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lunedì 6 agosto 2012

MAIS, SOIA E BARBABIETOLE: LA SICCITÀ NON DA TREGUA

Fonte: Cia Ferrara  

Forti cali produttivi previsti per i principali seminativi primaverili ed estivi in tutta la Provincia di Ferrara. La Confederazione Italiana Agricoltori ha iniziato a raccogliere le domande per calamità naturale e chiede una significativa defiscalizzazione

FERRARA – 2 agosto 2012 – Il perdurare dell’ondata di caldo torrido e siccità sta mettendo in ginocchio l’economia agricola ferrarese. L’allarme è rosso per i raccolti di mais, soia e barbabietole da zucchero che subiranno dei cali produttivi fortissimi e, in alcuni casi, saranno lasciati in campo o venduti come biomassa alla centrali. Per rendersi conto della situazione è sufficiente percorrere le strade della provincia e osservare lo stadio di vegetazione di queste colture, prematuramente ingiallite, secche e quasi del tutto prive – nel caso del mais – di pannocchia. Visto l’aggravarsi della situazione la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara sta monitorando la situazione e lavorando per dare un sostegno concreto alle aziende. «La Confederazione – spiega il presidente Lorenzo Boldrini – sta raccogliendo le segnalazioni di danno per la richiesta di calamità naturale che sono poi inoltrate direttamente alla Provincia e all’Agenzia del Territorio. Crediamo sia un’azione urgente e necessaria per compensare i cali produttivi delle aziende produttrici di colture come mais, soia e barbabietole che copriranno a stento i costi di produzione e in molti casi lavoreranno in perdita» Le percentuali di calo produttivo stimate sono davvero preoccupanti. Si parla, per il mais, di una diminuzione del 20-30% per quello che riguarda le colture irrigue – quei raccolti che si è riusciti ad irrigare durante le fasi vegetative più importanti – e di 50-60% per quelle non irrigue. La perdita del raccolto, che è distribuita a macchia di leopardo su tutto il territorio provinciale, arriverà a punte del 70-80%. Alcune aziende, vista la situazione in campo, hanno deciso di vendere il prodotto biomasse per le centrali, con un ricavo medio di 1 euro al quintale che non compenserà nemmeno il costo del seme. Anche per la soia non irrigua la situazione è allarmante, con cali del 45-50% in tutto il nord Italia, la metà esatta di un’annata normale. Se la soia irrigua potrebbe ancora avere un minimo recupero, in molti casi però il baccello contiene un seme abbozzato e non sviluppato completamente, quindi di bassa qualità. Non fanno bene sperare nemmeno i primi dati reali relativi alla raccolta della barbabietola da zucchero, non buoni dal punto di vista quantitativo. Anche se è troppo presto per i dati sul grado di polarizzazione, quindi sulla qualità delle barbabietole, la media produttiva al momento è di 300-350 quintali per ettaro, con Plv (Prodotto Lordo Vendibile) dimezzate rispetto ad una media degli anni precedenti. «Oltre alle giuste richieste per ottenere i risarcimenti a seguito della richiesta di calamità – conclude Boldrini – la Confederazione Italiana Agricoltori ritiene che la defiscalizzazione sarebbe davvero un’azione concreta di supporto alle aziende. Se i produttori messi in crisi da un’annata agraria particolare avessero forti agevolazioni per il pagamento di Inps, Imu, interessi sui mutui, potrebbero tirare un sospiro di sollievo e prepararsi a re-investire il prossimo anno.»

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