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mercoledì 28 novembre 2012

ACCORDO UE-MAROCCO, CONFAGRICOLTURA: “LA UE CONTROLLI CHE VENGANO RISPETTATI I PLAFOND DI POMODORO DAL MAGHREB”

Fonte: Confagricoltura

“Gli effetti dell’ accordo di liberalizzazione degli scambi tra la UE e il Marocco, entrato in vigore a ottobre, sembra si stiano facendo sentire con i primi ‘scricchiolii’ per i mercati dei prodotti ortofrutticoli mediterranei e in particolare del pomodoro”. Ne da notizia Confagricoltura, sottolineando che, a livello europeo e nazionale, gli operatori stanno già registrando un eccesso di offerta provocata dalle maggiori importazioni dal Marocco. Analoghi problemi di surplus produttivi, dopo le maggiori aperture delle frontiere europee ai prodotti maghrebini, ed in particolare al pomodoro, si stanno registrando anche in Francia e Spagna – fa presente Confagricoltura – come è stato rilevato in una riunione a Parigi tra i rappresentanti dei produttori francesi, italiani e spagnoli. “L’accordo agricolo Ue-Marocco lo abbiamo fortemente contrastato – ha ribadito Confagricoltura - con il parere contrario di tutti i paesi membri del Sud dell’ Unione europea perché danneggia gli interessi del settore. Qualsiasi apertura delle frontiere deve essere oggetto di una preventiva valutazione di impatto e, soprattutto, fondarsi su regole condivise che tutelino gli interessi del sistema agricolo e raggiungano risultati bilanciati”. L’Unione europea deve monitorare con attenzione l’attuazione dell’accordo bilaterale con il Marocco ed in particolare controllare attentamente le merci in entrata oggetto di concessioni e il rispetto delle regole definite – ha poi posto in evidenza Confagricoltura -. Da informazioni che raccogliamo da operatori economici del nostro paese e spagnoli, sembrerebbe che le importazioni maghrebine di pomodoro supererebbero i plafond mensili previsti, oltretutto con quotazioni ribassate”. “Vogliamo sensibilizzare le istituzioni comunitarie che hanno fatto approvare l'accordo – ha concluso Confagricoltura – perché l’apertura del mercato sia ordinata e non generi squilibrio anziché sviluppo”.

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