullo stato della disponibilità idrica, sui danni alle colture e sulle iniziative da intraprendere nell’immediato per la loro compensazione è stato fatto nel pomeriggio in Regione, nel corso di una riunione della consulta agricola regionale, convocata dall’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, cui hanno partecipato anche esperti di Arpa, Cer, Urber e della direzione Ambiente.
“I danni sono ingentissimi e non adeguatamente coperti da assicurazioni - ha sottolineato l’assessore Rabboni - per questo motivo chiediamo il riconoscimento dell’eccezionalità dell’evento e una adeguata dotazione finanziaria per il fondo di solidarietà nazionale con il quale compensare le perdite produttive degli agricoltori”.
Gli interventi a favore delle imprese
L’Emilia-Romagna, insieme a Veneto e Lombardia, chiederà l’attivazione del fondo di solidarietà nazionale in relazione all’ondata eccezionale di siccità per compensare parte dei danni subiti dalle imprese agricole.
Il decreto legislativo 102 potrebbe consentire di ottenere l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali, assistenziali e fiscali per gli imprenditori e loro dipendenti; la compensazione in conto capitale o interessi di quota parte della produzione perduta (tuttavia la dotazione finanziaria del fondo è esigua rispetto ai danni riscontrati nel complesso dell’annata); il trattamento di integrazione salariale per i lavoratori agricoli; l’anticipazione a ottobre del 50% del premio PAC spettante.
Questo intervento affiancherà gli impegni già assunti per la fornitura di carburante agevolato e per l’intensificazione della realizzazione degli invasi irrigui, mentre sarà emanato un nuovo bando che metterà a disposizione 10 milioni di euro per la realizzazione di laghetti interaziendali per l’irrigazione dei campi nei periodi di siccità.
La consulta agricola regionale sarà convocata nuovamente a settembre per concordare il pacchetto di misure per contrastare la siccità e garantire il rafforzamento delle strutture di stoccaggio e fornitura di acqua.
I dati della siccità
Il lungo periodo di siccità, iniziato lo scorso novembre, combinato alla alte temperature del clima per periodi prolungati hanno compromesso una parte rilevante delle colture, soprattutto a Nord della via Emilia, con perdite fino al 100% del raccolto, con valori medi dal - 50 al -70% per le imprese prive di impianti di irrigazione e con una diminuzione della resa generalizzata. A soffrire sono stati soprattutto i settori del mais, del pomodoro da industria e il comparto ortofrutticolo.
Per quanto riguarda le precipitazioni, da ottobre dell’anno scorso si è registrato un calo del 40-50%, con punte di 70 giorni consecutivi privi di pioggia in alcune zone della regione. Tutti i fiumi dell’Emilia-Romagna sotto il minimo deflusso vitale e il valore dell’umidità del suolo è eccezionalmente basso.
Dal punto di vista del fabbisogno irriguo, si è registrato nell’ultimo periodo un record di richieste. Il Cer ha stimato un picco del +71% rispetto alla media degli ultimi 5 anni, anche se ora ci si avvia ad una riduzione del fabbisogno in relazione alle colture in atto.
giovedì 9 agosto 2012
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Italia inadeguata.
RispondiEliminaI recenti avvenimenti hanno dimostrato come l’Italia non sia più adeguata alla realtà dei fatti.
Il terremoto ha messo in evidenza l’inidoneità delle costruzioni, la siccità l’inadeguatezza strutturale della nostra agricoltura, le piogge torrenziali la mancanza di un adeguato assetto idrogeologico e così via.
Ora si pensa di adeguare strutturalmente l’agricoltura senza porsi il problema di formare un nuovo corpo professionale in grado di gestire, nel lungo periodo, queste trasformazioni.
Sarebbe come costruire la nave, che ci dovrebbe portare in salvo, senza preoccuparsi di formare i comandanti all’altezza del compito. E anche qui recenti avvenimenti hanno dimostrato come l’Italia sia inadeguata.