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mercoledì 14 luglio 2010

ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE NAZIONALE BONIFICHE IRRIGAZIONI (A.N.B.I.) 4

Fonte: Anbi

GLI INTERVENTI DEGLI ASSESSORI REGIONALI. «Quelli del sud Italia non sono consorzi ‘canaglia’, il ministro Galan fa demagogia»,la replica dell’assessore regionale della Sardegna, Andrea Prato.

Dopo l’intervento del Ministro Galan, all’Assemblea Nazionale A.N.B.I. è arrivato il momento degli assessori regionali all’agricoltura. Che non hanno certo risparmiato le critiche di fronte all’uscita del Ministro, molto critico nei confronti dei Consorzi di bonifica del sud Italia. «Il ministro – ha detto l’assessore Andrea Prato, della giunta di centrodestra che governa la Sardegna – dice che le regioni del sud non sono in grado di investire i soldi delle bonifiche e che ce li porterà via. Dice che i consorzi del sul sono consorzi ‘canaglia’. Io non posso accettare questa demagogia. Dice anche che eliminerà tutta la burocrazia non indispensabile. A noi non bastano le parole, noi vogliamo nei fatti la semplificazione per l’agricoltura italiana che non è di destra né e di sinistra. Abbiamo chiesto al Ministro di giocare con attenzione la partita dell’incentivo 2011 per le energie rinnovabili. Se non utilizziamo le stesse armi della concorrenza siamo destinati a soccombere. Solo per fare un esempio, il sistema serricolo fotovoltaico ha perso il 25% in un anno. Non ci sono adeguati incentivi. Se ne è parlato alla conferenza Stato –Regioni. E il ministro dov’era? Non c’è andato». Risposta a Galan, è arrivata anche da Dario Stefano, assessore della Regione Puglia: «Questa litania delle regioni del sud che sono incapaci di spendere è sterile. Se io fossi ministro mi metterei a disposizione di chi non spende, è un disegno per voler isolare una parte del Paese. Noi non ci stiamo. Per quanto riguarda il riassetto dei Consorzi occorre rendere omogeneo ed efficiente il sistema, perché ci sono delle belle esperienze in cui il sistema è stato in grado di governare il processo irriguo e altre di caos completo. Personalmente a distanza di un anno non sono in grado di portare al governo regionale una fotografia di quella che è la situazione debitoria consortile degli ultimi dieci anni. Per questo abbiamo proceduto ai commissariamenti: perché quegli enti in questi anni non erano in grado di difendersi. E non volendoli abolire abbiamo puntato a una riforma che passa attraverso un disegno di legge all’attenzione del governo regionale». «Il problema non è dibattere sull’utilità dei Consorzi – ha detto Marco Mattei, assessore della regione Lazio – che è manifesta, nella polemica deve emergere un ragionamento. Se si è convinti come amministratori dell’azione di sussidiarietà che svolgono i Consorzi nel confronto del pubblico occorre assorbire questo momento grave e risolverlo». Sulla stessa linea Tiberio Rabboni, rappresentante della Regione Emilia Romagna. Tiberio Rabboni, assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna: «Nella nostra regione la parola Consorzio di bonifica significa ‘valore’. Prima di tutto sul tema della sicurezza territoriale, con centri urbani e attività serviti da canali di scolo, con valore per il sistema economico con un incremento della Plv, per ettaro, di 900 euro medi, con punte sino a 3000 euro. E, non ultimo, un valore di carattere generale per l’ambiente: i Consorzi innovano, risparmiano risorse, a fronte del cambiamento climatico. Hanno progetti di uso plurimo delle acque e lottano contro il fenomeno della subsidenza. Il protocollo d’intesa per il riordino sottoscritto nel settembre del 2008 nella Conferenza Stato-Regioni, ci ha consentito di rilanciare e riordinare il sistema del mondo di bonifica, dimezzando il numero dei Consorzi presenti, da 13 a 8 in maniera attinente e puntuale ai bacini idrografici del territorio, riformando il sistema elettorale. Tenendo conto del fatto che oggi il 48% delle entrate consorziali deriva da aree urbane. Inoltre, abbiamo definito le nuove modalità per gli statuti. I Consorzi di bonifica sono partner fondamentali delle politiche strategiche della nostra Regione. Purtroppo le previsioni sulla prospettiva finanziaria e sul tema delle risorse non ci aiutano: anche a livello di bonifica, perderemo così la possibilità di lotta alla subsidenza o dello studio di tecniche di contenimento della spesa, oltre al finanziamento di numerosi progetti».

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