...in onda su Telestense Ferrara e Lepida Tv [digitale terrestre] >> orari

venerdì 30 luglio 2010

Agricoltura, oltre 106 milioni per le imprese dell'Emilia-Romagna dal Psr. L'assessore Rabboni: Lavoriamo per darle valori difficilmente sostituibili

FONTE: GIUNTA REGIONALE EMILIA - ROMAGNA

Bologna – Oltre 106 milioni di euro dal bando regionale 2010 per finanziare 67 progetti di filiera. Si tratta dell’intervento più significativo del Piano di sviluppo rurale della Regione e prevede contributi alle imprese agricole di produzione, trasformazione e commercializzazione che si sono aggregate intorno a un progetto comune.
Il 50% delle risorse concesse potrà essere anticipato immediatamente ad ogni singola impresa, a seguito di fidejussione e dopo l’avvio dei lavori; mentre le attività di formazione, consulenza e il sostegno alle produzioni di qualità potranno essere liquidate senza necessità di garanzie. Potrà inoltre essere liquidato, previa garanzia, l’intero contributo alle singole imprese prima della conclusione del progetto di filiera nel suo complesso.
“E’ la nostra risposta alla crisi – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – e prefigura il futuro della nostra agricoltura. L’obiettivo è darle valori difficilmente sostituibili sul mercato: affidabilità, qualità e legame con le aspettative del consumatore e dell’industria di trasformazione e distribuzione. Per questo si lavora per la cosiddetta agricoltura contrattualizzata, allineandola agli altri settori economici, e per far sì che gli agricoltori si aggreghino per trasformare e commercializzare essi stessi o in partnership con altri soggetti”.
I numeri
Sono 67 i progetti ammessi al finanziamento, sui 70 complessivamente presentati dalle aziende. All’interno di questi sono 8.450 le imprese agricole, agroindustriali e commerciali che complessivamente hanno sottoscritto gli accordi di filiera, di queste 1.662 beneficeranno direttamente di aiuti - in funzione dell’adesione a singole misure previste dal bando.
I contributi regionali, pari a 106,8 milioni di euro, sono in grado di generare una spesa in investimenti e attività pari a 280 milioni.
I comparti produttivi
I settori che hanno espresso il maggior numero di progetti sono quelli tradizionalmente più organizzati: il lattiero-caseario (19 progetti, con 7 nuove aggregazioni), l’ortofrutticolo (14 progetti, con 7 nuove aggregazioni) e il vitivinicolo (8 progetti, con 3 nuove aggregazioni).
Positivi anche i risultati per i comparti meno strutturati, come quelli della carne suina e bovina (6 progetti, con 4 nuove aggregazioni) e per i settori minori o di nicchia (4 i progetti finanziati per biologico, miele e vivaistico, con 1 nuova aggregazione). Presenti anche il settore cerealicolo (7 progetti, con 3 nuove aggregazioni) e il sementiero (2 progetti, con 1 nuova aggregazione). Da segnalare il dato per la filiera forestale/legno (3 progetti, con 2 nuove aggregazioni) che attribuisce ad aree montane marginali, solitamente difficilmente premiate dai classici sistemi di intervento, più di 2,5 milioni di euro.
Infine, la vivacità complessiva, la volontà di crescita e di diversificazione nel settore emerge anche dall’elevato utilizzo della misura 124 - sulla ricerca pre-competitiva in funzione di nuovi prodotti, processi e tecnologie - inserita in 42 progetti di filiera.
I progetti di filiera puntano tutti al miglioramento della fase di commercializzazione e distribuzione del prodotto, di realizzazione di nuovi prodotti e, in relazione alle caratteristiche delle singole aggregazioni, propongono interventi di rafforzamento dell’efficienza produttiva, di ammodernamento e di riduzione dei costi, di minimizzazione dell’impatto ambientale.
Cosa sono i progetti di filiera
I progetti di filiera sono basati su un accordo contrattuale tra imprese che operano nell’ambito di uno stesso segmento produttivo e presuppongono un’aggregazione fra i differenti soggetti economici che assumono così specifici impegni in funzione di obiettivi comuni.
La lunga concertazione con i rappresentanti del mondo agricolo, che ha preceduto la predisposizione del bando, ha permesso di impostare un provvedimento in grado di dare risposte concrete alle esigenze del sistema regionale e ha determinato sia un rafforzamento dei sistemi organizzati, che rappresentano uno dei punti di forza della nostra agricoltura, sia l’avvio di nuove esperienze di aggregazione temporanea che, in futuro, potranno anche evolvere in forme stabili e strutturate.
In allegato il dettaglio dei progetti finanziati e il riepilogo per comparto.

LEGGI GLI ALLEGATI:

RIEPILOGO PER COMPARTI

I PROGETTI

Confcooperative Emilia - Romagna: Progetti di Filiera strategici per l’agroalimentare

FONTE: FEDAGRI/CONFCOOPERATIVE EMILIA - ROMAGNA

Le risorse sfiorano i 107 milioni di euro e consentiranno di finanziare
67 progetti di cui quasi 30 proposti da imprese cooperative

Vivo apprezzamento per la delibera regionale che li approva

(Bologna, 30 Luglio 2010). Fedagri/Confcooperative esprime vivo apprezzamento per l’approvazione, da parte della Giunta dell’Emilia Romagna, dei “Progetti di Filiera” presentati dalle imprese alla Regione nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale.
“Confcooperative – sottolinea il presidente regionale, Maurizio Gardini – ha sempre sottolineato la necessità di sostenere la progettualità di filiera, considerandola strategica per lo sviluppo del sistema agroalimentare. Pertanto, oggi riconosce all’Assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni il merito di avere adottato questa azione ritenendola qualificante per lo stesso Piano di Sviluppo Rurale”.
“Questi progetti infatti – prosegue Gardini – incrementano la coesione, per il raggiungimento di obiettivi strategici condivisi, tra le singole aziende agricole di produzione e le imprese di trasformazione e commercializzazione di un determinato comparto”. “Obiettivo – afferma ancora Gardini – da sempre perseguito dalla cooperazione agroalimentare che, quale filiera naturale, considera la necessità di fare squadra una condizione determinante per aumentare la competitività del sistema cooperativo garantendo futuro e reddito alle imprese associate”.
“A tale proposito – ricorda Giovanni Bettini, presidente Fedagri/Confcooperative Emilia Romagna – i 67 Progetti di Filiera approvati (di cui quasi 30 proposti da imprese cooperative) consentono di finanziare numerose aziende agricole per la realizzazione di investimenti in grado di aumentarne l’efficienza, ma anche di elevare la competitività del sistema cooperativo nella fase di trasformazione e nell’approccio al mercato perseguendo obiettivi strategici di medio e lungo periodo con ricadute decisamente positive sul contesto socio-economico generale”.
“In questo contesto – conclude Bettini – è da sottolineare la grande attenzione dedicata all’innovazione con un elevato numero di domande relative alla misura 124 incentrata sulla cooperazione fra i soggetti della filiera e tesa alla ricerca ed alla sperimentazione pre competitiva, che testimonia il costante impegno della cooperazione nell’individuazione di quegli elementi che possono garantire un futuro agli associati cercando di rispondere al meglio alle mutevoli richieste dei consumatori”.

SABATO 31 LUGLIO: I TESORI DELLA CAMPAGNA PER I TESORI DELLA CITTA’


FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Al Punto Campagna Amica di Via Canapa, 72 i sapori della filiera agricola italiana aiutano il restauro di S.Antonio in Polesine.

Dalle 10,30 alle 13 presso il Punto Vendita di Campagna Amica a Ferrara in via Canapa, 72, degustazioni ed assaggi, oltre che vendita, dei tesori delle campagne della filiera agricola, con prodotti di stagione e con una novità, che sarà in vendita a partire dai prossimi giorni: la pasta tutta italiana fatta dagli agricoltori.
Debutta infatti anche a Ferrara la pasta a marchio “Valli del Grano”, società del Consorzio Agrario Lombardo Veneto, il principale Consorzio italiano, aderente alla rete dei Consorzi Agrari d’Italia, e che già dallo scorso anno ha aderito al progetto Coldiretti delle filiere agricole.
Presso il punto vendita, già accreditato nell’Albo delle aziende di vendita diretta di Coldiretti, oltre ai prodotti di stagione appena colti dai campi dei soci, si possono trovare anche prodotti trasformati, sempre da parte di agricoltori o loro cooperative e con prodotti realmente “made in Italy”.
Vino, confetture, miele, passate di pomodoro, formaggi, yogurt, latte, ma anche carne proveniente da allevamenti selezionati, e vongole e cozze ferraresi.
E da ora anche la pasta, nei classici formati, fatta esclusivamente con farina di grano italiano e lavorata nei mulini e nei pastifici del consorzio agrario lombardo veneto, quindi dagli stessi agricoltori per garantire un prodotto autentico, dalle caratteristiche gustative di buona qualità.
Ma non solo pasta: sabato mattina sarà l’occasione per conoscere più da vicino anche altri tesori della filiera agricola, in questo caso ferrarese, come carote e meloni.
Due tipici prodotti del nostro territorio (sono tra le 17 “perle” dell’agroalimentare) e tipici anche dell’estate. Ferrara infatti può vantare il primato nazionale di superfici dedicate alla coltivazione della carota, con circa 2.500 ettari . Ma anche le carote ferraresi non sempre si trovano nei punti vendita del territorio e quindi sarà l’occasione per assaggiare ed acquistare una verdura di stagione (sono infatti appena ultimate le operazioni di scavo di queste preziose radici, già conosciute ed apprezzate sin dall’antichità e che nella nostra provincia vede primeggiare i comuni di Mesola, Codigoro, Comacchio, Lagosanto, Goro, per quanto riguarda il raccolto estivo). Un tesoro della terra che vede purtroppo i prezzi alla produzione in deciso calo, sino a non coprire neppure i costi di produzione, mentre al consumatore l’incremento del prezzo si misura in centinaia di volte in più = da 8/10 centesimi al kg nei campi ad oltre 1 Euro (e sino a due, due e mezzo) sui banchi di vendita.
Il rischio è che si arresti la coltivazione, impoverendo ulteriormente il panorama delle produzioni locali a vantaggio di prodotti provenienti da altre parti non solo d’Italia ma del mondo.
E con il caldo di queste giornate estive un posto d’onore merita il melone, altro prodotto della tradizione agricola ferrarese, coltivato in tutta la provincia, ma che si esprime al meglio nel territorio dell’alto ferrarese e che è un prezioso alleato per superare le afose giornate d’estate con il suo apporto di vitamine, sali minerali e zuccheri.
Anche la coltivazione del melone risale all’antichità, forse dalle pianure africane, sino a diventare stabilmente oggetto di colture nelle aree ferraresi ed emiliane ben prima dell’anno mille, sino a divenire appunto tipica in particolare per la nostra provincia nell’areale di Gavello, località del Comune di Bondeno e del basso ferrarese, nei territori di recente bonifica, dove i frutti assumono la sapidità dei terreni ancora ricchi di umori salini.
Ma i tesori della nostra terra potranno dare un aiuto a salvare anche un tesoro della nostra città, il convento di S. Antonio in Polesine, fondato dalla Beata Beatrice d’Este attorno al 1300 e retto dalle monache benedettine, celebre tanto per le preziose opere artistiche, quanto per il famoso ciliegio che adorna il giardino del chiostro, e che necessita di urgente restauro.
Coldiretti in collaborazione con il Resto del Carlino promuove quindi una raccolta di fondi in occasione della giornata dei tesori della terra, destinando i proventi della vendita di sabato prossimo come donazione alle monache per i lavori al monastero.


I TESORI DELLA TERRA PER I TESORI DELLA CITTA’

SABATO 31 LUGLIO 2010

Punto Vendita Campagna Amica di Ferrara, Via Canapa, 72

Dalle 10, 30 alle 13,00

Allestimento di stand con degustazione di piatti di pasta della filiera agricola tutta italiana

Degustazione e vendita del Melone ferrarese

Conoscere ed acquistare le carote ferraresi

Sarà aperto in funzione il punto vendita con tutti i prodotti freschi e trasformati dei soci della cooperativa Orto Amico soc. coop agricola.

mercoledì 28 luglio 2010

SENATO, GALAN: PRONTO UN PACCHETTO PER ESIGENZE INDIFFERIBILI AGRICOLTURA ITALIANA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali


"Sto lavorando ad un pacchetto dedicato all'agricoltura, e ai problemi indifferibili del settore, che porterò in Consiglio dei Ministri e per questo ho battuto numerosi colpi con il Ministero del Tesoro e con quello del Lavoro."
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, intervenendo in Commissione agricoltura al Senato.

