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venerdì 30 settembre 2011

RIFORMA PAC E OCM ZUCCHERO: IPOTESI INACCETTABILI DALLA COMMISSIONE UE. UNA NOTA DI ANB SPIEGA LE RAGIONI

Fonte: Anb - Associazione Nazionale Bieticoltori

Alla vigilia della presentazione delle proposte di riforma della PAC 2013/2020, prevista il 12 ottobre prossimo, la Commissione UE ha fatto trapelare a mezzo stampa le indiscrezione sui nuovi testi di regolamento destinati a concretizzare legislativamente la riforma stessa.
Al loro interno, sono collocate tra l’altro le linee guida per la riforma del regime zucchero, che subentrerà a quello in scadenza nel 2015.

A quest’ultimo proposito, la Commissione UE ipotizza di prorogare il regime delle quote nazionale e del prezzo minimo della bietola per un solo anno dopo la scadenza del 2015, facendo decadere successivamente quasi per intero l’attuale ordinamento normativo, dimostratosi fino ad oggi efficace e conveniente, non solo per le categorie produttrici ma anche per i consumatori europei ed italiani.

Per l'Associazione Nazionale Bieticoltori, l’impostazione della Commissione UE è decisamente inaccettabile:
- Per i prevedibili effetti di un calo del 20% del prezzo bietola di qui al 2020;
- Per la prevedibile conseguente difficoltà per l'industria saccarifera;
- Per l’aumentata dipendenza dalle importazioni extracomunitarie quindi sempre più esposti alla volatilità dei prezzi mondiali.
In questo modo - prosegue la nota di ANB - la Commissione UE smentisce le linee precedentemente assunte nella propria Comunicazione sulla riforma Pac del novembre scorso ma, soprattutto, si è contrapposta alla posizione espressa dal Parlamento Europeo nel “rapporto Dess” del giugno scorso, a favore di una continuità del regime zucchero perlomeno fino al 2020.
Il regime delle quote zucchero nazionali e dei prezzi minimi della bietola hanno consentito fino ad oggi di mantenere una adeguata distribuzione produttiva in ambito europeo.

Alla luce di tutto ciò ANB chiede con forza una iniziativa decisa del Ministero delle Politiche Agricole affinché contrasti l’impostazione della Commissione UE nelle prossime tappe dei percorsi decisionali, forte del pronunciamento del Parlamento Europeo e delle assonanze che certamente esso individuerà nei dicasteri agricoli di buona parte degli altri Stati Membri.

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