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sabato 24 novembre 2012

CIA FERRARA: PIU' TRASPARENZA PER LA FILIERA AGRICOLA

Fonte: Cia Ferrara  

La Cia di Ferrara ribadisce l’importanza dell’art.62 del Decreto Liberalizzazioni. Con alcune precisazioni e aggiustamenti

L’articolo 62 del Decreto Liberalizzazioni varato dal Governo piace e, al tempo stesso, fa discutere. Si tratta di una serie di norme che regolano, attraverso contratti in forma scritta, la vendita e il commercio di prodotti agricoli che non siano rivolti al consumatore finale. Attraverso alcune precise indicazioni si vuole dunque, con tale strumento legislativo, raggiungere un buon equilibrio nei rapporti di compravendita all’interno della filiera e garantire una maggiore trasparenza degli scambi. La Cia di Ferrara, condividendo la posizione del Presidente regionale Dosi, ha accolto con favore l’introduzione di un articolo che ha il principale obiettivo di evitare attività commerciali non corrette, quelle che sostanzialmente portano l’azienda agricola a vendere a prezzi che spesso sono al di sotto dei costi di produzione. Una pratica comune e decisamente sleale che penalizza da molti anni il lavoro agricolo e rende i rapporti tra i diversi soggetti della filiera “viziati”. L’art. 62 sancisce, infatti, il divieto di “imporre direttamente o indirettamente condizioni di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, nonché condizioni extracontrattuali e retroattive”. Se però, da un alto, le norme contenute nel provvedimento vanno verso la creazione di una rete di scambi più equa e meglio regolamentata dall’altro, rimangono alcuni problemi interpretativi dell’articolo. In particolare la Cia di Ferrara sottolinea l’inclusione – nella compravendita di prodotti agricoli regolamentata contrattualmente – dei mezzi tecnici, quelli utilizzati per l’effettivo svolgimento delle attività agricole. Parliamo, ad esempio, di mangimi per l’alimentazione animale, piante per l’orticoltura e sementi. In questo caso, ribadisce l’associazione, si parla di situazioni in cui, effettivamente, non c’è uno squilibrio tra venditore e acquirente e non di produzione agricola in senso stretto, ma di strumenti indispensabili per il lavoro dell’azienda. La Cia provinciale si unisce dunque alla richiesta di Cia Emilia-Romagna fatta – e prontamente accettata - al Ministro Catania per capire se possano essere fatti miglioramenti e correttivi a questo importante articolo. Si tratta, infatti, di un passaggio cruciale per il corretto svolgimento delle attività commerciali e occorre fare molta attenzione alle interpretazioni e alle inclusioni che potrebbero, in futuro, complicare anziché favorire gli scambi e minare l’equilibrio finanziario delle aziende. Tra le deroghe richieste al Ministro dall’associazione c’è anche quella riguardante la fornitura diretta da parte dell’azienda di quantità minime di prodotti a esercizi commerciali al dettaglio. Attualmente nel Decreto non si parla di quantità ma unicamente di tipologie di prodotti, per le quali sarà necessario un contratto di vendita in forma scritta, fatto che potrebbe penalizzare quegli scambi di lieve entità che vanno a tutto vantaggio dell’azienda e dell’acquirente. Non sarebbe utile a nessun attore della filiera, ribadisce la Cia di Ferrara, minare l’equità, il valore e la grande importanza di questo articolo con elementi di criticità stabiliti per legge.

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