“Fra i provvedimenti previsti uno fondamentale è per le agevolazioni sul costo del lavoro per le zone disagiate (SCAU). Inoltre non possiamo più rinviare la questione del settore Bieiticolo-saccarifero. E’ stato il primo problema che mi sono trovato a dover affrontare da Ministro. 21 milioni – ha proseguito Galan - sono stati messi in campo poco dopo il mio insediamento, e sono a disposizione, gli altri 65 saranno nel pacchetto di cui vi sto parlando. Mi assumo l'obbligo di risolvere questo problema e quando assumo un impegno lo mantengo.”

Inoltre il Ministro è intervenuto sulle assicurazioni in agricoltura sostenendo che “Per il 2011 e' opportuna una campagna assicurativa più ambiziosa, anche in vista della nuova Politica agricola comune e alla luce della crescente importanza da attribuire al settore assicurativo nel settore primario.”

ENERGIA, LA REGIONE AVVIA IL PERCORSO PER REALIZZARE IL NUOVO PIANO TRIENNALE PER L'EMILIA ROMAGNA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa


Tra il 2007-2010 investiti 137 milioni di euro. L'assessore Muzzarelli: "Sosterremo l'insediamento degli impianti da fonti rinnovabili sviluppando anche la filiera industriale dell'energia".

Bologna – “Siamo pronti a sostenere l’insediamento degli impianti da fonti rinnovabili in modo da favorirne lo sviluppo in un quadro di sicurezza, trasparenza e equilibrio con l’agricoltura e il paesaggio. Svilupperemo la filiera industriale dell’energia, dalle Energy Service Company, alle imprese per la produzione di pannelli solari o di pale eoliche ma soprattutto proseguiremo ad investire sulla ricerca e il trasferimento tecnologico, come stiamo facendo con i dieci laboratori della piattaforma energia e ambiente della rete regionale dei tecnopoli". Lo ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive ed Economia verde, Gian Carlo Muzzarelli, nel corso del convegno “Energia per il territorio “ appuntamento per illustrare i risultati raggiunti dal Piano energetico regionale, presentare il nuovo quadro normativo europeo e nazionale ma soprattutto dare il via al piano di attività e alle linee guida del nuovo Piano triennale di attuazione del Piano energetico regionale.
A partire dal prossimo settembre, in vista dell’approvazione del nuovo Piano triennale, inizieranno incontri in tutte le province e un ciclo di cinque incontri tecnici dedicati alle tematiche energetiche e di risparmio.
Il Piano Energetico Regionale, approvato il 14 novembre 2007, prevede una serie di azioni. volte a favorire il contenimento dei consumi, l’uso efficiente dell’energia e lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili in tutte le direzioni: la riqualificazione del sistema elettrico regionale, la qualificazione energetica edilizia, insediativa e territoriale, la competitività e la qualificazione energetica nelle imprese, il sostegno alla produzione e alla valorizzazione delle biomasse nel sistema agroforestale, la mobilità sostenibile, la ricerca applicata e l’innovazione tecnologica.
Per realizzare gli obiettivi del primo triennio del Piano Energetico Regionale la Regione ha investito 137 milioni di euro per la pianificazione 2008-2010.
Sono trenta, tra l’altro, le Aree produttive ecologicamente attrezzate finanziate dalla Regione Emilia-Romagna nel programma che prevede un investimento regionale di 11 milioni di euro, ai quali si sommano risorse dal programma POR-FESR (fondi europei) per 53 milioni di euro, per complessivi 64 milioni di euro. Alle province emiliano-romagnole sono stati destinati: a Bologna 9,5 milioni di euro; a Modena: 8 milioni di euro; a Reggio Emilia: 8 milioni di euro; a Parma: 8 milioni di euro; a Piacenza 7 milioni di euro; a Forlì-Cesena: 4,1 milioni di euro; a Ferrara: 6 milioni di euro; a Rimini: 6,5 milioni di euro; a Ravenna: 7 milioni di euro.
Inoltre, nei mesi scorsi è stato approvato il provvedimento con cui la Regione finanzierà con 25,8 milioni di euro gli investimenti di Comuni e province per realizzare sistemi tecnologici per il miglioramento del rendimento energetico e per la realizzazione di impianti di fonti rinnovabili di energia negli edifici pubblici. Complessivamente le risorse messe a disposizione dalla Regione per i 30 progetti innescheranno investimenti per quasi 257 milioni di euro.
"Vogliamo investire per risparmiare. Investire – ha aggiunto l’assessore Muzzarelli - in risorse umane, in partecipazione, in idee e naturalmente con risorse finanziarie adeguate. Agiremo senza fughe in avanti ma senza rallentare perché abbiamo scommesso nell’innovazione energetica e nelle risorse rinnovabili. L’Italia è un Paese troppo indebitato senza aver fatto gli investimenti giusti. Auspichiamo che il Governo condivida con più convinzione questi obiettivi di quanto sta facendo ora. Comunque, l’Emilia-Romagna affronterà con fiducia e determinazione queste nuove sfide".



Le risorse (in €) per l’energia nella pianificazione 2008-2010

Programmi di riqualificazione energetica degli Enti Locali 14

Centri di ricerca dedicati a tematiche energetiche e ambientali 15

Piano Regionale di Sviluppo Rurale 15

Politiche abitative 15

Accordi di programma per la mobilità sostenibile 10

Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate 53

Riqualificazione energetica delle imprese 15

Totale 137

MANIFESTAZIONE DELLA CIA A ROMA

MANIFESTAZIONE DI CONFAGRICOLTURA A CREMONA

AGRICOLTORI, MOLINI E PANIFICATORI FIRMANO IN REGIONE UN ACCORDO PER LA PRODUZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PANE FRESCO DI QUALITA'

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa


Rabboni: "L'obiettivo è garantire sbocchi certi, qualità superiore e maggior valore per un prodotto del territorio"


Bologna – Pane fresco artigianale di qualità superiore, fatto con grano dell’Emilia-Romagna (con tecniche di produzione integrata) dai panificatori e distribuito a prezzi contenuti in tutta la regione. Per produrre e offrire ai consumatori pane certificato dal marchio “QC – Qualità Controllata”, l’unione regionale e le associazioni provinciali dei panificatori, le imprese molitorie e le organizzazioni dei produttori agricoli hanno firmato oggi a Bologna il primo accordo quadro in materia.
“L’intesa guarda al futuro della nostra agricoltura”, ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni. “L’obiettivo è garantire sbocchi certi, caratteristiche di qualità e maggior valore al prodotto. Con questo pane QC si offre ai consumatori un prodotto del territorio garantito nella sua funzione alimentare e salutistica”.
L’accordo, promosso dalla Regione, punta sulla produzione e diffusione del consumo di pane di frumento con caratteristiche nutrizionali, merceologiche e di sostenibilità ambientale di qualità superiore, attraverso il coinvolgimento di tutta la filiera: dai produttori agricoli organizzati, ai molini, ai panificatori, in uno sforzo comune di programmazione delle quantità e delle caratteristiche qualitative del prodotto, accompagnato da un’equa valorizzazione dei diversi passaggi. Per il 2010 si prevede di produrre 4 mila quintali di pane, con circa 5 mila quintali di grano. I numeri dovrebbero poi raddoppiare nel 2011 e potrebbero anche aumentare se il pane QC avrà l’apprezzamento dei consumatori.
Obiettivo dell’assessorato all’agricoltura è anche ottenere l’utilizzo, in tutte le fasi - dal frumento, alla farina, al pane - del marchio QC (Qualità Controllata), attraverso l’applicazione della legge regionale 28/99 “Valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari ottenuti con tecniche rispettose dell’ambiente e della salute dei consumatori”, per assicurare una garanzia oggettiva e una riconoscibilità per il consumatore. Il marchio QC, infatti, prevede sia il rispetto di specifici disciplinari di produzione per il frumento, la farina e il pane sia controlli effettuati da organismi di controllo indipendenti, per garantire modalità di produzione a basso impatto ambientale e rispettare la salute dei consumatori grazie all’utilizzo ridotto al minimo di prodotti chimici.
Il contenuto dell’accordo
L’accordo stabilisce le modalità di produzione del frumento, della farina e del pane e gli impegni reciproci dei firmatari in merito alle quantità e al valore delle materie prime scambiate.
Un comitato paritetico composto dai firmatari e integrato da Regione e Università di Bologna avrà il compito di monitorare il progetto e rivalutare i termini dell’intesa, anche in previsione delle prossime semine autunnali.
I panificatori si impegnano a seguire la ricetta originale per il pane fresco QC, utilizzando le materie prime più complete e sane dal punto di vista nutrizionale (farine di tipo 1 e 2, meno raffinate, che contengono più fibre e più ceneri; ridotto contenuto di sodio; lievitazione naturale e olio extravergine di oliva), senza additivi o agenti chimici per la lievitazione. Sono esclusi processi di conservazione attraverso il congelamento e la surgelazione. Per garantire un risparmio per i consumatori e un maggior tempo di vita, l’accordo prevede che il pane sarà proposto in pezzature non inferiori ai 200 grammi.
L’intesa punta, infine, a garantire la distribuzione capillare nei panifici di tutta la regione a un prezzo contenuto, coniugando l’esigenza di programmazione della produzione agricola e molitoria con il giusto riconoscimento del valore del prodotto durante tutto il processo di lavorazione. In particolare, a riconoscimento delle caratteristiche superiori della materia prima, è prevista una maggiorazione di 50€/T per il prezzo del frumento, mentre la farina potrà essere pagata fino allo stesso valore dell’analogo prodotto biologico.
I firmatari
L’accordo nasce dalla collaborazione di tutta la filiera, dai produttori agricoli ai fornai.
In particolare l’unione regionale dei panificatori - insieme alle associazioni provinciali di Bologna, Parma, Reggio Emilia, Ravenna e Ferrara - prevede di coinvolgere circa 250 panificatori.
Le industrie molitorie firmatarie (Molino Grassi s.p.a. di Parma; Progeo Molini di Modena e Industria Molitoria Denti di Reggio Emilia) sono tra le più significative nella trasformazione del frumento tenero e nella produzione di farine panificabili, mentre i produttori di cereali e le organizzazioni di produttori aderenti (Cereali Emilia-Romagna di Bologna; Grandi Colture Italiane soc. coop. Agricola e Soc. Coop. Capa di Ferrara, che riuniscono diverse realtà produttrici cerealicole) hanno alte capacità professionali nella produzione di frumento QC e sono dotate di strutture di stoccaggio in grado di garantire la conservazione ottimale delle partite e la rintracciabilità del prodotto.
Per supportare e sviluppare l’accordo regionale sul pane QC, è prevista la consulenza dell’Università di Bologna, mentre la Regione Emilia-Romagna e le Province si impegnano a mettere in campo diversi strumenti, tra cui: nuovi disciplinari per la produzione della farina e del pane QC; azioni di informazione, promozione e di educazione alimentare e al consumo; supporto alle produzioni di frumento QC con misure agro ambientali; assistenza tecnica e tecnico-economica ai produttori agricoli.
L’accordo quadro, di durata biennale, è aperto a ulteriori imprese che vorranno aderirvi.
Da settembre l'elenco dei panifici dell'Emilia-Romagna che propongono il pane QC sarà pubblicato sul sito www.panificatori.org.

martedì 27 luglio 2010

I BIETICOLTORI CHIEDONO AL GOVERNO RISPOSTE CONCRETE. DOPO LE MOBILITAZIONI DI CREMONA E NAPOLI, ANB PARTECIPA ALL'AUDIZIONE DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL SENATO

Fonte: ANB (Associazione Nazionale Bieticoltori)

Alla Audizione della Commissione Agricoltura del Senato, l'Associazione Nazionale Bieticoltori ha chiesto alle forze politiche l’impegno a garantire tempi certi per il rispetto delle erogazioni dei fondi.

