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lunedì 8 luglio 2013

SVILUPPO RURALE: AL VIA IL CONFRONTO SUGLI OBIETTIVI DEL PSR 2014-2020. PRESIDENTE ERRANI: "CON I PROGETTI DI FILIERA ANTICIPATA UNA SCELTA STRATEGICA DELLA NUOVA PAC. UN ULTERIORE SALTO DI QUALITÀ IN QUESTA DIREZIONE"

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Presentati dall'assessore Rabboni i risultati della programmazione 2007-2013: più 28% le aziende beneficiarie, più 76% in montagna, più 15% il valore aggiunto, più 11% gli occupati. Dai giovani il 26% del totale delle domande.

Bologna - E’ un’agricoltura più innovativa, amica dell’ambiente e fonte di buona occupazione, ma anche un’agricoltura più forte grazie all’esperienza dei progetti di filiera, quella che si delinea da un primo bilancio del Programma di sviluppo rurale dell’Emilia-Romagna 2007-2013 presentato oggi a Bologna nel corso del convegno “Risultati e nuova programmazione. Lo sviluppo rurale in Emilia-Romagna”, che a pochi giorni dall’accordo sulla nuova Politica agricola comune è servito per delineare gli obiettivi della nuova programmazione 2014-2020. “Questo Psr - ha sottolineato concludendo i lavori il presidente della Regione Vasco Errani – ci consegna risultati significativi e importanti che ci forniscono anche la strategia da seguire per il futuro. In particolare con i progetti integrati di filiera, abbiamo anticipato una scelta strategica della nuova Pac. Dobbiamo continuare in questa direzione facendo un ulteriore salto di qualità in un quadro di forte programmazione nazionale”. “Il numero delle aziende agricole beneficiarie è aumentato del 28%, con un picco del 76% in montagna – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – gli investimenti aziendali hanno generato un valore aggiunto del 15% e un aumento dell’11% degli occupati, i giovani hanno rappresentato il 26% delle domande presentate e, tra le ditte individuali, il 50% dei contributi concessi per le competitività “. Con il prossimo PSR andranno riconfermati questi esiti cercando però di coinvolgere in processi innovativi l’insieme degli agricoltori regionali, in particolare quelli più in difficoltà di mercato e di reddito, delle aree rurali e montante più problematiche. “Questo potrà accadere solo se decideremo, tutti insieme - ha aggiunto Rabboni - di destinare la gran parte delle risorse della futura programmazione alle diverse forme possibili di reti di impresa.“  

I dati del PSR 2007-2013. Il ruolo dei progetti di filiera

Nel periodo 2007-2013 le aziende agricole che hanno ricevuto finanziamenti del Psr sono cresciute del 28%, con un picco del 76% in montagna (quelle in cui l’agricoltura è lo strumento principale di presidio del territorio e di contrasto allo spopolamento). I giovani agricoltori hanno rappresentato il 26% del totale delle domande ammesse e il 50% dei contributi concessi per la competitività sulle ditte individuali. Il sostegno alle produzioni biologiche ha assorbito il 34% delle risorse, mentre i prodotti Dop e Igp hanno potuto contare su oltre la metà dei finanziamenti impegnati. Non solo: il PSR 2007-2013 ha coinvolto oltre 208 mila ettari (il 20% del totale) in interventi di carattere ambientale e ha permesso di ridurre del 42% le concimazioni azotate, del 51% l’uso di fitofarmaci, di 200 mila tonnellate all’anno le emissioni di Co2. Di particolare rilievo poi il ruolo che hanno avuto i progetti di filiera, vero e proprio tratto distintivo della programmazione 2007-2013, voluto dalla Regione Emilia-Romagna per promuovere la collaborazione tra aziende di produzione, trasformazione e commercializzazione, rafforzando in particolare il ruolo della parte agricola, tradizionale anello debole della catena. Quasi l’80% dei progetti ha introdotto vincoli di conferimento della materia prima grazie ai quali si sono consolidati gli sbocchi di mercato per gli agricoltori. I progetti di filiera hanno generato nuovi posti di lavoro nel 44,9% dei casi e nel 71% rafforzato la sicurezza sul lavoro. Un monitoraggio effettuato sugli investimenti aziendali, a due anni dalla loro conclusione, ha infine mostrato un incremento del 18% della produzione lorda vendibile, del 15% del valore aggiunto nelle aziende beneficiarie e dell’11% delle unità di lavoro.  

Gli obiettivi per il Psr 2014-2020: reti di impresa, innovazione, accesso al credito più facile, meno burocrazia

Estendere l’esperienza degli accordi di filiera e delle reti di impresa che dovranno diventare una vera priorità, sostenere le partnership tra le imprese agroalimentari e il mondo della ricerca per promuovere l’innovazione e il trasferimento tecnologico, rendere più facile l’accesso al credito per i beneficiari del Psr , ridurre la complessità burocratica per gli adempimenti europei. Sono questi alcuni degli obiettivi che la Regione ha lanciato per allargare la platea delle imprese beneficiarie, in particolare le più marginali, del prossimo Psr e sui quali ha avviato oggi il confronto con il mondo agricolo regionale. Si tratta di cogliere appieno alcune delle opportunità offerte anche dal nuovo regolamento che prevede significativi incentivi economici proprio per i progetti collettivi e integrati, ma anche per il “partenariato d’innovazione” veri e propri accordi operativi tra mondo agricolo e della ricerca. Per quanto riguarda l’accesso al credito, tra le proposte della Regione il rafforzamento dell’esperienza di “Investi agricoltura”, in collaborazione con Istituti di credito e Consorzi Fidi, che ha permesso in questa programmazione l’immediato anticipo fino al 100% dell’investimento e un pre-ammortamento di 18 mesi con il solo pagamento degli interessi

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