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lunedì 17 ottobre 2011

CONFAGRICOLTURA FERRARA: RIFORMA PAC: LA COMMISSIONE UE NON SOSTIENE LA COMPETITIVITA' DELLE IMPRESE

Fonte: Confagricoltura Ferrara

E' negativo il primo commento di Confagricoltura Ferrara sulle proposte per la nuova PAC 2014-2020, approvate nei giorni scorsi a Bruxelles dalla Commissione europea. L'Organizzazione agricola ferrarese, comunque, ricorda che prende il via oggi un lungo percorso negoziale che impegnerà i governi nazionali e il Parlamento europeo per tutto il 2012.
Le proposte, in particolare, sono articolate in quattro progetti di regolamento sulle principali questioni, cioè pagamenti diretti, organizzazione comune di mercato unica, sviluppo rurale, regolamento orizzontale sul finanziamento, gestione e monitoraggio della Pac.
Per l'Organizzazione degli imprenditori agricoli ferraresi le proposte delineano una PAC che non sostiene l'impresa agricola, sacrificandone l'efficienza economica, aggravandone gli oneri amministrativi e riducendone la possibilità di contribuire nei prossimi anni all'auspicata e necessaria crescita del PIL nazionale.
In questa direzione andrebbero in particolare le indicazioni della Commissione che subordinano il pagamento di un terzo degli aiuti a maggiori impegni e costi sul versante ambientale. Il prezzo che si vorrebbe far pagare all'agricoltura con queste nuove regole appare sproporzionato rispetto all'impatto dell'attività agricola sull'ambiente e all'uso che l'agricoltura fa delle risorse naturali.
"La proposta nel suo complesso non accoglie la richiesta del Governo e del mondo agricolo - afferma il Presidente Nicola Gherardi - nella conferma del budget finanziario comunitario e nazionale. Così invece non è! Al riguardo, è bene ricordare che l'Italia è un contribuente netto al bilancio comunitario, dando all'incirca il doppio di quello che riceve. Aggiungere questa altra 'barriera di penalità', come l'ha definita giustamente il Ministro Romano, significa penalizzare fortemente i nostri imprenditori".
Confagricoltura Ferrara ritiene che la proposta di riforma sia in totale contraddizione con le esigenze di crescita produttiva e di mantenimento di scorte strategiche, indicate sia dalla FAO che dal G20 come strumenti indispensabili per gestire l'aumento tendenziale della domanda di cibo e la volatilità dei prezzi.
"Se l'obiettivo della Commissione era quello, ampiamente pubblicizzato, di orientare la Politica Agricola Comune a sostegno di un'agricoltura produttrice di beni e servizi tangibili per la collettività - conclude Nicola Gherardi - bisogna dire che le proposte sembrano andare in ben altra direzione ed è importante che tutta la collettività se ne renda conto vista la rilevanza del settore primario anche sul piano sociale ed ambientale. Un patrimonio immateriale che non possiamo mettere a repentaglio"

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