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venerdì 30 settembre 2011

COLDIRETTI, ATTENZIONE AI PESCI SENZA CARTA DI IDENTITA’, 3 SU 4 SONO STRANIERI E MOLTI “TAROCCHI”

Fonte: Coldiretti Ferrara

In Italia arriva il pangasio del Mekong ed il polpo dal Vietnam, i gamberetti del Mozambico e le vongole della Turchia. In aumento anche i prodotti ittici cinesi (+ 24%). Bene il lavoro dei NAS contro il pescato in cattive condizioni pronto per ingannare i consumatori.

Dal pangasio del Mekong al polpo vietnamita, tre piatti di pesce su quattro che si consumano oggi in Italia sono stranieri ma nessuno lo sa. E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare positivamente il sequestro effettuato a Milano dai Nas dei carabinieri di ingenti quantitativi di pesce congelato scaduto, di provenienza cinese e destinati a supermercati del Nord Italia. Proprio dal paese asiatico sono stati importati - sottolinea la Coldiretti - nel primo semestre del 2011 ben 7,1 milioni di chili di prodotti ittici congelati, con un aumento record del 24 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un fenomeno che rischia di favorire gli inganni a tavola ai danni dei consumatori. Se è vero infatti - sottolinea Coldiretti - che per la vendita sul pesce vige l’obbligo dell’etichetta d’origine, al ristorante la provenienza di quanto si porta in tavola non deve essere indicata. Senza dimenticare che il prodotto proveniente dall’estero ha meno garanzie rispetto a quello Made in Italy. Basta pensare al pangasio del Mekong, venduto come cernia, fino al polpo del Vietnam spacciato per nostrano. Ma – denuncia Coldiretti – ci sono anche l’halibut atlantico spacciato per sogliola, il dentice dalla Mauritania e le vongole turche, mentre i gamberetti sono spesso targati Cina, Argentina, Mozambico o, ancora, lo stesso Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa è vietato in quanto pericoloso per la salute. Da qui la richiesta di Coldiretti ImpresaPesca di estendere l’obbligo dell’etichetta d’origine, già vigente per il prodotto che si acquista nelle pescherie o direttamente dagli imprenditori, anche ai menu della ristorazione. Una vera e propria “carta del pesce”, con l’indicazione di dove è stato pescato quanto si porta in tavola.

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