Senza un forte impegno politico - si legge nella nota di ANB - non si raggiungerà l'obiettivo di completare i pagamenti delle campagne bieticole 2009 e 2010, con ripercussioni pesantissime sugli investimenti del prossimo anno.

Abbiamo bisogno di sapere - continua la nota - se lo Stato Italiano ritiene strategico per il paese il settore bieticolo saccarifero. E' necessario quindi definire un quadro chiaro di sostegno al comparto anche, se necessario, attraverso una specifica rinegoziazione degli interventi nazionali con la Commissione a Bruxelles, così come avvenne nel 2006.

L'ANB presenterà, alle Commissioni Agricoltura di Senato e Camera, e al Governo un programma complessivo, con le proposte di interventi necessari per i prossimi anni a tutela di un comparto importante per l'economia agricola del paese.

lunedì 26 luglio 2010

Agricoltura. Accordo quadro per la produzione di pane fresco di qualità. La firma mercoledì 28 in Regione.

FONTE: GIUNTA REGIONALE EMILIA - ROMAGNA

Bologna – Pane fresco artigianale di qualità superiore, fatto con grano dell’Emilia-Romagna da 250 panificatori. Per produrre e distribuire il pane certificato dal marchio “QC – qualità controllata”, mercoledì 28 l’unione regionale e le associazioni provinciali dei panificatori, le imprese molitorie e le organizzazioni dei produttori firmano il primo accordo quadro in materia.
 

venerdì 23 luglio 2010

GRANDE PARTECIPAZIONE DEGLI IMPRENDITORI FERRARESI ALLA MANIFESTAZIONE DI CONFAGRICOLTURA A CREMONA

Fonte: Confagricoltura Ferrara

Trecento soci di Confagricoltura Ferrara hanno preso parte nella serata di ieri a Cremona alla manifestazione di mobilitazione promossa da Confagricoltura ed alla quale hanno preso parte diecimila agricoltori di tutte le regioni del Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia) ma con delegazioni provenienti da tutto il resto d’Italia. Presenti una folta delegazione di Sindaci ed un nutrito numero di esponenti politici di ogni orientamento.
“La mobilitazione degli agricoltori onesti, che rispettano le leggi dello Stato, di quell’imprenditoria agricola che fa crescere il Paese, che non vuole sussidi o cambiali in bianco ma che chiede gli strumenti per competere”, ha osservato il Presidente di Confagricoltura Ferrara, Nicola Gherardi.
La platea ha espresso con forza il malcontento per la gravissima situazione in cui si trova il settore primario, denunciando come nessuna delle richieste avanzate abbia trovato risposta nella manovra economica varata dal Governo. Dalle quote latte alla previdenza, alle bietole, dalle agevolazioni per il gasolio ai certificati verdi.
“Le migliaia di agricoltori che hanno protestato a Cremona – ha detto il Presidente degli imprenditori agricoli ferraresi - sono una piccola rappresentanza di tutti quegli imprenditori che non chiedono sussidi, ma la stessa cosa di cui ha goduto larga parte del Paese, cioè di una politica economica che tenga conto del valore del comparto coniugando contenimento del deficit con misure per lo sviluppo. La motivazione di questa nostra mobilitazione sta in una manovra finanziaria che Confagricoltura giudica complessivamente necessaria e efficace, tranne che per il settore agricolo”.
“O le risorse ci sono, o non ci sono – ha evidenziato Nicola Gherardi – a proposito dell’emendamento che proroga il pagamento delle multe perr chi ha prodotto latte oltre le quote fissate. Questa vicenda, oltre ad essere un premio ai “furbi”, ha del paradossale perché, in una finanziaria in cui non ci sono soldi per niente e nessuno ma solo tagli, stabilisce il rinvio di un pagamento che costerà parecchi milioni di euro all’erario, quindi a tutti noi cittadini”.
“La tensione tra gli imprenditori agricoli è allo stremo – ha sottolineato il Presidente di Confagricoltura Ferrara – e queste manifestazioni hanno anche l’obiettivo di evidenziare alla classe politica il criticissimo stato di un settore che rappresenta il 15,7% del Pil nazionale e che ha mostrato una tenuta significativa dell’occupazione anche nel pieno della crisi”.
“Noi non abbiamo la tracotanza – Ha concluso Nicola Gherardi – di asserire che siamo l’agricoltura, ma certamente la forza nei numeri e del prodotto rappresentato ci fa dire a buon titolo che non c’è agricoltura senza di noi”.

ANCHE PER IL PESCE COME PER I PRODOTTI AGRICOLI RISCHIO FALSO MADE IN ITALY E TAROCCAMENTI

Fonte: Coldiretti Ferrara


Il caso dei totani scongelati e sbiancati rimette in evidenza la necessità di dare ai consumatori tutte le informazioni per una scelta consapevole, sia al mercato, nel negozio e anche al ristorante.
Coldiretti e Impresa Pesca uniti dall’esigenza di maggiore trasparenza e da regole certe sull’import di alimenti.


“Agricoltori e pescatori sono uniti dalla comune esigenza di una etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti agroalimentari, sia di terra che di mare, dal luogo di origine sino alla tavola del consumatore. E’ una necessità che torna prepotentemente di attualità ogni qualvolta le autorità di controllo e vigilanza scoprono qualcosa che non funziona, ma molto purtroppo rimane nell’ombra, a scapito della trasparenza, della correttezza commerciale ed a volte anche della salute dell’ignaro acquirente”. Mauro Tonello, presidente di Coldiretti Ferrara e vice presidente nazionale, evidenzia dopo la scoperta dei totani scongelati e “rimessi a nuovo” anche con l’uso di prodotti chimici e artifici vari in una struttura a Goro, quanta strada ancora vi sia da percorrere per ridare una identità a ciò che portiamo in tavola ogni giorno e che spesso non è esattamente quello che avremmo voluto acquistare e mangiare.
L’inganno corre sul filo della denominazione e dell’utilizzo di prodotti che non dovendo dichiarare l’origine dell’azienda agricola o dell’allevamento, spesso diventano italiani, magari anche con marchi famosi, solo per essere stati lavorati e impachettati in qualche stabilimento nazionale.
“Se pensiamo che solo in Emilia-Romagna vengono importati e lavorati 147 mila tonnellate di pesce e molluschi esteri a fronte di un pescato di circa 27 mila tonnellate – continua Tonello – è evidente che non ci si può illudere di consumare sempre prodotto italiano o regionale, né andando in pescheria, né soprattutto al ristorante. Ed in una regione come la nostra, meta di un turismo importante, la mancata trasparenza si riflette anche in un inganno, non sempre inconsapevole, che può avere anche conseguenze spiacevoli”.
Coldiretti di fronte a notizie come quella evidenziata dalla stampa locale non può che ribadire la assoluta necessità di applicare con rigore le norme in materia di etichettatura laddove già esistono (frutta e verdura fresca, carne bovina, uova, olio d’oliva, pesce e molluschi), compresi i controlli e le sanzioni in caso di mancanza del cartellino con l’origine correttamente indicata, di estenderla a tutti i prodotti agro alimentari e di trovare il modo di poter conoscere l’origine degli alimenti anche nella fase finale, al ristorante o in trattoria, per completare un’informazione che oltre ad evidenziare il valore e la qualità delle produzioni made in Italy o territoriali, consente di controllare maggiormente il “giro” dei prodotti taroccati e spacciati per qualcosa di maggior valore.
“Altra cosa importante – chiude Tonello – è che si facciano i nomi delle aziende coinvolte in casi come quello di Goro: si corre il rischio che il sospetto ricada anche su chi lavora più che correttamente e che ne risentano i consumi in generale”.

IL RIAVVIO DEL PIANO IRRIGUO NAZIONALE

Fonte: Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni - A.N.B.I.

Roma - Sono positivi i giudizi dell’A.N.B.I., l’Associazione Nazionale delle Bonifiche e Irrigazioni per l’approvazione da parte del CIPE, il Comitato interministeriale per la Programmazione economica, del programma di interventi nel settore irriguo e della bonifica per un importo di 418,5 milioni di euro, all’uopo sollecitati dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Giancarlo Galan.
“Ricomincia in questo modo un percorso virtuoso tutto proteso alla salvaguardia del made in Italy e dei territori di produzione”. Afferma il presidente A.N.B.I. Massimo Gargano, che plaude all’impegno del Ministro Galan e aggiunge che “questo provvedimento rappresenta un nuovo inizio in termini di sicurezza ambientale, tutela dei territori a rischio, razionalizzazione e risparmio della spesa pubblica. Attraverso il migliore utilizzo delle risorse naturali – ha poi aggiunto Gargano – migliorerà sempre di più la qualità della vita nei territori serviti dai consorzi di bonifica in termini di efficienza ed economicità delle azioni svolte e di infrastrutture utili alle imprese, al territorio e all’intero Paese”.
L’A.N.B.I., altresì, condivide la proposta del Ministro Galan di introdurre una disposizione che scoraggi i ritardi nella conclusione delle procedure di appalto. La proposta mira a revocare i finanziamenti nel caso in cui queste procedure non si concludano entro 18 mesi dalla concessione. Le risorse disponibili potrebbero essere reinvestite in progetti esecutivi e già cantierabili come richiesto dalla stessa Associazione Nazionale delle Bonifiche e Irrigazioni.
Per il presidente Gargano l’annuncio del Ministro Galan di un prossimo provvedimento del CIPE che stanzierà ulteriori 177 milioni di euro alle opere infrastrutturali di bonifica nelle Regioni del Meridione, “è un riconoscimento dell’azione svolta nel Paese dai consorzi di bonifica e della opportunità di arricchire quella parte del Mezzogiorno, che deve continuare a crescere, con infrastrutture finalizzate a produrre made in Italy. Occorre però insistere - ha poi concluso Gargano – nel continuare a finanziare il Piano Irriguo Nazionale perché gli investimenti effettuati continuino a creare quelle condizioni di benessere, ricchezza e sicurezza per le imprese, i cittadini e l’intero Paese”.

EMILIA ROMAGNA: TERMINATA LA TREBBIATURA DEI CEREALI A PAGLIA 2010

Fonte: Organizzazione di Produttori Cereali Emilia Romagna

Incerto lo scenario futuro di mercato

È appena terminata la trebbiatura dei cereali a paglia 2010 e la raccolta in Emilia Romagna si è rivelata al di sotto delle aspettative sotto alcuni aspetti.
Secondo l’O.P. Cereali Emilia Romagna di San Giorgio di Piano (Bo) - la più grande Organizzazione di Produttori cerealicoli d’Italia con oltre 6.500 soci – i risultati si possono così riassumere:
a) Rese/ha inferiori alla norma sia per le varietà di frumento tenero sia di duro. Grande alternanza produttiva con oscillazioni da 3,0 t/ha a 5,5/6,0 t/ha anche nell’ambito di stesse varietà.
b) Caratteristiche merceologiche alterne ed in molti casi al di sotto degli standard abituali. Discreta la qualità molitoria dei frumenti teneri a ciclo vegetativo più tardivo con pesi specifici mediamente superiori a 76-77 kg/hl ( varietà Bologna e Blasco) mentre più penalizzate dall’anomalo andamento stagionale le varietà di frumenti a ciclo vegetativo precoce (Mieti,Nobel). Caratteristiche organolettiche molto difformi anche per i frumenti duri con pesi specifici che vanno da 72-73 kg/hl a 79-80kg/hl. Indici proteici compresi tra i 12 e 13%.

I dati dell’O.P. Cereali Emilia Romagna
Le quantità complessive ritirate quest’anno dall’O.P. Cereali Emilia Romagna sono state complessivamente di 354.000 Tons.(-14%).
Il dato inferiore sul 2009 è dovuto alla minor superficie investita in particolare di frumento tenero e orzo ed alle rese che sono state caratterizzate da una forte disomogeneità territoriale.
A livello della Regione Emilia Romagna, le superfici investite a cereali a paglia sono state inferiori (-7%) rispetto lo scorso anno.

Le diminuzione più consistenti si sono registrate nell’orzo (– 16%) e nel frumento tenero (– 11%), mentre per il frumento duro il dato è risultato positivo (+5%) rispetto al precedente anno.
I cinque Soci dell’OP - Consorzio Agrario di Bologna e Modena, Coop. Progeo di Masone (RE), Consorzio Agrario di Forlì-Cesena e Rimini, Cooperativa Cereali Padenna di Ravenna e Cooperativa Terremerse di Bagnacavallo(RA) - hanno raccolto quantitativi che oggi sono ufficiosamente di 211.000 Tons di frumento tenero, 123.000 Tons di frumento duro e 18.000 Tons di orzo.
Dalle prime e provvisorie elaborazioni sui dati statistici Regionali la diminuzione di resa produttiva a livello territoriale è più consistente nelle provincie dell’area Romagnola e Ferrarese.
Le colture che più hanno risentito del calo produttivo sono state il frumento duro, l'orzo ed il frumento tenero, in particolare le "varietà precoci e bianche”.

Gli aspetti agronomici
“Dal punto di vista agronomico - sostiene Augusto Verlicchi, coordinatore commerciale dell’O.P. - gli impianti di frumento sono apparsi a ridosso della trebbiatura non sempre ben accestiti e con un numero di spighe per metro quadro inferiore agli standard. Le spighe presenti, inoltre, in molti casi sono risultate non completamente formate.
Il verificarsi di tale anomala situazione è certamente correlato a ristagni idrici e basse temperature del suolo conseguenti ad un andamento stagionale caratterizzato da abbondanti e frequenti precipitazioni, in molti casi ben al di sopra delle medie del periodo.
Concimazioni non sempre puntuali e possibili unitamente al forte dilavamento dell’azoto nei terreni – continua Verlicchi - spiegano inoltre la minor taglia dei frumenti e la diminuzione degli indici proteici riscontrati nella granella.
In questo scenario pre-raccolta già non ottimale, si sono dimostrate particolarmente penalizzanti le piogge che hanno anticipato di qualche settimana le trebbiature provocando riduzioni di vitrosità delle cariossidi e, in molti casi, fenomeni di pregerminazione”.

Considerazioni agronomiche
Alla luce di quanto verificatosi, pur nella consapevolezza che l’imprevedibilità del fattore clima risulta determinante, l’O.P. ritiene necessarie alcune considerazioni agronomiche (avvicendamento colturale, lavorazioni,ecc.) che dovranno essere base imprescindibile per la sostenibilità della cerealicoltura moderna.
“Particolare attenzione dovrà essere posta alla coltivazione del frumento duro – conclude Verlicchi - vista anche la forte sensibilità di alcune varietà a fisiopatie (fusariosi, mal del piede, ruggine) corresponsabili di minor produzione e alterazioni igienico sanitarie delle cariossidi.

Prezzi di mercato e contesto di riferimento
“Relativamente ai prezzi del mercato di sbocco – dice Raimondo Ricci Bitti, Presidente dell’O.P.- possiamo affermare che le prime quotazioni sono improntate al meglio.
L’andamento stagionale ha sfavorito anche le produzioni degli altri Paesi Europei.
Ad oggi i raccolti, seppur appena iniziati in molte regioni d’Europa, presuppongono forti riduzioni quantitative.”
Particolare apprensione destano le situazioni di Russia, Germania, Ucraina e Ungheria.
Un contesto di riferimento quindi, diverso da quanto troppo ottimisticamente previsto che ha innescato nuovi e consistenti interessi di acquisto da parte del consumo.
“Come spesso accade – prosegue Ricci Bitti - l’aumento della domanda ha frenato l’entusiasmo dell’offerta che si è fatta via via più ridotta alimentando così aumenti consistenti delle quotazioni.”
La situazione attuale è pertanto in grande evoluzione, quotazioni in forte ascesa (dal 29/6 al 15/7 le quotazioni del grano alla Borsa di Parigi sono aumentate di 40 euro/Ton), scarsissima offerta, scoperture e speculazione creano una sorta di psicosi emotiva alla luce della quale è tutto possibile.

mercoledì 21 luglio 2010

CIA: GIOVEDI' 22 LUGLIO UN SIT IN A ROMA PER CHIEDERE MAGGIORE ATTENZIONE VERSO I PROBLEMI DEL MONDO AGRICOLO

Fonte: Cia Ferrara

Ferrara: Per le imprese agricole è “allarme rosso”, i costi produttivi, contributivi e burocratici sono alle stelle, i prezzi praticati sui campi sono minimi, i redditi in questo modo risultano falcidiati. C’è l’impellente necessità di interventi urgenti e concreti in grado di garantire una “boccata d’ossigeno” ai tanti agricoltori che oggi operano in grave affanno.
Per questa ragione che la Cia scende in piazza giovedì 22 luglio a Roma, davanti alla Camera dei Deputati, organizzando un grande sit-in di protesta per reclamare una maggiore attenzione verso i loro problemi dal governo e dal mondo politico, anche da Ferrara una delegazione partecipa per manifestare il grande disagio che proviene dalle campagne locali.
“Non si tratta -afferma Ferrari, presidente Cia- di una scelta causale. La manifestazione si tiene infatti, in concomitanza della discussione alla Camera della manovra finanziaria, appena approvata dal Senato.”
“Abbiamo richieste – prosegue Ferrari – importanti che sono trascurate da tempo: la proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali che deve essere propedeutica ad una riforma tesa a ridurre i costi contributivi alle aziende agricole; la reintroduzione del “bonus gasolio” per le serre e che deve essere esteso a tutta l’imprenditoria agricola; il rispetto delle legalità e la salvaguardia degli allevatori che sono stati alle regole nel contesto delle quote latte.”
“Il settore vive una delle crisi più difficili degli ultimi trent’anni. – conclude Ferrari – e non ha avuto molto senso dividersi nella protesta. In futuro servirebbe un impegno unitario di tutte le rappresentanze dell’intero mondo agricolo. Solo in questo modo si possono superare in maniera adeguata i complessi problemi e le grandi sfide del settore. Occorre, quindi, adoperarsi per aggregare il più possibile una rappresentanza sempre più frammentata e, dunque, sempre più debole.”

martedì 20 luglio 2010

AL VIA LA LEGGE REGIONALE PER RISARCIRE GLI AGRICOLTORI CHE HANNO DOVUTO ABBATTERE PIANTE COLPITE DA MALATTIE

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: un provvedimento per contrastare con tempestività ed efficacia la diffusione delle nuove fitopatie e in particolare la "batteriosi" del kiwi

Bologna - La Regione potrà risarcire tempestivamente gli agricoltori che hanno dovuto abbattere piante colpite da parassiti e lo farà commisurando l’aiuto al valore di mercato delle coltivazioni interessate e alla perdita di reddito dovuta al periodo di quarantena. E’ quanto prevede il progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale ”Misure di intervento a favore delle piccole e medie imprese del settore agricolo per la prevenzione e l'eradicazione di fitopatie e infestazioni parassitarie”, che è stato oggi approvato all’Assemblea legislativa.
I sempre più intensi scambi commerciali a livello mondiale hanno accentuato la diffusione anche in Italia di nuove fitopatie spesso di difficile cura, di fronte alle quali talvolta l’unico intervento utile per bloccarne la diffusione consiste nell’abbattimento e nell’estirpazione delle piante malate, con rilevanti danni economici per i proprietari. Da qui la decisione della Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni di intervenire con un provvedimento di sostegno alle aziende agricole danneggiate.
“Di fronte alla assoluta latitanza del Governo sul fronte dei risarcimenti agli agricoltori colpiti da fitopatie gravi e a situazioni come quella del Lazio, dove la batteriosi ha colpito circa l’80% del kiwi giallo coltivato – ha sottolineato Rabboni – la nuova legge regionale fornisce un aiuto concreto e immediato alle piccole e medie aziende coltivatrici e serve a contrastare efficacemente la diffusione di questa e di altre fitopatologie. Gli aiuti potranno essere erogati in pochi mesi e senza l’obbligo del reimpianto. Gli interventi si concentreranno sui dieci focolai di batteriosi del kiwi già individuati nelle province emiliano-romagnole. La norma ha una copertura finanziaria certa per il 2010. Per i prossimi anni la copertura dipenderà dagli esiti del confronto in atto tra Regioni e Governo sui tagli alle finanze regionali. Se verranno confermate le proposte del ministro Tremonti sono a rischio non solo questi indennizzi, ma la gran parte degli aiuti per le aziende agricole della regione”.
Gli aiuti regionali saranno distinti in relazione alle specie vegetali interessati e al tipo di patologia, e verranno attivati nell’ambito di specifici programmi pubblici in seguito alle indicazioni del competente Servizio fitosanitario.

CONFAGRICOLTURA DICHIARA LA MOBILITAZIONE NAZIONALE. IL 22 LUGLIO 300 SOCI DI CONFAGRICOLTURA FERRARA A CREMONA

Fonte: Confagricoltura Ferrara

Confagricoltura ha dichiarato la mobilitazione nazionale. La decisione è stata presa dall’Assemblea generale dell’organizzazione degli imprenditori agricoli, che ha fatto il punto sulla situazione in atto ed, in particolare, sulla manovra economica all’esame del Parlamento. La prima grande manifestazione per il Nord Italia per ribadire i temi caldi che dalla manovra non hanno ricevuto nessuna risposta si terrà giovedì 22 luglio a Cremona. La manifestazione vedrà la partecipazione di circa 300 associati a Confagricoltura Ferrara.
“Gli avvenimenti delle ultime ore rendono inevitabili le azioni di forza che ci prepariamo ad intraprendere – ha detto il Presidente dell’Organizzazione agricola ferrarese, Nicola Gherardi -. Sosteniamo le posizioni espresse, anche a Ferrara in occasione della nostra Assemblea Generale dei Soci del 6 luglio, dal Ministro Giancarlo Galan: rispetto delle regole, innovazione, fondi per l’agricoltura. Ci corre l’obbligo di ringraziarlo per come e quanto si è speso in questa vicenda che, oltre ad essere il trionfo dei “furbi”, ha del paradossale, poiché, in una finanziaria in cui non ci sono soldi per niente e nessuno, esce come dal cilindro di un prestigiatore il rinvio di un pagamento (quote latte) che costa parecchi milioni all’erario, che va a beneficio di quei pochissimi che non hanno rispettato le regole a discapito di tutti gli altri”.
“Chiediamo – ha proseguito Nicola Gherardi - che quanto atteso dal sistema agricolo in un momento tanto grave sia accolto con il rispetto dovuto ad un settore strategico per l’economia del Paese: non vogliamo sussidi, ma le stesse forme di incentivo ottenute dalle altre Pmi. I punti chiave sono: fondi per il comparto bieticolo saccarifero, fondo di solidarietà nazionale, fiscalizzazione degli oneri e latte. Ci aspettiamo che quanti nel Governo condividono queste posizioni esprimano il loro appoggio all’impegno del ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, e che l’opposizione sappia con forza sostenere la necessità di urgenti risposte alle richieste degli agricoltori”.
“La tensione tra gli imprenditori agricoli onesti e rispettosi delle leggi è allo spasimo – ha concluso il Presidente di Confagricoltura Ferrara e la mobilitazione lanciata a livello nazionale è aperta a tutti quelli a cui sta a cuore la sopravvivenza e il futuro dell’agricoltura italiana. Noi non abbiamo la tracotanza di asserire che siamo l’agricoltura, ma certamente possiamo dire a buon titolo che non c’è agricoltura senza di noi”.

CONSORZIO DI BONIFICA DELL'EMILIA CENTRALE: “IRRIGAZIONE AL TOP, QUALITA' DELL'ACQUA BUONA"

Fonte: Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale

Le portate giornaliere di Enza e Secchia registrate quest’anno sono state superiori alla media, grazie soprattutto all’accumulo del manto nevoso che ha persistito sull’Appennino fino a primavera inoltrata e alle numerose precipitazioni di giugno.

REGGIO EMILIA, MODENA E MANTOVA (20 luglio 2010) – “La qualità delle acque derivate dai torrenti Enza e Secchia e dal fiume Po risulta essere ottima e, quindi pienamente spendibile ed idonea per uso irriguo”. Rassicura il presidente del Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga in destra Po, Ada Giorgi.
“Stiamo raggiungendo l’apice dell’irrigazione, grazie soprattutto alle frequenti e abbondanti nevicate invernali e alle diverse precipitazioni cadute sul territorio di competenza dell’ente consortile”. Precisa Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che, assieme al Consorzio Terre di Gonzaga, gestisce uno dei più grandi impianti di sollevamento irriguo a Boretto sul fiume Po. In questo modo è garantito il meglio della produzione agricola del made in Italy nel cuore del comprensorio padano, in un triangolo che spazia tra Reggio, Modena e Mantova.
Attualmente, il volume complessivo è pari a circa 85 milioni di metri cubi d’acqua, di cui 60% da Po (Boretto) e 40% da fonti appenniniche. Le portate giornaliere di Enza e Secchia registrate quest'anno sono state superiori alla media, grazie soprattutto all'accumulo del manto nevoso che ha persistito sull'Appennino fino a primavera inoltrata e alle numerose precipitazioni del mese di giugno. Tuttavia, ultimamente si è registrato un consistente calo tipico del regime idrologico di Enza e Secchia dei periodi estivi.
“Per quanto attiene al Po, abbiamo fatto fronte ai problemi di insabbiamento determinati dalle piene invernali e di maggio. Ancora oggi stiamo lavorando alacremente per mantenere la derivazione attiva in quanto l'ultima piena di fine giugno ha nuovamente insabbiato la derivazione, vanificando una parte del lavoro appena svolto”. Rilevano Vito Fiordaligi e Laerte Manfredini, direttori degli enti consortili che aggiungono: “Anche quest’anno abbiamo dovuto far fronte inoltre ai problemi connessi con le numerose perforazioni e sifonamenti verificatesi nelle arginature dei canali consortili sparsi su tutto il territorio”.
Intanto è già stato predisposto un progetto sul Piano irriguo nazionale per ovviare al fenomeno dell’insabbiamento, causato dalla sedimentazione del materiale trasportato dall’acqua durante le numerose piene che hanno caratterizzato il periodo invernale.
Quale è la qualità delle acque irrigue? Le analisi di qualità dell'acqua effettuate sia alle fonti di prelievo su Po a Boretto, sull’Enza a Cerrezola e sul Secchia a Castellarano, oltre che sulla rete di distribuzione irrigua consortile all'interno del comprensorio, attestano che le acque distribuite sono idonee all'uso irriguo. Si registra una sola eccezione nell'area di Cella, a Reggio Emilia servita con le acque provenienti dal depuratore di Roncocesi. Su questa si sono riscontrati inizialmente problemi, subito risolti mediante utilizzo di pozzi irrigui la cui disponibilità è stata resa al consorzio grazie alla collaborazione fornita da parte di aziende agricole private.
“Nonostante tutto, fino ad oggi abbiamo soddisfatto tutte le numerose richieste irrigue pervenute, che ammontano ad un totale di ben 8.900, solo nel contesto del Consorzio dell’Emilia Centarle”. Precisa il direttore del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale Vito Fiordaligi.

BRUNI (COGECA) ILLUSTRA A BRUXELLES LE PRIORITA' DELLA COOPERAZIONE AGRICOLA EUROPEA PER LA PAC DOPO IL 2013

Fonte: Segreteria Presidenza Paolo Bruni

Intervenendo questa mattina alla conferenza internazionale sul futuro della Politica Agricola Comune in corso a Bruxelles, il presidente della Cogeca Paolo Bruni ha sottolineato che l’imminente riforma della PAC dovrà essere sfruttata per affrontare innanzitutto il problema dell’iniqua e oramai insostenibile situazione degli agricoltori europei, chiamati a rispondere alle aspettative dei 500 milioni di consumatori europei ma penalizzati da prezzi e redditi in costante flessione da alcuni anni.

Bruni ha in seguito indicato le proposte della cooperazione agroalimentare europea: introdurre nuovi ed aggiornati strumenti per ottenere un migliore funzionamento dei mercati, rafforzare la posizione dei produttori e delle cooperative nella filiera alimentare per correggere lo squilibrio attuale in favore della grande distribuzione, sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico per migliorare la competitività delle imprese agricole europee, rilanciare la politica comunitaria di promozione dei prodotti agricoli sui mercati internazionali.

“In tutte queste linee di azione – ha precisato Bruni - le cooperative e le organizzazioni di produttori possono svolgere un ruolo decisivo: dobbiamo pertanto rafforzare quelle esistenti e svilupparne di nuove”

“Tutte queste misure – ha precisato Bruni - debbono concorrere a rendere il settore agricolo europeo dinamico e competitivo, in grado di garantire una prospettiva stabile e di lunga durata, tanto per i produttori che per i cittadini europei.
“Senza una PAC robusta e moderna – ha concluso Bruni – i 28 milioni di posti di lavoro che il settore agroalimentare impiega nelle aree rurali saranno fortemente a rischio e saranno vanificati i grandi investimenti effettuati in questi anni dagli agricoltori e dalle loro cooperative”.

venerdì 16 luglio 2010

QUOTE LATTE: INIZIA MARTEDI DA PIAZZA MONTECITORIO LA MOBILITAZIONE COLDIRETTI

Fonte: Coldiretti Ferrara

Coldiretti: intanto ridateci i soldi! Intollerabile presa in giro per i produttori onesti che hanno pagato per produrre nella legalità.

Il Consiglio Nazionale della Coldiretti ha deciso l’avvio della mobilitazione della piu’ grande organizzazione agricola italiana a partire da martedì 20 luglio alle ore 10,00 in piazza Montecitorio a Roma con migliaia di allevatori dalle diverse Regioni insieme al presidente Sergio Marini, durante la discussione della manovra alla Camera dei deputati. “Noi rispettiamo sempre la legge ma la legge rispetta noi - ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - nell’annunciare la mobilitazione. Se gli accertamenti in corso sono cosi’ “importanti” da determinare nella manovra la sospensione delle rate delle multe sulle quote latte, allora lo Stato rifaccia per l’ennesima volta i suoi conti ma visto che venti anni non gli sono ancora bastati, intanto restituisca i soldi a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie calcolate su dati che lo stesso Stato oggi con tanto di legge ritiene non ancora certi”.
Se - conclude Marini - sono ancora da rifare i conti “chi sbaglia paga” deve valere per i produttori ma anche per lo Stato. In queste ore la tensione tra gli allevatori che nel corso degli anni hanno pagato le eventuali produzioni eccedenti o che si sono anche indebitati per acquisire altre quote per poter produrre rispettando le norme di legge, è palpabile e non è tollerabile quello cui si sta assistendo, costruito in spregio sia alle norme ed agli impegni europei, sia al rispetto del lavoro e degli impegni di decine di migliaia di allevatori onesti.“Per questo – aggiunge il presidente di Coldiretti Ferrara, Mauro Tonello – non resteremo alla finestra a guardare ma già da martedì la nostra mobilitazione, con migliaia di allevatori, proprio in quelle piazze antistanti i “palazzi della politica” renderà ben visibile e tangibile il malcontento dei nostri produttori. Siamo sconcertati che in una situazione così pesante per tutti i settori economici, senza eccezioni per il settore del latte, si torni a parlare di vecchie vicende, si cerchino soluzioni che già sappiamo non reggere al vaglio europeo e che non fanno altro che riaprire ferite molto dolorose, mentre rimangono inevasi i motivi e le possibili soluzioni alle vertenze per un prezzo più remunerativo, per una etichettatura completa su tutti i prodotti lattiero caseari, su un sistema di qualità che risponda alle richieste dei consumatori e che tuteli il prodotto italiano”.

I bieticoltori del sud mobilitati per il rispetto degli impegni sui fondi per il settore.

FONTE: ANB

In occasione della riunione delle Associazioni Bieticole presso lo Zuccherificio di Termoli sul futuro delle bietole al sud, il neo Direttore Generale di ANB, Michele Distefano, ribadisce lo stato di mobilitazione dei bieticoltori italiani, aderendo alle iniziative promosse da Confagricoltura.

"E' difficile parlare delle prospettive future del settore - sostiene il Direttore di ANB - se prima non si forniscono le certezze previste nel passato. Attendiamo la copertura per i fondi previsti per il 2009 e il 2010."

Per questi motivi i bieticoltori meridionali saranno a Napoli il 26 luglio p.v. a manifestare al fianco di tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell'agricoltura italiana, a sostegno dell'impegno del Ministro Galan.

Bologna, 16 luglio 2010

giovedì 15 luglio 2010

I BIETICOLTORI ITALIANI CHIEDONO IL RISPETTO DEGLI IMPEGNI. ANB ADERISCE ALLA MOBILITAZIONE LANCIATA DA CONFAGRICOLTURA

Fonte: Anb (Associazione Nazionale Bieticoltori)

"La mancata previsione nella manovra economica delle risorse già previste per il settore bieticolo-saccarifero è inaccettabile - dichiara Mario Guidi, Presidente dell'Associazione Nazionale Bieticoltori, la più rappresentativa del settore – perché è da troppo tempo che attendiamo il rispetto degli accordi per gli anni 2009 e 2010. E' molto grave che in un periodo di crisi, di incertezza sulle scelte produttive per la prossima campagna - prosegue Guidi - non esistano certezze per il passato già definito. Accettiamo l'invito di Confagricoltura alla mobilitazione, aperta a tutti quelli che, come noi, hanno a cuore la sopravvivenza e il futuro dell'agricoltura italiana.
I bieticoltori di ANB parteciperanno alla manifestazione di Cremona la sera del 22 luglio e a quella di Napoli il 26, ed esprimono il loro sostegno all'impegno del Ministro Galan che aveva già iniziato a reperire le prime risorse destinate al settore.
I bieticoltori auspicano - conclude Guidi - che tutti gli attori della filiera bieticola-saccarifera siano solidali con le nostre iniziative."

mercoledì 14 luglio 2010

ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE NAZIONALE BONIFICHE IRRIGAZIONI (A.N.B.I.) 4

Fonte: Anbi

GLI INTERVENTI DEGLI ASSESSORI REGIONALI. «Quelli del sud Italia non sono consorzi ‘canaglia’, il ministro Galan fa demagogia»,la replica dell’assessore regionale della Sardegna, Andrea Prato.

Dopo l’intervento del Ministro Galan, all’Assemblea Nazionale A.N.B.I. è arrivato il momento degli assessori regionali all’agricoltura. Che non hanno certo risparmiato le critiche di fronte all’uscita del Ministro, molto critico nei confronti dei Consorzi di bonifica del sud Italia. «Il ministro – ha detto l’assessore Andrea Prato, della giunta di centrodestra che governa la Sardegna – dice che le regioni del sud non sono in grado di investire i soldi delle bonifiche e che ce li porterà via. Dice che i consorzi del sul sono consorzi ‘canaglia’. Io non posso accettare questa demagogia. Dice anche che eliminerà tutta la burocrazia non indispensabile. A noi non bastano le parole, noi vogliamo nei fatti la semplificazione per l’agricoltura italiana che non è di destra né e di sinistra. Abbiamo chiesto al Ministro di giocare con attenzione la partita dell’incentivo 2011 per le energie rinnovabili. Se non utilizziamo le stesse armi della concorrenza siamo destinati a soccombere. Solo per fare un esempio, il sistema serricolo fotovoltaico ha perso il 25% in un anno. Non ci sono adeguati incentivi. Se ne è parlato alla conferenza Stato –Regioni. E il ministro dov’era? Non c’è andato». Risposta a Galan, è arrivata anche da Dario Stefano, assessore della Regione Puglia: «Questa litania delle regioni del sud che sono incapaci di spendere è sterile. Se io fossi ministro mi metterei a disposizione di chi non spende, è un disegno per voler isolare una parte del Paese. Noi non ci stiamo. Per quanto riguarda il riassetto dei Consorzi occorre rendere omogeneo ed efficiente il sistema, perché ci sono delle belle esperienze in cui il sistema è stato in grado di governare il processo irriguo e altre di caos completo. Personalmente a distanza di un anno non sono in grado di portare al governo regionale una fotografia di quella che è la situazione debitoria consortile degli ultimi dieci anni. Per questo abbiamo proceduto ai commissariamenti: perché quegli enti in questi anni non erano in grado di difendersi. E non volendoli abolire abbiamo puntato a una riforma che passa attraverso un disegno di legge all’attenzione del governo regionale». «Il problema non è dibattere sull’utilità dei Consorzi – ha detto Marco Mattei, assessore della regione Lazio – che è manifesta, nella polemica deve emergere un ragionamento. Se si è convinti come amministratori dell’azione di sussidiarietà che svolgono i Consorzi nel confronto del pubblico occorre assorbire questo momento grave e risolverlo». Sulla stessa linea Tiberio Rabboni, rappresentante della Regione Emilia Romagna. Tiberio Rabboni, assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna: «Nella nostra regione la parola Consorzio di bonifica significa ‘valore’. Prima di tutto sul tema della sicurezza territoriale, con centri urbani e attività serviti da canali di scolo, con valore per il sistema economico con un incremento della Plv, per ettaro, di 900 euro medi, con punte sino a 3000 euro. E, non ultimo, un valore di carattere generale per l’ambiente: i Consorzi innovano, risparmiano risorse, a fronte del cambiamento climatico. Hanno progetti di uso plurimo delle acque e lottano contro il fenomeno della subsidenza. Il protocollo d’intesa per il riordino sottoscritto nel settembre del 2008 nella Conferenza Stato-Regioni, ci ha consentito di rilanciare e riordinare il sistema del mondo di bonifica, dimezzando il numero dei Consorzi presenti, da 13 a 8 in maniera attinente e puntuale ai bacini idrografici del territorio, riformando il sistema elettorale. Tenendo conto del fatto che oggi il 48% delle entrate consorziali deriva da aree urbane. Inoltre, abbiamo definito le nuove modalità per gli statuti. I Consorzi di bonifica sono partner fondamentali delle politiche strategiche della nostra Regione. Purtroppo le previsioni sulla prospettiva finanziaria e sul tema delle risorse non ci aiutano: anche a livello di bonifica, perderemo così la possibilità di lotta alla subsidenza o dello studio di tecniche di contenimento della spesa, oltre al finanziamento di numerosi progetti».

ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE NAZIONALE BONIFICHE IRRIGAZIONI (A.N.B.I.) 3

Fonte: Anbi

GIANCARLO GALAN (Ministro Politiche Agricole Alimentari e Forestali): “Riportare bonifica e agricoltura al centro dell’agenda politica italiana”.

«Riportare l’agricoltura e la bonifica al centro dell’agenda politica italiana». E’ il primo obiettivo del Ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan, intervenuto questa mattina alla Assemblea Nazionale dell’A.N.B.I. (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni). L’agricoltura, come volano per la valorizzazione del territorio e la difesa del suolo da attuarsi attraverso i Consorzi di bonifica. «Non possiamo dimenticare quante risorse idriche vadano sprecate – ha detto Galan – che l’acqua è un patrimonio per tutti noi. Io vengo da una regione, il Veneto, dove da 15 anni non c’è un disastro ambientale, una situazione alluvionale tale da essere chiamata con questo norme. E certo è stato un merito dei Consorzi di bonifica. Un merito che spiega perché i Consorzi di bonifica devono continuare a esistere».
Certo non mancano i problemi: «Noi chiediamo da sempre all’agricoltura – ha aggiunto Galan – di assumere un ruolo fondamentale: tutelare l’ambiente e il territorio e avere una parte attiva nella difesa idrogeologica. Il problema è che stiamo assistendo a un abbandono progressivo dei campi. Ogni anno 100mila ettari di superficie agricola vengono abbandonati. A tutti noi appare evidente che difendendo l’agricoltura siamo in grado anche di difendere la bonifica».
Poi le proposte operative. Sul versante del piano irriguo nazionale il ministro ha attivato le procedure per i finanziamenti necessari. In attesa di approvazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica c’è di piano di interventi per 420 milioni di euro relativo alle infrastrutture irrigue del nord; per il sud invece la conferenza Stato-Regioni ha dato il via a un finanziamento di 180 milioni di euro.
«Devo però evidenziare un aspetto cruciale – ha concluso Giancarlo Galan – nel caso dei Consorzi del sud è indispensabile intervenire col massimo della decisione per eliminare una serie di inefficienze che incidono sulla realizzazione delle opere . Alcuni dati: dal 2007 a oggi nel nord sono stati spesi il 58% dei fondi concessi, per il sud appena il10%. Sono cifre rivelatrici di un divario netto tra un’Italia e l’altra. Sappiamo che oltre a questa questione, dovremo affrontare le conseguenze della crisi economica che porterà inevitabilmente a risorse limitate. La mia proposta è la seguente: chi non completerà entro 18 mesi le procedure di aggiudicazione vedrà revocato il finanziamento e i fondi saranno riassegnati. E su questo proveremo a essere inflessibili. Certamente daremo ai Consorzi una maggiore attenzione rispetto a quella che vi è stata assegnata fino a oggi. Un impegno, il nostro che deve essere condiviso anche da parte dell’Anbi. E chiediamo un aiuto all’Unione europea, perché noi all’agricoltura chiediamo molto di più di quello che è la sua semplice vocazione. Chiediamo difesa del paesaggio, tutela idrogeologica, un contributo sostanziale al turismo e al buon nome dell’Italia».

ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE NAZIONALE BONIFICHE IRRIGAZIONI (A.N.B.I.) 2

Fonte: Anbi

GIANNI ALEMANNO (Presidente Consiglio A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani): “UNA NUOVA ‘RICETTA’ PER LA SICUREZZA DI CITTÀ E TERRITORI: E COSTA MENO”

“I Comuni lavoreranno d’intesa con i Consorzi di Bonifica”. Siglato il Protocollo d’I intesa tra A.N.B.I. e A.N.C.I.. Il caso di Roma: “Aree sub urbane più vivibili se si fosse governato il territorio”


“Con i Comuni italiani si apre una pagina nuova per la manutenzione del territorio” ad affermarlo è Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I. (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni) nell’annunciare la firma del protocollo d’intesa a servizio della sicurezza idrogeologica, sottoscritto assieme a Gianni Alemanno, Presidente del Consiglio A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e sindaco di Roma.
“Firmiamo oggi un documento indispensabile per un’alleanza tra Comuni e Consorzi di bonifica – ha detto Alemanno - , per valorizzare sia il territorio urbano che extraurbano. Oggi il federalismo ha senso se realizza la sussidiarietà – come già fanno i Consorzi di bonifica -, spostando i centri decisionali vicino alla società, in modo tale che non vi sia il monopolio del pubblico o dello Stato, ma un equilibrio effettivo tra le parti”. I vantaggi? “Tutto questo costa meno – ha detto il presidente A.N.C.I. -. Sulla difesa del territorio possiamo solo schierare il sistema consortile e il lavoro costante degli agricoltori. Non solo, la strada dell’intervenire dopo le emergenze deve essere rovesciata. Ogni anno abbiamo un lungo elenco di disastri e drammi e morti: il protocollo che sigliamo oggi serve a migliorare la collaborazione tra Comuni e Consorzi di bonifica, ma anche per rivolgersi al Ministero dell’Ambiente e spiegare come tutto questo avviene con i costi più contenuti”. Quali i vantaggi di questo protocollo per le città?
“Sappiamo – ha aggiunto Alemanno - che ogni volta che un territorio è abbandonato, a favore di periferie sterminate, viene a morire un pezzo di economia. E crescono indiscriminatamente aree suburbane. La vivibilità di Roma, ad esempio, oggi sarebbe più sostenibile se questo meccanismo fosse invertito: l’Italia se non è valorizzazione diffusa del territorio non è nulla. Oggi sigliamo una vera grande alleanza. Il nostro ruolo di sindaci ha senso se i Comuni si aprono alla sussidiarietà orizzontali. I nostri Consorzi siano strumento per difendere i territori e sempre più di equilibrio tra aree urbane ed extraurbane”.
Massimo Gargano, Presidente A..N.B.I., ha dato lettura ai presidenti intervenuti da ogni regione d’Italia, della convenzione che, da subito, prevede la nascita di un gruppo di lavoro congiunto. Saranno definiti programmi di formazione rivolti al personale comunale e divulgate in Italia le pratiche virtuose nei diversi Comuni. Quindi si realizzeranno attività di pianificazione in merito all’incidenza dei piani territoriali sul sistema idraulico scolante, onde prevenire danni agli insediamenti civili, ma anche intese in merito ai servizi attinenti ai rifiuti, al catasto e al sistema fognario, con particolare riguardo all’incidenza di fognature e impianti di depurazione dei comuni sui canali di bonifica. Quindi intese in merito alla regolazione delle acque, alla difesa e alla conservazione del suolo, per la mitigazione del rischio idraulico, la manutenzione delle zone a verde e azioni di ripristino ambientale e, non ultima, la valorizzazione di beni culturali e in ogni alto settore che presenti comune interesse.

ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE NAZIONALE BONIFICHE IRRIGAZIONI (A.N.B.I.)

Fonte: Anbi

MASSIMO GARGANO (Presidente A.N.B.I.): “ANCHE IN TEMPO DI CRISI I CONSORZI DI BONIFICA SI CONFERMANO ESEMPIO PER IL PAESE E LANCIANO UN PROGRAMMA DA CONDIVIDERE CON CHI AMA CONCRETAMENTE IL TERRITORIO. IL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA C’E’,QUELLO ALL’AMBIENTE E’ UN CONVITATO DI PIETRA”

“Chiediamo al Ministro, Giancarlo Galan, di condividere la nostra battaglia per il Paese. Innanzi a noi ci sono quattro sfide, che rappresentano il progetto, per il quale mettiamo in gioco la nostra credibilità operativa: Piano Irriguo Nazionale, Piano per la riduzione del Rischio Idrogeologico, adeguamento e potenziamento delle infrastrutture idrauliche di fronte alle mutate condizioni del territorio ed ai cambiamenti climatici; autosufficienza energetica da fonti rinnovabili (soprattutto idroelettrico e fotovoltaico) per il mondo dei Consorzi di bonifica e di irrigazione.”
Si è rivolto così, Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, all’esponente di Governo, presente all’annuale Assemblea A.N.B.I., davanti a numerosi esponenti politici di entrambi gli schieramenti oltre che a rappresentanti del mondo agricolo, sociale ed accademico; presenti in sala, le delegazioni dei 137 Consorzi, rimasti l’unico presidio permanente territoriale, operante sull’intera Penisola.
“Lo stesso invito – ha insistito Gargano – lo lanciamo al Ministro dell’Ambiente che finora, su questi temi, è un convitato di pietra, assente anche in questa occasione. Noi, comunque, andiamo avanti per la nostra strada, forti dell’accordo Stato-Regioni (un patrimonio vero per il Paese) ed accompagnandoci con quanti mettono il territorio al centro del proprio operare: Organizzazioni Professionali Agricole, Unione Province Italiane (U.P.I.), Associazione Nazionale Comuni Italiani (A.N.C.I.), Sindacati, associazioni ambientaliste. In un momento di crisi economica – ha sottolineato il Presidente A.N.B.I. - siamo i primi, per ora unici, ad aver applicato concretamente la ricerca della massima efficienza operativa: i Consorzi di bonifica italiani, comunque modello operativo riconosciuto a livello mondiale, sono diminuiti da 175 a 137, pur mantenendo le stesse responsabilità verso il territorio; pur essendo organi di autogoverno, non afferenti quindi alla pubblica amministrazione, hanno drasticamente ridotto i costi di gestione degli organi amministrativi. Chi può dire altrettanto? Chi può affermare di avere una gestione economica altrettanto efficiente?
Un altro esempio – ha aggiunto - viene dall’irrigazione: se nel 1985, l’agricoltura utilizzava 28 dei 45 miliardi di metri cubi d’acqua a disposizione del Paese, oggi tale quantità è scesa a 21 miliardi. Questo, grazie alla ricerca ed all’applicazione di tecniche innovative a minor consumo idrico. Ciò nonostante, i finanziamenti per il Piano Irriguo Nazionale vengono praticamente dimezzati; eppure è dalla disponibilità d’acqua, che dipende l’85% del made in Italy agroalimentare, vale a dire produzioni per circa 40 miliardi di euro! Ancora una volta, però, i Consorzi di bonifica rilanciano operativamente: ecco il progetto Irriframe, capace di indicare a ciascun agricoltore, combinando una serie di fattori, quando, cosa e quanto irrigare.
Nonostante il susseguirsi di catastrofi, nel nostro Paese – ha denunciato, ancora una volta, il Presidente A.N.B.I. - si continua a trascurare la difesa idrogeologica; al massimo se ne parla, lambiccandosi in stucchevoli querelle sul futuro dei cambiamenti climatici, le cui conseguenze, nel frattempo, si abbattono sulla popolazione. Lo stesso accade per la manutenzione della rete idraulica, fatta di piccoli e grandi corsi d’acqua, oggetto ancora di scempi ambientali. E’ l’Italia distratta sul proprio patrimonio naturale, così come sulle grandi trasformazioni in atto nel mondo, dove i Paesi ricchi stanno comperando la terra dei Paesi più poveri: una sorta di neocolonialismo, contro il quale dovrebbe schierarsi decisamente l’Italia che ha, nel territorio e nella sua identità, un elemento irripetibile di sviluppo.
In questo – ha precisato - ci sta anche la nostra battaglia per il Mezzogiorno, la cui situazione economica sempre più grave non può trovare riscatto senza il determinante apporto delle sue forze produttive; c’è bisogno di un rinnovato senso di responsabilità e, per quanto ci riguarda, non può avvenire attraverso il commissariamento dei Consorzi di bonifica (ci sono esempi pluriennali), bensì attraverso il ritorno alla democratica elezione dei loro organi amministrativi.
Quattro obbiettivi per un solo progetto - ha concluso Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I. - questa è la sfida, che lanciamo a quanti, come noi, privilegiano la cultura del fare al controproducente politichese dei salotti. La nostra operosa storia è lì a dimostrarlo.”

Un po' di dati

martedì 13 luglio 2010

OGM - PER RABBONI LA DECISIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA E' "UNA BUONA NOTIZIA"

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Ora a livello nazionale una decisione per dire no agli organismi geneticamente modificati.

Per l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni la decisione della Commissione europea di garantire agli Stati membri la decisione di consentire o vietare la coltivazione di piante geneticamente modificate rappresenta “una buona notizia, una novità particolarmente significativa, che va accolta con soddisfazione” .
“Dopo una lunga mobilitazione – ha dichiarato – che, nel corso degli anni, ha coinvolto un numero crescente di cittadini, di organizzazioni agricole, di consumatori e di Istituzioni, anche la Commissione Europea sancisce, di fatto, la possibilità di ciascun Paese di decidere sul futuro della propria agricoltura. In attesa di conoscere i contenuti definitivi della proposta comunitaria e in attesa della definitiva approvazione da parte del Parlamento europeo è comunque necessario mettersi immediatamente al lavoro per assumere, a livello nazionale, una decisione, che auspico sia contraria alla coltivazione degli Ogm, in grado di mettere un punto definitivo a questa vicenda che si trascina ormai da troppo tempo”.
“Nel frattempo – ha concluso Rabboni – vanno ripensate anche le “linee guida” nazionali sulla coesistenza tra colture geneticamente modificate e colture convenzionali e biologiche che dovrebbero essere, a breve, portate all’esame della Conferenza Stato - Regioni. L’evoluzione del quadro di riferimento impone una doverosa riflessione per evitare scelte inutili o inefficaci alla luce delle ultime decisioni comunitarie”.

lunedì 12 luglio 2010

Nicola Gherardi riconfermato Presidente di Confagricoltura


Leggi l'articolo >>

DANNI ALLE AZIENDE AGRICOLE, RABBONI RISPONDE A CORRADI: "NESSUN RITARDO DA PARTE DELLA REGIONE"

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Nessun ritardo della Regione Emilia-Romagna nell’inviare la documentazione che permetterebbe agli agricoltori parmensi colpiti dal maltempo del 15 e del 16 giugno scorso di chiedere indennizzi allo Stato. Una legge emanata dal precedente Governo Berlusconi stabilisce infatti in 60 giorni il termine entro cui espletare tali adempimenti e la Provincia di Parma, su delega della Regione, ha praticamente già concluso l’istruttoria. In un tempo dunque dimezzato rispetto a quello previsto.
Così l’assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni risponde al consigliere regionale Roberto Corradi che ha rivolto un’interrogazione alla Giunta per conoscere lo stato delle procedure per il riconoscimento dello stato di emergenza ai territori parmensi compiti dai nubifragi delle scorse settimane.
Ma per Rabboni la vera questione è un’altra ed è rappresentata dalla assoluta inadeguatezza delle risorse stanziate per questo tipo di interventi dal Governo. “Come ho già precisato al consigliere regionale Villani, bisogna sapere che la legge dello Stato limita gli interventi di sostegno compensativo alle sole colture non assicurabili che, come è noto, per decisione ministeriale, ormai non esistono più. Attualmente dunque gli unici danni risarcibili dallo Stato sono quelli alle strutture, che però possono essere attivati solo in caso di alluvione e quando il danno risulta superiore al 30% della produzione lorda vendibile dell’area interessata. A questo condizioni il Governo ha di recente deliberato un finanziamento che copre meno del 4% dei danni accertati lo scorso anno. Insomma, briciole.”
“La sterile polemica non serve ad aiutare le aziende agricole danneggiate – sottolinea Rabboni – meglio sarebbe che Corradi, Villani e gli altri esponenti del centrodestra emiliano-romagnolo sostenessero la proposta che abbiamo avanzato alle altre Regioni e al Governo: un provvedimento straordinario in deroga alla norma nazionale che, per il solo 2010, in ragione della crisi che ha colpito pesantemente anche il settore agricolo, consenta l’attivazione delle agevolazioni previste dalla legge a favore delle colture danneggiate dal maltempo, con la sola esclusione dei danni effettivamente assicurati, anziché di quelli assicurabili.”

COLDIRETTI, SULLE QUOTE LATTE NON SCHERZIAMO CON IL FUOCO

Fonte: Coldiretti Ferrara

Invece di chiudere definitivamente, nella legalità e nella trasparenza una vicenda amara e annosa, che tanto danno ha causato a tutta l’agricoltura italiana, si cerca di fare gli interessi di pochi a danno di tutti gli allevatori onesti, del mondo agricolo e dei cittadini italiani.

“Non scherziamo con il fuoco perché c’è un limite alla presa in giro degli agricoltori oltre il quale nessuno potrà contenerne le conseguenze”.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che l’emendamento presentato alla manovra finanziaria sulla proroga del pagamento delle quote latte non ha nulla a che fare con la crisi agricola perché se così fosse dovrebbe riguardare tutti i settori e tutte le scadenze, dalle cambiali agrarie ai contributi previdenziali, dalle imposte dirette alle indirette.
La questione vera, che non si vuole raccontare, è che – sottolinea Coldiretti - si cerca di trovare un ulteriore escamotage per allungare i termini di pagamento a chi non ha mai pagato le multe del latte, magari per agganciarsi a quell’improbabile filo di speranza secondo il quale l’Italia non avrebbe mai sforato la propria quota produttiva e pertanto nulla sarebbe da pagare.
Ci sarebbe molto da raccontare di questa lotta intestina Stato contro Stato, ma noi a questo punto - ha precisato Marini - ci siamo proprio stancati. Noi come sempre rispetteremo le leggi vigenti, ma si sappia fin da ora che altrettanto dovrà fare lo Stato. Se dovessero cambiare le carte in tavola - ha continuato Marini - non tarderemo un giorno ad utilizzare tutti gli strumenti di cui disponiamo per far restituire i soldi a tutti quegli allevatori che in questi anni hanno pagato multe non dovute e acquistato quote non necessarie.
Non ci si azzardi a pensare di scaricare su chi ha semplicemente rispettato le leggi la sciatteria di uno Stato sulla cui credibilità in questo caso dovremmo seriamente interrogarci.
Proprio ora che i Tribunali hanno iniziato a fare chiarezza, respingendo ricorsi da parte di chi ha volutamente e scientemente “sforato” le quote assegnate, danneggiando i produttori che invece le hanno rispettate, immettendo sul mercato latte a prezzo inferiore e quindi provocando una riduzione dei redditi agli allevatori onesti, si cerca una ulteriore proroga che andrebbe a vantaggio di poche decine di produttori ed a danno di migliaia di altri produttori.
Non possiamo accettare una manovra del genere – ribadisce Coldiretti – ed anche nella nostra provincia, dove purtroppo le aziende zootecniche sono estremamente ridotte, faremo tutto quanto necessario per scongiurare le conseguenze di un tale provvedimento.
Sicuramente la U.E. di fronte ad una norma così formulata aprirà una procedura di infrazione e metterà a rischio risorse per l’intero settore agricolo, pagate da tutti i cittadini. Una situazione talmente evidente che appare quasi una provocazione e che rischia di gettare benzina sul fuoco in un settore già in profonda crisi e che avrebbe necessità di azioni di sostegno sul fronte delle trattative con gli industriali per un prezzo che tenga conto degli effettivi costi di produzione a fronte di una qualità e salubrità che le produzioni provenienti dall’estero, come hanno potuto riscontrare ancora una volta i controlli posti in atto da Coldiretti al valico del Brennero nei giorni scorsi.

IL COPA-COGECA SALUTA CON FAVORE LE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA BELGA

Fonte: Segreteria Presidenza Paolo Bruni

Il Presidente Paolo Bruni incontra Sabine Laruelle

Nel contesto della diminuzione dei redditi agricoli nell'UE, il Copa-Cogeca ha accolto favorevolmente oggi l'intenzione della Presidenza belga di proseguire le discussioni relative al futuro della PAC e ha chiesto ai responsabili politici europei di assicurare il mantenimento di una PAC forte, dotata di un bilancio comunitario sufficiente. I prossimi mesi rappresenteranno un periodo cruciale per gli agricoltori europei e le loro cooperative.
Questa dichiarazione s'iscrive nel quadro di una prima riunione con Sabine Laruelle, ministro belga dell'Agricoltura, che presiede attualmente il Consiglio Agricoltura dell'Unione europea. Paolo Bruni, Presidente della Cogeca, ha dichiarato: "È un periodo decisivo per il futuro della politica agricola comune (PAC), segnatamente tenuto conto della comunicazione della Commissione europea attesa per il mese di novembre. L'agricoltura e il settore agroalimentare costituiscono un'enorme fonte di occupazione, poiché forniscono un lavoro a circa 28 milioni di persone. Il mantenimento di un'agricoltura e di un settore agroalimentari prosperi riveste pertanto un'importanza essenziale nell'attuale recessione economica. Chiediamo alla Presidenza belga di garantire in futuro una PAC forte che mantenga i pagamenti diretti destinati agli agricoltori, migliori la loro posizione competitiva e offra servizi e prodotti alimentari ai 500 milioni di consumatori".
Pekka Pesonen, Segretario generale del Copa-Cogeca, ha sottolineato: "Invito anche la Presidenza a instaurare una stretta collaborazione con la Commissione e a fare progressi nelle proposte relative al futuro del settore lattiero-caseario dell'UE, fondate sulle raccomandazioni formulate dal gruppo di alto livello sul latte. Il Copa-Cogeca chiede anche alla Presidenza di porre termine alle trattative per la liberalizzazione degli scambi con il Mercosur (blocco commerciale dei paesi latinoamericani), avvertendo che un accordo avrebbe conseguenze devastanti sul settore agricolo europeo".
Paolo Bruni ha ricordato inoltre: "Nelle nostre proposte intese a promuovere la posizione degli agricoltori nella catena alimentare, sottolineiamo che i ricavi degli agricoltori ottenuti dal mercato si stanno riducendo. Questa situazione è imputabile al fatto che gli agricoltori e le loro cooperative si trovano a dover affrontare l'enorme potere di acquisto di alcuni trasformatori e supermercati. Esorto perciò la Presidenza a trattare i problemi che intralciano il buon funzionamento della catena alimentare e la invito a promuovere pratiche contrattuali più eque. Spero altresì che le proposte della Commissione attese più tardi nel corso dell'anno apporteranno gli adeguamenti necessari alle regole europee della concorrenza onde permettere alle cooperative e alle organizzazioni di produttori di svilupparsi, offrendo loro una posizione più forte e più equa nella catena alimentare".

venerdì 9 luglio 2010

PROVINCIA DI FERRARA: AVVIATE LE ATTIVITA' DI ANIMAZIONE E INFORMAZIONE PREVISTE DALLA MISURA 341 DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007 - 2013

Fonte: Provincia di Ferrara

Il settore Agricoltura e Sviluppo economico della Provincia di Ferrara, nell’ambito degli interventi previsti dalla misura 341 del programma di Sviluppo Rurale (P.S.R.) 2007-2013 informa che, in data 15 giugno 2010, è stato aperto ufficialmente lo Sportello informativo denominato “InfoAsse3”.
In occasione del lancio del servizio, la Provincia di Ferrara e l’assessorato provinciale all’Agricoltura organizza un incontro pubblico di presentazione del servizio “L’asse 3 della Provincia di Ferrara. Il nuovo sportello informativo. Misura 341 Acquisizione delle competenze e animazione”, che si terrà il 14 luglio 2010 alle 10 nella sede dell’Assessorato in Via Bologna n. 534.
Il programma può essere scaricato sul sito della provincia: www.provincia.fe.it.
Info: 0532 299776 (Martedì c/o Provincia di Ferrara) - 0533 57693-4 (Giovedì c/o GAL Delta 2000)- 0532 94461 (c/o Cesvip Emilia-Romagna).
Lo sportello informativo è attivo dal 15 giugno per le annualità 2010 e 2011 e garantirà informazione e supporto agli operatori, pubblici e privati, beneficiari delle misure e dei bandi previsti dall’asse 3 del PSR/PRIP 2007-2013.
Le misure previste dall’asse 3 sono finalizzate a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e a promuovere la diversificazione dell’economia rurale; tutte le misure sono applicabili su tutto il territorio provinciale.
Le misure attivate ed i bandi collegati riguardano le seguenti tematiche: diversificazione in attività non agricole (311), incentivazione delle attività turistiche (313), servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale (321), sviluppo e rinnovamento dei villaggi (322), tutela e riqualificazione del patrimonio rurale (323), formazione ed informazione degli operatori economici (331).
I bandi provinciali 2011 e le prossime procedure di programmazione negoziata saranno rivolti a operatori privati (imprenditori agricoli, aziende agrituristiche, gestori di fattorie didattiche, consorzi fra privati, associazioni territoriali e organismi di gestione di itinerari turistici, enti di formazione) ed enti pubblici (Comuni, Parco del Delta del Po Emilia-Romagna, Consorzi di Bonifica, HERA, CADF).
L’attività di animazione e informazione prevede, oltre all’attivazione dello sportello, una serie di azioni integrative di supporto: incontri e workshop itineranti, rivolti all’ampio gruppo di attori del territorio provinciale a vario titolo coinvolti nell’attuazione dell’Asse 3, e analisi e selezione di buone prassi in materia di diversificazione dell’economia rurale e di miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali, finalizzate alla realizzazione di scambi di esperienze e visite di studio.
L’iniziativa, finanziata attraverso le risorse messe a disposizione dal PSR 2007/2013, sarà coordinata dal dirigente del settore Agricoltura e Sviluppo economico, Marco Calmistro, e dal responsabile dell’unità Sviluppo locale integrato, Marco Pavanello. I servizi dello sportello “InfoAsse3” saranno gestiti da un gruppo di lavoro costituito da società specializzate nell’erogazione di servizi agli operatori delle aree rurali.

Sede dello Sportello:
settore Agricoltura e Sviluppo economico della Provincia di Ferrara, in via Bologna 534, 3° piano. Il ricevimento al pubblico è garantito il martedì, dalle 8,30 alle 13,30 e dalle 14 alle17 (tel: 0532 299776, e-mail: infoasse3@provincia.fe.it

Sportello decentrato per il territorio del Basso Ferrarese:
presso la sede del GAL (Gruppo di Azione Locale) DELTA 2000, nel Comune di Ostellato, Strada Luigia 8 (località San Giovanni di Ostellato) con i seguenti orari: giovedì dalle 9 alle 13 e dalle ore 14 alle 18 (tel. 0533 57693-4 ; e-mail: infoasse3@provincia.fe.it

EMILIA ROMAGNA TERRITORIO FRAGILE, SEMPRE PIU’ COLPITO DA ALLUVIONI E FRANE.

Fonte: Urber - Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna

L’ANBI RILANCIA UN PIANO PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO: IN EMILIA ROMAGNA PROGETTI CANTIERABILI PER 375 MILIONI.

I danni delle alluvioni del 15-16 giugno scorso nella Bassa parmense ammontano a 19 milioni di euro per interventi urgenti sulle infrastrutture pubbliche, sulle reti idrauliche e viarie. Solo per l’agricoltura si stimano danni per 5 milioni di euro. Per gli eventi meteorologici tra fine 2009 e primi 2010 è stato approvato un piano di interventi di messa in sicurezza del territorio regionale per 29 milioni di euro. L’Emilia Romagna è una delle regioni più esposte a eventi meteorologici violenti, che evidenziano la drammatica situazione di vulnerabilità del territorio regionale.
Secondo il Ministero dell’Ambiente, il 68,6% dei Comuni italiani (in Valle d’Aosta, Umbria, Molise, Calabria e Basilicata è il 100%) ricade in aree classificate ad alto rischio idrogeologico, che interessano il 7,1% della superficie del Paese (oltre 2 milioni di ettari). Ci sono ben 3458 scuole e 89 ospedali minacciati da frane o inondazioni! Ciò nonostante si registra, anche quest’anno nel Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (D.P.E.F.), un’assoluta mancanza di attenzione per i problemi concernenti la manutenzione del territorio. Eppure si calcola che, annualmente, l’Italia spenda, in media, oltre un miliardo di euro per le emergenze.
Prevenire o quantomeno ridurre il rischio idrogeologico sarebbe possibile: infatti il 25% delle località, colpite da frana, è recidiva ed il 40% delle alluvioni si ripetono nei medesimi siti. Lo stesso Governo ha indicato in 44 miliardi di euro (27 per il Centro Nord, 13 per il Sud, 4 per il patrimonio costiero) il fabbisogno necessario per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto sul territorio nazionale. A fronte di ciò l’ANBI ha presentato un Piano pluriennale nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico: gli interventi, elaborati dai consorzi di bonifica ammontano a 4.183 milioni di euro da realizzarsi attraverso mutui quindicennali: è una cifra importante pari, però, solo al 20% di quanto speso, nel decennio 1994-2004, per riparare i danni da catastrofi idrogeologiche.
In Emilia Romagna i progetti elaborati dai Consorzi di adeguamento della rete di bonifica, di consolidamento delle arginature, di potenziamento degli impianti idrovori sono quasi 200 per un totale di oltre 375 milioni di euro.

giovedì 8 luglio 2010

FEDERBIO: “IN ITALIA AUMENTANO LE SUPERFICI COLTIVATE, MA CALA IL NUMERO DEGLI OPERATORI BIOLOGICI"

Fonte: Federbio

"Il nostro Paese rimane il primo produttore biologico d’Europa. E’ necessario pensare anche alla base produttiva nazionale. Chiediamo al Ministro Galan la convocazione del Comitato consultivo nazionale”

Gli operatori italiani del settore dell'agricoltura biologica sono calati nel 2009 rispetto all'anno precedente; le superfici coltivate, in conversione o completamente biologiche, sono aumentate nello stesso periodo di oltre il 10%, e l'Italia rimane il primo produttore biologico d'Europa. Lo confermano i dati 2009 del SINAB, il Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica realizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in collaborazione con le Regioni
“I dati sul calo di imprese biologiche nel 2009, esclusivamente riferito alle aziende agricole, - commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio - confermano quanto la Federazione sta dicendo a Ministri ed Assessori regionali da anni: serve una politica nazionale condivisa per lo sviluppo del settore e sia il Piano d’Azione Nazionale sia i Piani di Sviluppo Rurale regionali necessitano di un ripensamento strategico. Mentre gli agricoltori bio diminuiscono e le superfici aumentano solo virtualmente per aggiustamenti nei sistemi di rilevazione dati, il mercato continua a crescere anche nel primo trimestre 2010 (oltre il 7% di aumento degli acquisti domestici secondo rilevazioni ISMA-AC Nielsen), senza contare i trend in crescita a due cifre delle esportazioni”.

Secondo il SINAB, al 31 dicembre 2009 gli operatori erano 48.509, di cui 40.462 produttori esclusivi. Rispetto al 2008, la riduzione complessiva del numero di operatori è del 2,3%. Per quanto riguarda i terreni interessati, la superficie era di 1 milione 106.684 ettari, con un aumento rispetto a un anno prima del 10,4%. Cala invece il numero di animali degli allevamenti bio, che invece aveva registrato un "forte aumento" tra il 2007 e il 2008. La Sicilia è la prima regione per numero di produttori e superfici coltivate, mentre l'Emilia Romagna ha il primato delle imprese di trasformazione.
“Ho quindi molto apprezzato – continua Carnemolla - il commento del Ministro Galan, che ha richiamato il sistema regionale ad un impegno congiunto e ha sottolineato la necessità di sostenere le imprese sul mercato. Purtroppo nel recente passato non si è sempre lavorato in questa direzione, aumentando piuttosto vincoli e oneri, dunque nei prossimi giorni chiederemo al Ministro Galan di convocare con urgenza il Comitato consultivo nazionale di settore per discutere della situazione e delle prospettive del biologico italiano perché alla crescita continua del mercato si agganci anche quella delle imprese agricole del nostro territorio”.
Galan di convocare con urgenza il Comitato consultivo nazionale di settore per discutere della situazione e delle prospettive del biologico italiano”.

MALTEMPO, DOPO LA TROMBA D’ARIA SI CONTANO I DANNI NELLE CAMPAGNE. IL MALTEMPO METTE IN GINOCCHIO COLTIVAZIONI E STRUTTURE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Milioni di euro di danni nell’area della nostra provincia interessata da una tempesta di vento, pioggia e grandine.
E’ allarme per fenomeni sempre più violenti e distruttivi.


Pochi minuti per fare piazza pulita di coltivazioni, tetti, impianti irrigui, serre, reti antigrandine, frutteti, alberi.
E’ ormai un bollettino di guerra dove si contano le perdite di fronte ad eventi metereologici sempre più violenti, improvvisi e distruttivi che stanno colpendo in modo impressionante e grave la nostra provincia, già segnata peraltro nelle settimane scorse da altri eventi, sia violente grandinate, sia piogge intense, sia forti raffiche di vento, dopo una primavera fredda e piovosa, che ha avuto come conseguenza sbalzi termici che hanno interessato le piante, sia erbacee, sia arboree con la prospettiva di una riduzione di produzione imputabile proprio a questo andamento climatico avverso.
Con l’evento atmosferico di martedì scorso si aggiungono dunque ulteriori motivi di apprensione per un’annata evidentemente nata sotto una cattiva stella, con l’aggravante anche di danni alle strutture, dalle case ai magazzini ai capannoni agli impianti di reti antigrandine ed irrigui, sconvolti dalla furia del vento in modo particolare nelle aree dell’argentano, del portuense, di Voghiera e di alcune frazioni del comune di Ferrara.
In particolare, dalle aziende nostre associate abbiamo ricevuto segnalazioni riguardo a Gualdo, con forte vento, assenza di grandine, ma cascola della frutta.
Voghiera, grandine e forte vento con danni a strutture.
Masi Torello, grandine e forte vento.
Masi S. Giacomo, grandine e forte vento.
Maiero, grandine, forte vento con danni ingentissimi a strutture (abitazioni e magazzini) epicentro del fortunale insieme a Sandolo.
Anche a Portoverrara, grandine e vento con danni a magazzini.
Situazione simile nell’argentano, a Consandolo, a Campotto ed altre frazioni del comune.
Problemi ci vengono segnalati anche dai produttori di Aglio di Voghiera, messo in crisi proprio nel momento dell’estirpazione e dell’essiccazione in campo.
Altra zona colpita dal fortunale e dal forte vento con grandine è la zona del comune di Ferrara tra Viconovo, Albarea, Quartesana, con grandine e vento fortissimo.
Nel copparese ancora una volta è stata la pioggia violenta a creare disagio, ma a quanto pare più nel centro abitato che nelle campagne.
Come sempre fare stime nell’imminenza dell’evento è quasi impossibile, i danni veri si potranno quantificare solo nel corso dei mesi prossimi, tra mancate produzioni e ripristino di frutteti divelti e strutture produttive, tetti e magazzini danneggiati, ma è chiaro che saranno cifre nell’ordine dei milioni di euro ed il dramma sarà dover affrontare un’annata così difficile con l’incertezza di cosa ed in che misura potrà essere in qualche modo risarcito.